PRINCIPI DI ECOLOGIA APPLICATI ALLA GESTIONE FAUNISTICA

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CORSO PER COADIUTORI PRINCIPI DI ECOLOGIA APPLICATI ALLA GESTIONE FAUNISTICA Rimini, 16 gennaio 2014 Dott. Paolo Giacchini

CORSO PER COADIUTORI OBIETTIVO: Preparazione alla Gestione faunistica METODI: Conoscenza parametri ecologici, specie, problematiche, tecniche

PRINCIPI DI ECOLOGIA PERCHE E IMPORTANTE PARLARE DI ECOLOGIA? Corretti interventi di gestione faunistico-venatoria presuppongono la conoscenza dei fondamentali parametri ecologici Una corretta analisi dei parametri ecologici condiziona il raggiungimento di qualsiasi obiettivo gestionale. Da un punto di vista pratico-operativo, concetti e terminologia relativi all ecologia si trovano in: - Relazioni tecniche - testi normativi - testi di settore

ECOLOGIA dal greco OIKOS (casa) e LOGOS (studio, scienza) = scienza che studia gli esseri viventi e i rapporti che intercorrono tra loro e l ambiente in cui vivono

Il termine Ecologia deriva da due parole di origine greca: oikos (casa) e logos (scienza). = SCIENZA DELLA CASA La casa è intesa come habitat (tipo di ambiente frequentato da una determinata specie). Una parte della ecologia applicata si occupa degli studi finalizzati alla pianificazione dello sfruttamento delle risorse naturali, tenendo in considerazione sia le leggi ecologiche, sia le esigenze umane.

L Ecologia studia i rapporti tra: FATTORI BIOTICI produttori consumatori degradatori BIOCENOSI (viventi) FATTORI ABIOTICI componenti chimici (elementi chimici, composti inorganici e organici, ecc.) componenti fisici (luce, temperatura, pressione, ecc.) BIOTOPO (non viventi) ECOSISTEMA

STRUTTURA DELL ECOSISTEMA componente autotrofa (autonutriente) fascia verde o fotosintetica; fissazione dell energia luminosa sotto forma di legame chimico tra sostanze inorganiche semplici per combinarle in sostanze organiche complesse = PIANTE Componente eterotrofa (che si nutre di altri) Utilizzazione, trasformazione, decomposizione della materia per avere Energia = ANIMALI E DEGRADATORI

FOTOSINTESI CLOROFILLIANA ZUCCHERI CO2 + 2H2O ENERGIA (CH2O)n + 02 RESPIRAZIONE

CATENA ALIMENTARE

CICLO ALIMENTARE

E quando gli esseri viventi muoiono? Funghi Batteri Grazie a loro il materiale organico morto viene reso nuovamente disponibile per i vegetali e il ciclo ricomincia!

CATENA ALIMENTARE = serie di esseri viventi appartenenti ad un determinato ecosistema in cui ogni elemento della catena mangia quello che lo precede e può essere mangiato da quello che lo segue. I decompositori (batteri, funghi, lieviti, ecc.) trasformano le sostanze organiche in sostanze minerali, nuovamente assimilabili dai produttori. SOSTANZA ORGANICA DECOMPOSITORI Produttori (piante verdi) I produttori sono i vegetali con clorofilla, in grado di trasformare l energia solare in energia chimica (zuccheri). CONSUMATORI PRIMARI (ERBIVORI) I consumatori primari si nutrono dei produttori (autotrofi) e sono quindi prevalentemente erbivori. I consumatori di 2, 3..N livello, si nutrono prevalentemente a spese degli erbivori (sono quindi carnivori), possono però nutrirsi anche dei carnivori che li precedono nella catena alimentare. CONSUMATORI DI III - IV LIVELLO CONSUMATORI DI II LIVELLO Uno stesso animale può appartenere a diversi livelli trofici: è il caso degli onnivori che si nutrono sia di vegetali che di animali e di alcuni carnivori che possono consumare prede appartenenti a diversi livelli.

LA CATENA ALIMENTARE E calore ENERGIA LUCE PRODUTTORI CONSUMATORI E calore E calore DECOMPOSITORI

RETE ALIMENTARE

CATENE ALIMENTARI Un ecosistema viene mantenuto in vita da un flusso di energia che attraversa i diversi livelli trofici Consumatori terziari Sono carnivori predatori sia di erbivori che di altri carnivori Consumatori secondari Sono carnivori predatori di erbivori Consumatori primari Sono gli erbivori, che si nutrono a spese della materia organica sintetizzata dalle piante Produttori Detritivori Decompositori Demoliscono e decompongo la sostanza organica restituendo ai produttori il materiale inorganico con cui viene fatto ripartire il ciclo Sono le piante, organismi autotrofi (in grado di sintetizzare sostanza organica a partire da materiale inorganico)

Catene alimentari Le catene alimentari sono le vie di trasferimento dell energia attraverso l ecosistema Un esempio di catena alimentare

Reti alimentari Le catene alimentari si combinano a formare delle reti più o meno complesse Un esempio di rete alimentare

Piramide ecologica Nel passaggio da un livello trofico a quello successivo una grande quantità di ENERGIA viene dispersa CONSUMATORI SECONDARI (N=10) CONSUMATORI TERZIARI (N=1) CALORE N=9 CALORE N=90 La BIOMASSA si riduce progressivamente salendo di livello CONSUMATORI PRIMARI (N=100) CALORE N=900 PRODUTTORI (N=1000)

Cenni di ecologia applicata HABITAT Spazio determinato da un insieme di fattori ecologici (clima, fattori fisici e organici, ecc.), in cui una popolazione trova le condizioni chimico-fisiche favorevoli alla vita, in tutti i suoi cicli (ad es. bosco, fiume, mare, stagno, prateria, ecc.)

Cenni di ecologia applicata NICCHIA ECOLOGICA = insieme delle caratteristiche ambientali e biologiche con le quali l organismo è in rapporto nel suo ecosistema (ad esempio temp. minima e massima, grado umidità, disponibilità cibo, rapporto con conspecifici, ecc.) starna e fagiano / cinghiale e muflone occupano la stessa nicchia ecologica

Cenni di ecologia applicata SPAZIO VITALE (home range) spazio in cui si svolge la vita degli individui (o delle coppie o dei gruppi familiari) di una specie

Cenni di ecologia applicata TERRITORIO = spazio che una specie difende attivamente da conspecifici, anche solo in particolari periodi dell anno, generalmente delimitandone i confini (marcando)

Cenni di ecologia applicata CLIMAX = stato in cui si è instaurata una biocenosi in equilibrio stabile con l ambiente. Un campo non è un climax perché evolve. Un bosco maturo può essere un climax (stato di equilibrio)

Cenni di ecologia applicata ECOTONE = zona di transizione tra diversi ecosistemi, in cui si può verificare l effetto margine, con presenza di specie di entrambi gli ecosistemi

Cenni di ecologia applicata CAPACITÀ PORTANTE DELL AMBIENTE (carryng capacity) numero massimo di individui di una specie che un determinato ambiente può sopportare (varia nel tempo in base a disponibilità di cibo, spazio, siti riproduttivi, competizione inter e intraspecifica, ecc.)

Cenni di ecologia applicata SPECIE Insieme di individui che accoppiandosi tra loro producono una discendenza indefinitamente feconda. Una specie è composta da una o molte popolazioni. il cinghiale la lepre il capriolo il lupo la volpe la starna il fagiano la sterpazzola di Sardegna, ecc. ecc.

CLASSIFICAZIONE DEGLI ESSERI VIVENTI SPECIE NOMENCLATURA BINOMIA (latino) Canis GENERE lupus CARATTERIZZA LA SPECIE Lupo (Canis lupus)

Animale CAPRIOLO Vertebrati Mammiferi Superordine UNGULATI Artiodattili Sottordine RUMINANTI Cervidi Capreolus Capreolus capreolus

Animale Vertebrati Mammiferi CINGHIALE Superordine UNGULATI Artiodattili Sottordine SUIFORMI Suidi Sus Sus scrofa

Piante ROVERELLA Magnoliophyta Magnoliopsida Fagales Fagaceae Quercus Quercus pubescens

POPOLAZIONE Insieme di individui della stessa specie COMUNITA Insieme di individui di specie diverse

Cenni di ecologia applicata POPOLAZIONE La popolazione è un gruppo di organismi o individui della stessa specie [fra i quali esiste la possibilità di scambio genetico (interfecondi)], che occupano una determinata zona I grillotalpa del mio orto; Le lepri della ZRC.; I caprioli della provincia di Pesaro e Urbino; Le cavolaie delle Marche; Le cesene d Italia; Le balenottere azzurre della Terra.

Cenni di ecologia applicata LA POPOLAZIONE È CARATTERIZZATA DA DUE ELEMENTI FONDAMENTALI: STRUTTURA DINAMICA

LA POPOLAZIONE La struttura è la composizione in classi di sesso e di età della popolazione in un preciso momento I parametri della struttura di popolazione di maggior interesse gestionale sono: rapporto tra i sessi (= M:F) rapporto tra le classi di età (juv., sad., ad.) rapporto piccoli per femmina (p/f)

LA POPOLAZIONE La dinamica è la variazione della struttura di popolazione nel tempo Consistenza (N) Densità (D) Natalità Mortalità Elementi fondamentali della dinamica: Velocità di accrescimento Fattori limitanti Dispersione Fluttuazioni cicliche Reclutamento (IUA) competizione intraspecifica predazione parassiti disturbi

Struttura di popolazione La struttura di popolazione è la composizione percentuale di una popolazione in classi di età Proporzione tra classi d età La classi giovanili sono, di norma, quelle più rappresentate e con mortalità più alta Esempio e classi di sesso Proporzione tra i sessi (PS) Nelle popolazioni naturali di ungulati femmine e maschi sono in numero circa uguale, spesso con leggera prevalenza di femmine Numero capi 100 80 60 40 20 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Età Struttura per età di una popolazione di cervo PS = 1 : 1,3

Struttura di popolazione La struttura di popolazione può essere rappresentata da un grafico a piramide Età 15 14 13 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 MASCHI FEMMINE 50% 40% 30% 20% 10% 0 10% 20% 30% 40% 50% Esempio di struttura di una popolazione di cervo

Dinamica di popolazione Le popolazioni si modificano nel tempo in seguito ad aumenti e diminuzioni della propria consistenza CONSISTENZA DELLA POPOLAZIONE

CONSISTENZA (N) numero di individui che compone la Popolazione in un dato momento I cinghiali della mia zona di caccia oggi sono 5 (N 09 = 5)

NATALITÀ numero di individui che nasce in un intervallo di tempo Natalità massima teorica = capacità di accrescimento senza fattori limitanti Natalità effettiva = accrescimento di una popolazione in condizioni reali La natalità del Capriolo in provincia di Ancona nel 2008 è stata pari a 950 individui

MORTALITÀ numero di individui che muore in un intervallo di tempo Mortalità minima teorica = numero di individui morti in condizioni teoriche (soglia minima) Mortalità effettiva = numero di individui morti in una situazione reale La mortalità delle cavolaie nelle Marche nel 2008 è stata pari a 850.000 individui

DISPERSIONE movimenti di individui di una popolazione all interno o all esterno dell area occupata: - emigrazione = allontanamento - immigrazione = ingresso - migrazione = movimento periodico di andata e ritorno

Dinamica di popolazione N t B I = consistenza della popolazione all instante t = numero dei nati = numero degli immigrati Equazione della dinamica di popolazione Nt = B + I - D - E D E = numero dei morti = numero degli emigrati Nt+1 = consistenza della popolazione all instante t+1 (es. un anno dopo) Nt+1 = Nt + (B + I -D -E)

Dinamica di popolazione: esempio cinghiale gennaio 2013 = 100 nati = 120 immigrati = 15 morti = 80 N. gen2014 = 100 + (120 + 15 80-30) = = 125 emigrati = 30 N. gennaio 2014 =??????

Dinamica di popolazione: esempio capriolo febbraio 2013 = 100 nati = 60 immigrati = 5 morti = 35 N. gen2014 = 100 + (60 + 5 35-12) = = 118 emigrati = 12 N. gennaio 2014 =??????

DENSITÀ (D) numero di individui della Popolazione presente mediamente sull unità di superficie (solitamente 1 kmq = 100 ha) La densità di Lepre del Parco della Gola della Rossa e Frasassi è di 58 individui ogni 100 ettari (D = 58/kmq) La densità di Cinghiale nella mia zona di caccia è di 5 individui ogni 100 ettari (D = 5/kmq) = 1 kmq

DENSITÀ (D) ESEMPIO 1 80 caprioli in 200 kmq = Quanti caprioli per kmq? = 80 c /200 kmq = 0,4 caprioli/kmq ESEMPIO 2 80 cinghiali in 400 ettari = Quanti cinghiali per kmq? = 80 c /4 kmq = 20 cinghiali/kmq

DENSITÀ (D) ESEMPIO 1 80 caprioli in 200 kmq = Quanti caprioli per kmq? = 80 c /200 kmq = 0,4 caprioli/kmq ESEMPIO 2 80 cinghiali in 400 ettari = Quanti cinghiali per kmq? = 80 c /4 kmq = 20 cinghiali/kmq

Dinamica di popolazione ACCRESCIMENTO SENZA REGOLAZIONE In assenza di fattori limitanti la popolazione si accresce unicamente in base al proprio tasso intrinseco di accrescimento (numero massimo di discendenti generati da ogni individuo) N Crescita esponenziale DN = rn Dt la crescita è esponenziale r = tasso intrinseco di accrescimento t

Dinamica di popolazione ACCRESCIMENTO CON REGOLAZIONE Crescita logistica (CAPACITA PORTANTE) In presenza di fattori limitanti la crescita viene rallentata, fino a quando la popolazione si stabilizza intorno alla capacità portante (massimo carico di individui di una certa specie che un determinato ambiente può sostenere) N K t la crescita si dice logistica K = capacità portante

INCREMENTO UTILE ANNUO (I.U.A.) O RECLUTAMENTO numero di individui che incrementa numericamente la popolazione in un anno (= natalità mortalità) L incremento utile della popolazione di balenottere azzurre della Terra nel 2008 è stato pari a 4 (I.U.A. 08 = 4)

Dinamica di popolazione: esempio cinghiale gennaio 2013 = 100 nati = 120 immigrati = 15 morti = 80 emigrati = 30 N. gen2014= 100 + (120 + 15 80-30) = 125 IUA =? 25 N. gennaio 2014 =??????

Dinamica di popolazione INCREMENTO UTILE ANNUO L accrescimento di una popolazione da un anno all altro prende il nome di INCREMENTO UTILE ANNUO (I.U.A.) e rappresenta il risultato delle nascite al netto delle perdite annuali. Si esprime come % di piccoli sopravvissuti rispetto alla popolazione iniziale (o al n. di femmine) I.U.A. nelle popolazioni di ungulati Valori teorici di riferimento I.U.A. CINGHIALE 100 200 % CAPRIOLO 30 50 % CERVO 25 33 % DAINO 30 40 % MUFLONE 25 43 %

CAPACITA PORTANTE E I.U.A. Con l aumentare della densità aumenta la mortalità e diminuisce la natalità di una popolazione, fino a che le rispettive curve si incrociano; questo punto definisce la CAPACITÀ PORTANTE (K). La popolazione smette di crescere poiché il numero dei nati coincide con quello dei morti. In queste condizioni, dal punto di vista venatorio sono consentiti prelievi limitati. E preferibile avere una popolazione con il massimo tasso di reclutamento possibile (corrispondente all area in cui le curve di natalità e mortalità sono più distanti); in tal caso, prelevando l IUA, la popolazione rimarrà pressoché invariata anche se sottoposta a prelievi consistenti.

Dinamica di popolazione SPECIE A SELEZIONE R Le specie in grado di sfruttare situazioni favorevoli anche di breve durata (es. annate di eccezionale offerta di cibo) hanno un elevato R elevata prolificità brevi cure parentali elevata mortalità giovanile tendenza al nomadismo (colonizzazione di nuovi ambienti) Selezione R Localmente, sono normali fluttuazioni anche consistenti della dimensione della popolazione Tra gli ungulati, la strategia R è tipica del cinghiale

Dinamica di popolazione SPECIE A SELEZIONE K Le specie adattate ad ambienti duraturi (specie stabili), hanno caratteristiche che consentono di mantenersi alla massima densità possibile K scarsa prolificità buone cure parentali ridotta mortalità giovanile legame con il territorio specializzazione e buona capacità di competizione Selezione K La maggior parte degli ungulati ha una strategia di tipo K

FATTORI LIMITANTI I fattori ambientali che, agendo sul successo riproduttivo (fitness) degli individui, influenzano il tasso di accrescimento di una popolazione, prendono il nome di fattori limitanti: spazio cibo predazione epidemie e parassitosi competizione interspecifica fattori climatici fattori antropici

Fattori limitanti Lo spazio vitale è un esigenza primaria per ogni organismo con l aumento della densità e la diminuzione dello spazio vitale di ogni individuo si verifica un calo nella produzione di biomassa diminuzione del vigore fisico diminuzione del tasso di accrescimento (calo natalità/aumento mortalità) SPAZIO Il cervo Specie che necessita, per le proprie esigenze vitali, di ampi spazi e di comprensori ben strutturati in cui poter ricavare: quartieri di svernamento quartieri estivi aree di bramito La popolazione autoctona di cervo del Bosco della Mesola, confinata in un ambiente recintato di circa 1 km 2, è caratterizzata da: piccole dimensioni corporee scarso sviluppo del trofeo dei maschi basso tasso di natalità

Fattori limitanti Esigenza primaria per qualunque organismo CIBO influenza direttamente le condizioni fisiche, il potenziale riproduttivo degli individui ed il tasso di accrescimento delle popolazioni L aumento della densità di popolazione diminuisce la disponibilità di cibo per i singoli individui Il cinghiale Per le popolazioni di cinghiale l offerta trofica dell ambiente ha effetti consistenti sul tasso di natalità: nelle annate con abbondante produzione di ghiande o faggiole il potenziale riproduttivo risulta pressoché raddoppiato

Fattori limitanti PREDAZIONE In ecosistemi integri prede e predatori si mantengono in un rapporto equilibrato attraverso cicli di diminuzione / aumento delle rispettive densità Aumento prede Aumento predatori Diminuzione predatori Diminuzione prede Anomalie In ecosistemi alterati (es. dall introduzione di una specie estranea) possono verificarsi anomalie nel rapporto predatori - prede Il muflone e il lupo Poiché il lupo è assente dalla Sardegna, il muflone, specie originaria dell isola, non ha evoluto adeguate strategie anti-predatorie nei suoi confronti. Localmente, il lupo può avere un impatto elevato, soprattutto in presenza di altri fattori limitanti (es. prolungato innevamento, assenza di pareti scoscese)

EPIDEMIE E PARASSITOSI Fattori limitanti Parassiti e agenti patogeni determinano un degrado fisico dell individuo (in casi estremi la morte) diminuzione del potenziale riproduttivo diminuzione del tasso di accrescimento della popolazione N.B. L aumento della densità facilita la diffusione di parassiti e patogeni in quanto diminuisce la distanza tra i singoli individui e quindi aumenta la probabilità di contagio

Fattori limitanti COMPETIZIONE INTERSPECIFICA Competizione tra ungulati In ecosistemi equilibrati le comunità animali sono adattate per sfruttare al meglio le risorse ambientali e le diverse specie non si danneggiano a vicenda in modo sensibile In ecosistemi lontani dall equilibrio o alterati (es. dallo sfruttamento agricolo e forestale, dall introduzione di specie alloctone ecc.) la competizione fra due specie può risolversi a sfavore di una delle due Tra le diverse specie di ungulati la competizione si svolge di norma* sul piano alimentare È condizionata da: offerta trofica dell ambiente grado di plasticità (adattabilità) delle specie * Un eccezione è rappresentata dall introduzione del muflone in ambiente alpino, che ha generato problemi di competizione di tipo spaziale con il camoscio, per l accesso alle aree di svernamento

FATTORI LIMITANTI INDIPENDENTI DALLA DENSITÀ Fattori climatici Siccità Piovosità Temperature estreme Si manifestano con regolarità Fattori imprevedibili Incendi Eruzioni vulcaniche Uragani... agiscono come un fattore di controllo (selezione naturale) sulla popolazione colpendo in particolare soggetti deboli (piccoli, anziani, malati) Non esercitano un controllo costante sulla popolazione ma provocano per lo più estinzioni di massa, non selettive

FATTORI ANTROPICI Costanti Variabili Imprevedibili Esempi Dipendenti dalla densità INVESTIMENTI STRADALI BRACCONAGGIO COSTRUZIONE DI INFRASTRUTTURE ATTIVITÀ AGRICOLE RANDAGISMO CANINO Indipendenti dalla densità PRESENZA DI INSEDIAMENTI MECCANIZZAZIONE AGRICOLA INQUINAMENTO