UN FIUME DI ALI L AVIFAUNA DEL BASSO CORSO DEL FIUME MISA (2006-2010) A cura di: Mauro Mencarelli, Michela Risveglia, Francesca Morici, Niki Morganti



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UN FIUME DI ALI L AVIFAUNA DEL BASSO CORSO DEL FIUME MISA (2006-2010) A cura di: Mauro Mencarelli, Michela Risveglia, Francesca Morici, Niki Morganti Citazione raccomandata: Mencarelli M., Risveglia M., Morici F. e Morganti N. (a cura di), 2011. Un fiume di ali. L Avifauna del basso corso del fiume Misa (2006-2010) Fotografia copertina di: Michela Risveglia - Garzetta (Egretta garzetta)

Coordinamento editoriale, redazione, rielaborazione dati e testi Mauro Mencarelli, Michela Risveglia, Francesca Morici, Niki Morganti Testi delle schede dedicate alle specie Mauro Mencarelli, Francesca Morici Realizzazione carte, grafici e tabelle Michela Risveglia Consulenza e stampa Graphic Marche, comunicazione e ambiente. Senigallia (AN) Selezione e ottimizzazione delle fotografie Mauro Mencarelli, Michela Risveglia

Foto di: Michela Risveglia - Airone rosso (Ardea purpurea) La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie a: COMUNE DI SENIGALLIA Per il materiale fotografico si ringrazia: Ercole Bruzzechesse, Roberto Ceccucci, Stefano Fagiolo, Giulietto Giulivi, Mauro Mencarelli, Niki Morganti, Francesca Morici, Michela Risveglia

Stampato su carta:

INDICE PRESENTAZIONI pag. 6 PREMESSA pag. 12 INTRODUZIONE pag. 13 1. IL FIUME MISA 1.1 Generalità 1.2 Aspetti climatici 1.3 Aspetti vegetazionali pag. 14 pag. 15 pag. 15 pag. 16 2. METODI 2.1 Metodi di rilevamento 2.2 Elaborazione cartografica 2.3 Caratterizzazione degli habitat pag. 18 pag. 19 pag. 22 pag. 22 3. SINTESI DEI RISULTATI 3.1 Risultati 3.2 Chek-list 3.3 Frequenze delle specie nei punti di monitoraggio 3.4 Considerazioni conclusive pag. 28 pag. 29 pag. 29 pag. 31 pag. 35 4. L AVIFAUNA DEL BASSO CORSO DEL FIUME MISA 4.1 Come leggere le schede 4.2 Le schede delle singole specie pag. 38 pag. 39 pag. 40 LIVELLI DI TUTELA pag. 188 COROLOGIA pag. 189 VOLUMI DI RIFERIMENTO pag. 192 INDICE ANALITICO dei nomi volgari INDICE ANALITICO dei nomi scientifici pag. 193 pag. 195

PRESENTAZIONI Cosa può significare un fiumiciattolo come il Misa-Nevola nell era della globalizzazione? Appena più di niente. Anche alla percezione di chi gli vive accanto: i grandi viaggiatori d oggi, forniti di voucher garantiti, hanno risalito il Nilo fino ad Assuan, disceso il Missisippi in Showboat, campeggiato sulle rive del Danubio, magari fatto il bagno nel Gange; ma forse non sono mai scesi nell alveo del fiume di casa. Hanno visto anche fiumi inquinatissimi come lo Jang-tse, e constatato di persona come in tempi di globalizzazione la Cina non si faccia mancare nessun primato. Tutti questi fiumi, generatori ed eponimi di civiltà, attraversano crisi ambientali che potrebbero trascinare con sé territori grandi come continenti insieme con milioni di abitanti: si seccasse il Misa nessuno se ne accorgerebbe. La cosa in realtà è già successa e solo pochi se ne sono accorti. Eppure fino a cinquant anni fa questo fiume, il nostro piccolo fiume, era ancora al centro della vita rurale e della percezione urbana. Mai stato niente di esaltante, beninteso: la grama letteratura che lo ricorda porta firme anche prestigiose; tutte volte però a sminuirlo. Machiavelli, per esempio, trovandosi a passare per Senigallia durante una missione, dopo un primo fraintendimento in cui gli era parso inaspettatamente grande, ricorda il Misa come picciol fiume. Oppure a criticarlo. Gli stessi cronachisti settecenteschi, i Mastai, i Siena, i Pesaresi, che più spesso lo citano, lo chiamano però in causa per motivi opposti: o perché non ha acqua sufficiente a tenere sbloccato l ingresso al molo in tempo di fiera, o perché ne porta giù troppa tutta in una volta, allaga e fa danni dappertutto dove può arrivare. Assai più raramente il Misa riceve una lode per i benefici che silenziosamente nel tempo ci ha voluto dare: quei meandri paciosi hanno portato le sabbie della spiaggia di velluto; lungo le sue sponde c è sempre stata un buona agricoltura; bevevamo l acqua dei suoi pozzi vallivi quando ancora non usavamo quella di Gorgovivo; le lavandaie ci lavavano i panni e lungo l asta a tutt oggi non c è un chilometro che non conservi memoria di un mulino ad acqua. Eppure, quasi inconsapevolmente, chi viveva presso le 6

sue sponde mostrava di apprezzarlo: ne fruiva per quello che poteva e lo trattava, diremmo oggi, come una risorsa rinnovabile, rendendone più facile il rinnovamento. A partire dagli anni 60, con la crisi della mezzadria e l abbandono delle campagne, il fiume esce dal nostro campo percettivo. Da quello della città era uscito anche prima: probabilmente da quando non si fece più la fiera, rialzati gli argini, costruita la ferrovia. Lo scrittore concittadino Mario Puccini se n era ben accorto quando, benevolmente, chiedeva alla sua città: Chi l ha visto il tuo Misa? Chi, tra tanta gente che ha soggiornato a Senigallia, o v è stata di passaggio, ha fermato lo sguardo su questo tuo piccolo fiume placido d estate, ma turbolento nelle stagioni piovose e sempre un poco biondo di fango, come se il suo letto gli sembri troppo stretto e per non soffocare ed esso strappi di continuo alle ripe argilla e terriccio?. Sono stati questi gli anni della trascuratezza, anni in cui si pensava che il fiume servisse solo per essere attraversato. Abbiamo smesso perfino di farci la festa del Primo Maggio. Le sue acque erano scarse e di cattiva qualità; l alveo affossato e inselvatichito. Nessuno più nemmeno lo studiava. Nessuno più nemmeno ne parlava. Un rudere naturale. Negli anni ottanta si spesero soldi da un fondo nazionale per l occupazione: per controllarne le mattane, non per risanarlo o per rinvigorirlo. All inizio degli anni duemila è possibile individuare nella coscienza civile timidi segnali di un ritrovato interesse nei confronti del fiume. Si comincia almeno a comprendere la sua natura e la natura dei suoi problemi. Soccorse da una nuova sensibilità verso l ambiente domestico e le sue interdipendenze, e incalzate da obiettivi europei sempre più stringenti, alcune amministrazioni pubbliche, e particolarmente la Provincia, hanno cominciato a sostenere studi e ad avviare provvedimenti per riattivare quel binomio inscindibile che lo considera insieme come natura e come risorsa. E così che alcuni giovani professionisti hanno cominciato a studiarlo, a metterne a fuoco le criticità e a individuare possibili soluzioni. Sono nate associazioni che se ne prendono cura con attività volontarie. C è tantissimo 7

lavoro da fare, che, se visto in una prospettiva di risanamento dell ambiente sul medio periodo, si rivela anche economicamente produttivo. Un interesse rivolto verso specifici segmenti, come quello della qualità dell acqua, della quantità del deflusso e della sua regimazione con mezzi appropriati, del controllo delle captazioni, della biologia fluviale, della flora ripariale e dell habitat faunistico, e infine della fruibilità pubblica, è in primo luogo una risposta consapevole a uno stato di perdurante malattia. Simili conoscenze non erano così indispensabili quando la fisiologia del corpo idrico e insieme la biocenosi del fiume si trovavano in condizioni di equilibrio dinamico, vitale, e riuscivano a compensare da sole ai fattori che potevano destrutturarle. La metafora umana può essere efficace. La respirazione è un atto spontaneo, non volontario. Quando stiamo bene non pensiamo a respirare e tanto meno pensiamo al pneumologo. Succede invece alle persone molto malate di dover dedicare tutte le proprie energie a mettere un respiro dopo l altro. Il fiume è precisamente a questo punto: la sua natura è stata talmente sopraffatta che non riesce più a rigenerarsi da sola. Ecco perché gli autori di questo studio hanno visto l avifauna sia come elemento naturale, sia come indicatore biologico. Non diversamente noi interpretiamo come sintomo, positivo o negativo, ogni evento che riguarda il malato. Tutta questa rinnovata attenzione non conduce affatto verso specializzazioni erudite e avulse dalla nostra vita quotidiana. Se restituiamo l acqua al fiume ritroviamo anche il trasporto solido che forma le spiagge. Se risaniamo l ambiente fluviale, la città che lo accoglie, come anche la campagna, diventano più vivibili e belle. Il fiume non è altro da noi. E linfa dell ambiente in cui viviamo. Risanarlo significa anche risanare il nostro vivere e la nostra idea del vivere. Patrizia Casagrande Presidente Provincia di Ancona Marcello Mariani Assessore all Ambiente Provincia di Ancona 8

Senigallia viene solitamente associata alla sua Spiaggia di velluto, dimenticando il fiume che l attraversa e che nel corso dei secoli ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della città e nei suoi mutamenti: il fiume Misa. A causa dei ritmi frenetici che la società di oggi ci impone probabilmente nessuno più si ferma ad osservarlo mentre lentamente scorre verso il mare Adriatico; eppure se gli concedessimo solo un po del nostro tempo scopriremmo che il nostro fiume è ricco di biodiversità ed ambienti di interesse naturalistico. Pur avendo un percorso lungo pochi chilometri, il fiume Misa attraversa zone estremamente diverse del territorio del comune di Senigallia e nel suo progredire verso il mare, consente lo sviluppo di una diversità biologica a volte inaspettata. Con questa pubblicazione gli Autori intendono portare all attenzione dei cittadini e degli appassionati l enorme ricchezza avifaunistica che caratterizza il fiume Misa. Il Comune di Senigallia ha accettato quindi di buon grado di scrivere la prefazione di questo volume, in quanto lo ritiene un utile strumento di divulgazione scientifica e inoltre il suo contenuto può rappresentare un valore aggiunto alla città di Senigallia. Ciò è stato dimostrato con un sostegno che ha reso possibile la stesura della pubblicazione, supportando gli autori con i quali collabora per lo svolgimento di attività a tematiche ambientali. Simone Ceresoni Assessore all Urbanistica del Comune di Senigallia Gennaro Campanile Assessore all Ambiente del Comune di Senigallia 9

L Associazione Confluenze di Senigallia ha sempre avuto tra le sue peculiarità la divulgazione e la salvaguardia della natura, operando a stretto contatto con le realtà naturalistiche della città di Senigallia. Dal 1996 opera direttamente lungo il Misa tramite la gestione di un tratto del fiume: qui, ogni primavera, accompagna centinaia di alunni delle scuole di Senigallia e dei dintorni per far conoscere quest ambiente anche ai più piccoli. Un obiettivo della nostra Associazione è quello di poter estendere questo tipo di attività a tutta l asta fluviale, partendo dal tratto ricadente all interno del Comune di Senigallia, fino ad arrivare alla sua sorgente. Quando abbiamo saputo della possibilità di effettuare una ricerca ornitologica del basso corso del fiume Misa, abbiamo appoggiato con entusiasmo l iniziativa e ci siamo adoperati affinché volgesse al termine nel miglior modo possibile. Abbiamo intravisto in questa ricerca un punto di forza per le nostre attività didattiche e la consideriamo come un primo tassello per la conoscenza più approfondita di questo ecosistema. Giovanni Zampini Presidente Associazione Confluenze di Senigallia 10

La passione per l ornitologia ha spinto il nostro Studio ad intraprendere un importante lavoro di ricerca sul campo, concluso con la pubblicazione del presente volume: il libro vuol essere un istantanea della situazione avifaunistica lungo il basso corso del fiume Misa dal 2006 al 2010. Durante questi quattro anni abbiamo avuto notevoli soddisfazioni; nessuno di noi, infatti, si aspettava di trovare una comunità ornitica così ricca. Se all inizio qualcuno ci avesse chiesto cosa ci aspettavamo da questa ricerca, sicuramente non ci saremmo nemmeno avvicinati ad ipotizzare i risultati ottenuti. È stata una grande sorpresa censire specie ritenute inusuali nel nostro territorio, ma lo è stato ancora di più scoprire che nel corso dei quattro anni la loro era una presenza costante. Le difficoltà maggiori le abbiamo incontrate una volta terminato il lavoro sul campo, quando ci siamo ritrovati una gran mole di dati da analizzare, elaborare e tradurre in informazioni utili alla stesura del volume. Al lavoro non hanno collaborato solamente i soci dello Studio Diatomea, ma anche fotografi naturalisti che ci hanno accompagnato durante le ricerche e che hanno contribuito ad arricchire il testo con splendide fotografie. Il risultato finale è un libro che, con l ausilio di schede, tabelle, cartine e numerose immagini, vuole essere accessibile a tutti, non solo ai professionisti ma anche ai semplici appassionati. Tutto ciò però non sarebbe stato possibile senza l interessamento della Provincia di Ancona, del Comune di Senigallia e dell Associazione Confluenze che hanno sostenuto le ricerche e reso possibile la pubblicazione del volume e che quindi meritano un ringraziamento particolare. Buona lettura. Studio Naturalistico Diatomea 11

PREMESSA Da un attenta analisi bibliografica è emersa la scarsità di ricerche o studi a tematiche naturalistiche riguardanti il fiume Misa: gli unici lavori di rilievo, infatti, sono una tesi di laurea (pubblicata dalla Provincia di Ancona) e delle brevi note relative ad una passeggiata effettuata dagli studenti del Liceo Scientifico E. Medi di Senigallia. Ultimamente tuttavia si è osservato un maggior interesse nei confronti del fiume Misa che è stato al centro del dibattito di numerosi forum organizzati negli anni scorsi a Senigallia nell ambito del progetto Peter Pan dell Agenda 21 Locale curata dalla Provincia di Ancona: nei relativi verbali di questi incontri viene evidenziata la carenza di attività di educazione ambientale e di informazioni dal punto di vista naturalistico e ambientale e, non da ultimo, l estraneità del fiume nel contesto della città e del territorio. Per questo motivo la Provincia di Ancona, con la collaborazione dei Comuni del bacino del Misa, ha attivato il PercorriMisa, progetto volto alla realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali ecocompatibili lungo il corso del fiume Misa (Fiacchini, 2004). Da ultimo è stato avviato un progetto di ricerca svolto da giugno 2006 a settembre 2010 (Progetto Avifauna senigalliese: il fiume Misa), di cui questo libro rappresenta la conclusione. Il progetto ha permesso di stilare una check-list delle specie avifaunistiche presenti lungo il basso corso del fiume Misa e definire la qualità ambientale del fiume. Con questo volume si intende far conoscere al pubblico il patrimonio avifaunistico del fiume Misa nel territorio del Comune di Senigallia, il libro vuol essere anche un utile strumento di consultazione per la stesura di progetti di conservazione e gestione delle risorse naturali. 12

INTRODUZIONE Perché incentrare uno studio sull Avifauna? L avifauna riveste un importante ruolo per valutare la qualità ambientale di un area. La qualità ambientale viene definita come l idoneità di una zona ad ospitare una popolazione riproduttrice di una o più specie (Maurer, 1986). È definito come indicatore biologico (o bioindicatore) una specie animale, pianta o fungo che, grazie alle sue caratteristiche, ci permette di valutare la modificazione di un ecosistema. Da numerosi studi effettuati è scaturito che alcune specie di uccelli possono essere utilizzate come indicatori biologici di qualità ambientale: gli uccelli sono infatti condizionati negativamente da numerosi fattori ambientali tra cui l uso eccessivo di pesticidi, i cambiamenti delle pratiche in agricoltura e lo sviluppo delle colture di tipo estensivo, l inquinamento atmosferico, la bonifica di zone umide e l errata gestione delle aree boschive e dei fiumi. Poiché le diverse specie occupano determinati livelli delle catene alimentari, un loro declino può significare un disequilibrio nelle reti trofiche, anche se talvolta le risposte ai disequilibri stessi appaiono di difficile interpretazione. 13

1. IL FIUME MISA Foto di: Mauro Mencarelli - Un ansa del fiume Misa 14

1.1 Generalità Il fiume Misa è ubicato interamente all interno della Provincia di Ancona, nasce in località San Donnino (Genga) alle pendici del Colle Ameno (793 m.s.l.m.) nel pre-appennino marchigiano e, dopo un percorso di circa 48 km con direzione ovest-est, sfocia nel mare Adriatico all altezza della città di Senigallia (AN). Il suo bacino, che si estende per 375 kmq, interessa i comuni di Arcevia, Castelcolonna, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Monterado, Morro d Alba, Genga, Ostra, Ostra Vetere, Ripe, Serra de' Conti, Serra san Quirico e Senigallia. In località Brugnetto di Ripe riceve il suo principale affluente, il fiume Nevola, che nasce ai margini della dorsale marchigiana ma più a nord rispetto al Misa. L 85% del bacino del fiume Misa presenta un substrato argilloso poco permeabile mentre la porzione più a monte è caratterizzata da formazioni calcaree. Le condizioni climatiche, la litologia e la morfologia del territorio fanno sì che i due corsi idrici presentino un regime prevalentemente torrentizio, caratterizzato da magre estive e piene invernali in relazione all andamento delle precipitazioni come, d altra parte, la maggior parte dei fiumi marchigiani. 1.2 Aspetti climatici Il clima che caratterizza il basso corso del Misa rientra nel macroclima temperato e presenta i caratteri della regione marchigiana, i cui aspetti vengono influenzati dall esposizione e dalla conformazione del territorio. L area di studio ricade nella fascia costiera e collinare della Provincia di Ancona e rientra nel Piano bioclimatico submediterraneo. Durante l estate si riscontrano frequenti periodi di aridità e semi-aridità soprattutto nei mesi di luglio e agosto, mentre nei restanti periodi dell anno permane un clima semiumido-umido. Le temperature medie invernali sono di 7 C, mentre quelle estive si aggirano intorno ai 22 C. In inverno si verificano condizioni di gelo in media di 10-20 giorni all anno e le precipitazioni nevose sono molto rare; annualmente nell area si calcolano circa 740-800 mm di pioggia. 15

1.3 Aspetti vegetazionali La vegetazione lungo il corso del Misa è tipicamente ripariale, costituita da Salix sp., Populus sp., Roverella (Quercus pubescens), Olmo minore (Ulmus minor), Acero campestre (Acer campestre), Sambuco (Sambucus nigra), Berretta da prete (Euonymus europaeus), Biancospino (Crataegus monogyna), Prugnolo (Prunus spinosa), ecc. Lo stato della vegetazione però risulta alterato: solamente in alcuni tratti limitati si rinviene un grado di conservazione buono; in altre zone, in seguito ai forti interventi antropici, all aumento delle colture estensive e all insediamento di aree produttive, è avvenuta una drastica riduzione della vegetazione ripariale spontanea (Fiacchini D., 1999). La presenza di aree alterate favorisce l insediamento di specie arboree non autoctone a rapida crescita come l Acacia (Robinia pseudacacia), l Albero del paradiso (Ailanthus altissima) e di alcune specie di canne (Arundo donax), sottolineando maggiormente la grande frammentazione della vegetazione. Foto di: Michela Risveglia - Ranuncolo (Ranunculus sp.) 16

Foto di: Mauro Mencarelli - Roverella (Quercus pubescens) Foto di: Niki Morganti - Latte di Gallina (Ornithogalum umbellatum) 17

2. METODI Foto di: Mauro Mencarelli - Bosco ripariale 18

2.1 Metodi di rilevamento Il progetto ha avuto durata biennale (2006-2008) con inizio e fine nel mese di giugno: ai dati raccolti in questo biennio sono stati aggiunti quelli dei successivi due anni di monitoraggio. Lo studio effettuato ha preso in esame l Avifauna del basso tratto del fiume Misa compreso nel Comune di Senigallia (AN) per un totale di 14 km di lunghezza e un altitudine compresa tra 0 e 31 m. L area di studio comprende inoltre zone limitrofe al corso d acqua come gli ambienti urbani e i coltivi andando ad interessare un area totale di 950 ha. I dati raccolti in questo biennio sono stati ampliati con quelli raccolti fino a settembre 2010, tramite segnalazioni singole o giornate di monitoraggio predisposte. I rilevamenti si sono svolti in 28 punti georeferenziati di ascolto/osservazione, distanziati di circa 500 m l uno dall altro, visitati con cadenza mensile (Immagine 1). Questi punti sono stati scelti grazie all analisi cartografica utilizzando la C.T.R. (1:10.000) e tramite dei sopralluoghi. Le specie ornitiche sono state rilevate tramite la metodologia del PAI, con soste nei punti di rilevamento di 15-20 minuti. È stata redatta una scheda di rilevamento (Immagine 2) dove vengono indicati i dati di stazione, la cartografia, la tipologia ambientale, il periodo di osservazione e le specie monitorate con il corrispettivo codice PAI. La presenza dei Rapaci notturni è stata verificata, oltre che all ascolto e all osservazione, anche tramite le risposte al playback. Per le specie nidificanti è stata indicata una categoria di nidificazione (certa, probabile e possibile) in base al comportamento dell animale: Nidificazione certa - Osservazione del nido con uova/pulli, giovani, adulti con trasporto imbeccate e materiale per il nido. Nidificazione probabile - Osservazione dell uccello in canto, comportamento territoriale, parata nuziale. Nidificazione possibile - Osservazione della specie in stagione e habitat idonei per la riproduzione. 19

I rilevamenti sono stati effettuati con binocoli 7x50, 8x50, registratori portatili e attrezzature fotografiche. Al progetto hanno partecipato tre rilevatori: Mauro Mencarelli, Niki Morganti e Francesca Morici. Hanno collaborato saltuariamente: Antonio Barnoffi, Mauro Furlani, Francesca Portavia, Michela Risveglia. Immagine 1: i 28 punti di monitoraggio 20

Immagine 2: Scheda di rilevamento 21

2.2 Elaborazione cartografica Attraverso il programma gvsig sono state realizzate delle mappe: I 28 punti di monitoraggio: il tratto di fiume monitorato con indicati i 28 punti scelti per i rilevamenti (Immagine 1); Mappa della frequenza specifica: per ogni punto è stato calcolato il numero massimo di specie rilevato (Immagine 3); Mappa specie specifica: nelle schede delle singole specie è stata realizzata una mappa di distribuzione che mostra il numero di avvistamenti. 2.3 Caratterizzazione degli habitat Esclusa la zona cittadina, il porto e il tratto litoraneo limitrofo, il territorio del fiume Misa è caratterizzato da residue fasce boscate ripariali a Salix alba, S. purpurea, S. eleagnos, Populus alba e P. nigra con presenza di specie alloctone invasive come Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima, mentre nelle aree attigue si trovano aree agricole spesso monoculturali. Per effettuare la caratterizzazione degli habitat di ogni singolo punto di monitoraggio, è stato utilizzato il programma GIS gvsig: al dwg del Comune di Senigallia, contenente informazioni sull uso del suolo, sono stati sovrapposti i punti di monitoraggio/ascolto per ognuno dei quali è stata tracciata un area circolare di raggio 100 mt; in questo modo è stato quindi possibile risalire alle tipologie ambientali presenti in ogni singolo punto. Nelle 28 aree identificate sono state individuate sei differenti tipologie di habitat, divise nei seguenti gruppi: Mare: porzione di mare in prossimità del porto; Spiaggia: tratto di arenile nell area limitrofa al porto; Urbano: zona che include le unità abitative, i fabbricati e le infrastrutture; Verde urbano: giardini attrezzati a fruizione pubblica; Fiume: area compresa tra gli argini esterni del Misa; Area umida: area di ridotte dimensioni in cui è costante la presenza di acqua come una peschiera o un laghetto utilizzato a scopo venatorio. 22

La caratterizzazione degli habitat nei singoli punti è di seguito rappresentata: Punto 1: PORTO Numero specie rilevate: 46 Punto 2: CENTRO STORICO Numero specie rilevate: 38 Punto 3: CENTRO STORICO Numero specie rilevate: 46 Punto 4: STRADONE MISA Numero specie rilevate: 64 Punto 5: BORGO COLTELLONE Numero specie rilevate: 61 Punto 6: BORGO MOLINO Numero specie rilevate: 62 23

Punto 7: BORGO BICCHIA Numero specie rilevate: 67 Punto 8: BORGO BICCHIA Numero specie rilevate: 59 Punto 9: BORGO CATENA Numero specie rilevate: 71 Punto 10: BORGO CATENA Numero specie rilevate: 60 Punto 11: CANNELLA Numero specie rilevate: 60 Punto 12: BORGO PASSERA Numero specie rilevate: 67 24

Punto 13: BORGO PASSERA Numero specie rilevate: 70 Punto 14: VALLONE Numero specie rilevate: 69 Punto 15: VALLONE Numero specie rilevate: 56 Punto 16: MARAZZANA Numero specie rilevate: 62 Punto 17: VALLONE Numero specie rilevate: 56 Punto 18: MARAZZANA Numero specie rilevate: 55 25

Punto 19: MARAZZANA Numero specie rilevate: 59 Punto 20: VALLONE Numero specie rilevate: 64 Punto 21: VALLONE Numero specie rilevate: 61 Punto 22: BETTOLELLE Numero specie rilevate: 66 Punto 23: BETTOLELLE Numero specie rilevate: 64 Punto 24: BETTOLELLE Numero specie rilevate: 51 26

Punto 25: BETTOLELLE Numero specie rilevate: 55 Punto 26: BRUGNETTO Numero specie rilevate: 65 Punto 27: BRUGNETTO Numero specie rilevate: 60 Punto 28: BRUGNETTO Numero specie rilevate: 79 27

3. SINTESI DEI RISULTATI Foto di: Mauro Mencarelli Gallinella d acqua (Gallinula chloropus) 28

3.1 Risultati Da giugno 2006 a settembre 2010 sono state effettuate 393 giornate di lavoro comprendenti quasi tutte le fasce orarie della giornata. Con i dati raccolti è stato possibile redigere un database di 11.775 dati. Il database comprende le specie rilevate durante i monitoraggi effettuati mensilmente e le segnalazioni al di fuori delle giornate predisposte per le uscite. La checklist conta 144 specie di cui 72 passeriformi. Le specie nidificanti sono 70 e rappresentano il 55,5% delle specie nidificanti nella Regione Marche (126 specie - Giacchini, 2007) e il 28% delle specie nidificanti in Italia (250 specie - Brichetti e Massa, 1998). La ricchezza specifica, ovvero il numero di specie rilevate nei diversi punti, va da un minimo di 38 specie nel punto 2, ad un massimo di 79 specie nel punto 28; tendenzialmente il numero di specie aumenta sensibilmente a partire dal punto 3 (Immagine 3 e vedi par. 2.3 - caratterizzazione degli habitat). Delle 144, 33 sono le specie che rientrano nell Allegato I della Direttiva 79/409/CEE Uccelli : Marangone minore, Tarabuso, Tarabusino, Nitticora, Garzetta, Airone bianco maggiore, Airone rosso, Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno, Falco di palude, Albanella minore, Falco pescatore, Falco cuculo, Falco pellegrino, Starna, Schiribilla, Gru, Fratino, Piviere dorato, Piovanello pancianera, Piro piro boschereccio, Gabbiano corallino, Gabbianello, Sterna comune, Mignattino comune, Martin Pescatore, Calandrella, Tottavilla, Pispola, Forapaglie castagnolo, Averla piccola, Averla cenerina, Ortolano. Tra queste Tarabusino, Martin pescatore, Averla piccola e Ortolano sono nidificanti. 3.2 Chek-list L elenco delle specie descritte segue la chek-list stilata da Brichetti e Massa degli Uccelli italiani (1998). Nella seguente check-list sono state indicate le specie monitorate, il codice EURING e la fenologia. 29

LEGENDA FENOLOGIA: S: stanziale; B: nidificante; M: migratrice; E: estivante; W: svernante; Reg: regolare; Irr: irregolare; R: ripopolamento. 00070 Tachybaptus ruficollis (Mreg,B?,W) 00090 Podiceps cristatus (Mreg,W) 00120 Podiceps nigricollis (Mreg,W) 00710 Morus bassanus (Mirr) 00720 Phalacrocorax carbo (Mreg,W) 00820 Phalacrocorax pygmaeus (Mirr) 00950 Botaurus stellaris (Mirr) 00980 Ixobrychus minutus (Mreg,B?) 01040 Nycticorax nycticorax (Mreg,E) 01110 Bubulcus ibis (Mirr,Wirr) 01190 Egretta garzetta (Mreg,E) 01210 Casmerodius albus (Mirr) 01220 Ardea cinerea (S,Mreg,W, E) 01240 Ardea purpurea (Mirr) 01610 Anser anser (Mirr) 01840 Anas crecca (Mirr) 01860 Anas platyrhynchos (Mreg,B?) 01910 Anas querquedula (Mirr) 02310 Pernis apivorus (Mreg) 02380 Milvus migrans (Mirr) 02600 Circus aeruginosus (Mreg) 02630 Circus pygargus (Mreg) 02690 Accipiter nisus (B?,Mreg,W) 02870 Buteo buteo (SB,Mreg,W) 03010 Pandion haliaetus (Mirr) 03040 Falco tinnunculus (SB,Mreg,W) 03070 Falco vespertinus (Mirr) 03100 Falco subbuteo (Mirr) 03200 Falco peregrinus (Mreg) 03670 Perdix perdix (Mirr,R) 03700 Coturnix coturnix (Mreg,B) 03940 Phasianus colchicus (SB,R) 04100 Porzana parva (Mirr) 04240 Gallinula chloropus (SB,Mreg,W) 04290 Fulica atra (Mreg,W) 04330 Grus grus (Mirr) 04690 Charadrius dubius (Mreg,B) 04770 Charadrius alexandrinus (Mirr) 04850 Pluvialis apricaria (Mirr) 04930 Vanellus vanellus (Mreg,W) 05090 Calidris ferruginea (Mreg) 05120 Calidris alpina (Mreg) 05180 Lymnocryptes minimus (Mirr) 05190 Gallinago gallinago (Mreg,W) 05530 Tringa ochropus (Mreg) 05540 Tringa glareola (Mirr) 05560 Actitis hypoleucos (Mreg,B,W) 05750 Larus melanocephalus (Mreg,W) 05780 Larus minutus (Mirr,Eirr) 05820 Larus ridibundus (S,E,Mreg,W) 05900 Larus canus (Mreg,W) 05926 Larus michaellis (S,E,Mreg,W) 06150 Sterna hirundo (Mirr) 06270 Chlidonias niger (Mirr) 06650 Columba livia var. domestica (SB) 06700 Columba palumbus (Mreg) 06840 Streptotelia decaocto (SB) 06870 Streptotelia turtur (Mreg,B) 07240 Cuculus canorus (Mirr,B?) 07350 Tyto alba (SB?) 07390 Otus scops (Mreg,B) 07570 Athene noctua (SB?) 07610 Strix aluco (Mirr) 07670 Asio otus (SB) 07950 Apus apus (Mreg,B) 08310 Alcedo atthis (SB,Mreg,W) 08400 Merops apiaster (Mreg,B) 08460 Upupa epops (Mreg,B) 08480 Jinx torquilla (Mreg,B) 08560 Picus viridis (Mirr) 08760 Dendrocopos major (SB,Mreg,W) 08870 Dendrocopos minor (SB) 09680 Calandrella brachydactyla (Mirr) 09740 Lullula arborea (Mirr) 09760 Alauda arvensis (Mreg,B?,W) 09810 Riparia riparia (Mirr) 30

09920 Hirundo rustica (Mreg,B) 09950 Delichon urbicum (Mreg,B) 10110 Anthus pratensis (Mreg,W) 10170 Motacilla flava (Mreg,B) 10190 Motacilla cinerea (SB,Mreg,W) 10200 Motacilla alba (SB) 10660 Troglodytes troglodytes (SB) 10840 Prunella modularis (Mreg,W) 10990 Erithacus rubecola (SB,Mreg,W) 11040 Luscinia megarhynchos (Mreg,B) 11210 Phoenicurus ochruros (SB,Mreg,W) 11220 Phoenicurus phoenicurus (Mreg,B) 11370 Saxicola rubetra (Mirr) 11390 Saxicola torquata (SB) 11460 Oenanthe oenanthe (Mreg) 11870 Turdus merula (SB) 11980 Turdus pilaris (Mreg,Wirr) 12000 Turdus philomelos (SB,Mreg,W) 12010 Turdus iliacus (Mreg,W) 12020 Turdus viscivorus (SB,Mreg,W) 12200 Cettia cetti (SB) 12260 Cisticola juncidis (SB,Mreg,W) 12410 Acrocephalus melanopogon (Mirr) 12430 Acrocephalus schoenobaenus (Mirr) 12510 Acrocephalus scirpaceus (Mreg,B) 12600 Hippolais polyglotta (Mreg,B) 12650 Sylvia cantillans (Mirr) 12670 Sylvia melanocephala SB,Mreg,W) 12750 Sylvia communis (Mreg) 12760 Sylvia borin (Mreg) 12770 Sylvia atricapilla (SB) 13080 Phylloscopus sibilatrix (Mreg) 13110 Phylloscopus collybita (SB,Mreg,W) 13140 Regulus regulus (Mirr,Wirr) 13150 Regulus ignicapilla (Mirr,B?) 13350 Muscicapa striata (Mreg,B) 13490 Ficedula hypoleuca (Mreg) 14370 Aegithalos caudatus (SB) 14610 Parus ater (Mirr) 14620 Parus caeruleus (SB) 14640 Parus major (SB) 14790 Sitta europea (SB) 14870 Certhia brachydactyla (SB) 14900 Remiz pendulinus (SB,Mreg,W) 15080 Oriolus oriolus (Mreg,B) 5150 Lanius collurio (Mreg,B) 15190 Lanius minor (Mirr) 15390 Garrulus glandarius (Mirr) 15490 Pica pica (SB) 15600 Corvus monedula (SB) 15670 Corvus corone cornix (SB) 15820 Sturnus vulgaris (SB,Mreg) 15912 Passer domesticus italiae (SB,Mreg) 15920 Passer hispaniolensis (Mirr) 15980 Passer montanus (SB,Mreg) 16360 Fringilla coelebs (SB,Mreg,W) 16380 Fringilla montifringilla (Mreg) 16400 Serinus serinus (SB,Mreg,W) 16490 Carduelis chloris (SB,Mreg,W) 16530 Carduelis carduelis (SB,Mreg,W) 16540 Carduelis spinus (Mreg,Wirr) 16600 Carduelis cannabina (Mreg) 18570 Emberiza citrinella (Mreg,B?) 18580 Emberiza cirlus (SB,Mreg,W) 18600 Emberiza cia (Mirr) 18660 Emberiza hortulana (Mreg,B?) 18770 Emberiza schoeniclus (Mreg,W) 18820 Miliaria calandra (Mreg,B?) 3.3 Frequenze delle specie nei punti di monitoraggio La tabella propone un valore di distribuzione delle singole specie attraverso l indicazione del numero totale dei punti occupati e le relative frequenze di rilevamento in ordine decrescente. 31

Le specie rilevate in tutti i punti (100%) sono 13 che risultano essere anche le specie più comuni; 33 specie delle 144 sono invece state rilevate solamente in un solo punto di monitoraggio (3,6%). Specie N. Punti % Balestruccio 28 100,0 Ballerina bianca 28 100,0 Capinera 28 100,0 Cardellino 28 100,0 Cinciallegra 28 100,0 Fringuello 28 100,0 Merlo 28 100,0 Passera d'italia 28 100,0 Pettirosso 28 100,0 Rondone 28 100,0 Tortora dal collare 28 100,0 Verdone 28 100,0 Verzellino 28 100,0 Ballerina gialla 27 96,4 Cinciarella 27 96,4 Codibugnolo 27 96,4 Cornacchia grigia 27 96,4 Lui' piccolo 27 96,4 Passera mattugia 27 96,4 Rondine 27 96,4 Scricciolo 27 96,4 Storno 27 96,4 Usignolo di fiume 27 96,4 Airone cenerino 26 92,9 Martin pescatore 26 92,9 Passera scopaiola 26 92,9 Poiana 26 92,9 Tortora selvatica 26 92,9 Beccamoschino 25 89,3 Cutrettola 25 89,3 Gallinella d'acqua 25 89,3 Usignolo 25 89,3 Zigolo nero 25 89,3 Codirosso spazzacamino 24 85,7 Gruccione 24 85,7 Torcicollo 24 85,7 Averla piccola 23 82,1 Pigliamosche 23 82,1 32

Rampichino 23 82,1 Corriere piccolo 22 78,6 Gheppio 22 78,6 Gabbiano reale 21 75,0 Piro piro piccolo 21 75,0 Rigogolo 21 75,0 Saltimpalo 21 75,0 Gabbiano comune 20 71,4 Occhiocotto 20 71,4 Picchio muratore 20 71,4 Gazza 19 67,9 Picchio rosso maggiore 19 67,9 Tordo bottaccio 19 67,9 Canapino comune 18 64,3 Fagiano comune 18 64,3 Tordela 18 64,3 Upupa 17 60,7 Allodola 16 57,1 Codirosso comune 16 57,1 Garzetta 16 57,1 Pendolino 14 50,0 Tordo sassello 14 50,0 Cannaiola comune 13 46,4 Nitticora 13 46,4 Colombo di città 13 46,4 Picchio rosso minore 11 39,3 Taccola 11 39,3 Tuffetto 8 28,6 Beccafico 7 25,0 Civetta 7 25,0 Falco di palude 7 25,0 Gufo comune 7 25,0 Migliarino di palude 7 25,0 Sparviere 7 25,0 Strillozzo 7 25,0 Colombaccio 6 21,4 Ortolano 6 21,4 Quaglia comune 5 17,9 Airone bianco maggiore 4 14,3 Airone rosso 4 14,3 Assiolo 4 14,3 Barbagianni 4 14,3 Beccaccino 4 14,3 33

Cuculo 4 14,3 Germano reale 4 14,3 Ghiandaia 4 14,3 Piro piro culbianco 4 14,3 Pispola 4 14,3 Regolo 4 14,3 Albanella minore 3 10,7 Balia nera 3 10,7 Cesena 3 10,7 Falco pecchiaiolo 3 10,7 Fanello 3 10,7 Lui' verde 3 10,7 Sterpazzola 3 10,7 Stiaccino 3 10,7 Svasso maggiore 3 10,7 Tarabusino 3 10,7 Zigolo giallo 3 10,7 Cormorano 2 7,1 Fiorrancino 2 7,1 Folaga 2 7,1 Forapaglie castagnolo 2 7,1 Frullino 2 7,1 Lodolaio 2 7,1 Marangone minore 2 7,1 Pavoncella 2 7,1 Peppola 2 7,1 Picchio verde 2 7,1 Piro piro boschereccio 2 7,1 Sterpazzolina 2 7,1 Svasso piccolo 2 7,1 Airone guardabuoi 1 3,6 Allocco 1 3,6 Alzavola 1 3,6 Averla cenerina 1 3,6 Calandrella 1 3,6 Cincia mora 1 3,6 Culbianco 1 3,6 Falco cuculo 1 3,6 Falco pellegrino 1 3,6 Falco pescatore 1 3,6 Forapaglie comune 1 3,6 Fratino 1 3,6 Gabbianello 1 3,6 34

Gabbiano corallino 1 3,6 Gavina 1 3,6 Gru 1 3,6 Lucherino 1 3,6 Marzaiola 1 3,6 Mignattino comune 1 3,6 Oca selvatica 1 3,6 Passera sarda 1 3,6 Piovanello comune 1 3,6 Piovanello pancianera 1 3,6 Piviere dorato 1 3,6 Schiribilla 1 3,6 Starna 1 3,6 Sterna comune 1 3,6 Sula 1 3,6 Tarabuso 1 3,6 Topino 1 3,6 Tottavilla 1 3,6 Zigolo muciatto 1 3,6 Nibbio bruno 1 3,6 3.4. Considerazioni conclusive Il numero totale di specie rilevate è stato considerevole, 144, tra cui 33 di importanza comunitaria. Le aree con ricchezza più elevata (67-79 specie) sono le zone interne, in cui il disturbo antropico è limitato esclusivamente alle coltivazioni estensive nei dintorni del fiume, che mantiene comunque un buon grado di naturalità. Le aree che presentano una ricchezza minore (max 38 specie) sono quelle cittadine e le aree periurbane, aree che risentono molto dell elevata antropizzazione del territorio e che di conseguenza offrono riparo a un numero minore di specie (Immagine 3). La presenza di specie bioindicatrici ha evidenziato come il fiume presenti alcune aree di discreta qualità ambientale: l habitat ripariale risulta di importanza strategica per la comunità ornitica, che qui trova riparo, cibo e habitat idonei alla nidificazione; riveste inoltre la funzione di corridoio ecologico che collega la montagna con il mare. 35

38-53 Immagine 3: Mappa della frequenza specifica 36

Foto di: Mauro Mencarelli Punto 28: area con ricchezza specifica più alta (79 specie) Foto di: Mauro Mencarelli Punto 2: area con ricchezza specifica più bassa (38 specie) 37

4. L AVIFAUNA DEL BASSO CORSO DEL FIUME MISA Foto di: Mauro Mencarelli Gheppio (Falco tinnunculus) 38

4.1 Come leggere le schede Nelle schede vengono analizzate le specie singolarmente; per una facile lettura è bene tenere presente che in ogni scheda vengono indicati (Immagine 4): Nome della specie e nome scientifico Foto della specie Mappa di distribuzione e presenza durante l anno Immagine 4: A titolo di esempio, una delle 144 schede 39

La corologia, ossia la distribuzione geografica della specie; si rimanda a pagina 189 per la spiegazione delle singole corologie. La mappa di distribuzione indica la distribuzione della specie nei 28 punti e nella legenda viene indicato il numero di avvistamenti, ossia il numero delle volte che la specie è stata osservata in quel punto. La fenologia* viene indicata con delle lettere: S: stanziale; B: nidificante; M: migratrice; E: estivante; W: svernante; Reg: regolare; Irr: irregolare; *: accidentale;?: status incerto; R: ripopolamento. Nella tabella vengono indicati i 12 mesi: ad ogni mese corrisponde un colore relativo alla fenologia associata alla specie in questione. È necessario tenere presente, per evitare di male interpretare la tabella, che La categoria fenologica mensile è indicata in una tabella dove le diverse fenologie sono state indicate con colori diversi: s Stanziale S Specie presente tutto l anno Nidificante B Specie che porta a termine la riproduzione M Specie che transita in un territorio senza nidificare o svernare Estivante E Specie presente nel periodo di nidificazione ma che non si riproduce Svernante W Specie che passa l inverno in un determinato territorio ripartendo in primavera Accidentale A Specie avvistata in maniera occasionale Per poter interpretare in modo corretto la tabella delle fenologie è necessario tenere presente che le fenologie delle specie sono state definite in base ai dati raccolti. * La fenologia si occupa dello studio dei fenomeni legati agli esseri viventi in relazione ai cambiamenti stagionali: indica lo status della specie riferita al territorio. 4.2 Le schede delle singole specie Di seguito sono riportate le schede delle singole specie. Le schede non sono disposte in ordine alfabetico, ma seguono la chek-list stilata da Brichetti e Massa degli Uccelli italiani (1998). 40

TUFFETTO Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764) Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale-australasiana. L: 23-29 cm. È il più piccolo degli svassi italiani. Nidifica in zone umide d acqua dolce, naturali o artificiali, anche non molto estese, ricoperte in parte da cannucce e tife. Durante il periodo invernale predilige le foci dei fiumi, lagune e paludi di acqua salmastra. Il piumaggio è di colore uniforme nero, con il collo rossastro in primavera e bruno-grigiastro in inverno. A differenza degli svassi non presenta ciuffi sul capo. Il richiamo è un trillo acuto molto veloce. Il maggior numero di avvistamenti avviene all interno del tratto cittadino nel periodo invernale, anche se qualche individuo è stato osservato durante il periodo di nidificazione all interno di laghetti delle zone più interne. A livello europeo la popolazione nidificante presenta un trend positivo e lo stato di conservazione è definito sicuro. In Italia la popolazione è stabile, con fluttuazioni locali. A livello provinciale e locale la specie è influenzata negativamente dall alterazione degli habitat acquatici e dagli sfalci della vegetazione in periodo riproduttivo. Convenzione di Berna Allegato II M reg, B?, W Foto di: Michela Risveglia????? Nidificante Svernante 41

SVASSO MAGGIORE Podiceps cristatus (Linnaeus, 1758) Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale-australasiana. L: 46-51 cm; WS: 59-73 cm. È il più grande tra gli svassi. Predilige zone umide di acqua dolce naturali o artificiali, con modesta quantità di vegetazione. Presenta corpo chiaro con collo tenuto in posizione eretta. Durante la stagione riproduttiva ha lunghi ciuffi neri sul capo e ampi ciuffi auricolari rosso-castani. Non c è dimorfismo sessuale. La danza di corteggiamento è assai complessa: avviene in posizione eretta con scuotimento del capo, a volte con alghe nel becco. Termina con la danza del pinguino. È un visitatore invernale abitudinale. Numerosi avvistamenti avvengono all interno del porto di Senigallia e anche nella porzione cittadina del fiume Misa. A livello Europeo la popolazione presenta un trend positivo ed è stata valutata come sicura. Anche in Italia si è osservato questo trend. / M reg, W Foto di: Michela Risveglia Svernante 42

SVASSO PICCOLO Podiceps nigricollis (Brehm, 1831) Specie politipica a distribuzione subcosmopolita. L: 23-29 cm. Predilige zone costiere di acqua dolce naturali o artificiali, con modesta quantità di vegetazione. In estate presenta dei caratteristici ciuffi auricolari; in inverno il piumaggio presenta tonalità grigie ed è ben visibile il rosso dell occhio. Il becco è leggermente rivolto all insù. Si può confondere con lo Svasso cornuto. Il richiamo è un rauco fischio lamentoso. È un visitatore invernale abitudinale. Si può osservare insieme allo Svasso maggiore e, come per questo, il maggior numero di avvistamenti avviene all interno del porto di Senigallia e lungo il tratto urbano del fiume Misa. A livello europeo lo stato di conservazione della specie è considerato sicuro. In Italia è diffusa in modo uniforme con prevalenza nei settori costieri, in particolare lungo l Adriatico: è la seconda specie più abbondante tra gli svassi italiani. Nelle Marche è svernante regolare, fenologia che si riscontra anche nel tratto di fiume in esame. Lista Rossa d Italia Categoria NE Convenzione di Berna Allegato II M reg, W Foto di: Mauro Mencarelli Svernante 43

SULA Morus bassanus (Linnaeus, 1758) Specie monotipica a distribuzione boreoanfiatlantica. L: 92 cm; apertura alare 175 cm. Nidifica in grandi colonie su scogliere inaccessibili soprattutto sulle isole delle coste atlantiche. Sverna in mare aperto e occasionalmente si spinge sulle coste e nell entroterra. Presenta testa giallastra, ali e coda lunghe ed appuntite. Gli immaturi sono bruni e macchiettati. In migrazione vola spesso in formazioni lineari. Nell area di studio è stata segnalata una sola volta all interno del porto canale di Senigallia. A livello europeo la specie è considerata con uno status di conservazione sicuro. / M irr Foto di: Giulietto Giulivi 44

CORMORANO Phalacrocorax carbo (Linnaeus, 1758) Specie politipica a distribuzione subcosmopolita. L: 77-94 cm; WS: 121-149 cm. È presente sia lungo le coste che nell entroterra; per la nidificazione predilige boschetti vicini alle acque interne, spesso insieme agli aironi. Grande e scuro, in primavera presenta gola, guance e cosce bianche. In inverno è interamente nero, e può essere confuso con il Marangone dal ciuffo. Ottimo pescatore, nuota con il corpo quasi immerso in acqua e compie lunghe immersioni. Può rimanere a lungo posato in posizione eretta su scogli o altri posatoi, con le ali aperte per asciugarle. Il volo è battente a pochi metri dalla superficie dell acqua. È un visitatore invernale abitudinale. Numerosi avvistamenti avvengono all interno del porto di Senigallia, sulle barriere frangiflutto o in volo nella porzione terminale del fiume, nel tratto cittadino. A livello Europeo la popolazione presenta un trend positivo ed è stata valutata come sicura. Lista Rossa d Italia Categoria EN M reg, W Foto di: Mauro Mencarelli Svernante 45

MARANGONE MINORE Phalacrocorax pygmeus (Pallas, 1773) Specie politipica a distribuzione subcosmopolita. L: 44-55 cm; WS: 75-90 cm. Predilige zone paludose, ruscelli e stagni; per la nidificazione sceglie i boschetti vicini alle acque interne, spesso insieme agli aironi. Si può confondere con il Cormorano ma presenta dimensioni inferiori, becco più piccolo e coda più pronunciata. Ottimo pescatore, cerca le sue prede anche nei ruscelli e negli stagni fuori delle zone paludose. Può rimanere a lungo posato in posizione eretta su scogli o altri posatoi, con le ali aperte per asciugarle. Il volo è battente e intercalato con planate. La distribuzione lungo il Misa è molto variabile: si osserva in migrazione post-riproduttiva e in inverno. Gli avvistamenti avvengono all interno del porto canale e nelle porzioni interne del fiume Misa. In Europa la specie ha avuto una forte decrescita a cui è seguito un aumento: lo status di conservazione al momento è definito sicuro. Direttiva CEE Uccelli Allegato I Legge 157/92 Convenzione di Berna Allegato II Convenzione di Bonn Allegato II Lista Rossa d Italia Categoria NE SPEC 1 M irr Foto di: Michela Risveglia 46

TARABUSO Botaurus stellaris (Linnaeus. 1758) Specie politipica a distribuzione euroasiatica. L: 75 cm. Poligamo. Nidifica in zone paludose d acqua dolce caratterizzate da folta vegetazione, in particolare in canneti intercalati a specchi aperti. Nel periodo di svernamento può frequentare una maggiore varietà di spazi umidi. Presenta piumaggio bruno, se allarmato si immobilizza per mimetizzarsi tra le canne tendendo collo e becco verso l alto. Tipico il richiamo emesso dal maschio simile ad un soffio in una bottiglia vuota. Nell area di studio la specie è stata segnalata una sola volta in un canneto in un area prossima al fiume. A livello europeo ha subito in passato una notevole flessione della popolazione, con successive fluttuazioni senza però avere recuperato i numeri precedenti al declino. In Italia la popolazione nidificante è stimata intorno a 70 coppie. Direttiva CEE Uccelli Allegato I Legge 157/92 Convenzione di Berna Allegato II Convenzione di Bonn Allegato II Lista Rossa d Italia Categoria EN SPEC 3 M irr Foto di: Roberto Ceccucci 47

TARABUSINO Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766) Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale-australasiana. L: 33-38 cm; WS: 49-58 cm. Si rinviene in folti canneti anche di ridotte dimensioni, fragmiteti misti a cespugli e bassa vegetazione arborea. Predilige zone umide artificiali o naturali, fiumi e canali. Si mimetizza immobilizzandosi con il collo eretto. In caso di pericolo non vola ma corre. Il maschio ha dorso nero e macchie bianche a camoscio; la femmina ha striature sul dorso, macchie alari più sporche e petto maggiormente striato. Il volo è caratterizzato da veloci colpi d ala e lunghe planate: si osserva di solito in volo sopra i canneti. Il richiamo riproduttivo è un basso verso ripetuto ogni 2-3 secondi. Migratore primaverile regolare, frequenta i canneti lungo gli argini del fiume. È stato osservato più di una volta in periodo riproduttivo in località Marazzana, ma non ne è stata accertata la nidificazione. Lo stato di conservazione europeo non è buono, con un forte trend negativo registrato tra il 1970 e il 1990 e che ancora non è stato recuperato. I fattori di rischio a livello locale sono i continui interventi antropici di consolidamento degli argini dei fiumi, i quali distruggono i siti riproduttivi della specie. Direttiva CEE Uccelli Allegato I Convenzione di Berna Allegato II Convenzione di Bonn Allegato II Lista Rossa d Italia Categoria LR SPEC 3 M reg, B? Foto di: Michela Risveglia?? Nidificante 48

NITTICORA Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) Specie politipica a distribuzione subcosmopolita. L: 58-65 cm; WS: 90-100 cm. Frequenta le zone palustri ed i grandi corsi d acqua, in coabitazione con altri ardeidi. Per la nidificazione utilizza alberi ad alto fusto (pioppi e salici). L adulto ha livrea nera, grigia e bianca, con piedi e zampe gialle. Si rinviene principalmente all alba e al tramonto quando si sposta nelle zone di alimentazione. Durante il volo tiene il corpo inarcato e becco rivolto leggermente verso il basso, i battiti d ala sono lenti. Si trova lungo la maggior parte del corso del fiume, nei canneti o posata sulla vegetazione ripariale. La presenza di individui giovani è dovuta alla dispersione post-riproduttiva dai siti di Foto di: Michela Risveglia nidificazione ubicati lungo altri fiumi delle Marche. La specie può nidificare anche al suolo nascosta tra le canne, e non è da escludere una nidificazione lungo il fiume Misa, anche se ancora non è stata accertata. A livello europeo è stata registrata in passato una notevole flessione della popolazione, con successive fluttuazioni senza però avere recuperato i numeri precedenti al declino. A livello locale la specie risente della distruzione dei siti di riproduzione e della competizione con altri ardeidi. Direttiva CEE Uccelli Allegato I Convenzione di Berna Allegato II SPEC 3 M reg, E Estivante 49

AIRONE GUARDABUOI Bubulcus ibis (Linnaeus, 1758) Specie politipica a distribuzione sub -cosmopolita. L: 45-52 cm; WS: 82-95 cm. Generalmente predilige zone asciutte con presenza di boschi di Ontano, Pioppo, Salice e boschi misti. Per l alimentazione si reca a gruppi sui campi coltivati o in paludi prosciugate, spesso a seguito del bestiame. Il piumaggio sembra completamente bianco, ma è in realtà provvisto di un colore nocciola nel vertice, nella gola e in parte del dorso; le zampe sono rossicce e gialle. In volo il collo è più disteso rispetto alla Garzetta e il becco è rivolto all insù. L osservazione più numerosa è stata effettuata nel mese di febbraio 2009: 12 individui in alimentazione in un area a coltivo nelle prossime vicinanze del fiume. Altre osservazioni sono state effettuate nei mesi invernali, ma non in maniera continuativa. In Europa è stato registrato un forte aumento. Lo stesso trend si è riscontrato in Italia con un aumento degli individui nidificanti e svernanti negli ultimi anni. Convenzione di Berna Allegato II Lista Rossa d Italia Categoria VU M irr; W irr Foto di: Stefano Fagiolo Svernante 50

GARZETTA Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale-australasiana. L: 55-65; WS: 88-106 cm. Gli habitat selezionati dalla specie sono strettamente collegati alla presenza di zone umide. Nidifica in grandi colonie in boschi idrofili, utilizzando alberi di medio fusto come ontani e salici, e in boschetti circondati da risaie o altre zone umide. Il piumaggio è bianco, becco nero, zampe nere e piedi gialli. Durante la stagione estiva la specie è provvista di una lunga cresta e scapolari allungate. Cattura le prede restando immobile nell acqua o avanzando furtivamente. Risulta assente nei mesi invernali. Nei periodi di nidificazione si hanno numerosi avvistamenti ma solamente di Foto di: Michela Risveglia individui in alimentazione. Si osserva lungo quasi tutto il tratto del fiume, compresa la porzione cittadina, spesso immobile nell acqua bassa mentre pesca. In Europa è una specie in incremento, soprattutto nei paesi mediterranei ed è quindi considerata con stato di conservazione sicuro. Lo stesso trend si riscontra in Italia e nelle Marche, anche se non mancano numerose minacce come la scarsità dei siti idonei alla nidificazione e il disturbo antropico nei siti di alimentazione. Direttiva CEE Uccelli Allegato I Convenzione di Berna Allegato II M reg, E Estivante 51