Solidarietà, un'utopia necessaria Stefano Rodotà Laterza, 2014

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Solidarietà, un'utopia necessaria Stefano Rodotà Laterza, 2014 Citazioni Scardina barriere, demolisce la nuda logica del potere, costruisce legami.il principio di solidarietà e' l'antidoto a un realismo rassegnato che non lascia speranze, che non lascia diritti La solidarietà è una pretesa anacronistica, inconsapevole di una società divenuta liquida, perennemente segnata dal rischio, dilatata nel globale? I principi appartengono al tempo delle grandi "narrazioni" cancellate dalla post-modernità? La solidarietà è un principio nominato in molte costituzioni, invocato come regola nei rapporti sociali, è al centro di un nuovo concetto di cittadinanza intesa come uguaglianza dei diritti che accompagnano la persona ovunque sia. Appartiene a una logica inclusiva, paritaria, irriducibile al profitto e permette la costruzione di legami sociali nella dimensione propria dell'universalismo. Di legami, si può aggiungere, fraterni, poiché la solidarietà si congiunge con la fraternità. Nei tempi difficili è la forza delle cose a farne avvertire il bisogno ineliminabile. Solo la presenza effettiva dei segni della solidarietà consente di continuare a definire "democratico" un sistema politico. L'esperienza storica ci mostra che, se diventano difficili i tempi per la solidarietà, lo diventano pure per la democrazia. LA SOLIDARIETA' COME: PRINCIPIO - come guida dell'azione pubblica e privata - come criterio di valutazione dei comportamenti un principio volto a congiungere, a esigere quasi il riconoscimento reciproco, e così a permettere la costruzione di legami sociali nella dimensione propria dell'universalismo. proprio la crisi economica e finanziaria, la sua dimensione globale, ha suscitato una rinnovata richiesta di mettere i principi al centro dell'attenzione politica e sociale, con un ampliamneto di orizzonti che contrasta con la pretesa di escluderli da una visione del mondo dove la frammentazione convive con la concentrazione dei poteri, negando la possibilita' stessa di costruire legami sociali e di riconoscere la rilevanza del pluralismo. CONCETTO La solidarietà nasce come concetto strutturato (discours construit), come ideologia, alla fine del XIX secolo: essa implica allora una nuova rappresentazione del legame sociale e politico, che porta ad una profonda trasfromazione dei modi di gestione del sociale e delle forme di intervento pubblico. - 1 -

I diversi riferimenti al modo in cui la solidarietà si presenta e quasi si materializza nel fluire delle relazioni personali e sociali non possono non ricollegarsi a tre grandi principi universali FRATERNITA' DIGNITA' EGUAGLIANZA La scheda del libro Stefano Rodotà: Solidarietà, un utopia necessaria (Laterza) Neo-mutualismo, cooperazione, condivisione, dignità e lotta alle diseguaglianze Dopo avere registrato l impossibilità di trovare un interlocutore nella logica di mercato, scrive Stefano Rodotà, la solidarietà ha ritrovato una forza autonoma. Si sta sciogliendo il lungo inverno che l ha ristretta nel terzo settore, nel volontariato, nei legami corporativi. Questo principio ritorna in libri, film e nelle pratiche del lavoro autonomo, in quelle dei dipendenti, del precariato. Si parla di neo-mutualismo, di coalizioni sociali, di lotte per l uguaglianza e per la dignità delle persone. Non stiamo tornando alle origini, avverte Rodotà. Eppure la durezza della crisi economica induce a confondere la solidarietà con l assistenzialismo o la pura beneficenza. Ai più deboli viene negata la loro qualità di soggetti di diritto, mentre la loro dipendenza sociale viene istituzionalizzata. Si parla di «poveri», e non di vittime della lotta di classe. La loro situazione viene affrontata con la logica del dono, mentre invece bisogna riscoprire gli strumenti dell organizzazione politica e dell emancipazione degli oppressi. Bisogna trovare cioè un alternativa al «comunitarismo», l opzione politica dei populisti per i quali la piccola patria dei simili si rafforza contro gli stranieri e i più deboli tra i deboli. La solidarietà va ripensata in un contesto almeno europeo, l unico possibile per evitare di alimentare la frammentazione sociale generale. L utopia concreta di Rodotà si nutre di un pensiero cosmopolita, considera l umanità come parte agente di un disegno politico universale, non il rifugio nelle vecchie sovranità dello Stato nazione. Come sempre in Rodotà, politica e costituzione, pratiche e principi giuridici, legami sociali e parità dei diritti, camminano insieme. Ripercorrendo la storia del movimento operaio, il giurista valorizza la solidarietà degli oppressi che sprigiona una forza dinamica che trascina oltre la logica della fratellanza. A sinistra tale solidarietà è stata considerata uno strumento troppo debole per scalfire l ordine dominante. Rodotà propone una controargomentazione convincente: senza questo legame non esiste una forza sociale. Questa - 2 -

forza non impone un principio alternativo rispetto alle relazioni commerciali e non afferma valori irriducibili alla mera convenienza economica. La domanda principale di questo libro è sul soggetto protagonista della solidarietà. Per lungo tempo la sua posizione è stata ricoperta dalla classe operaia. La solidarietà permise di superare la sua eterogeneità, la spinse alla cooperazione e ad affermare i diritti sociali. Oggi questo ruolo propulsivo è venuto meno. Rodotà avanza una tesi: ieri, come oggi, la solidarietà è una pratica che riforma i legami, ricompone un soggetto necessariamente più ampio del precedente, produce un attitudine cooperativa lì dove sembra scomparsa. La solidarietà è «un movimento» che mantiene l orizzonte aperto oltre le miserie del presente. Questo è un antidoto al realismo dei rapporti di forza che demoliscono la nuda logica del potere. Valore fondante della Costituzione Oggi, nota Rodotà, si identifica in modo semplicistico il principio di solidarietà con lo Stato sociale o con il Welfare. In coincidenza con la crisi economica e di scarsità di risorse si mette così in discussione il carattere proprio dello Stato costituzionale come luogo di complessivo riconoscimento di diritti fondamentali tra loro indivisibili. Nella nostra Costituzione la solidarietà è un valore fondante dell intero ordinamento giuridico. L articolo 2 richiede infatti l adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Non solo, ma la sua collocazione tra l articolo 1 che fonda la Repubblica sul lavoro (al centro è la persona che lavora e non la forza-lavoro da offrire al mercato) e il 3 che garantisce la dignità di tutti i cittadini impone a tutti una lettura sempre più consapevole dei legami inscindibili tra dignità, solidarietà ed eguaglianza. La solidarietà si manifesta ogni volta che si entra nella dimensione universalistica, come solidarietà tra le persone (è il caso dell assistenza sanitaria), tra le generazioni (con le pensioni) e in relazioni a beni come quelli ambientali, che riguardano il rapporto con le generazioni future. Nei decenni il principio di solidarietà si è distaccato sempre più dalle dimensioni caritative e assistenziali, grazie soprattutto alle lotte sociali e alla solidarietà tra gli oppressi fino a diramarsi nei luoghi più diversi del sistema istituzionale. Non si tratta dunque di un concetto obsoleto, superato o ideologico. Tanto è vero che la Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea riconosce un esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti. Le disuguaglianze portano le persone all infelicità e minano la stessa efficienza economica di un sistema scrive Rodotà a dimostrazione del legame indissolubile tra libertà, uguaglianza, dignità, solidarietà. Se invece la si considera un optional da introdurre solo in periodi di sviluppo economico, si mettono in discussione gli stessi principi dello Stato democratico e della stessa Carta europea dei diritti, che prevede la supremazia della solidarietà rispetto all interesse economico. Le politiche degli Stati e l ideologia del Pensiero unico in questi anni, in una costante tensione tra diritti enunciati e linee politiche reali ha visto riemergere il concetto di forza felice della ricchezza e una centralità della logica proprietaria, con la conseguente deresponsabilizzazione dei - 3 -

soggetti pubblici e collettivi. C è la tendenza a tornare alla carità e alla generosità compassionevole (tema caro a Bush) e a negare il riconoscimento della dignità della persona. Principio che si trasforma e trasforma La solidarietà è un principio che è sempre vivo e si trasforma in continuazione e al tempo stesso continua ad avere virtù trasformative. Oggi, di fronte allo strapotere delle grandi società transnazionali, è impossibile pensare la solidarietà fuori dal contesto globale e si parla già di cosmopolitan solidarity, anche se non si individua (nonostante la direzione positiva di indignati e precari e di occupanti ) sotto le diverse latitudini un nuovo soggetto storico all opera. In questa direzione dovrebbe andare l Unione Europea, per prendere sul serio se stessa avendo scritto del Preambolo della Carta dei diritti che assume responsabilità nei confronti della comunità umana e delle generazioni future. Occorrono politiche di solidarietà interna tra i paesi verso i quali si dirigono le migrazioni come condizione per praticare poi la solidarietà esterna nei confronti dei migranti. La stessa dimensione cosmopolita e universalistica è ancora più evidente sui temi ambientali, dove le interdipendenze sono sotto gli occhi di tutti. La solidarietà continua ad essere dunque, con tutti i mutamenti storici un ponte che congiunge individuo e società. Ma qui emerge il vero dissidio tra diritti e politica, quando in nome della crisi economica e di un realismo rassegnato le istituzioni pubbliche fanno prevalere le logiche di mercato sul compito di produzione della solidarietà perdendo radicalmente la loro legittimazione democratica. L ultimo capitolo, dedicato a solidarietà, risorse e politica, tira le fila del discorso, partendo dall osservazione che la produzione di solidarietà non è a costo zero. Esige capitale sociale e risorse finanziarie. Ma quando queste diminuiscono, come di questi tempi, sono pronte all azione le forze che usano la crisi a fini ideologici, per ridimensionare la spesa sociale e per negare nei fatti diritti sociali. Un effettivo rafforzamento delle garanzie esige che nella sede costituzionale sia affrontato esplicitamente il rapporto tra risorse disponibili e diritti fondamentali, prevedendo che questi debbano essere rispettati quando si determina il bilancio nazionale, assicurando anche alle istituzioni locali le risorse necessarie per la tutela dei diritti sociali e civili. Nel suo fondarsi sul lavoro, la Costituzione (e qui cita Zagrebelski) dice non che il lavoro è condizionato dalla politica ma che la politica è (deve essere) condizionata dal lavoro. La virtù trasformativa della solidarietà non può realizzarsi in uno spazio vuoto di politica. Ma quale destino possiamo assegnare a una politica svuotata di diritti e perduta per i principi? E qui si pone, al lettore-cittadino-elettore il dilemma di come restare a guardare questi processi come se non lo riguardassero da vicino, come se non ci riguardassero tutti. - 4 -

INTERVISTA A STEFANO RODOTA', Il Manifesto, dicembre 2014 Perché si torna a parlare di solidarietà? La crisi economica ha fatto crescere le diseguaglianze e ha diffuso le povertà. Affidarsi alle forze del mercato è un opzione debole ben al di sotto della necessità di trovare nuovi principi di riferimento. La solidarietà riemerge nei modi più diversi e supera le distanze esistenti. Ad esempio nel discorso sulle pensioni quando si pone il problema della solidarietà tra le generazioni. Nella salute dove non è possibile limitarsi all oggi per garantire le condizioni minime di vita. Non è un processo facile. Nelle situazioni di difficoltà le distanze possono crescere insieme all impossibilità di essere solidali. Si può essere solidali nelle periferie di Roma o Milano tra crisi, sentimenti xenofobi e sgomberi di migranti? A me sembra che questi conflitti siano indotti anche da chi vuole sfruttare le tensioni esistenti. Ma c è un altra ragione: finché le persone erano in condizione di pagare una casa non ritenevano intollerabile il fatto che ci fosse qualcuno in difficoltà che occupava un alloggio o non pagava l affitto di una casa popolare. Con la crisi ci si è ritrovati in una situazione conflittuale. Pagare un affitto è intollerabile, mentre altri non lo pagano. Le condizioni materiali della solidarietà sembrano distrutte, mentre registriamo un rovesciamento del principio: si costruiscono solidarietà di prossimità o vicinanza e si diventa solidali con chi rifiuta la solidarietà agli altri, ai più lontani, agli stranieri o ai rom. Qual è la sua definizione di solidarietà? Mi sembra che il commento di Luigi Zoja sulla parabola del buon samaritano sia calzante. Qui Cristo mostra il contenuto rivoluzionario del suo messaggio: bisogna amare lo straniero, non il prossimo. Amare lo straniero è il punto chiave della solidarietà. La solidarietà per vicinanza, per appartenenza, sono facili. La solidarietà dev essere praticata in tempi difficili che spingono anche a rotture. Se viene abbandonata, vengono meno le condizioni minime della democrazia, cioè il riconoscimento reciproco e la pace sociale. Con Jürgen Habermas dico che la solidarietà è un principio che può eliminare l odio tra gli stati ricchi e quelli poveri. La solidarietà serve infatti a individuare i fondamenti di un ordine giuridico mancando il quale tutte le nostre difficoltà si esasperano sul terreno personale e su quello sociale. La solidarietà è, infine, una pratica che mette al centro i diritti sociali. Questo è un altro punto del libro: i diritti sociali non possono essere separati dagli altri. Qual è stato il contributo del movimento operaio alla storia della solidarietà? L Internazionale ha mostrato che la solidarietà non è un sentimento generico di compassione nei confronti dell altro, né un elemento storicamente indeterminato. La solidarietà dei moderni è una costruzione che ha avuto sempre bisogno di un soggetto storico. Quello per eccellenza è stato il movimento operaio. C è un canto rivoluzionario che dice: «Sebben che siamo donne, paura non abbiamo, per amor dei nostri figli, in lega ci mettiamo». Qui c è la consapevolezza orgogliosa della dignità delle donne che diventa principio di azione collettiva. Su questi principi gli esclusi si sono - 5 -

autorganizzati, le loro leghe hanno permesso ai socialisti e ai cristiani di trovare punti di convergenza non compromissoria. Nell Internazionale si voleva costruire un umanità che non era la somma di persone, ma la congiunzione di una serie di soggetti che agiscono collettivamente in vista di un interesse comune. Questo ha portato al riconoscimento dell esistenza libera e dignitosa di cui parla la nostra Costituzione. Lo Stato sociale ha modificato questa idea del movimento operaio. La sua crisi permetterà alla solidarietà di sopravvivere? Ragionare sulla solidarietà come principio significa riconoscerne la storicità. La solidarietà c era prima dello stato sociale e ci sarà anche dopo. Per questo oggi si può dire che è il principio di riferimento per la ricostruzione del tessuto politico istituzionale e sociale. La solidarietà va ripensata oltre lo stato sociale. Per questo è essenziale fondare un nuovo spazio costituzionale europeo ispirato a questo principio. In che modo si può costruire uno spazio simile? Il riferimento è alla carta dei diritti fondamentali dell Unione Europea, la Carta di Nizza alla cui scrittura ho partecipato. Quella carta nacque nel 1999, in una temperie politica e culturale diversa da quella attuale. Allora si voleva andare oltre lo stato sociale nazionale e si fece una diagnosi più radicale di quella che generalmente si fa oggi sull Europa. L Unione europea non ha solo un deficit di democrazia, ma un deficit di legittimità. Questo deficit può essere recuperato attraverso i diritti fondamentali, ispirati alla dignità e alla solidarietà, e non al mercato. Ricordo che i laburisti di Tony Blair fecero molta resistenza e si opposero persino al diritto di sciopero. A tanto era arrivata la loro rottura con la tradizione operaia. So bene che sulla Carta di Nizza ci sono state polemiche. Oggi dovrebbe però far pensare il fatto che è stata messa da parte quando all Europa è stata imposta un altra costituzione basata sulle politiche dell austerità. Esiste un soggetto capace di riportare la solidarietà al centro dell attenzione? Siamo legati ad una modernità che ha riconosciuto il creatore di diritti in un soggetto sociale: la borghesia fece nascere i diritti civili, gli operai quelli sociali. Poi c è stata una scomposizione dei soggetti, si è parlato di una classe precaria, di quella degli hacker. Ci sono altre definizioni che dimostrano l esistenza di condizioni umane che superano il fatto personale e sono fatti politici. Ma da sole non bastano. Per questo la solidarietà è importante. Questa è la dimensione utopica: è la condizione che ci permette di non rassegnarci alla frammentazione sociale e ai meccanismi di esclusione. Il reddito universale può essere considerato uno strumento per affermare la solidarietà a livello europeo? Ne sono convinto. Molti sostengono che entra in contraddizione con l articolo 1 della nostra costituzione. C è un altra obiezione: il riconoscimento del reddito affievolisce la lotta per il lavoro. In queste prospettive vedo un errore. Si considera che la disoccupazione sia sempre una fase transitoria e la piena occupazione resta un obiettivo a portata di mano. Ma questi discorsi oggi sono lontanissimi. Del reddito universale è possibile fornire varie gradazioni: da quello minimo a quello di base. - 6 -

Tutte possono essere usata per liberare i singoli dal ricatto del lavoro precario o non pagato; a condurre un esistenza libera e dignitosa; a eliminare la competizione tra i poveri. Montesquieu diceva che abbiamo bisogno di istituzioni, non di promesse né di carità. Il reddito universale dimostra che la solidarietà è un utopia profondamente piantata nella realtà. Stefano Rodota', professore emerito di Diritto Civile dell'universita' di Roma-La Sapienza. E' tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell'unione europea. E' stato presidente dell'autorità garante per la protezione dei dati personali e ha presieduto il grupppo europeo per la tutela della privacy. Editorialista di Repubblica, autore di numerose opere tradotte in piu' lingue: Questioni di bioetica, Tecnopolitica, Perche' laico, Elogio del moralismo, Il diritto di avere diritti, Il mondo della rete. Quali diritti e quali i vincoli. - 7 -