IK Multimedia: T-Racks



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Transcript:

IK Multimedia: T-Racks Un intera suite di plug-in dedicata al mastering... e non solo! Ogni volta che IK Multimedia si mette in testa di realizzare un prodotto rivoluzionario, il successo è sempre garantito. Infatti, anche la nuova suite di plug-in T-Racks ha lasciato a bocca aperta non solo me, ma anche moltissimi produttori del settore professionale. Ciò che ha sempre distanziato questa azienda dalle altre è che i suoi prodotti hanno una marcia in più, soprattutto per quanto riguarda l alta fedeltà con cui vengono progettati. Non dimentichiamo che proprio IK Multimedia è pioniera della realizzazione di software modellati sulle attrezzature analogiche, utilizzate nei più famosi studi di mastering. Grazie alla tecnologia DSM (Dynamic Saturation Modeling), IK Multimedia è riuscita ad arrivare a un limite di realismo davvero notevole. Inoltre, hanno sviluppato un ulteriore metodo proprietario denominato Sonic Character Cloning (SCC) che, con molti anni di lavoro, ha permesso all azienda italo-americana di fare un vero e decisivo passo di qualità. Una volta era l analogico Prima di proseguire, facciamo un piccolo passo indietro al periodo in cui è nata la rivoluzione del digitale. La produzione audio sviluppata e adattata per il personal computer, ha permesso a molti musicisti di produrre i propri brani musicali anche tra le quattro mura di casa, ma questo tipo di tecnologia ha scaturito molte polemiche sin dal principio. E vero che le produzioni in ambito digitale hanno portato vantaggi per quanto riguarda la nitidezza dei brani, ma il materiale audio ottenuto risulta assai freddo e quindi privo di profondità e morbidezza, specialmente sulle basse frequenze. Ecco che, con il passare degli anni, le aziende produttrici di processori hardware e software si sono dedicate interamente alla progettazione di moduli virtuali, basati sui rispettivi apparecchi analogici. E proprio sotto questo aspetto che IK Multimedia ha sempre avuto un solo e unico obbiettivo, ovvero quello di riprodurre fedelmente (e in grande stile!) le sonorità dei modelli analogici riportandole sulle DAW casalinghe e professionali di tutto il mondo. Ciò che differenzia un effetto digitale standard da uno realizzato con la tecnologia SCC, è che quest ultima è stata appositamente ideata per clonare il vero comportamento delle circuiterie di una volta, in quanto il suono ottenuto da queste attrezzature aggiunge calore e corposità sia in registrazione, sia nelle fasi di missaggio e mastering. I dispositivi di T-Racks I plug-in che compongono la linea di processori T-Racks possono essere acquistati separatamente tramite l applicazione gratuita Custom Shop, oppure in specifiche suite. Ogni processore ha le proprie caratteristiche sonore ed è progettato per molteplici impieghi, andando quindi a soddisfare anche il produttore più esigente. Vintage Compressor (Figura 1): è stato realizzato sul modello analogico Fairchild 670, ritenuto il Santo Graal dei compressori. Per ascoltare la schietta fedeltà di questo dispositivo, basterà caricarlo sul gruppo di batteria e vi accorgerete che il suono è già cambiato! Qualsiasi sia l impostazione che andrete ad applicare, il Vintage Compressor non andrà mai a snaturare il suono originale, anzi, sentirete l aggiunta di un calore mai ascoltato prima. Vintage Equalizer (Figura 2): è stato realizzato sul modello analogico Pultec EQP-1A (Figura 3). Questo equalizzatore, è uno dei migliori modelli realizzati a fine anni 50, 1

TEST in quanto ha un estrema accuratezza delle frequenze e ha un suono che lo rende unico nel suo genere. Anche questo plug-in è stato modellato in maniera talmente tanto fedele che, se viene caricato sull uscita Master della vostra DAW, vi accorgerete subito che il brano ha preso tutto un altro sapore! Considerando che ai primi approcci non è molto intuitivo, vi consiglio di cliccare nel menù dedicato ai preset e caricare Vintage Presence (Figura 4). Compressore Opto (Figura 5): a differenza degli altri compressori, Opto è stato modellato sul dispositivo ottico analogico CL 1B dell azienda danese Tube-Tech (Figura 6). La particolare morbidezza timbrica che questo compressore riesce a tirare fuori è particolarmente apprezzata da molti ingegneri del settore professionale. Brickwall Limter (Figura 7): il nome dice tutto! Questo plug-in, se caricato come ultimo dispositivo della catena effetti, è in grado di far ottenere un suono molto corposo evitando quindi di schiacciarlo eccessivamente e renderlo sordo. Ciò è grazie alla precisione e all alta trasparenza che solo il Brickwall Limiter vi saprà dare. Se siete alle prime esperienze con questo effetto, vi consiglio di caricare uno dei preset messi a disposizione e lavorare sui controlli, facendo solo dei piccoli ritocchi. Equalizzatore Linear Phase (Figura 8): questo plug-in è il fiore all occhiello dell intera suite. L accurata precisione con cui è stato progettato, lo rende uno dei migliori equalizzatori mai concepiti in ambito digitale. Il Linear Phase dispone di sei filtri dedicati alla regolazione delle frequenze, tutti identici in modo da impostare qualsiasi valore di frequenza. Ognuno di essi dispone di una manopola centrale che permette l impostazione dei db, una seconda manopola per stabilire la frequenza su cui lavorare e una manopola più piccola dedicata alla regolazione della campanatura (Figura 9). Il Linear Phase può essere utilizzato per funzionare sia in Stereo, sia in Mid/Side. Compressore Classico (Figura 10): è in grado di emulare il suono analogico dei dispostivi analogici e viene spesso impiegato nella fase di mastering. Oltre alla sua grande trasparenza che rispetta totalmente le dinamiche musicali, il Compressore Classico vi farà ottenere un suono pieno e particolarmente caldo. Provate a caricare il preset Mastering Tube 1 (o 2) e sentirete subito cosa è in grado di fare! Multiband Limiter (Figura 11): rispetto ai compressori standard, il multibanda dispone di tre bande (Bands) dedicate alla compressione dell intero range delle frequenze, il tutto in modo dettagliato. Infatti, il processore interno è progettato per fa scattare la funzione limiter a determinate frequenze e su determinati picchi di segnale. Il Multiband Limiter è in grado di farvi ottenere i migliori risultati anche su missaggi davvero ostili. Grazie alle proprie funzionalità, potrete riequilibrare la dinamica sonora dell intero materiale audio. Mi raccomando, non abusate troppo sulle regolazioni, poiché portare all eccesso questo tipo di processori può provocare forti distorsioni! Impostate sempre la manopola Output sul valore di 0,05 db. Clipper Classico (Figura 12): a differenza del limiter, dedicato alla compressione più tosta del materiale audio, questo processore viene applicato nella fase di clipping, o meglio, al ridimensionamento dei picchi in eccesso e portandoli così a un valore medio. Il taglio che il Clipper va ad apportare sull intero materiale audio risulterà molto efficiente, ma soprattutto ascolterete una trasparenza davvero impressionante. 2

Questa procedura è spesso utilizzata nella fase di mastering e mai durante quella dedicata al missaggio, poiché tende a saturare il segnale della singola traccia o gruppo di tracce. Equalizzatore Classico (Figura 13): l interfaccia e le funzionalità sono molto simili al Linear Phase. Ciò che lo distingue, è che può essere utilizzato anche su tracce singole (o gruppi) durante la fase di missaggio e, inoltre, non sovraccarica la CPU specialmente se nell intero progetto sono stati caricati un buon numero di plug-in. Come già anticipato, l interfaccia di questo dispositivo mette a disposizione ben sei filtri di regolazione delle frequenze; le manopole 1 e 6 svolgono rispettivamente le funzioni di passaalto e passa-basso, le manopole 2 e 5 dispongono solo del controllo di scelta della frequenza e la regolazione del volume (db), mentre le manopole 3 e 4 hanno a disposizione anche il fattore di merito Q per regolare la campanatura (da curva Shelving a filtro Notch). Nelle versioni T-Racks GRAND e T-Racks Vintage Compressor Bundle, sono disponibili anche due speciali dispositivi che andremo subito ad analizzarne le caratteristiche tecniche: Black 76 Limiting Amplifier (Figura 14): è probabilmente il plug-in più riuscito di IK Multimedia ed è il più utilizzato dai professionisti del settore. Questo compressore/limiter è stato modellato su un dispositivo hardware analogico molto raro, in quanto le sue sonorità sono particolarmente vive grazie al trasformatore d ingresso che spinge il segnale a dei limiti che toccano quasi l estremo! Il Black 76 è stato curato nei minimi dettagli, tanto da avere una bassissima latenza in uscita, e quindi, un particolare attacco molto veloce a qualsiasi impostazione. Molte altre aziende hanno provato a progettare un così attento algoritmo, ma posso assicurarvi che la corposità e il calore di questo modello vi lasceranno a bocca aperta. Oltre all utilizzo in fase di mastering, il Black 76 potrebbe essere utilizzato come compressore standard anche sui canali di ingresso durante la fase di registrazione, specialmente sulle tracce di batteria e su quella di voce. Se un giorno vi troverete a produrre i propri brani in uno studio professionale, non sarà difficile scovare uno o due di questi strabilianti attrezzi nei rack. White 2A (Figura 15): modellato su una leggendaria unità a rack interamente valvolare, questo plug-in è del tutto diverso dai semplici compressori, in quanto il segnale viene elaborato per mezzo anche di elementi ottici e fotocellule. In altre parole, è un amplificatore a valvole pilotato da foto-resistenze. A quei tempi non c erano tanti modi per costruire un compressore, se non realizzarlo con il sistema ottico che risultava sicuramente il più semplice. Il White 2A è stato realizzato sul compressore 1126 ed è molto semplice da utilizzare. Con tre semplici controlli, disposti tra le sezioni di ingresso e uscita del segnale, questo plug-in vi regalerà un timbro sonoro diverso da tutti quei compressori fino a ora analizzati. E importante sperimentare le svariate sonorità che ognuno di questi possono offrire, fino al punto di trovare quello più adatto alla situazione. Provate a utilizzare questo compressore sulla traccia voce in modo da renderla più evidente nell intero missaggio, evitando però di applicare uno dei suoi simili altrimenti le dinamiche sonore andranno a schiacciarsi definitivamente. Grazie all uscita valvolare, le parti vocali ottenute risulteranno calde in quanto verranno accompagnate da quella tipica saturazione che rende il tutto molto più avvolgente. Per cominciare ad apprendere come funziona il White 2A, vi consiglio di caricare il preset Magic Glass, oppure Ultra Light. Dentro e fuori la DAW Le potenzialità di T-Racks non sono finite qui! Infatti, l intera suite può essere utilizzata all interno di qualsiasi sequencer ma anche in modalità Stand-alone (Figura 16). Questo fattore lo trovo molto importante, in quanto non è necessario disporre di un sequencer o un qualsiasi altro programma di audio editing per realizzare degli ottimi mastering, ma può andare più che bene anche una semplice interfaccia come questa. Vediamo con qualche semplice passaggio come configurare T-Racks e realizzare un ottima catena di effetti: 3

TEST 1. Per prima cosa, aprite il menù Audio situato in alto a sinistra e cliccare Hardware Settings. In pochi istanti, apparirà un pannello di controllo in cui andrete a selezionare il driver della scheda audio installata nel vostro PC, le rispettive uscite e la latenza (Figura 17). Confermate le impostazioni premendo OK. 2. Dopo qualche attimo di attesa, T-Racks è pronto per cominciare a lavorare, quindi è necessario fare clic sul pulsante Load situato in basso a sinistra (Figura 18). Si aprirà la finestra di dialogo per navigare tra gli hard disk e le cartelle del vostro PC. Selezionate il file audio a cui applicare il mastering e confermate la scelta con il pulsante Apri. 3. In pochi istanti, il nome del file e la propria durata verranno indicati nell apposita sezione, mentre la forma d onda verrà visualizzata nel grafico in basso (Figura 19). 4. Subito sotto a quest ultima, sono disponibili i pulsanti per riprodurre il brano, inoltre è possibile applicare il Fade In e il Fade Out trascinando le rispettive etichette verso il centro (Figura 20). 5. Fate un clic nel primo slot in alto e caricate il Linear Phase (Figura 21). In pochi istanti l interfaccia del plug-in selezionato sarà visualizzata al centro dell interfaccia di T-Racks (Figura 22). Mettete il brano in riproduzione e cominciate a impostare la modifica delle frequenze, applicando subito il filtro passa-alto intorno a 45-50 Hz e il filtro passa-basso su 20 KHz circa. 6. Attivate la selezione del secondo slot facendo un clic sul pulsante 2A e, dal menù sottostante fate un clic sul plug-in Vintage Compressor Model 670 (Figura 23). Per un primo approccio, vi consiglio di regolare solo le manopole Threshold ruotandole verso destra e ottenere così una riduzione del guadagno di 1, massimo 2dB. In questo modo verranno lievemente controllati solo i picchi in eccesso, ma il suono globale rimarrà corposo e trasparente. 7. A questo punto, caricate il Vintage Equalizer EQP-1A nel terzo slot, attivate il pulsante Module e fate un clic nella finestra Click to Load a Presets. Si aprirà un menù a discesa dedicato alla selezione di un qualsiasi preset applicabile al plug-in corrente (Figura 24). 8. Selezionate il quarto slot dal pulsante 4A e, dal menù sottostante, selezionate il plug-in BrickWall Limiter (Figura 25). Come già anticipato, il limiter viene posizionato sempre alla fine della catena di effetti. Quindi, se volete evitare di fare confusione, vi consiglio vivamente di caricarlo sin dall inizio nell ottavo slot e attivarlo soltanto dopo aver terminato la regolazione di tutti gli altri effetti presenti nella catena (Figura 26). 9. Premete il pulsante Show Chain e si aprirà un grafico che riporta la catena effetti fino ad ora creata (Figura 27). 4

Come potrete notare, la catena a forma di Y indica i quattro slot in alto già occupati (A), altri quattro subito sotto vuoti (B) e altrettanti a terminare il flusso di fine catena. In altre parole, gli slot A possono essere utilizzati per creare una prima catena effetti, mentre nella catena B è possibile caricare gli stessi effetti della catena A, ma configurati in modo differente. Questa opzione è molto importante in quanto vi permette di comparare le due catene di effetti, al fine di scegliere quella che vi piace di più. Per attivare questa funzione è necessario cliccare il pulsante Compare On/Off (Figura 28). Durante il caricamento e l impostazione di tutti i dispositivi, è importante monitorare graficamente il materiale audio grazie al riquadro Meter (Figura 29). Nella versione Stand-alone quest area è situata al centro dell interfaccia, ma se desiderate caricare solo il Meter durante le fasi di registrazione e missaggio, è possibile farlo all interno di un qualsiasi slot Insert della vostra DAW. Nel Meter è possibile visualizzare i picchi di segnale (Peak), la presenza sonora percepita (Perceived Loudness), il livello medio del materiale audio (RMS), la correlazione di fase (Correlation/Phase) e lo spettro delle frequenze (Spectrum). Ognuna di queste sezioni può essere configurata aprendo un menù contestuale tramite il pulsante Settings. Potrete proseguire a ottimizzare le impostazioni di ogni singolo effetto per quanto lo desiderate, scambiarli di posto, o addirittura sostituirli con altri simili, al fine di ottenere il prodotto definitivo desiderato. Una volta terminato tutto ciò, si andrà ad effettuare l esportazione del brano cliccando sul pulsante Process, situato in basso a destra dell interfaccia di T-Racks (Figura 30). Si aprirà una finestra di dialogo dedicata alla selezione del tipo di formato (Format) e, con il pulsante Browser, è possibile scegliere la directory in cui salvare il file audio (Figura 31). Premere il pulsante Next e attendere il processo di elaborazione. Al termine, verranno elencate le proprietà del file audio appena esportato, quindi non rimane altro che chiudere la finestra premendo il pulsante End. Infine, per verificare che gli effetti siano stati applicati, potrete importarlo nuovamente in T-Racks e noterete che la forma d onda è decisamente più grande (Figura 32). Conclusioni La suite T-Racks mi è di grande aiuto soprattutto quando ho da effettuare il mastering su missaggi abbastanza ostici. A differenza di molti altri plug-in, quelli di IK Multimedia dispongono solo di quei pochi controlli che servono davvero, presentandosi così molto semplici ed efficaci durante le delicate fasi del mastering. Ovviamente, per avere il massimo risultato, il materiale audio dovrà essere meticolosamente curato già nelle prime fasi della registrazione, stando attenti alla giusta posizione dei microfoni e utilizzare gli effetti di correzione con buon garbo. Posso comunque anticiparvi che basterà marginare la scelta degli effetti tenendo in considerazione il Vintage Compressor 670, l EQP-1A e il BrickWall Limiter. Con questi tre plug-in le vostre produzioni prenderanno vita in pochi istanti! Cliccare sul file per ascoltare: NO_T-RACKS.mp3 T-RACKS_MASTERING.mp3 Produttore: IK Multimedia Sito: www.ikmultimedia.com Prezzo: 319,9 EUR (T-Racks GRAND) Prezzo: 159,99 EUR (T-Racks DELUXE) Prezzo: 60,00 EUR (T-Racks VINTAGE COMPRESSORS BUNDLE) Prezzo: 60,00 EUR (T-Racks BRITISH STUDIO SERIES) Prezzo: 60,00 EUR (T-Racks MULTIBAND SERIES) Prezzo: 30,00 EUR (T-Racks CLASSIC) 5