La domanda di formazione linguistica in Italia



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La domanda di formazione linguistica in Italia

PON IT 053 PO 007 SERVIZI PER LA REALIZZAZIONE DI UNA RICERCA-AZIONE SUI ABBISOGNI DI ORMAZIONE LINGUISTICA A INI PRO ESSIONALIZZANTI E SU QUELLI RICONDUCIBILI ALLA EDUCAZIONE E ORMAZIONE PERMANENTE, NONCHÉ SULLE CORRELATE INIZIATIVE ED ESPERIENZE CHE PROMUOVONO E SVILUPPANO L APPRENDIMENTO DELLE LINGUE STRANIERE IN ITALIA La riproduzione totale e/o parziale dei contenuti del presente volume è consentita esclusivamente con la citazione completa della fonte. Prima edizione italiana Settembre 2006 Stampato in Italia da OGL - Napoli

INDICE Premessa Pag. 1 1. Gli italiani e la conoscenza delle lingue straniere 3 1.1. Quali sono le lingue straniere più conosciute 3 1.2. Quante sono le lingue straniere conosciute 9 1.3. Ambiti e caratteristiche della formazione linguistica 12 2. Come si usano le lingue straniere conosciute 20 2.1. Le lingue straniere nel mondo del lavoro 21 2.2. Quanto vengono usate le lingue straniere conosciute e quanto si prevede di utilizzarle in futuro 26 2.3. Il livello di conoscenza delle lingue straniere 30 2.4. Migliorare la propria conoscenza linguistica: chi intende farlo e come 34 3. Opinioni e atteggiamenti della popolazione sull apprendimento delle lingue straniere 40 4. La domanda potenziale di formazione linguistica 49 5. Approfondimenti sui gruppi bersaglio 55 5.1. Gruppo bersaglio n. 1: Persone con basso livello di scolarizzazione o coloro che non terminano il percorso scolastico obbligatorio 55 5.2. Gruppo bersaglio n. 2: Persone in cerca di prima occupazione 59 5.3. Gruppi bersaglio n. 3, 5, 7: Disoccupati che intendono riqualificarsi, soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro, soggetti in mobilità 63 5.4. Gruppo bersaglio n. 4: Lavoratori che desiderano sperimentare nuovi settori o migliorare la loro attuale posizione lavorativa 68 5.5. Gruppo bersaglio n. 6: Soggetti disabili 72 5.6. Gruppo bersaglio n. 8: Soggetti esclusi o a rischio esclusione dal mercato del lavoro 76 5.7. Gruppo bersaglio n. 9: Soggetti in esclusione di genere (donne fuoriuscite o a rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro) 81 5.8. Gruppo bersaglio n. 10: Soggetti anziani 86 5.9. Gruppo bersaglio n. 11: Imprenditori e responsabili di risorse umane delle imprese 90 5.10. Gruppo bersaglio n. 12: Immigrati 95 6. Nota metodologica 121 LA DOMANDA DI ORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA V

Premessa Il presente rapporto raccoglie l analisi dei risultati emersi dalla rilevazione sulla domanda di formazione linguistica della popolazione. Esso si suddivide sostanzialmente in tre parti: - la prima, in cui sono descritti: livello e contenuti delle conoscenze linguistiche, loro utilizzo, opinioni, atteggiamenti e propensione della popolazione verso le lingue straniere ed il loro apprendimento (capp. 1-4); - la seconda, in cui viene compiuto un approfondimento di analisi su alcune categorie di popolazione, definite gruppi bersaglio, per le quali le competenze linguistiche possono essere un fattore di miglioramento della loro condizione sociale e/o professionale (cap. 5); - la terza, in cui vengono spiegati impianto e metodologia dell indagine (cap. 6). LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 1

1. Gli italiani e la conoscenza delle lingue straniere 1.1. Quali sono le lingue straniere più conosciute Il 66,2% 1 degli italiani dichiara di conoscere almeno una lingua straniera 2. Tale conoscenza è sostanzialmente concentrata su inglese (45,4%) e francese (35,5%), ovvero sulle due principali lingue comunitarie, a cui seguono, a una distanza apprezzabile nella graduatoria, il tedesco (7,0%) e lo spagnolo (5,6%). Come quinta lingua straniera, conosciuta dall 1,5% degli intervistati, si posiziona lo stesso italiano, parlato da cittadini stranieri oramai stanziali nel nostro paese o da persone appartenenti a minoranze linguistiche (tab. 1). Tab. 1 - Lingue straniere conosciute dagli italiani (val. %) % Inglese 45,4 Francese 35,5 Tedesco 7,0 Spagnolo 5,6 Italiano (L2) 1,5 Altra lingua non Ue 1,1 Altra lingua Ue 0,7 Totale di individui che conoscono una o più lingue 66,2 Non conosco alcuna lingua 33,8 Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte 1 Indagine telefonica su un campione di 2.503 persone di età superiore ai 15 anni residenti in Italia, in merito a conoscenza, utilizzo e domanda potenziale di formazione linguistica. 2 Si precisa al riguardo che il valore del presente dato afferisce alla sola autopercezione della conoscenza di una lingua, a prescindere dalle concrete abilità linguistiche possedute, aspetto, quest ultimo, trattato nella sezione 2.3. LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 3

Distinguendo tra prima e seconda lingua straniera conosciuta, l inglese prevale nettamente su tutti gli altri idiomi, giacché è la lingua meglio conosciuta dal 53,5% del campione seguita dal francese (37,1%) e dal tedesco (4%), mentre lo spagnolo e l italiano vengono indicati, rispettivamente, dal 2,6% e dal 2,1%. Diversamente, nel caso della seconda lingua straniera meglio conosciuta, le conoscenze sono più distribuite, essendo l inglese conosciuto, a pari merito con il francese, dal 39,5% di coloro che conoscono più di una lingua, mentre il tedesco e lo spagnolo rispettivamente dal 10% e dal 9% (tab. 2). Tab. 2 - Prima e seconda lingua straniera meglio conosciute (val. %) 1ª lingua 2ª lingua Inglese 53,5 39,5 Francese 37,1 39,5 Tedesco 4,0 10,0 Spagnolo 2,6 9,0 Italiano (L2) 2,1 0,5 Altra lingua Ue 0,4 0,5 Altra lingua non Ue 0,3 1,0 Totale 100,0 100,0 Base rispondenti: 1.656 persone per la 1 a lingua, 602 persone per la 2 a lingua Fonte: rilevazione MLPS-RTI LETitFLT, 2006 Guardando alla geografia delle conoscenze linguistiche, la prima evidenza che emerge è che il Sud e le Isole costituiscono l unica ripartizione del nostro paese in cui la quota di popolazione che non conosce alcuna lingua straniera è superiore al valore medio nazionale (37% a fronte del 33,8%, tab. 3), diversamente dalle altre e, in particolare, da quelle settentrionali ove la presenza di zone transfrontaliere favorisce lo sviluppo di processi di scambio interlinguistico (al Nord Est e al Nord Ovest le quote di popolazione che non conoscono alcuna lingua sono rispettivamente 30,7% e 32,5%). 4 PROGETTO LETitFLY

Tab. 3 - Lingue conosciute, per ripartizione geografica e titolo di istruzione (val. %) Lingue Area geografica Livello di istruzione Nord Ovest Nord Est Centro Sud e isole Analfabeta/ Licenza elementare Licenza media Diploma s.s.s. Laurea Totale Inglese 45,2 46,6 49,0 42,8 5,7 38,6 69,2 77,4 45,4 Francese 40,9 34,2 33,3 33,2 7,1 37,0 47,0 52,7 35,5 Tedesco 6,7 13,9 4,1 4,9 3,4 5,8 8,2 15,0 7,0 Spagnolo 6,6 5,3 7,0 4,1 1,9 4,1 7,2 13,7 5,6 Italiano (L2) 1,5 2,9 2,1 0,3 0,6 1,2 1,4 4,9 1,5 Altra lingua non Ue 1,3 1,7 1,6 0,3 0,4 0,6 1,1 4,9 1,1 Altra lingua Ue 1,0 0,4 1,0 0,3 0,6 0,5 0,2 3,1 0,7 Non conosco alcuna lingua 32,5 30,7 33,1 37,0 83,2 33,4 11,6 2,7 33,8 Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte

La zona di residenza non influisce solo sui livelli di conoscenza linguistica della popolazione, ma anche sulla incidenza di talune lingue straniere rispetto alla media nazionale. In particolare è possibile osservare che: - il livello di conoscenza della lingua inglese è sostanzialmente omogeneo su tutto il territorio nazionale, andando dal 42,8% di popolazione residente nel Meridione al 49,0% del Centro Italia, con una media del 45,4%; - anche per la lingua spagnola si registrano, tra le diverse ripartizioni, oscillazioni di lieve entità rispetto al valore medio nazionale del 5,6%; - nel Nord Ovest e nel Nord Est comprendenti, rispettivamente, regioni contermini con paesi di lingua francese e tedesca ed ospitanti minoranze linguistiche francofone e germanofone, la lingua francese risulta essere conosciuta dal 40,9% dei residenti e quella tedesca dal 13,9% (a fronte di valori medi nazionali pari al 35,5% nel primo caso e al 7% nel secondo). La conoscenza linguistica è direttamente proporzionale al grado di scolarizzazione: minima per chi si dichiara analfabeta o possiede la sola licenza elementare (l 83,2% di chi rientra in questa tipologia non conosce alcuna lingua straniera), e massima per coloro che hanno conseguito un diploma di laurea (tra i quali solamente il 2,7% dichiara di non conoscere alcuna lingua straniera). Inoltre, tra gli individui che possiedono un titolo di studio universitario è più diversificata la gamma delle conoscenze: accanto al 77,4% e al 52,7% di intervistati che conoscono, nell ordine, le lingue inglese e francese, si registrano quote significative di soggetti che dichiarano di conoscere tedesco (15%) e spagnolo (13,7%). Scendendo di livello, cresce la polarizzazione intorno all inglese, conosciuto dal 69,2% di coloro che hanno un diploma di scuola superiore e dal 38,6% di coloro che hanno 6 PROGETTO LETitFLY

la licenza media, e al francese (47% e 37%, rispettivamente di diplomati e titolari di licenza media). La disaggregazione dei dati per sesso (tab. 4) fa emergere una differenziazione di genere nella conoscenza delle lingue straniere, inferiore di oltre 10 punti percentuali nelle donne, che comprova tuttora l esistenza di pregressi modelli culturali. A fronte del 28,7% di uomini che dichiarano di non conoscere alcuna lingua la corrispondente quota femminile sale al 38,6%. Con riferimento alle specifiche lingue conosciute, l inglese si connota come lingua prevalente tra gli uomini (51,3%), mentre tra le donne si riscontra una distribuzione più bilanciata tra inglese (39,9%) e francese (36,3%). Al pari dei livelli di scolarizzazione anche l età anagrafica influisce sul grado di alfabetizzazione linguistica della popolazione, che è massima nelle coorti più giovani (solo 8,6% di giovani di età compresa tra 15 e 24 anni non conosce alcuna lingua) e minima in quelle più anziane (59,5% di persone con oltre 64 anni di età non conosce alcuna lingua). La lingua inglese può essere considerata l idioma dei più giovani, in quanto conosciuto dall 87,7% dei 15-24enni, seguito da francese (39,5%), tedesco (11,1%) e spagnolo (8,3%). La preponderanza dell inglese scema progressivamente all aumentare dell età (59,5% per i 25-44enni), fino ad avere un peso inferiore rispetto al francese nella fascia di popolazione con oltre 45 anni di età (45-64enni: inglese 32,4, francese 40,1%; ultra 64enni: inglese 15%, francese 26,5%). Tedesco e spagnolo, invece, mantengono nelle diverse classi di età quote sostanzialmente stabili attorno al 5-6%. Dal punto di vista della condizione professionale (tab. 5), l analisi dei dati sulle conoscenze linguistiche evidenzia nei pensionati e nelle casalinghe le principali sacche di analfabetismo linguistico (56,5% e 52,3% rispettivamente). All opposto, gli studenti LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 7

Tab. 4 - Lingue conosciute, per sesso e classe di età (val. %) Sesso intervistato Classe d età dell intervistato Totale Lingue Maschio Femmina 15-24 anni 25-44 anni 45-64 anni Oltre 64 anni Inglese 51,3 39,9 87,7 59,5 32,4 15,0 45,4 Francese 34,6 36,3 39,5 35,7 40,1 26,5 35,5 Tedesco 6,9 7,0 11,1 6,9 5,4 6,6 7,0 Spagnolo 6,0 5,2 8,3 5,4 5,0 4,9 5,6 Italiano (L2) 1,3 1,6-2,4 1,5 0,9 1,5 Altra lingua non Ue 1,4 0,8 1,5 0,3 1,5 1,6 1,1 Altra lingua Ue 0,9 0,5 0,3 0,3 0,1 2,2 0,7 Non conosco alcuna lingua 28,7 38,6 8,6 22,8 39,2 59,5 33,8 Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte Tab. 5 - Lingue conosciute, per condizione professionale (val. %) Lingue Occupato dipendente Occupato Autonomo Condizione professionale Pensionato Disoccupato Studente Casalinga Totale Inglese Tedesco 8,2 5,5 5,5 11,3 10,7 3,7 7,0 55,7 55,7 17,7 64,3 93,9 25,7 45,4 Francese 40,5 37,4 28,9 43,5 41,0 27,7 35,5 Spagnolo 4,8 7,7 5,4 7,0 11,1 2,3 5,6 Italiano (L2) 2,0 3,8 0,7 0,9 0,4 0,8 1,5 Altra lingua non Ue 0,7 2,1 1,8-2,0-1,1 Altra lingua Ue 0,1 1,3 1,6-0,4 0,3 0,7 Non conosco alcuna lingua 22,5 23,0 56,5 18,3 3,3 52,3 33,8 Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte

condividono pressoché all unanimità la conoscenza di almeno una lingua (solo il 3,3% dichiara di non conoscerne alcuna). Occupati dipendenti ed autonomi e disoccupati includono al loro interno una quota di individui privi di conoscenze linguistiche che oscilla intorno al 20%. Coerentemente con le precedenti analisi, che hanno preso in considerazione come variabili strutturali scolarizzazione e età, si osserva che la lingua inglese è conosciuta dalla quasi totalità degli studenti (93,9%), il francese è preponderante tra i pensionati (28,9%); le casalinghe, infine, ripartiscono in eguale misura le loro conoscenze di lingua inglese (25,7%) e di lingua francese (27,7%). 1.2. Quante sono le lingue straniere conosciute Degli italiani che hanno conoscenze linguistiche il 63,7% di questi afferma di sapere oltre alla lingua nativa solo una lingua, il 28,6% due e un marginale 6,4% tre (tab. 6). Dalla lettura in sequenza dei dati, emerge con chiarezza il divario che separa il nostro paese dal raggiungimento dell obiettivo, fissato dal Consiglio Europeo di Barcellona del 2002 e successivamente ribadito dalla Commissione Europea nel 2005 3, della padronanza da parte dell intera popolazione di almeno 2 lingue straniere oltre alla lingua madre. Passando dalla lettura generale dei dati quantitativi sulle conoscenze linguistiche all esame degli stessi rispetto alle diverse variabili strutturali, in cui è possibile disaggregare la popolazione : area geografica di residenza, livello di istruzione, sesso, età e condizione professionale, è possibile osservare che: 3 Commission staff working paper Progress towards the Lisbon objectives in Education and Training, Brussels, 22.03.2005 SEC (2005) 419. LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 9

Tab. 6 - Numero di lingue conosciute (val. %) N lingue % 1 63,7 2 28,6 3 6,4 4 e oltre 1,3 Totale 100,0 - nelle regioni settentrionali risiedono gli intervistati che conoscono un numero maggiore di lingue, visto che il 24,2% dei residenti nel Nord Est conosce due lingue straniere e il 6% dei residenti del Nord Ovest ne conosce tre, in entrambi i casi ponendosi al di sopra dei corrispondenti valori medi nazionali e superando quelli delle altre ripartizioni geografiche (tab. 7); - il diploma di scuola superiore costituisce un elemento dirimente nella conoscenza di almeno due lingue, aggregando in questo sottogruppo il 31,5% degli intervistati aventi corrispondente livello di scolarizzazione, mentre il diploma di laurea svolge analoga funzione per la conoscenza di almeno tre lingue straniere, secondo quanto risposto dal 15% dei laureati (tab. 7); - la discriminazione di genere che sembra caratterizzare anche la eventuale conoscenza di almeno una lingua straniera, sembra annullarsi nel caso le lingue conosciute siano almeno due: la corrispondente quota di maschi e femmine è, infatti, pressoché equivalente (rispettivamente 19,3% e 18,6%, tab. 8); 10 PROGETTO LETitFLY

Tab. 7 - Numero di lingue conosciute, per area geografica e livello di istruzione (val. %) N Lingue Area geografica Livello di istruzione Totale Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e isole Analfabeta/ Licenza elementare Licenza Media Diploma s.s.s. Laurea 0 32,5 30,7 33,1 37,0 83,2 33,4 11,6 2,7 33,8 1 41,3 40,1 43,8 42,8 14,9 48,7 50,2 48,7 42,1 2 19,0 24,2 16,5 17,4 1,3 14,9 31,5 30,1 18,9 3 6,0 4,2 4,9 2,5 0,2 2,4 5,9 15,0 4,2 4 e oltre 1,2 0,8 1,6 0,2 0,4 0,5 0,8 3,5 0,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tab. 8 - Numero di lingue conosciute, per sesso e classe di età (val. %) Sesso Classe di età Totale N Lingue Maschio Femmina 15-24 anni 25-44 anni 45-64 anni Oltre 64 anni 0 28,7 38,6 8,6 22,8 39,2 59,5 33,8 1 47,0 37,5 45,7 48,8 41,3 30,1 42,1 2 19,3 18,6 36,4 23,6 14,9 6,4 18,9 3 3,8 4,6 7,7 4,4 3,7 2,7 4,2 4 e oltre 1,2 0,6 1,5 0,3 0,9 1,3 0,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

- nelle coorti più giovani si registrano le maggiori conoscenze linguistiche. Il 36,4% e il 7,7% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni dichiarano di conoscere nell ordine due e tre lingue, con una incidenza sensibilmente superiore ai corrispondenti valori medi nazionali (18,9% e 4,2%, tab. 8); - rispetto alla condizione professionale, sono gli studenti ad avvicinarsi maggiormente all obiettivo comunitario della padronanza di almeno due lingue comunitarie oltre a quella madre, con una quota del 38,1%, mentre pensionati e casalinghe si confermano i gruppi sociali meno aperti alla conoscenza linguistica con i rispettivi 7,1% e 10,5% di intervistati che affermano di conoscere due lingue straniere. I disoccupati, infine, si differenziano dagli occupati per una maggiore presenza di soggetti che conoscono due e tre lingue (26,1% e 9,6%, tab. 9), con ogni probabilità conseguente al maggiore peso, coerentemente con la struttura della popolazione, di intervistati con età compresa tra i 25 e i 44 anni (62,6%). 1.3. Ambiti e caratteristiche della formazione linguistica Se circa i due terzi della popolazione residente nel centro del Paese dichiarano di conoscere almeno una lingua straniera, appare interessante prima di approfondire il nodo centrale della qualità e del livello di competenza e padronanza della lingua conosciuta, verificare attraverso quali percorsi formativi, formali, non formali o informali, si sia acquisita tale conoscenza. 12 PROGETTO LETitFLY

Tab. 9 - Numero di lingue conosciute, per condizione professionale (val. %) N lingue Occupato dipendente Occupato auonomo Condizione professionale Totale Pensionato Disoccupato Studente Casalinga 0 22,5 23,0 56,5 18,3 3,3 52,3 33,8 1 48,6 47,7 32,0 46,1 48,0 36,2 42,1 2 23,8 23,8 7,1 26,1 38,1 10,5 18,9 3 4,6 3,8 3,1 9,6 8,2 1,1 4,2 4 e oltre 0,5 1,7 1,2-2,5-0,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Oltre l 80% degli intervistati che conoscono una o più lingue 4 individua nella scuola l ambito formativo in cui ha appreso sia la prima (85,7%) sia la seconda (81,1%) lingua straniera. Ciò è particolarmente vero per la lingua inglese e la lingua francese che oscillano rispettivamente tra l 89,5% e l 86,1% e il 93,3% e l 89,9% a seconda che siano la prima o la seconda lingua meglio conosciute (tab. 10). La situazione varia sensibilmente per il tedesco e soprattutto per lo spagnolo per l apprendimento dei quali un ruolo importante viene svolto dal sistema di relazioni personali proprio di ciascun individuo. L esposizione linguistica derivante da rapporti familiari, amicali, o dall aver vissuto periodi della propria esistenza all estero, costituisce una modalità o condizione di apprendimento agita dal 76,7% e dal 55,2% di coloro che hanno, in primo luogo, conoscenze ispanofone e germanofone (40,7% e 21,7% nel caso in cui spagnolo e tedesco vengano classificate come seconde lingue meglio conosciute). Riguardo ai corsi frequentati per iniziativa personale e al di fuori del contesto lavorativo si constata che questi ultimi rappresentano un esperienza formativa condivisa solo da poco più del 10% di coloro che conoscono una lingua (10,6%) e del 7% (7,6%) di coloro che ne conoscono anche una seconda. Nella gran parte dei casi i corsi frequentati sono stati erogati a livello nazionale, solo in minima parte all estero (più per la prima e meno per la seconda lingua) e organizzati secondo la formula delle lezioni di gruppo tenute da un insegnante. Tale tipologia corsuale è del resto coerente con le evidenze emerse dai focus group, condotti nel corso dell indagine esplorativa sulla popolazione, nella quale molti dei gruppi bersaglio intervistati individuavano nelle lezioni frontali l ambito ottimale per 4 In particolare, ci si è concentrati solo sulle prime due lingue straniere dichiarate, in quanto il peso di coloro che conoscono tre lingue o più risulta assolutamente marginale. 14 PROGETTO LETitFLY

Tab. 10 - Modalità di apprendimento delle lingue straniere 1ª e 2ª lingua conosciuta (val. %) 1ª lingua meglio conosciuta 2ª lingua meglio conosciuta Totale Inglese Francese Spagnolo Tedesco Italiano Altra lingua Ue Altra lingua non Ue / Altro Totale Inglese Francese Spagnolo Tedesco Italiano Altra lingua Ue Altra lingua non Ue / Altro Corsi/lezioni a cui ho partecipato di mia iniziativa, escludendo quelli sul posto di lavoro 10,6 17,3 1,5 14,0 3,0 17,6 - - 7,6 11,3 2,5 14,8 6,7 - - 16,7 Corsi/lezioni sul posto di lavoro 3,3 5,1 0,7 4,5 5,9 16,7-3,5 3,8 2,1 5,6 5,0-33,3 - Da solo, da autodidatta 4,8 5,1 3,3 4,7 9,0 20,6 - - 5,5 5,5 2,5 16,7 6,7 33,3 - - Altri modi (famiglia, amici, vivendo all estero, ) 20,2 15,7 14,6 76,7 55,2 76,5 83,3 100,0 13,8 6,7 10,9 40,7 21,7 66,7 66,7 33,3 Durante la formazione scolastica 85,7 89,5 93,3 27,9 43,3 29,4-20,0 81,1 86,1 89,9 38,9 73,3-33,3 50,0 Base rispondenti: 1.656 persone e 602 persone che conoscono rispettivamente 1 lingua o 2 o più lingue Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte

socializzare le conoscenze linguistiche acquisite, confrontarsi, e vincere eventuali percezioni di inadeguatezza allo studio delle lingue straniere. La formazione sul lavoro o formazione continua, da parte sua, non sembra aver svolto un ruolo di primo piano nell alfabetizzazione linguistica della popolazione, avendo interessato un marginale 3% (3,3% per la prima lingua e 3,5% per la seconda lingua conosciuta), a prescindere dalla lingua oggetto di studio, un marginale di intervistati che dichiarano di aver frequentato corsi sul posto di lavoro. Sebbene il valore delle frequenze di risposta non sia molto elevato, è tuttavia possibile compiere una lettura qualitativa mirata ad evidenziare le caratteristiche strutturali prevalenti della formazione linguistica sul lavoro, la quale si caratterizza per esser erogata: nella forma di lezioni di gruppo con insegnanti, all interno del contesto aziendale, su iniziativa datoriale, in orario lavorativo e gratuitamente. La maggioranza delle stesse iniziative formative ha avuto luogo in Italia e non all estero, prevalentemente più di cinque anni fa, dato, quest ultimo, che può essere utilizzato come proxy dell effettivo grado di padronanza delle competenze acquisite, le quali sono suscettibili di erodersi, se scarsamente utilizzate. L apprendimento informale, fondato sulle interazioni personali con familiari, amici o contesto linguistico (a seguito di soggiorni all estero) è stato indicato come modalità di acquisizione di conoscenze/competenze dal 20,2% degli intervistati, mentre l autoformazione acquisisce un certo rilievo, come esperienza di apprendimento linguistico, solo nel caso dell italiano come lingua seconda, in quanto sperimentata dal 20,6% degli intervistati (contro il 4,8% complessivo). 16 PROGETTO LETitFLY

Dall approfondimento di analisi su meccanismi e modalità di apprendimento delle lingue straniere all interno dei diversi percorsi formativi formali, non formali ed informali si rileva che: - i cicli dell istruzione scolastica, che in ordine di importanza, hanno maggiormente contribuito alla formazione linguistica degli intervistati in conseguenza anche del peso che le classi di età più avanzate hanno nella composizione del campione e del titolo di studio degli intervistati sono quelli della scuola media di I e II grado, indicati rispettivamente dall 84,1% e dalla 71% dei casi. L istruzione linguistica a livello terziario (università, master, specializzazione post-universitaria) coinvolge il 10,8% degli intervistati (tab. 11). La mobilità internazionale per ragioni di studio, per contro, costituisce un esperienza che ha accompagnato solo una minima parte di coloro che hanno dichiarato di aver appreso almeno una lingua a scuola: ben l 89% degli intervistati non ha mai vissuto esperienze di questo tipo, né di tipo comunitario (per esempio Leonardo, Erasmus, ecc.), né di altro genere. - tra le modalità di autoapprendimento predominano quelle di tipo passivo, rispetto ad altre più interattive. La lettura dei libri/riviste costituisce, infatti, il canale utilizzato da quasi il 60% di chi ha dichiarato di aver studiato autonomamente le lingue straniere, seguito, quasi alla pari, dall ascolto di cassette o cd (31,3%) e dalla visione/ascolto di mass media, quali televisione e radio (33,8%). Seguono internet o l utilizzo di Cd-Rom (22,5%) e la conversazione/contatto con persone (12,5%). L immersione nella lingua, derivante dall aver vissuto/viaggiato all estero, resta un esperienza vissuta solo dal 5% degli autodidatti (tab. 12). LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 17

Tab. 11 - Apprendimento delle lingue straniere e partecipazione a progetti di mobilità internazionale durante il percorso di istruzione (val. %) % Ciclo d istruzione Scuola dellʹinfanzia/primaria 9,0 Scuola media secondaria di I grado 84,1 Scuola media secondaria di II grado 71,0 Università/Master/Specializzazione post-universitaria 10,8 Base rispondenti: 1418 persone che hanno appreso almeno 1 lingua durante il percorso di istruzione Partecipazione a progetti di mobilità internazionale Sì, organizzati dalla scuola /università (ad es. Leonardo, Erasmus) 7,7 Sì, organizzati dalla scuola (ad. es. tramite associazioni, personalmente) 3,6 No, mai partecipato 89,0 Base rispondenti: 829 persone che hanno appreso almeno 1 lingua nel percorso di istruzione e sono state all estero Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte Tab. 12 - Modalità di autoapprendimento delle lingue straniere (val. %) Modalità % Leggendo libri 58,8 Ascoltando cassette o CD 31,3 Navigando su internet o utilizzando Cd-Rom 22,5 Guardando la TV/ascoltando la radio 33,8 Conversando/a contatto con le persone 12,5 Vivendo/Viaggiando allʹestero 5,0 Base rispondenti: 80 persone che hanno appreso da sole almeno 1 lingua straniera Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte 18 PROGETTO LETitFLY

- con riferimento all apprendimento informale, le relazioni personali con amici, conoscenti o persone con cui si hanno legami sentimentali e i periodi di soggiorno all estero superiori ai tre mesi costituiscono, in quanto indicate dal 43,6% e dal 41,5% del totale (tab. 13), le principali occasioni per l acquisizione di conoscenze linguistiche, alternative a contesti di apprendimento formali o non, quali possono essere la scuola o il posto del lavoro. Tab. 13 - Apprendimento informale delle lingue straniere al di fuori della scuola e del lavoro (val. %) Modalità % In famiglia (genitori/coniuge/convivente)/altri parenti 29,9 Con amici/conoscenti/fidanzato/a 43,6 Mentre studiavo altre materie all estero 5,7 In vacanza all estero (Periodo < 3 mesi) 37,3 Soggiorno all estero (Periodo > 3 mesi) 41,5 Altro 0,9 Non risponde 1,5 Base rispondenti: 335 persone che hanno appreso le lingue al di fuori della scuola e del lavoro Il totale è superiore a 100 poiché erano possibili più risposte LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 19

2. Come si usano le lingue straniere conosciute A tutti coloro che hanno risposto di conoscere almeno una lingua straniera è stato chiesto in quali occasioni sia capitato di usare realmente tale conoscenza. I viaggi per vacanza sono stati indicati dal 59,6% (fig. 1) degli intervistati seguiti, ma a più di venti punti percentuali di distanza, dalle comunicazioni private, affettive, quelle che si hanno con familiari, amici e conoscenti (38,9%). Al terzo posto, viene segnalato dal 31,1% di chi conosce una lingua straniera l utilizzo in ambito lavorativo, la stessa percentuale (30,9%) di chi utilizza la lingua per leggere libri, quotidiani o riviste. Subito dopo si attesta chi dichiara di usare la lingua straniera per navigare su internet (29,3%) oppure per seguire un film, la televisione o per ascoltare canali radiofonici che trasmettono in lingua originale (28,6%). Le differenze di genere sono marcate sia per l uso che si fa delle competenze linguistiche per viaggi e vacanze (dicono, infatti, di utilizzare la lingua a tale scopo il 66,1% degli uomini contro il 52,8% delle donne), sia in ambito lavorativo dove solo il 25,4% delle donne che conoscono una lingua straniera afferma di utilizzarla, a fronte del 36,4% degli uomini; più o meno lo stesso differenziale che si ritrova tra chi usa la lingua per navigare in internet: il 22,6% delle donne contro il 35,6% degli uomini. Dal punto di vista generazionale le differenze sono maggiormente prevedibili: le più evidenti sono quelle relative a chi utilizza le lingue per studiare (il 44,9% per la fascia d età compresa tra i 15 e i 24 anni, contro il 17,6% di chi ha più di 64 anni), così come chi le utilizza per navigare in internet: il 52,7% tra chi ha un età compresa tra i 15 e i 24 anni e solo il 5,4% tra chi ha più di 64 anni. 20 PROGETTO LETitFLY

Fig. 1 - Occasioni di utilizzo della lingua straniera conosciuta (1ª e 2ª lingua conosciuta) (val. %) 59,6 38,9 31,1 30,9 29,3 28,6 26,2 11,1 9,5 0,5 Viaggi / Vacanze Comunicare con famiglia / parenti / amici / conoscenti Per lavoro (attuale o passato) Leggere libri / quotidiani / riviste Navigare su Internet Guardare film / TV / ascoltare la radio Studiare / seguire corsi di lingua Nessuna di queste / non indica Studiare altre materie Altro Base: 1.656 persone che conoscono almeno una lingua 2.1. Le lingue straniere nel mondo del lavoro Il lavoro, si è visto, non offre la possibilità di mettere a frutto le proprie abilità linguistiche: solo il 31,1% di chi conosce una lingua straniera ha, o ha avuto, la possibilità di esercitarla nella sfera lavorativa. Sono soprattutto gli anziani (il 38,3% degli ultra-sessantaquattrenni contro l 11,1% della fascia che va dai 15 ai 24 anni, ma anche il 30% della più numerosa classe di età che va dai 25 ai 44 anni) ad avere avuto la possibilità di utilizzare le lingue conosciute nel mondo del lavoro (anche perché, avendo lavorato per un periodo più lungo, hanno avuto maggiori occasioni di utilizzo rispetto a chi è più giovane). LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 21

Certo che il lavoro, la sfera professionale in genere, non sembrano incentivare l uso delle competenze linguistiche acquisite. Più del 60% di coloro che lavorano, e che conoscono almeno una lingua straniera, dichiara di non utilizzare mai (e di non aver mai utilizzato) la propria competenza linguistica in ambito lavorativo (tab. 14). Solo il 35,5% utilizza, in vario modo, la propria conoscenza linguistica a fini professionali, con una lieve predominanza dei lavoratori autonomi (39,8%) sui lavoratori dipendenti (34,4%). Lo scenario non muta se si guarda al passato. Rivolgendo la domanda a pensionati (o a chi ha lavorato, anche saltuariamente, in precedenza e attualmente non lavora), si scopre che pur avendo delle conoscenze linguistiche, il 70% non ha avuto la possibilità di utilizzarle in ambito lavorativo (tab. 15). Tab. 14 - Utilizzo della lingua straniera conosciuta, in ambito lavorativo (1ª e 2ª lingua conosciuta) (val.%) Occupati Dipendente Autonomo Totale Sì, attualmente la utilizzo 34,4 39,8 35,5 No, non la utilizzo attualmente ma l ho usata in passato 3,8 3,9 3,8 No, non l ho mai utilizzata 61,8 56,3 60,7 Totale 100,0 100,0 100,0 Base: 865 persone che attualmente lavorano 22 PROGETTO LETitFLY

Tab. 15 - Utilizzo, in attività lavorative passate, della lingua straniera conosciuta, per sesso (val.%) Maschi Femmine Totale Sì 35,7 25,0 29,0 No 64,3 75,0 70,0 Totale 100,0 100,0 100,0 Base: 537 pensionati/non lavoratori che hanno lavorato in passato almeno saltuariamente 2.1.1. L uso delle lingue straniere in ambito lavorativo A tutti coloro che conoscono una lingua straniera, che sono attualmente occupati o che lo sono stati (anche saltuariamente) ci si è rivolti non solo per sapere se ne fanno uso, ma anche per capire in che modo la impiegano in ambito lavorativo. Ne emerge (fig. 2) che la possibilità maggiore di mettere a frutto la conoscenza linguistica la si ha in fase di colloquio diretto con fornitori, clienti o colleghi stranieri (63,3% del campione). Questo dato, se letto insieme al 39,6% di chi utilizza la lingua straniera sempre per incontrare clienti (o fornitori o colleghi) ma all estero e al 43% di chi la usa per parlare al telefono, mostra come l apertura ai mercati internazionali sia, oltre che un serio incentivo per apprendere, anche un occasione per praticare la lingua straniera che si conosce. Al secondo posto, tra gli usi che si fanno in ambito lavorativo, c è la lettura (di documenti, lettere, e-mail, ma anche riviste di settore) (58,7%), seguita dalla scrittura (sempre di documenti, lettere, e-mail e testi in genere) (46,4%). Navigare in internet per motivi di lavoro, sfruttando la conoscenza linguistica, è possibile per il 32,8% del campione. LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 23

Fig. 2 - Modalità di utilizzo della lingua straniera conosciuta, in ambito lavorativo (1ª e 2ª lingua conosciuta) (val. %) 63,3 58,7 46,4 43,0 39,6 32,8 0,8 Parlare con clienti, fornitori, colleghi stranieri Leggere Scrivere Parlare al telefono Parlare con clienti, fornitori, colleghi quando si è all estero per lavoro Navigare in Internet per motivi di lavoro Altro Base: 473 persone che lavorano o hanno lavorato, anche saltuariamente, in passato e utilizzano/hanno utilizzato le lingue in ambito lavorativo Il totale non è uguale a 100 poiché erano possibili più risposte Molto interessante risulta anche la valutazione che fanno i lavoratori delle proprie competenze linguistiche, in relazione all uso che di queste competenze si fa in ambito lavorativo. La maggioranza di chi lavora, o ha lavorato in passato anche saltuariamente, e conosce una lingua straniera, reputa le proprie abilità linguistiche sufficienti a svolgere le mansioni attribuitegli (è vero per il 69,3% del campione). Solo una esigua minoranza valuta la propria competenza eccessiva rispetto all uso che ne fa (o ne ha fatto) mentre il 24 PROGETTO LETitFLY

26,3% considera insufficiente la propria preparazione rispetto alle mansioni che è chiamato a svolgere (tab. 16). Quest ultimo dato è particolarmente interessante perché segnala non soltanto un potenziale ambito di miglioramento, ma anche un pubblico in grado di orientare la propria domanda di formazione linguistica. Incrociando i dati di chi considera insufficiente la propria preparazione linguistica rispetto alle mansioni svolte, con le intenzioni di migliorarla, si scopre che il 54% di questi ha intenzione di approfondire la conoscenza della lingua. Entrando nel dettaglio, chi conosce l inglese e reputa la propria competenza insufficiente, nel 76,1% dei casi ha intenzione di perfezionare la conoscenza della lingua, cosa che non accade per il francese: solamente il 32,5% pensa di migliorare il proprio livello di conoscenza, pur ritenendolo insufficiente. Tab. 16 Valutazione della conoscenza linguistica in base alle mansioni svolte (1ª lingua conosciuta) (val. %) Occupato Lingua Totale Conoscenza Dipendente Autonomo Inglese Francese Spagnolo Tedesco Eccessiva 4,5 2,9 4,3 4,6 6,3 3,2 4,4 Adeguata 66,7 70,0 65,9 68,8 68,7 83,9 69,3 Insufficiente 28,8 27,1 29,8 26,6 25,0 12,9 26,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 473 persone che lavorano o hanno lavorato, anche saltuariamente, in passato e utilizzano/hanno utilizzato le lingue in ambito lavorativo LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 25

2.2. Quanto vengono usate le lingue straniere conosciute e quanto si prevede di utilizzarle in futuro Circa la metà della popolazione che dichiara di conoscere almeno una lingua straniera confessa di utilizzare poco tale competenza: si è chiesto a tutti coloro che conoscono una lingua straniera, di segnalare la frequenza con la quale ne hanno fatto uso nell ultimo anno. È risultato che un quarto degli intervistati non l ha mai utilizzata, a cui è da aggiungere il 23,1% di chi l ha utilizzata molto raramente, ed un ulteriore 25,7 di chi ne ha fatto un uso occasionale (tab. 17). Solo il 12% ha la possibilità di utilizzare, in vario modo, ma tutti i giorni, la lingua conosciuta, mentre un altro 13% dichiara di usarla almeno una volta alla settimana. Le frequenze maggiori, ovviamente, si riscontrano tra gli studenti, dei quali il 33,1% utilizza la lingua una volta alla settimana e il 26,6% una volta al giorno. Questi ultimi dati, pertanto, risultano ancora più sottodimensionati se si considera che tra chi ha dichiarato di usare frequentemente la lingua straniera, rivestono un peso significativo gli studenti, che naturalmente fanno riferimento, almeno in parte, al loro vissuto scolastico-universitario e, quindi, al processo di apprendimento della lingua stessa, piuttosto che all effettivo esercizio di competenza/conoscenze linguistiche ormai acquisite. Tra coloro che, pur conoscendo una lingua straniera, non hanno mai avuto modo di utilizzarla nell ultimo anno, spiccano le casalinghe (40,2%) e i pensionati (44,9%); in generale, più le donne (28,8%) che gli uomini (23,3%). Più interessante è risultato indagare la previsione di utilizzo futuro delle proprie competenze linguistiche (tab. 18). 26 PROGETTO LETitFLY

Tab. 17 - Frequenza con la quale si è usata la lingua straniera conosciuta, nell ultimo anno, per sesso e condizione professionale (val.%) Frequenza Uomini Donne Sesso Condizione professionale Totale Occupato dipendente Occupato autonomo Pensionato Disoccupato Studente Casalinga Almeno 1 ora al giorno 13,8 10,8 14,0 11,0 6,5 12,8 21,6 3,6 12,3 Almeno 1 ora a settimana 15,2 11,1 11,8 12,2 3,4 9,6 33,1 11,2 13,2 Occasionalmente 25,3 26,1 26,3 32,6 23,3 23,4 23,7 23,7 25,7 Molto raramente 22,4 23,8 25,0 22,7 21,9 29,8 18,2 21,3 23,1 Mai 23,3 28,2 22,8 21,5 44,9 24,5 3,4 40,2 25,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera

La domanda è stata rivolta a chi dichiara di conoscere, in vario modo, una lingua straniera per indagare la percezione individuale in merito all utilizzo futuro della conoscenza linguistica. Circa la metà (44,6% per la prima lingua conosciuta e 47,7% per la seconda) prevede, in futuro, un uso analogo a quello attuale 5, ma c è anche un apprezzabile 31% (che scende al 25,2% per la seconda lingua) che ipotizza di utilizzare maggiormente la propria competenza linguistica. Tab. 18 Previsione di utilizzo della lingua conosciuta, in futuro (val.%) Previsioni di utilizzo futuro 1ª lingua 2ª lingua Nella stessa misura in cui l ho usata fino ad oggi 44,6 44,7 Di più 31,0 25,2 Di meno 16,8 21,3 Non sa/non indica 7,6 5,8 Totale 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera Ragionando per lingua conosciuta (tab. 19) emerge che sono proprio quelli che conoscono l inglese (i più numerosi tra coloro che conoscono le lingue straniere in Italia) a prevedere un maggior uso delle proprie abilità in futuro (ben il 45,6% di chi conosce tale lingua). Percentuale che scende al di sotto della media generale per tutte le altre lingue e raggiunge, con il francese, il livello più basso: solo l 11,9% di chi lo conosce pensa di poterlo usare maggiormente in futuro. Sempre chi pratica questa lingua, si dimostra 5 Quindi, un uso prevalentemente sporadico legato per lo più ad una dimensione ricreativo-affettiva (cfr. fig. 1). 28 PROGETTO LETitFLY

particolarmente pessimista prevedendo, nel 26,5% dei casi, di utilizzarla ancor meno di quanto avvenga oggi. Tab. 19 Previsione di utilizzo della lingua in futuro, per lingua conosciuta (1ª lingua conosciuta) (val.%) Previsioni di utilizzo futuro Inglese Francese Spagnolo Tedesco Totale Nella stessa misura in cui l ho usata fino ad oggi 38,7 52,4 44,2 47,8 44,6 Di più 45,6 11,9 23,3 19,4 31,0 Di meno 9,5 26,5 16,3 25,4 16,8 Non sa/non indica 6,2 9,2 16,2 7,4 7,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera È interessante indagare anche le previsioni di uso futuro che gli appartenenti alle varie condizioni professionali fanno. Per quasi tutte le categorie, circa la metà degli intervistati prevede di utilizzare la lingua straniera conosciuta allo stesso modo in cui la utilizza attualmente. Fanno eccezione, ma senza stupire, i disoccupati e gli studenti, che risultano anche i più ottimisti rispetto al futuro: ben il 69,1% degli studenti ritiene che avrà maggiori occasioni di poter utilizzare le proprie competenze linguistiche in futuro (tab. 20). Anche tra i disoccupati, il 35,1% pensa di avere maggiori possibilità di utilizzo in futuro, magari proprio in ambito lavorativo. Questa categoria è, comprensibilmente, quella più incerta sul futuro dividendosi equamente tra ottimisti e pessimisti, almeno rispetto all uso delle proprie competenze linguistiche. C è, infatti, un 25,5% che pensa di utilizzare meno le conoscenze linguistiche in futuro, secondo solo ai pensionati che, con il 32,2% dei casi, si affermano in questa classifica. LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 29

Tab. 20 Previsione di utilizzo della lingua conosciuta per condizione professionale (1ª lingua conosciuta) (val.%) Previsioni di utilizzo futuro Occupato dipendente Occupato autonomo Condizione professionale Pensionato Disoccupato Studente Casalinga Totale Nella stessa misura in cui l ho 51,3 49,2 45,9 25,5 21,2 53,8 usata fino ad oggi 44,6 Di più 28,4 30,9 12,0 35,1 69,1 18,9 31,0 Di meno 13,9 12,7 32,2 25,5 6,8 15,4 16,8 Non sa/non indica 6,4 7,2 9,9 13,8 3,0 11,8 7,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera Le differenze di genere sono risultate poco significative: rispetto alla media generale sia gli uomini sia le donne fanno registrare le stesse previsioni d uso. 2.3. Il livello di conoscenza delle lingue straniere Ma chi dice di conoscere una lingua straniera è effettivamente in grado di utilizzarla? Probabilmente no, almeno per più della metà del campione (tab. 21). Chiedendo, infatti, di fare una valutazione del proprio livello di competenza linguistica, è emerso che il 50,1% (per la prima lingua conosciuta), e ben il 59,6%, per chi dichiara di conoscerne una seconda, definisce scarso il proprio livello di competenza, ed un altro 19% (il 18,6% per la seconda lingua) lo ritiene appena sufficiente. 30 PROGETTO LETitFLY

Tab. 21 Autovalutazione del livello di conoscenza linguistica (val. %) Livello di abilità 1ª lingua 2ª lingua Molto buono 7,1 3,3 Buono 23,8 18,4 Sufficiente 19,0 18,6 Scarso 50,1 59,6 Totale 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera Questo, inevitabilmente, porta a rileggere in maniera critica il dato presentato all inizio 6, che vede ben il 66,2% degli italiani dichiarare di conoscere almeno una lingua straniera. Se quel dato viene incrociato con questo e con la frequenza con la quale si dichiara di utilizzare la propria conoscenza linguistica, non si può fare a meno di ridimensionare il fenomeno e riportarlo entro confini più ristretti, ma probabilmente più veritieri. Leggendo il dato per classi di età si scopre come siano quelli che hanno tra i 45 e i 64 anni a ritenere le proprie competenze linguistiche meno adeguate: ben il 58,6% ritiene la propria preparazione scarsa, in riferimento alla lingua conosciuta, seguito dal 16,7% che la ritiene sufficiente e il 19,8% che la definisce buona. Solo il 4,9% si spinge a ritenere la propria preparazione linguistica molto buona. Entrando nel merito delle quattro abilità definite nel Quadro di Riferimento Europeo delle Lingue (elaborato dal Consiglio Europeo per valutare la competenza linguistica posseduta), risulta che le migliori competenze si hanno nella capacità di lettura (tab. 22): il 6 Cfr. tabella 1. LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 31

9,2% di chi conosce almeno una lingua straniera dichiara di comprendere molto bene un testo scritto nella lingua conosciuta, seguito dal 31,6% che definisce buona la propria comprensione quando legge. A questo fa seguito la capacità di ascolto, cioè la capacità di comprendere un discorso o una fonte audio come, ad esempio, quella radiofonica o televisiva (il 7,7% la definisce molto buona e il 24,2% buona). Tab. 22 - Autovalutazione delle abilità possedute nella prima lingua straniera conosciuta (val. %) Livello di abilità Comprensione quando legge Comprensione quando ascolta Capacità di tenere una conversazione Capacità di scrittura Molto buono 9,2 7,7 5,8 6,6 Buono 31,6 24,2 21,0 23,9 Sufficiente 16,1 23,0 21,1 18,3 Scarso 43,1 45,1 52,1 51,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera Al terzo posto, un po a sorpresa, e con percentuali molto vicine alle capacità di ascolto, si posiziona la capacità di scrittura, riconosciuta dallo stesso Quadro di Riferimento Europeo delle Lingue come una delle competenze più complesse da acquisire in una lingua diversa dalla lingua madre. Il 23,9% degli italiani che conoscono una lingua straniera si sente in grado di scrivere bene nella lingua conosciuta, con un 6,6% che valuta di poterlo fare molto bene. Per ultima si posiziona la capacità di sostenere una conversazione: il 21% ritiene di farlo bene e solo il 5,8% si sente in grado di esprimersi con scioltezza, utilizzando anche espressioni idiomatiche tipiche della lingua conosciuta. 32 PROGETTO LETitFLY

È sembrato opportuno declinare queste abilità anche per le principali lingue conosciute nel nostro paese (tab. 23) 7. Tab. 23 - Livelli di conoscenza per capacità e lingue conosciute (val. %) Livello di conoscenza Inglese Francese Spagnolo Tedesco Comprensione della lettura Molto buono 8,8 5,2 12,4 8,7 Buono 30,4 27,3 49,5 16,5 Sufficiente 16,8 14,8 13,4 21,3 Scarso 44,0 52,8 24,7 53,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Comprensione quando ascolta Molto buono 6,3 3,5 15,5 7,9 Buono 22,6 21,8 42,3 18,9 Sufficiente 23,4 21,3 20,6 27,6 Scarso 47,7 53,3 21,6 45,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Capacità di tenere una conversazione Molto buono 4,7 2,7 10,3 8,7 Buono 19,6 16,3 39,2 16,5 Sufficiente 22,1 19,9 20,6 22,8 Scarso 53,6 61,1 29,9 52,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Capacità di scrittura Molto buono 6,1 3,0 9,3 8,7 Buono 25,4 18,1 34,0 10,2 Sufficiente 19,0 16,8 18,6 22,2 Scarso 49,6 62,1 38,1 55,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera 7 Si rimanda alla tabella 1 per i pesi specifici che queste lingue hanno sul totale della popolazione. LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 33

Ne risulta che chi conosce lo spagnolo si sente mediamente più sicuro, per ciascuna abilità, rispetto a chi conosce le altre lingue. Questo può essere in parte spiegato con la indubbia affinità dello spagnolo con l italiano e ricordando che lo spagnolo a differenza di inglese o francese non rientra, se non in maniera trascurabile, tra le lingue insegnate nella scuola dell obbligo: chi lo ha appreso, quindi, lo ha fatto ricorrendo a percorsi mirati all apprendimento linguistico e, soprattutto, con motivazioni maggiori di chi frequenta un aula scolastica. Coloro che, invece, manifestano le maggiori difficoltà, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di gestire una conversazione o di poter scrivere un testo, sono quelli che conoscono il francese. 2.4. Migliorare la propria conoscenza linguistica: chi intende farlo e come Gran parte degli italiani pensa di utilizzare in futuro 8 le proprie competenze linguistiche al pari di quanto le ha utilizzate fino ad oggi; competenze che, abbiamo visto, sono considerate spesso scarse o appena sufficienti 9. Si è chiesto allora, a tutti coloro che conoscono una lingua straniera, se avessero intenzione di fare qualcosa per migliorare la proprie abilità e in quale modo, per indagare, infine, la motivazione di tali scelte. Rapportando la propensione al miglioramento per le principali lingue conosciute in Italia (tab. 24) alla condizione professionale, emerge che tra coloro che conoscono l inglese (la maggioranza di chi conosce una lingua straniera), più della metà (59,3%) ha intenzione di migliorare la conoscenza di questa lingua. Tale valore scaturisce dalla sommatoria di chi 8 Cfr. tabella 20. 9 Cfr. tabella 21. 34 PROGETTO LETitFLY

dichiara che sicuramente migliorerà il proprio livello di conoscenza (26,2%), con chi fa una previsione più cauta ma, in ogni caso, pensa di farlo (33,1%). Sono soprattutto gli studenti e i disoccupati a preoccuparsi maggiormente di affinare il loro inglese e, tra gli occupati, Tab. 24 Propensione al miglioramento della conoscenza linguistica, per lingua conosciuta (val. %) Propensione a migliorare Occupato dipendente Condizione professionale Occupato autonomo Pensionato Disoccupato Studente Casalinga Totale Inglese Sicuramente sì 22,7 17,3 6,9 28,4 53,5 12,1 26,2 Probabilmente sì 36,1 26,8 16,4 48,6 33,2 34,1 33,1 Probabilmente no 28,0 33,9 28,4 17,6 11,1 26,4 24,4 Sicuramente no 13,3 22,0 48,3 5,4 2,2 27,5 16,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Francese Sicuramente sì 4,9 5,9 2,2 4,3 28,3 4,1 6,8 Probabilmente sì 14,5 14,1 14,6 27,7 37,0 18,4 18,1 Probabilmente no 36,7 36,5 27,6 29,8 22,8 30,6 32,1 Sicuramente no 43,9 43,5 55,7 38,3 12,0 46,9 43,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Spagnolo Sicuramente sì 19,4 6,7 4,5 40,0 27,8 15,5 Probabilmente sì 32,3 26,7 13,6 40,0 61,1 30,9 Probabilmente no 22,6 26,7 27,3 5,6 50,0 21,6 Sicuramente no 25,8 40,0 54,5 20,0 5,6 50,0 32,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tedesco Sicuramente sì 13,7 18,2 6,9 37,5 18,8 8,3 14,2 Probabilmente sì 17,6 9,1 17,2 12,5 37,5 25,0 19,7 Probabilmente no 47,1 36,4 6,9 50,0 31,3 25,0 33,0 Sicuramente no 21,6 36,4 69,0 12,5 41,7 33,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base: 1.656 persone che conoscono almeno 1 lingua straniera LA DOMANDA DI FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA 35

chi ha un lavoro dipendente. I pensionati, all opposto, sembrano propensi ad accontentarsi del loro livello di competenza: solo il 6,9% dichiara che sicuramente parteciperà ad occasioni di perfezionamento per il proprio inglese, seguito dal 16,4% che usa una formula più dubitativa. Per chi conosce il francese le proporzioni si invertono: la maggioranza non pensa di migliorarlo (il 43% sicuramente no e il 32,1% probabilmente no) e non perché gli intervistati si sentano particolarmente abili, anzi si è visto che sono proprio loro i più critici rispetto alle proprie competenze 10 ; è più probabile che attribuiscano alla lingua da loro conosciuta scarse possibilità di essere competitiva negli scenari che si delineano, così da non invogliarli ad investire ulteriormente su questa competenza. Si riscontra, infatti, che le percentuali più alte di chi dichiara di non volere migliorare la propria conoscenza del francese si ritrovino proprio, oltre che tra i pensionati, tra gli occupati. Maggior equilibrio fanno riscontrare le persone che conoscono lo spagnolo e il tedesco, ma, anche tra queste, la quota di chi sicuramente o probabilmente non intende migliorare il proprio livello di conoscenza è superiore al 50%. Rispetto alle modalità di perfezionamento, ben il 51% di chi oltre a conoscere una lingua intende anche migliorarla, pensa di farlo ricorrendo ad un corso di formazione presso una scuola pubblica o privata (fig. 3). Questa scelta è privilegiata dagli occupati (il 53,1% dei dipendenti e il 43,9% degli autonomi), dai disoccupati (62,7%) e dagli studenti (57,6%). 10 Cfr. tabella 23. 36 PROGETTO LETitFLY