COMUNICATO STAMPA IL RILANCIO DELL INDUSTRIA: FAVORIRE CONVERGENZE E SINERGIE NELLE FILIERE LUNGHE NORD/SUD

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COMUNICATO STAMPA IL RILANCIO DELL INDUSTRIA: FAVORIRE CONVERGENZE E SINERGIE NELLE FILIERE LUNGHE NORD/SUD Automotive, Aeronautico e Agroalimentare: similitudini e interdipendenze nelle filiere del Piemonte e della Campania Convegno SRM-Banco di Napoli 20 novembre 2015 Sala delle Assemblee L industria manifatturiera del Mezzogiorno pesa per valore aggiunto il 13% del dato nazionale. La cifra sale al 18% se si considerano le 4 principali filiere: Automotive, Aeronautico, Agroalimentare, Abbigliamento (denominate da SRM le 4A). Queste sono filiere lunghe con forti connessioni e rapporti tra le imprese lungo il Paese da Nord a Sud. Concentrandosi su due regioni emblematiche delle filiere lunghe Piemonte e Campania - entrambe rappresentano, rispetto alle loro macro aree di riferimento (Mezzogiorno e Nord-Ovest), circa 1/4 della popolazione, degli occupati, del valore aggiunto delle unità locali e delle esportazioni. Considerando solo il valore aggiunto manifatturiero la Campania rappresenta il 30,2% del Mezzogiorno e il Piemonte il 24,7% del Nord Ovest. Le 4A in Campania hanno un export in valore quasi doppio rispetto alla media italiana (4,9 miliardi circa il 52% del export manifatturiero regionale, contro il 28,4% dell Italia); dato che si rivela alto anche per il Piemonte (17 miliardi pari al 40,5% del totale export manifatturiero regionale). Per ogni 100 euro investiti dalle imprese in Campania, si trattengono all interno della regione 44,1 euro, mentre si producono effetti per 32,8 euro nelle altre regioni del Centro Nord e 13,7 nel resto del Mezzogiorno. La Campania ha quindi un elevatissimo grado di connessione con il Centro Nord. In Piemonte, per ogni 100 euro investiti dalle imprese, si trattengono all interno della regione 45,3 euro, e si producono effetti per 42,1 nel resto delle regioni del Centro Nord. Napoli, 20 novembre 2015 - Si è tenuto oggi, nella Sala delle Assemblee del Banco di Napoli, il convegno di studio, organizzato da Banco di Napoli e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), dal titolo L interdipendenza delle filiere produttive

tra Mezzogiorno e Centro Nord. Automotive, Aeronautico e Agroalimentare: convergenze e sinergie tra Piemonte e Campania. Il convegno, introdotto dal presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco, e dal presidente di SRM, Paolo Scudieri, ha avuto lo scopo di evidenziare il grado di connessione che ha il tessuto produttivo della Campania con il Centro Nord (e in particolare con il Piemonte) proprio sui settori più tipici del manifatturiero (automotive, aerospazio, agroalimentare e abbigliamento). L obiettivo del convegno è stato quello di discutere il tema delle filiere lunghe che caratterizzano una parte importante dell industria manifatturiera italiana da Nord a Sud e su cui occorrerebbero politiche mirate, sia nazionali che locali sottolineando il contributo non secondario - che l industria del Mezzogiorno e della Campania da al sistema manifatturiero italiano. Le due relazioni di Massimo Lo Cicero, docente dell Università Suor Orsola Benincasa, e di Salvio Capasso, responsabile Economia delle Imprese di SRM, che hanno poi evidenziato quanto le principali filiere produttive nazionali siano tra loro territorialmente interconnesse e come il Mezzogiorno generi spesso spillover di attività per il resto del Paese contribuendo in valore alla forza competitiva dei prodotti italiani. Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli, ha parlato dell impegno della banca a sostegno delle filiere produttive. L incontro è proseguita con il dibattito, moderato dal direttore generale di SRM, Massimo Deandreis, che ha visto la partecipazione di Licia Mattioli, presidente Unione Industriale di Torino, Ambrogio Prezioso, presidente Unione Industriali di Napoli, Stefano Serra, vice presidente di Piccola Industria e membro del Comitato Esecutivo dell AMMA Torino e di due rappresentanti del mondo del venture capital che operano rispettivamente a Torino ed a Napoli: Claudio Giuliano di Innogest SGR e Amedeo Giurazza di Vertis SGR. A seguire è intervenuto il presidente del CNR Luigi Nicolais, sul tema strategico dell innovazione e della tecnologia a servizio dell integrazione di filiera. Sono poi intervenuti Amedeo Lepore, Assessore all Industria della Regione Campania, Sergio Chiamparino, Presidente Regione Piemonte ed il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti. Il convegno si è concluso con l intervento del presidente Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro. Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli Le ricerche di SRM evidenziano la presenza di forti relazioni commerciali all interno del Paese e un territorio nazionale più unito e attivo di quanto si pensi. Quest elemento rappresenta un punto di partenza su cui basarsi per valutare quanto la produzione realizzata in una regione o in una determinata macro area sia alimentata da una complessa rete di relazioni commerciali interregionali che si sviluppa spesso in filiere produttive molto articolate. Sino a quando, però, si continuerà a pensare soltanto in termini di singola unità produttiva, la struttura reale dei sistemi di relazione non verrà evidenziata e si distorcerà la visione del Paese perché

emergerà sempre un Nord in cui operano le imprese maggiori, anche perché lì hanno sede legale, ed un Mezzogiorno fatto di piccole imprese. Si perderà così di vista l unitarietà del ciclo produttivo e quanto la produzione meridionale contribuisca in modo determinante ai successi nazionali ed internazionali dei nostri prodotti. Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli Eccessiva frammentazione, limitata patrimonializzazione, e piccolissima dimensione delle nostre imprese non consentono adeguati investimenti in ricerca e sviluppo e rendono problematica la loro capacità di confronto sui mercati internazionali. In questo contesto noi stiamo sviluppando un crescente rapporto con quelle piccole e medie imprese in connessione nei processi produttivi, nei legami commerciali e nelle piattaforme tecnologiche, in poche parole che facciano parte di una filiera lunga. Questo processo rende la singola impresa più internazionale, più aperta all innovazione, più abituata a lavorare con standard comuni alle altre imprese, spesso quelli dell azienda capofila, più attenta alle dinamiche di mercato e alla qualità del management. Ed un impresa inserita in filiera è anche un azienda che ha migliori credenziali bancarie e sulla quale la Banca è pronta ad essere partner strategico e non solo fornitore di credito. Paolo Scudieri, Presidente SRM: Promuovendo questo convegno insieme al Banco di Napoli, SRM continua in un processo di approfondimento delle caratteristiche del tessuto produttivo del Mezzogiorno. Contrariamente a quanto a volte si dice, il Mezzogiorno non è un deserto industriale. E al contrario una componente vitale dell intero sistema manifatturiero nazionale. Qui sono imprese che non hanno mai smesso di innovare e produrre anche nella fase più buia della crisi. Ora che si avvia finalmente una fase di ripresa occorre rilanciare gli investimenti anche privati e farlo in una logica di sinergia all interno delle filiere produttive. Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM: Nel Mezzogiorno, nonostante la crisi e i tanti problemi economici e sociali, c è un industria manifatturiera che vale il 13% del totale nazionale, dato che sale al 18% se guardiamo alle 4 principali filiere produttive. Si tratta di filiere lunghe dove elevata è l interdipendenza con il Centro Nord e dove si sviluppa una trama invisibile e complessa di relazioni tra imprese. Abbiamo scelto Piemonte e Campania come esempi ma queste relazioni esistono anche in altri territori, come lungo la dorsale adriatica. Occorre favorire questi legami aiutando così le imprese a rafforzarsi e consolidando contemporaneamente l ossatura stessa del sistema industriale italiano. E per lanciare questo messaggio che abbiamo promosso il convegno unitamente al nostro impegno a continuare l analisi economica sulle filiere produttive. Principali numeri ed analisi emersi dalle presentazioni del convegno Campania e Piemonte: esempi tipici delle filiere lunghe Nord/Sud e del ruolo propulsivo per il manifatturiero e per l economia del territorio.

Nonostante l evidente primato che ha l industria manifatturiera del Centro Nord rispetto a quella del Mezzogiorno, questa mantiene comunque un peso significativo nel contesto nazionale, stimato in circa il 13% del valore aggiunto manifatturiero nazionale, dato che sale al 18% se si guarda esclusivamente alle 4 principali filiere (Automotive, Aeronautico, Agroalimentare, Abbigliamento). Concentrandosi sulle due regioni emblematiche delle filiere lunghe Nord/Sud Piemonte e Campania - entrambe rappresentano - rispetto alle loro macro aree di riferimento (Mezzogiorno e Nord-Ovest) - circa 1/4 della popolazione, degli occupati, del valore aggiunto delle unità locali e delle esportazioni. In particolare, in termini di valore aggiunto manifatturiero la Campania rappresenta il 30,2% del Mezzogiorno e il Piemonte il 24,7% del Nord Ovest. La Campania ed il Piemonte condividono, inoltre, la stessa specializzazione proprio sulle cosiddette 4A, che riguardano sia i settori tradizionali come l Alimentare, Abbigliamento, sia quelli più innovativi come l Aeronautico e l Automotive. Peraltro, entrambe sono dotate di un polo tecnologico specializzato nella produzione di aeromobili e veicoli spaziali. Come si misura l Interdipendenza tra le due economie regionali? Esiste un interconnessione forte tra l economia del Nord e quella del Sud, la quale rende queste due parti del Paese largamente dipendenti l una dall altra più di quanto non avvenga, come sistema Paese, verso qualunque altro partner dell Unione Europea. In Campania, per ogni 100 euro investiti dalle imprese, si trattengono all interno della regione 44,1 euro, mentre si producono effetti per 32,8 euro nelle altre regioni del Centro Nord e 13,7 nel resto delle regioni del Mezzogiorno (9,3 euro è il valore delle importazioni). In Piemonte, per ogni 100 euro investiti dalle imprese, si trattengono all interno della regione 45,3 euro, mentre si producono effetti per 42,1 nel resto delle regioni del Centro Nord e 3 euro nel Mezzogiorno (9,5 euro è il valore delle importazioni). Da questi dati emerge che: le due regioni hanno un livello simile di capacità endogena di creare ricchezza al proprio interno; gli investimenti in entrambe le regioni hanno un effetto a cascata prevalentemente nel Centro Nord. Le filiere lunghe nelle due Regioni: valori caratteristici ed interdipendenze produttive

La forza di queste filiere e meta-distretti interconnessi risiede, in primo luogo, anche nella spiccata tendenza all internazionalizzazione. Il peso dell export sul settore manifatturiero in Campania e nel Piemonte di queste filiere è molto rilevante: complessivamente le 4A esprimono un export che in valore è quasi doppio rispetto alla media italiana per la Campania (pari a circa 4,9 miliardi circa il 52% del export manifatturiero regionale contro il 28,4% dell Italia) ed è comunque molto alto per il Piemonte (circa 17 miliardi pari al 40,5% del totale export manifatturiero regionale). Le filiere dell Aeronautico, dell Automotive, dell Agroalimentare e quella dell Abbigliamento Moda hanno inoltre, un effetto di attivazione della produzione endogena che - in entrambe le regioni - è molto significativa ed hanno anche un rilevante effetto indotto nell ambito della propria filiera. In questi settori del manifatturiero esistono quindi filiere lunghe, ossia filiere i cui processi produttivi si sviluppano lungo tutto il Paese da Nord a Sud con già elevati livelli di interdipendenza. Occorre sostenere questi processi di rafforzamento dei legami produttivi perché queste filiere rappresentano l ossatura di tutto il sistema manifatturiero italiano dove si evince un significativo contributo del manifatturiero del Mezzogiorno. Questo nell interesse delle imprese di entrambe le regioni. Dalle sinergie si rafforzano entrambe i tessuti produttivi regionali. Tra l altro diversi dati sull analisi dei distretti e sulle caratteristiche delle imprese delle filiere dimostrano come il gap tra Nord e Sud che caratterizza il dualismo dell economia italiana, si riduce molto o spesso si annulla completamente all interno delle filiere dove le caratteristiche e le performances delle imprese sono simili, indipendentemente dalla loro collocazione geografica. Di seguito si presentano alcuni dati che evidenziano la rilevanza delle filiere delle 4A e il legame che le stesse alimentano tra le aree geografiche. La filiera Agroalimentare. Nel Piemonte si rilevano 4.171 imprese attive, pari al 10,7% del manifatturiero (ed al 7,2% dell Italia), quasi 38.000 addetti e 4.335 mln di export pari mentre in Campania si contano quasi 6.000 imprese attive (pari al 15,5% del manifatturiero ed al 10,2% dell Italia), oltre 32.000 addetti e 2.328 mln di di export che pesano quasi un quarto delle esportazioni manifatturiere della regione. Filiera ALIMENTARE Piemonte Campania valori % su manifatturiero valori % su manifatturiero Export mln 4.335 10,1% 2.328 24,6% Imprese attive 4.171 10,7% 5.907 15,5% N. addetti imprese attive 37.914 6,9% 32.065 14,9%

Unità locali 4.715 12,6% 6.477 20,9% N. addetti unità locali 38.875 10,3% 34.274 19,4% Capacità endogena degli 37,1 38,3 Capacità esogena degli 62,9 61,7 Nota: I dati relativi alle imprese attive si riferiscono all anno 2013, quelli delle unità locali al 2012 e le esportazioni al 2014 Fonte: elaborazioni SRM su dati Istat e Prometeia In riferimento alle interconnessioni produttive generate dalla filiera agroalimentare, entrambe le regioni si caratterizzano per una capacità di ricchezza esogena attivata dagli investimenti simile: 62,9% per il Piemonte e 61,7% per la Campania per ogni 100 euro di investimento realizzato in ciascuna regione. Si tratta comunque di una percentuale elevata che lascia intendere un legame rilevante tra ogni singola regione ed il resto dell Italia. La filiera Automotive. Il Piemonte presenta 528 imprese attive, pari quasi ad un quarto dell Italia, occupa oltre il 50% degli addetti del settore italiani (82.860 addetti) ed esporta 8.831 mln di, pari al 20,7% delle esportazioni manifatturiere della regione. Il Piemonte è tra le regioni europee con la maggior concentrazione dell industria automobilistica ed un eccellente capacità creativa dei suoi artigiani tanto da riuscire a soddisfare sia la produzione di massa sia quella particolareggiata e determinata dalla richiesta di pezzi unici o prototipali. Per la Campania si contano 110 imprese attive (4,7% dell Italia) e 152 unità locali (5,1% dell Italia). La differenza tra numerosità di imprese attive e unità locali è dovuta alla presenza di diverse realtà produttive la cui sede legale non è localizzata nella regione. Differenza ancora più evidente in termini di addetti, 3.603 quelli relativi alle imprese attive che arrivano a 10.644 se si considerano gli addetti alle unità locali. Il legame produttivo della filiera automotive tra la Campania ed il Piemonte è senz altro dovuto alla presenza storica della FCA nel sito industriale di Pomigliano d Arco. La quota di ricchezza esterna attivata da investimenti effettuati nel settore Automotive campana è del 60%, mentre nel Piemonte è del 55,3%. Filiera AUTOMOTIVE Piemonte Campania valori % su manifatturiero valori % su manifatturiero Export mln 8.831 20,7% 328 3,5% Imprese attive 528 1,3% 110 0,3% N. addetti imprese attive 82.860 15,1% 3.603 1,7% Unità locali 720 1,9% 152 0,5% N. addetti unità locali 53.860 14,2% 10.644 6,0% Capacità endogena degli 44,7 40,1

Capacità esogena degli 55,3 59,9 Nota: I dati relativi alle imprese attive si riferiscono all anno 2013, quelli delle unità locali al 2012 e le esportazioni al 2014 Fonte: elaborazioni SRM su dati Istat e Prometeia La filiera Aeronautica. Nella regione Piemonte il settore presenta 27 imprese (15,6% dell Italia) e 48 unità locali (16,3% dell Italia). Il settore occupa 4.137 addetti presso le imprese attive. Per la Campania si rilevano 33 imprese, pari al 20% dell Italia, 57 unità locali (19,3% dell Italia) e 1.147 milioni di export (12,1% dell export manifatturiero della regione). Il settore occupa quasi 2.500 addetti presso le imprese attive, numero che più che triplica se considerano gli addetti alle unità locali, 7.805 pari al 22,3% dell Italia. L Aviazione Civile e quella Generale rappresentano i comparti sviluppati e storicamente più radicati, ma non sono da trascurare nemmeno il settore delle revisioni e manutenzioni (MRO), il comparto spazio e difesa e quello elicotteristico. Filiera AERONAUTICA Piemonte Campania valori % su manifatturiero valori % su manifatturiero Export mln 1.039 2,4% 1.147 12,1% Imprese attive 27 0,1% 33 0,1% N. addetti imprese attive 4.137 0,8% 2.490 1,2% Unità locali 48 0,1% 57 0,2% N. addetti unità locali 7.406 2,0% 7.805 4,4% Capacità endogena degli 44,1 38,2 Capacità esogena degli 55,9 61,8 Nota: I dati relativi alle imprese attive si riferiscono all anno 2013, quelli delle unità locali al 2012 e le esportazioni al 2014 Fonte: elaborazioni SRM su dati Istat e Prometeia Anche per la filiera aeronautica, la presenza di importanti gruppi industriali come ad esempio Alenia Aermacchi, Avio, spinge ulteriormente i rapporti produttivi interregionali con degli indicatori simili a quanto osservato per il settore Automotive. Nello specifico la capacità esogena di ricchezza della Campania è del 62% mentre nel Piemonte è di quasi il 56%. La filiera Abbigliamento-moda. Il Piemonte presenta 2.497 imprese attive (7,4% dell Italia), 27.878 addetti (5,9%) e 3.126 milioni di di export mentre nella regione

Campania si contano 4.752 imprese attive (7,8% dell Italia), 26.871 addetti (5,7%) e 1.110 milioni di di export pari quasi al 12% del manifatturiero regionale. La capacità esogena di ricchezza è maggiore in Campania (70 contro 59,6) il che lascia intendere l elevata interconnessione della regione con le altre aree geografiche. Filiera ABBIGLIAMENTO - MODA Piemonte Campania valori % su manifatturiero valori % su manifatturiero Export mln 3.126 7,3% 1.110 11,7% Imprese attive 2.497 6,4% 4.752 12,5% N. addetti imprese attive 27.878 5,1% 26.871 12,5% Unità locali 3.066 8,2% 5.370 17,4% N. addetti unità locali 30.859 8,1% 26.501 15,0% Capacità endogena degli 40,4 30,0 Capacità esogena degli 59,6 70,0 Nota: I dati relativi alle imprese attive si riferiscono all anno 2013, quelli delle unità locali al 2012 e le esportazioni al 2014 Fonte: elaborazioni SRM su dati Istat e Prometeia Numeri questi che esprimono come la forza produttiva campana - visti i rapporti di interconnessione produttiva - sia messa a disposizione dell intero Paese (e del Piemonte in particolare), alimentandone ulteriore produzione e forza competitiva. Intesa Sanpaolo SRM Rapporti con i Media Ufficio Stampa mobile: +393357438262 tel. 081 7913758 giovanni.labarbera@intesasanpaolo.com alessandro.panaro@intesasanpaolo.com angelo.iaccarino@intesasanpaolo.com m.ripoli@sr-m.it