Colbricon - A vent'anni dalla scoperta

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Preistoria Alpina- MuseoTridentino di ScienzeNaturali BERNARDINO BAGOLINI & GIAMPAOLO DALMERI Colbricon - A vent'anni dalla scoperta ABSTRACT BAGOLINI B. & DALMERI G., 1993 - Colbricon - A vent'anni dalla scoperta. [Colbricon - At twenty years since the discovery]. Preistoria Alpina, 28: 285-292. More than 20 years have passed since the discovery of the Mesolithic sites of Colbricon small lakes, located at an altitude of about 2000 m asi. Those sites are the first testimony of Mesolithic presence at high altitudes in the Dolomitic area, and they open a new chapter in the history of the population in Alpine regions. Parole chiave: Industria litica, Mesolitico, Colbricon, Italia. Key words: Lithic Industry, Mesolithic, Colbricon, Italy. Bernardino Bagolini, Dipartimento di Storia della Civiltà Europea, Università di Trento, via S. Croce 45, /-38100 Trento. Giampaolo Dalmeri, Museo Tridentino di Scienze Naturali, via Calepina 14, /-38100 Trento. Sono trascorsi più di vent' anni dalla scoperta dei siti mesolitici dei laghetti del Colbricon, attorno a 2000 m di altitudine. Tali presenze in area dolomitica costituiscono la prima testimonianza di frequentazioni mesolitiche alle alte quote e aprono un nuovo capitolo nella storia del popolamento dell' ambiente alpino. In un giorno dell'autunno del 1970 Luigi Secco di S. Martino di Castrozza, singolare figura di raccoglitore di documentazioni naturalistiche e storiche della sua terra, 285

nonché pittore sensibile dei suoi aspetti ambientali, si recava come già altre volte ai laghetti del Colbricon per coglierne un momento pittorico. Nel punto di osservazione scelto, sulla culminazione del diaframma tra i due laghetti, il sentiero decorticato dal manto erboso metteva in luce lo sfatticcio del substrato roccioso. In tale sito l'attenzione del Secco fu subito attratta dalla presenza di numerose schegge di selce frammiste al brecciame dilavato della roccia ignimbritica di base; questi ben sapendo che tale roccia affine al porfido non contiene filoni od arnioni selciferi, intuì che tali materiali potevano essere ivi portati in epoca preistorica. Dopo vari tentativi di ottenere informazioni in merito da naturalisti e geologi, il Secco affidò le selci raccolte al giornalista trentino esperto di alpinismo Gino Calin, che le portò al Museo Tridentino di Scienze Naturali dove furono esaminate da uno degli scriventi (B.B.), sulla scorta dei dati forniti dai ripari sottoroccia della conca di Trento, le cui serie stratigrafiche, che abbracciano tutto il Mesolitico, erano al tempo già note da un paio d'anni (BROGLIO, 1971-1972). Non fu difficile riconoscere nei materiali del Colbricon la testimonianza di una presenza mesolitica, riferibile al locale aspetto antico di tale stadio culturale definito Sauveterriano. Si trattava della prima testimonianza di frequentazioni mesolitiche in alta quota nell' arco alpino. Nell' estate del 1971 iniziarono le prospezioni di superficie che permisero di individuare altri siti, ed i primi scavi sistematici, condotti da uno degli scriventi (B.B.), che sono proseguiti fino al 1985, fornendo un quadro dettagliato delle modalità insendiative che dovettero assumere certamente carattere episodico e comunque stagionale. Fig. 1 - Panorama sui laghi del Colbricon. 286

Colbricon: i siti Appostamento (sito) 1 - Sauveterriano medio e 4 C: 9370±130 B.P.; 7420±130 B.C.) Posto in zona perilacustre su piccola culminazione tra i due laghetti. È.strutturato topograficamente nelle aree A-C-E, che evidenziano specializzazioni organizzate nell'utilizzo dello spazio abitativo. È un sito consistente, con A, C ed E nettamente differenziate. A ed E sono definite di «officina» per l'alta frequenza di microbulini ed altri residui e per lo strumentario estremamente ridotto. C, con un focolare, rivela al contrario una marcata incidenza di strumenti. In termini di funzionalità per tali caratteristiche il sito può essere definito di sussistenza. Appostamento 2 - Sauveterriano Dislocato sull' altura tra il laghetto superiore e la Val Bonetta a sud. È articolato su due aree adiacenti A e B con una debole consistenza di manufatti. In queste sono presenti sensibili addensamenti di selci combuste che attestano tracce di fuoco. Abbondanti sono le armature microlitiche rispetto agli strumenti; ben rappresentati sono i microbulini ed altri residui. Nel modello di gestione dello spazio A e B vengono considerate come singoli episodi insediativi distinti, più o meno coevi. Appostamento 3 - Sauveterriano antico Consistente sito perilacustre a sud del laghetto superiore in zona pianeggiante, topograficamente strutturato. Le aree di occupazione adiacenti A e B evidenziano differenziazioni funzionali di rilievo. È presente una forte concentrazione di oggetti in selce nella zona centrale dell' area A, in corrispondenza di una fovea di focolare. B è debolmente antropizzato. 3A evidenzia una forte prevalenza di microbulini sulle armature, le quali prevalgono nettamente sugli strumenti (<<officina»). In 3B è discretamente rappresentato lo strumentario (substrato, grattatoi). Tra le armature sono presenti alcuni dorsi troncati di tradizione epigravettiana. La postazione 3 rientra nell' ambito delle aree di sussistenza. Le aree specializzate dei singoli siti strutturati 1 e 3 sono da ritenersi cronologicamente simultanee e quindi in stretta connessione. Appostamento 4 - Sauveterriano Posto nella sella tra i due dossetti ad ovest dei laghetti. È un' area con una discreta consistenza di selci. Una zona ristretta di oggetti «cotti» sottende tracce di un focolare. Data l'incidenza degli strumenti rispetto alle armature, il sito ha prevalenti caratteristiche di sussistenza. Il sito 5, in posizione perilacustre sulla sponda ovest dellaghetto inferiore è costituito da una modesta area di dispersione che ha restituito pochi manufatti. Appostamento 6 - Sauveterriano In posizione dominante sui laghetti, è il più alto in quota (2050 m). Si tratta di un' area antropizzata ristretta, con tracce di fuoco, nella quale sono fortemente rappresentate le armature ed i residui. Anche per via della sua collocazione topografica, rientra nell' ambito dei siti di caccia e d'avvistamento. 287

Appostamento 7 - Sauveterriano A nord dellaghetto inferiore, perilacustre. È stato intensamente interessato da scavi abusivi. Appostamento 8 - Sauveterriano Disposto come il sito 8A' sulla balza rocciosa verso la Val Bonetta, in posizione ampiamente panoramica. Le due aree d'occupazione adiacenti di cui è composto, rivelano tracce di fuoco nelle rispettive zone centrali. Esse interpretano due diversi episodi insediativi distinti nell'ambito della stessa funzione di caccia e avvistamento: molto elevata è la frequenza delle armature (triangoli, segmenti di cerchio, punte a dorso). c o L il R l C o N - STR UT TUR I: TIPO A Fig. 2 - Colbricon - strutture insediative. 288

Appostamento 8A' - Sauveterriano Rispettivamente aree d' occupazione 8A' livello 3 ed 8A' livelli 4-5. In parte interessato da scavi abusivi. È l'unico sito che ha rivelato una sequenza stratigrafica verticale ed è quindi dotato di spessore cronologico. Le due aree antropizzate insistono sullo stesso luogo; al centro sono attestate tracce di fuoco. L'elevato indice di frequenza di armature microlitiche (triangoli e punte a dorso) fa dei due rilevanti episodi insediativi sovrapposti un punto strategico di caccia e avvistamento. ~~-.. #/'-.. ~~ ~ "~" ' "", 1908 \ \ \\. \\ \ \ \\ \l b$:\~\ \ / ~~:1) \ ~.~ \~ ~ \ Fig. 3 - Colbricon - funzionalità, rapporti inter-sito. 289

Appostamento 9 - Sauveterriano recente/finale Sella tra il costone roccioso e la culminazione di quota 1957. Ampia veduta sulla Val Bonetta. È un' area a discreta consistenza di oggetti, con tracce di focolare. Per la presenza di qualche trapezio nelle armature, manifesta caratteri di recenziorità. Le armature microlitiche sono rappresentate con indici elevati. Come i siti 2, 6, 8, 8A' non presenta specializzazioni topografiche nella distribuzione areale dell' industria e la sua ubicazione lungo il costone roccioso, in posizione ampiamente panoramica su entrambi i versanti del passo ma lontano dall'acqua, ne fa un luogo idoneo a bivacco momentaneo di avvistamento durante le operazioni di caccia. Conclusioni La successione delle scoperte negli ultimi anni, soprattutto in area dolomitica, ha confermato la sostanza dei fenomeni individuati per la prima volta nel 1970 al Colbricon. Le ricerche si orientarono inizialmente verso circostanze morfologico-ambientali affini a quelle individuate al Colbricon, quali: piccoli specchi lacustri, selle, passi e crinali. Siti di caccia stagionali con a volte specializzazioni nella distribuzione spaziale delle industrie sono oggi attestati in circostanze simili in numerose località, soprattutto dell' area dolomitica, generalmente tra i 1800 e 2000 m di quota. Questi fenomeni sono riferibili nella maggioranza dei casi al Mesolitico antico, con rilevanti episodi relativi al Mesolitico recente. Ricerche successive alla scoperta dei siti ai laghetti del Colbricon hanno evidenziato anche altre circostanze insediative o comunque di antropizzazione, sempre riferibili al medesimo arco cronologico, che rispondono ad altre circostanze ambientali, quali emergenze topografiche date da grandi massi di crollo e sottoroccia. RIASSUNTO Sono trascorsi più di venti anni dalla scoperta dei siti mesolitici dei laghetti del Colbricon, attorno a 2000 m di altitudine. Tali presenze in area dolomitica costituiscono la prima testimonianza di frequentazioni mesolitiche alle alte quote e aprono un nuovo capitolo nella storia del popolamento dell'ambiente alpino. Nell'estate del 1971 iniziarono le prospezioni di superficie che permisero di individuare altri siti, ed i primi scavi sistematici, condotti da uno degli scriventi (B.B.), che sono proseguiti fino al 1985, fornendo un quadro dettagliato delle modalità insediative che dovettero assumere certamente carattere episodico e comunque stagionale. SUMMARY More than 20 years have passed since the discovery of the Mesolithic sites of Colbricon small lakes, located at an altitude of about 2000 m a.s.l. Those sites are the first testimony of Mesolithic presence at high altitudes in the Dolomitic area, and they open a new chapter in the history of the population in Alpine regions. 290

In the summer of 1971 began the examinations of the surface, which led to the discovery of other sites and the first systematic excavations carried out by one of the Authors (B.B.), and which lasted until 1985. These examinations provided a detailed knowledge of the settlement, which was certainly discontinuous or seasonal. BIBLIOGRAFIA AAVV, 1983 - Atti della Tavola Rotonda Internazionale «Il popolamento delle Alpi in età mesolitica» VIII-V millennio a.c., Trento 26-29 luglio 1983, Preistoria Alpina, voi. 19. ALPAGO NOVELLO L., 1978 - Carta Archeologica - Foglio 22 - Feltre. BAGOLINI B., 1971a - «Ricerche sulla tipometria litica dei complessi epipaleolitici della Valle dell' Adige», Preistoria Alpina, voi. 7, pp. 243-276. BAGOLINI B., 1971b - «Colbricon (Passo Rolle - Rolle PaB», Preistoria Alpina, voi. 7, Notiziario, pp. 342-343. BAGOLINI B., 1972a - «Primi risultati delle ricerche sugli insediamenti epipaleolitici del Colbricon (Dolomiti)>>, Preistoria Alpina, voi. 8, p. 107-149. BAGOLINI B., 1972b - «Colbricon» (Passo Rolle), Preistoria Alpina, voi. 8, Notiziario, p. 260. BAGOLINI B., 1975 - «Colbricon (Dolomiti)», Preistoria Alpina, voi. Il, Notiziario, p. 322. BAGOLINI B., 1980 - Il Trentino nella preistoria del mondo alpino, Trento, Ed. Temi. BAGOLINI B., 1982 - «Valle dell' Adige: modello interpretativo della colonizzazione postglaciale di un territorio alpino fino all'introduzione dell'agricoltura», Atti I Conv. Nar. di Ecologia Umana «Uomo e Agricoltura», Firenze. BAGOLINI B., 1986 - «Prospezioni sistematiche in ecosistemi montani e applicazione di modelli di fruizione del territorio», Dialoghi di Archeologia 1, Quasar. BAGOLINI B. & BARBACOVI F., 1976 - «Colbricon (Dolomiti)», Preistoria Alpina, voi. 12, Notiziario, pp. 218-220. BAGOLINI B., BARBACOVI F., CASTELLETTI L. & LANZINGER M., 1975 - «Colbricon (scavi 1973 1974)>>, Preistoria Alpina, voi. Il, pp. 201-235. BAGOLINI B., BARBACOVI F. & LANZINGER M., 1978 - Colbricon -Passo Rolle (Trento)», Preistoria Alpina, voi. 14, Notiziario, pp. 219-220. BAGOLINI B., BROGLIO A. & LUNZ R., 1982 - «I siti mesolitici delle Dolomiti», Ladinia, 6. BAGOLINI B., BROGLIO A. & LUNZ R., 1983 - «Le Mésolithique des Dolomites», Preistoria Alpina, voi. 19, pp. 15-36. BAGOLINI B. & BROGLIO A., 1985 - Il ruolo delle Alpi nei tempi preistorici (dal Paleolitico al Calcolitico), voi. in onore di S. Puglisi, Univo «La Sapienza», Roma. BAGOLINI B. & DALMERI G., 1987 - «I siti mesolitici di Colbricon (Trentino). Analisi spaziale e fruizione del territorio», Preistoria Alpina, voi. 23, pp. 7-188. BAGOLINI B. & PASQUALI T., 1984 - «I cacciatori mesolitici nella Catena del Lagorai, Trento (8000 5000 a.c.), Annuario SAT. 291

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