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PARTNER ORIENTALI Sei Stati dell'ex Unione sovietica partecipano alla politica di «partenariato orientale» dell'ue: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina. Inaugurato nel 2009, il partenariato è stato istituito per promuovere l'impegno riformista in questi paesi in ambito politico, sociale ed economico allo scopo di rafforzare la democratizzazione e il buon governo, la sicurezza energetica, la tutela dell'ambiente e lo sviluppo economico e sociale. La Georgia, la Moldova e l'ucraina hanno concluso accordi di associazione con l'ue, che includono zone di libero scambio globale e approfondito (DCFTA). In base alla comunicazione del Servizio europeo per l'azione esterna e della Commissione, del 18 novembre 2015, dal titolo «Riesame della politica europea di vicinato», gli altri paesi sono liberi di perseguire una relazione diversificata con l'ue, definendo individualmente le proprie «ambizioni» per l'integrazione. Tutti i membri, ad eccezione della Bielorussia, sono parte dell'assemblea parlamentare Euronest, tuttavia l'azerbaigian ha sospeso la propria partecipazione il 15 settembre 2015, per poi ritornare sulla propria decisione il 30 settembre 2016, in seguito a un incontro della commissione di cooperazione parlamentare UE-Russia (CCP) svoltosi nel corso dello stesso mese. 1. PAESI LIMITROFI A EST DELL'UE A. Ucraina I drammatici eventi che hanno sconvolto l'ucraina dal novembre 2013 sono iniziati con una manifestazione a favore dell'ue e contro l'incapacità del governo di compiere progressi in merito all'accordo di associazione con l'unione europea, che era stato siglato nel luglio 2012. Molti manifestanti avevano opinioni favorevoli all'ue e probabilmente consideravano l'accordo come un passo che li avrebbe portati più vicini al processo di adesione. Tale movimento ha, infine, condotto a un cambio di governo e a elezioni parlamentari (tenutesi nell'ottobre 2014), che hanno portato al potere i partiti favorevoli all'unione europea e alle riforme. Durante il periodo di instabilità, la Russia ha illegalmente annesso la Crimea, e la parte orientale dell'ucraina è precipitata in una guerra separatista. Secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite, tra l'aprile 2014 e il febbraio 2016 in Ucraina sono state uccise circa 9 100 persone a causa del conflitto. Tra queste vi sono i 298 passeggeri del volo MH17, operato da Malaysia Airlines e precipitato il 17 luglio 2014 in un'area controllata dai separatisti. Sebbene il conflitto militare si sia attenuato grazie a un cessate il fuoco concordato a Minsk e rinnovato in più occasioni, scoppi di violenza periodici hanno messo in discussione la sostenibilità della tregua. Ai recenti scontri, scoppiati durante l'estate del 2016, ha fatto seguito una fragile tregua, stipulata il 1 o settembre. L'UE ha subordinato le proprie sanzioni economiche contro la Russia al pieno rispetto dell'accordo di Minsk da parte di Mosca. Nel marzo 2014, la Commissione ha concordato misure di sostegno al paese e il 27 giugno 2014 l'ue e l'ucraina hanno firmato l'accordo di associazione. I capitoli relativi al dialogo politico, Note sintetiche sull'unione europea - 2017 1

alla giustizia, alla libertà, alla sicurezza e alla cooperazione economica, finanziaria e settoriale sono entrati in vigore a titolo provvisorio il 1o novembre 2014. Il 1o gennaio 2016 è entrata in vigore a titolo provvisorio la parte commerciale dell'accordo di associazione, in attesa della ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell'ue. L'esito negativo del referendum tenutosi nei Paesi Bassi il 6 aprile 2016 complicherà il processo di ratifica e la piena attuazione dell'accordo di associazione. L'entrata in vigore a titolo provvisorio ha inoltre segnato la fine dei colloqui commerciali trilaterali con la Russia, la quale dal 1 o gennaio 2016 ha sospeso le preferenze commerciali a favore del paese previste dall'accordo di libero scambio della Comunità di Stati indipendenti (CIS FTA). Il 25 settembre 2015 l'ucraina e la Russia hanno aggiornato il proprio accordo sul gas mediato dall'ue, in base al quale la Russia avrebbe garantito una riduzione del debito dell'ucraina e il mantenimento della fornitura di gas a quest'ultima fino a marzo 2016, in cambio di pagamenti anticipati per il gas stesso. Il 18 dicembre 2015 la Commissione ha adottato la sesta relazione sui progressi compiuti dall'ucraina nell'ambito del piano d'azione per la liberalizzazione dei visti. Poiché la relazione afferma che l'ucraina sta soddisfacendo tutti i criteri di riferimento, una proposta per la liberalizzazione dei visti era attesa per febbraio 2016. Tuttavia, la mancanza di un sistema efficace per la dichiarazione dei redditi e del patrimonio dei funzionari ha indotto la Commissione a rinviare la proposta. A seguito dell'adozione, da parte del parlamento ucraino, di una legge sulla dichiarazione elettronica del patrimonio personale dei funzionari pubblici, il 20 aprile 2016 è stata presentata la proposta di un regime di esenzione dal visto tra l'ue e l'ucraina, che dovrà essere approvata dai colegislatori dell'ue. Il Parlamento europeo ha adottato otto risoluzioni relative all'ucraina, l'ultima delle quali (concernente la minoranza dei tatari di Crimea) il 12 maggio 2016. 2. Cooperazione interparlamentare Le relazioni tra il Parlamento europeo e il parlamento ucraino (la Verkhovna Rada) sono condotte, nel quadro dell'accordo di associazione tra l'unione europea e l'ucraina, in seno alla commissione parlamentare di associazione UE-Ucraina, la quale si è riunita per la prima volta a Bruxelles il 24 e il 25 febbraio 2015. Da allora hanno avuto luogo altre tre riunioni, rispettivamente nel novembre 2015 e nell'aprile e nel giugno 2016. La riunione del 21 giugno 2016 è stata una riunione straordinaria della commissione parlamentare di associazione organizzata a Bruxelles dal PE e dedicata alla questione dell'introduzione di un regime di esenzione dal visto per l'ucraina. La commissione del PE per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) ha votato a favore della liberalizzazione dei visti a settembre 2016 e il voto finale del PE è previsto per la plenaria di ottobre a Strasburgo. Il 3 luglio 2015, il Parlamento e la Verkhovna Rada hanno firmato a Kiev un memorandum d'intesa in merito a un quadro congiunto per il sostegno parlamentare e la creazione di capacità. In seguito a una «missione di valutazione delle esigenze» è stata presentata una relazione contenente raccomandazioni specifiche durante la «settimana ucraina» (dal 29 febbraio al 2 marzo 2016) a Bruxelles. 3. Osservazione elettorale Il Parlamento è stato invitato a osservare le elezioni nazionali in Ucraina. Nel 2014 è stata istituita una missione internazionale di osservazione elettorale che comprendeva un gruppo di osservatori del Parlamento europeo e delegazioni dell'ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE ODIHR), Note sintetiche sull'unione europea - 2017 2

dell'assemblea parlamentare dell'osce, dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'europa (APCE) e dell'assemblea parlamentare della NATO. Secondo gli osservatori internazionali, le elezioni parlamentari tenutesi nell'ottobre 2014 sono state ben organizzate, trasparenti, democratiche e generalmente conformi alle norme internazionali. Le votazioni sono state considerate un consolidamento delle buone pratiche elettorali riscontrate in occasione di precedenti elezioni presidenziali nel paese. Tuttavia permanevano alcune irregolarità, principalmente (90 %) ad opera di candidati in circoscrizioni uninominali nelle regioni meridionali. Il 2 novembre 2014, si sono tenute «elezioni presidenziali e parlamentari» nelle regioni orientali del paese. L'UE non ha riconosciuto le elezioni e le ha considerate illecite e contrarie alla lettera e allo spirito dell'accordo di Minsk. Nel 2016 potrebbero tenersi nuove elezioni, ancora da concordare, congiuntamente allo svolgimento di una missione di polizia dell'osce nel settore. B. Repubblica moldova Il 27 giugno 2014, l'ue e la Moldova hanno firmato un accordo di associazione che include una DCFTA e che è stato applicato in via provvisoria dal settembre 2014. Dall'aprile 2014 la Moldova è stato il primo partner dell'ue a beneficiare di un regime di esenzione dall'obbligo di visto. Oltre 460 000 moldovi hanno già viaggiato all'interno dell'area Schengen senza un visto di viaggio. Anche il sostegno dell'ue alla Moldova a titolo dello strumento europeo di vicinato (ENI) è aumentato considerevolmente, passando da 40 milioni di EUR nel 2007 a 131 milioni di EUR nel 2014. L'assistenza bilaterale dell'eni alla Moldova potrebbe oscillare tra i 335 e i 410 milioni di EUR nel periodo 2014-2017. Non appena l'accordo di associazione con l'ue è stato ratificato dall'assemblea nazionale moldova, la Russia ha introdotto una serie di misure relative alle importazioni dalla Moldova e ha abolito le preferenze commerciali accordate al paese a norma del CIS FTA. In seguito a una campagna elettorale relativamente tranquilla che si è concentrata prevalentemente su questioni geopolitiche (UE o Unione economica eurasiatica), le elezioni parlamentari del 30 novembre 2014 hanno attribuito la maggioranza alla coalizione liberale favorevole all'ue e alle riforme, benché il partito socialista filorusso abbia ottenuto il 21,37 % dei voti. Il 14 giugno 2015 si sono svolte elezioni a livello locale che si sono concluse con una vittoria di stretta misura dei partiti europeisti sullo schieramento filorusso. Alcuni gravi casi di corruzione hanno suscitato manifestazioni di piazza che hanno coinvolto migliaia di persone e che sono ancora in corso nella capitale Chișinău. Dal momento delle elezioni si sono succeduti quattro governi, mettendo in evidenza l'instabilità politica del paese. Il 4 marzo 2016 la Corte costituzionale della Moldova ha reintrodotto l'elezione del presidente della Repubblica da parte del popolo, abolendo una legge del luglio 2000 che ne aveva istituito l'elezione parlamentare. Le elezioni presidenziali sono state rinviate all'autunno del 2016. La sfida maggiore per la Moldova rimane la questione della regione separatista della Transnistria, che ha proclamato unilateralmente l'indipendenza. Se da un lato i discorsi ufficiali hanno tentato di sedare il conflitto, ripreso nel novembre 2011, finora le riunioni (tra cui due tenutesi nel 2014 e una nel 2015) hanno prodotto risultati minimi. Attraverso un protocollo bilaterale, dal 1 o Transnistria. gennaio 2016 la DCFTA è stata estesa alla Note sintetiche sull'unione europea - 2017 3

Il Parlamento europeo ha espresso il proprio assenso all'accordo di associazione tra l'ue e la Moldova il 13 novembre 2014. Nei mesi precedenti il Parlamento aveva appoggiato l'entrata in vigore del regime di esenzione dall'obbligo di visto a favore del paese. Il Parlamento ha preso atto della situazione di stallo sulla questione della Transnistria e ha sottolineato in diverse occasioni l'importanza di trovare una soluzione politica. 2. Cooperazione interparlamentare Le relazioni tra l'ue e la Moldova sono state istituzionalizzate nel 2014 con la firma dell'accordo di associazione. Il consiglio di associazione UE-Moldova si è riunito per la prima volta il 16 marzo 2015 e la seconda riunione della commissione parlamentare di associazione UE-Moldova si è svolta il 18 e il 19 maggio 2016 a Chișinău. 3. Osservazione elettorale Il Parlamento è stato invitato a osservare tutte le recenti elezioni parlamentari in Moldova. Le elezioni legislative del 30 novembre 2014 sono state valutate in maniera relativamente positiva dagli osservatori internazionali della missione di osservazione a lungo termine dell'osce ODIHR. Insieme all'osce ODIHR, all'apce e all'assemblea parlamentare dell'osce, una missione di osservazione del PE ha monitorato le elezioni parlamentari dell'8 ottobre 2016. C. Bielorussia L'Unione europea ha adottato una politica di «impegno critico» con la Bielorussia. Un recente riavvicinamento bilaterale tra le due parti ha indotto l'ue, il 25 febbraio 2016, ad alleviare le sanzioni applicate nei confronti della Bielorussia, che prevedevano il congelamento dei beni, il divieto di viaggio e restrizioni commerciali e finanziarie. Il 25 febbraio 2016 il Consiglio ha deciso di non prorogare le misure restrittive nei confronti di 170 persone e di tre imprese, il cui inserimento in elenco era già stato sospeso. Ha tuttavia prorogato di un anno le misure vigenti, che comprendono l'embargo sulle armi nonché il congelamento dei beni e il divieto di viaggio nei confronti di quattro persone il cui inserimento in elenco è connesso alle sparizioni irrisolte di due politici dell'opposizione, un uomo d'affari e un giornalista. L'UE ha inoltre fornito un ulteriore incoraggiamento alla Bielorussia: le recenti conclusioni del vertice del partenariato orientale tenutosi a Riga nel maggio 2015 rilevano i progressi compiuti in merito al dialogo sulla semplificazione del rilascio di visti e sulla riammissione e aprono la strada a un rilancio del dialogo tra l'ue e il paese in materia di diritti umani. Tale dialogo, che ha avuto luogo nel 2012 e nel 2013, ha visto anche uno scambio di opinioni tra l'ue e i rappresentanti della società civile in Bielorussia. Dal 2014 il dialogo è stato sostituito da un progetto volto all'attuazione delle riforme proposte. Nel 2014 l'ue e la Bielorussia hanno iniziato a negoziare accordi sulla semplificazione del rilascio di visti e la riammissione e nel 2015 sono stati lanciati i negoziati su un partenariato per la mobilità. Nei prossimi anni verrà avviata anche una cooperazione nel settore della migrazione. La Bielorussia non sta negoziando alcun accordo di associazione con l'ue. Il Parlamento europeo ha adottato una serie di risoluzioni che criticano la Bielorussia a causa dei suoi prigionieri politici, dei vincoli alla libertà dei mezzi di informazione e della società civile, del mancato rispetto dei diritti umani e dei vizi delle sue elezioni parlamentari. Nel settembre 2013 il Parlamento ha adottato una raccomandazione sulla strategia generale dell'ue Note sintetiche sull'unione europea - 2017 4

nei confronti della Bielorussia, chiedendo il rilascio e la riabilitazione di tutti i prigionieri politici. 2. Cooperazione interparlamentare A causa delle modalità con cui si sono svolte le elezioni in Bielorussia, il Parlamento non riconosce l'assemblea nazionale del paese e, di conseguenza, non mantiene relazioni bilaterali. Per contro, la delegazione del Parlamento per le relazioni con la Bielorussia si riunisce regolarmente con i membri dell'opposizione bielorussa e della società civile per discutere gli sviluppi politici ed economici del paese. Il recente riavvicinamento tra l'ue e la Bielorussia ha indotto una delegazione del Parlamento europeo a recarsi sul posto nel giugno 2015. 3. Osservazione elettorale La Bielorussia non invita il Parlamento europeo a osservare le elezioni dal 2001. Le ultime elezioni parlamentari hanno avuto luogo l'11 settembre 2016, alla presenza di missioni di osservazione elettorale dell'osce ODIHR e dell'apce. 2. CAUCASO MERIDIONALE Il Parlamento europeo dispone di una delegazione per il Caucaso meridionale che sovrintende alle commissioni parlamentari di cooperazione con l'armenia e l'azerbaigian e alla commissione parlamentare di associazione con la Georgia e monitora l'operato del rappresentante speciale dell'ue per il Caucaso meridionale e la crisi in Georgia. A. Georgia Le elezioni parlamentari del 2012 e le elezioni presidenziali del 2013 in Georgia hanno visto la vittoria della nuova coalizione «Sogno georgiano» e hanno confermato l'orientamento euroatlantico del paese. In base all'accordo di associazione, la DCFTA è entrata in vigore a titolo provvisorio nel settembre 2014. La Georgia ha compiuto sforzi considerevoli per allineare la propria legislazione con le norme dell'ue, ad esempio per quanto concerne la liberalizzazione dei visti. Il 9 marzo 2016 la Commissione ha presentato una proposta sulla liberalizzazione dei visti al Consiglio dell'ue e al Parlamento. Tuttavia la democrazia in Georgia è ancora soggetta alla notevole polarizzazione della vita politica, alla luce delle costanti tensioni tra la coalizione e il Movimento nazionale unito fondato dall'ex presidente Mikheil Saakashvili, corredate da accuse ricorrenti di un'applicazione selettiva della giustizia e campagne anticorruzione di matrice politica. In tale contesto di tensione, è probabile un deterioramento del clima politico nel periodo che precede le elezioni parlamentari previste per ottobre 2016. Le relazioni con la Russia rimangono problematiche, nonostante vi sia stata una distensione sul piano commerciale. Ripetute attività di «frontierizzazione» lungo i confini con le due regioni separatiste, nonché la ratifica dei due cosiddetti trattati tra la Russia, l'ossezia del Sud e l'abkhazia stanno generando tensioni. L'UE ha sottolineato l'importanza di risolvere pacificamente la situazione di stallo nelle regioni dell'ossezia del Sud e dell'abkhazia, rispettando allo stesso tempo l'integrità territoriale della Georgia. Il dialogo strategico UE-Georgia su questioni correlate al conflitto, tenutosi a Bruxelles Note sintetiche sull'unione europea - 2017 5

il 1o aprile 2015, è un segnale di fiducia nelle relazioni tra le due parti, nonostante alcune differenze in merito a conclusioni di carattere operativo. 2. Osservazione elettorale La Georgia ha ospitato le delegazioni dell'osce ODIHR, cui partecipano alcuni deputati al Parlamento europeo, nell'ambito delle missioni dell'osce per l'osservazione delle elezioni parlamentari, presidenziali e locali nel paese. Le ultime elezioni parlamentari e presidenziali in Georgia sono state giudicate soddisfacenti a livello generale. Il PE ha inviato una squadra di osservazione elettorale a Tbilisi nel quadro della più ampia operazione di osservazione elettorale dell'osce ODIHR organizzata per le elezioni parlamentari dell'8 ottobre 2016. Nonostante alcuni incidenti individuati dalle organizzazioni della società civile nazionali e internazionali, la maggior parte degli osservatori hanno segnalato che la campagna si è svolta in modo pacifico e che il governo si è impegnato a organizzare le elezioni in modo esemplare. B. Armenia L'Armenia mantiene relazioni ambivalenti con l'ue. Da un lato, nel settembre 2013, il presidente armeno ha dichiarato che il paese avrebbe aderito all'unione economica eurasiatica (UEE) con la Bielorussia, il Kazakhstan e la Russia; il paese ha firmato il trattato di adesione all'uee nell'ottobre 2014, poco prima dell'entrata in vigore dell'unione il 1 o gennaio 2015. Dall'altro lato, l'avvio dei negoziati nel dicembre 2015 in merito a un nuovo accordo UE- Armenia ha rappresentato un punto di svolta in seguito all'inversione di marcia a favore di Mosca del settembre 2013. Ci si attende che il pragmatismo dimostrato finora da entrambe le parti continui e conduca a una rapida conclusione di un accordo quadro basato sui valori dell'ue ma compatibile con i nuovi obblighi di Erevan nei confronti dell'uee. Nel 2015, a causa della riforma costituzionale avviata dal governo, si è verificato un ulteriore aumento di tensione in una situazione politica già polarizzata. Nonostante una serie di miglioramenti da lungo tempo attesi nell'ambito dei diritti umani e dello Stato di diritto, salutati con favore dalla Commissione di Venezia del Consiglio d'europa, il dibattito è stato dominato dalla proposta di trasformare il sistema presidenziale in un sistema parlamentare. L'Armenia è coinvolta da oltre vent'anni in un «conflitto prolungato» con l'azerbaigian per via dello status della regione del Nagorno Karabakh e le tensioni hanno attualmente raggiunto il picco più alto dal 1994. I rapporti con la Turchia sono distaccati. Nel dicembre 2012 è stato concluso un protocollo all'accordo di partenariato e di cooperazione tra l'ue e l'armenia relativo a un accordo quadro che stabilisce i principi generali per la partecipazione delle istituzioni armene ai programmi dell'ue. Nel dicembre 2015 sono stati avviati i negoziati per un nuovo accordo UE-Armenia. L'UE e gli Stati Uniti hanno concluso, sulla base di relazioni indipendenti, che le accuse di frode sono credibili e hanno esortato Erevan a condurre un'indagine trasparente. 2. Cooperazione interparlamentare Il 17 marzo 2015 il Parlamento europeo ha preso parte all'assemblea parlamentare Euronest tenutasi a Erevan; la più recente riunione interparlamentare, ossia la 16 a riunione della commissione parlamentare di cooperazione PE-Armenia, si è svolta nel gennaio 2016 a Strasburgo. Note sintetiche sull'unione europea - 2017 6

3. Osservazione elettorale L'Armenia ha ospitato cinque volte il Parlamento europeo nell'ambito delle missioni elettorali dell'osce ODIHR, tra cui nel 2013 in occasione delle elezioni presidenziali. L'organizzazione delle elezioni in Armenia ha subito un graduale miglioramento, benché persistano alcuni problemi e non siano ancora state attuate talune raccomandazioni chiave formulate dall'osce ODIHR in seguito alla sua missione di osservazione del 2013. C. Azerbaigian I negoziati per un accordo di associazione sono iniziati nel 2010 e l'azerbaigian ha firmato un accordo con l'ue per la semplificazione del rilascio dei visti nel novembre 2013. Sebbene l'azerbaigian e l'ue abbiano recentemente rafforzato la loro cooperazione nel settore dell'energia, un'ulteriore collaborazione a livello economico tra i due partner dipenderà dai progressi dell'azerbaigian nella creazione di istituzioni democratiche e nell'adesione all'organizzazione mondiale del commercio. Negli ultimi due anni si sono verificati disaccordi in merito all'accordo migliorato e sono state messe in atto misure repressive della società civile, suscitando critiche da parte dell'ue. Le visite a Baku di funzionari dell'ue di alto livello e la liberazione di alcuni attivisti azeri per i diritti umani, tuttavia, hanno creato uno spiraglio per una graduale ripresa delle relazioni. Il Consiglio dell'unione europea sta attualmente valutando un mandato per un «accordo globale» tra l'ue e l'azerbaigian. L'Armenia è coinvolta da oltre vent'anni in un «conflitto prolungato» con l'azerbaigian per via dello status della regione del Nagorno Karabakh e le tensioni hanno attualmente raggiunto il picco più alto dal 1994. Il 10 settembre 2015 il Parlamento ha adottato una risoluzione che esprime serie preoccupazioni in merito al costante deterioramento della situazione dei diritti umani nel paese e chiede alle autorità azere di porre immediatamente fine alla repressione nei confronti della società civile e delle attività a sostegno dei diritti umani. Ciò ha portato il parlamento azero (Milli Majilis) ad adottare una risoluzione in cui ha condannato il carattere «parziale» della risoluzione del PE del 10 settembre 2015, invitando il PE ad assumere una posizione costruttiva a proposito del paese ed elencando una serie di severe misure ritorsive, tra cui il ritiro dall'assemblea parlamentare Euronest. La decisione avrebbe dovuto entrare in vigore un anno dopo la sua notifica ufficiale, ovvero il 5 ottobre 2016, tuttavia, in seguito a una riunione della commissione parlamentare di cooperazione svoltasi a Baku a settembre 2016, è stata rovesciata da una decisione del Milli Majilis il 30 settembre. Leyla Yunus, attivista azera per i diritti umani detenuta, insieme a suo marito Arif, dal luglio 2014 e rilasciata in seguito alle pressioni e al sostegno umanitario/sanitario del PE, è stata una dei finalisti per il premio Sacharov 2014 per la libertà di pensiero conferito dal Parlamento. In seguito ai contatti di alto livello tra l'ue e l'azerbaigian all'inizio del 2016, la commissione parlamentare di cooperazione ha potuto tenere, dal 19 al 21 settembre 2016, la sua prima riunione dal 2012. In seguito alla riunione, i copresidenti hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui hanno formulato raccomandazioni, accolte da Euronest, a favore di una ripresa delle relazioni basate sul rispetto reciproco, sull'uguaglianza e sulla comprensione. Ciò ha contribuito alla decisione di Baku di mantenere la sua partecipazione a Euronest. 2. Osservazione elettorale L'Azerbaigian ha ospitato il Parlamento europeo nell'ambito delle missioni elettorali dell'ocse ODIHR. Tutte le elezioni tenutasi nel paese sono state valutate come poco conformi alle norme Note sintetiche sull'unione europea - 2017 7

internazionali e devono ancora essere attuate talune raccomandazioni. A causa del mancato raggiungimento di un accordo con le autorità azere, l'osce ODIHR non ha osservato le elezioni parlamentari tenutesi il 1 o novembre 2015. L'Azerbaigian ha tuttavia acconsentito allo svolgimento di una missione di osservazione elettorale da parte dell'apce, che ha avuto una portata e una durata molto più limitate. La missione dell'apce è giunta alla conclusione che il considerevole aumento dell'affluenza alle urne e la trasparenza delle procedure di voto e di spoglio abbiano rappresentato un ulteriore passo compiuto dalla Repubblica dell'azerbaigian verso elezioni libere, eque e democratiche e che, nonostante siano stati osservati brogli elettorali di modesta entità, l'esito della votazione rispecchi la volontà del popolo azero [1]. A luglio 2016 il presidente Aliyvev ha indetto un referendum per settembre 2016 con l'obiettivo di modificare la costituzione. Il referendum, riguardante 29 modifiche della costituzione della Repubblica dell'azerbaigian, si è svolto il 26 settembre 2016 in un contesto elettorale pacifico e trasparente, secondo la missione di valutazione dell'apce. Tuttavia, alcuni osservatori lo considerano un tentativo del presidente di rafforzare ulteriormente i suoi poteri tramite le seguenti misure: l'aumento del mandato del presidente da cinque a sette anni, il trasferimento di alcuni dei poteri attualmente detenuti dal primo ministro alla posizione, di nuova creazione, del vice presidente, il conferimento al presidente della facoltà di sciogliere il parlamento e l'abolizione dell'età minima di 35 anni per la candidatura alla presidenza. Sebbene Baku non abbia richiesto la consulenza di esperti, l'ufficio di presidenza dell'apce ha invitato la Commissione di Venezia a formulare un parere in merito ai cambiamenti pianificati. Il parere preliminare, pubblicato il 20 settembre 2016, ha sollevato diverse preoccupazioni, in particolare in merito al processo che ha portato al referendum nonché al rafforzamento dei poteri del presidente e all'indebolimento del parlamento. L'UE ha rilasciato una dichiarazione sottolineando le mancanze individuate nel processo che ha portato al referendum e invitando Baku a tenere conto delle osservazioni della Commissione di Venezia nell'attuazione delle modifiche costituzionali votate dalla maggioranza degli azeri. Jérôme Legrand 09/2016 [1]Relazione sull'osservazione delle elezioni parlamentari in Azerbaigian, 20 novembre 2015, doc. 13923, pag. 7 (relatore: Jorde XUCLÀ, Spagna, ALDE). Note sintetiche sull'unione europea - 2017 8