4.2 Piantumazioni arboree ed arbustive con sesto d impianto regolare Siepi di mascheramento... 11

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Transcript:

INDICE 1 UBICAZIONE ED INQUADRAMENTO DELL AREA... 2 1.1 Caratterizzazione delle aree di intervento... 2 1.1.1 Vegetazione potenziale... 2 1.1.2 Vegetazione reale... 2 2 USI DELL AREA E SCELTE PROGETTUALI... 3 3 INTERVENTI PREVISTI... 5 3.1 Interventi di inserimento a verde del Parcheggio A... 5 3.2 Interventi di inserimento a verde del Parcheggio B... 6 3.2.1 Transitabilità e passaggi fauna dei parcheggi... 7 3.3 Ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda... 8 4 TIPOLOGIE DI INTERVENTO... 10 4.1 Inerbimento... 10 4.1.1 Inerbimento con miscuglio di tipo A... 10 4.1.2 Inerbimento di tipo B... 11 4.2 Piantumazioni arboree ed arbustive con sesto d impianto regolare... 11 4.2.1 Siepi di mascheramento... 11 4.3 Filari di ombreggiamento... 13 4.4 Piantumazioni arboree ed arbustive naturaliformi... 14 4.5 Messa a dimora di talee... 14 5 NORME TECNICHE PER LA TUTELA DELLE ALBERATE IN FASE DI CANTIERE... 15 5.1 Danni chimici... 16 5.1.1 Costipamento... 16 5.1.2 Manomissioni del suolo... 16 5.1.3 Inquinanti... 16 5.2 Danni meccanici... 17 5.2.1 Allestimento dei cantieri... 17 5.2.2 Lesioni all apparato radicale... 17 5.2.3 Lesioni all apparato aereo... 17 5.2.4 Transito di mezzi... 18 5.3 Difesa Fitosanitaria... 18 6 PIANO DI MANUTENZIONE... 19 AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 1

1 UBICAZIONE ED INQUADRAMENTO DELL AREA Le aree interessate dal progetto sono site in Comune di Venaria Reale, in Provincia di Torino, in sponda destra del torrente Ceronda. L area che sarà adibita a Parcheggio A è delimitata ad ovest dall asse stradale Via Amedeo di Castellamonte che si innesta sul Ponte Castellamonte; a nord l area è invece delimitata dallo stesso Torrente Ceronda, mentre a sud il limite è definito da edifici abitati e da via Cesare Battisti. L area del Parcheggio B è compresa tra il corso del torrente Ceronda ed il viale Carlo Emanuele II, che porta all ingresso dal Ponte Verde del Parco della Mandria. Sul lato ovest sono localizzati, tra il torrente Ceronda e viale Carlo Emanuele II, due stabilimenti industriali l uno che ospita un industria metalmeccanica in attività e l altro destinato a logistica. A sud di viale Carlo Emanuele II, che segna il margine geometrico del territorio interessato, è posto il complesso della Reggia di Venaria, comprendente gli edifici storici ed il grande parco e sistema di giardini circostanti, recentemente restaurati e restituiti al patrimonio regionale come bene pubblico da fruire per scopi culturali-turistico-ricreativi. 1.1 Caratterizzazione delle aree di intervento 1.1.1 Vegetazione potenziale L area ricade, dal punto di vista potenziale, nel climax della Farnia (Quercus robur), del Frassino (Fraxinus excelsior) e del Carpino bianco (Carpinus betulus) ed in particolare nell ambito delle Formazioni con dominanza di Farnia e lungo i grandi fiumi planiziali con formazioni di Ontano nero, Pioppo bianco e Salici. Secondo i Tipi forestali dei boschi piemontesi Regione Piemonte, nel settore più a contatto con il fiume la vegetazione potenziale si collocherebbe nella categoria di Saliceti e pioppeti come Boschi ripari e nel settore meno influenzato dai fenomeni di piena, il tipo di riferimento è il Querco-carpineto della bassa pianura. 1.1.2 Vegetazione reale L area di intervento risulta interclusa tra destinazioni d uso antropiche ed avulsa dalle zone di pregio naturalistico che si possono riconoscere al di là del Ponte Verde. Con riguardo alla presenza di naturalità residua nell area di progetto si segnala la fascia fluviale del Ceronda, la quale ospita una associazione vegetazionale tipica dei bordi dei rii e torrenti della zona, ma ospitante nel tratto di interesse quasi unicamente specie arbustive alloctone e ruderali. Le analisi sul campo condotte all interno dell area interessata dalla trasformazione consentono di individuare nel dettaglio le seguenti caratteristiche territoriali ed il corrispondente corredo vegetazionale e faunistico: una fascia di vegetazione che delimita l alveo del Ceronda per una profondità variabile dai 3 ai 15 metri a seconda della posizione, costituita da salice bianco (Salix alba), salice odoroso (Salix pentandra) che contribuiscono al consolidamento delle sponde, messe a rischio dalle frequenti piene. Nelle zone più favorevoli con pendenze delle sponde non eccessive, ma non AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 2

corrispondenti alle aree di intervento, si rileva la presenza di individui di pioppo bianco (Populus alba), pioppo nero (Populus nigra) e ontano nero (Alnus glutinosa), quest ultimo più sporadico. Sempre sulle sponde si può sviluppare una interessante flora rappresentata da salcerella (Lythrum salicaria), scagliola palustre (Typhoides arundinacea), carice pendula (Carex pendula), e Agrostis stolonifera, tipica del sottobosco. Accanto a specie della nostra flora compaiono anche molte specie esotiche, tra cui si ricordano la robinia (Robinia pseudoacacia), la buddleja (Buddleia davidii) originaria della Cina, il topinambour (Helianthus tuberosus), specie esotica proveniente dall'america, e il senecio sudafricano (Senecio inaequidens); aree urbanizzate comprendenti gli edifici residenziali, circondate da giardini con specie arboree ed arbustive di scarso valore naturalistico, ma orientate unicamente da esigenze estetico-decorative (siepi di Cotoneaster salicifolia, Prunus laurocerasus, macchie di Forstithia spp, rose, ortensie); aree urbanizzate a destinazione industriale ad ovest del territorio interessato e comprendenti al loro interno anche piccoli spazi verdi con alberi di specie alloctone e decorative nell affaccio su viale Carlo Emanuele II; l area tra il Ceronda e viale Carlo Emanuele II, occupata da colture cerealicole recentemente abbandonate, a causa dell acquisto del fondo da parte del Consorzio La Venaria, per la destinazione a parcheggio; un margine che presenta prato tipico dei bordi strada che si trova lungo la SP1 oggetto di interventi e lungo le altre strade presenti nell area. 2 USI DELL AREA E SCELTE PROGETTUALI L area di intervento si configurerà come area a parcheggio a servizio della Reggia di Venaria. Le aree verdi comprese nel perimetro dell intervento sono quindi state strutturate di conseguenza, secondo criteri di fruibilità diretta ed indiretta e criteri estetico-paesaggistici adeguati alla destinazione delle aree, ma anche considerando il fatto che si è all interno del perimetro del Parco Regionale della Mandria e nelle immediate vicinanze della Reggia di Venaria. In particolare quindi si è tenuto conto del verde ornamentale ed attrezzato già presente, ed in progetto, nelle aree circostanti. Tutte le scelte progettuali delle opere a verde mirano, oltre che a garantire una fruizione diretta degli elementi vegetazionali, a garantirne una fruizione indiretta in termini paesaggistici ed estetico-percettivi, a complemento degli elementi architettonici e strutturali che costituiscono il progetto delle viabilità e dei parcheggi. Per il progetto di ricostituzione del corridoio ecologico si è invece fatto riferimento alla vegetazione potenziale dell area, con particolare attenzione alla scelta di specie che contribuissero alla creazione di un habitat di rifugio ed alimentazione per la fauna locale. Per quanto riguarda le sistemazioni a verde delle aree intercluse nei parcheggi e nella nuova viabilità, le scelte progettuali di partenza sono state effettuate cercando di conciliare le esigenze pedo-climatiche delle specie scelte con le caratteristiche microclimatiche dell area, con particolare attenzione anche al risultato paesaggistico ed estetico-percettivo, dato il particolare contesto paesaggistico in cui si inserisce l intervento. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 3

Il progetto prevede in pratica di abbinare alla gradevole percezione estetica ed alla funzionalità d utilizzo delle aree verdi, l adozione di solidi criteri tecnici, quali: la ricerca di soluzioni coerenti ed idonee al tipo di fruizione prevalente; la scelta di specie adatte alla stazione per le caratteristiche microclimatiche, in modo da ridurre al minimo le manutenzioni e la sostituzione delle fallanze; la caratterizzazione delle singole aree ed degli elementi strutturali, attraverso l impiego di essenze differenti con caratteri paesaggistici peculiari; la ricerca di effetti estetici grazie alla diversificazione stagionale del quadro percettivo e paesaggistico delle singole aree attraverso l alternanza di volumi e di effetti cromatici grazie all utilizzo di specie differenziate nella forma, nelle dimensioni, nell epoca e nelle varietà di colore delle fioriture e del fogliame. Le esigenze derivanti dalla localizzazione territoriale all interno o comunque ai margini del Parco Regionale della Mandria hanno fatto preferire specie arboree ed arbustive autoctone. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 4

3 INTERVENTI PREVISTI Nel presente paragrafo verranno illustrati gli interventi a verde previsti nell ambito del presente progetto. Essi si distinguono in tre ambiti differenti: Interventi di inserimento a verde del Parcheggio A Interventi di inserimento a verde del Parcheggio B Ricostruzione del Corridoio ecologico del torrente Ceronda Per la rappresentazione planimetrica degli interventi previsti, sia nell ambito delle aree a parcheggio, sia nell ambito del corridoio ecologico lungo il torrente Ceronda, si rimanda all elaborato AMB2 - Planimetria delle piantumazioni. 3.1 Interventi di inserimento a verde del Parcheggio A All interno del parcheggio A è prevista la piantumazione delle seguenti specie arboree: n. 67 Tilia cordata (tiglio comune) cfr = 20-25, h=3,50, z n. 19 Acer campestre (acero campestre) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 10 Fraxinus excelsior (frassino) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 8 Prunus avium (ciliegio) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 11 Quercus robur (farnia) h=3,00-3,50, z All interno del parcheggio A è prevista la piantumazione delle seguenti specie arbustive: n. 46 Crataegus monogyna (biancospino) h=0.8-1.00, r=3, z n. 43 Euonymus europaeus (fusaggine) h=1.00-1.25, r=3, z n. 45 Cornus mas (corniolo) h=1.00-1.25, z n. 31 Viburnum opulus (pallon di maggio) h=0.8-1.00, r=3, z,v n. 55 Carpinus betulus (carpino) h=1.00-1.50 r=3 cesp. z In particolare all interno del parcheggio A è previsto un viale centrale in cubetti di pietra di Luserna allineato all uscita su Viale Carlo Emanuele II, caratterizzato da un doppio filare di farnia (Quercus robur), alla base del quale è creata una siepe bassa di biancospino (Crataegus monogyna). L acero campestre (Acer campestre) viene allocato nel parcheggio A come elemento di testata della serie di stalli. Come separazione tra le file di stalli sono utilizzati invece, in modo alternato, il frassino comune (Fraxinus excelsior) con sottostante siepe di corniolo (Cornus mas) o fusaggine (Euonymus europaeus) e il ciliegio comune (Prunus avium) con sottostante siepe di biancospino (Crataegus monogyna) o pallon di maggio (Viburnum opulus). AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 5

Lungo il perimetro sud, est e nord del parcheggio A e sul rilevato in terra adiacente alla viabilità di accesso allo stesso sono infine posizionati filari di tiglio (Tilia cordata) che permettono di mascherare in parte il retro degli edifici di margine del Borgo storico di Venaria. Le aree verdi all interno del Parcheggio A sono dotate di impianto di irrigazione ad ala gocciolante. 3.2 Interventi di inserimento a verde del Parcheggio B All interno del parcheggio B è prevista la piantumazione delle seguenti specie arboree: n. 79 Tilia cordata (tiglio comune) cfr = 20-25, h=3,50, z n. 68 Acer campestre (acero campestre) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 13 Fraxinus excelsior (frassino) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 55 Prunus avium (ciliegio) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 22 Populus alba (pioppo bianco) cfr = 10-12, h=2,20, z n. 78 Quercus robur (farnia) h=3,00-3,50, z All interno del parcheggio B è prevista la piantumazione delle seguenti specie arbustive: n. 194 Crataegus monogyna (biancospino) h=0.8-1.00, r=3, z n. 416 Euonymus europaeus (fusaggine) h=1.00-1.25, r=3, z n. 52 Cornus mas (corniolo) h=1.00-1.25, z n. 113 Viburnum opulus (pallon di maggio) h=0.8-1.00, r=3, z,v n. 289 Carpinus betulus (carpino) h=1.00-1.50 r=3 cesp. z Nel parcheggio B l acero, il frassino, il ciliegio, sono utilizzati in modo alternato, in filari monospecifici, fra le varie serie di stalli. Alla base di tali filari è creata una siepe bassa monospecifica di biancospino (Crataegus monogyna), corniolo (Cornus mas), fusaggine (Euonymus europaeus) o pallon di maggio (Viburnum opulus). L acero campestre (Acer campestre) e il ciliegio comune (Prunus avium) vengono allocati come elementi di testata della serie di stalli. Si sono poi create delle piccole aree con macchie arboree naturaliformi (zone B1, B7, B6), con pioppo bianco (Populus alba) e ciliegio comune (Prunus avium). Lungo la viabilità di accesso al parcheggio, sul perimetro ovest e nord del parcheggio B sono infine posizionati filari di tiglio (Tilia cordata) che permettono di mascherare in parte il retro degli edifici di margine del Borgo storico di Venaria. Nel parcheggio B sono realizzati due vialetti pedonali principali in direzione sud-nord contornati dal doppio filare di farnia (Quercus robur) alla cui base è stato creata una siepe caratterizzata da due file parallele distanziate fra loro di circa 60 cm per favorire un corridoio protetto per AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 6

l eventuale passaggio della microfauna terrestre (si veda il paragrafo 3.2.1 per la descrizione di dettaglio). A completamento delle opere Parcheggio B è prevista la sistemazione arginale del torrente Ceronda in affiancamento alla viabilità di accesso al parcheggio. Tale sistemazione presenta larghezza pari a 5.50 m suddivisa in 2 m di viale alberato di tigli (Tilia cordata), 2.50 m di percorso naturalistico e 1 m di arginello di sicurezza e rimane adiacente alla viabilità di accesso al parcheggio sino al limite intervento posto su Viale Carlo Emanuele II. Il filare di tigli prosegue anche sul lato dell industria Magneti Marelli per poi collegarsi al viale Carlo Emanuele II. Le aree verdi all interno del Parcheggio B sono dotate di impianto di irrigazione ad ala gocciolante. 3.2.1 Transitabilità e passaggi fauna dei parcheggi Uno degli aspetti connessi alla realizzazione dei parcheggi in oggetto, è relativo alla possibile interferenza che questi creano alla fauna terrestre presente nelle aree di prevista occupazione. Si evidenzia come l area, attualmente caratterizzata da prati incolti e in parte coltivati, risulta essere prossima ad elementi di pressione antropica che limitano la presenza di fauna. Ulteriore fattore limitante è la presenza di strutture che costituiscono ostacolo alla distribuzione della fauna terrestre, quali il Viale Carlo Emanuele II, gli stabilimenti della Magneti Marelli, il torrente Ceronda e gli edifici prospicienti le nuove aree. Le popolazioni faunistiche che popolano l area sono pertanto riconducibili a quelle tipiche delle aree agrarie degli ambienti periurbani, identificabili con l unità faunistico territoriale delle aree agricole ed aree urbanizzate. Si tratta pertanto di animali di piccola taglia quali il topo selvatico delle case, la minilepre, il coniglio selvatico, la lepre. In funzione della possibile presenza di tali specie di fauna, la realizzazione dei parcheggi comporta la sottrazione di habitat per tali specie. Inoltre la struttura dei parcheggi potrebbe costituire, in rari casi, un possibile ostacolo alla microfauna terrestre che vi entra. La presenza della struttura del parcheggio con stalli e aiuole può costituire un criticità per il transito della microfauna, in particolare in direzione trasversale ai parcheggi, dal torrente Ceronda verso l abitato (parcheggio A) e verso corso Carlo Emanuele (Parcheggio B), e viceversa. L ingresso accidentale di specie faunistiche all interno del parcheggio potrebbe costituire una sorta di gabbia con l impossibilità delle stesse di uscire dal parcheggio. Pertanto al fine di facilitare la transitabilità trasversale da parte della microfauna sono stati progettati nel parcheggio B, corridoi di transito, in corrispondenza delle interruzioni delle serie di stalli. Tali corridoi vengono realizzati in prossimità dei viali pedonali all interno del parcheggio tramite la piantumazione di due filari di siepe paralleli e distanziati di 60 cm circa. Lo spazio intercluso tra le due siepi sarà realizzato in terra battuta e successivamente inerbito. La realizzazione di tale corridoio potrà costituire riparo per la microfauna terrestre che occasionalmente entrerà all interno del parcheggio: tale area, racchiusa tre le due siepi di altezza a maturità superiore al metro, potrà essere costituire luogo di attrazione della fauna e, in funzione della sua direzionalità, convoglierà la fauna verso le aree perimetrali del parcheggio stesso, facilitandone l uscita. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 7

Per la realizzazione delle siepi arbustive funzionali al corridoio ecologico verranno utilizzati esemplari delle seguenti specie: Euonymus europeus (fusaggine) Crataegus monogyna (biancospino) Cornus mas (corniolo) Viburnum opulus (viburno) Per i dettagli di realizzazione del corridoio per la microfauna terrestre si rimanda alla Tavola AMB3 - Planimetria dei passaggi per la microfauna all'interno dei parcheggi. 3.3 Ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda Il progetto di ricostituzione del corridoio ecologico del Torrente Ceronda ha l obiettivo di compensare l impatto del progetto relativo alla riduzione degli spazi aperti lungo il torrente Ceronda e consiste nel potenziamento delle fasce vegetate naturali e seminaturali attualmente presenti sulle rive del torrente, garantendo così un elevato grado di naturalità e di permeabilità ecologica. Gli obiettivi del progetto, rappresentato graficamente nella Tavola AMB2 - Planimetria delle piantumazioni, sono i seguenti: - favorire la massima diversità specifica possibile, sia in senso longitudinale che trasversale; - mantenere più elevata possibile la diversificazione strutturale (età, dimensioni, ecc.); - favorire lo sviluppo di specie erbacee, arbustive ed arboree autoctone. Punto di partenza del progetto di ricostituzione è il mantenimento della vegetazione esistente nelle aree non interessate direttamente dalla realizzazione delle opere. Nella Tavola sopra citata sono infatti delimitate le aree di vegetazione naturaliforme da preservare. Tramite lo studio delle caratteristiche ecosistemiche, e compositive delle formazioni vegetali presenti nel territorio di indagine si sono delineati i requisiti caratterizzanti del corridoio ecologico da ricostituire. Per ciò che concerne la composizione specifica si sono utilizzate le specie caratteristiche del bosco climacico di pianura: il Querco-carpineto. In sintesi, per la realizzazione del corridoio ecologico lungo il torrente Ceronda, è prevista la piantumazione delle seguenti specie arboree: n. 33 Acer campestre (acero campestre) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 4 Alnus glutinosa (ontano nero) cfr = 10-12, z n. 21 Carpinus betulus (carpino) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 30 Fraxinus excelsior (frassino) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 3 Populus alba (pioppo bianco) cfr = 10-12, h=2,20, z n. 4 Populus nigra (pioppo nero) h=3,00-3,50, z n. 12 Prunus avium (ciliegio) cfr = 20-25, h=2,20, z n. 43 Quercus robur (farnia) cfr = 10-12, z AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 8

n. 2 Salix alba (salice bianco) cfr = 18-20 n. 28 Ulmus minor (olmo) cfr = 10-12, z E inoltre prevista la piantumazione delle seguenti specie arbustive: n. 39 Frangula alnus (frangola) h=0.40-0.80 n. 36 Cornus sanguinea (sanguinello) h=1.00-1.25, z n. 37 Corylus avellana (nocciolo) h=1.00-1.25, r=3, z n. 59 Crataegus monogyna (biancospino) h=1.00-1.25, r=3, z n. 23 Euonymus europaeus (fusaggine) h=1.00-1.25, r=3, z n. 41 Sambucus nigra (sambuco) h=1.00-1.25, r=3, z n. 24 Salix eleagnos h>0.40 n. 24 Salix purpurea h>0.40 n. 24 Salix viminalis h>0.40 n. 72 Viburnum opulus (pallon di maggio) h=1.00-1.25, r=3, z n. 2303 talee di Salix s.p. h=1.00 n. 4578 Phragmites australis e Typha latifolia h=0.40-0.80 In particolare le macchie arbustive sono formate da: frangola (Alnus frangula), sanguinello (Cornus sanguinea), nocciolo (Corylus avellana), biancospino (Crataegus monogyna), berretta del prete (Euonymus europaeus), sambuco (Sambucus nigra), pallon di maggio (Viburnum opulus). Lungo le fasce più prossime al torrente è previsto l impianto di salici arbustivi: Salix eleagnos, salix purpurea, Salix viminalis. Nelle aree retrostanti sono individuate fasce meso-igrofile con pioppi (Populus nigra, P. alba) e salice bianco (Salix alba), olmo campestre (Ulmus minor), ontano nero (Alnus glutinosa). Dove la superficie a disposizione lo ha permesso si sono create delle macchie arboree o arboreo arbustive con farnia (Quercus robur), frassino comune (Fraxinus excelsior), acero campestre (Acer campestre), ciliegio (Prunus avium), carpino bianco (Carpinus betulus). Si è posta particolare attenzione anche alla struttura verticale degli impianti. Nelle aree più prossime al torrente, dove è presente una superficie poco rialzata rispetto al flusso della corrente, sono previste aree umide ad elofite (cannuccia di palude, Phragmites australis e tifa a foglie larghe, Typha latifolia). AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 9

4 TIPOLOGIE DI INTERVENTO Nei tre ambiti precedentemente descritti sono previste le seguenti tipologie di intervento: 1. Inerbimento; 2. Piantumazioni arboree ed arbustive con sesto regolare 3. Piantumazioni arboree ed arbustive naturaliformi 4.1 Inerbimento La base di tutte le attività di sistemazione a verde delle aree a fine lavori sarà rappresentata dagli interventi di inerbimento, previa preparazione del terreno, con l utilizzo della tecnica dell idrosemina. Tale tecnica, rispetto alla semina tradizionale, presenta il vantaggio di poter rinverdire con buoni esiti superfici pianeggianti o pendenti con suolo povero di sostanza organica. Il periodo ideale per la semina è quello autunnale (fine settembre/ottobre), o eventualmente quello primaverile. Se necessario, la miscela verrà distribuita in più passaggi avendo cura di spruzzare lo strato successivo quando il precedente ha fatto presa. Il ripristino avverrà utilizzando specie autoctone in generale in coerenza fitosociologica con le attuali condizioni. Il miscuglio da utilizzarsi dovrà presentare una consociazione bilanciata di graminacee e leguminose, al fine di sfruttare la capacità di queste ultime di fissare l azoto atmosferico, rendendolo quindi disponibile per le graminacee e integrando i miscugli con essenze ad elevata rusticità. L inerbimento dell aree verdi avverrà mediante semina diretta a spaglio, su terreno preparato, di un miscuglio di specie erbacee, con purezza minima del 97% e germinabilità minima dell 85%, in ragione di 40 gr/mq. Il miscuglio per l inerbimento sarà differenziato a seconda delle aree, in relazione alla loro funzione prevalente, in particolare si distinguono due tipologie di miscuglio: Miscuglio di tipo A: per le aree verdi all interno del parcheggio, compresi gli stalli con autobloccanti inerbiti, e le aree intercluse nella viabilità, dove occorre un tappeto erboso nano, resistente a tagli frequenti ed eventualmente al calpestio (per gli stalli). Miscuglio di tipo B: per le scarpate e per le aree naturaliformi dove è previsto il progetto di integrazione del corridoio ecologico, dove l obiettivo è invece quello di creare un prato plurispecifico con minori esigenze manutentive. 4.1.1 Inerbimento con miscuglio di tipo A Il miscuglio di tipo A sarà utilizzato per le aree verdi all interno del parcheggio, compresi gli stalli con autobloccanti inerbiti, e le aree intercluse nella viabilità. Nella tabella seguente si riporta il miscuglio di sementi per tappeto verde nano da utilizzare. - Lolium perenne 45% - Festuca R.F. medina 25% - Poa pratense compact 5% - Festuca rubra pernille 20% - Agrostis tenuis 5% AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 10

4.1.2 Inerbimento di tipo B Il miscuglio di tipo B sarà utilizzato per le scarpate e per le aree naturaliformi dove è previsto il progetto di integrazione del corridoio ecologico. Nella tabella seguente si riporta il miscuglio naturaliforme di sementi da utilizzare: - Festuca rubra 35% - Festuca ovina 15% - Festuca duriuscula 8% - Poa pratensis 7% - Trifolium repens 6% - Lolium perenne 4% - Lotus corniculatus 4% - Dactylis glomerata 3% - Trifolium hybridum 3% - Achillea millefolium 2% - Medicago lupilina 2% - Onobrychis viciifolia 2% - Phleum pretense 2% - Sanguisorba minor 2% - Trifolium pratense 2% - Agrostis tenuis 1% - Lathyrus pratensis 1% - Lupinus polyphyllus 1% 4.2 Piantumazioni arboree ed arbustive con sesto d impianto regolare I filari e le sistemazioni a siepe sono stati differenziati con l utilizzo di specie con portamento e fioriture differenti, oltre che con sesti d impianto specifici, in modo da creare una certa eterogeneità percettiva all interno dei parcheggi. Per entrambi i parcheggi le geometrie adottate consentono la realizzazione di aree a verde intercalanti le file di stalli aventi una larghezza di circa 1.50 m, atte alla piantumazione di esemplari arborei per l ombreggiamento del parcheggio e siepi arbustive per il suo mascheramento visivo. In coerenza con la vegetazione potenziale dell area, le specie utilizzate per i filari e le siepi all interno dei parcheggi sono quelle caratteristiche del Querco-carpineto, bosco climacico di pianura. 4.2.1 Siepi di mascheramento All interno delle aree a parcheggio si prevede la realizzazione di siepi monospecifiche (Cornus mas, Euonymus europaeus, Viburnum opulus, Creataegus monogyna) di mascheramento, alternate sulle diverse file di stalli. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 11

In particolare sono impiegate le seguenti specie, con relativo sesto d impianto: Figura 4.2-I: Sesti di impianto siepi arbustive Sono inoltre previste siepi alte di carpino bianco (Carpinus betulus) che, oltre ad avere ruolo di mascheramento delle auto in sosta, richiamano quelle presenti a contorno dell area dei Giardini Reali. Esse sono localizzate: - Nel parcheggio B: o lungo il limite sud e est del parcheggio; o lungo la viabilità interna al parcheggio che separa le zone B1 e B7 dalle zone B2 e B4. - Nel parcheggio A: o sul lato ovest verso via Amedeo di Castellamonte. In questo caso la siepe sarà mantenuta bassa per la presenza del filare di tigli che è un elemento di mascheramento già esistente. Figura 4.2-II: Sesto di impianto siepe di carpino bianco Tutti gli arbusti saranno protetti alla base da uno strato pacciamante a base di corteccia di conifera dello spessore di 8 cm circa. La presenza di tale materiale permette di ridurre al minimo AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 12

gli oneri di manutenzione dal momento che viene impedito lo sviluppo delle infestanti; esso offre inoltre il vantaggio di ridurre le perdite d acqua e di arricchire il suolo di sostanza organica. 4.3 Filari di ombreggiamento All interno delle aree a parcheggio si prevede la realizzazione di alberature (Acer campestre, Fraxinus excelsior, Prunus avium) con la finalità di ombreggiamento, alternate sulle diverse file di stalli. In particolare sono impiegate le seguenti specie, con relativo sesto d impianto Figura 4.3-I: Sesto di impianto filare arboreo Figura 4.3-II: Sesto di impianto filare arboreo Per la messa a dimora di tutti gli esemplari arborei è previsto l utilizzo di tutori treppiede, per garantirne la stabilità fino alla completa affermazione. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 13

4.4 Piantumazioni arboree ed arbustive naturaliformi Tutti gli alberi e gli arbusti previsti per la ricostituzione del corridoio ecologico saranno piantumati con sesto d impianto irregolare, secondo gli schemi a gruppi rappresentati nella planimetria AMB 2 Planimetria delle piantumazioni, ad integrazione dei gruppi di vegetazione naturalifome esistente che il progetto dell argine ha potuto salvaguardare. Tutti gli esemplari saranno lasciati crescere in forma libera limitando le operazioni di potatura a semplici tagli di pulizia in caso di eventi meteorologici che comportino la rottura di rami, ecc. Nelle aree più prossime al torrente Ceronda, dove è presente una superficie poco rialzata rispetto al flusso della corrente, è prevista la piantumazione di piccoli gruppi di elofite (cannuccia di palude - Phragmites australis e tifa a foglie larghe - Typha latifolia), al fine di creare piccole aree a vegetazione igrofile, che naturalmente, almeno nelle aree più idonee, tenderanno a svilupparsi colonizzando le superfici limitrofe. Per tali piantumazioni è prevista una densità d impianto di circa 2 piantine/mq, su una superficie complessiva di circa 2300 mq. 4.5 Messa a dimora di talee In corrispondenza della spalla destra del nuovo ponte Castellamonte in progetto è previsto un consolidamento della sponda mediante infissione di talee di Salix s.p. con densità di 3 talee/mq. Le talee dovranno essere prelevate dal selvatico, di due o più anni di età, di diametro 5 cm e lunghezza minima di 100 cm, messe a dimora nel verso di crescita previo taglio a punta e con disposizione perpendicolare o leggermente inclinata rispetto al piano di scarpata. Le talee verranno infisse a mazza di legno o con copritesta in legno, previa eventuale apertura di un foro con punta di ferro, e sporgere al massimo per un quarto della loro lunghezza adottando, nel caso, un taglio netto di potatura dopo l'infissione. Le talee dovranno essere prelevate, trasportate e stoccate in modo da conservare le proprietà vegetative adottando i provvedimenti cautelativi in funzione delle condizioni climatiche e dei tempi di cantiere. La messa a dimora dovrà essere effettuata di preferenza nel periodo invernale e a seconda delle condizioni stagionali anche in altri periodi con esclusione del periodo di fruttificazione. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 14

5 NORME TECNICHE PER LA TUTELA DELLE ALBERATE IN FASE DI CANTIERE Nel seguito si riportano le norme tecniche da adottare in fase di cantiere per la tutela delle alberate esistenti. Gli interventi di scavo, scasso o bitumatura su terreno pubblico, da effettuarsi in stretta vicinanza al tronco degli alberi dovranno essere condotti con la massima cura, evitando il più possibile l'uso di escavatori od altri mezzi meccanici e ricorrendo preferibilmente ad interventi manuali al fine di non recidere o ledere le radici principali, o di creare comunque condizioni di instabilità immediata o futura per le piante. In caso di interventi eseguiti presso alberate storiche o tutelate, utilizzare tutti gli accorgimenti tecnici, tecnologici e le strutture disponibili sul mercato (es. spingitubo, microtunneling, sistemi di aspirazione, escavatori a risucchio, soffiatori a pressione, trapiantatrici meccanizzate, ecc.) per evitare di arrecare danni irreparabili all'arredo verde di pregio. Tutti i materiali di scavo non utilizzabili per il successivo riempimento dovranno essere immediatamente allontanati dal cantiere. Per individuare quali siano le distanze minime di intervento senza provocare danni all albero, occorre suddividere le specie arboree in classi di grandezza. CLASSE DI GRANDEZZA 1a grandezza 2a grandezza 3a grandezza ALTEZZA DELLE PIANTE A MATURITA' > 16 metri 10-16 metri < 10 metri L'area di pertinenza degli alberi (ZPA), basata sullo sviluppo dell'apparato aereo e di quello radicale, è definita dalla circonferenza a terra avente come centro il fusto dell'albero secondo il seguente schema: CLASSE DI GRANDEZZA Esemplari monumentali o di pregio RAGGIO IN METRI Proiezione a terra della chioma grandezza (altezza > 16 metri) 4 grandezza (altezza 10-16 metri) 3 grandezza (altezza < 10 metri) 2 Nell'area corrispondente alla ZPA (zona di pertinenza dell'albero) sono vietati tutti gli interventi che possono causare deperimento o morte della pianta o che possono in qualche modo metterne a rischio il normale sviluppo, suddivisi in due categorie di danni: DANNI CHIMICI: AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 15

o costipamento o manomissioni del livello del suolo o inquinanti DANNI MECCANICI: o allestimento dei cantieri o lesioni all apparato ipogeo (radici) o lesioni all apparato epigeo (chioma, rami, fusto) o transito di mezzi 5.1 Danni chimici 5.1.1 Costipamento Determina compattazione del terreno, con conseguente asfissia radicale o riduzione dell attività trofica delle radici. Nell area di pertinenza dell albero è vietata l'impermeabilizzazione del suolo all'aria e all'acqua di una superficie superiore al 50% della ZPA. Non utilizzare a ridosso dell albero macchine per costipare il terreno, cioè macchine che determinano compressione forte, con effetto battente-vibrante o piccole macchine a compressione per asfaltare in zone di marciapiede. 5.1.2 Manomissioni del suolo Si intendono scavi o riporti, anche di lieve intensità, nella zona di pertinenza dell albero. Non eseguire riporti che non siano di terreno agrario, ad eccezion fatta del sottofondo di pavimentazioni leggere dello spessore non superiore a cm 30. Qualora sia necessario sollevare la pavimentazione a quote maggiori rispetto al livello del colletto, prevedere tubazione drainflex per far passare aria e ricoprire con ghiaia o selciato. Non abbassare il livello del terreno nella zona delle radici e sottochioma. Il materiale di risulta proveniente dagli scavi e contenente inerti derivanti da demolizione ricco di pietrame e/o ciottoli, nonché quello risultante dalle superfici danneggiate da transito di veicoli e da accumuli di materiali, dovrà essere allontanato dal concessionario al momento stesso della manomissione. 5.1.3 Inquinanti Non spargere entro la ZPA (zona di pertinenza degli alberi) qualsiasi sostanza nociva e/o tossica per la salute degli alberi e in particolare sali, acidi, oli, sostanze bituminose, tempere e vernici, sostanze chimiche nocive, acque di scarico, pietre e materiali ferrosi. Evitare anche l'uso improprio di prodotti diserbanti, lo spargimento di sale sulle superfici ghiacciate, con esclusione di quelle destinate al pubblico transito. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 16

Evitare la combustione di sostanze di qualsiasi natura. 5.2 Danni meccanici 5.2.1 Allestimento dei cantieri Se possibile, evitare gli accessi ai cantieri nelle vicinanze di alberi. Qualora non sia possibile, una precauzione indispensabile è porre sul terreno esistente attorno al colletto uno strato di ghiaia e sopra lastre in metallo o beton. Non porre baracche di cantiere a ridosso di alberi. Mantenere libero l'accesso alle piante per tutti gli interventi manutentivi ritenuti necessari dai tecnici preposti. 5.2.2 Lesioni all apparato radicale Porre particolare attenzione ai lavori di scavo con mezzi meccanici nelle aree di pertinenza degli alberi, al fine di tutelare l'integrità degli apparati radicali. Qualora sia necessaria la rimozione si parte di essi, dovrà essere effettuata con cesoie e motoseghe con taglio netto, su cui apporre idoneo disinfettante e cicatrizzante. In caso di scavi a ridosso dell albero coprire la scarpata con una stuoia di protezione. Tra lo scavo e la radice isolare con stuoie in fibra di cocco e riempire con miscela di humus e sabbia in rapporto 2:1, da mantenere umido. Ove possibile, la distanza minima dalla luce netta di qualsiasi scavo al filo del tronco non può essere inferiore: a 5 metri per gli esemplari monumentali o di pregio con diametro maggiore di 80 cm e per i soggetti di Platanus con diametro maggiore di 40 cm; a 3 metri per le piante di prima e seconda grandezza non incluse nel punto precedente; a 1,5 metri per gli alberi di terza grandezza e per gli arbusti. Le radici saranno protette con un'apposita stuoia ed in ogni caso le stesse dovranno essere mantenute umide. Nel caso di pericolo di gelo le pareti dello scavo nella zona delle radici dovranno essere coperte provvisoriamente con materiale isolante. 5.2.3 Lesioni all apparato aereo Gli alberi presenti nei cantieri devono essere obbligatoriamente protetti attraverso: - recinzioni del cantiere che isolino all esterno dello stesso gli alberi presenti e che quindi consentano di evitare danni al fusto, alla chioma ed all'apparato radicale; - recinzioni individuali per i singoli alberi che interessino il fusto fin dal colletto sino ad un altezza minima di 150 cm, attraverso l'impiego di tavole in legno o in altro idoneo materiale dello spessore minimo di 2 cm, poste intorno al tronco a formare una gabbia sull'intera circonferenza previa interposizione di una fascia protettiva di materiali cuscinetto (pneumatici o altro materiale). Porre anche placche metalliche attorno alla zolla radicale. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 17

In caso di necessità deve essere protetta anche la chioma dell'albero, in particolare qualora nel cantiere si utilizzino macchine con bracci mobili in elevazione. I sistemi di protezione dovranno essere rimossi al termine dei lavori. Durante l esecuzione dei lavori, porre attenzione a non causare ferite, abrasioni, lacerazioni, lesioni e rotture di qualsiasi parte della pianta; Non affiggere direttamente sui fusti con chiodi, cavi, filo di ferro o materiale similare cartelli, manifesti o altro. 5.2.4 Transito di mezzi Se possibile, evitare il passaggio di mezzi in corrispondenza dell'apparato radicale delle piante, fatta eccezione per i casi in cui vi sia una superficie pavimentata in prossimità dell'apparato radicale stesso. Qualora non si possa evitare di transitare all'interno dell'area di pertinenza, la superficie di terreno interessata deve essere ricoperta con uno strato di materiale drenante dello spessore minimo di 20 cm, sul quale devono essere poste tavole di legno, metalliche o plastiche. 5.3 Difesa Fitosanitaria Ai sensi della Circolare applicativa del D.M. 17 aprile 1998 concernente le note tecniche per la salvaguardia del platano dal cancro colorato (Ceratocystis fimbriata f. platani), qualsiasi intervento (potature, scavi, abbattimenti, trapianti, spollonature, ecc.) che coinvolga specie del genere Platanus, anche in aree indenni, deve essere eseguito solo in casi di effettiva necessità, previa richiesta di autorizzazione al Settore Fitosanitario Regionale. Limitare al massimo le operazioni di scavo in prossimità dei platani e osservare tutte le cautele al fine di evitare ferite alle radici principali al colletto ed al tronco delle piante; In caso di ferite e di recisioni delle radici principali, queste devono essere rifilate e trattate con fungicidi idonei; Evitare l'apposizione di oggetti nei tronchi e nelle branche, così da non provocare ferite alle piante. Eliminare inoltre i manufatti (es. fili di ferro, pali segnaletici, cartelli pubblicitari, ecc.) che, per la loro posizione immediatamente a contatto con il tronco possano con il tempo causare danni ai tronchi stessi a seguito della crescita delle piante. AMB1_Relazione tecnico-agronomica (18/11/2011) pagina 18

6 PIANO DI MANUTENZIONE La manutenzione delle aree verdi in progetto si limita essenzialmente alle aree verdi all interno dei parcheggi. La scelta delle specie presenti su tutta l area e la loro sistemazione ha mantenuto una costante attenzione alla necessità di ridurre e facilitare la manutenzione delle aree verdi. Gli interventi manutentivi del verde saranno quindi limitati e consisteranno in: a. Manutenzione alberi ed arbusti: - potatura di contenimento invernale ogni 3/4 anni degli arbusti a fioritura estivaautunnale. - potatura di contenimento invernale ogni 3/4 anni e/o nei casi in cui lo sviluppo delle chiome interferisca con la viabilità o le aree a parcheggio; - raccolta del fogliame nel periodo autunnale; - ripristino materiale pacciamante (quando lo strato si riduce a meno di 5 cm); - concimazione primaverile con concime ternario a lenta cessione e microelementi; - irrigazione nel periodo estivo. b. Manutenzione aree a prato nei parcheggi e aree intercluse: - sfalcio periodico dei tappeti erbosi nelle aree a parcheggio e intercluse nella viabilità (tipo A), da fine marzo a fine settembre, per un totale di 12-15 sfalci a stagione, con modificazioni dovute all andamento climatico e comunque ogni qual volta l erba raggiunge l altezza massima di 10 cm; - concimazione primaverile con concime ternario a lenta cessione e microelementi; - diserbo primaverile con p.a. selettivo contro le specie erbacee a foglia larga; - spandimento autunnale (ottobre-novembre) di terriccio organico o compost in ragione di 5 l/m2; - eventuale trasemina delle superfici con cotico discontinuo o deteriorato. c. Manutenzione impianto di irrigazione Sarà inoltre necessaria una manutenzione annuale dell impianto di irrigazione, che consisterà essenzialmente nel: - controllo funzionamento elettrovalvole; - controllo funzionamento ala gocciolante; - controllo efficienza e programmazione centralina e collegamento modem. 19

Per quanto riguarda invece la manutenzione delle aree verdi naturaliformi del corridoio ecologico e sulle scarpate, la manutenzione sarà limitata allo sfalcio periodico dei prati, da fine marzo a fine settembre, per un totale di 2-4 sfalci a stagione, con modificazioni dovute all andamento climatico. L intervento di potatura per gli esemplari arborei ed arbustivi in queste aree non è previsto, se non in casi eccezionali, laddove, ad esempio a seguito di eventi meteorologici, si siano verificate ingenti rotture di rami, ecc.. 20