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Transcript:

TORINO2007 Winter Universiade Donne e Sport Quadro di sintesi fonti: ISTAT Lo sport che cambia 2005 CONI I numeri dello sport italiano 2005 ASSIST Atlete e madri 2006 Provincia di Torino Donne e Uomini nello sport 2003 CENSIS Women and media in Europe 2006 Iniziativa promossa dalla Consigliera di Parità e dala Provincia di Torino - Assessora alle Pari Opportunità e Assessora allo Sport - con il contributo dell Assessorato alle Pari Opportunità della Regione Piemonte e la partecipazione del Comune di Torino info@kamiweb.it Kami

La pratica dello sport in Italia (dati ISTAT 2005) Pratica sportiva continuativa 20,9% degli italiani (11 milioni e 800 mila) in aumento rispetto al 1997 (17,9%) e al 2003 (20,8%) Attività sportive discontinue o qualche attività fisica nel tempo libero 38,5% degli italiani (21 milioni e 700mila) in calo rispetto al 1997 (46,30%) ma in aumento rispetto al 2003 (37,6%) Nessuna attività fisica nel tempo libero (sedentarietà) 40,6% degli italiani (circa 23 milioni) in aumento rispetto al 1997 (35,8%) ma in diminuzione rispetto al 2003 (41,6%) In questa fascia ci sono persone che praticano in modo del tutto libero ma la maggioranza aderisce (o in qualche modo si appoggia) ad una associazione sportiva. Un gruppo rilevante partecipa alle gare, ed i migliori competono a livello internazionale qualche attività fisica del tempo libero, o indicata come sportiva non continuativa, svolta prevalentemente in modo non organizzato: circa metà pratica meno di una volta a settimana, al di sotto dell attività minima sufficiente per la buona salute secondo l OMS nessuna attività fisica nel tempo libero, cioè una vita sostanzialmente sedentaria Attività fisico-sportiva degli italiani nel 2005 20,9% 40,6% 38,5% Fonte: Indagini Multiscopo annuali Istat 2005 Percentuali sulla popolazione di 3 anni e più (56,4 milioni nel 2005) pag. 2

Tendenze Tra la fine del 2003 e l inizio del 2005 si rileva un lieve aumento della pratica sportiva continuativa, una ripresa della fascia intermedia di attività leggera e una conseguente diminuzione della sedentarietà. Le percentuali rispetto alla popolazione sopra i tre anni aumentano rispettivamente dello 0,1% e dello 0,9%, per cui la sedentarietà diminuisce di un punto percentuale. L andamento complessivo nel medio periodo (1997-2005) evidenzia una progressiva polarizzazione degli atteggiamenti, o verso l attivazione continuativa o verso l inattività. Secondo i criteri dell OMS, gli italiani che non fanno un attività fisica sufficiente per mantenersi in buona salute sono più della metà (circa il 60%) Confronto con altri Paesi Europei Finlandia Svizzera Svezia Rep. Ceca Regno Unito Spagna Italia Partecipazione intensa 58,0 35,8 37,0 31,3 18,0 17,7 6,7 Partecipazione regolare 13,0 19,1 22,0 15,9 10,0 14,1 8,3 Irregolare 7,0 8,1 11,0 17,5 19,0 3,7 10,9 Occasionale 2,0 10,4 0,0 3,4 20,0 1,1 3,2 Non partecipazione 20,0 26,6 30,0 31,9 33,0 63,4 70,9 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 3

Segnali positivi 1 L attivazione dei giovani si mantiene alta La pratica sportiva continuativa cresce in modo diffuso, anche se non mancano segnali di allarme: tra gli 11 e i 17 anni si è avuto un calo di pratica continuativa negli ultimi due anni e spesso la pratica saltuaria lascia il posto alla sedentarietà. 2 L attivazione degli adulti aumenta progressivamente I comportamenti delle fasce d età sono differenziati, ma risultano in gran parte positivi. Risentono delle diversità di genere e la loro influenza sul totale generale dipende dalle tendenze demografiche in atto. 3 Continua la riduzione dello squilibrio storico tra maschi e femmine Nonostante le differenze di genere permangano abbastanza stabili, con una tradizionale prevalenza dei maschi (circa tre a due), soprattutto nell attività più agonistica, negli ultimi anni la partecipazione femminile si è venuta sviluppando un po più di quella maschile, soprattutto nelle attività meno agonistiche. Dal 1995 al 2000 aumentano le donne che fanno sport in modo continuativo femmine + 2,9% maschi + 1,9% Diminuisce il numero di chi svolge attività fisica femmine 3,1% maschi 5% 70 60 50 40 30 20 10 0 Confronto 1997-2005 della pratica sportiva continuativa per sesso e per età 3-5 6-10 11-14 15-17 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65 e più L attività saltuaria aumenta poco per entrambi i sessi Fonte: Indagini Multiscopo annuali Istat 2005 Percentuali pwe fasce d età Maschi anno 2005 Maschi anno 1997 Femmine anno 2005 Femmine anno 1997 pag. 4

Pratica dello sport da parte delle donne Donne x 100 uomini che praticano: 1997 2001 2005 Donne x 100 uomini che praticano 57,8 65,8 67,1 sport con continuità Sport saltuariamente o solo qualche attività fisica nel 93,5 90,1 96,2 tempo libero Donne x 100 uomini che non praticano attività fisicosportive nel tempo libero 144,9 135,1 128,2 Rimane alto il livello di sedentarietà: per gli uomini è uomini il 33% ma per le donne la percentuale sale al 43,5% età: 3-75 e più Praticano sport di cui in modo: continuativo saltuario qualche attivita fisica non praticano 1995 2000 1995 2000 1995 2000 1995 2000 1995 2000 Maschi 35,0 37,8 23,2 25,1 11,8 12,7 33,7 28,8 30,9 33,0 Femmine 18,6 22,7 12,6 15,5 6,0 7,2 36,7 33,6 44,2 43,5 Totale 26,6 30,0 17,8 20,2 8,8 9,8 35,3 31,2 37,8 38,4 Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 5

Istat - Anno 2000 Persone di 3 anni e più che praticano sport per sesso e classe d età 100 90 Istat - Anno 2000 Persone di 3 anni e più che praticano qualche attività fisica per sesso e classe d età 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 15,1 21,6 62,3 49,4 72,8 54,8 70,3 45,6 59,2 40,4 53,1 32,5 38,1 23,1 28,6 15,5 20,4 10,8 11,1 5,3 3,6 1,4 80 70 60 50 40 30 20 10 42,1 46,3 39,5 39,8 30,6 34,2 37,4 35,1 34,3 33,5 27,2 29,2 29,4 30,1 24,8 26,9 18,1 20,4 19,0 15,4 16,4 12,4 0 0 3-5 6-10 11-14 15-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75 epiù 3-5 6-10 11-14 15-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75 epiù Istat - Anno 2000 Persone di 3 anni e più che non praticano né sport né attività fisica per sesso e classe d età 100 90 80 79,3 70 60 50 40 51,9 48,9 59,5 62,0 47,0 44,6 42,3 39,3 37,7 39,6 30 20 10 25,7 19,1 11,1 18,2 16,6 25,2 23,9 29,7 25,8 32,9 31,6 Maschi Femmine Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 0 3-5 6-10 11-14 15-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75 epiù pag. 6

Istat - Anno 2000 Persone di 11-24 anni che praticano sport in modo continuativo e saltuario, qualche attività fisica e persone non praticanti per sesso e classe d età 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 11,7 15,4 11,9 61,0 18,3 26,9 9,7 45,1 Sport con continuità qualche attività fisica 14,0 11,5 18,7 55,8 22,8 29,7 14,3 33,2 femmine 28,8 28,4 16,5 26,3 24,4 16,4 18,6 40,6 11-14 15-17 18-19 20-24 30,2 29,4 13,1 27,3 11-14 15-17 18-19 20-24 Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 maschi 22,8 13,9 20,8 42,5 Sport in modo saltuario Né sport, né attività fisica Le donne sono in fase potenziale di incremento della partecipazione soprattutto nella fascia delle giovanissime: 11-14 anni praticano sport in modo continuativo o saltuario 72,9% dei maschi 54,8% delle femmine Nelle fasce successive, invece, permane una contrazione della partecipazione femminile continuativa e saltuaria: 15-17 anni praticano sport in modo continuativo o saltuario 74,5% dei maschi 47,5% delle femmine Le ragazze dichiarano di praticare in misura maggiore dei maschi qualche attività fisica (29,7%), ma questo è lontano da una pratica sportiva continuativa, necessaria in questo periodo della crescita fisica e sociale dei giovani. La tendenza all abbandono della continuità da parte delle femmine è confermata dalla fascia d età di cerniera verso l età adulta: 20-24 anni praticano sport in modo continuativo o saltuario 59,2% maschi 40,4% femmine Nel 2003 compare la prima e unica fascia d età di praticanti in cui le femmine risultano più dei maschi: quella dai 3 ai 5 anni. pag. 7

Occupazione di chi fa sport per 100 persone di 15 anni e più con le stesse caratteristiche Studenti Dirigenti, imprenditori, liberi professionisti Direttivi, quadri, impiegati Occupati In cerca di prima occupazione Totale 61,4 45,3 42,1 36,2 34,2 Maschi 72,9 47,1 48,1 39,9 43,3 Femmine 50,4 39,6 36,2 29,9 24,3 A parità di condizione e posizione nella professione la quota delle donne attive nello sport risulta sempre inferiore di una quota che oscilla dai 7 ai 22 punti percentuali. Titolo di studio di chi fa sport per 100 persone di 25 anni e più con le stesse caratteristiche Laureati Diploma superiore Licenza media Elementare, nessun titolo Anni 25-44 Maschi 60,9 53,4 39,2 16,0 Femmine 49,5 35,8 18,1 3,6 Anni 45-64 Maschi 43,1 34,4 24,0 14,5 Femmine 25,2 24,0 15,5 6,0 Anni 65 e più Maschi 18,4 15,0 10,3 5,9 Femmine 16,5 10,8 6,0 2,3 Sebbene le differenze tra laureati e persone con titoli di studio bassi diminuiscano all aumentare dell età i livelli di pratica sportiva sono sempre superiori tra chi possiede un elevato titolo di studio, siano essi giovani o anziani, uomini o donne. Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 8

Tipologia famigliare e condizione occupazionale di chi fa sport Le forti differenze di genere che caratterizzano la pratica sportiva permangono anche a parità di tipologia familiare di appartenenza e di condizione occupazionale. Occupati/e senza figli: Tra le coppie di occupati senza figli la pratica sportiva continuativa è più diffusa tra gli uomini: uomini 50,0% donne 39,3% Occupati/e in coppia con figli: Tra le coppie di occupati con figli, in cui entrambi hanno carichi sia familiari che lavorativi, la quota di praticanti è molto più alta tra gli uomini rispetto alle donne: uomini 34,2% donne 23,0% Tra le donne: praticano di più Praticano di meno le giovani, le occupate, le lavoratrici in coppia senza figli. le casalinghe, le ritirate dal lavoro, le operaie, le lavoratrici in proprio, le occupate in coppia con figli. Più diffusa tra le donne è l attività fisica saltuaria come fare passeggiate di almeno due chilometri, nuotare, andare in bicicletta o altro: donne 33,6% uomini 28,8% Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 9

Motivazioni di chi fa sport motivazioni forti differenze di genere per gli uomini lo sport è più passione e svago, per le donne è più benessere psicofisico Istat - Anno 2000 Persone di 6 anni e più che praticano sport per alcune motivazioni della pratica, sesso e classe d età 100 90 80 70 60 50 Per passione, per piacere Uomini 1 passione/piacere 70,1% 2 svago 51,8% 3 forma 44,8% 4 scaricare stress 24,8% 5 frequentare altri 20,8% 6 natura 12,2% 7 valori 9,3% Donne 1 forma 56,3% 2 passione/piacere 51,6% 3 svago 46,8% 4 scopo terapeutico 16,6% 40 30 20 10 0 6-10 11-14 15-19 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 epiù Maschi Femmine Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 10

Istat - Anno 2000 Persone di 6 anni e più che praticano sport per alcune motivazioni della pratica, sesso e classe d età Per tenersi in forma 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 6-10 11-14 15-19 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 epiù Maschi Femmine A tutte le età la quota di donne che dichiara di praticare sport per tenersi in forma è sempre superiore a quella degli uomini. L attenzione alla forma fisica, da sempre più sentita dalle donne rispetto agli uomini, emerge chiaramente dopo i 20 anni in particolare tra le ragazze: oltre il 65 per cento delle sportive tra i 20 e i 54 anni pratica sport per mantenersi in forma con punte che superano il 72 per cento tra le donne tra i 20 e i 24 anni. Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 11

Istat - Anno 2000 Persone di 6 anni e più che praticano sport per alcune motivazioni della pratica, sesso e classe d età A scopo terapeutico 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 6-10 11-14 15-19 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 epiù Maschi Femmine Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 Le donne attribuiscono maggior valore alle potenzialità terapeutiche dello sport: il 16,6 per cento di esse, infatti, dichiara di praticare sport a scopo terapeutico contro, appena, il 5,9 per cento degli uomini Praticare sport per motivi terapeutici è un esigenza particolarmente sentita dalle donne soprattutto le più anziane, mentre gli uomini che la indicano aumentano solo leggermente al crescere dell età: così mentre tra le ultrasettantacinquenni l 84,5 per cento delle donne pratica sport per motivi terapeutici questa motivazione viene indicata da appena il 14,3 per cento degli uomini della stessa età. pag. 12

Istat - Anno 2000 Persone di 6 anni e più che praticano sport per alcune motivazioni della pratica, sesso e classe d età Per stare in mezzo alla natura 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 6-10 11-14 15-19 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 epiù Maschi Femmine Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 Praticare sport per stare in mezzo alla natura e per scopi terapeutici sono le due motivazioni maggiormente indicate dagli adulti e anziani, piuttosto che dai giovani, l andamento però è molto diverso tra uomini e donne. Praticare sport per stare in mezzo alla natura è una motivazione indicata soprattutto dagli uomini a partire dai 25 anni per raggiungere il picco tra i 45 e i 64 anni, fascia d età in cui un quarto degli uomini indica questa motivazione per sport che, per le loro stesse caratteristiche, consentono un più stretto contatto con la natura (sport invernali, pesca, caccia, ecc...). A partire dai 25 anni questa motivazione sale anche tra le donne ma con percentuali sempre inferiori rispetto agli uomini. Inoltre, mentre la quota di uomini che indica questa motivazione cresce fino ai 74 anni, tra le donne (che presentano a tutte le età valori sempre più bassi degli uomini) cresce fino ai 59 anni per poi diminuire fino a toccare i valori più bassi tra le ultrasettantacinquenni. pag. 13

Sedentarietà: percentuali di genere e motivazioni 20,9% Attività fisico-sportiva degli italiani nel 2005 Fonte: Indagini Multiscopo annuali Istat 2005 Percentuali sulla popolazione di 3 anni e più (56,4 milioni nel 2005) 40,6% 38,5% Titolo di studio di chi non fa sport né attività fisica per 100 persone di 25 anni e più con le stesse caratteristiche Laureati Diploma superiore Licenza media Elementare, nessun titolo Anni 25-44 Maschi 15,6 22,2 34,0 55,6 Femmine 21,7 29,1 42,6 62,0 Al diminuire del titolo di studio la sedentarietà aumenta soprattutto per le donne Anni 45-64 Maschi 24,0 29,9 37,9 48,8 Femmine 28,5 32,4 42,4 55,5 Anni 65 e più Maschi 35,7 32,9 42,3 55,2 Femmine 47,1 47,7 58,4 72,1 Maschi 33,0% Femmine 43,5% Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 14

Istat - Anno 2000 Donne di 18-54 anni occupate o casalinghe, in coppia con o senza figli: motivazioni per cui non praticano sport (per 100 donne di 18-54 con le stesse caratteristiche) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 54,3 39,8 29,0 24,2 mancanza di interesse 78,0 68,0 45,4 23,2 problemi di conciliazione Focalizzando l attenzione sulle donne in coppia con o senza figli emerge come la mancanza di interesse per lo sport sia assolutamente secondaria rispetto al problema dell organizzazione sociale dei tempi di vita. Questa motivazione, infatti, viene indicata dal 24,2 per cento delle occupate in coppia con figli ma sale al 54,3 per cento tra le casalinghe in coppia senza figli, a dimostrazione che per le donne che hanno sia carichi familiari che lavorativi non è certo il disinteresse ad allontanarle dallo sport, quanto altri fattori tra i quali, in primo luogo, la mancanza oggettiva di tempo, che, infatti, viene segnalata dal 78 per cento di esse, mentre tra le casalinghe senza figli non si arriva al 24 per cento. Ciò significa che la rigidità dell organizzazione sociale fa sì che il coinvolgimento delle donne, soprattutto se occupate e con figli, non possa crescere più di tanto. Occupate in coppia con figli Casalinga con figli Occupate in coppia senza figli Casalinga senza figli Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 Età: 3-75 e più Mancanza di tempo Mancanza di interesse Motivi per cui non si pratica sport Mancanza di impianti o difficoltà a raggiungerli Motivi di salute Età Stanchezza, pigrizia Motivi di famiglia Maschi 44,3 27,7 3,7 12,6 23,8 13,3 5,7 Femmine 37,8 31,3 4,3 13,7 25,3 13,7 13,7 pag. 15

Gli sport praticati: percorsi diversi di uomini e donne Differenze di genere nel tipo di sport praticati erano emerse già nei primi anni 80 quando le donne si affacciarono nel mondo dello sport con il loro vissuto e le loro specificità. Un mondo che in quegli anni risultava caratterizzato da un lato dalla tradizione, quella maschile, che si esprimeva attraverso il calcio, lo sport maschile per eccellenza, e dall altro dall innovazione portata dalle donne che erano entrate in ritardo in questo mondo, ma abbastanza velocemente avevano cercato di recuperare lo svantaggio. Un irruzione che ha trovato prima nella ginnastica e nell aerobica, poi in forme più recenti e innovative come il fitness, lo step, ma anche nella danza, nel ballo e nel nuoto i suoi elementi naturali e distintivi. Un mondo che vede nell armonia dei movimenti, nella musica, nella cura del corpo e nella ricerca del benessere i suoi punti di forza, aspetti questi da sempre più vicini e inclini alla natura femminile. Da un lato dunque gli appassionati dello sport nazionale e quindi dello sport praticato all aperto, in spazi più o meno attrezzati, e dall altro le appassionate delle palestre e della cultura del corpo e dunque dello sport praticato al chiuso. Questi i due colori che lo sport italiano andava assumendo già all inizio degli anni 80. Il quadro sulle attività sportive praticate nel nostro Paese non può, però, essere completo se non si scende nel dettaglio delle forti differenze di genere che lo caratterizzano: uomini e donne vivono lo sport in modo completamente diverso, ognuno con il proprio bagaglio storico-culturale, con la propria sensibilità e le personali preferenze. I due colori dello sport: gli sport celesti Anche nel 2000: calcio/calcetto si conferma come lo sport più praticato dagli uomini con ben 4 milioni e 197 mila appassionati che lo praticano in modo più o meno continuativo (pari al 41 per cento sul totale degli sportivi). Uno sport questo trasversale rispetto all età e che negli anni più recenti ha trovato nel calcetto (o calcio a cinque) il suo elemento di innovazione. Attività quest ultima che si è diffusa in particolare nella fasce di età giovanili e adulte (soprattutto tra i 20 e i 34 anni), fuori dagli schemi dello sport federale, ossia del Coni, come libera espressione di un momento di incontro e di svago o, al massimo, di tornei dove tutto si consuma in un breve periodo e in modo quasi spontaneo. Subito dopo, ma a grande distanza, si collocano gli sport acquatici e subacquei (16,8 per cento di praticanti), gli sport invernali e di montagna (14,1 per cento) e quasi a pari merito il gruppo delle attività di palestra (13,5 per cento) e gli sport ciclistici (12,8 per cento). Al sesto posto nella graduatoria degli sport più praticati dagli uomini si collocano con il 10 per cento gli sport con palla e racchetta (tennis, squash, tennis tavolo eccetera) a pari merito con il gruppo dell atletica leggera, footing e jogging. Le arti marziali e sport di combattimento da un lato e la pallacanestro dall altro raccolgono ciascuno il 4,8 per cento delle preferenze maschili. Agli ultimi posti troviamo sia sport tradizionali come la caccia (3,5 per cento) e la pesca (3,1 per cento), ed altri sport (tra i quali le bocce, il bowling, il biliardo), tutte attività che risultano poco praticate dal complesso della popolazione sportiva maschile, ma ancora di interesse per gli sportivi più anziani: queste tre tipologie di sport, infatti, trovano i loro maggiori sostenitori negli sportivi con oltre 60 anni (14,9 per cento alla caccia, il 9,5 per cento alla pesca e il 21,8 per cento ad altri sport, i più importanti sono bocce, bowling e biliardo. pag. 16

I due colori dello sport: gli sport rosa Anche nel caso delle donne il quadro emerso negli anni 80 e 90 rimane confermato. Nel 2000 il 44,2 per cento delle sportive si dedica ad attività comprese nel grande gruppo della ginnastica, termine che include tutte le varie forme di ginnastica, da quelle più tradizionali (artistica, ritmica, attrezzistica) a quelle di più recente diffusione (ginnastica dolce, posturale, correttiva) molte delle quali nascono per far fronte ai problemi causati da uno stile di vita sedentario e dalle cattive posture che spesso si acquisiscono lavorando o studiando. Ma all interno del gruppo sono state inserite anche attività come l aerobica, il fitness e il body building, sport da sempre simbolo di una forma fisica perfetta e armoniosa, fino alle discipline orientali come lo yoga e il thai chi chuan, le quali più che una forma di movimento vogliono essere una vera e propria filosofia di vita. Musica e acqua La rivoluzione in tutte queste attività aerobiche sta nel fatto che gli esercizi fisici si combinano con la danza e la musica, ed è proprio la danza, e se vogliamo in senso più ampio la musica, l elemento indispensabile per ricomporre il quadro dell identità sportiva femminile del 2000. Accanto ai 2 milioni e 866 mila sportive che hanno dichiarato di svolgere attività di palestra si devono aggiungere, infatti, altre 438 mila sportive (6,8 per cento) che si dedicano alle danze e ai balli, da quelle più note (danza artistica, moderna, classica) fino alle new entry come la bio-danza, per arrivare, infine, ai balli (dal liscio fino ai più recenti balli latino-americani). Se consideriamo l insieme di queste attività, nel 2000 oltre 5 sportive su 10 hanno dichiarato di praticarle, un vero e proprio esercito di oltre 3 milioni di donne. Al secondo posto nella graduatoria degli sport più praticati dalle donne troviamo gli sport acquatici e subacquei (30,2 per cento), tra i quali il nuoto (28,4 per cento) occupa decisamente il posto di rilievo. Uno sport questo che è trasversale rispetto all età, praticato sopratutto dalle bambine (il 44,4 per cento nella fascia tra i 3 e i 5 anni), ma anche da un rilevante 15,8 per cento delle donne con 60 anni e più. Al terzo posto si collocano gli sport invernali (12,9 per cento); al quarto lo sci alpino (10,2 per cento) e la pallavolo (10 per cento) che continua ad essere uno fra gli sport più amati dalle ragazze tra gli 11 e i 19 anni, fra le quali la quota di appassionate sale al 31,4 per cento, confermandosi così come lo sport più praticato dalle ragazze di questa fascia d età. Al quinto posto il gruppo dell atletica leggera, footing e jogging (7,3 per cento), mentre una posizione interessante è occupata dagli sport ciclistici (6,3 per cento) soprattutto per la recente diffusione tra le sportive dello spinning che negli ultimi anni ha guadagnato popolarità in molte palestre, e anche per questa attività l elemento essenziale è la musica. Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 17

Istat - Anno 2000 Persone di 3 anni e più che praticano sport con continuità o in modo saltuario per classe di età, sesso e tipo di sport praticato. Classi di età Tipi di Sport 3-10 11-19 20-34 35-59 60 e più Totale M F M F M F M F M F M F Calcio, calcetto 44,7 0,8 61,4 3,9 49,8 1,2 24,8 0,5 4,6-41,0 1,4 Calcetto 3,0 0,1 6,0 0,7 12,6 0,4 5,2 0,1 0,1-7,3 0,3 Ginnastica, aerobica, fitness, cultura fisica 4,6 22,2 11,0 29,8 20,8 50,9 11,0 51,8 9,3 69,8 13,5 44,2 Sport acquatici e subacquei 34,1 44,9 16,4 24,3 15,4 32,4 14,0 28,1 11,8 17,4 16,8 30,2 Nuoto 34,1 44,4 15,8 23,8 14,3 29,7 12,2 25,8 11,1 15,8 15,7 28,4 Sport invernali, su ghiaccio, in montagna 7,5 8,3 7,7 7,9 13,3 14,0 20,4 18,5 17,7 6,8 14,1 12,9 Sci alpino 0,4 6,8 6,6 6,9 11,1 11,6 15,7 13,8 12,6 3,8 11,3 10,2 Sport ciclistici 3,7 3,0 4,6 1,7 10,1 7,7 21,5 9,3 23,7 7,2 12,8 6,3 Ciclismo 2,5 1,8 3,6 1,0 7,7 3,7 17,6 6,1 19,0 2,9 10,2 3,6 Atletica leggera, footing, jogging 3,1 2,0 3,6 7,6 10,9 10,0 15,0 7,6 10,9 2,1 10,0 7,3 Atletica leggera 3,1 1,8 3,3 6,8 7,1 6,0 9,0 4,5 5,2 1,1 6,4 4,9 Sport con palla e racchetta 1,9 1,4 7,1 5,2 9,8 4,9 15,1 6,6 9,7 1,2 10,1 4,8 Tennis 1,8 1,4 6,7 5,0 9,1 4,7 14,9 6,5 9,7 1,1 9,7 4,6 Pallavolo 1,8 8,1 7,4 31,4 3,8 6,5 1,4 1,2 0,3-3,3 10,0 Arti marziali e sport da combattimento 10,9 3,6 6,5 3,5 4,8 1,4 2,5 1,0 0,6-4,8 1,9 Pallacanestro 9,8 4,1 10,5 4,3 4,3 0,8 1,0 0,3 0,2-4,8 1,8 Danza e ballo 0,8 20,3 0,5 10,1 0,6 3,6 0,7 3,1 0,7 0,7 0,6 6,8 Caccia - - 0,1-1,3-6,7-14,9-3,5 - Pesca 0,2-0,4-1,7 0,1 5,8 0,2 9,5 0,6 3,1 0,1 Altri sport 3,9 6,7 6,1 5,9 7,2 55,5 11,5 4,1 21,8 5,6 8,9 5,3 Sport a grande prevalenza maschile Sport a grande prevalenza femminile Sport paritari maschi/femmine Fonte: Istat, Lo sport che cambia, 2005 pag. 18

Donne e medaglie: una percentuale in crescita Giochi Olimpici Estivi (Parigi 1900 - Atene 2004) Media anni 1900-1992: 6.13% (24 medaglie su 392) Media anni 1996-2004: 30.70% (31 medaglie su 101) Media totale: 11.16% (55 medaglie su 493) Giochi Olimpici Invernali (Garmisch 1936 - Torino 2006) Media anni 1936-1992: 20.84% (10 medaglie su 48) Media anni 1994-2006: 46.30% (25 medaglie su 54) Media totale: 34,32% (35 medaglie su 102) 100 90 100 90 80 70 93,87 88,84 69,3 80 70 79,16 65,68 53,7 60 60 50 50 40 40 30 20 10 0 30,7 6,13 11,16 1900-1992 1900-2004 1996-2004 30 20 10 0 46,3 34,32 20,84 1936-1992 1936-2006 1994-2006 Il novero delle medaglie delle discipline rosa, composte da eccezionali campionesse e da allenatori/trici ricchi di talento e riconoscimenti, dovrebbe stimolare Federazioni e Coni ad investire adeguatamente sulle donne, in una logica di sviluppo e marketing propria di qualunque settore che attesti continua crescita e sviluppo. In realtà lo sport femminile in Italia resta povero: in termini di immagine, comunicazione e spazi radio-televisivi in termini di spettacolo, sponsor e risorse in termini di tutele economiche e previdenziali in termini di garanzie e riconoscimenti Maschi Femmine Elaborazione a cura dell Ufficio della Consigliera di Parità Provincia di Torino, 2006 pag. 19

Atlete in Italia: alcune criticità Le donne non hanno diritto di accesso allo sport professionistico in nessuna disciplina sportiva con conseguente maggior peso del vincolo a vita con le società sportive Il vincolo a vita sul primo tesseramento (il cartellino ), spesso sottoscritto in età minore da genitori ignari, non ha riscontro in Europa e in Italia determina situazioni paradossali per cui può così succedere che un atleta venga ceduto a titolo oneroso da una società a un altra senza aver mai percepito un rimborso spese. I premi e sponsorizzazioni sono molto ridotte (anche dimezzate) rispetto alle medesime discipline maschili Federazione Italiana Nuoto fissò nel 2001 premi di 40 milioni per l oro mondiale maschile e di 26 milioni per quello femminile (l oro l hanno poi vinto le donne, i maschi sono arrivati quarti). La Nazionale di Pallanuoto femminile (Campione del Mondo in carica da 4 anni) riceve a tutt oggi borse di studio federali e premi per le competizioni europee e mondiali pari alla META dei compensi previsti per i colleghi uomini del Settebello. Per la stessa Coppa FINA alle donne non e MAI stato riconosciuto un premio neanche quando (più volte) sono salite sul podio. La disparità nei premi, diffusa anche in altri sport, è sintomo evidente di una questione più generale di diritti e dignità delle atlete. Le donne non hanno tutele rispetto alla maternità L Italia continua ad essere un cattivo esempio per quanto riguarda la tutela economica, contrattuale, previdenziale, assistenziale (e per le donne aggiungiamo la tutela in caso di maternità) per le centinaia di migliaia di atleti e atlete che praticano lo sport ricevendo regolari compensi e che sono soggetti a tassazioni previste da leggi dello stato. inoltre... Permane una scarsa presenza delle donne a livello dirigenziale all interno delle Federazioni e delle associazioni, degli Enti di Promozione sportiva La presenza di forti stereotipi nella rappresentazione dell immagine femminile nei programmi televisivi e nei media in generale pag. 20

Praticanti Provincia di Torino, anno 2003 Dati quantitativi / qualitativi sulla presenza delle donne nello sport Tesserati a 28 Federazioni su 43 Totale 56.968 Maschi 41.313 Femmine 13.393 (22,2%) Presenza femminile concentrata in un numero ridotto di discipline sportive e in competizioni di rilievo locale. Tra le 28 Federazioni: 14 sono caratterizzate da una presenza maschile molto accentuata e squilibrata, superiore all 80% dei tesserati 10 sono caratterizzate da una presenza maschile maggiore di quella attesa, tra l 80% e il 60% dei tesserati 3 si collocano in una fascia di equilibrio, con una presenza dei due generi tra il 40% e il 60% 1 sola è caratterizzata da una presenza femminile molto accentuata e squilibrata, superiore all 80% dei tesserati. Risulta evidente una forte segregazione orizzontale delle donne nello sport, perfino superiore a quella che si registra, ad esempio, nella presenza delle donne occupate nei diversi settori e comparti produttivi. Possiamo adesso spostare l attenzione sulla qualità della partecipazione sportiva delle donne, utilizzando le gerarchie con cui le federazioni distinguono i praticanti: di livello provinciale, regionale, nazionale e internazionale. Tra i dati pervenuti c è una progressiva diminuzione delle donne mano a mano che i livelli crescono: livello provinciale 15,6% del totale dei tesserati livello regionale 11,7% livello nazionale 8,0% livello internazionale 0,75% Donne tesserate sul totale tesserati per Federazione Fonte: Provincia di Torino, Donne e uomini nello sport, 2003 pag. 21

Provincia di Torino, anno 2003 Dati quantitativi / qualitativi sulla presenza delle donne nello sport Ruoli dirigenziali Nelle organizzazioni sportive federali gli uomini sono presenti in modo dominante a tutti i livelli. Sono poche le donne che occupano posizioni direttive, e sono spesso tutti maschi i dirigenti di Federazioni in cui, pur in proporzioni ridotte, sono presenti anche donne praticanti. Livello Nazionale Consiglio Federale Collegio revisori dei conti Segr. Gen. Presidenti Vice-presidenti Membri Presidenti Membri Segretari M F M F M F M F M F M F 43 0 69 1 485 43 33 0 259 18 27 5 Elaborazione a cura dell Ufficio della Consigliera di Parità Provincia di Torino, 2006 Provincia Torino Presidenti % maschi 28 90,3 femmine 3 9,7 Totale 31 100 Fonte: Provincia di Torino, Donne e uomini nello sport, 2003 Composizione di genere delle diverse figure di responsabilità, manageriali e tecniche. Mediamente le donne dirigenti sono il 15% circa del totale. In generale le percentuali maggiori di dirigenti donne si registrano nelle discipline con una forte caratterizzazione femminile come, ad esempio l atletica leggera, il pattinaggio a rotelle, gli sport equestri e gli sport del ghiaccio. E significativo sottolineare come per 11 federazioni non esitano figure dirigenziali di genere femminile. 100,0 75,0 50,0 25,0 0,0 Donne dirigenti sul totale dirigenti per Federazione Fonte: Provincia di Torino, Donne e uomini nello sport, 2003 Aero Club Torino Atletica Leggera Baseballe Softball Bocce Canoa, kajak Canottaggio Ciclismo Golf Handball Hockey Pattinaggio a rotelle Pallacanestro Pentathlon Pesca Sub Pugilistica Rugby Scherma Sci Sci nautico Sport del Ghiaccio Sport equestri Tennis Tennis tavolo Tiro a segno Tiro con l arco Triathlon Ginnastica pag. 22

Personale tecnico Provincia di Torino, anno 2003 Dati quantitativi / qualitativi sulla presenza delle donne nello sport Arbitri. Le donne rappresentano il 23% del totale degli arbitri e dei giudici di gara. La loro diffusione pare più omogenea di quella dei dirigenti: sono solo 2 le federazioni che dichiarano di non avere arbitri donne (contro 11 per i dirigenti), anche se solo tre federazioni si collocano nell area tra 40% e 60% di presenza femminile. Si può osservare una moderata relazione tra la femminilizzazione della pratica sportiva e la presenza di arbitri donne, mentre appare molto più netta la loro crescita dove sono presenti donne tra i dirigenti. Donne arbitri sul totale arbitri per Federazione Fonte: Provincia di Torino, Donne e uomini nello sport, 2003 Donne istruttrici sul totale istruttori per Federazione Fonte: Provincia di Torino, Donne e uomini nello sport, 2003 75,0 60,0 50,0 40,0 25,0 20,0 0,0 0,0 Atletica Leggera Baseballe Softball Bocce Canoa, kajak Canottaggio Ciclismo Handball Hockey Pattinaggio a rotelle Motociclistica Pallacanestro Pentathlon Pesca Sub Pugilistica Scherma Sci Sport del Ghiaccio Sport equestri Tennis tavolo Tiro a segno Tiro al volo Tiro con l arco Ginnastica Aero Club Torino Atletica Leggera Badminton Baseballe Softball Bocce Canoa, kajak Canottaggio Ciclismo Golf Handball Hockey Pattinaggio a rotelle Nuoto Pallacanestro Pentathlon Pugilistica Rugby Scherma Sci Sci nautico Sport del Ghiaccio Sport equestri Tennis Tennis tavolo Tiro a segno Tiro al Volo Tiro con l arco Ginnastica Istruttori, allenatori, insegnanti. Queste figure sembrano collocarsi in una posizione intermedia tra i dirigenti e i giudici di gara, rispetto alla presenza femminile: i casi di federazioni dove le donne non sono presenti risultano essere 7. Anche in questo caso sembra verificarsi una prevedibile crescita della presenza femminile tra gli istruttori nelle discipline dove le donne sono più presenti nella base, ma anche una più rapida crescita dove le donne hanno un peso anche tra i dirigenti. Anche nelle fasce tecniche, come per gli sportivi agonisti, passando dal livello provinciale, a quello regionale e nazionale, la presenza delle donne proporzionalmente si riduce: si ripropone il problema della selettività differenziale per genere dell accesso ai livelli gerarchicamente più elevati, come pure la questione della conciliazione tra vita personale e attività sportiva, per le donne più complicata. pag. 23

Provincia di Torino, anno 2003 Dati quantitativi / qualitativi sulla presenza delle donne nello sport Personale tecnico Lo scenario che si profila, quindi, ripropone un panorama tipico, dove gli uomini accedono ad una maggior varietà di discipline e, all interno di queste, occupano in modo preponderante i ruoli direttivi e tecnici. Donne amministrative sul totale amministrativi per Federazione Fonte: Provincia di Torino, Donne e uomini nello sport, 2003 Personale amministrativo Contrasta molto con il quadro che abbiamo tracciato, anche se è perfettamente in linea con le attese, la posizione delle donne tra il personale amministrativo impiegato nelle federazioni. Anzi, con un po di azzardo possiamo dire che la presenza di figure maschili tra il personale amministrativo e di supporto in alcune federazioni riflette di più la particolarità del mondo sportivo, e dei ruoli operativi e amministrativi in alcune discipline, piuttosto che una reale apertura agli uomini delle mansioni amministrative. Solo nell area amministrativa le donne, come accade in tutti i settori produttivi, hanno un indiscusso primato. 100,0 75,0 50,0 25,0 0,0 Aero Club Torino Atletica Leggera Badminton Ciclismo Handball Pallacanestro Pentathlon Pesca Sub Pugilistica Sport del Ghiaccio Tennis Tiro a segno Tiro con l arco pag. 24

Donne, media e... sport Programmi televisivi in cui compare una donna Servizio di Cronaca nera Astrologia Servizio di Cultura e società Servizio di Politica interna Programmi di servizio Servizio di alleggerimento Rubrica di moda-spettacolo Servizi di politica estera Altro Servizio di economia e finanza Servizio sportivo 67,8% 20,7% 14,6% 6,4% 3,7% 2,2,% 1,9% 1,5% 1,1,% 0,4% 0.4% 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Fonte: indagine Censis per Women and Media in Europe 2006 La ricerca, svolta a livello mondiale, ha coinvolto 70 Paesi prendendo in esame stampa radio e televisione, media tradizionali, durante una giornata - il 16 febbraio 2005 - scelta a campione per tutti i Paesi partecipanti. Fonte: CENSIS, Women and media in Europe, 2006 pag. 25

Donne, sport e... occupazione Lo sport è occupazione L occupazione sportiva in Italia è aumentata in modo significativo negli ultimi 10 anni (circa del 13%) anche se in misura ridotta rispetto al resto d Europa. Lo sport, nelle sue varie forme, costituisce una fonte importante di opportunità di impiego, ma l Italia è ancora un Paese a basso tasso di occupazione sportiva. In Italia 55.000 occupati (su 700.000 nei 15 paesi dell Ue) hanno nello sport la loro occupazione principale = allo 0,27% del totale degli occupati ufficiali Se guardiamo all occupazione nelle attività economiche connesse allo sport si ipotizzano 145.000 160.000 persone che operano in attività connesse al fenomeno sportivo Media europea 39,1% 44,2% nel 1998 1990-1998: donne occupate nello sport Italia 24,2% dato non rilevato nel 1998 Nei paesi europei gli uomini non hanno un vantaggio particolarmente marcato rispetto alle donne in termini di occupazione nel settore. Italia su quest aspetto c è un notevole ritardo rispetto alla media europea. Fonte: Sport Employment in Europe realizzata dallo EOSE (European Observatoire for Sport Employment) pag. 26

Alcune importanti novità Ministero per le Politiche Giovanili e le attività sportive Per arrivare alla definizione di regole innovative finalizzate a migliorare le regole del gioco il Ministro per le Politiche Giovanili e le attività sportive, Giovanna Melandri, ha costituito il Comitato per la riforma della Legge 91 che disciplina le società professionistiche e anche lo stato giuridico degli atleti. In particolare, la riforma vuole affrontare la condizione di quell ampia area di semiprofessionismo cui bisogna riconoscere ancora diritti e tutele. CONI Nazionale La Giunta Nazionale del CONI ha rivolto un appello a tutte le Federazioni sportive nazionali e alle discipline associalte, non chè agli Enti di promozione sportiva, affinchè nelle rispettive regolamentazioni venga tutelata, dal punto di vista sportivo, la maternità delle atlete dilettanti, sia in relazione al mantenimento del rapporto con la società sportiva di appartenenza, sia - per quanto possibile - sotto l aspetto del merito sportivo, ad esempio la conservazione del ranking acquisito. Per dare maggior concretezza all iniziativa è stata costituita un apposita Commissione per predisporre una sorta di Statuto delle atlete cui gli statuti federali saranno chiamati a confrontarsi. Federscherma: un esempio di buona prassi La Federazione Italiana Scherma è stata la prima federazione sportiva ad affrontare il tema sport-maternità approvando una nuova normativa volta ad andare incontro alle esigenze delle atlete in maternità (agosto 2006) che prevede: 1) il congelamento della posizione di ranking dell atleta che, in maternità, deve sospendere l attività agonistica 2) il mantenimento dell indennità (borsa di studio) per due anni: Nel primo con la corresponsione al 100 per cento, nel secondo anno con un acconto del 50% e con il saldo dell altro 50% alla ripresa dell attività. pag. 27

2007 Anno Europeo per le Pari Opportunità un occasione importante Verso una società giusta è il titolo della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 maggio 2006 che istituisce l Anno Europeo delle Pari Opportunità per tutti (2007). Dal 1 Gennaio sono quattro gli obiettivi da raggiungere: a) Diritti: sensibilizzare sul diritto alla parità e alla non discriminazione nonché sulla problematica delle discriminazioni multiple b) Rappresentatività: stimolare il dibattito sulle possibilità di incrementare la partecipazione alla vita sociale dei gruppi vittime di discriminazioni nonché una partecipazione equilibrata alla vita sociale di uomini e donne. c) Riconoscimento: favorire e valorizzare la diversità e la parità, evidenziando i benefici della diversità, il contributo positivo che tutti possono dare alla società nel suo complesso. d) Rispetto: promuovere una società più solidale, sensibilizzando i cittadini sull importanza di eliminare gli stereotipi, i pregiudizi e la violenza, di favorire buone relazioni tra tutti i membri della società. PER ASSUMERE UN IMPEGNO CONCRETO! pag. 28