REGOLAMENTO GENERALE AZIENDALE PER L ATTIVITÀ FISICA ADATTATA

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REGOLAMENTO GENERALE AZIENDALE PER L ATTIVITÀ FISICA ADATTATA Art. 1 Definizione Per Attività Fisica Adattata (d ora in avanti AFA) si intendono programmi di esercizi non sanitari, svolti in gruppo, appositamente predisposti per cittadini, residenti nei Comuni delle 4 Zone della Usl 6, con patologie croniche, finalizzati alla modificazione dello stile di vita per la prevenzione secondaria e terziaria della disabilità, in base a quanto previsto dalle Delibere della Giunta Regionale 595/05, 1081/05, 1082/05 e 459/09. L AFA è salute-orientata e non malattia-orientata. E stato dimostrato che in molte malattie croniche il processo disabilitante è aggravato dalla sedentarietà; essa è causa di nuove menomazioni, limitazioni funzionali e ulteriore disabilità. In letteratura scientifica c è sufficiente quantità di dati che porta a concludere che in molte malattie croniche questo circolo vizioso può essere corretto con adeguati programmi di attività fisica regolare e continuata nel tempo. In tal senso sono ispirati gli ultimi Piani Sanitari nazionali e regionali ed il PSR 2008-2010, che individua l aumento dell attività fisica regolare come obiettivo specifico in particolare nella popolazione anziana. In particolare, l AFA: - non è attività sanitaria e pertanto non rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria e non è a carico del Servizio Sanitario Regionale, se non per le attività di promozione, coordinamento e valutazione di efficacia; - è un attività per il cui accesso non è richiesta certificazione medica di alcun tipo (L.R.35/03- Tutela sanitaria dello sport-art.1, comma 4). - prevede una contribuzione ai costi del programma AFA da parte del cittadino specificata all Art.9 del presente regolamento. - è un attività motoria e ricreativa svolta per esclusivi fini igienici, ricreativi e di mantenimento di patologie cronicizzate. - è rivolta alla popolazione in condizioni di salute stabili per assenza di malattia acuta o con riduzione delle capacità funzionali da condizioni cliniche pregresse con esiti funzionali stabilizzati; - è svolta sotto forma di attività di gruppo in luoghi deputati ad attività di socializzazione, fitness o in palestre da personale adeguatamente formato. Art. 2 Categorie di programmi AFA I programmi A.F.A. si distinguono in due categorie: a. programmi per persone con bassa disabilità (AFA di tipo A): programmi di esercizi disegnati per le sindromi croniche che non limitano le capacità motorie di base o della cura del sé (sindromi algiche da ipomobilità e/o con rischio di fratture da fragilità ossea ed osteoporosi); BOZZA 7.7.2010 1

b. programmi per persone con alta disabilità (AFA di tipo B): programmi di esercizi disegnati per le sindromi croniche stabilizzate con limitazione della capacità motoria e disabilità stabilizzata. Per ciascuna di queste due categorie la USL 6 può promuovere programmi AFA disegnati in maniera specifica e differenziata in base alla patologia e ai livelli di disabilità stabilizzata secondaria. L organizzazione dei percorsi e accessi dei vari programmi AFA sono previsti agli Artt.7 e 8 del presente regolamento. Per gli esercizi specifici di ogni programma AFA il presente regolamento rinvia ad appositi protocolli di cui al successivo Art.6, Art. 3 Attori del percorso AFA e loro compiti Sono definiti attori del percorso AFA, con compiti e ruoli individuati dalla DGR 459/09; l Azienda USL, le Società della Salute, ove presente, i soggetti erogatori del percorso medesimo. In particolare: L azienda USL, in stretta collaborazione e raccordo con le Società della Salute, ove costituite e con la Conferenza Zonale dei sindaci, ove le SDS non siano presenti 1. Disciplina con il presente regolamento le linee essenziali dei programmi AFA in accordo con le SdS 2. Concorre con proprie professionalità alla composizione ed operatività dei Coordinamento operativo (di cui all Art.5) 3. Concorre con proprie professionalità alla composizione ed operatività dei Coordinamento strategico (di cui all Art.4) 4. Disciplina con appositi protocolli i vari programmi AFA attivati, in collaborazione con gli istruttori dei soggetti erogatori del servizio, sulla base della letteratura scientifica 5. Promuove, iniziative di promozione e sensibilizzazione verso la popolazione di competenza. 6. Informa i MMG e gli specialisti coinvolgendoli nella promozione del percorso 7. Promuove l aggiornamento continuo degli istruttori dei soggetti erogatori sui problemi relativi ai programmi AFA, anche tramite propri operatori 8. istituisce audit e revisioni dei programmi AFA con la partecipazione degli istruttori e dei sanitari interessati 9. Monitora la corretta attuazione dei programmi AFA attraverso il personale presente nel Coordinamento operativo. Sono definiti soggetti erogatori del presente servizio i soggetti profit o no- profit vocati all attività motoria, fisica ed allo sport che abbiano esplicitato in un documento di adesione firmato (allegato A) dal legale rappresentante, predisposto e conservato dai Direttori delle SdS o delle Zone Distretto della USL 6, di conoscere e osservare quanto stabilito dal presente regolamento, dai relativi protocolli per gli esercizi. BOZZA 7.7.2010 2

I soggetti erogatori del servizio. 1. Si fanno garanti dei requisiti e dell adesione dei propri istruttori ai programmi di esercizio concordati; 2. Si fanno garanti della sicurezza, della pulizia e dell igiene delle palestre, piscine o altre strutture; 3. Inviano un report trimestrale al coordinamento operativo di cui all Art.5 secondo fac-simile proposto dal Coordinamento strategico e condiviso dagli stessi erogatori; 4. Partecipano alla revisione periodica dei programmi di esercizio grazie alla collaborazione dei propri istruttori 5. Stipulano un assicurazione contro eventuali infortuni il cui premio annuale è a carico del partecipante Art. 4 Coordinamento Strategico Ha il compito di elaborare il progetto di governo dell attività. È unico aziendale È ordinariamente composto da: Responsabili Zona Distretto o SDS o loro delegati Direttore Tecnico Aziendale Dir.UO Medicina Fisica e Riabilitazione Dirr.UU.OO. R.F. Rappresentante dei MMG Referenti di Coordinamenti operativi di Zona Referente Dipartimento Prevenzione Responsabile UO Educazione alla Salute Tra i membri del Coordinamento Strategico la Direzione Aziendale individua i due Referenti Aziendali richiesti dall Assessorato regionale per il Gruppo di Coordinamento regionale. Possono essere invitati anche altri soggetti ritenuti necessari per l attività del Coordinamento È convocato dai referenti Aziendali, con periodicità almeno semestrale. Art. 5 Coordinamento Operativo Ha il compito di garantire la funzionalità del servizio e monitorare la correttezza del percorso e l attuazione dei protocolli degli esercizi dei singoli programmi AFA È unico aziendale ed ha articolazioni zonali. In specifico deve: - Raccogliere ed elaborare i dati anagrafici e demografici dei partecipanti - Verificare i livelli di capacità motoria minimi per la partecipazione al programma - Analizzare la domanda e la distribuzione delle strutture, ricercando nuovi erogatori - Ricercare e verificare segnalazioni di eventi avversi eventualmente attivando le autorità sanitarie preposte BOZZA 7.7.2010 3

- Ricevere e verificare di segnalazioni da parte dei cittadini di modalità di erogazione non conformi con quanto esplicitato nel documento aziendale - Per i Programmi AFA di tipo B ha anche il compito di verificare ad intervalli prestabiliti lo stato funzionale, la partecipazione e la soddisfazione dei partecipanti. È ordinariamente composto da: - Responsabili delle Attività Distrettuali o delegato - Dir.UO RF - Specialisti individuati a livello di Zona Distretto per la valutazione multidimensionale per l Afa B - Fisioterapisti formalmente individuati dall Azienda della relazione con gli utenti e gli erogatori dell Attività Fisica Adattata Nelle Zone in cui è costituita la SDS partecipa al coordinamento il Responsabile delle Attività Sanitarie della SDS. I compiti sono ripartiti in base alle specifiche competenze e a quanto riportato all Art.3, 8 e 13. Possono essere invitati anche altri soggetti ritenuti necessari per l attività del Coordinamento Sono previste un minimo di 3 riunioni annuali convocate dal Responsabile Attività Distrettuali Possono essere previste ulteriori riunioni delle articolazioni zonali per verifiche più specifiche convocate dal Direttore di SdS o Direttore ZD. Art. 6 Protocolli degli esercizi dei Programmi AFA Prevedono: - indicazioni e controindicazioni allo specifico programma di esercizio fisico - livelli di funzionalità motoria minimi necessari per partecipare al programma di esercizio di gruppo Sono elaborati dal personale della UO RF presenti nei Coordinamenti operativi, per ogni programma AFA attivato, in collaborazione con gli istruttori dei soggetti erogatori del servizio, sulla base della letteratura scientifica e validati dal Direttore Tecnico Aziendale, che si avvale, all uopo dei Direttori di UO RF. Art. 7 Accessi, utenti e prestampati L accesso ai programmi di Attività Fisica Adattata avviene con modalità diverse in funzione della tipologia di programma: - A.F.A. di tipo A - l accesso avviene su indicazione del Medico di Medicina Generale, da Medico Specialista attraverso la consegna al cittadino di un prestampato appositamente predisposto - A.F.A. di tipo B - l accesso avviene di norma su valutazione della équipes di riabilitazione in stretto raccordo con il MMG del paziente o, da equipes multi professionali dedicate e composte da specialisti competenti, fisioterapisti della UO RF zonale e (qualora necessario) da assistente sociale, psicologo e logopedista, che devono operare in stretto raccordo con le equipe di riabilitazione ed il MMG del paziente. BOZZA 7.7.2010 4

Sono esclusi da tutti i programmi AFA i soggetti con instabilità clinica nonché con sintomatologia acuta o post-acuta aggredibili con programmi di cura e riabilitazione per i quali la risposta è esclusivamente sanitaria. I Medici di Medicina Generale, i Medici Specialisti o le U.V.M. zonali possono segnalare all équipes di riabilitazione, tramite i prestampati citati, i soggetti che necessitano, a loro avviso, di Programmi AFA di tipo B attivati nella zona di riferimento. Nei prestampati debbono essere chiaramente e sinteticamente riportate le indicazioni contenute nel presente articolo e negli Artt. 8 e 9 e, in linea generale, tutto ciò che può facilitare la conoscenza del percorso da parte dei cittadini. Nel prestampato deve essere riportato il numero telefonico della centrale telefonica operativa Per specifiche sulle modalità di invio da parte dei medici si rinvia a quanto previsto dalla DGRT n.459/09. Art.8 Percorsi e centrale telefonica L utente con il prestampato debitamente compilato dal medico si rivolge alla centrale telefonica operativa presente in ogni Zona Distretto, La centrale telefonica fornirà all utente appuntamento per un colloquio valutativo. Art. 9 Costi, frequenza e numero massimo di partecipanti La quota per la partecipazione a ciascuna tipologia di programma è definita nell ambito del Protocollo di Intesa con la Regione Toscana e nell Accordo provinciale ed è stabilita indicativamente in 2 ad accesso e 2,50 per i programmi svolti in piscina, con modalità di pagamento mensile, non comprensiva degli oneri assicurativi da porsi a carico dell utente. I programmi di esercizio A.F.A., sia di tipo A che di tipo B, sono definiti come stabilito all Art.6. Le sedute di esercizio, della durata di un ora con frequenza di 2 o 3 volte la settimana, sono svolte in gruppo la cui numerosità dipende dalla gravità della disabilità motoria e dalle dimensioni della struttura dedicata. Non deve comunque superare il numero massimo di 20 partecipanti. Art. 10 - Sedi di erogazione Le sedi di erogazione possono essere palestre, piscine o altre strutture, non sanitarie, di proprietà di privati, di istituzioni o di associazioni. La struttura erogatrice deve possedere i requisiti igienico-sanitari, di sicurezza e di accessibilità previsti dalle normative vigenti, con particolare attenzione, per le AFA di tipo B, alla accessibilità da parte dei disabili. Per una maggiore distribuzione sul territorio, è possibile l utilizzo di ambienti primariamente deputati ad attività di socializzazione, se conformi alla normativa vigente in materia di igiene e sicurezza per gli ambienti frequentati dal pubblico. BOZZA 7.7.2010 5

In nessun caso i programmi A.F.A. possono essere condotti all interno delle sedi dei distretti sociosanitari delle Aziende USL o all interno di strutture ospedaliere. Art. 11 Istruttori Possono essere istruttori A.F.A. i professionisti laureati in Scienze Motorie e Diplomati ISEF o in Fisioterapia. Possono svolgere attività di istruttori anche i laureandi in Scienze Motorie o in Fisioterapia nell ambito del tirocinio previsto nel piano di studio, sotto la responsabilità del proprio tutor indicato alla UO RRF dall ente erogatore. Gli istruttori possono essere titolari della struttura e quindi erogatori AFA Gli istruttori partecipano alla definizione dei programmi di esercizi insieme agli operatori UORF incaricati dall Azienda; partecipano inoltre alla formazione periodica. Ogni istruttore dovrà dichiarare di aderire strettamente ai programmi di esercizi previsti dai Protocolli dei singoli programmi di AFA Art.12 Trasporti I costi per eventuali trasporti non sono a carico, anche solo parziale, delle Aziende USL e SdS, possono essere altresì ricercate forme di sostegno da parte degli erogatori, dalle associazioni di volontariato, dagli Enti Locali. Art. 13 Verifiche e controlli Spetta alla Azienda, tramite i propri operatori nei coordinamenti operativi: - Verificare in ogni momento l adesione degli istruttori ai protocolli degli esercizi dei programmi AFA - Visitare le palestre per verificare che non vi siano forme di erogazione non conformi a quanto previsto da protocolli e regolamenti - Visitare le palestre, in caso di segnalazioni di eventi avversi avvenuti durante le sessioni di esercizio. - Visitare la palestra a seguito della richiesta di adesione dell erogatore e prima dell inizio del corso di AFA - Verificare funzionalità e pulizia dei locali preposti all AFA I risultati delle visite ed eventuali correttivi, se necessari, saranno riportati su apposito modulo e comunicati ad erogatori, Direzione Aziendale e Direzione SdS o Zona Distretto. Nel caso in cui l ente erogatore non attuasse in tempo congruo i correttivi richiesti si avrà l annullamento dell atto di adesione. Art. 14 Norma finale Per quanto non previsto dal presente Regolamento si rimanda ai contenuti della DGR n. 459/09. BOZZA 7.7.2010 6