L ESPERIENZA DI RILEVAMENTO DELL AMIANTO IN EDIFICI PUBBLICI. Dr.ssa Antonella Campopiano



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L ESPERIENZA DI RILEVAMENTO DELL AMIANTO IN EDIFICI PUBBLICI Dr.ssa Antonella Campopiano Laboratorio Polveri e Fibre Dipartimento Igiene del Lavoro- ISPESL INTRODUZIONE Le straordinarie qualità tecniche dei prodotti contenenti amianto avevano determinato un diffusissimo e capillare impiego di tale minerale negli anni precedenti al 1992. Il maggiore impiego industriale dell amianto, a livello mondiale, è stato in combinazione con il cemento, per la realizzazione di una grande varietà di prodotti, come ad esempio condutture, lastre piane e corrugate. Altri impieghi significativi dell amianto sono stati la realizzazione di prodotti a base di asfalto o vinile per la pavimentazione, prodotti isolanti per le condutture e le caldaie, feltri per la costruzione di tetti, tessuti speciali, materiali di attrito, prodotti antincendio spruzzati ed isolanti elettrici. I materiali contenenti amianto possono costituire una fonte di inquinamento, a seconda se l amianto sia o meno saldamente legato all interno del materiale. I materiali in sono un chiaro esempio di amianto inglobato all interno del prodotto e generalmente non costituiscono una significativa sorgente di inquinamento, fintanto che tali prodotti rimangono in buone condizioni. L impiego di amianto in prodotti antincendio spruzzati rappresenta invece un esempio di amianto non legato saldamente; questi, alla pari di altri prodotti friabili, possono facilmente rilasciare fibre nell ambiente. Malgrado la normativa italiana [1] abbia proibito l impiego e la produzione dell amianto e dei materiali che lo contengono, il rischio di esposizione a tale minerale permane tuttora, perché la maggior parte di questi materiali sono situati principalmente negli edifici pubblici e nelle scuole. MATERIALI CONTENENTI AMIANTO E noto che la contaminazione da amianto all interno di un edificio dipende dalla friabilità e dallo stato di degrado del materiale contenente amianto. Per materiale friabile si intende qualsiasi materiale contenente più dell uno per cento di amianto che può essere sbriciolato o ridotto in polvere con la sola pressione della mano, mentre per materiale compatto si intende qualsiasi materiale duro che può essere sbriciolato o ridotto in polvere solo con l impiego di attrezzi meccanici [2]. In Tabella 1 sono riportati i principali tipi di materiali contenenti amianto ed il loro potenziale di rilascio di fibre [3]. Tutti i ricoprimenti a spruzzo sono classificati come materiali ad elevata friabilità e possono contenere fino all 85% di amianto. Generalmente l amianto utilizzato era di tipo anfibolico unito a sostanze cementanti di origine sia inorganica, come cemento o gesso, che organica, come ad esempio le resine. Questo preparato veniva spruzzato direttamente sulle strutture portanti di acciaio, sul soffitto o sulle pareti. Poiché le superfici trattate con amianto a spruzzo sono facilmente danneggiabili, ogni piccola perturbazione può risultare importante per la diffusione delle fibre nell ambiente. Al contrario, prodotti in vinil-amianto, ampiamente utilizzati per la pavimentazione di edifici pubblici, scuole ed ospedali, non rilasciano fibre di amianto aerodisperse poiché queste sono strettamente inglobate nella matrice. Lo stato di conservazione del materiale è un altro fattore importante da considerare. L OMS riporta a tale proposito alcuni dati di riferimento per l inquinamento da amianto. In ambienti indoor dove è presente amianto legato a matrici non friabili, come il vinil-amianto o il, e in buono stato di conservazione, la concentrazione di fibre aerodisperse riscontrate sono minori di 1f/L; negli ambienti dove è presente amianto legato a matrici friabili, le concentrazioni di fibre aerodisperse variano da meno di 1 f/l fino a superare anche le 10 f/l [4].

Per valutare il rischio per la salute, derivante da esposizione all amianto, è necessario effettuare indagini specifiche negli edifici, verificando la presenza e lo stato dei materiali contenenti amianto e, per verificare se è in atto una dispersione di fibre di amianto nell ambiente, effettuando campionamenti dell aria. Tipo di materiale Contenuto Rilascio di fibre Ricoprimenti a spruzzo e Fino all 85% circa di amianto Elevato potenziale rivestimenti isolanti (prevalentemente amosite spruzzata) In tele, filtri, imbottiture in genere al 100%. Elevato potenziale se i rivestimenti non Rivestimenti isolanti di tubazioni o Per altri rivestimenti in miscela al 6-10% sono ricoperti con strato sigillante caldaie con silicati di calcio uniforme e intatto. Funi, corde, tessuti In genere al 100% (crisotilo) Possibile Cartoni, carte e prodotti affini Solo crisotilo al 100% Possibile solo se sciolti o maneggiati Prodotti in amianto-cemento 10-15% di amianto (crisotilo e anfiboli) Possibile solo se abrasi, segati o deteriorati Prodotti bituminosi, mattonelle e Dallo 0,5 al 2% per mastici sigillanti e pavimenti vinilici, PVC e plastiche Improbabile adesivi, al 10 15 % per mattonelle e rinforzate, vernici, mastici, sigillanti, Possibile solo se abrasi o tagliati pavimenti vinilici. stucchi, adesivi Tabella 1.Principali prodotti in amianto in edilizia EDIFICI CON COIBENTAZIONE IN AMIANTO SPRUZZATO E stato richiesto all Istituto di effettuare sopralluoghi per valutare lo stato di degrado di coibentazioni costituite da amianto spruzzato e la possibile dispersione di fibre di amianto negli ambienti. La coibentazione era composta da amosite e gesso, solo in un caso si trattava di una miscela di crisotilo e vermiculite. Vengono prima identificate le aree dove la coibentazione è maggiormente deteriorata, poi si effettuano i campionamenti di aria. Inoltre vengono raccolti, dopo il campionamento di aria, anche campioni di polveri depositate. I campioni massivi delle coibentazioni e quelli delle polveri depositate sono analizzati utilizzando sia la microscopia ottica in contrasto di fase (MOCF, microscopio LEICA) sia quella elettronica a scansione (SEM; microscopio LEO S 440). In Figura 1 è mostrato un fascio di amosite presente nell impasto della coibentazione di un edificio. counts (x1000) 3 2 1 0 Si Au Mg O Fe Au 0 2 4 6 8 10 energy (kev) Figura 1. Immagine SEM di un fascio di amosite presente nella coibentazione di un edificio e spettro a dispersione di energia dei raggi X. Il particolato aerodisperso è prelevato utilizzando filtri a membrana in policarbonato, di 25 mm di diametro e porosità pari a 0,8 µm, ad un flusso di 7-8 l/m per 6 ore. Le concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse sono misurate analizzando le membrane di prelievo mediante SEM. L area di lettura di ciascun filtro è di 1 mm 2 e

l esame viene effettuato a 2000 ingrandimenti. Tutte le fibre rilevate nei campi di lettura e di dimensioni regolamentate sono sottoposte ad analisi degli elementi tramite spettroscopia X a dispersione di energia (EDS; modello LINK AN 10000). In Tabella 2 sono mostrate le concentrazioni massime di fibre di amianto aerodisperse riscontrate in ogni edificio investigato. Sono riportati inoltre i risultati delle indagini effettuate in due grandi edifici in cui l amianto spruzzato era stato in un caso incapsulato e nell altro confinato. Periodo Edifici investigati Campionamenti di aria Concentrazione massima di fibre di amianto aerodisperse (f/l) 1992-1999 1 55 0,8 Amianto nella polvere depositata Non sempre presente 1997-2003 1 44 1,8 presente 2000 1 13 1,2 presente 2001 1 3 1,0 presente Prodotto (localizzazione) Crisotilo e vermiculite spruzzato ed incapsulato Amosite e gesso spruzzato e confinato Amosite e gesso spruzzato Amosite e gesso spruzzato Tabella 2. Risultati delle indagini ambientali effettuate in edifici in cui era presente amianto spruzzato. In questi casi i controlli ambientali venivano effettuati ogni sei mesi e ogni volta che si verificava una perturbazione alla coibentazione dovuta a lavori di manutenzione o danni accidentali. Nonostante l amianto sia stato trattato, la dispersione è continuata a verificarsi soprattutto quando si creavano delle piccole fessurazioni. In questi casi si è intervenuto immediatamente con appropriati restauri ed i valori di concentrazione sono ritornati ad essere nella media. E interessante notare che, sebbene la concentrazione ambientale sia sempre al di sotto del valore limite previsto per gli ambienti indoor, nelle polveri raccolte si è riscontrata una quantità di fibre di amianto non trascurabile (Fig. 2), le stesse utilizzate nell impasto della coibentazione. Il problema più grande diventa la risospensione di tali fibre nell ambiente, infatti spesso si è riscontrata la presenza di amianto aerodisperso anche in uffici dove la coibentazione era assente e distanti dalle aree in cui questa era presente. Figura 2. Fibre di amosite riscontrate nella polvere depositata.

Laddove non era stata programmata in tempi brevi una bonifica volta ad eliminare totalmente l amianto all interno dell edificio, sono stati consigliati alcuni provvedimenti da prendere con urgenza, tra i quali la necessità di mantenere puliti tutti i locali per ridurre al minimo i livelli di polverosità, di eseguire le pulizie utilizzando panni umidi o un aspirapolvere munito di filtro assoluto per impedire che la polvere venga risospesa in atmosfera, di non utilizzare scope, spazzole o panni asciutti. Inoltre i responsabili preposti alla sicurezza devono controllare continuamente lo stato di conservazione del materiale ed effettuare monitoraggi dell aria all interno dell edificio. Se vengono notate crepe o rotture è necessario intervenire immediatamente con appropriati restauri utilizzando idonei materiali incapsulanti. EDIFICI CON MATERIALI CONTENENTI AMIANTO IN MATRICE COMPATTA: SCUOLE L Istituto ha effettuato, in diverse regioni d Italia, indagini ambientali in 59 scuole medie inferiori e superiori allo scopo di valutare il rischio per gli studenti ed il personale scolastico correlato alla presenza di amianto. La maggioranza delle scuole sono state costruite prima del 1980, ovvero nel periodo in cui è stata massima la produzione e l utilizzazione dell amianto. La maggior parte delle scuole aveva i pavimenti ricoperti con piastrelle in vinil-amianto e pannelli in cementoamianto usati come tramezzi e soffitti. Le analisi dei campioni in massa, effettuate con la MOCF e la SEM dotata di EDS, hanno confermato la presenza delle sole fibre di crisotilo nelle piastrelle di vini-amianto, mentre i prodotti in contenevano anche gli anfiboli (Fig. 2). Per quanto concerne l esterno degli edifici, i prodotti in sono stati trovati sui tetti e sulle facciate. Figura 2. Crisotilo e crocidolite presente in un tramezzo in osservato in MOCF. La Tabella 3 riporta il numero delle scuole investigate, i campionamenti effettuati in ciascun anno, i prodotti contenenti amianto individuati nelle scuole e la loro localizzazione. L 83% delle concentrazioni misurate di fibre aerodisperse di amianto sono state inferiori al limite di rilevabilità, ovvero al limite sotto il quale, per una distribuzione di Poisson, con il 95% di probabilità, si trova la reale concentrazione quando non viene individuata alcuna fibra nel corso dell analisi al SEM [5]. Le concentrazioni di amianto aerodisperso sono risultate maggiori di 0,4 f/l nel 17% delle misurazioni eseguite nelle scuole, come mostrato in Figura 3, la quale riassume i risultati dei campionamenti di aria effettuati. I dati ottenuti dalle nostre indagini mostrano che, in presenza di pavimenti vinilici, la dispersione di fibre di amianto era trascurabile anche quando il pavimento era molto deteriorato. Anche in presenza di lastre in utilizzate come coperture, le concentrazioni di fibre aerodisperse erano al disotto del limite di rilevabilità sia se le lastre erano in buono stato di conservazione sia se presentavano evidenti rotture. Al contrario, se nell edificio erano presenti pannelli di, utilizzati o come tramezzi o come soffitti, i valori di fibre di amianto aerodisperse potevano aumentare fino a superare la soglia di 0,4 f/l. Le concentrazioni riportate in tabella che

risultano essere maggiori di tale valore si riferiscono proprio a questo tipo di materiali. Un esempio di fibre aerodispersa di crisotilo è mostrata in figura 4. Il 3% delle misure effettuate nelle scuole da noi investigate hanno mostrato concentrazioni maggiori 2 f/l, limite stabilito dalla normativa al di sotto del quale il locale può essere rioccupato dopo la rimozione dell amianto. Questi casi corrispondevano ad aree in cui i materiali contenenti amianto erano molto deteriorati o erano continuamente sottoposti a sollecitazioni. Anno Scuole investigate Campionamenti di aria Concentrazione massima di fibre di amianto aerodisperse (f/l) Campioni in massa Campioni in massa con amianto 1992 5 3 0,4 11 1 1993 2 3 0,4 13 7 1994 6 9 2,2 10 2 1995 5 4 0,4 32 6 1996 16 31 1,6 51 18 Prodotto (localizzazione) (tetti) (muri) (muri) 1997 12 35 0,4 66 16 1998 7 25 1,0 9 2 1999 1 6 0,4 8 2 2000 3 10 0,4 2 2 2001 1 4 0,4 6 6 2002 1 2 0,7 4 4 (tetti) (muri) (muri, soffitti, tetti Tabella 3. Risultati delle indagini ambientali effettuate in edifici in cui era presente amianto in matrice compatta. 83% 3% 14% Figura 3. Distribuzione percentuale delle concentrazioni di fibre aerodisperse di amianto, c (f/l), misurate dal 1992 al 2002 negli edifici scolastici. Il colore bianco è relativo a c < 0,4 f/l, il colore grigio chiaro 0,4 f/l< c < 2 f/l ed il grigio scuro a c > 2 f/l.

In tali situazioni, devono essere adottate particolari misure di prevenzione ed eseguiti interventi per il ripristino delle condizioni di sicurezza, scegliendo quale dei tre metodi di bonifica è preferibile impiegare per ridurre la concentrazione di fibre aerodisperse di amianto. Nelle scuole con le minori concentrazioni di amianto aerodisperso, i presidi o i loro rappresentanti erano ben consapevoli dei pericoli derivanti da tale minerale ed avevano predisposto programmi di prevenzione che includevano tra l altro: comunicazione al personale della presenza e localizzazione dei materiali contenenti amianto; formazione del personale e degli studenti sui rischi derivanti dall esposizione all amianto e sulle corrette procedure comportamentali; interventi per prevenire il danneggiamento di tali materiali o per ripararli se danneggiati. counts (x1000) 5 4 3 2 1 0 Mg Si O Au Ca Au 0 2 4 6 8 10 energy (kev) Figura 4. Fibra di crisotilo aerodispersa e spettro EDS. CONCLUSIONI Nel caso di amianto friabile ogni piccola perturbazione può risultare importante per la diffusione delle fibre nell ambiente. I possibili danneggiamenti possono derivare da attività di manutenzione, da infiltrazioni di acqua, da spostamenti di aria causati da condizionatori o ventilatori, da vibrazioni prodotte dall attività lavorativa, da eventi accidentali conseguenti alle attività degli occupanti oppure da deliberati atti vandalici. Anche nei casi in cui l amianto sia stato trattato tramite incapsulante, una dispersione lenta di fibre continuava a verificarsi. In questi casi l unica soluzione è la rimozione dell amianto. Se l amianto è in matrice compatta la dispersione di fibre è molto rara, si sono trovate delle dispersioni solo in casi in cui il materiale presentava un forte deterioramento e la richiesta di intervento (indagine ambientale e bonifica) era risultata tardiva per una sottovalutazione del reale problema. Dopo ulteriori azioni di bonifica i suddetti valori di concentrazione sono stati drasticamente abbattuti. L esperienza acquisita suggerisce che l impatto sanitario conseguente alla presenza dell amianto può essere ridotto qualora i dirigenti preposti alla sicurezza siano ben consapevoli sui rischi connessi alla presenza di tale minerale ed adottino un programma di prevenzione che includa tra l altro: la comunicazione al personale dell ubicazione dei materiali contenenti amianto, lo svolgimento di corsi informativi sui rischi dell esposizione all amianto e sulle corrette procedure comportamentali, l esecuzione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. E fortemente raccomandato, anche quando il danno è di modesta entità o assente, intraprendere le opportune iniziative di controllo, predisporre una sorveglianza periodica, evitare, per quanto possibile, interventi non controllati sui materiali e misurare periodicamente il rilascio di fibre di amianto. BIBLIOGRAFIA 1. Legge n. 257 del 27 marzo 1992. Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 87, del 13/4/1992. 2. Environmental Protection Agency: Terms of Environment. EPA 175-B-97001. Washington, DC (1998).

3. Decreto del Ministro della Sanità 6 settembre 1994. Normative e metodologie tecniche di applicazione dell art. 6, comma 3, e dell art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell impiego dell amianto. Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale, Serie generale, n. 288, del 10/12/1994. 4. WORLD HEALTH ORGANIZATION Asbestos. Air quality guidelines for Europe. Geneva: 182-199, WHO, 1987 5. VDI 3492 Part 1, Measurement of Inorganic Fibrous Particles in Ambient Air Scanning Electron Microscopy Method. Verein Deutscher Ingenieure, Düsseldorf, 1991