Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica. Rapporto 2013 di Avviso Pubblico SINTESI PER LA STAMPA

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Amministratori sotto tiro. Intimidazioni mafiose e buona politica Rapporto 2013 di Avviso Pubblico SINTESI PER LA STAMPA È fatto divieto di rendere pubblici i dati contenuti nelle pagine successive fino alle ore 11,00 di venerdì 21 marzo 2014 1

Amministratori sotto tiro. Dal rischio alla resistenza Gli amministratori locali sono sotto tiro. Lettere contenenti minacce e proiettili, auto incendiate, spari alle abitazioni, uso di esplosivi, aggressioni verbali e fisiche. Sequestro di persona, ferimento con colpi di arma da fuoco, omicidio. Alcuni sindaci, anche del Nord, costretti a vivere sotto scorta. Altri che si sono dimessi per paura o pensano di farlo perché avvertono un profondo senso di solitudine e la lontananza delle istituzioni. Il rapporto 2013 che Avviso Pubblico presenta quest anno sembra un vero e proprio bollettino di guerra. Sono 351 gli atti di intimidazione e di minaccia nei confronti di amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l anno 2013. Un numero impressionante. Una media di 29 intimidazioni al mese. Praticamente un atto ogni giorno. E questi, sono soltanto i fatti di cui si è venuti a conoscenza consultando una molteplicità di fonti di stampa, sia nazionale che locale. Rispetto al 2010, anno in cui è stato redatto il primo Rapporto, si registra un aumento del 66% dei casi, che risulta distribuito tra 18 regioni, 67 province e 200 comuni. Parafrasando il titolo di un recente film di successo, si può affermare che la violenza criminale e mafiosa colpisce prevalentemente d estate. Infatti, da un punto di vista temporale, il maggior numero di atti intimidatori riferibili allo scorso anno si è registrato nei mesi di giugno (42 casi) e di agosto (46 casi), mentre il dato più basso è stato rilevato nel mese di marzo (19 casi). Il fenomeno delle minacce e delle intimidazioni verso sindaci, assessori, consiglieri comunali, provinciali e regionali si è registrato prevalentemente nelle regioni del Mezzogiorno dove è stato censito l 80% dei fatti rilevati. Non deve tuttavia sfuggire all attenzione anche l aumento dei casi nelle regioni del Centro Italia (8,3%del totale), in particolare nel Lazio dove si passati dai 5 casi del 2010 ai 15 casi del 2013, facendo registrare un aumento superiore al 60% e ponendo la regione sesto posto a livello nazionale e l entrata in classifica della Toscana. Quest ultima regione, che per il 2013 si colloca nono posto della classifica nazionale (8 casi), non era presente nel rapporto del 2010. Nelle regioni del Nord Italia, infine, si registra il 12%del totale dei casi censiti e si segnalano atti di intimidazione e di minaccia in Emilia Romagna che si colloca al settimo posto a livello nazionale con 10 casi in Veneto che si colloca al settimo posto a livello nazionale con 9 casi in Lombardia e Piemonte, che si collocano a pari merito, al nono posto, entrambe con 8 casi. Queste regioni non comparivano nel rapporto Amministratori sotto tiro riferito all anno 2010. Il primato della Puglia Per il 2013 la Puglia, con il 21% dei casi censiti pari a 75 casi supera quello che negli anni precedenti era stato il triste primato della Calabria, la quale, tuttavia si 2

colloca al terzo posto, con il 19% dei casi, preceduta dalla Sicilia, con il 20% dei casi. In Puglia che nel 2010 si collocava al quarto posto a livello nazionale con 11 casi gli atti intimidatori e di minaccia verso amministratori locali e personale della pubblica amministrazione si sono registrati nel 13% dei comuni presenti nella regione, mentre per quanto riguarda la Sicilia e la Calabria, i dati corrispondenti sono pari, rispettivamente, al 9% e 8%. A livello provinciale, il maggior numero di atti intimidatori e di minaccia è stato registrato nelle province di Palermo (25 casi), Cosenza (23 casi), Taranto e Messina (18 casi), Foggia (17 casi). Soggetti minacciati e tipologia di intimidazioni e minacce I soggetti colpiti da intimidazioni e minacce sono prevalentemente gli amministratori locali (71% dei casi), in particolare: sindaci, consiglieri comunali e presidenti di consigli comunali, seguiti da funzionari pubblici (17% dei casi), in particolare: responsabili degli uffici tecnici, comandanti e agenti di Polizia municipale, dirigenti del settore rifiuti e sanità. Tre governatori regionali quello dell Abruzzo, della Liguria e della Sicilia la vice Presidente della Giunta regionale calabrese e il vice Presidente dell Assemblea regionale siciliana; il Presidente del Consiglio regionale dell Umbria; quattro Presidenti di Provincia (Lecce, Ravenna, Reggio Calabria, Siracusa) e un vice Presidente provinciale (Crotone) sono stati anch essi minacciati e intimiditi, insieme ad alcuni presidenti di commissioni regionali (in Molise e in Sicilia). Minacce dirette e indirette, punitive e preventive: tipologia Analizzando i dati e le situazioni, si evince che la maggior parte delle minacce e delle intimidazioni sono dirette (77% dei casi), ossia colpiscono direttamente le persone oggetto del fastidio criminale e mafioso e in misura inferiore (23% dei casi), possono essere definite indirette, nel senso che colpiscono non la persona oggetto di intimidazione ma le strutture pubbliche (62% dei casi), mezzi pubblici (27% dei casi) e, nei casi più gravi, anche i parenti e i familiari più stretti. Occorre, inoltre, rilevare che le intimidazioni e le minacce hanno un carattere sia punitivo che preventivo. Infatti, non vengono colpiti solo gli amministratori in carica, ma anche ex amministratori (5% dei casi), esponenti di forze politiche (4% dei casi) e candidati a ricoprire un incarico politico (3% dei casi). In relazione alla tipologia delle minacce, e tenendo ferma la distinzione tra minacce e intimidazioni dirette e indirette, è stato rilevato che: le minacce dirette più frequenti sono: l incendio dell automobile di proprietà (24% dei casi), la lettera con minacce (13% dei casi) anche via mail o Facebook la lettera con minacce e proiettili (12%dei casi), l incendio dell abitazione o di altre proprietà (5% dei casi), l uso di esplosivi (4% dei casi, in particolare l uso di bombe carta, bombe molotov, petardi, ordigni rudimentali e, in 3

alcuni casi, di veri e propri ordigni), lo sparo di colpi di arma da fuoco alle abitazioni e alle auto di proprietà (4% dei casi) e, da ultimo, l aggressione fisica (3%). Le minacce indirette più frequenti sono: l incendio di mezzi pubblici (in particolare: mezzi per raccolta dei rifiuti, auto della Polizia municipale, auto in uso all amministrazione, scuolabus), di strutture pubbliche (in particolare: scuole, uffici comunali, sedi della Polizia municipale e, persino, un aula consigliare), l incendio di discariche di rifiuti e, da ultimo, danni e furti all interno di uffici pubblici, in particolare comunali. Comuni sciolti per mafia e minacce agli amministratori In Italia, dal 1991 anno in cui fu emanata la legge al 2013 sono stati emessi 243 decreti di scioglimento. La regione che registra il maggior numero di questo tipo di provvedimenti è la Campania (94 casi), seguita dalla Calabria (73 casi, tra cui quello del Comune di Reggio Calabria nel 2012) e dalla Sicilia (61 casi) Dopo lo scioglimento del Comune piemontese di Bardonecchia, avvenuto a metà degli anni novanta, tra il 2011 e il 2012, si è assistito ad altri scioglimenti di Comuni. In Liguria, sono stati sciolti, rispettivamente, il Comune di Bordighera1 e quello di Ventimiglia; in Piemonte sono stati sciolti i Comuni di Rivarolo Canavese e Leinì; nell ottobre 2013 è stato sciolto il Comune di Sedriano, in Lombardia. Minacce nei confronti di amministratori locali e danni alle strutture sono stati rilevati in particolare in 25 Comuni del Mezzogiorno sciolti in passato, anche recente, per infiltrazione mafiosa, così suddivisi: Calabria: 9 Comuni Sicilia: 9 Comuni Campania: 6 Comuni Puglia: 1 Comune Altri fatti di intimidazione e di minaccia si sono verificati in due Comuni, entrambi pugliesi, in cui erano in corso gli accertamenti da parte delle commissioni prefettizie. Sindaci sotto scorta Nel corso del 2013 una scorta è stata assegnata una tutela ai sindaci di Bologna, Jolanda di Savoia (Fe) e Livorno. 4

MINACCE E INTIMIDAZIONI AD AMMINISTRATORI LOCALI E PERSONALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. CONFRONTO TRA L ANNO 2010 e 2013 Tra il 2010 e il 2013 si è registrato un aumento del 66% degli atti di intimidazione e minaccia 5

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