CORSO DI FORMAZIONE PER TECNICI DEI CENTRI DI CONTROLLO DELLA FAUNA SELVATICA 14 GIUGNO 200
L osservazione degli animali selvatici, si basa essenzialmente su osservazioni a distanza con l'ausilio di mezzi ottici. binocoli cannocchiali
indagine semeiologica generale tradizionale: l anamnesi (remota, prossima, ambientale); segnalamento; l esame obiettivo generale (EOG): sviluppo scheletrico, stato di nutrizione, tonicità muscolare, stato del sensorio, segni ed atteggiamenti particolari, cute e del connettivo sottocutaneo, respiro, grandi funzioni organiche, la temperatura corporea, lo stato di mucose, lo stato dei linfonodi esplorabili, i caratteri del polso; l esame obiettivo particolare dei singoli apparati (EOP); le indagini semiologiche collaterali (o di laboratorio).
L esame clinico degli ungulati selvatici NON ricalca lo schema dell'indagine semeiologica generale tradizionale in quanto: l anamnesi è raccolta precedentemente anche a distanza e riguarda un concentramento d individui e mai l animale singolo; segnalamento viene effettuato sul campo; l esame obiettivo generale (EOG) risulta incompleto in quanto non possono essere rilevate: la temperatura corporea, lo stato di mucose, lo stato dei linfonodi esplorabili, i caratteri del polso; l esame obiettivo particolare dei singoli apparati (EOP) non può essere effettuato; le indagini semiologiche collaterali (o di laboratorio) possono essere richiesti solo dopo la cattura o l abbattimento dell animale.
L ANAMNESI corrisponde al racconto dei fatti che possono avere relazione diretta od indiretta con lo stato di salute dell animale, viene distinta in: a) ANAMNESI REMOTA; b) ANAMNESI PROSSIMA; c) ANAMNESI AMBIENTALE I) clima e habitat, II) alimentazione, III) consistenza numerica, IV) antropizzazione, V) predatori naturali, VI) animali domestici.
a) ANAMNESI REMOTA che corrisponde alla storia clinica del soggetto, in relazione al suo sviluppo, alla sua carriera, alle malattie trascorse; ma limitata in quanto non può essere riferita al singolo soggetto e in quanto manca di alcuni dati (genealogia, carriera riproduttiva, sviluppo, ecc.). E possibile però raccogliere notizie relative a malattie infettive e/o infestive pregresse e alla presenza di determinati residui nelle carni dei selvatici, in quella determinata zona.
b) ANAMNESI PROSSIMA prende in considerazione i fatti più recenti, i primi sintomi, gli eventuali interventi; fornisce notizie relative al comportamento di un soggetto o di un intero gruppo, agli indici di natalità, al ritrovamento di animali morti, alla presenza di particolari segni (ad esempio alterazioni del trofeo) e/o sintomi. Inoltre di interesse risultano informazioni relative a recenti opere di ripopolamento.
c) ANAMNESI AMBIENTALE analizza l ambiente in cui l animale vive; è di indispensabile importanza in quanto raccoglie numerosi dati riferibili a patologie condizionate dall'ambiente. Bisogna quindi prendere in considerazione: I) clima e habitat, II) alimentazione, III) consistenza numerica, IV) antropizzazione, V) predatori naturali, VI) animali domestici.
I) CLIMA E HABITAT Sono in grado di condizionare il regime alimentare, gli spostamenti, lo stato di salute generale dell'animale. Abbondanti precipitazioni nevose invernali rappresentano per gli ungulati selvatici un importante fattore selettivo e la ricerca del cibo diventa un importante fattore stressante. La temperatura ambientale rigida che induce turbe circolatorie a livello del velluto, le malattie, l'inadeguato apporto di sostanze trofiche per malnutrizione e l'indebolimento fisico hanno effetti negativi sullo sviluppo del trofeo (trofeo del gelo del del capriolo). Le microlesioni causate dal ghiaccio possono fungere da fattori predisponenti per l'insorgenza di malattie come l'ectima contagioso. La valutazione degli spostamenti e del territorio occupato può mettere in evidenza situazioni patologiche in atto (selvatici vicino ai centri abitati, incapacità di raggiungere siti più favorevoli).
II) ALIMENTAZIONE La malnutrizione da carenze o sovraccarichi può determinare la comparsa di patologie quali: le indigestioni primaverili da squilibri alimentari di tipo qualiquantitativo per alimentazione con foraggio fresco ricco in sostanze proteiche o invernali per assunzione di quantità eccessive di carboidrati; il meteorismo ruminale I eccesso di proteine vegetali facilita la comparsa del meteorismo schiumoso primaverile, mentre il freddo e l'acidosi, responsabili di atonia del rumine predispongono al meteorismo gassoso primitivo invernale; abomaso-enterite detta diarrea primaverile del capriolo maggiormente diffusa nelle zone sovraffollate, interessa i soggetti giovani e i vecchi; sono state ipotizzate varie cause come diminuzione delle difese organiche per malnutrizione, ingestione di cibo brinato o gelato, brusco cambio di alimentazione. Problema foraggiamento e le saline nella diffusione di malattie infettive ed infestive.
III) CONSISTENZA NUMERICA Il sovraffollamento, facilita la diffusione di malattie infestive, infettive, ma anche la comparsa di patologie non trasmissibili, come avvelenamenti. Soprattutto nei maschi aumenta lo stress con conseguenti alterazioni cardiache ma anche aumento dei traumi e delle ferite, così come un eccessivo consumo calorico dovuto al continuo spostarsi dell'animale
IV) ANTROPIZZAZIONE Fattore di disturbo di primaria importanza, riducendo sempre di più la nicchia ecologica dei selvatici, creando così situazioni di sovraffollamento e notevole stress dovuto alla presenza dell'uomo e alla consistenza numerica elevata degli stessi selvatici. Il problema dell'antropizzazione comprende anche l'inquinamento degli ambienti di vita degli animali selvatici (discariche; piogge acide e sostanze inquinanti veicolate dalle precipitazioni nevose; ecc.). A tale proposito vanno ricordati gli avvelenamenti dovuti agli scarichi industriali contenenti metalli pesanti; i veleni di origine agricola quali i pesticidi ed i diserbanti.
V) PREDATORI NATURALI La scomparsa di predatori naturali (orsi, linci, lupi, volpi, tassi, martore, aquile), ha contribuito, in alcune zone, a creare situazioni di sovraffollamento. In altre zone, la ricomparsa di predatori è valso come fattore limitante l'eccesso demografico oltre che fattore di selezione di tipo "sanitario", ma, per contro, ha spinto molti selvatici a trovare rifugio in zone limitate con conseguente sovraffollamento di quest ultime. Le situazioni di sovraffollamento analizzate sopra è ulteriormente gravata dall'antropizzazione che ostacola l'irradiazione dei selvatici verso nuove nicchie ecologiche.
VI) PRESENZA DI ANIMALI DOMESTICI La presenza di animali domestici (bovini, ovini, caprini, suini, cani) è problema che va tenuto in considerazione in quanto i domestici possono fungere da vettore di malattie infestive e/o infettive e possono depauperare i pascoli.
SEGNALAMENTO è di particolare importanza la determinazione: I) GENERE E SPECIE, II) SESSO, III) ETÀ, IV) VALUTAZIONE DEL TROFEO, V) MISURE BIOMETRICHE.
I) GENERE E SPECIE In Italia esistono 7 specie diverse di ungulati selvatici: 3 appartenenti alla famiglia Bovidi di cui 2 appartenenti alla sottofamiglia dei Caprini: Capra ibex STAMBECCO, Rupicapra rupicapra CAMOSCIO; e 1 appartenente alla sottofamiglia Ovini: Ovis musimon MUFLONE.
3 appartenenti alla famiglia Cervidi: Cervus elaphus Dama dama Capreolus capreolus CERVO, DAINO, CAPRIOLO.
1 appartenente alla famiglia dei Suidi: Sus scrofa CINGHIALE.
II) SESSO in tutte le specie per il riconoscimento in vivo del sesso bisogna osservare: i caratteri sessuali primari ossia la presenza nel maschio del "pennello peniano", i testicoli nella femmina, la mammella i caratteri sessuali secondari che differiscono da specie a specie
nel CAMOSCIO: -becco: sagoma tozza; buon sviluppo del treno anteriore; presenza della barba; collo corto e tozzo; lunghezza del muso < al del collo; corna massicce, con uncino chiuso, situate a minor distanza tra loro alla base.
nel CAMOSCIO: -capra: sagoma fine; buon sviluppo dell addome e del treno posteriore; assenza della barba; collo lungo e sottile; lunghezza del muso > del del collo; corna sottili, con uncinatura aperta, situate a maggiore distanza tra loro alla base.
nel CERVO: -cervo: sagoma tozza e molto grossa; buon sviluppo dell avantreno; presenza della criniera per cui il collo risulta corto e tozzo; palchi presenti solo nel maschio.
nel CERVO: -cerva: sagoma fine; buon sviluppo dell addome e del treno posteriore; assenza della criniera; collo lungo e sottile; palchi assenti.
nel CINGHIALE: -cinghiale: profilo generale della corporatura con sagoma tozza molto inclinata all indietro; avantreno massiccio e pesante; collo tozzo e breve; testa in apparenza più corta della femmina e rivestita da abbondanti setole, canini sporgenti; presenza della criniera eretta che si estende dalla fronte fino a metà dorso; collo corto e tozzo.
nel CINGHIALE: -cinghialessa: sagoma più allungata; buon sviluppo dell addome e del treno posteriore; assenza della criniera; collo più lungo del maschio; testa in apparenza più lunga che nel maschio.
III) ETÀ la valutazione dell età in vivo non è sempre agevole e precisa, bisogna osservare: dimensioni, colore del manto/muta, portamento, corna/palchi
la valutazione dell età sull animale morto è abbastanza precisa occorre prendere in considerazione i denti:
IV) VALUTAZIONE DEL TROFEO
V) MISURE BIOMETRICHE
ESAME OBIETTIVO GENERALE I) sviluppo scheletrico, II) stato di nutrizione, III) tonicità muscolare, IV) stato del sensorio, V) segni ed atteggiamenti particolari, VI) cute e del connettivo sottocutaneo, VII) respiro, VIII) grandi funzioni organiche.
I) SVILUPPO SCHELETRICO da valutare in relazione a specie sesso ed età: -alterazioni ossee congenite -alterazioni ossee acquisite (deficiente sviluppo scheletrico per carenze, traumi, ecc.)
II) STATO DI NUTRIZIONE si valuta osservando la rotondità delle forme, l'evidenza delle prominenze ossee, la presenza di solchi intercostali, il tutto rapportato alla stagione ed eventualmente al periodo degli accoppiamenti.
III) TONICITÀ MUSCOLARE si valuta osservando lo sviluppo delle masse muscolari. -ipotrofia generalizzata/localizzata -ipertrofia generalizzata/localizzata
IV) STATO DEL SENSORIO Per valutare lo stato del sensorio è necessario conoscere le abitudini, le reazioni e l'indole degli animali selvatici: -depressione del sensorio -eccitazione nervosa
V) SEGNI ED ATTEGGIAMENTI PARTICOLARI L'apprezzamento di segni ed atteggiamenti particolari è di fondamentale importanza. -procidenza della lingua accompagnata da scialorrea; -testa estesa sul collo ed arti anteriori divaricati (fame d'aria); -arti divaricati, barcollamenti,atassia locomotoria, opistotono; -cifosi; -alterazione del volume dell'addome; -arti posteriori divaricati e falsa cifosi; - intenso prurito soprattutto nelle ore più calde della giornata;
-lo strofinamento delle narici sul terreno, il premere la testa contro massi od alberi, accompagnati da difficoltà respiratorie e sintomi nervosi con antero e retro pulsione, movimento di maneggio, ecc, si osservano in animali affetti da miasi respiratoria; -scialorrea, arresto della ruminazione, sintomi nervosi, tremori muscolari, eccitabilità, andatura barcollante ed alterazioni della vista, difficoltà respiratorie nel caso di avvelenamenti.
VI) CUTE E DEL CONNETTIVO occorre valutare le condizioni del pelo e degli annessi cutanei: -zone alopeciche; -ritardi nella muta; -anomalie nello sviluppo del trofeo.
VII) RESPIRO valutabile osservando eventuale: -polipnea fisiologica/patologica; -dispnea.
VIII) GRANDI FUNZIONI ORGANICHE La valutazione delle grandi funzioni organiche sarà basata su: -modalità di prensione degli alimenti; -masticazione; -atti ruminativi; -defecazione; -minzione.
Nella osservazione sanitaria degli animali selvatici esistono dei punti che possono essere tralasciati in quanto valutabili dopo la morte, quali: il segnalamento, lo sviluppo scheletrico, lo stato di nutrizione, cute e del connettivo sottocutaneo, mentre altri punti sono di fondamentale importanza e in nessun caso possono essere tralasciati: stato del sensorio, segni ed atteggiamenti particolari, respirazione; grandi funzioni organiche.
Gli animali con problemi attirano subito l attenzione: generalmente vengono confinati dai loro simili ai bordi dei boschi, se in branco sono gli ultimi a comparire e a ritirarsi, inoltre in primavera si distinguono per un importante ritardo nella muta. Con tale osservazione clinica non e possibile giungere ad una diagnosi certa, ma solo ad identificare capi sospetti. Solo dopo l'abbattimento del soggetto e l'esecuzione dell'esame anatomo-patologico e/o dei vari esami collaterali, si può giungere ad una diagnosi certa.