I. RELAZIONE GENERALE



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I. RELAZIONE GENERALE

RELAZIONE SCOMPOSIZIONE DELL'OPERA CODICE SP SP.01 SP.02 SP.03 SP.04 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrate Piano di campagna o stradale Parti aeree Interrato e visibile all'esterno CLASSI OMOGENEE pag. 1 / 2

CLASSI, UNITÀ, ELEMENTI TECNOLOGICI E COMPONENTI CODICE TIPOLOGIA ELEMENTO U.M. NUMERO 1 O EDILIZIA 1.2 CUT CHIUSURE 1.2.4 ET Infissi esterni 1.2.4.6 C Serramenti in materie plastiche (PVC) 1.3.3 ET Infissi interni 1.3.3.1 C Porte 2 O IMPIANTI TECNOLOGICI 2.1 ET Impianto elettrico 2.1.8 C Prese e spine 6.5 ET Impianto di climatizzazione 6.5.1 C Alimentazione ed adduzione 6.5.55 C Ventilconvettori e termovettori 6.6 ET Impianto di riscaldamento 6.6.25 C Caldaia 18.1 ET Illuminazione a led 18.1.1 C Apparecchio ad incasso a led 18.1.3 C Apparecchio a sospensione a led RELAZIONE pag. 2 / 2

II. SCHEDE TECNICHE

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 1.2.4.6 SCHEDE TECNICHE 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni 1.2.4.6 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC) / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Serramenti in materie plastiche (PVC) SCHEDA TECNICA COMPONENTE 1.3.3.1 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.3.3 Elemento tecnologico Infissi interni 1.3.3.1 Componente Porte / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Porte SCHEDA TECNICA COMPONENTE 2.1.8 2.1 Elemento tecnologico Impianto elettrico 2.1.8 Componente Prese e spine / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Prese e spine pag. 1 / 3

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 6.5.1 SCHEDE TECNICHE 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione 6.5.1 Componente Alimentazione ed adduzione / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Alimentazione ed adduzione SCHEDA TECNICA COMPONENTE 6.5.55 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione 6.5.55 Componente Ventilconvettori e termovettori / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Ventilconvettori e termovettori SCHEDA TECNICA COMPONENTE 6.6.25 6.6 Elemento tecnologico Impianto di riscaldamento 6.6.25 Componente Caldaia / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Caldaia SCHEDA TECNICA COMPONENTE 18.1.1 18.1 Elemento tecnologico Illuminazione a led pag. 2 / 3

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 18.1.1 SCHEDE TECNICHE 18.1.1 Componente Apparecchio ad incasso a led / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Apparecchio ad incasso a led SCHEDA TECNICA COMPONENTE 18.1.3 18.1 Elemento tecnologico Illuminazione a led 18.1.3 Componente Apparecchio a sospensione a led / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Apparecchio a sospensione a led pag. 3 / 3

III. MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.4 MANUALE D'USO 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni ELEMENTI COSTITUENTI 1.2.4.6 Serramenti in materie plastiche (PVC) Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura. COMPONENTE 1.2.4.6 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni 1.2.4.6 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC) Si tratta di infissi in plastica realizzati in PVC (ossia in polivinilcloruro) mediante processo di estrusione. I telai sono realizzati mediante giunzioni meccaniche o con saldature a piastra calda dei profili. Per la modesta resistenza meccanica del materiale gli infissi vengono realizzati a sezioni con più camere e per la chiusura di luci elevate si fa ricorso a rinforzi con profilati di acciaio. I principali vantaggi dei serramenti in PVC sono la resistenza agli agenti aggressivi e all'umidità, la leggerezza, l'imputrescibilità, l'elevata coibenza termica. Difficoltà invece nell'impiego riguarda nel comportamento alle variazioni di temperature e conseguentemente alle dilatazioni; si sconsigliano infatti profilati in colori scuri. Si possono ottenere anche effetto legno mediante l'incollaggio a caldo di un film acrilico sui profilati. MODALITA' D'USO CORRETTO E' necessario provvedere alla manutenzione periodica degli infissi in particolare alla rimozione di residui che possono compromettere guarnizioni e sigillature e alla regolazione degli organi di manovra. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato. pag. 1 / 10

COMPONENTE 1.2.4.6 MANUALE D'USO CONTROLLI CODICE OPERATORI C 1.2.4.6.5 Controllo del corretto funzionamento. Serramentista (Legno) C 1.2.4.6.1 Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in. Serramentista (Metalli e materie plastiche) C 1.2.4.6.2 Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Serramentista (Metalli e materie plastiche) C 1.2.4.6.4 Controllo della loro funzionalità. Serramentista (Metalli e materie plastiche) C 1.2.4.6.6 Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure. Serramentista (Metalli e materie plastiche) C 1.2.4.6.7 Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla Serramentista (Metalli parete. C 1.2.4.6.12 Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). e materie plastiche) Serramentista (Metalli e materie plastiche) IMPORTO INTERVENTI CODICE OPERATORI I 1.2.4.6.1 Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.2 Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.3 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. Generico I 1.2.4.6.4 Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi. Generico I 1.2.4.6.5 Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. Generico I 1.2.4.6.6 Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del Generico telaio fisso con detergenti non aggressivi. I 1.2.4.6.7 Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi. Generico I 1.2.4.6.8 Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi. Generico I 1.2.4.6.10 Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. Serramentista (Metalli e materie plastiche) IMPORTO pag. 2 / 10

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.3.3 MANUALE D'USO 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.3.3 Elemento tecnologico Infissi interni ELEMENTI COSTITUENTI 1.3.3.1 Porte Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. COMPONENTE 1.3.3.1 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.3.3 Elemento tecnologico Infissi interni 1.3.3.1 Componente Porte Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: a) anta o battente (l'elemento apribile); b) telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di cerniere); c) battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); d) cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la rotazione rispetto al telaio fisso); e) controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente l'alloggio al telaio); f) montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); g) traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del controtelaio). MODALITA' D'USO CORRETTO E' necessario provvedere alla manutenzione periodica delle porte in particolare al rinnovo degli strati protettivi (qualora il tipo di rivestimento lo preveda) con prodotti idonei al tipo di materiale ed alla pulizia e rimozione di residui che possono compromettere l'uso e quindi le manovre di apertura e chiusura. Controllare inoltre l'efficienza delle maniglie, delle serrature, delle cerniere e delle guarnizioni; provvedere alla loro lubrificazione periodicamente. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato. pag. 3 / 10

COMPONENTE 1.3.3.1 MANUALE D'USO CONTROLLI CODICE OPERATORI C 1.3.3.1.4 Controllo delle parti in, delle finiture e dello strato di protezione superficiale (qualora il tipo di rivestimento lo preveda). Serramentista Controllo dei fissaggi del telaio al controtelaio. C 1.3.3.1.1 Controllo della loro funzionalità. Serramentista (Metalli e materie plastiche) C 1.3.3.1.2 Controllo della loro funzionalità e dell'assenza di depositi nei binari di scorrimento (per porte scorrevoli). Serramentista C 1.3.3.1.3 Controllo del corretto funzionamento. Serramentista (Legno) C 1.3.3.1.5 Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.). Serramentista (Metalli e materie plastiche) IMPORTO INTERVENTI CODICE OPERATORI I 1.3.3.1.1 Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.3.3.1.2 Pulizia delle ante con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale. Generico I 1.3.3.1.3 Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.3.3.1.4 Pulizia degli organi di movimentazone tramite detergenti comuni. Generico I 1.3.3.1.5 Pulizia del telaio con prodotti detergenti non aggressivi idonei al tipo di materiale. Generico I 1.3.3.1.6 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. Generico I 1.3.3.1.7 Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. Serramentista (Metalli e materie plastiche) IMPORTO ELEMENTO TECNOLOGICO 2.1 2.1 Elemento tecnologico Impianto elettrico ELEMENTI COSTITUENTI 2.1.8 Prese e spine pag. 4 / 10

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.1 MANUALE D'USO L' ente erogatore fornisce l'energia in media tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta il quadro esterno generale Q.G.. Il quadro generale andrà ad alimentare il quadro di distribuzione Q.D1 (Piano terra), il quadro locale tecnico Q.CT. e il quadro locale antincendio Q.AI. Dal quadro di distribuzione Q.D1 parte la linea secondaria, che andrà ad alimentare i diversi quadri di zona, dislocati all'interno della struttura, ossia: il quadro ascensore Q.ASC., quadro cucina Q.Z1, quadro di distribuzione Q.D2 (piano primo), quadro lavanderia Q.Z2. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione. COMPONENTE 2.1.8 2.1 Elemento tecnologico Impianto elettrico 2.1.8 Componente Prese e spine Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette). MODALITA' D'USO CORRETTO Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpe isolanti. Nel locale dove è installato il quadro deve essere presente un cartello sul quale sono riportate le funzioni degli interruttori, le azioni da compiere in caso di emergenza su persone colpite da folgorazione. Le prese e le spine devono essere posizionate in modo da essere facilmente individuabili e quindi di facile utilizzo; la distanza dal pavimento di calpestio deve essere di 17,5 cm se la presa è a parete, di 7 cm se è in canalina, 4 cm se da torretta, 100-120 cm nei locali di lavoro. I comandi luce sono posizionati in genere a livello maniglie porte. ELEMENTO TECNOLOGICO 6.5 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione pag. 5 / 10

ELEMENTO TECNOLOGICO 6.5 MANUALE D'USO ELEMENTI COSTITUENTI 6.5.1 Alimentazione ed adduzione 6.5.55 Ventilconvettori e termovettori L'impianto di climatizzazione è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate condizioni termiche, di umidità e di ventilazione. L'unità tecnologica Impianto di climatizzazione è generalmente costituita da: - alimentazione o adduzione avente la funzione di trasportare il combustibile dai serbatoi e/o dalla rete di distribuzione fino ai gruppi termici; - gruppi termici che trasformano l'energia chimica dei combustibili di alimentazione in energia termica; - centrali di trattamento fluidi, che hanno la funzione di trasferire l'energia termica prodotta (direttamente o utilizzando gruppi termici) ai fluidi termovettori; - reti di distribuzione e terminali che trasportano i fluidi termovettori ai vari terminali di scambio termico facenti parte dell'impianto; - canne di esalazione aventi la funzione di allontanare i fumi di combustione prodotti dai gruppi termici. COMPONENTE 6.5.1 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione 6.5.1 Componente Alimentazione ed adduzione La rete di alimentazione o di adduzione ha lo scopo di trasportare il combustibile dalla rete di distribuzione dell'ente erogatore o da eventuali serbatoi di accumulo ai vari gruppi termici quali bruciatori e/o caldaie. Si possono classificare i sistemi di alimentazione a secondo del tipo di combustibile da trasportare sia esso solido, liquido o gassoso o della eventuale presenza di serbatoi di stoccaggio (interrati o fuori terra). MODALITA' D'USO CORRETTO Verificare la perfetta tenuta delle tubazioni di alimentazione del bruciatore e di ritorno ai serbatoi di combustibile gassoso. Verificare inoltre che non ci sia ristagno d'acqua in prossimità dei serbatoi. COMPONENTE 6.5.55 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione 6.5.55 Componente Ventilconvettori e termovettori pag. 6 / 10

COMPONENTE 6.5.55 MANUALE D'USO I termovettori ed i ventilconvettori sono costituiti da uno scambiatore di calore realizzato in rame ed a forma di serpentina posizionato all'interno di un involucro di lamiera metallica dotato di due aperture, una nella parte bassa per la ripresa dell'aria ed una nella parte alta per la mandata dell'aria. A differenza dei termovettori il ventilconvettore è dotato anche di un ventilatore del tipo assiale ed a motore che consente lo scambio del fluido primario, proveniente dalla serpentina, con l'aria dell'ambiente dove è posizionato il ventilconvettore. MODALITA' D'USO CORRETTO L'impianto con ventilconvettori è formato dai seguenti componenti:- un gruppo condizionatore centralizzato per il trattamento e il movimento dell'aria di rinnovo degli ambienti (aria primaria) formato a sua volta da: presa d'aria esterna con serrande di regolazione, sezione filtrante, batteria a tubi alettati per il riscaldamento dell'aria, sezione di umidificazione, batteria a tubi alettati di raffreddamento, batteria a tubi alettati di post-riscaldamento e ventilatore accoppiato a motore elettrico per il movimento dell'aria;- un sistema di canalizzazioni che fanno capo al gruppo centralizzato per l'adduzione a bassa o ad alta velocità e l'immissione dell'aria primaria negli ambienti mediante bocchette o diffusori;- un insieme di apparecchi di condizionamento, operanti localmente, dislocati nei singoli ambienti (ventilconvettori).il ventilconvettore è più diffuso del termovettore anche perché utilizza acqua a temperature basse ed è quindi utilizzabile anche con impianti a pannelli solari. La resa termica, nel caso del ventilconvettore, dipende dalla temperatura di mandata e dalla portata dell'aria e deve essere certificata dal costruttore. Ad inizio della stagione occorre eseguire una serie di verifiche e di controlli ed in particolare:- pulizia del filtro dell'aria;- controllo e pulizia delle batterie con particolare attenzione alla posizione delle alette;- controllo dell'isolamento del motore elettrico;- controllo del corretto senso di rotazione dell'elettro ventilatore. CONTROLLI CODICE OPERATORI C6.5.55.8 C6.5.55.9 Effettuare un controllo generale dei dispositivi di comando dei ventilconvettori; in particolare verificare:-il corretto funzionamento dei dispositivi di comando quali termostato, interruttore, commutatore di velocità; -l'integrità delle batterie di scambio, delle griglie di ripresa e di mandata. Controllo e verifica della tenuta all'acqua dei ventilconvettori. In particolare, verificare che le valvole ed i rubinetti non consentano perdite di acqua (in caso contrario far spurgare l'acqua in eccesso). Termoidraulico Termoidraulico IMPORTO ELEMENTO TECNOLOGICO 6.6 6.6 Elemento tecnologico Impianto di riscaldamento ELEMENTI COSTITUENTI 6.6.25 Caldaia L'impianto di riscaldamento è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate condizioni termiche. Le reti di distribuzione e terminali pag. 7 / 10

ELEMENTO TECNOLOGICO 6.6 MANUALE D'USO hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori, provenienti dalle centrali termiche o dalle caldaie, fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente e di controllare e/o regolare il loro funzionamento. A secondo del tipo dell'impianto (a colonne montanti o a zone) vengono usate tubazioni in acciaio nero senza saldatura (del tipo Mannessman), in rame o in materiale plastico per il primo tipo mentre per l'impianto a zona vengono usate tubazioni in acciaio o in rame opportunamente isolate (e vengono incluse nel massetto del pavimento). I terminali hanno la funzione di realizzare lo scambio termico tra la rete di distribuzione e l'ambiente in cui sono collocati. I tipi di terminali sono:- radiatori costituiti da elementi modulari (realizzati in ghisa, in alluminio o in acciaio) accoppiati tra loro per mezzo di manicotti filettati (nipples) e collegati alle tubazioni di mandata e ritorno;- piastre radianti realizzate in acciaio o in alluminio;- pannelli radianti realizzati con serpentine in tubazioni di rame o di materiale plastico (polietilene reticolato) poste nel massetto del pavimento;- termoconvettori e ventilconvettori costituiti da uno scambiatore di calore a serpentina alettata in rame posto all'interno di un involucro di lamiera dotato di una apertura (per la ripresa dell'aria) nella parte bassa e una di mandata nella parte alta; - unità termoventilanti sono costituite da una batteria di scambio termico in tubi di rame o di alluminio alettati, un ventilatore di tipo assiale ed un contenitore metallico per i collegamenti ai condotti d'aria con i relativi filtri;- aerotermi che basano il loro funzionamento su meccanismi di convezione forzata;- sistema di regolazione e controllo. Tutte le tubazioni saranno installate in o in appositi cavedi, con giunzioni realizzate mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno coibentate, senza discontinuità, con rivestimento isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti. Nel caso di utilizzazione di radiatori o di piastre radianti per ottimizzare le prestazioni è opportuno che:- la distanza tra il pavimento e la parte inferiore del radiatore non sia inferiore a 11 cm;- la distanza tra il retro dei radiatori e la parete a cui sono appesi non sia inferiore a 5 cm;- la distanza tra la superficie dei radiatori ed eventuali nicchie non sia inferiore a 10 cm.nel caso di utilizzazione di termoconvettori prima della installazione dei mobiletti di contenimento dovranno essere poste in opera le batterie radianti ad una distanza da terra di 15 cm leggermente inclinate verso l'alto in modo da favorire la fuoriuscita dell'aria. Nel caso si utilizzano serpentine radianti a pavimento è opportuno coprire i pannelli coibenti delle serpentine con fogli di polietilene per evitare infiltrazioni della gettata soprastante. COMPONENTE 6.6.25 6.6 Elemento tecnologico Impianto di riscaldamento 6.6.25 Componente Caldaia La caldaia a basamento a condensazione in acciaio con potenza nominale 115 kw, con bruciatore bistadio ha la funzione di trasformare in energia termica l'energia chimica dei combustibili di alimentazione, in una caldaia a condensazione il rendimento è variabile secondo la temperatura dell acqua che rientra in caldaia. Quando la temperatura di ritorno fa sì che i fumi scendano sotto la temperatura di rugiada del combustibile, il rendimento oltrepasserà il 100% sul P.C.I. e aumenterà esponenzialmente per ogni grado al di sotto della temperatura di rugiada. La bassa temperatura dei fumi consente meno perdite al camino (nell ordine del 2%) e minori perdite all involucro (nell ordine del 2%). Al 96% andrà ad aggiungersi un ulteriore 8% dato dal recupero del calore latente contenuto nei fumi, portando così il rendimento al 104% sul potere calorifico inferiore. Tali caldaie, realizzate con componenti in acciaio inossidabile, contengono al loro interno tutti i dispositivi d impianto necessari alla produzione del calore (bruciatore, sistema di accensione, sistema di sicurezza, sistema di controllo) e alla distribuzione del calore nella rete (serpentina di scambio termico, pompa di circolazione, vaso di espansione). Il trasferimento del calore prodotto dalla caldaia (sotto forma di acqua calda, di acqua surriscaldata o vapore) avviene, mediante una rete di tubazioni, ai sistemi di utilizzazione del calore. Per la generazione del calore si utilizza in prevalenza una caldaia dotata di bruciatore specifico per il tipo di combustibile impiegato: gas naturale. La caldaia in acciaio è la più utilizzata per i rendimenti particolarmente elevati che può raggiungere in regime di combustione pressurizzata. La potenzialità di una caldaia è descritta come potenzialità nominale, potenzialità al focolare e potenzialità resa all acqua. pag. 8 / 10

COMPONENTE 6.6.25 MANUALE D'USO Il rendimento della caldaia è dato in percentuale dal rapporto tra potenzialità resa all acqua e potenzialità al focolare. MODALITA' D'USO CORRETTO Il bruciatore sarà installato secondo le indicazioni fornite dal costruttore nel rispetto del D.M. 22/01/2008 n.37, dovrà essere omologato ISPESL e dovrà essere dotato di targa dalla quale si evinca la potenza massima in relazione al combustibile utilizzato. Al momento del primo avviamento dell impianto occorre innanzitutto verificare che i generatori di calore siano installati in locali dotati delle prescritte aperture di ventilazione prive di elementi di ostruzione in genere. Inoltre è necessario procedere ad un controllo qualitativo della combustione dei focolari dell impianto, accertando che la fiamma sia ben formata e priva di fumosità. ELEMENTO TECNOLOGICO 18.1 18.1 Elemento tecnologico Illuminazione a led ELEMENTI COSTITUENTI 18.1.1 Apparecchio ad incasso a led 18.1.3 Apparecchio a sospensione a led Si tratta di un innovativo sistema di illuminazione che, come l'impianto di illuminazione tradizionale, consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. I corpi illuminanti a led devono consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformità di illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. In modo schematico, un sistema di illuminazione LED è composto da:- una sorgente LED per l emissione del flusso luminoso;- un circuito stampato per il supporto e l ancoraggio meccanico, per la distribuzione dell energia elettrica fornita dall alimentatore (che fornisce il primo contributo alla dissipazione termica);- uno o più alimentatori per la fornitura di corrente elettrica a un dato valore di tensione;- uno o più dissipatori termici per lo smaltimento del calore prodotto dal LED;- uno più dispositivi ottici, o semplicemente le ottiche ( primarie all interno del packaging e secondarie all esterno), per la formazione del solido fotometrico. COMPONENTE 18.1.1 18.1 Elemento tecnologico Illuminazione a led 18.1.1 Componente Apparecchio ad incasso a led pag. 9 / 10

COMPONENTE 18.1.1 MANUALE D'USO Si tratta di elementi che vengono montati nel controsoffitto degli ambienti; sono realizzati con sistemi modulari in modo da essere facilmente montabili e allo stesso tempo rimovibili. MODALITA' D'USO CORRETTO Il montaggio deve essere effettuato da personale specializzato. Nella rimozione degli elementi bisogna fare attenzione a non deteriorare le parti delle giunzioni. Tutte le operazioni devono essere eseguite da personale specializzato e qualificato; evitare quindi qualsiasi operazione sui dispositivi dell'intero sistema. INTERVENTI CODICE OPERATORI I18.1.1.1 Pulizia delle superfici mediante prodotti idonei al tipo di materiale. Generico IMPORTO COMPONENTE 18.1.3 18.1 Elemento tecnologico Illuminazione a led 18.1.3 Componente Apparecchio a sospensione a led Gli apparecchi a sospensione a led sono innovativi dispositivi di illuminazione che vengono fissati al soffitto degli ambienti da illuminare. Possono essere del tipo con trasformatore incorporato o del tipo con trasformatore non incorporato (in questo caso il trasformatore deve essere montato nelle vicinanze dell'apparecchio illuminante e bisogna verificare la possibilità di collegare l'apparecchio illuminante con il trasformatore stesso). MODALITA' D'USO CORRETTO Tutte le operazioni devono essere eseguite da personale specializzato e qualificato; evitare quindi qualsiasi operazione sui dispositivi dell'intero sistema. pag. 10 / 10

IV. MANUALE DI MANUTENZIONE

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.4 MANUALE DI MANUTENZIONE 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni ELEMENTI COSTITUENTI 1.2.4.6 Serramenti in materie plastiche (PVC) Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazione naturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura. COMPONENTE 1.2.4.6 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni 1.2.4.6 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC) Si tratta di infissi in plastica realizzati in PVC (ossia in polivinilcloruro) mediante processo di estrusione. I telai sono realizzati mediante giunzioni meccaniche o con saldature a piastra calda dei profili. Per la modesta resistenza meccanica del materiale gli infissi vengono realizzati a sezioni con più camere e per la chiusura di luci elevate si fa ricorso a rinforzi con profilati di acciaio. I principali vantaggi dei serramenti in PVC sono la resistenza agli agenti aggressivi e all'umidità, la leggerezza, l'imputrescibilità, l'elevata coibenza termica. Difficoltà invece nell'impiego riguarda nel comportamento alle variazioni di temperature e conseguentemente alle dilatazioni; si sconsigliano infatti profilati in colori scuri. Si possono ottenere anche effetto legno mediante l'incollaggio a caldo di un film acrilico sui profilati. ANOMALIE Alterazione cromatica Bolla Condensa superficiale Corrosione Anomalia Descrizione Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni. Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura. Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici. Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). pag. 1 / 15

COMPONENTE 1.2.4.6 MANUALE DI MANUTENZIONE ANOMALIE Anomalia Deformazione Degrado degli organi di manovra Degrado delle guarnizioni Deposito superficiale Frantumazione Macchie Non ortogonalità Perdita di materiale Perdita trasparenza Rottura degli organi di manovra Descrizione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione. Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra. Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura. Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione. Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante. Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche. Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie. La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi. Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni. Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi. CONTROLLI CODICE OPERATORI C 1.2.4.6.3 Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni. C 1.2.4.6.10 Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione. C 1.2.4.6.11 Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Serramentista (Metalli e materie plastiche) Serramentista (Metalli e materie plastiche) Serramentista (Metalli e materie plastiche) IMPORTO INTERVENTI CODICE OPERATORI I 1.2.4.6.11 Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.12 Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle apposite sedi delle cerniere. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.13 Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.14 Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggio Serramentista (Metalli IMPORTO pag. 2 / 15

COMPONENTE 1.2.4.6 MANUALE DI MANUTENZIONE INTERVENTI CODICE OPERATORI tramite cacciavite. e materie plastiche) I 1.2.4.6.15 Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.16 Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.17 Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi. Serramentista (Metalli e materie plastiche) I 1.2.4.6.18 Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. Serramentista (Metalli e materie plastiche) IMPORTO ELEMENTO TECNOLOGICO 1.3.3 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.3.3 Elemento tecnologico Infissi interni ELEMENTI COSTITUENTI 1.3.3.1 Porte Gli infissi interni hanno per scopo quello di permettere il controllo della comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. In particolare l'utilizzazione dei vari ambienti in modo da permettere o meno il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria tra i vari ambienti interni. COMPONENTE 1.3.3.1 1 Opera EDILIZIA 1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE 1.3.3 Elemento tecnologico Infissi interni 1.3.3.1 Componente Porte pag. 3 / 15

COMPONENTE 1.3.3.1 MANUALE DI MANUTENZIONE Le porte hanno funzione di razionalizzare l'utilizzazione dei vari spazi in modo da regolare il passaggio di persone, cose, luce naturale ed aria fra ambienti adiacenti, oltre che funzioni di ordine estetico e architettonico. La presenza delle porte a secondo della posizione e delle dimensioni determina lo svolgimento delle varie attività previste negli spazi di destinazione. In commercio esiste un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale (legno, metallo, plastica, vetro, ecc.) che per tipo di apertura (a rotazione, a ventola, scorrevole, a tamburo, ripiegabile, a fisarmonica, basculante, a scomparsa). Le porte interne sono costituite da: a) anta o battente (l'elemento apribile); b) telaio fisso (l'elemento fissato al controtelaio che contorna la porta e la sostiene per mezzo di cerniere); c) battuta (la superficie di contatto tra telaio fisso e anta mobile); d) cerniera (l'elemento che sostiene l'anta e ne permette la rotazione rispetto al telaio fisso); e) controtelaio (formato da due montanti ed una traversa è l'elemento fissato alla parete che consente l'alloggio al telaio); f) montante (l'elemento verticale del telaio o del controtelaio); g) traversa (l'elemento orizzontale del telaio o del controtelaio). ANOMALIE Anomalia Alterazione cromatica Bolla Corrosione Deformazione Deposito superficiale Distacco Fessurazione Frantumazione Fratturazione Incrostazione Infracidamento Lesione Macchie Non ortogonalità Patina Perdita di lucentezza Perdita di materiale Perdita di trasparenza Scagliatura, screpolatura Scollaggi della pellicola Descrizione Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza, saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni. Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura. Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.). Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento, svergolamento, ondulazione. Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali microrganismi, residui organici, ecc., di spessore variabile, poco coerente e poco aderente al materiale sottostante. Distacco di due o più strati di un pannello per insufficiente adesione delle parti. Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con distacco macroscopico delle parti. Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche. Formazione di soluzioni di continuità nel materiale con o senza spostamento delle parti. Deposito a strati molto aderente al substrato composto generalmente da sostanze inorganiche o di natura biologica. Degradazione che si manifesta con la formazione di masse scure polverulente dovuta ad umidità e alla scarsa ventilazione. Degradazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici con effetti di soluzione di continuità con o senza distacco tra le parti. Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie. La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi. Variazione del colore originario del materiale per alterazione della superficie dei materiali per fenomeni non legati a degradazione. Opacizzazione del legno. Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici. Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni. Distacco totale o parziale di parti della pellicola dette scaglie che avviene in prossimità di scollaggi o soluzioni di continuità. Mancanza di aderenza della pellicola al substrato per cause diverse e successiva scagliatura. pag. 4 / 15

COMPONENTE 1.3.3.1 MANUALE DI MANUTENZIONE INTERVENTI CODICE OPERATORI I 1.3.3.1.8 Regolazione del fissaggio dei controtelai alle pareti. Serramentista I 1.3.3.1.9 Ripristino della protezione di verniciatura previa asportazione del vecchio strato per mezzo di carte abrasive leggere ed otturazione Pittore con stucco per legno di eventuali fessurazioni. Applicazione di uno strato impregnante e rinnovo, a pennello, dello strato protettivo con l'impiego di prodotti idonei al tipo di legno. I 1.3.3.1.10 Regolazione del fissaggio dei telai ai controtelai. Serramentista IMPORTO ELEMENTO TECNOLOGICO 2.1 2.1 Elemento tecnologico Impianto elettrico ELEMENTI COSTITUENTI 2.1.8 Prese e spine L' ente erogatore fornisce l'energia in media tensione mediante un gruppo di misura; da quest'ultimo parte una linea primaria che alimenta il quadro esterno generale Q.G.. Il quadro generale andrà ad alimentare il quadro di distribuzione Q.D1 (Piano terra), il quadro locale tecnico Q.CT. e il quadro locale antincendio Q.AI. Dal quadro di distribuzione Q.D1 parte la linea secondaria, che andrà ad alimentare i diversi quadri di zona, dislocati all'interno della struttura, ossia: il quadro ascensore Q.ASC., quadro cucina Q.Z1, quadro di distribuzione Q.D2 (piano primo), quadro lavanderia Q.Z2. Dal quadro di zona parte la linea secondaria che deve essere sezionata in modo da avere una linea per le utenze di illuminazione e l'altra per le utenze a maggiore assorbimento ed evitare così che salti tutto l'impianto in caso di corti circuiti. La distribuzione principale dell'energia avviene con cavi posizionati in apposite canalette; la distribuzione secondaria avviene con conduttori inseriti in apposite guaine di protezione (di diverso colore: il giallo-verde per la messa a terra, il blu per il neutro, il marrone-grigio per la fase). L'impianto deve essere progettato secondo le norme CEI vigenti per assicurare una adeguata protezione. COMPONENTE 2.1.8 2.1 Elemento tecnologico Impianto elettrico 2.1.8 Componente Prese e spine pag. 5 / 15

COMPONENTE 2.1.8 MANUALE DI MANUTENZIONE Le prese e le spine dell'impianto elettrico hanno il compito di distribuire alle varie apparecchiature alle quali sono collegati l'energia elettrica proveniente dalla linea principale di adduzione. Sono generalmente sistemate in appositi spazi ricavati nelle pareti o a pavimento (cassette). ANOMALIE Anomalia Corto circuiti Difetti agli interruttori Difetti di taratura Disconnessione dell'alimentazione Surriscaldamento Descrizione Corto circuiti dovuti a difetti nell'impianto di messa a terra, a sbalzi di tensione (sovraccarichi) o ad altro. Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla presenza di umidità ambientale o di condensa. Difetti di taratura dei contattori, di collegamento o di taratura della protezione. Disconnessione dell'alimentazione dovuta a difetti di messa a terra, di sovraccarico di tensione di alimentazione, di corto circuito imprevisto. Surriscaldamento che può provocare difetti di protezione e di isolamento. Può essere dovuto da ossidazione delle masse metalliche. CONTROLLI CODICE OPERATORI C 2.1.8.1 Verificare la corretta pressione di serraggio delle viti e delle placchette, e dei coperchi delle cassette. Verificare che ci sia un buon livello di isolamento e di protezione (livello minimo di protezione da assicurare è IP54) onde evitare corto circuiti. Elettricista IMPORTO INTERVENTI CODICE OPERATORI I 2.1.8.1 Sostituire, quando usurate o non più rispondenti alle norme, parti di prese e spine quali placchette, coperchi, telai porta frutti, apparecchi di protezione e di comando. Elettricista IMPORTO ELEMENTO TECNOLOGICO 6.5 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione pag. 6 / 15

ELEMENTO TECNOLOGICO 6.5 MANUALE DI MANUTENZIONE ELEMENTI COSTITUENTI 6.5.1 Alimentazione ed adduzione 6.5.55 Ventilconvettori e termovettori L'impianto di climatizzazione è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate condizioni termiche, di umidità e di ventilazione. L'unità tecnologica Impianto di climatizzazione è generalmente costituita da: - alimentazione o adduzione avente la funzione di trasportare il combustibile dai serbatoi e/o dalla rete di distribuzione fino ai gruppi termici; - gruppi termici che trasformano l'energia chimica dei combustibili di alimentazione in energia termica; - centrali di trattamento fluidi, che hanno la funzione di trasferire l'energia termica prodotta (direttamente o utilizzando gruppi termici) ai fluidi termovettori; - reti di distribuzione e terminali che trasportano i fluidi termovettori ai vari terminali di scambio termico facenti parte dell'impianto; - canne di esalazione aventi la funzione di allontanare i fumi di combustione prodotti dai gruppi termici. COMPONENTE 6.5.1 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione 6.5.1 Componente Alimentazione ed adduzione La rete di alimentazione o di adduzione ha lo scopo di trasportare il combustibile dalla rete di distribuzione dell'ente erogatore o da eventuali serbatoi di accumulo ai vari gruppi termici quali bruciatori e/o caldaie. Si possono classificare i sistemi di alimentazione a secondo del tipo di combustibile da trasportare sia esso solido, liquido o gassoso o della eventuale presenza di serbatoi di stoccaggio (interrati o fuori terra). ANOMALIE Anomalia Corrosione tubazioni Difetti ai raccordi o alle connessioni Incrostazioni Descrizione Evidenti segni di decadimento delle tubazioni con cambio di colore e presenza di ruggine in prossimità delle corrosioni. Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni. Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni. CONTROLLI CODICE OPERATORI C6.5.1.4 Controllare i seguenti accessori dei serbatoi del gasolio:- guarnizione di tenuta del passo d'uomo, filtro di fondo, valvola di fondo, reticella rompifiamma del tubo di sfiato, limitatore di riempimento della tubazione di carico;- il serpentino di preriscaldamento, della Termoidraulico IMPORTO pag. 7 / 15

COMPONENTE 6.5.1 MANUALE DI MANUTENZIONE CONTROLLI CODICE OPERATORI tenuta all'acqua del pozzetto del passo d'uomo e del suo drenaggio e della tenuta dei vari attacchi sul coperchio del passo d'uomo. C6.5.1.5 Controllo ed eliminazione d'acqua presente in prossimità dei serbatoi. L'eventuale acqua di sedimentazione deve essere asportata Termoidraulico attraverso l'apposita valvola di spurgo o, in sua mancanza, mediante l'aspirazione con tubazione zavorrata. C6.5.1.6 Verifica dell'efficienza della valvola automatica di intercettazione e della valvola di chiusura rapida. Termoidraulico C6.5.1.7 Verifica della perfetta tenuta delle tubazioni di alimentazione del bruciatore e di ritorno ai serbatoi di combustibile gassoso. Termoidraulico IMPORTO INTERVENTI CODICE OPERATORI I6.5.1.1 I6.5.1.2 I6.5.1.3 Pulizia interna mediante lavaggio con eventuale asportazione di rifiuti. La pulizia è da ritenersi conclusa quando dalla pompa viene scaricato gasolio puro. Pulizia interna mediante lavaggio con eventuale asportazione di rifiuti mediante pompa munita di tubazione flessibile che peschi sul fondo delle impurità. Qualora i fondami si presentano molto consistenti devono essere rimossi manualmente da un operatore oppure si deve ricorrere a particolari sostanze solventi-detergenti. Gli operatori che devono entrare all'interno del serbatoio devono adottare idonee misure di sicurezza (ventilazione preventiva del serbatoio, immissione continua dall'esterno di aria di rinnovo, uso di respiratore collegato con l'esterno, cintura di sicurezza e collegata con corda ancorata all'esterno e saldamente tenuta da altro operatore). In seguito ad ispezione e verifica delle pareti esterne dei serbatoi metallici ubicati fuori terra effettuare una raschiatura con spazzole di ferro sulle tracce di ruggine e successivamente stendere due mani di vernice antiruggine prima della tinta di finitura. Specializzati vari Termoidraulico Specializzati vari Termoidraulico Pittore IMPORTO COMPONENTE 6.5.55 6.5 Elemento tecnologico Impianto di climatizzazione 6.5.55 Componente Ventilconvettori e termovettori I termovettori ed i ventilconvettori sono costituiti da uno scambiatore di calore realizzato in rame ed a forma di serpentina posizionato all'interno di un involucro di lamiera metallica dotato di due aperture, una nella parte bassa per la ripresa dell'aria ed una nella parte alta per la mandata dell'aria. A differenza dei termovettori il ventilconvettore è dotato anche di un ventilatore del tipo assiale ed a motore che consente lo scambio del fluido primario, proveniente dalla serpentina, con l'aria dell'ambiente dove è posizionato il ventilconvettore. pag. 8 / 15

COMPONENTE 6.5.55 MANUALE DI MANUTENZIONE ANOMALIE Anomalia Accumuli d'aria nei circuiti Difetti di filtraggio Difetti di funzionamento dei motori elettrici Difetti di lubrificazione Difetti di taratura dei sistemi di regolazione Difetti di tenuta Fughe di fluidi nei circuiti Rumorosità Descrizione Accumuli d'aria all'interno dei circuiti che impediscono il corretto funzionamento. Difetti di tenuta e perdita di materiale dai filtri. Cattivo funzionamento dei motori dovuto a mancanza improvvisa di energia elettrica, guasti, ecc. Funzionamento non ottimale per mancanza di lubrificante. Difetti di funzionamento ai sistemi di regolazione e controllo. Fughe dei fluidi termovettori in circolazione. Fughe dei fluidi nei vari circuiti. Eccessivo livello del rumore prodotto durante il funzionamento. CONTROLLI CODICE OPERATORI C6.5.55.7 Verificare lo stato degli elettroventilatori con particolare riferimento al controllo della rumorosità dei cuscinetti e del senso di rotazione dei motori degli elettroventilatori. Termoidraulico IMPORTO INTERVENTI CODICE OPERATORI I6.5.55.1 Effettuare una pulizia delle bacinelle di raccolta condense e del relativo scarico utilizzando idonei disinfettanti. Termoidraulico I6.5.55.2 Effettuare una pulizia delle batterie mediante aspiratore d'aria e spazzolatura delle alette. Termoidraulico I6.5.55.3 Effettuare una pulizia dei filtri mediante aspiratore d'aria ed un lavaggio dei filtri con acqua e solventi. Asciugare i filtri alla fine di Termoidraulico ogni intervento. I6.5.55.4 Eseguire un lavaggio chimico per effettuare una disincrostazione degli eventuali depositi di polvere o altro. Termoidraulico I6.5.55.5 Effettuare una pulizia dei filtri aria utilizzando aspiratori. Effettuare inoltre una pulizia delle bocchette di mandata e di ripresa, delle Termoidraulico griglie e delle cassette miscelatrici. I6.5.55.6 Sostituire i filtri quando sono usurati seguendo le indicazione fornite dal costruttore. Termoidraulico IMPORTO ELEMENTO TECNOLOGICO 6.6 6.6 Elemento tecnologico Impianto di riscaldamento pag. 9 / 15

ELEMENTO TECNOLOGICO 6.6 MANUALE DI MANUTENZIONE ELEMENTI COSTITUENTI 6.6.25 Caldaia L'impianto di riscaldamento è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di creare e mantenere nel sistema edilizio determinate condizioni termiche. Le reti di distribuzione e terminali hanno la funzione di trasportare i fluidi termovettori, provenienti dalle centrali termiche o dalle caldaie, fino ai terminali di scambio termico con l'ambiente e di controllare e/o regolare il loro funzionamento. A secondo del tipo dell'impianto (a colonne montanti o a zone) vengono usate tubazioni in acciaio nero senza saldatura (del tipo Mannessman), in rame o in materiale plastico per il primo tipo mentre per l'impianto a zona vengono usate tubazioni in acciaio o in rame opportunamente isolate (e vengono incluse nel massetto del pavimento). I terminali hanno la funzione di realizzare lo scambio termico tra la rete di distribuzione e l'ambiente in cui sono collocati. I tipi di terminali sono:- radiatori costituiti da elementi modulari (realizzati in ghisa, in alluminio o in acciaio) accoppiati tra loro per mezzo di manicotti filettati (nipples) e collegati alle tubazioni di mandata e ritorno;- piastre radianti realizzate in acciaio o in alluminio;- pannelli radianti realizzati con serpentine in tubazioni di rame o di materiale plastico (polietilene reticolato) poste nel massetto del pavimento;- termoconvettori e ventilconvettori costituiti da uno scambiatore di calore a serpentina alettata in rame posto all'interno di un involucro di lamiera dotato di una apertura (per la ripresa dell'aria) nella parte bassa e una di mandata nella parte alta; - unità termoventilanti sono costituite da una batteria di scambio termico in tubi di rame o di alluminio alettati, un ventilatore di tipo assiale ed un contenitore metallico per i collegamenti ai condotti d'aria con i relativi filtri;- aerotermi che basano il loro funzionamento su meccanismi di convezione forzata;- sistema di regolazione e controllo. Tutte le tubazioni saranno installate in o in appositi cavedi, con giunzioni realizzate mediante pezzi speciali evitando l'impiego di curve a gomito; in ogni caso saranno coibentate, senza discontinuità, con rivestimento isolante di spessore, conduttività e reazione conformi alle normative vigenti. Nel caso di utilizzazione di radiatori o di piastre radianti per ottimizzare le prestazioni è opportuno che:- la distanza tra il pavimento e la parte inferiore del radiatore non sia inferiore a 11 cm;- la distanza tra il retro dei radiatori e la parete a cui sono appesi non sia inferiore a 5 cm;- la distanza tra la superficie dei radiatori ed eventuali nicchie non sia inferiore a 10 cm.nel caso di utilizzazione di termoconvettori prima della installazione dei mobiletti di contenimento dovranno essere poste in opera le batterie radianti ad una distanza da terra di 15 cm leggermente inclinate verso l'alto in modo da favorire la fuoriuscita dell'aria. Nel caso si utilizzano serpentine radianti a pavimento è opportuno coprire i pannelli coibenti delle serpentine con fogli di polietilene per evitare infiltrazioni della gettata soprastante. COMPONENTE 6.6.25 6.6 Elemento tecnologico Impianto di riscaldamento 6.6.25 Componente Caldaia La caldaia a basamento a condensazione in acciaio con potenza nominale 115 kw, con bruciatore bistadio ha la funzione di trasformare in energia termica l'energia chimica dei combustibili di alimentazione, in una caldaia a condensazione il rendimento è variabile secondo la temperatura dell acqua che rientra in caldaia. Quando la temperatura di ritorno fa sì che i fumi scendano sotto la temperatura di rugiada del combustibile, il rendimento oltrepasserà il 100% sul P.C.I. e aumenterà esponenzialmente per ogni grado al di sotto della temperatura di rugiada. La bassa temperatura dei fumi consente meno perdite al camino (nell ordine del 2%) e minori perdite all involucro (nell ordine del 2%). Al 96% andrà ad aggiungersi un ulteriore 8% dato dal recupero del calore latente contenuto nei fumi, portando così il rendimento al 104% sul potere calorifico inferiore. Tali caldaie, realizzate con componenti in acciaio inossidabile, contengono al loro interno tutti i dispositivi d impianto necessari alla produzione del calore (bruciatore, sistema di accensione, pag. 10 / 15