UNA ESPERIENZA PARTECIPATIVA DI PROGRAMMAZIONE REGIONALE: IL CASO DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA Gianni Vicario Danilo Spazzapan Regione Automoma Friuli Venezia Giulia
LEGGE REGIONALE 17/08/2004, N. 23 PARTECIPAZIONE ENTI LOCALI AI PROCESSI PROGRAMMATORI Finalità principali Valorizzare il ruolo degli enti locali nei processi di programmazione e verifica in materia sanitaria e sociosanitaria Promuovere la partecipazione delle OO.SS., delle organizzazioni dei cittadini e delle altre parti sociali Sviluppare l integrazione sociosanitaria
LEGGE REGIONALE 17/08/2004, N. 23 PARTECIPAZIONE ENTI LOCALI AI PROCESSI PROGRAMMATORI Modalità e strumenti di partecipazione Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria regionale intese e pareri sui piani, verifiche stato attuazione, contributo alla definizione mandato direttori generali Conferenza di sindaci a livello aziendale bisogni di salute della comunità locale, parere e intesa su PAL, contributo definizione mandato direttore generale ASS, verifica andamento attività ASS, parere su nomina coordinatore sociosanitario
LEGGE REGIONALE 17/08/2004, N. 23 PARTECIPAZIONE ENTI LOCALI AI PROCESSI PROGRAMMATORI Modalità e strumenti di partecipazione Assemblea dei sindaci di ambito distrettuale parere su nomina direttori distretto, parere su PAT e PDZ
PROGETTO DI PIANO SANITARIO E SOCIOSANITARIO REGIONALE 2006-2008 Commissione consiliare Approvato nel dicembre 2005, comprende le indicazioni strategiche in tema di prevenzione OO.SS. I.R.C.C.S. Direttori Generali ASS Direzioni Centrali Regione Università CPPSSR Associazioni pazienti Rete delle consultazioni
PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE Il piano regionale della prevenzione 1 e 2 sviluppa i temi proposti dal CCM. Attivazione gruppi di lavoro tecnico-professionali con il coinvolgimento degli ospedali, I.R.C.C.S., Università, dipartimenti di prevenzione e altri servizi territoriali, soggetti non appartenenti all ambito sanitario (circa 40 entità, es. scuola, volontariato, scuole guida )
PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE Confronto con altre Direzioni centrali della regione su temi di comune interesse (Cultura e Istruzione, Trasporti, Lavoro) e attraverso queste aggancio di altri enti (es. Autovie Venete, ACI) Coordinamento con il Piano regionale della sicurezza stradale e con il Piano territoriale regionale (inserimento di interventi di provata efficacia in tema, ad es., di mobilità sostenibile) Confronto con Agenda 21 Condivisione con OO.SS.
PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE Consultazioni con ARS, Direttori generali ASS, Dipartimenti di prevenzione, Ambiti socio-sanitari e Distretti Presentazione del piano al Gruppo ristretto della maggioranza consiliare e alla Giunta regionale Approvazione del piano con delibera di G.R. 1177/2006
GESTIONE ATTUATIVA PIANO DELLA PREVENZIONE Coordinamento regionale (DCSPS, ARS) per l attuazione e verifica Raccordo con altre Direzioni centrali della Regione (Pianificazione, Cultura, Comunicazione) e con altri soggetti istituzionali Coordinamento tra i piani: riconduzione delle diverse linee di lavoro al contrasto dei fattori di rischio individuati e comuni a più settori di intervento Interventi integrati, multisettoriali e multidisciplinari Sviluppo, qualificazione e orientamento del sistema informativo sanitario regionale agli obiettivi di piano
GESTIONE ATTUATIVA PIANO DELLA PREVENZIONE DCSPS Attiva le sinergie e le integrazioni con gli organi di governo regionale interessati, verifica il livello complessivo di realizzazione delle strategie avvalendosi dell ARS ARS E responsabile dell attuazione e del monitoraggio dei programmi negoziandoli, sulla base delle linee di gestione annuali, con i Direttori Generali (come previsto dalle LL.RR. 37/95 e 49/96)
CONCLUSIONI L iter partecipato: Comporta un allungamento dei tempi è aggiunge complessità al processo di programmazione Arricchisce i contenuti del piano Apporta vantaggi in termini attuativi Facilita la realizzazione dei progetti