Documento della Valutazione dei rischi



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Istituto Comprensivo di SAN GIOVANNI BIANCO (BG) VIA CASTELLI N. 19 Tel. & Fax 0345/43620 Scuola Statale dell Infanzia di VEDESETA Arrigoni Caserino Documento della Valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 81/2008 DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 1 di 35

Il presente DOCUMENTO è stato elaborato in collaborazione con: il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione: Prof. Bonzi Franco il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: Sig.ra Rangeloni Alessandra il docente coordinatore del Servizio di Prevenzione e Protezione: Sig. Galizzi Bernardo il consulente esterno per il Servizio di Prevenzione e Protezione: Prof. Almagioni Maurizio San Giovanni Bianco, 10 marzo 2006 Il Dirigente Scolastico Prof. Bonzi Franco DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 2 di 35

INDICE A - GENERALITA... 4 A 1 - Identificazione e riferimenti - referenti della scuola... 4 A 2 - Caratteristiche generali dell edificio scolastico.... 5 A 3.1 - Documentazione OBBLIGATORIA GENERALE... 7 A 3.2 - Documentazione obbligatoria specifica... 8 A 4 - Documentazione necessaria per la valutazione dei rischi... 9 allegato 1 - Dispositivi di Protezione Individuale... 10 allegato 2 - Sostanze e preparati da ritenersi pericolosi... 11 allegato 3 - Documento di Valutazione Rischio Rumore... 12 allegato 4 - Presidi Sanitari per il pacchetto di medicazione... 13 allegato 5 - Prevenzione delle malattie a trasmissione ematica... 14 allegato 6 - Presidi Antincendio... 15 B METODOLOGIA... 16 B 1 - Fattori di rischio... 16 Elenco dei fattori di rischio... 17 Aspetti organizzativi e gestionali... 17 B 2 - Criteri utilizzati... 18 B 3 - Obiettivi specifici perseguiti... 22 Aspetti organizzativi e gestionali... 22 Salute e sicurezza di lavoratori e studenti... 23 Rischi legati alle attività svolte in ambienti specifici... 25 C - INTERVENTI DA PROGRAMMARE... 28 area cortiva Scheda n 1... 28 piano terra Scheda n 2... 28 piano primo Scheda n 3... 30 D - COINVOLGIMENTO DEL PERSONALE E FIGURE PROFESSIONALI... 31 E - RISULTATI DELLA VALUTAZIONE... 32 Programma d attuazione degli interventi di miglioramento... 33 F - REVISIONI... 35 DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 3 di 35

A - GENERALITA A 1 - Identificazione e riferimenti - referenti della scuola Ente Proprietario dell edificio : Comune di Vedeseta Denominazione: Scuola Statale dell Infanzia di Vedeseta Arrigoni Caserino Indirizzo : Via Centro; tel. 0345/47343 N. studenti : 17 N. docenti : 2 + 1 assistenti educatori N. lavoratori A.T.A. : 1 + 1 cuoca Dirigente Scolastico : Prof. Bonzi Franco Responsabile S.P.P. : Prof. Bonzi Franco Rappr. dei lavoratori (R.L.S.): Sig.ra Rangeloni Alessandra Il Servizio di Prevenzione e Protezione è costituito dalle seguenti persone: Dirigente Scolastico e R.S.P.P., Prof. Bonzi Franco; R.L.S., Sig.ra Rangeloni Alessandra; Coordinatore delle emergenze Prof. Bonzi Franco e la responsabile del plesso Oberti Chiara, coordinatore del Servizio di Protezione e Prevenzione Galizzi Bernardo, consulente esterno per il Servizio di Protezione e Prevenzione Almagioni Maurizio. Per quanto riguarda gli incarichi del personale, si rimanda al Piano di Emergenza della scuola. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 4 di 35

A 2 - Caratteristiche generali dell edificio scolastico. Breve descrizione dell edificio scolastico: nota: l edificio, conformemente alle indicazioni del Documento di Valutazione dei Rischi, è stato soggetto a una ristrutturazione generale nell estate 2006: l aggiornamento del documento è visibile attraverso una diversa formattazione del testo, le condizioni preesistenti e non più valide sono scritte in testo barrato, le nuove condizioni sono scritte in corsivo,. L'immobile è disposto su due piani, con ingresso principale, tramite cortile esterno, a Ovest, in direzione della piazza principale del paese e raggiungibile attraverso due percorsi, uno dei quali senza barriere architettoniche. La ringhiera che separa l ingresso dal cortile giochi esterno è bassa e potenzialmente pericolosa ad una estremità, dove non segue l andamento dei gradini. Esiste un idrante esterno, a circa 50 m dall edificio, in direzione della piazza Angelo Arrigoni. Gli accessi all area scolastica sono soltanto pedonali, in quanto manca un ingresso carrale largo almeno m. 3,50. I mezzi di soccorso dei vigili del fuoco dovranno pertanto operare dalla via sottostante il cortile dell edificio scolastico. Tranne la scala interna, non esiste nessun altro collegamento tra il primo piano ed il piano terra. Al piano terra c è un piccolo disimpegno (per i locali a piano terra, spogliatoio alunni e accesso scale al primo piano), a nord l aula didattica, a sud la sala da pranzo, cucina, dispensa e bagno insegnanti; l uscita di sicurezza è l entrata principale della scuola ed è unica per tutto l edificio (eccettuata un uscita dalla cucina sul lato sud dell edificio). Il piano terra è alto 278 cm. Al primo piano si trovano un aula grande per i giochi, una piccola aula per il riposo pomeridiano ed il bagno degli alunni. Il primo piano è alto 270 cm. Sono presenti le luci di emergenza nel vano scale e sopra l uscita di emergenza. La maggioranza delle porte si apre verso l interno, quindi potenzialmente pericolose in caso di emergenza. Le porte dei locali utilizzati dagli alunni si aprono correttamente verso l esterno e sono provviste di maniglione antipanico. Le superfici per le varie attività sono adeguate al numero di alunni (fino alla capienza max. di una sezione, 25 alunni). L allarme di evacuazione è dato tramite un fischietto, appeso di fianco all entrata principale. Il punto sicuro di raccolta si trova nel cortile antistante la scuola. Distribuzione e localizzazione della popolazione scolastica. PIANO ALUNNI DISABIL I DOCENTI NON DOCENTI TOTALE piano terra 20 1 2 3 26 20 1 2 2 25 primo piano (spazi occupati saltuariamente) TOTALE 20 1 2 3 26 DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 5 di 35

Classificazione della Scuola in relazione alla effettiva presenza contemporanea delle persone (DM 26.8.92). Tipo 0: Scuole con n. di presenze contemporanee fino a 100 persone; Tipo 1 Scuole con n. di presenze contemporanee da 101 a 300 persone Tipo 2: Scuole con n. di presenze contemporanee da 301 a 500 persone; Tipo 3: Scuole con n. di presenze contemporanee da 501 a 800 persone; Tipo 4: Scuole con n. di presenze contemporanee da 801 a 1200 persone; Tipo 5: Scuole con n. di presenze contemporanee oltre 1200 persone Aree omogenee per rischio Ai fini del procedimento adottato di Valutazione dei Rischi Lavorativi (Capitolo B) la Scuola è stata suddivisa nelle seguenti aree operative omogenee per rischio: 1. Area didattica Si considerano le aule didattiche per la sezione e quelle per attività didattiche di gruppo, dove non sono presenti particolari attrezzature, o quant altro da considerarsi eventuale fonte di rischio palese. E compresa anche l aula dedicata al riposo pomeridiano dei più piccoli. 2. Cucina, area mensa e di servizio per la cucina Il locale mensa a piano terra, adiacente alla cucina; la dispensa per la cucina. 3. Aree di servizio e ripostigli I bagni del personale e degli alunni, l atrio a piano terra, il ripostiglio al primo piano. Il locale caldaia è situato ad est della cucina. 4. Area esterna L'area esterna (cortile a sud) viene utilizzata dagli alunni nei giochi/attività all aperto (tempo permettendo) e nella pausa dopo il pranzo; in caso di evacuazione è il "punto di raccolta sicuro". DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 6 di 35

A 3.1 - Documentazione OBBLIGATORIA GENERALE di pertinenza della Scuola esistente reperibile presso si no ente nome persona referente si Segr. Scolast. Dirigente Scolastico Documento sulla Valutazione dei RISCHI art. 4 comma 2 626/94 Nomina del Responsabile S.P.P. si Segr. scolast. Dirig. Scolastico Nomina Lavoratori designati si Segr. scolast. Dirigente art.4 comma 5A 626/94 Scolastico (gestione emergenze - primo soccorso) Lettere di richiesta d intervento all ente proprietario dell immobile Piano di emergenza si Segr. scolast. Dirigente si Segr. scolast. Dirigente Scolastico Scolastico si Segr. scolast. Dirigente Scolastico Documentazione attività Formativa - Informativa - Addestramento Elenco e caratteristiche D.P.I. si allegato 1 Registro Infortuni si Segr. scolast. di pertinenza del Comune di Vedeseta esistente reperibile presso si no ente nome persona Agibilità si Segr. scolastica e Municipio Vedeseta Certificato Prevenzione Incendi ovvero Nulla Osta Provvisorio Copia denuncia impianto messa a terra ( mod. B ) vidimato Copia denuncia di protezione dalle scariche atmosferiche ( mod. A ) vidimato ovvero dichiarazione - calcolo struttura autoprotetta Dichiarazione conformità impianti elettrici (31/12/99 ) Documentazione impianto riscaldamento centralizzato di 29.900 kcal/h Autorizzazione sanitaria per la mensa scolastica si si si si si edificio classe zero Municipio Vedeseta Segr. scolastica e Municipio Vedeseta Segr. scolastica e Municipio Vedeseta Segr. scolastica e Municipio Vedeseta Segr. scolastica e Municipio Vedeseta referente Assessore P.I. Assessore P.I. Assessore P.I. Assessore P.I. Assessore P.I. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 7 di 35

di pertinenza dei lavoratori e loro organizzazioni. Nomina R.L.S. (Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza) esistente reperibile presso si no ente nome persona referente si Segr. Dirigente Scolast. Scolastico A 3.2 - Documentazione obbligatoria specifica La documentazione non pertinente è indicata mediante la sigla n. p. di pertinenza della Scuola esistente reperibile presso si no ente nome persona Libretti apparecchi di sollevamento con portata > 200 kg Libretti di altre apparecchiature soggette ad omologazione Istruzioni per l uso macchine marcate CE Documento di valutazione rumore D.Lgs. 277/91 Nomina medico competente Elenco lavoratori soggetti ad Accertamento Sanitario Prescrizioni e/o Disposizioni organi vigilanza Documentazione vaccinazioni Patentini per acquisto - uso fitosanitari Documentazione di denuncia emissioni in atmosfera DPR 203/89 Documentazione smaltimento rifiuti speciali referente si allegato 3 Dirigente Scolastico di pertinenza del Comune Vedeseta esistente reperibile presso si no ente nome persona Denuncia impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione (mod. C) vidimata Prescrizioni e/o Disposizioni organi vigilanza Libretto/i ascensore/i o montacarichi referente DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 8 di 35

A 4 - Documentazione necessaria per la valutazione dei rischi di pertinenza della Scuola esistente reperibile presso si no ente nome persona Planimetria della scuola con destinazione si d uso dei locali Elenco dei presidi sanitari e loro ubicazione si Segr. Elenco del contenuto dei presidi sanitari (allegato 4 e 5) Elenco delle macchine/attrezzature e VDT Elenco delle sostanze pericolose utilizzate nei laboratori e in altre lavorazioni Caratteristiche degli impianti di ventilazione generale, localizzata e di condizionamento Elenco dei presidi antincendio e loro ubicazione Misure tecniche, organizzative, procedurali identificate per lavorazioni particolari Documentazione dei verbali di esercitazioni (evacuazioni ecc.) Presenze giornaliere nel plesso scolastico (media/potenziale) si Segr. Scolast. Scolast. antibagno piano terra scuola si allegato 3 si allegato 6 si si Segr. Scolast. Segr. Scolast. referente RSPP RSPP RSPP RSPP di pertinenza del Comune di Vedeseta esistente reperibile presso si no ente nome persona Planimetria della scuola con destinazione d uso dei locali Elenco delle macchine/attrezzature e VDT Caratteristiche degli impianti di ventilazione generale, localizzata e di condizionamento referente si Municipio Assessore P.I. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 9 di 35

allegato 1 - Dispositivi di Protezione Individuale Per DPI si intendono i Dispositivi di protezione Individuale. Sarà compito dei Docenti responsabili dei laboratori o di attività particolari segnalare al RSPP l opportunità d uso al fine di annullare i rischi. Per quanto al personale Docente e non, sarà il RLS a svolgere azione di referente. UTILIZZO DEI PRODOTTI PER LA PULIZIA Le protezioni dalle sostanze pericolose sono due, entrambe importantissime sia sul lavoro che nella vita privata: l uso di adeguati dispositivi di protezione individuale quali guanti e grembiuli e l adozione di corrette procedure di lavoro qui di seguito elencate (vedi manuale distribuito al personale ATA sui prodotti per le pulizie). Usare un prodotto solo se è assolutamente necessario e solo nelle quantità previste. Leggere attentamente le etichette dei contenitori (e le schede di sicurezza), per conoscere le caratteristiche delle sostanze utilizzate, e rispettare rigorosamente le indicazioni d uso. Non utilizzare prodotti conservati in contenitori senza etichetta e presumere sostanza pericolosa un prodotto sconosciuto, senza l etichettatura prevista dalla legge. Non eseguire assolutamente travasi di prodotti dai contenitori d origine in bottiglie normalmente adibite ad altri usi (bottiglie di acqua minerale, bibite, ecc.) o in contenitori vuoti di altri prodotti con o senza etichetta. Anche recentemente la cronaca ha registrato fatti drammatici di ingestione di sostanze pericolose conservate in contenitori impropri! Non annusare mai i prodotti. Tenere aperto un contenitore solo per il tempo strettamente necessario. Non riporre neppure provvisoriamente un contenitore (soprattutto se ancora aperto) in una posizione precaria o su un sostegno instabile. Mantenere chiusi i contenitori con i tappi originari. Nell eventuale diluizione rispettare scrupolosamente le indicazioni del produttore. Se un prodotto deve essere diluito in acqua, usare contenitori (secchi o vaschette) di dimensioni adatte a evitare versamenti all esterno. Non mescolare prodotti diversi. Quando si nebulizza un prodotto farlo a braccio teso (tenendosi dunque lontani dalla nube ) e lasciarlo depositare prima di riavvicinarsi, per evitare di inalarlo; se necessario usare la mascherina e gli occhiali protettivi. Quando si usano determinati prodotti gli ambienti devono essere ben aerati. Durante l impiego non fumare. Usare tutti i d.p.i. utili in rapporto alle diverse condizioni di lavoro e ai prodotti stessi (guanti, grembiuli, mascherine, ecc.). In particolare non utilizzare prodotti e non toccare stracci imbevuti di prodotti a mani nude. Oltre che stabilito dalla legge, l uso dei d.p.i. è indispensabile per proteggere la propria salute e non può essere considerato facoltativo. Il loro utilizzo, inoltre, non va considerato imbarazzante né una perdita di tempo. Per i piccoli fastidi si possono trovare soluzioni compatibili (i guanti di gomma possono essere calzati su leggeri guanti di cotone, ecc.). Stracci, carte e vestiario impregnati di particolari prodotti devono essere eliminati in appositi contenitori. A fine lavoro pulire gli attrezzi e pulire sempre le mani (per la pulizia delle mani non usare diluenti); lavare i capi indossati se capita che ci si versi addosso un prodotto. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 10 di 35

allegato 2 - Sostanze e preparati da ritenersi pericolosi MAGAZZINO MATERIALE PER PULIZIE Elenco Sostanze e preparati Schede di sicurezz. Indicazioni di pericolo Quantità MAGAZZINO AD USO BIDELLI Modalità di stoccaggio (quantità media) tutti i prodotti sono chiusi a chiave in apposito locale e non in armadi pertanto è da ritenersi sufficiente il grado di areazione presente. Candeggina si Xi 9 bott. da 2,5 litri Cif si 8 conf. da 0,75 litri Lisoformio si Xi 10 bott. da 1 litro Sapone liquido si 6 cont. da 5 litri Baysan casa si Xi 8 conf. da 1 litro Vim clorex polvere si Xi 12 conf. da 750 g Cera si 2 cont. da 1 litro Note: L accesso al ripostiglio è limitato al solo personale autorizzato all uso. Non esistono particolari modalità di stoccaggio, se non determinate dal fatto che l uso quotidiano determina un ricambio dal punto di vista del tipo e del quantitativo dei prodotti medesimi. Una sintesi delle schede di sicurezza è appesa all ingresso del magazzino (modalità d uso, precauzioni da adottare, modalità di intervento in caso di contatto od ingestione accidentale) LEGENDA Schede di sicurezza: (accompagnate alla confezione della sostanza /preparato). scrivere se sono presenti SI o NO Indicazioni di pericolo: E = esplosivo O = comburente, F = facilmente infiammabile, F+ = altamente infiammabile, C = corrosivo, Xn= nocivo, T= tossico, T+ = altamente tossico, Xi = irritante (in base al DM 17.12.77 e al DM 3.12.85) Modalità di stoccaggio: (chiusi a chiave e non devono essere presenti contenitori anonimi). Infiammabili : non più di 20 litri nello stesso armadio sigillato e antiscoppio. Tossico : in armadio aereato possibilmente aspirato. Liquido Aggressivo (acidi, basi, solventi) : armadio aereato con vasca di contenimento. allegati: I PRODOTTI PER LE PULIZIE (da appendere nel ripostiglio e da distribuire al personale ATA) DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 11 di 35

allegato 3 - Documento di Valutazione Rischio Rumore Autocertificazione già riprodotto su carta intestata della Scuola e giacente presso la Segreteria Rapporto di Valutazione del rumore (ex D.Lgs.277/91) Il sottoscritto Prof. Bonzi Franco in qualità di Dirig. Scolastico della scuola dell Infanzia di Vedeseta con sede in via Centro CAP. 24010 Comune di Vedeseta - BG consapevole della responsabilità che assume ai sensi del D.Lgs.277/91 DICHIARA: di autocertificare la Valutazione del rumore in data 10/3/2006 che gli occupati nella scuola rispondono al seguente schema, per un totale n 17 Studenti; Docenti n 3; Collaboratori Scolastici e cuoca n 2. di aver potuto escludere il superamento degli 80 dba di LEP sulla base: della palese assenza di sorgenti rumorose di aver consultato i seguenti lavoratori o loro rappresentanti (RLS): Sig.ra Rangeloni Alessandra che la Valutazione in oggetto, salvo l'obbligo di ripeterla ad ogni variazione consistente del rumore prodotto, verrà ripetuta con periodicità quinquennale. San Giovanni Bianco,10/03/2006 per presa visione per i lavoratori o loro rappresentanti: Il Dirigente Scolastico Prof. Bonzi Franco Sig.ra Rangeloni Alessandra R.L.S. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 12 di 35

allegato 4 - Presidi Sanitari per il pacchetto di medicazione (D.M. 15/07/2003) La cassetta di Pronto Soccorso, presente nell antibagno al piano terra, deve contenere almeno: Guanti sterili monouso (5 paia). Visiera paraschizzi. Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1). Flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 500 ml (3). Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10). Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2). Teli sterili monouso (2). Pinzette da medicazione sterili monouso (2). Confezione di rete elastica di misura media (1). Confezione di cotone idrofilo (1). Confezioni di cerotti di varie misure pronti all uso (2). Rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2). Un paio di forbici. Lacci emostatici (3). Ghiaccio pronto uso (due confezioni). Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2). Apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 13 di 35

allegato 5 - Prevenzione delle malattie a trasmissione ematica Da affiggere all interno della cassetta di Pronto Soccorso Al fine di evitare la trasmissione di malattie che si trasmettono con liquidi organici infetti, in particolare sangue (epatite B - epatite C - AIDS ecc.), si danno le seguenti indicazioni: E necessario indossare guanti monouso ogni volta si preveda di venire in contatto con liquidi organici di altre persone (es. per medicazioni, igiene ambientale) Gli strumenti didattici taglienti (forbici, punteruoli, cacciaviti ecc.) devono essere o strettamente personali o, se imbrattati di sangue, opportunamente disinfettati. Il disinfettante da utilizzare per le superfici e/o i materiali imbrattati di sangue o altri liquidi organici è l ipoclorito di sodio al 5-6% di cloro attivo. In pratica si procede come indicato di seguito: - indossare guanti monouso - allontanare il liquido organico dalla superficie - applicare una soluzione formata da: 1 l. di acqua e 200 ml di ipoclorito di sodio al 5-6% di cloro attivo - lasciare la soluzione per 20 - sciacquare con acqua N.B.: è necessario controllare la composizione dell ipoclorito di sodio da utilizzare e verificare la concentrazione di cloro attivo sia al 5-6% DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 14 di 35

allegato 6 - Presidi Antincendio UBICAZIONE MEZZI di ESTINZIONE TIPO CONTROLLO SEMESTRALE (nome della ditta ) Esterno al locale n. 1 E P Crotti Antincendio di caldaia, lato sud Treviolo Cucina piano terra n. 1 E P Crotti Antincendio di Treviolo Piano Terra- atrio n. 1 E P Crotti Antincendio di Treviolo Primo Piano n. 2 E P Crotti Antincendio di Treviolo VARIE Legenda Mezzi di estinzione: I = Idrante, N = Naspo, M = Manichetta, E = Estintore, Tipo: P = Polvere, H = Halon, S = Schiuma, AC = Acqua, CO2 =Anidride carbonica, DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 15 di 35

B METODOLOGIA B 1 - Fattori di rischio Classificazione e definizione dei rischi lavorativi presenti nella scuola, in conseguenza dello svolgimento delle attività di insegnamento e non, possono essere divisi in tre grandi categorie: Rischi per la sicurezza dovuti a : (rischi di natura infortunistica) Rischi per la salute dovuti a: (rischi di natura igienico ambientale) Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: (rischi di tipo trasversale) Strutture - Ambienti Comportamenti Impianti elettrici Sostanze pericolose Incendio - Esplosioni Agenti chimici Agenti fisici Agenti biologici Organizzazione del lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici Condizioni di lavoro difficili La metodologia seguita nell analisi dei fattori di rischio ha tenuto conto del contenuto specifico del D.Lgs. 626/94 e dei successivi aggiornamenti. L analisi è stata effettuata utilizzando elenchi già esistenti adattati alla realtà scolastica della Scuola dell Infanzia di Vedeseta, elencando i fattori di rischio rilevati nella scuola dal Responsabile S.P.P. avvalendosi anche della collaborazione dei Docenti e dei Collaboratori scolastici. Per decisione del RSPP sono stati solamente elencati i fattori di rischio di stretta competenza dalla Scuola e dell Ente proprietario dell edificio scolastico. I fattori di rischio sopra riportati sono contenuti, nell elenco seguente, in un ordinamento di tipologie organizzative e di lavoro più utile alle procedure di valutazione dei rischi. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 16 di 35

Elenco dei fattori di rischio Aspetti organizzativi e gestionali 1. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO 2. COMPITI, FUNZIONI E RESPONSABILITA 3. ANALISI, PIANIFICAZIONE E CONTROLLO 4. INFORMAZIONE - FORMAZIONE 5. PARTECIPAZIONE 6. NORME E PROCEDIMENTI DI LAVORO 7. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 8. EMERGENZA E PRONTO SOCCORSO 9. LAVORI IN APPALTO Salute e sicurezza di lavoratori e studenti 10. IMPIANTO ELETTRICO 11. ANTINCENDIO - VIE ED USCITE D EMERGENZA 12. RUMORE E COMFORT ACUSTICO 13. CARICO LAVORO FISICO (MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI) 14. RISCHIO BIOLOGICO 15. MICROCLIMA 16. ILLUMINAZIONE 17. ARREDI 18. ATTREZZATURE Rischi legati alle attività svolte in ambienti specifici 19. AULE 20. CUCINA e LOCALE MENSA 21. SERVIZI IGIENICI e LOCALI ACCESSORI 22. SPAZI ESTERNI 23. CALDAIA 24. BARRIERE ARCHITETTONICHE 25. COMPORTAMENTI DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 17 di 35

B 2 - Criteri utilizzati Sono di seguito descritti i criteri adottati per la Valutazione dei rischi (art. 4, comma 2) attraverso una descrizione di quanto attuato per identificare i mezzi più opportuni al fine di eliminare i rischi, ovvero a fronte di difficoltà o preclusioni, per controllarli. Si ribadisce che la valutazione dei rischi è stata svolta dal Responsabile del S.P.P., previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. L obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel fornire al Dirigente Scolastico, quale datore di lavoro, (in questo caso anche R.S.P.P.) gli elementi utili a prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori della scuola e degli studenti. Pertanto l intervento operativo di valutazione dei rischi porterà a: 1. suddividere le attività in relazione agli ambienti specifici in cui vengono svolte 2. identificare i fattori di rischio (potenziali fonti di pericolo) 3. identificare i lavoratori e gli studenti (nel corso di particolari attività) eventualmente esposti al rischio. 4. quantificare i rischi (stima dell entità dell esposizione e della gravità degli effetti) 5. definire le priorità degli interventi necessari 6. individuare, programmare e mettere in atto le misure di prevenzione necessarie. B. 2. 1 Identificazione dei fattori di rischio (potenziali fonti di pericolo) Tale fase si è sviluppata attraverso una breve, ma dettagliata sintesi delle attività che vengono svolte in ciascun ambiente di lavoro nell ambito interno alla scuola. Naturalmente la valutazione riguarda i rischi che risultano ragionevolmente prevedibili, senza confondere il termine rischio con pericolo. E opportuno fare una prima valutazione complessiva per separare i rischi in due categorie: quelli ben noti per i quali si identificano prontamente le misure di controllo, e i rischi per i quali è necessario un esame più attento e dettagliato. L identificazione dei fattori di rischio viene guidata dalle conoscenze disponibili su norme di legge e standard tecnici, dai dati desunti dall esperienza e dalle informazioni raccolte, dai contributi apportati da quanti, a diverso titolo, concorrono all effettuazione della stessa valutazione: responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, altre figure che possono essere utilmente consultate nel merito ( Dirigente Scolastico, Docenti, Personale non docente). B. 2. 2 Identificazione dei lavoratori esposti I lavoratori esposti, così come eventuali gruppi di studenti saranno (se opportuno) identificati nominalmente o come gruppi omogenei, per la programmazione dei successivi interventi di informazione/formazione. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 18 di 35

B. 2. 3 Quantificazione dei rischi (stima dell entità dell esposizione e della gravità degli effetti) se opportuno redigere ceck list La quantificazione del rischio deriva dalla possibilità di definire il rischio come prodotto della Probabilità (P) di accadimento per la gravità del Danno (D) atteso: R = P x D La definizione della scala di Probabilità fa riferimento principalmente all esistenza di una correlazione più o meno diretta tra la carenza riscontrata e la probabilità che si verifichi l evento indesiderato, tenuto conto della frequenza e della durata delle operazioni/lavorazioni che comportano rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori: Valore Livello probabilità Definizioni/Criteri 3 molto probabile Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata e il verificarsi del danno ipotizzato per lavoratori e studenti. Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella/e scuole. 2 probabile 1 poco probabile La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico e diretto. E noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno. La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi o addirittura nessun episodio. La definizione della scala di gravità del Danno fa riferimento principalmente alla reversibilità o meno del danno: Valore Livello gravità danno Definizioni/Criteri 3 grave Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità totale o addirittura letale. Esposizione cronica con effetti totalmente o parzialmente irreversibili e invalidanti. 2 medio Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 lieve Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili. N.B.: Deve essere preso in considerazione il danno più grave che può essere associato al rischio in esame: a tal fine non può essere utilizzato il solo dato statistico ricorrente nella scuola, che mostra un basso numero di incidenti di quel tipo: di per sè tale dato non autorizza ad adottare misure di sicurezza meno restrittive. L incidente con rischio di conseguenze mortali, anche se improbabile, va considerato come priorità nella programmazione delle misure di prevenzione. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 19 di 35

Definiti la Probabilità (P) e la gravità del Danno (D), il rischio (R) viene calcolato con la formula R = P x D e si può raffigurare in una rappresentazione a matrice, avente in ascisse la gravità del Danno ed in ordinate la Probabilità del suo verificarsi. P 3 3 6 9 2 2 4 6 1 1 2 3 1 2 3 D Nella matrice i rischi maggiori occupano le caselle in alto a destra, quelli minori le posizioni in basso a destra, con tutta la serie disposizioni intermedie. Una tale rappresentazione è un importante punto di partenza per la definizione delle priorità e la programmazione temporale degli interventi di prevenzione e protezione da adottare. La valutazione numerica e cromatica del livello di rischio permette di identificare la priorità degli interventi da effettuare, ad es.: R 6 Azioni correttive immediate 3 R 4 Azioni correttive da programmare con urgenza 1 R 2 Azioni correttive/migliorative da programmare nel breve - medio termine B. 2. 4 Definizione delle priorità degli interventi necessari. In base al risultato di classificazione dei rischi e della loro quantificazione con il metodo sopra riportato il Capo d Istituto avrà semplificato il compito di stabilire un ordine di priorità con il quale attuare le misure di prevenzione/protezione individuate per ciascun rischio. All inevitabile soggettività utilizzata in fase di elaborazione del presente Documento, si potrà ovviare con il confronto continuo con i Docenti, e/o con coloro che di fatto eseguono le varie operazioni o utilizzano le varie attrezzature. L ordine di priorità delle misure da attuare dovrebbe prescindere dal discorso economico, ma naturalmente i vincoli economici possono suggerire modifiche all ordine che deriva dalla pura applicazione del metodo seguito. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 20 di 35

B. 2. 5 Individuazione, programmazione e messa in atto delle misure di prevenzione/protezione necessarie. L individuazione delle misure di prevenzione e protezione rispetterà quanto indicato all art. 3 del D.Lgs. 626/94 (Misure generali di tutela) ed in particolare farà riferimento ai principi gerarchici della prevenzione dei rischi in esso indicati: evitare i rischi utilizzare al minimo gli agenti nocivi sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso o che lo è meno prevenire i rischi alla fonte applicare provvedimenti collettivi di protezione piuttosto che individuali limitare al minimo il numero di studenti e lavoratori che sono o che possono essere esposti al rischio cercare di garantire un miglioramento del livello di protezione integrare le misure di prevenzione/protezione con quelle tecniche e organizzative DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 21 di 35

B 3 - Obiettivi specifici perseguiti Aspetti organizzativi e gestionali 1. ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Nell ufficio della Segreteria scolastica dell Istituto esiste l elenco dettagliato del numero, della qualifica e del profilo professionale dei lavoratori (docenti, non docenti) e degli studenti. Esiste un regolamento, approvato in sede di Consiglio di Istituto, relativo anche ai comportamenti degli studenti. L assegnazione dei compiti è fatta rispettando i profili professionali d assunzione, coinvolgendo gli interessati e garantendo l aggiornamento sull introduzione di nuove attrezzature e procedure di lavoro. Tutto il personale deve essere a conoscenza dell organigramma (ruoli e funzioni). Si prevede la consultazione periodica del Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori e dei Lavoratori mediante incontri organizzativi. Ogni riunione dovrà essere verbalizzata. 2. COMPITI, FUNZIONI E RESPONSABILITA Compiti, funzioni e responsabilità sono chiaramente assegnati e distribuiti rispettando le competenze professionali. (art. 4 D.Lgs. 626/94). È stato nominato e organizzato il Servizio di Prevenzione e Protezione, ai sensi del D.Lgs. 626/94 e nominato il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (art. 4 e 8 D.Lgs. 626/94). L Istituto Comprensivo non ha provveduto alla nomina del Medico competente, in quanto non necessario (art. 4 D.Lgs. 626/94). Il Servizio di gestione delle emergenze (squadra di primo soccorso squadra per l emergenza incendio) risponde a quanto richiesto dalla normativa. 3. ANALISI, PIANIFICAZIONE E CONTROLLO Nel presente Documento di Valutazione dei rischi, è dichiarato il programma di prevenzione con gli obiettivi da raggiungere, i mezzi necessari, le priorità degli interventi necessari, i tempi di realizzazione e momenti di verifica (art. 4 D.Lgs. 626/94). 4. INFORMAZIONE - FORMAZIONE Tutti i lavoratori ricevono una informazione e formazione sufficiente ed adeguata specificamente incentrata sui rischi relativi al proprio ruolo ed alla mansione ricoperta. (art. 4, 21 e 22 D.Lgs. 626/94). 5. PARTECIPAZIONE Il lavoro è svolto secondo procedure chiare e note ai lavoratori, alla formulazione delle quali gli stessi sono stati chiamati a contribuire (art. 3 D.Lgs. 626/94). Il Dirigente Scolastico intende svolgere con frequenza almeno annuale la riunione periodica di Prevenzione e Protezione dai rischi (art. 11 D.Lgs. 626/94). Deve esistere una collaborazione attiva fra Capo d Istituto, Servizio di Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza ed Ente proprietario dell edificio (art. 9, 11, 17, 19 D.Lgs. 626/94). 6. NORME E PROCEDURE DI LAVORO (Collaboratori scolastici) Durante le operazioni di pulizia devono ridursi al minimo i rischi derivanti da manipolazione manuale di oggetti : ferite da taglio, schiacciamenti, scivolamenti, cadute, esposizione e contatto ad agenti chimici (detergenti, sanificanti, disinfettanti) per tutto il personale addetto. Il personale addetto dovrà pertanto attenersi alle norme d uso dei singoli prodotti e nel caso ravvisasse rischi di qualunque genere avvisare il Rappresentante LS. 7. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 22 di 35

I DPI, eventualmente da adottarsi, devono risultare alle norme di cui al D.Lgs. 475/92, sono adeguati ai rischi da prevenire e alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro e tengono conto delle esigenze ergonomiche o di salute di studenti, docenti e personale ATA. Dovrà essere controllata periodicamente la loro funzionalità ed efficienza e all occorrenza, sentito il parere del RSPP, sostituiti. 8. EMERGENZA E PRONTO SOCCORSO Esiste il Piano di Emergenza che comprende un Piano antincendio ed un Piano di evacuazione, il cui contenuto è adeguato alle necessità della Scuola, da rendere noto a studenti e personale; tale Piano periodicamente verrà simulato (almeno due volte nel corso dell anno scolastico) - art. 4, 21 e 22 D.Lgs. 626/94 - D.M. 26.8.92. La popolazione scolastica sarà informata e formata sulle modalità di autoprotezione, di evacuazione e di comportamenti da tenere in caso di emergenza. Non esiste un accesso di larghezza adeguata (minimo m. 3,50) dalla strada per l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco, che dovranno operare dalla via sottostante il cortile dell edificio scolastico (art. 12, 13 D.Lgs. 626/94). E assente una via di esodo indipendente per il primo piano (scale di emergenza). Esiste un servizio di Primo Soccorso. (art. 13 D.Lgs. 626/94). 9. LAVORI IN APPALTO Se verranno affidati lavori in appalto per opere di manutenzione ordinaria e/o straordinaria, l Amministrazione Comunale, quale Committente, fornirà agli appaltatori, e viceversa, informazioni relative ai rischi specifici esistenti nella scuola, e le procedure a cui dovranno attenersi, alla presenza di eventuali impianti ed attrezzature pericolose (art. 7 D.Lgs. 626/94) Salute e sicurezza di lavoratori e studenti 10. IMPIANTO ELETTRICO L'impianto elettrico funziona normalmente ed è provvisto di interruttore generale; esiste la relativa dichiarazione di conformità prevista dalla normativa (Legge 46/90). Il diffusore sonoro per segnalare l emergenza è un fischietto, appeso di fianco all uscita di emergenza, ed è udibile in tutti i locali della scuola. Sono presenti le luci di emergenza sopra la porta d ingresso (unica uscita di emergenza) e nel vano scale. 11. ANTINCENDIO / VIE ED USCITE D EMERGENZA I mezzi di estinzione e la segnaletica sono conformi a quanto indicato nell art. 33 del D.Lgs. 626/94 e nel DM 26.8.92 (Norme di prevenzione incendi per l edilizia scolastica - G.U. n. 218 del 16.9.92). Sono assenti le scale d emergenza per il primo piano. Per ridurre il rischio incendio in alternativa alle scale di emergenza è indispensabile che vengano attuate le altre misure individuate nel presente documento con R = 6 (in particolare: il senso di apertura e la larghezza delle porte, un nuovo estintore per il primo piano e la cucina, una porta REI dalla cucina alla mensa ed al bagno docenti) Le misure attuate, sia per favorire l uscita, sia per contenere in modo passivo (porte REI) ed attivo (estintori) eventuali focolai d incendio hanno diminuito il rischio relativo. 12. RUMORE E COMFORT ACUSTICO E presente la Valutazione del rumore (Autocertificazione del Dirigente Scolastico) e verrà rispettata la periodicità prevista dalla valutazione (art.40 del D.Lgs. 277/91). 13. CARICO LAVORO FISICO (MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI) I lavoratori che, nello svolgimento della propria funzione, dovessero essere sottoposti a movimentazione manuale dei carichi, si atterranno a quanto previsto dall art. 47 del D.Lgs. 626/94: DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 23 di 35

per carichi (attrezzi, cose) gravosi da sollevare, anche occasionalmente, di peso superiore a 30 kg per gli uomini, 20 kg per donne ed adolescenti maschi, 15 kg per adolescenti femmine verrà adottata ogni misura tecnica, organizzativa, procedurale, di informazione e formazione che possa eliminare o anche solo ridurre i rischi per la salute. Inoltre, in base al D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 151 ( Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità ) art. 7 comma 1 è vietato adibire le lavoratrici (madri) al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori pericolosi, faticosi e insalubri. L art. 12 del citato D.Lgs. precisa che qualora i risultati della valutazione di cui all art. 11, comma 1, rivelino un rischio per la sicurezza e la salute delle lavoratrici (madri), il datore di lavoro adotta le misure necessarie affinchè l esposizione al rischio delle lavoratrici sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l orario di lavoro. Ove la modifica delle condizioni o dell orario di lavoro non sia possibile per motivi organizzativi o produttivi, il datore di lavoro applica quanto stabilito dall art. 7, commi 3, 4 e 5, dandone contestuale informazione scritta al servizio ispettivo del Ministero del Lavoro competente per territorio, che può disporre l interdizione dal lavoro per tutto il periodo di cui all art. 6, comma 1, in attuazione di quanto previsto all art. 17. Ai collaboratori scolastici verrà distribuito un fascicolo riguardante i rischi ed i comportamenti da tenere in relazione alla movimentazione manuale dei carichi, alla pulizia dei locali, alla manipolazione di sostanze per la pulizia e comunque pericolose o nocive, ecc. 14. IL RISCHIO BIOLOGICO Per rischio biologico si intende il rischio che deriva dal possibile contatto con sostanze organiche (sangue, urine, feci), che potrebbero trasmettere malattie, o con sostanze colturali (da laboratorio), che potrebbero provocare anche allergie e intossicazioni. In un contesto scolastico privo di particolari attività specialistiche e nell ambito delle normali attività di pulizia il rischio biologico è praticamente limitato alla pulizia dei servizi igienici, fatte salve le punture da siringhe o la raccolta di rifiuti infetti dopo medicazioni, che fanno riferimento agli accorgimenti di prudenza presentati nella scheda 4. Nella pulizia dei servizi igienici va dunque sempre prestata molta attenzione e vanno sempre usati i dispositivi di protezione individuale, di volta in volta più adatti, che riparino efficacemente da contatti diretti e da schizzi repellenti (mascherine, occhiali, guanti di gomma fino all avambraccio - tra l altro obbligatori quando si usano sostanze corrosive -, grembiule o tuta - eventualmente di tipo usa e getta nel caso di pulizie straordinarie). Una cura particolare deve essere dedicata alla pulizia di questi dispositivi dopo l attività, oltre che, ovviamente, alla pulizia degli strumenti usati (scopini, scopettoni, stracci, ecc.). Circa l importanza dell uso dei dispositivi di protezione individuale, non si dimentichi che, a prescindere dal rischio biologico, per la pulizia dei servizi igienici vengono di solito impiegati in maggiore quantità i prodotti più dannosi (disincrostanti, ecc.). 15. MICROCLIMA Gli ambienti sono provvisti di impianto di riscaldamento funzionante. La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici risponde in genere alla norma. Le finestre sono in legno verniciato con specchiatura in vetro particolarmente sottile e non isolante, prive di guarnizioni; pertanto non rispondono ai requisiti di isolamento termico e di risparmio energetico richiesti dalla Legge 9 gennaio 1991 n.10. L effettiva apertura delle finestre è limitata, durante le lezioni, per il possibile rischio di infortuni (apertura verso l interno). I serramenti sono in alluminio, in doppio vetro e guarnizioni isolanti, con apertura a vasistas e meccanismo di sicurezza per l apertura verso l interno. 16. ILLUMINAZIONE I locali adibiti ad uso scolastico hanno un livello di illuminazione naturale adeguato; ma nei luoghi di servizio, ed in particolar modo nel vano scale e nel locale cucina va verificato il grado di DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 24 di 35

illuminazione artificiale, in modo da salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. 17. ARREDI L arredamento, piuttosto obsoleto rispetto quanto di nuovo viene proposto, è comunque per forma e dimensione adeguato all età degli studenti ed al tipo di scuola. La cattedra nell aula giochi del primo piano è priva di bordi arrotondati, come da D.M. 18.12.1975. Le armadiature presenti nelle aule e nell atrio sono ancorate alle pareti. 18. ATTREZZATURE Scale E presente una unica scala portatile in alluminio del tipo a compasso; sufficientemente resistente nell insieme e nei singoli elementi, visto l uso alquanto limitato. Macchine Tutte le macchine acquistate dopo il 21/09/96 sono dotate di marcatura CE di Conformità secondo quanto stabilito dal DPR 459/96; sono disponibili le Istruzioni per l uso fornito a corredo della macchina stessa. Nello specifico trattandosi di una scuola dell Infanzia, pertanto senza presenza di laboratori di tipo professionalizzante, il riferimento riguarda sostanzialmente le dotazioni in uso al personale docente ed al collaboratore scolastico, (fotocopiatrice, registratore). Rischi legati alle attività svolte in ambienti specifici 19. AULE NORMALI Tutte le aule per le attività didattiche normali, visto il numero degli alunni, hanno caratteristiche tecniche dimensionali conformi alla normativa; lo standard minimo 1.80 mq/alunno è rispettato. L altezza netta media delle aule è 278 cm al piano terra e di 270 cm al primo piano. Per le finestre delle aule si veda il capitolo precedente microclima. Le dimensioni e la disposizione delle finestre è tale da garantire una sufficiente illuminazione e aerazione naturale, mentre il tipo di apertura, a battente, risulta essere estremamente pericoloso per gli alunni apribili a vasistas o verso l interno dopo lo sblocco del meccanismo di sicurezza. Va anche segnalata la presenza di molti caloriferi sporgenti dalla muratura, e non incassati in nicchia, che risultano quindi essere pericolosi per gli alunni I caloriferi sporgenti sono stati adeguatamente protetti con copricaloriferi. I parapetti delle finestre sono alti circa 93 cm ed andrebbero adeguati a 100 cm minimo I nuovi serramenti rendono inutile l applicazione di sbarre per adeguare l altezza dei parapetti. Aula didattica piano terra: circa 40 mq, scaffalature addossate alle pareti; ha una porta che si apre verso l interno, con una larghezza complessiva di 152 cm ma utilizzabile di soli 70 cm, non rispondente ai requisiti l esterno con maniglia antipanico e larghezza adeguata di cm 75+50; i caloriferi sono in parte incassati dall arredo presente. Possibilità di capienza max. di 23 alunni. Aula giochi primo piano: circa 54 mq, con scaffalature alle pareti ed una sabbionaia al centro del locale; è presente una scrivania con la fotocopiatrice, senza spigoli arrotondati; i caloriferi sono sporgenti. La porta si apre verso l esterno, ma la sua apertura utile è di soli 67 cm (l altra metà della porta non è utilizzabile, in quanto andrebbe a chiudere l uscita sul vano scale) ha larghezza adeguata di cm 85+40 e maniglione antipanico; l apertura non ostruisce il vano scale in quanto si apre in senso opposto ad esso. Possibilità di capienza max. di 27 alunni. Aula dormitorio, per il riposo pomeridiano dei più piccoli: misura circa 18 mq, sono presenti 6 lettini; i caloriferi sono sporgenti. La porta ha un ampiezza adeguata (90 cm) ma l apertura è verso l interno con apertura verso l esterno di cm 90 e maniglione antipanico. Possibilità di capienza max. di 10 alunni (utilizzata solo dai piccoli). L impianto elettrico ha uno scarso numero di prese (in genere una per aula). DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 25 di 35

20. CUCINA, dispensa e locale mensa LA CUCINA FATTORI DI RISCHIO: - Incendio - Fughe di gas - Allagamento ELIMINAZIONE DEI RISCHI Incendio: - Dotare il locale di porta REI di collegamento con la mensa; - Dotare il locale di estintore. - La cucina è isolata dall edificio scolastico (mensa e dispensa-bagni del personale) da due porte REI 120; è presente un estintore Fughe di gas: - Dotare il locale di griglia di aerazione posizionata vicino al pavimento. - Griglia di aerazione presente Allagamento: - Dotare il locale di piletta di scarico a pavimento. Posta al piano terra, contiene un frigorifero, un forno a gas a 5 fuochi con termocoppia, una lavastoviglie, un lavandino in ceramica ed un banco da lavoro in acciaio con sottostante lo spazio per gli attrezzi da cucina; dalla cucina si accede direttamente al locale mensa, all esterno (lato sud dell edificio) ed al magazzino/dispensa. Il gas proviene da due bombole all esterno dell edificio, chiuse in cassonetto in griglia di ferro proviene dall allacciamento al gas metano. La chiave della cucina deve essere a disposizione del personale scolastico, in caso di emergenza incendio o fuga di gas. La cucina deve essere aerata per mezzo di una griglia di aerazione posizionata sopra il pavimento, mentre la porta di accesso al locale mensa e al bagno per il personale deve essere di tipo REI. E bene che ci sia anche una piletta di scarico a pavimento, in modo da evitare pericoli di allagamento. LA DISPENSA contiene alimenti e utensili per la cucina, utilizzata solo dalla cuoca. LOCALE MENSA: il locale ed il pavimento degli spazi di lavoro sono adeguati alle condizioni d uso. Nella sala mensa possono trovare posto max. 23 alunni, considerata la presenza anche del personale docente e dell assistente educatore. La porta si apre verso l esterno, ma ha una larghezza di soli 75 cm ed ha larghezza adeguata di 90 cm, con maniglione antipanico. Dal locale mensa si accede al bagno per il personale ed alla cucina. Il locale non è provvisto di una uscita di emergenza. 21. SERVIZI IGIENICI e LOCALI ACCESSORI Manca il bagno per disabili. Esiste 1 bagno per il personale al Piano Terra e l antibagno è utilizzato anche come spogliatoio per il personale ATA. Nell antibagno è presente anche la cassetta del Pronto Soccorso. La porta si apre verso l interno, tale senso di apertura non è modificabile, in quanto andrebbe ad ostruire l uscita degli alunni dalla sala mensa e sarebbe fonte di rischi maggiori. Al primo piano, accessibile dall aula dormitorio, c è il bagno per gli alunni, composto da un antibagno con 4 lavandini e da 4 servizi igienici per gli alunni con altezza muretto adeguata di 97cm; la piastrellatura è alta cm 165 (la norma sarebbe di 180 cm); manca una piletta di scarico nel pavimento. La porta dell antibagno è larga 81 cm, ma si apre verso l interno. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 26 di 35

Atrio, piuttosto angusto, serve da disimpegno per i locali al piano terra e per le scale; sono presenti gli scaffali e gli appendiabiti per gli alunni (non ancorati alla parete). Ripostiglio: posto al primo piano, nel locale bagno degli alunni, contiene materiale di pulizia; è utilizzato solo dal personale ATA ed è chiuso a chiave. 22. SPAZI ESTERNI ATTREZZATI Il cortile esterno, di fronte all ingresso principale, viene utilizzato dagli alunni soltanto nella pausa mensa, nei giochi all aperto o in caso di evacuazione, in quanto vi è collocato il punto di raccolta. Nel cortile sono presenti alcuni giochi per gli alunni. La sabbionaia, aggiunta a ottobre 2007, deve essere tenuta coperta nei periodi di non utilizzo per igiene (possibile contaminazione con residui organici di animali). La ringhiera che separa i vialetti di accesso alla scuola dal cortile è alta solo 74 cm e all estremità nord non segue l andamento dei gradini. 100 cm. La ringhiera iniziale del vialetto con piano inclinato è alta solo 93 cm (invece di 100 cm). 23. CALDAIA Il locale caldaia si trova ad est della cucina con accesso separato da tutti gli altri locali scolastici. L accesso avviene dall esterno. La caldaia ed il bruciatore a gasolio ha una potenza nominale di 29.900kcal/h ed è provvista dell apposita certificazione. 24. BARRIERE ARCHITETTONICHE L accesso può avvenire attraverso 2 percorsi: uno privo di barriere architettoniche (scivolo inclinato) ed uno tramite scalinata. Non è presente un locale igienico utilizzabile dal disabile in carrozzina e opportunamente attrezzato. Non esiste un ascensore o un montascale. 25. COMPORTAMENTI Al fine di evitare incidenti che possono comportare danni e infortuni, anche di grave entità è indispensabile che tutti i Docenti si attivino nella vigilanza degli studenti. In modo particolare durante il cambio dell ora, durante l intervallo e all ingresso / uscita dalla Scuola. A tale proposito esiste un regolamento interno, approvato dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio di Istituto; è buona norma provvedere alla lettura agli studenti del medesimo non solamente all inizio dell anno scolastico, alla sua esposizione in ogni aula ed ad un attenta vigilanza funzionalmente al suo rispetto da parte di tutti gli studenti. Nel caso di Visite di istruzione o comunque di uscite dall Istituto scolastico, sarà cura del Docente promotore o del responsabile nominato dal Collegio docenti attuare tutte le procedure di rito. Dovrà inoltre promuovere iniziative di sensibilizzazione alla sicurezza nei confronti degli studenti secondo le diverse casistiche o caratteristiche della visita, curandosi di fornire informazioni precise anche ai genitori. Nel Piano di Emergenza sono dettagliate le procedure da seguire. DVR INFANZIA VEDESETA 2006 Pagina 27 di 35