IMPIANTO PER PRODURRE PELLET



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IMPIANTO PER PRODURRE PELLET Informazioni sull investimento su un impianto di produzione pellet I primi passi per decidere se e come fare un impianto di produzione pellet. International Baltic Sia 31/01/2010

IMPIANTO PER PRODURRE PELLET Informazioni sull investimento su un impianto di produzione pellet Nel presente documento vi esporremo dei chiarimenti relativi agli impianti di produzione pellets. Data la varietà del materiale da lavorare e la sua importanza nel studiarlo, consigliamo di verificare realmente l'effettiva convenienza nel realizzare questi impianti. Troverete un calcolo, approssimativo, investendo su un impianto nuovo e usato. Oggi, allo stato attuale della situazione del mercato ITALIANO, il mercato è cresciuto molto negli ultimi anni e la domanda sembra orientata alla crescita (vedi tabella). Ogni qualvolta si affronta la costruzione di un impianto di pellets, deve essere ben chiaro: - tipo di prodotto: Es. Legno: abete, faggio, pioppo... - stato del prodotto: truciolo, polverizzato, grosse dimensioni. - umidità del prodotto (DATO FONDAMENTALE) minore o maggiore del 10 %... - reperibilità e costi di materia prima infatti questi impianti, soprattutto nel caso del legno, non convengono se la materia prima deve essere solo acquistata. Inoltre, un mercato è interessante se, oltre che la richiesta, c'è sempre sicurezza nel reperire la materia prima. Tutti gli impianti per produrre il pellets, indipendentemente dal materiale, sono costituiti principalmente da : Zona raccolta Zona ESSICAZIONE (Se occorre) Zona Miscelazione Zona Macinatura Grossolana / Polverizazzione Zona Pressatura (termine tecnico: Cubettatura o Pellettatura) Zona Raffredamento prodotto Zona insacco Quindi, bisogna essere consapevoli che, si deve installare un processo industriale in base a quelle che sono le caratteristiche e condizioni iniziali della materia da lavorare. 1

L'impianto dovrà essere progettato e costruito, non in base alle risorse economiche / tecniche in possesso del Cliente, ma dopo una reale valutazione della materia prima. Quindi il costo può essere valutato solo dopo che siamo venuti alla conoscenza delle caratteristiche del prodotto. Tab. consumi combustibile pellettizzato con previsioni sino all inverno 2011/2012 (riscaldamento domestico con stufe e caminetti) Anno 2001/2002 consumo per anno 200.000 Ton Anno 2002/2003 consumo per anno 250.000 Ton Prendiamo in esame di investire su un impianto nuovo e il caso in cui si vuole rivendere i pellets che si producono: Anno 2003/2004 consumo per anno 320.000 Ton Anno 2004/2005 consumo per anno 400.000 Ton Anno 2005/2006 consumo per anno 480.000 Ton Anno 2006/2007 consumo per anno 580.000 Ton Anno 2007/2008 consumo per anno 700.000 Ton Anno 2008/2009 consumo per anno 840.000 Ton Anno 2009/2010 consumo per anno 960.000 Ton Anno 2010/2011 consumo per anno 1.100.000 Ton Anno 2011/2012 consumo per anno 1.260.000 Ton I pellets prodotti si riescono a rivendere ai grossisti da 0.13 euro/kg a 0.15 euro/kg; supponiamo di rivenderli a: 0.13 euro/kg ovvero 13.94 euro/q.le; si deve tenere conto di un costo di produzione, dovuto all'assorbimento elettrico e della gestione impianto, di: 0.05 euro/kg ovvero 5.50 euro/q.le quindi si guadagna: 13,94-5,50 = 8 Euro/Q.le Moltiplicando il costo al Kg per la produzione giornaliera si riesce a stabilire il guadagno finale annuo (ovviamente in base al numero di giorni che si utilizzerà l'impianto durante l'anno e dei Kg di pellets che si riusciranno a vendere). Per quanto riguarda i costi del personale, questi impianti, possono essere visionati da personale tecnico già esistente e istruito correttamente in fase di installazione dell'impianto. Es.: Considerando un impianto (5 t al giorno, cioè ~ 5000 Kg), ipotizzando 300 giorni di attività durante l'anno, si otterrà una produzione di: 5000x300=1.500.000 Kg pellets all'anno(15.000 Q.li. /anno) Considerando di venderlo a 13,94 Euro/Q.le, tutto il pellets prodotto, si avrà: 15.000x13.94 = ~ 210.000,00 Euro/anno; da cui si avrà un ricavo effettivo di: 210.000,00 meno(-) (costo produzione x pellets prodotti =5,50x15.000) 82.500,00 = guadagno di 127.000,00 Euro/anno. 2

(Inoltre, ci sarà da considerare il costo d'impiego del personale tecnico: ~ 25.000,00 Euro/anno ed eventualmente il costo della materia prima se bisogna comprarla). Si può considerare un ricavo medio di: 210.000 - (82.500 + 25.000 + 25.000 costi vari) = ~ 77.500,00 Euro/anno Considerando che un impianto potrebbe essere valutato tra i 200.000,00-400.000,00 Euro (senza considerare l'impianto di essicazione), si avrà un ammortamento in: 300.000,00 / 77.500 = 3,87 ~ 3-4 anni. Esempio di scelta investimento per impianto di riscaldamento. il costo dell'impianto non è valutabile dalla sua produzione, ma soprattutto dallo stato della materia prima! Quindi il valore deve essere valutato in base a quanti processi deve subire la materia prima di raggiungere le condizioni ideali, cioè: segatura fine con un umidità compresa tra l'10-12%. In ogni caso, il costo dell'impianto iniziale deve essere relazionato alle reali potenzialità del mercato e dalla struttura commerciale del Cliente. Combustibili a confronto. Speriamo con questi esempi di essere stati abbastanza chiari, nel farvi capire che non è una questione di prezzo iniziale delle presse, ma di una effettiva valutazione del prodotto da lavorare dopo una approfondita conoscenza delle esigenze specifiche per ogni Cliente. Questi calcoli sono da considerarsi a titolo esemplificativo, ma sono dati essenziali per aver degli ordini di grandezza per valutare l'investimento. 3

Normalmente l'investimento è rivolto a: - "importanti" esigenze di riciclaggio scarti di lavorazione a livello provinciale, regionale o nazionale; - "importanti" fabbisogni di combustibile ecologico a livello provinciale, regionale o nazionale; - aziende venditrici/produttrici di segatura fine e secca (fine = esente di trucciolo, praticamente simile a farine). In ogni caso si dovrà essere sopportati da una buona rete commerciale. L'investimento è sconveniente e DIFFICILMENTE fattibile per: - artigiani che hanno intenzione di utilizzare questi impianti poche ore al giorno per fabbisogni piccoli; - piccole, medie realtà industriali che producono scarti di legno di GRANDEZZE notevoli. - piccole, medie realtà industriali, che lavorano legno molto umido (umidità > 30/50%); - piccole, medie realtà industriali o comunque aziende prive di rete commerciali nel settore specifico di vendita. Si devono considerare investimenti piuttosto "importanti" e compatibili con le richieste del Cliente. L'investimento può essere fatto anche acquistando macchinari usati: si trovano impianti usati facilmente su internet o tramite annunci o anche da venditori di vario genere, ma anche qui bisogna considerare BENE l acquisto, in quanto se non si conoscono le macchine si rischia di acquistare un impianto messo in VENDITA proprio perché non funziona a pieno regime, era normale infatti che in passato costruttori/venditori privi di scrupoli avessero venduto a sprovveduti impianti discutibili. Valutiamo utilizzando gli stessi numeri citati in precedenza l acquisto di un impianto usato DECENTE: Es.: Considerando un impianto (5 t al giorno, cioè ~ 5000 Kg), ipotizzando 300 giorni di attività durante l'anno, si otterrà una produzione di: 5000x300=1.500.000 Kg pellets all'anno(15.000 Q.li. /anno) Considerando di venderlo a 13,94 Euro/Q.le, tutto il pellets prodotto, si avrà: 15.000x13.94 = ~ 210.000,00 Euro/anno; da cui si avrà un ricavo effettivo di: 210.000,00 meno(-) (costo produzione x pellets prodotti =5,50x15.000) 82.500,00 = guadagno di 127.000,00 Euro/anno. 4

(Inoltre, ci sarà da considerare il costo d'impiego del personale tecnico: ~ 25.000,00 Euro/anno ed eventualmente il costo della materia prima se bisogna comprarla). Si può considerare un ricavo medio di: 210.000 - (82.500 + 25.000 + 35.000 costi vari per via dell impianto usato) = ~ 67.500,00 Euro/anno UN impianto potrebbe essere valutato tra i 120.000,00 Euro (senza considerare l'impianto di essicazione USATO il quale costo si aggira intorno ai 80.000,00), si avrà un ammortamento in: 120.000,00 / 67.500 = 1,77 ~ 2-3 anni (ribadisco il concetto che ciò avviene, se si ha una "giusta" rete commerciale per vendere tutto il pellets prodotto!). 5

STORIA E NOZIONI SUL PELLET Il pellet di legno nasce nel 1973 in Idaho negli Stati Uniti, quando, a seguito della crisi petrolifera, un ingegnere mise a punto questo nuovo tipo di combustibile legnoso. Ideato inizialmente per l impiego industriale, ben presto venne immesso sul mercato delle caldaie domestiche che stava registrando una rapida espansione. Questa tipologia di combustibile legnoso si è affermata anche in Europa ove, in alcuni paesi come l Austria, la sua diffusione è già molto ampia; si pensi, ad esempio, che a Salisburgo il 30% delle nuove abitazioni sono riscaldate con caldaie a pellet, anche per effetto di sovvenzioni statali che coprono i maggiori costi per l installazione di centrali termiche a biomasse. Il legno in pellet è un combustibile ricavato dalla segatura essicata e poi compressa in forma di piccoli cilindri con un diametro di alcuni millimetri, tipicamente 6-8 mm. La capacità legante della lignina, contenuta nella legna, permette di ottenere un prodotto compatto senza aggiungere additivi e sostanze chimiche estranee al legno. Si ottiene, quindi, un combustibile naturale ad alta resa. L'umidità del materiale deve essere compresa in uno stretto intervallo (intorno al 15% m/m) per garantire una corretta pressatura. La combustione del pellet di legno produce biossido di carbonio e inquinanti tipici della combustione delle biomasse solide. Residuo tipico sono gli incombusti, ed in particolare le ceneri, la cui quantità è strettamente dipendente dalla tipologia di biomassa (circa 3% per il legno, 9-15% per paglia). Grazie alla pressatura il potere calorifico del pellet, a parità di volume ma non di peso, è circa doppio rispetto al legno. Sul rendimento calorico influisce in minima parte anche la percentuale di legni duri di origine. 6

Il pellet è utilizzato come combustibile per stufe di ultima generazione, in sostituzione dei ceppi di legno. Ciò comporta una serie di miglioramenti di tipo ecologico, energetico e di gestione dell'impianto di riscaldamento rispetto alle stufe tradizionali. 7