I corsi di laurea delle professioni sanitarie Antonello Masia Direttore Generale per l Università Meeting di Primavera Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie Alghero, 20-21 aprile 2007 1
Professioni sanitarie - Il ruolo del MiUR - 1. Programmazione (Legge 2.8.1999 n. 264): valutazione offerta formativa; definizione fabbisogni; determinazione a livello nazionale dei posti; selezione dei candidati 2. Ordinamenti didattici 3. Valutazione 2
1. Professioni sanitarie: dati di sistema (a.a. 2006/2007) Posti: circa 26.000 gli immatricolati (di cui la metà infermieri) Corsi : 744 di cui 289 in sedi decentrate Atenei con Facoltà di medicina e chirurgia: 40 Domande: circa 80.000 Rapporto D/P (domande su un posto): 3.2 Profili professionali: 22 Media Nazionale dei corsi attivati: 12 3
Professioni Sanitarie: i laureati nel 2006 (Dati al 31.01.07 Fonte: Ufficio Statistico MiUR) Numero laureati, per classe dei corsi di studio: SNT/1 professioni sanitarie, infermieristiche e professione sanitaria ostetrica: 9904 SNT/2 professioni sanitarie della riabilitazione: 4713 SNT/3 professioni sanitarie tecniche: 4034 SNT/4 professioni sanitarie della prevenzione: 901 Totale laureati 2006: 19.552 4
Professioni sanitarie: dati di sistema Professioni regolamentate con albo: 5 (Infermiere, Infermiere pediatrico, Assistente sanitario, Ostetrica, Tecnico di radiologia) Operatori sanitari: 534.000 Fabbisogno medio presunto: 31.350 posti Il numero di posti richiesti dalle Regioni è inferiore a quello richiesto dalle Categorie 5
Situazione Infermieri Per la prima volta il numero delle domande raggiunge il doppio dei posti disponibili: 26.373 domande su 13.423, con D/P pari a 2. Il numero maggiore di domande riguarda Atenei del Sud (su 2.647 posti a bando, 10.538 le domande) Il numero dei posti disponibili risulta dunque insufficiente, specie al Sud. 6
Proposte E auspicabile più confronto tra Regioni e Categorie per correggere le incongruenze tra esuberi e carenze. Osservatorio Nazionale Professioni sanitarie: rivitalizzare le attività sui seguenti aspetti: Linee di indirizzo per la elaborazione di requisiti d idoneità organizzativi, strutturali e tecnologici, per l accreditamento delle strutture didattiche universitarie e ospedaliere per la formazione delle figure professionali di cui alla legge n. 251/2000; Linee guida per la stipula dei protocolli d intesa tra le regioni e le università, a norma dell art. 6, comma 3, del decreto legislativo n. 502/1992 e successive modificazioni; Criteri e modalità per assicurare la qualità della formazione in conformità alle indicazioni dell Unione europea; Criteri e modalità per lo svolgimento dei risultati della formazione degli operatori socio-sanitari. 7
2. Gli ordinamenti didattici: il quadro normativo La formazione universitaria degli operatori socio sanitari risale alla legge 341/90 (istituzione dei Diplomi Universitari). Regolamento 3 novembre 1999, n. 509 autonomia universitaria: emanato in applicazione della Legge 127/97, che detta le disposizioni sui criteri generali per l ordinamento degli studi universitari, determina la tipologia dei titoli di studio rilasciati dall Università; attribuisce agli atenei, ai fini della realizzazione della piena autonomia didattica e con l osservanza delle procedure previste dalla legge e dagli statuti degli atenei, il potere di emanare gli ordinamenti didattici dei propri corsi Regolamento 22 ottobre 2004, n. 270: modifica alcune norme del DM 509: una nuova caratterizzazione del corso di laurea triennale, la nuova denominazione di laurea magistrale della precedente specialistica, la revisione delle classi, maggiore flessibilità e autonomia delle università nella definizione dei contenuti curriculari. DM 27 gennaio 2005 n. 15, modificato dal DM 23 marzo 2006 n. 203: concernente il possesso dei requisiti minimi per l attivazione dei corsi di studio. 8
Criticità del sistema 3 + 2 La revisione dei curricula punta a razionalizzare l offerta didattica degli atenei, nonché a risolvere alcune criticità emerse dopo l attuazione del Dm 509/99: compressione in tre anni dei curricula (di 4/5 anni); frantumazione del curriculum in una miriade di insegnamenti spesso da 4 o anche 3 crediti; proliferazione dei corsi di studio (nell a.a. 2006-2007 si sono registrati 2.790 corsi di laurea triennale e 2.374 corsi di laurea specialistica, per un totale di 5.164 corsi); forte aumento del numero degli esami e delle verifiche; 9
Criticità del sistema 3 + 2 aumento del carico didattico e dell impegno di studio degli studenti; allungamento dei tempi di conseguimento dei titoli, prodotto dalla progettazione a cannocchiale dei percorsi formativi; scollamento tra le esigenze delle categorie professionali e produttive e l offerta formativa degli atenei; scarsa mobilità degli studenti, anche a causa del distorto fenomeno di assegnazione dei Cfu ai settori disciplinari nell ambito dei corsi di studio. 10
I correttivi del Dm 270/2004 Un apposita Commissione, presieduta dal prof. Adriano De Maio, è stata incaricata di ridisegnare gli ordinamenti didattici, prefissandosi una serie di obiettivi: miglioramento della flessibilità del sistema, già introdotta con l istituzione delle classi e dei crediti; conseguire obiettivi di quantità e qualità, per incrementare gradualmente il tasso annuo dei laureati; coltivare le eccellenze attraverso un offerta mirata di percorsi di studio riservati a studenti in possesso di particolari capacità di apprendimento; ridurre il fenomeno degli abbandoni e la durata media dei corsi; incrementare il tasso di flessibilità dei corsi di studio, con particolare riferimento a quelli di II livello; sostenere il processo di internazionalizzazione degli atenei, garantendo l attrattività delle Università, in stretta aderenza alle finalità della Dichiarazione di Bologna. 11
I lavori della Commissione La Commissione ha mantenuto la struttura complessiva dell attuale sistema, lasciando inalterato il 3 + 2, proponendo però due correttivi: l introduzione, al I livello, del percorso a Y : per ogni corso di laurea è previsto un percorso più professionalizzante (sia come metodo d insegnamento che come contenuto dei corsi, anche attraverso l introduzione obbligatoria dei tirocini) ed uno di livello più metodologico e di base. A tal fine è stato proposto un periodo comune di formazione ai due percorsi, variabile a seconda della classe, ma mai inferiore a 60 crediti (Cfu), con forte contenuto di base e di metodo; la progettazione formale delle classi di II livello sulla base di 120 Cfu, a prescindere dal percorso di I livello (180 Cfu), fermo restando il possesso della laurea, quale requisito di base. 12
Il Dm 270/04: le innovazioni di processo Il nuovo regolamento contiene due importanti innovazioni: all art. 4, comma 2, semplifica il procedimento per l istituzione e la variazione delle classi dei corsi di studio; l art. 9 modifica le procedure di istituzione e attivazione dei corsi di studio, codificando il modello dei requisiti minimi. 13
Le classi dei corsi: i tavoli tecnici La progettazione formativa delle classi di I e II livello è stata avviata con la costituzione di 7 tavoli tecnici, che si sono fatti carico della revisione dei curricula. L equilibrio tra impulso politico e autonomia universitaria ha prodotto un modello di governance della didattica e della manutenzione dei curricula basato sulla concertazione tra diverse componenti (Governo, Ministero, Conferenze dei Presidi, CRUI, CUN, ordini professionali). Un apposito tavolo di coordinamento ha garantito l armonizzazione dei lavori e la risoluzione dei problemi. 14
I risultati del lavoro di revisione Il tavolo di concertazione ha seguito un metodo di lavoro fondato sulla collegialità, nell ottica dei seguenti obiettivi: la previsione di classi triennali in grado di incrementare il numero di studenti con formazione universitaria; limitare la proliferazione delle classi e il numero di SSD, individuando quelli strettamente necessari per caratterizzare le classi di laurea; salvaguardare l autonomia degli atenei, valorizzando l autonomia del sistema universitario; garantire la spendibilità dei titoli sul mercato del lavoro. Al termine della revisione operata dai tavoli e del lavoro svolto sono state approvate 52 classi triennali e 101 classi magistrali. Il risultato è una complessiva razionalizzazione dei curricula. Con appositi decreti il Ministro pro-tempore Moratti approvò in data 16.3.06 le nuove classi dei corsi di studio di I e II livello. Le classi di I e II livello di area socio-sanitaria furono trasmesse al Ministero della Salute per il prescritto parere. 15
La riforma della didattica L avvio della XV Legislatura Con l insediamento del nuovo Governo, il Ministro Mussi, nel maggio 2006, ha ritirato dalla Corte dei Conti i decreti sulle classi per avviare una nuova riflessione sulle proposte di revisione. In data 16.3.2007 sono stati adottati due nuovi decreti ministeriali sulle classi di laurea triennali e magistrali, che introducono solo parziali modifiche rispetto al precedente decreto (attualmente all esame della Corte dei conti) Si tratta di rispondere ad un nuovo forte impulso al processo di razionalizzazione del sistema formativo, nel segno della qualità, dell efficienza, dell innovazione e della congruità formativa dell offerta didattica. 16
Le nuove classi di laurea I nuovi Decreti ministeriali sulle classi di laurea di I e II livello presentano alcune modifiche sostanziali: rispetto ai DD.MM. del 4 agosto e 26 novembre 2000 non cambia molto il numero delle classi (43 quelle di I livello, mentre le magistrali scendono da 104 a 94); il processo di revisione delle classi deve essere ancora completato con quelle afferenti all area sociosanitaria e difesa e sicurezza; cambiano i meccanismi interni ai curricula: nelle lauree triennali è previsto un massimo di 20 esami, per le magistrali di 12 (anziché 8/10 per anno); le Università dovranno aggregare più moduli per ottenere uniche prove finali e meno frammentazione didattica; 17
Le nuove classi di laurea è garantito il riconoscimento di almeno la metà dei crediti accumulati agli studenti che nell ambito di una stessa classe si trasferiscono da un Università a un altra o da un corso di laurea ad un altro (era prevista solo come raccomandazione); almeno la metà dei CFU dei nuovi corsi dovranno essere tenuti da docenti e ricercatori di ruolo nelle materie che fanno parte del corso di laurea stesso (ovvero convenzionati con altri Atenei); il limite dei crediti formativi riconoscibili per le conoscenze e le abilità professionali, ai fini della laurea triennale o della laurea magistrale, è pari rispettivamente a 60 e 40 (art. 1, comma 147, della Legge 24.11.06 n. 286); 18
Le nuove classi di laurea per garantire infine una maggiore razionalizzazione dell offerta, la legge Finanziaria 2007(comma 653) pone rigorosi vincoli alle Università per l istituzione di nuovi corsi di studio fuori sede; per l attuazione della riforma sarà garantita la gradualità nell arco di un biennio (per essere definitiva nell anno accademico 2010-2011) non è più prevista la fase di sperimentazione; 19
Raccomandazioni La revisione garantirà il raggiungimento degli obiettivi prefissati, a condizione che: l applicazione sia attuata in aderenza al nuovo dettato normativo, con specifico riferimento alla consultazione con il sistema imprenditoriale e professionale per favorire la spendibilità dei titoli; si eviti la precipitazione con cui il sistema recepì le nuove classi dei corsi di studio a seguito del Dm 509/99, avviando una incisiva fase di razionalizzazione della vigente offerta formativa. 20
Raccomandazioni Venga favorita nella progettazione formativa una circolazione più diffusa e reticolare della conoscenza, volta a integrare il sapere teorico di alta qualità con la saggezza pratica del saper fare. Sia avviata una profonda revisione della progettazione formativa in funzione della crescita della competitività dell offerta a livello internazionale. 21
3. L Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur, Legge 24 novembre 2006, n. 286) Missione valutare la qualità delle attività di ricerca e delle attività didattiche svolte dalle Università e dagli enti di ricerca pubblici e privati; sovrintendere al sistema pubblico nazionale di valutazione della qualità delle attività istituzionali delle università e degli enti di ricerca, salvaguardare l efficienza e l efficacia dei programmi statali di finanziamento e stimolare incentivazione delle attività di ricerca e di innovazione; agevolare lo sviluppo della competizione internazionale e dei collegamenti in rete dei centri universitari e di ricerca per l accesso ai programmi europei per la ricerca e la formazione superiore, in ossequio al Processo di Bologna. 22
Finalità dell ANVUR svolge attività di valutazione, compresa la stesura del Rapporto biennale sullo stato del sistema, raccolta e analisi di dati, formazione e promozione culturale; determina e propone al Ministro parametri di ripartizione per l allocazione delle risorse alle università e agli enti di ricerca in funzione della qualità dei risultati delle attività svolte; stabilisce, anche in relazione alla media europea, il costo standard degli studenti (art. 5 della legge 537/93), comprensivo anche dei costi per la ricerca universitaria; esprime, su richiesta del Ministero, pareri su questioni riguardanti la valutazione della qualità delle attività istituzionali delle università e degli enti; definisce i criteri e i parametri per l accreditamento periodico delle strutture didattiche universitarie e delle strutture di ricerca delle università e degli enti; procede alla valutazione complessiva di ciascuna università ed ente di ricerca con riferimento alle strategie di programmazione e di governance interna. 23
Strumenti dell ANVUR si avvale di esperti italiani e stranieri, rispettando il principio di rotazione negli incarichi; per la valutazione dei corsi di studio e delle strutture di ricerca, definisce criteri, metodi e indicatori appropriati per ambito disciplinare, tenendo conto delle esperienze condivise a livello nazionale e internazionale dalle relative comunità disciplinari; utilizza le banche dati e le altre fonti informative disponibili presso il Ministero e, sulla base di specifiche convenzioni, le banche dati delle singole università ed enti; svolge funzioni di indirizzo, coordinamento e vigilanza delle attività svolte dai nuclei di valutazione interna degli atenei e degli enti; fornisce ai nuclei criteri e metodi inerenti la valutazione periodica della qualità dei corsi di studio e dei servizi universitari da parte degli studenti. 24
Organi dell ANVUR Presidente (eletto tra i membri del Consiglio direttivo); Direttore (responsabile dell attività gestionale, nominato dal Consiglio direttivo su proposta del Presidente); Consiglio direttivo (7 componenti nominati su proposta del Ministro dell Università e della Ricerca); Collegio dei revisori dei conti (3 membri nominati dal Ministro); Comitato consultivo (14 membri, di cui 3 designati dall EUA, ESIB e ERC). 25
I corsi di laurea delle professioni sanitarie Antonello Masia Direttore Generale per l Università Meeting di Primavera Conferenza permanente delle classi di laurea delle professioni sanitarie Alghero, 20-21 aprile 2007 26