Il borgo medievale di Portobuffolè (TV): ritrovamenti di strutture di scarichi domestici di XVI secolo



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Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. di 9 32 ( ), pp. Notizie dagli Scavi Rivista scientifica del volontariato archeologico www.aut-online.it Il borgo medievale di Portobuffolè (TV): ritrovamenti di strutture di scarichi domestici di XVI secolo The medieval village of Portobuffolè (Treviso): finds of domestic pipelines of the 16th century Luciano Mingotto Keywords: Medioevo, Scavo archeologico, Canale, Strutture murarie, Treviso Gruppo Archeologico Opitergino (Oderzo) TV arch-mingotto@teletu.it Tra i piccoli borghi di origine medievale della provincia di Treviso, posti lungo il corso del fiume Livenza e cioè al confine con l antico Patriarcato del Friuli, ricordiamo Portobuffolè, di cui questa rivista ha riportato la notizia del ritrovamento di alcune strutture tecnologiche legate all acqua nell edificio dell antico ospedale di S. Rocco (Mingotto 2009 pp. 25-34). In realtà il borgo aveva rivelato già dal 2004 la presenza di un altro manufatto, questa volta molto più importante e legato al tessuto urbano della cittadina e cioè una galleria di XIV secolo che taglia l abitato e si connette all alveo del fiume che cingeva il borgo stesso (Mingotto 2007). Portobuffolè era un attivo snodo commerciale, tanto da essere caratterizzato dalla presenza di una comunità ebrea fiorente e importante di origine ashkenazita 1. La cittadina, seppure di piccola estensione, aveva notevole importanza come testimoniato dalle fonti storiche e dalla cartografia post-medievale in cui viene presentata come un vero e proprio castello o borgo fortificato: in un disegno del 1478 sembra che si possa riconoscere il mastio (ancora esistente) e due torri con tetto a padiglione (Tav. 1, n. 1) e così pure nel disegno di G.M. Malinpensa del 1546 appaiono un torrione e altri torricini: in questo disegno, inoltre, il fiume sembra attraversare il borgo, ma in realtà lo circonda (Tav. 1, n. 2). Si tratta infatti di disegni eseguiti con stile «compendiario» e quindi con un notevole livello di generalizzazione nel rappresentare la fisionomia urbana, e tuttavia tali da renderne l importanza che aveva a quel tempo. L esaltazione della città e della vita urbana, in contrapposizione alla campagna, è anche ben evidenziata in un affresco ancora conservato in una casa tardo-gotica del centro storico in cui l esagerato affollamento di case, torri e campanili è appunto indice della consapevolezza del proprio ruolo che avevano i cittadini e i reggitori del borgo nei secoli scorsi (Tav. 1, n. 3) 2. Con l avvento di Venezia, che unifica in unico stato gran parte del nord-est d Italia dopo il 1330, le fortificazioni urbane (e soprattutto l autonomia delle singole cittadine) perdono importanza mentre rimane quella dei corsi d acqua, vitali arterie di commercio e transito per la Serenissima. Attualmente la fisionomia della cittadina è molto diversa dai secoli scorsi in quanto il circuito murario fu demolito tra XVIII e inizi XIX secolo, risparmiando solo il mastio posto a lato della Porta friulana, oltre a un pesante intervento edilizio nel pieno centro e la deviazione della Livenza all esterno dell abitato nella prima metà del 900 3. La planimetria del catasto austro-italiano del 1847 evidenzia la scomparsa delle mura e il circuito acqueo (costituito dal fiume Livenza e dalla deviazione denominata «Canaletto») ancora esistente fino al 1924, ma dimostra che a tutt oggi rimane intatto il tessuto urbano (Tav. 1, nn. 4-5). Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 1

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 2di 9 Tavola 1 Portobuffolè (TV). 1. rappresentazione del «castello», del 1478; 2. il borgo fortificato nel disegno di G.M. Malinpensa del 1546 (BCTV); 3. affresco di «città ideale» nella casa di «Gaia da Camino» a Portobuffolè, sec. XV; 4-5. il borgo nella rappresentazione del catasto austro-italiano della seconda metà del XIX secolo e schema delle principali emergenze urbane. (ved. descrizione puntuale in nota 4). 5-15. la casa dove sono stati effettuati i ritrovamenti; 5-16. tracciato di un fossa che intercetta il Canaletto, desunta da foto aerea del 27/1/1918; 5-17. ritrovamento (ottobre 2013) di un grande muraglione in conci squadrati di calcare legati con malta pertinente forse alla struttura di un ponte (?) o di un muro di contenimento della fossa. Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 2

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 3 di 9 Tavola 2 1. Portobuffolè (TV): planimetria dell edificio oggetto dell indagine, sito nell antica Calle dei Fabbri. 2. Rilievo di scavo (rilievo e disegno: L. Mingotto) Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 3

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 4 di 9 La presenza del fiume era fondamentale per due motivi: da un lato il borgo era un punto daziario per chi proveniva per via d acqua tramite barche e zattere (da e per Venezia lungo il fiume) e per via terra dal Friuli e dall est e quindi fungeva da controllo del transito delle merci e specie del transito dei carichi di sale verso il Cadore, dall altro l acqua serviva sicuramente a impianti posti intra ed extra moenia. A tal proposito anche la deviazione d acqua a sud (Tav. 1, nn. 4-5) e cioè il canale artificiale denominato «canaletto» 4 forniva infatti, con apposite chiuse e «tombini», energia motrice per attività produttive artigianali poste all esterno del borgo ed esistenti sino a metà del secolo scorso. In tal senso assume interesse un piccolo ritrovamento parzialmente documentato all interno di un edificio del centro storico. Nell aprile del 2004, durante lo svolgimento di lavori edili al pianoterra di una casa 5, vennero allo scoperto delle strutture murarie relative a una fase di utilizzo dell edificio databili a un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo (Tavv. 2 e 3), come risulta dai reperti rinvenuti 6 (Tavv. 4 e 5). Non potendo eseguire un indagine approfondita date le condizioni del cantiere edile, ci si limitò a un approfondimento mediante piccoli saggi sulla base dei manufatti apparsi in superficie e una verifica parziale della stratificazione archeologica laddove ancora esistente. L edificio presenta due fasi costruttive diverse, delle quali quella antica è testimoniata dalla posizione a bordo della calle (Contrada dei Fabbri, come appare nella planimetria austriaca) e dal notevole spessore murario delle pareti perimetrali; la parte moderna fu aggiunta a ovest su area non edificata precedentemente. Le strutture murarie, peraltro rasate (Tav. 2), erano conservate a poca profondità dal pavimento attuale e in buono stato di conservazione: l indagine verificò la presenza di un grosso muro di mattoni allineato su un asse N/E S/W e avente uno spessore di almeno 50 cm nell alzato (Tav. 3, US 110; figg. 1,2), oltre al residuo di una fondamenta in grossi ciottoli (Tav. 3, US 114, fig. 3), un voltino in mattoni (US 115) e altre strutture sempre in mattoni (US 111 e 116). Il muro più imponente era conservato per almeno cinque corsi di mattoni nell alzato e presentava una base di fondazione più larga e profonda almeno altri 60 cm. Superiormente la cresta risultava rasata in modo uniforme e situata pressoché alla stessa quota di US 112, costituita da un terreno di riporto limosoargilloso con reperti ceramici di XVI-XVII secolo. Lungo tutto il bordo del muro correva una canaletta (?- US 111) in mattoni posti di piatto e accostati (senza malta), e in appoggio a un muretto a una testa conservato per un altezza da 4 a 6 corsi (US 116). Data la limitatezza dell area di indagine e la rasatura (anche recente) delle strutture, non si è potuta verificare la funzione precisa e i rapporti tra i diversi manufatti, salvo verificare che il grosso muro US 110 era collegato costruttivamente e funzionalmente col voltino US 115; la fondazione in ciottoli US 114, invece, è un manufatto successivo su cui, poi, fu costruito l attuale muro divisorio US 107. US 111 e il muretto US 116 furono costruiti successivamente al muro principale. Pur non potendo avanzare interpretazioni definitive, sembra che ci si trovi in presenza di un ambiente in cui il muro US 110 aveva, in origine, una funzione di parete perimetrale al cui esterno correva una canaletta coperta o «tombino», funzionante per un certo periodo e poi abbandonato; a questa fase ne seguì poi un altra che vide la demolizione della copertura a volta del «tombotto» US 115 e la parziale occupazione della fossa con la costruzione del muretto US 116. L esame della stratigrafia del terreno ha evidenziato che il sedìme del cosiddetto «tombotto» (US 117 a/b) è costituito da terreno organico di riporto, a struttura limoso-argillosa, contenente laterizi, ceramica e vetri di XVI-XVII secolo e comunque caratterizzato da scarichi o ristagni di acque derivanti da cucine e da altre attività abitative presenti nell edificio. I reperti rinvenuti sono costituiti da frammenti di recipienti da cucina (Tav. 4, n. 1), piatti, scodelle e catini graffiti e dipinti (Tav. 4, nn. 2-5), vetri di «angastare» (Tav. 5, nn. 6,7) del XVI secolo, oltre a materiali provenienti da scarichi di epoca più recente, come ad es. terraglie del XIX secolo della fabbrica Galvani di Pordenone (Tav. 5, n. 9). A lato del muro US 110 fu rinvenuta anche parte di una scodella in ceramica graffita e dipinta di XVI secolo. Dall indagine emerge che almeno una parte dell edificio pur nell attuale veste edilizia moderna conserva un impianto di base e parte delle murature in elevato sicuramente post-medioevali: confermando così il fatto che questa parte della cittadina conserva la forma del tessuto edilizio cinquecentesco il cui sedime si è conservato sino a oggi. Inoltre la presenza della canaletta coperta testimonia l uso già noto di simili strutture di scarico, di varia forma e dimensione e verificate, Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 4

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 5 di 9 Tavola 3 1-2. Sez. A-A e B-B il grosso muro US 110 è in fase costruttiva col voltino US 115. In una fase successiva di sistemazione edilizia dell insieme, furono costruiti il muretto US 116 e lo «scivolo» US 111 in addosso al muro, e così pure le fondamenta US 14, occupando la sede del canale di scarico corrispondente al tombotto US 115 (ril. e dis. L. Mingotto); 3. Vista, verso sudovest, dell insieme delle strutture: a sx il grosso muro US 110, addossato dalle strutture US 111 e 116; a dx le fondamenta US 114; 4. Particolare del muro US 110 in cui è evidenziata la risega di fondazione e la rottura dovuta a cedimento. Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 5

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 6 di 9 Tavola 4 1. Olletta/Ceramica non rivestita, da cucina (acroma grezza). Frammento. Prov.: US 177/b. 2. Scodella/Ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e sottovetrina. Prov.: strato non registrato. 3. Catino/Graffita. Ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e sottovetrina. Prov.: strato non registrato. 4. Catino/Graffita. Ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e sottovetrina. Prov.: strato non registrato. Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 6

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 7 di 9 come detto, in altre zone del borgo fortificato. Va detto, infine, che nell ottobre 2013 durante lavori per la posa di sottoservizi lungo il percorso del «Canaletto» venne scoperto un grande muraglione in conci di calcare squadrati e connessi con malta, all altezza della curva del canale a ovest e a profondità di almeno 3 metri dall attuale livello stradale del Viale Regina Margherita; date le modalità di ritrovamento (scasso stradale per posa di sottoservizi) e per l impossibilità di eseguire un rilievo di emergenza non si può interpretare correttamente la funzione del manufatto (muro di ponte o struttura di contenimento della fossa?). In ogni caso il ritrovamento dimostra che il canale evidentemente non aveva un importanza secondaria rispetto all alveo del fiume Livenza (posto a nord-est). Tavola 5 5. Piattello/Ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e sottovetrina. Prov.: strato non registrato. Frammento. Piede ad anello, umbilicato, diam. 5,80. Interno ed esterno a maculazione di colore verde. 6. Bottiglia («angastàra») / Vetro. Prov. US 117/b. Frammento. Diam. imboccatura cm. 8,6. Vetro trasparente soffiato a mano libera. Cfr. AA.VV. 1986 p. 206 n. 229 (scheda a cura di A.G.). 7. Bottiglia (fiasca?)/vetro. Prov.: strato non registrato. N. 3 frammenti. Diam. imboccatura cm. 7,00. Vetro trasparente soffiato a mano libera, con inizio di silicizzazione. XVI-XVII sec. 8. Scodella/Graffita. Ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e sottovetrina. Prov.: US 117/b. Frammento. Esterno grezzo; interno in giallo ferraccia e verde ramina., con motivo di croce della Passione (?) 9. Piatto/Terraglia. Frammento del fondo; strato non registrato. Fabbrica Galvani di Pordenone, fine XIX secolo; reca sulla base di appoggio il noto timbro a colore nero col logo dell azienda, cioè il gallo. Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 7

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 8 di 9 NOTE 1 Della a comunità ebraica conosciamo tuttora il nome di una famiglia, i Rapaport o Rapoport ancora esistente; la seconda metà del cognome si riferisce appunto a Portobuffolè. Gli ebrei furono allontanati dal borgo alla fine del XV secolo, dopo un processo tenutosi a Venezia in cui alcuni componenti della comunità furono accusati di omicidio di un bambino cristiano e giustiziati il 6 giugno 1480 a Venezia: l accusa, secondo le moderne interpretazioni del fatto, nonché da quanto emerge dalla documentazione ancora conservata nell Archivio di Stato di Venezia era falsa (cfr. Radzik 1984; Nissim, Luzzatto 2001; Toaff 2007, pp. 61-62). 2 Si tratta dell edificio denominato «Casa di Gaia» che conserva alcuni elementi architettonici goticizzanti, ma di difficile inquadramento temporale, mentre al 1 e 2 piano vi sono affrescati personaggi e un grande rappresentazione di città medioevale. In questo fabbricato redasse il testamento Gaia, figlia di Gherardo III da Camino nel 1311 ma ciò non ci sembra sufficiente a collegare direttamente questo edificio a tale personaggio, anche se le caratteristiche edilizie e gli affreschi interni ne denunciano l appartenenza ad una famiglia sicuramente importante. 3 Cfr Franzin 1989, che ricostruisce le vicende degli spostamenti di alveo del fiume avvenuti in epoca storica e fino al secolo scorso. 4 Il borgo conserva, almeno in parte, la traccia del tessuto urbano e del sedime legato alle acque, cioè il percorso della Livenza a nord-est e della deviazione idraulica artificiale (ma antica) nominata canaletto a sud-ovest, chiudendo così in un circuito protettivo, parallelo alle mura, l abitato. Legenda della fig. 5 in Tav. 1: 1 Ponte del XVIII secolo. 2 Porta Friuli del XVIII secolo. 3 Chiesa 4. Torre (mastio). 5 Fondaco. 6 Monte di Pietà. 7 Palazzo urbano (demolito). 8 Edificio del XVII secolo, «la Dogana». 9 Porta Trevisana. 10 Ponte sul Canaletto (XVIII sec., non più esistente). 11 Alveo antico della Livenza (deviato nel 1924). 12 Alveo interrato del cataletto. 13 Il ponte antico, demolito e ricostruito nella posizione odierna. 14 Il borgo di Settimo. 15 L edificio sede del ritrovamento. 16 Probabile traccia di canalizzazione che alimentava un attività produttiva. 17 Struttura muraria in conci di calcare (ritrovamento dell ottobre 2013, sotto il piano stradale). Il disegno registra la situazione dell assetto urbano post-medievale, l alveo della Livenza a nord-ovest e del Canaletto a sud-est; è pure individuata esattamente la Porta Trevisana, trasformata in casa d abitazione tra seconda metà dell Ottocento e primi Novecento. La planimetria austriaca di Portobuffolè è un documento interessante perché in essa si può rintracciare o ipotizzare con buona approssimazione il percorso della cinta muraria, grazie alla forma e disposizione dei mappali: il possibile circuito sembrerebbe individuato dalla Strada comunale detta Contrada del Ghetto che, dal ponte sulla Livenza a nord, si collega alla porta Trevisana a sud nell odierna Piazza Beccàro già Strada comunale detta Piazzetta, lasciando ampi spazi golenali a ridosso del Canaletto. A est, invece, sul Piazzale S. Giuseppe (già Contrada di San Giuseppe della Piazza) il sedìme dei lotti indica sempre l area della golena lungo la riva della Livenza, ma non dà indicazioni sufficienti per individuare la posizione della cinta a meno che il sedìme della stessa Contrada e cioè dell attuale strada parallela a Calle dei Fabbri non possa indicare un possibile limite del borgo. 5 Edificio di proprietà del Sig. Mario Biancotto in P.le San Giuseppe n 13, distinto al F 4, mapp. 110,. L indagine venne svolta su segnalazione dello stesso proprietario e nei giorni 17/18 aprile 2004; collaboratori: Francesca Montesel e Jenny Antonello. 6 Nel corso dei lavori edili, durante lo smantellamento del pavimento esistente (al di sotto di quest ultimo e comunque alla quota di rasatura delle strutture), fu recuperata dal Sig. Mario Biancotto, proprietario, una piccola quantità di ceramica ingobbiata, graffita, dipinta e sottovetrina di XVI secolo, maiolica di XVI-XVI secolo, costituite da frammenti di catini, scodelle, piatti; terraglia di XIX secolo (tra cui un fondo di piatto con marchio della fornace Galvani di Pordenone); ossa provenienti da macellazioni di animali; vetri silicizzati di bottiglie e finestre. ABBREVIAZIONI BCTV Biblioteca Civica, Treviso FONTI STORICHE ANDREETTA V. 1903* Ricordo di Portobuffolè, (a cura di D. Bruno Florian), Litografia Opitergina-Oderzo (TV), ristampa 1979 [* senza data nella pubblicazione originale: anno desunto dal testo] BONIFACCIO G. Istoria di Trivigi. Nuova edizione, Venezia MDCCXLIV MARIN SANUTO Itinerario di Marin Sanuto per la terraferma veneziana nell anno MCCCLXXXIII (a cura di Rawdon Brown, Venezia 1847). G.M. MALINPENSA 1546 ultimo decembrio. La origine della città de Trevisi [ ] dove si contien le cose ocorse fino al milesimo sopra scripto. BCTV, ms 1398 cc.n.n. BIBLIOGRAFIA A.A.VV. 1977 Ceramiche dal XIV al XIX secolo dagli scavi archeologici di Aquileia, Aquileia (UD). A.A.VV. 1986 La ceramica a Padova, «Il ritrovamento di Torretta. Per uno studio della ceramica padana», Venezia. Cassani, Fasano 1993 G. Cassani, M. Fasano, La grezza terracotta, «Ceramiche rinascimentali a Udine», Roma. Callegher 1990 B. Callegher, Portobuffolè (TV): reperti rinascimentali dall argine sul fiume Livenza, «AM», Firenze, pp. 327-330. Cozza 1989 F. Cozza, La produzione ceramica veneta dal basso medioevo al Rinascimento, Padova. Ericani 1990 G. Ericani, Graffita rinascimentale tarda e ceramica dipinta nel Veneto occidentale, nel Padovano, nel Bellunese e a Oderzo, «La ceramica nel Veneto. La terraferma dal XIII al XVIII secolo» (a cura di G. Ericani e P. Marini), Verona. Franzin 1989 L. Franzin. Il fiume Livenza.Testimonianze antropiche tra epoca romana e alto medievale, tesi di laurea, a.a. 1988-89, Università degli studi di Padova. Mingotto 2009 L. Mingotto, L antico ospedale di San Rocco a Portobuffolè (TV), «Archeologia Uomo Territorio», Milano, n. 28, 2009 pp. 25-34 Mingotto 2007 L. Mingotto, Castelli di pianura nel Trevigiano. Il caso di Portobuffolè: assetto urbano, cinta muraria e galleria, in «Archeologia Postmedievale», n 11, 2007, pp. 263-280. Munarini 1990 M.Munarini Graffita rinascimentale canonica, «La ceramica nel Veneto. La terraferma dal XIII al XVIII secolo» (a cura di G. Ericani e P. Marini), Verona. Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 8

Notizie dagli Scavi - Il borgo medievale di Portobuffolè - pag. 9 di 9 Nissim, Luzzatto 2001 Radzik 1984 Toaff 2007 Tomadin 1984 D. Nissim, F. Luzzatto Famiglie Rapa e Rapaport nell Italia settentrionale (sec. XV-XVI) con un appendice sull origine della miscellanea Rothschild, in La Rassegna Mensile di Israel, terza serie, Vol. 67, No. 1/2, Minchat Yehudà: Saggi sull Ebraismo Italiano in memoria di Yehudà Nello Pavoncello (Gennaio - Agosto 2001), pp. 177-192. S.G. Radzik Portobuffolè, Firenze. A. Toaff, Pasque di sangue. Ebrei d Europa e omicidi rituali, Bologna V. Tomadin, Il castello di Colloredo di Monte Albano. Testimonianze archeologiche, ed. Comune di Colloredo di Ricevuto maggio 2013, accettato novembre 2013 Archeologia Uomo Territorio - 32/2013 pag. 9