Cerimonia di Premiazione Università di Napoli Federico II, 9 maggio 2016
2 RAGIONI DEL PREMIO L encomiabile, buona performance scientifica dei nostri ricercatori ha un impatto non adeguato sull innovazione, rispetto ai paesi in cui ricerca pubblica e ricerca privata (università e industria) operano in più stretta sinergia nel valorizzare al meglio le rispettive competenze. E le iniziative assunte nel trasferimento della conoscenza, come prodotto originale della ricerca, alla società e al mondo produttivo, finora non hanno migliorato la situazione di divario. Nella letteratura sulle attività di trasferimento sono evidenziati tre aspetti cruciali: il profilo delle competenze, attitudini e motivazioni dei ricercatori aperti a collaborazioni organiche con soggetti esterni (enti, imprese, startup, fondazioni); le risorse, i sistemi di governance e i fattori organizzativi utili a creare l ambiente umano e professionale per dare vigore alle strutture di ricerca; l efficienza dell ecosistema dell innovazione a livello nazionale e delle regioni/territori in cui le interazioni tra università e mondo economico e la nuova imprenditorialità innovativa possano prendere campo e progredire con profitto. Con l iniziativa Research Transfer Award 2016 la Fondazione Ricerca & Imprenditorialità (di seguito Fondazione R&I) intende richiamare l attenzione generale su questi problemi, dando un riconoscimento ai docenti di università italiane che si sono distinti, oltre che per i risultati acquisiti in campo scientifico, per il ruolo assunto nella valorizzazione della conoscenza, come singoli o come leader di team di ricercatori. E questo considerando che l esperienza suggerisce che il vero trasferimento tecnologico deve coinvolgere direttamente i ricercatori. Molto delle attività che le università da sempre svolgono può essere visto come trasferimento di conoscenza: dalla trasmissione di saperi con l insegnamento alla pubblicazione di articoli, come risultati diretti del lavoro di ricerca. Comunque, nel corso degli ultimi decenni il trasferimento ha assunto un significato specifico e distintivo come flusso di conoscenze, know-how e tecnologie dall università al mondo produttivo e in senso più generale alla società. Ed è ormai riconosciuto che il trasferimento deve entrare a far parte a pieno titolo della core mission, quale terza missione
3 aggiuntiva rispetto all insegnamento e alla ricerca, con l intento di far acquisire all Università proprie specializzate competenze nei processi di exploitation. In Italia la terza missione è stata riconosciuta come missione istituzionale delle università solo in tempi recenti e con una previsione normativa ancora incompleta 1. Questo ritardo di iniziativa ha lasciato campo libero ad un attivismo disordinato delle regioni e dei territori, con la creazione negli ultimi trent anni di una miriade di strutture private e pubbliche di intermediazione nel campo del trasferimento tecnologico (parchi, poli, distretti, consorzi, ecc.) che raramente hanno dimostrato un effettiva operatività e un proficuo dinamismo, determinando così una dannosa dispersione di mezzi pubblici. Come insegnano le migliori esperienze straniere il trasferimento tecnologico di valore richiede che i centri di ricerca produttori della conoscenza operino in interazione diretta con i potenziali utilizzatori per applicazioni economiche e commerciali. Il successo delle migliori research university statunitensi nel far nascere centinaia di spin-off e startup tecnologiche ogni anno, senza rinunciare a fare ricerca di base a livelli di eccellenza, sta nei forti legami instaurati con l industria avanzata e nel network che collega in comunità professori, ricercatori, imprenditori, finanziatori e investitori. Nei Paesi più avanzati c è stata anche una svolta radicale nelle politiche facendo della scienza una leva per l innovazione. I governi hanno introdotto più competitivi canali di funding allocation e le università sono state spinte a stabilire relazioni più strette con l industria per accedere a fondi e finanziamenti. Come conseguenza, tali Paesi hanno sperimentato una ondata di policies destinate a incrementare il flusso di conoscenza, know-how e capitale umano trasferito all industria e alla società nel suo insieme. 1 La terza missione è stata inserita tra le attività istituzionali con il Decreto del Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca del 30 gennaio 2013 n. 42. L ANVUR, Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, con il manuale su La valutazione della Terza Missione nelle università italiane del 13 febbraio 2015 ha quindi illustrato i criteri per la valutazione delle attività di Terza Missione.
4 L Italia finora non ha, a livello centrale e regionale, attivato particolari politiche organiche per incoraggiare le attività di trasferimento della conoscenza. Nonostante questo, è meritevole l interesse delle università per queste attività è riflesso nell incremento del numero degli uffici di trasferimento tecnologico e delle spin-off companies create. Le università italiane sono comunque chiamate a compiere ulteriori significativi passi per non disperdere il capitale intellettuale e il capitale umano che, nonostante la cronica carenza di risorse, esse sono in grado di produrre. Ci sono precise ragioni economiche e sociali per fare del trasferimento e della trasformazione produttiva della conoscenza un assoluta priorità a livello di sistema Paese, e un passaggio importante ai fini di un rilancio della ricerca scientifica e dell alta formazione per la ricerca e con la ricerca. Come effetto della spinta accelerazione del progresso scientifico e tecnologico, in una pluralità di direzioni interconnesse, una sostanziale parte dell innovazione nelle industrie high e med tech è basata sulla ricerca condotta in istituzioni scientifiche e universitarie come essenziali knowledge-hub e fornitrici di risorse umane qualificate per alimentare e rendere efficienti i loro processi innovativi. Sta diventando sempre più importante anche il ruolo delle spin-off e startup. Queste nuove imprese, organicamente creative e innovative, sono apprezzate come tramiti intelligenti verso il mercato degli outcomes dell università per contribuire, con nuove idee e soluzioni, alla produttività dei processi di innovazione intrapresi dalle imprese esistenti. In questo quadro, si sostanzia e si evince l originalità e la rilevanza per il sistema Paese del ruolo svolto dalla Fondazione R&I come organismo tra pubblico e privato che ha assunto come propria missione la promozione di partnership tra startup e grandi imprese, quali espressioni di una operosa divisione del lavoro in campo creativo e inventivo. A questo obiettivo contribuiscono in modo organico anche le altre componenti della Fondazione R&I: la ricerca, l alta formazione e la finanza per l innovazione. Ripartire dalle startup e in senso più lato dal trasferimento della conoscenza per un rilancio della ricerca scientifica può essere opportuno vista l esigenza di creare nel paese una più generale consapevolezza sulla rilevanza che le istituzioni di ricerca e alta formazione oggi rivestono ai fini
5 della crescita dell economia e dell occupazione qualificata in una fase di spinta accelerazione del progresso scientifico e tecnologico in cui le startup tech-based stanno avendo un ruolo significativo come avanguardie inpegnate in processi innovativi knowledge based fuori dal core business delle imprese esistenti, per ragioni di onerosità, rischi e tempi degli investimenti necessari. È una sfida di fronte alla quale l Italia si presenta sguarnita a differenza di altri paesi che vantano consolidate esperienze nel campo delle nuove imprese innovative a base tecnologica. Il fatto è che ci troviamo a dover superare una situazione di ritardo e di stallo avendo trascurato la transizione ad un imprenditoria innovativa, fondata sulla conoscenza, più adatta a competere ad armi pari nell economia globale e capace di fertilizzare le tradizionali industrie manifatturiere. Tutto ciò impone di uscire dalle secche di un atteggiamento di sufficienza nei confronti della terza missione e del trasferimento, che porta a circoscrivere e a emarginare il relativo ruolo e peso nelle metriche di valutazione del sistema universitario. L Italia universitaria non può vantarsi solo perché sta crescendo il suo rating delle pubblicazioni scientifiche. È ormai riconosciuto negli ambienti politici-istituzionali culturali e scientifici più evoluti che un paese che non sa trasformare e valorizzare la conoscenza scientifica che i suoi migliori ricercatori sanno produrre è destinato ad essere perdente nella nuova competizione globale, alimentando così la fuga di nuove idee innovative oltre che di talenti. Con il Research transfer award la Fondazione R&I intende rendere omaggio ai docenti di università italiane che hanno avuto il merito di capire per tempo il significato e l importanza del trasferimento come mezzo per dare più valore alla propria attività e di riflesso alla missione universitaria, costituendo così un possibile esempio da imitare.