Costruzione dei generi e violenza Daniela Dioguardi II giornata Lunedì 28 Ottobre 2013 Ornella Guzzetti, Mi hai fatto a pezzi
Regina José Galindo, Peso, 2006 La violenza: questione femminile? Oggi si insiste sulla vittima, sul suo bisogno di tutela e protezione, rafforzando lo stereotipo della donna fragile, non in grado di badare a se stessa, con immagini terribili di corpi femminili picchiati, umiliati, feriti, massacrati.., senza pensare agli effetti devastanti, che questo può avere sulle giovani donne. Essere identificati come vittime è una condizione che dovrebbe essere transitoria per chiunque. Il tentativo di trasformare le persone in vittime permanenti a prescindere dalle circostanze costringe la vittima al ruolo di vittimizzata, che è un altra forma di violenza, più sottile e pervasiva, perché impone una condizione di passività che preclude la facoltà di riscattarsi. (Michela Murgia)
Nel 2005 un quotidiano politico di sinistra Liberazione titolava in prima pagina: Perché gli uomini uccidono le donne? Si spostava finalmente l attenzione sugli autori dei crimini.
Silenzio e Negazionismo Nei primi nove mesi del 2013 sono state uccise 113 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. Tra il 2000 e il 2012 si contano complessivamente in Italia 2.200 donne vittime di omicidio, pari a una media di 171 all'anno, una ogni due giorni. È quanto è emerso dal rapporto Eures-Ansa sull'omicidio volontario. Femminicidio, i numeri sono tutti sbagliati di Fabrizio Tonello 11 maggio 2013
Spostare fuori da sé le responsabilità, prendere le distanze dagli autori dei crimini, mostri incapaci di controllare le loro pulsioni!! Dovrebbero invece, interrogarsi sulla loro identità e sulla loro sessualità, su valori e comportamenti che passano ancora per naturali, su come si costruisce la mascolinità, affrontare il nodo del rapporto con il desiderio e il potere, mettere in discussione l idea di virilità ereditata dal passato. Quella che va interrogata è la normalità, o quella che abbiamo considerata tale. La violenza va indagata dove non vorremmo trovarla: nei rapporti di coppia, nella vita intima, negli interni delle famiglie, in quegli aspetti inquietanti che la vedono confondersi con l amore. (Lea Melandri)
Forse il tramonto delle vecchie relazioni tra i sessi basate su un indiscussa supremazia maschile provoca una crisi e uno spaesamento negli uomini che richiedono una nuova capacità di riflessione, di autocoscienza, una ricerca approfondita sulle dinamiche della propria sessualità e sulla natura delle relazioni con le donne e con gli altri uomini (Associazione Maschileplurale) Oggi attraversiamo una fase contraddittoria, in cui sembra manifestarsi una larga e violenta reazione contraria al mutamento prodotto dalla rivoluzione femminile. La violenza fisica contro le donne può essere interpretata in termini di continuità..ma anche in termini di novità, come una risposta nel quotidiano alle mutate relazioni tra i sessi.
E una questione maschile perché: sono gli uomini che si sono autorizzati alla violenza contro le donne, arrivando a teorizzarne la necessità e persino il gradimento da parte femminile. vim licet appelles: grata est vis ista puellis: quod iuvat, invitae saepe dedisse volunt. (Ovidio, Ars amatoria, Liber I, l. 673-674) Io iudico bene questo, che sia meglio essere impetuoso che respettivo; perché la fortuna è donna, et è necessario, volendola tenere sotto, batterla et urtarla. E si vede che la si lascia più vincere da questi, che da quelli che freddamente procedano. E però sempre, come donna, è amica de' giovani, perché sono meno respettivi, più feroci e con più audacia la comandano. (Machiavelli, Il Principe, cap. XXV)
Sono gli uomini che hanno scritto leggi vergognose ad genus : Ius corrigendi in vigore fino al 1963 Delitto d onore in vigore fino al 1981 Matrimonio riparatore in vigore fino al 1981 fino al 1996 la violenza sessuale era un reato contro la morale e non contro la persona.
Sono gli uomini che hanno posto limiti e divieti di ogni tipo alle donne, negando loro lo statuto di persona, escludendole dalla cittadinanza, usando anche la ghigliottina. «Non devo nulla al sapere degli uomini. Io sono la mia opera» Con queste parole, Olympe de Gouges, la patriota, la «cittadina democratica», la femminista firma, in piena Rivoluzione francese, la sua condanna.
Rimettere in discussione l ordine esistente non è solo interesse delle donne ma anche degli uomini Un primo paradosso è quello di trovarsi di fronte a qualcosa che è,..,allo stesso tempo onnipresente ed invisibile. Onnipresente, perché ha da sempre costruito a propria immagine e somiglianza circuiti economici, dinamiche di potere, sistemi di significati e persino rappresentazioni delle divinità; invisibile, perché l uomo, parlando a nome dell umanità e attribuendosi lo scettro del potere per diritto naturale, ha occultato la propria parzialità, la propria specificità in quanto maschio., rendendosi così, in un certo senso, invisibile a se stesso (Sandro Bellassai ) Ingres, Giove e Teti, 1811
La violenza sulle donne: questione maschile - questione femminile Attiene alle modalità del rapporto tra i sessi, a come si è strutturato in millenni di cultura patriarcale Difficoltà a leggere e nominare ciò che appare evidente: la violenza è fatta-compiuta prevalentemente da uomini anche quando la vittima non è una donna ma un bambino/a o un altro uomo Imparare a leggere - riconoscere - nominare la violenza maschile
La scuola può insegnare la libertà come antidoto alla violenza La libertà esige in chi la insegna consapevolezza di sé e responsabilità, cioè la capacità di: - leggere dentro di sé per scoprire/portare fuori le complicità con il patriarcato - rivedere la propria pratica pedagogica, a partire dalla consapevolezza di avere dinanzi soggetti sessuati - assumere una posizione critica che mostri il falso universalismo del pensiero maschile - offrire esempi di grandezza femminile, riportando alla luce le donne cancellate dalla tradizione culturale maschile, reinterpretando la loro vita e la loro opera sulla base degli studi femministi e collocandole all interno di una genealogia femminile
La scuola può insegnare la libertà come antidoto alla violenza Se la scuola continua a trasmettere, senza alcuna notazione critica, la cultura data, se non c è attenzione alla differenza e magari si consente ai maschi un comportamento peggiore ritenendolo naturale e si incoraggia di contro passività e pazienza nelle ragazze, perché allora meravigliarci della violenza contro le donne? La scuola è il luogo, dopo la famiglia, dove le/i ragazze/i trascorrono la maggior parte del loro tempo in un confronto continuo tra generi e generazioni, un luogo quindi dove esercitare il dubbio, la ricerca fuori dai conformismi e imparare che può esserci una relazione uomo-donna, civile e rispettosa della differenza, senza pretese di dominio e di riduzione dell altra/o a sé.