Uri, il piccolo sumero

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4 Un giorno, mentre lei era sola in casa, accadde un fatto molto strano: qualcuno venne a trovarla, qualcuno che lei non aveva mai conosciuto prima.

Transcript:

Raffaella Petti Uri, il piccolo sumero Illustrazioni di Simone Frasca 2008 Il Giardino di Archimede Un Museo per la matematica Progetto grafico: Rauch Design Stampa:... Con il contributo del MIUR

Questa è una storia accaduta tanto tanto tempo fa, in un villaggio di una terra lontana, chiamata Mesopotamia, dove viveva il popolo dei Sumeri. Nella casa in argilla dietro al canneto sulla riva del grande fiume abitava un bambino di nome Uri, un piccolo sumero vispo, furbo e molto molto svelto. Uri passava il suo tempo a giocare fra gli animali del villaggio, capre, pecore, mucche, bufali. Ma soprattutto amava stare sulla riva del fiume, guardando passare le zattere e costruendo con l argilla tutto ciò che gli veniva in mente. 7

Fra i rumori e i suoni che venivano dalle attività del villaggio, si poteva ogni tanto distingure un richiamo: - Uri! Uri! Era la mamma che aveva qualche commissione da affidare al piccolo Uri. - Mi servono delle ricotte. - diceva la mamma non appena Uri si affacciava alla porta di casa. - Sì mamma. Quante? Ai tempi di Uri, gli uomini ancora non sapevano né leggere né scrivere. Sapevano contare un pochino, aiutandosi con le dita delle mani, non tanto però e non bene come voi. La mamma allora mostrava con le dita quante ricotte Uri doveva andare a prendere dal vecchio Eni, il pastore che viveva in fondo al villaggio. Con la sua piccola manina Uri ricopiava con attenzione il gesto della mamma e, tenendo strette le dita,... via di corsa verso la capanna di Eni! 8 9

- La ricotta per questo dito, la ricotta per questo dito e la ricotta per questo dito. - E con la cesta piena Uri tornava a casa a depositare le ricotte per poi scappare a giocare fino al prossimo richiamo. - Uri! Uri! - Sì mamma? - Delle uova. - Sì mamma. Quante? Uri si avvicinava per sistemare una ad una le sue piccole dita come la mamma mostrava e poi... via di corsa alla capanna della zia Inanna, che aveva alcune oche. 10 11

Mentre Uri correva lungo il sentiero ecco passare una splendida farfalla coloratissima. - Aspetta! Aspetta! Fatti vedere un po! - E con due agilissimi salti Uri acchiappa la farfalla. - Sei davvero bellissima... E ora vai, vola vola! - Sollevando le braccia verso il cielo Uri si ferma un istante a guardare la farfalla che si allontana dalle sue mani e... - O nooo! Le mani! Già: nel prendere la farfalla aveva mosso le dita. E ora? Cosa aveva detto la mamma? Così? O così? 12 13

Inutile. Uri doveva tornare dalla mamma a vedere di nuovo quante uova occorrevano. Qui ci voleva un idea. La mamma allora mostrava di nuovo le dita e Uri di nuovo partiva. Ma vuoi per una farfalla colorata, vuoi per un bellissimo sasso luccicante, vuoi per uno strano bastone annodato, vuoi per una bizzarra foglia bucherellata, le volte che Uri riusciva ad arrivare dove era diretto senza perdere il conto erano davvero poche. E la pazienza delle mamme, come si sa, ha un limite. 14 15

Pensa e ripensa, un pomeriggio che Uri stava al solito rimestando con le mani nell argilla della riva, l idea arrivò. - Ma certo! Che idea! Basta che le dita me le faccia di argilla! Userò quelle finte di argilla per contare e finalmente avrò le mani libere per giocare! - E prendendo l argilla, arrotolando, allungando e schiacciando un po, Uri si fece delle bellissime dita affusolate a forma di conetto rovesciato, così potevano stare anche in piedi. Una per il pollice, una per l indice, per il medio, l anulare e il mignolo, e ancora il pollice, l indice, il medio, l anulare e il mignolo. E le mise a seccare sul davanzale della finestra, insieme a un piccolo ciotolino a forma di mezza bolla di sapone. 16 17

Era stata una buona idea. Ora, quando la mamma gli mostrava quante misure di orzo occorrevano, metteva un conetto accanto ad ogni dito teso della mamma, che in verità lo guardava un po perplessa, li raccoglieva tutti dentro la bolla e... via di corsa, libero di prendere e lanciare sassi, saltare in alto a toccare le fronde degli alberi, acchiappare le lucertole. - Uri! Uri! Un giorno la mamma lo chiamò perché aveva bisogno di alcune radici di liquerizia. - Sì mamma. Quante? Due mani intere e... e ancora qualche dito. Per un momento Uri temette di aver perso nuovamente la sua libertà. Le sue dita di argilla non bastavano, doveva usare anche quelle vere.

Ma fu solo per un attimo: - Che sciocco! Di dita finte posso costruirne quante ne voglio, anche molto molto più di quelle che stanno in due mani. E corse al fiume ad impastare un altro bel po di dita. Aveva adesso, per fortuna, un bel mucchio di dita di argilla con cui soddisfare le richieste della mamma. 20 21