Università degli Studi di Firenze Facoltà di Psicologia Ansia e incertezza in diadi interrazziali: un'indagine empirica di Valentina Nuzzo Relatore: Silvia Casale A. A.2009-2010
Premessa Era il 1619 quando la prima nave da guerra olandese approdò sulle coste della Virginia (Stati Uniti) ed in quello stesso anno iniziò per il popolo afroamericano quell orribile e disumana condizione denominata schiavitù che durerà per molti anni (Fabi, 2002). Tra il 1641 e il 1717 tutte le colonie americane, eccetto una, legalizzarono la schiavitù; tuttavia, nel 1750 anche la Georgia si unì nel riconoscere la peculiar institution. La schiavitù definisce alcune persone in parte come esseri umani e in parte come proprietà; gli schiavi africani erano ritenuti beni mobili da poter vendere e comprare secondo la volontà del padrone (Hine & Thompson, 1998). Sono trascorsi più di 40 anni dalla firma del Civil Rights Act, garantendo ai Bianchi ed ai Neri degli Stati Uniti d'america la concessione di parità d accesso alle istituzioni pubbliche e l'integrazione nelle scuole e nei posti di lavoro (Dovidio & Gaertner, 2004), ma nonostante ciò la razza e le divisioni etniche continuano a condizionare la società americana. Al centro di queste divisioni vi è un paradosso fondamentale proprio dell'identità di questo Paese: si tratta di una società fondata sui principi di giustizia e di uguaglianza da un lato e costruita sul razzismo e la schiavitù dall'altro (Pearson, Dovidio, & Gaertner, 2009). Sebbene negli ultimi anni i sondaggi d'opinione abbiano 3
rivelato un calo sostanziale degli atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti dei gruppi minoritari (Devine & Elliot, 1995; Gaertner & Dovidio, 1986; Madon et al., 2001, Schuman, Steeh, Bobo, & Krysan, 1997), l attuale Presidente degli Stati Uniti Barack Obama (2008), nel suo celebre discorso sulla razza esorta a more perfect union, parole che ritroviamo anche nella Costituzione degli Stati Uniti d'america, ha descritto una separazione tra le etnie nel proprio Paese. Nonostante il declino dell'ostilità degli atteggiamenti verso membri di minoranze restano, infatti, numerose prove di una sostanziale disparità e discriminazione razziale a partire da indici importanti di salute, come la mortalità infantile e la disparità di trattamento medico, fino ad arrivare all'accesso e alla qualità di una gamma di servizi riguardanti la formazione professionale, l'alloggio e l'istruzione (Dovidio et al., 2008; Elvira & Zatzick, 2002; Geiger, 2003). Bianchi e Neri, inoltre, hanno percezioni diverse sul ruolo della razza negli Stati Uniti. Nelle ultime inchieste nazionali, quasi tre quarti dei Neri e solo un terzo dei Bianchi hanno riferito che la discriminazione razziale è un importante fattore di influenza per la disparità di reddito e di istruzione (Gallup, 2008). Che cosa potrebbe spiegare la discrepanza tra il declino degli atteggiamenti negativi dei Bianchi e la persistenza di disparità sociali, politiche ed economiche e di discriminazioni subite dalle minoranze etiche e razziali? Una possibile interpretazione è che i Bianchi siano diventati più consapevoli delle norme sociali e quindi siano più cauti nelle espressioni pubbliche delle proprie opinioni. D'altro canto, non è possibile escludere che siano emerse 4
nuove forme di pregiudizio che sono meno intenzionali, meno consapevoli e meno dirette rispetto a quanto non avveniva in passato (Pearson et al., 2009a). In virtù di queste osservazioni e del fatto che il fenomeno immigrazione sta rendendo le società occidentali sempre più multietniche e multirazziali, questo lavoro di ricerca, nonostante sia stato realizzato negli Stati Uniti, potrebbe fornire degli spunti interessanti per quei Paesi che si trovano, o si troveranno, a dover affrontare la questione integrazione tra popolazione di maggioranza e gruppi di minoranze etiche e razziali. 5
1. Introduzione 1.1 Gruppi etnici e razziali negli Stati Uniti Quello delle interazioni tra gruppi di maggioranza e i vari gruppi di minoranze etniche e razziali all intero dei diversi Paesi è un fenomeno studiato da sempre in diverse discipline tra cui la sociologia, le scienze politiche, la psicologia e l'antropologia. La realtà del contatto interrazziale non riguarda tutte le società nello stesso modo: gli Stati Uniti d America sono tra i Paesi in cui si è verificata la maggior crescita del fenomeno immigrazione (Brown, Capozza & Licciardello, 2007). Secondo i dati forniti dal Census Bureau degli Stati Uniti (2008), i Caucasici rappresentano il 75% della popolazione degli Stati Uniti e sono definiti soprattutto dai popoli originari d'europa che sono immigrati dopo il 1600; per quel che concerne il restante 25%, il 12.4% della popolazione è rappresentato dagli Afroamericani i quali comprendono persone provenienti dall'africa, Indie Occidentali e alcune parti dei Caraibi. 6
Sempre secondo i dati del Census Bureau (2008), sono oltre 13.4 milioni gli Americani Asiatici che vivono negli Stati Uniti e costituiscono il 4.3% della popolazione totale; più del 23.1% della popolazione asiatica americana è cinese, il 18.6% ha origini indiane, il 18.3% sono Filippini, l'11.4% Vietnamiti, il 10% Coreani e il 6.7% Giapponesi, mentre il restante 11.9% è costituito da altri gruppi assemblati sotto la stessa etichetta. I Nativi Hawaiani e gli abitanti delle Isole Pacifiche rappresentano, nel 2008, lo 0.1% della popolazione totale del Paese. I Nativi Americani e i Nativi dell'alaska sono discendenti dai vari popoli indigeni degli Stati Uniti; queste due categorie comprendono le persone che vivono nelle riserve, così come coloro che si identificano come Nativi Americani, Indiani d'america, Eskimo, Aleutine o Inuit. Nel 2008, i Nativi Americani e i Nativi dell'alaska contano meno dell'1% della popolazione degli Stati Uniti. Il restante 7.2% della popolazione è composto da Americani di altre razze o razze miste. Per quanto riguarda l'etnia, il Census Bureau (2006) distingue le persone di origine ispanica e i non ispanici. Gli Ispanici, sono circa 47 milioni, rappresentando, quindi, il 15.4% della popolazione degli Stati Uniti e sono in continua crescita dal 1970; si stima che, entro il 2050, rappresenteranno quasi un quarto della popolazione degli Stati Uniti. Fra gli Ispanici circa il 66% sono di origine messicana, il 9% sono di origine portoricana, circa il 3% sono di origine cubana e il 22% sono Ispanici originari di altre zone. In questo scenario la razza e l'origine etnica rappresentano categorie 7
sociali che possono profondamente influenzare le percezioni sociali le quali determinano in modo critico le relazioni tra gruppi (West, Pearson, Dovidio, Shelton & Trail, 2009a). Appare evidente che molte delle questioni sociopolitiche odierne degli Stati Uniti siano inevitabilmente condizionate dall'appartenenza razziale. Una società multirazziale non può essere pienamente efficiente ed armonica senza coscienza della storia e ricerca del dialogo (West, 1999). La creazione di una civiltà siffatta richiede propensione ed apertura al dialogo totale ed onesto. Purtroppo, ancora oggi, una buona parte del popolo americano si mostra riluttante ad intraprendere questa via ed una, più di altre, è la ragione che motiva questa titubanza: le interazioni interrazziali sono stressanti ed ansiogene (Blascovich, Mendes, Hunter, Lickel, & Kowai-Bell, 2001; Ickes, 1984; Sheldon & Richeson, 2006; Stephan & Stephan, 2001). 1.2 Ansia e Incertezza nelle relazioni interrazziali 1.2.1 Il costrutto di ansia sociale L ansia è caratterizzata da uno stato di attivazione dell organismo legato ad un meccanismo fisiologico che entra in funzione quando una situazione 8