Il lavoro notturno a Roma IL LAVORO NOTTURNO A ROMA: DINAMICHE RECENTI (2005)

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IL LAVORO NOTTURNO A ROMA: DINAMICHE RECENTI (2005) DI MAURIZIO CURTARELLI La forte modernizzazione delle attività di servizio - preponderanti nella struttura economica della città di -, imputabile ad una maggiore flessibilità organizzativa e di orari e volta a intercettare nuove opportunità di mercato, ha fatto della Capitale una metropoli che vive sempre di più 24 ore su 24 e sette giorni su sette. L erogazione ininterrotta di alcuni servizi ed attività in orari e giorni tradizionalmente dedicati al riposo e al tempo libero, ha avuto importanti ripercussioni non solo su chi la città la vive da cittadino-utente, ma anche su chi vi lavora. L estensione alla notte ed ai giorni festivi delle attività lavorative, ha difatti avuto importanti effetti sul mercato del lavoro locale. In particolare, in riferimento al lavoro notturno, che fra tutte le forme di atipicità oraria rappresenta indubbiamente quella più penalizzante per la conciliazione tra tempo di lavoro e di non lavoro, ma anche per i rischi per la salute, si segnala che, nel 2004, la quota di occupati che lavorava di notte nella provincia di ammontava al 13% del totale. In termini assoluti, erano 201.203 le persone impegnate occasionalmente o abitualmente in orari che ricadono in quello che la normativa definisce periodo notturno. Il dato medio nazionale è inferiore di circa due punti percentuali rispetto a quello registrato a : la quota di lavoratori notturni, nello stesso anno, era infatti dell 11,3% nel complesso dell. Le funzioni di città-capitale e di principale centro delle attività terziarie, spiegano la maggiore incidenza del lavoro notturno a : il peso relativo degli occupati nel settore servizi è difatti di gran lunga superiore al dato medio nazionale (nel 2004, era pari all 83,5% del totale, contro il 64,9%). È proprio questo il settore che ha dimostrato una maggior capacità di creare nuove opportunità di lavoro, in un contesto di crescente terziarizzazione dell economia nazionale e di corrispondente declino dell industria (che caratterizza tradizionalmente l economia delle aree settentrionali del paese): l occupazione nei servizi è infatti cresciuta a, nel periodo 2000-2004, dell 11,8%, contro il 6,8% del dato nazionale. 1

Tali dinamiche si riflettono sulla distribuzione del lavoro notturno per settori. La preponderanza delle attività di servizio nell economia romana si traduce infatti nell alta concentrazione di lavoratori notturni proprio in tale settore: congiuntamente al commercio, in esso ricadeva l 88,4% di quanti lavorano nelle ore notturne, contro il 74,3% del dato italiano. Fig.1 Lavoratori notturni per settore di attività nella provincia di e in, anno 2004 (%) 90,0 84,4 80,0 70,0 69,5 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0-0,5 2,7 9,9 21,7 1,2 Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Servizi e altre attività 1,3 4,0 4,8 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL. Dalla disaggregazione dei dati disponibili per comparto, emerge che la quota più elevata di lavoratori notturni nella provincia di è impegnata proprio nei comparti che funzionano tradizionalmente anche di notte, dal momento che riguardano l erogazione di servizi pubblici essenziali: si tratta della sanità, dei trasporti e delle forze dell ordine, che assorbono, rispettivamente, il 17,2%, il 16% e il 15,9% del totale dei lavoratori notturni. Non trascurabili tuttavie le quote relative a quanti operano nel comparto dei servizi alle imprese (12%), in quello alberghiero e della ristorazione (11,8%), degli altri servizi pubblici e sociali (10,7%), e dell industria di trasformazione (9,3%). 2

Fig.2 Lavoratori notturni per comparto nella provincia di e in, anno 2004 (%) Altri serv.pubb. sociali Istruz.,sanità,assist.sociali PA, difesa Serv.imprese Int erm.finanziaria Trasp. e comunicazioni Alberghi,ristoranti Commercio Costruzioni Ind.trasf ormaz. Ind.estratt iva Agricoltura - 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL. Il grosso del lavoro notturno a è dunque generato dal settore pubblico, diversamente da quanto accade nel complesso dell, dove il comparto che assorbe il maggior numero di lavoratori notturni (il 20,4% del totale) è l industria di trasformazione. Seguono, in ordine di importanza, la sanità (18,5%), il comparto alberghiero e della ristorazione (14,6%) e le forze dell ordine (12,5%). Meno rilevanti ma non trascurabili le percentuali di quanti operano invece nei trasporti (10,9%) e nei servizi alle imprese (7,1%) (tab.1). Analizzando i dati relativi alla dimensione socio-anagrafica di quanti sono occupati con orari notturni a, emerge che il lavoratore notturno è principalmente di sesso maschile, ha un età compresa tra i 35 ed i 44 anni, è impiegato (e meno frequentemente operaio), svolge una professione qualificata dei servizi o tecnica e lavora nel comune in cui risiede. Tale ritratto è per alcuni aspetti simile a quello del lavoratore notturno nella media italiana, sebbene per altri se ne discosti. Anche il lavoratore notturno italiano, infatti, è in prevalenza maschio, ha un età compresa fra i 35 ed i 44 anni e opera nel comune in cui risiede, ma lavora principalmente come operaio e presenta livelli di qualificazione più bassi. 3

Tab. 1 - Lavoratori notturni nella provincia di ed in per sesso e settore di attività, anno 2004 (v.a. e %) Settore di attività Agricoltura 986 0,6 - - 986 0,5 Industria estrattiva 1.063 0,7 172 0,4 1.235 0,6 Industria trasformazione 16.494 10,7 2.249 4,8 18.743 9,3 Costruzioni 2.415 1,6 - - 2.415 1,2 Commercio 5.864 3,8 2.130 4,5 7.993 4,0 Alberghi, ristoranti 15.821 10,2 7.999 17,1 23.821 11,8 Trasporti e comunicazioni 28.923 18,7 3.331 7,1 32.255 16,0 Intermediazione finanziaria 1.527 1,0 - - 1.527 0,8 Servizi alle imprese 19.596 12,7 4.552 9,7 24.147 12,0 PA, difesa 29.426 19,1 2.528 5,4 31.953 15,9 Istruzione, sanità, assist. sociali 18.318 11,9 16.327 34,9 34.645 17,2 Altri servizi pubblici sociali 13.947 9,0 7.536 16,1 21.483 10,7 Agricoltura 60.905 3,2 7.108 1,1 68.013 2,7 Industria estrattiva 32.266 1,7 276 0,0 32.542 1,3 Industria trasformazione 448.283 23,5 66.800 10,7 515.083 20,4 Costruzioni 32.158 1,7 905 0,1 33.064 1,3 Commercio 95.543 5,0 25.572 4,1 121.116 4,8 Alberghi, ristoranti 238.786 12,5 129.298 20,8 368.084 14,6 Trasporti e comunicazioni 257.435 13,5 18.100 2,9 275.535 10,9 Intermediazione finanziaria 11.747 0,6 1.598 0,3 13.345 0,5 Servizi alle imprese 145.283 7,6 34.618 5,6 179.901 7,1 PA, difesa 293.495 15,4 21.575 3,5 315.070 12,5 Istruzione, sanità, assist. sociali 193.359 10,2 272.660 43,9 466.019 18,5 Altri servizi pubblici sociali 94.897 5,0 43.105 6,9 138.002 5,5 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL. 4

Passiamo ad un analisi più dettagliata delle caratteristiche del lavoratore notturno. In primo luogo, in riferimento al genere, si rileva che oltre i tre quarti di quanti lavorano di notte sono uomini, mentre le donne sono meno del 25% del totale, sia a che in : tale differenza va probabilmente imputata ai divieti posti ancor oggi dalla normativa al lavoro femminile notturno. A chi lavora di notte è nel 76,7% dei casi maschio, mentre in lo è nel 75,4%. Facendo riferimento alla struttura per età dei lavoratori notturni, si può affermare che le quote più consistenti di quanti lavorano di notte si registrano in corrispondenza delle classi di età centrali sia a che nella media italiana: il 32,9% dei lavoratori notturni romani e il 33,4% di quelli italiani ha tra i 35 ed i 44 anni; il 31,2% e il 29,2% rispettivamente ha tra i 25 ed i 34 anni, mentre il 21% ed il 23% ha tra i 45 ed i 54 anni. Non trascurabile è comunque la quota degli ultra 55enni impegnati in attività lavorative notturne, soprattutto a : in questo caso il lavoro notturno interessa l 8,4% del totale, contro il 7,6% del dato nazionale. Inoltre, facendo riferimento al genere, si segnala che le donne, in termini relativi, sono interessate dal lavoro notturno - più di quanto lo siano gli uomini - nelle classi di età giovanili e fino ai 44 anni (tab. 2). Osservando poi la presenza di fenomeni di pendolarismo tra quanti lavorano nelle ore notturne (tab. 3), emergono comportamenti diversi nel contesto romano e in quello nazionale. Il lavoratore notturno, infatti, è più stanziale nell area romana, mentre si sposta molto di più per raggiungere il proprio posto di lavoro nella media italiana: nella gran maggioranza dei casi il lavoratore notturno della provincia di (69,8%) svolge la propria attività nel Comune in cui risiede, mentre ciò accade soltanto nel 52,7% dei casi nel dato medio italiano. Lavora in un Comune diverso da quello di residenza, ma pur sempre nell ambito della Provincia, il 24,4% dei lavoratori notturni romani contro il 32,8% della media italiana, mentre il 2% e il 6% di quanti operano con orari notturni a e nella media italiana, lavora addirittura in una Provincia diversa da quella di residenza. Non trascurabile, almeno nel caso della media italiana, la quota di quanti lavorano in altra regione: lo fa l 1,2% e il 3,6% dei lavoratori notturni romani e italiani, rispettivamente. Il 2,5% dei lavoratori notturni dell area romana, inoltre, lavora in giro, non ha cioè un luogo abituale di lavoro (si pensi a quanti lavorano nei trasporti) percentuale che, nella media italiana, è quasi doppia (4,2%). Infine, le donne tendono, più degli uomini, a non spostarsi dal Comune di residenza, forse per ridurre il tempo necessario a raggiungere il posto di lavoro e conciliare meglio il lavoro con gli impegni extra-lavorativi. Ciò è vero soprattutto nell area romana, 5

dove la quota di donne che lavorano vicino casa è dell 81,7% (contro il 66,1% dei maschi). Tale valore è molto più basso nel caso dell nel suo complesso (59,2% contro il 50,5% dei maschi). Tab.2 Lavoratori notturni nella provincia di e in per sesso e età, anno 2004 (v.a. e %) Età 15-24 9.199 6,0 3.985 8,5 13.184 6,6 25-34 44.569 28,9 18.187 38,8 62.756 31,2 35-44 50.271 32,6 15.915 34,0 66.186 32,9 45-54 37.285 24,2 4.885 10,4 42.170 21,0 55-64 10.078 6,5 3.388 7,2 13.466 6,7 > 64 2.979 1,9 463 1,0 3.442 1,7 % sul totale 76,7 23,3 100,0 15-24 117.778 6,2 53.659 8,6 171.437 6,8 25-34 540.219 28,4 196.829 31,7 737.048 29,2 35-44 645.135 33,9 198.464 31,9 843.599 33,4 45-54 451.051 23,7 130.502 21,0 581.552 23,0 55-64 133.186 7,0 36.984 5,9 170.170 6,7 > 64 16.791 0,9 5.177 0,8 21.967 0,9 % sul totale 75,4 24,6 100,0 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL. 6

Tab 3 Luogo prevalente di lavoro dei lavoratori notturni nella provincia di e in per sesso, 2004 (v.a. e %) Luogo prevalente di lavoro Nel comune di residenza 102.092 66,1 38.267 81,7 140.359 69,8 In altro comune della stessa provincia 42.113 27,3 6.958 14,9 49.072 24,4 In altra provincia nella stessa regione 3.797 2,5 142 0,3 3.938 2,0 In altra regione 1.509 1,0 993 2,1 2.502 1,2 All'estero 325 0,2 - - 325 0,2 Non ha un luogo abituale di lavoro 4.543 2,9 464 1,0 5.007 2,5 Nel comune di residenza 962.462 50,5 368.017 59,2 1.330.479 52,7 In altro comune della stessa provincia 631.231 33,2 197.402 31,8 828.633 32,8 In altra provincia nella stessa regione 123.278 6,5 29.521 4,7 152.799 6,0 In altra regione 76.491 4,0 15.550 2,5 92.041 3,6 All'estero 11.865 0,6 3.832 0,6 15.697 0,6 Non ha un luogo abituale di lavoro 97.635 5,1 7.270 1,2 104.905 4,2 Non sa 1.196 0,1 24 0,0 1.220 0,0 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL In riferimento alla professione svolta da quanti lavorano di notte, il raggruppamento più ampio, sia a che nel complesso dell, è rappresentato dalle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, nelle quali ricadono, tra le altre, le professioni qualificate nelle attività commerciali, turistiche ed alberghiere, nei servizi sanitari, nei servizi sociali, culturali, di sicurezza e di pulizia. In tale raggruppamento ricade il 28,3% dei lavoratori notturni della provincia di e il 25,3% di quelli italiani. I raggruppamenti professionali immediatamente meno numerosi a sono le professioni tecniche (20,1% dei lavoratori notturni) e le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (13,8%), nelle quali ricadono, tra gli altri, poliziotti, finanzieri, controllori del traffico aereo, vigili urbani, vigili del fuoco, assistenti sociali, tecnici dei trasporti, personale medico e paramedico, farmacisti, giornalisti, attori, ballerini, cantanti, ecc. Nel caso italiano, invece, troviamo, in ordine decrescente di grandezza, i raggruppamenti dei conduttori di 7

impianti e operai semi-qualificati addetti a macchinari fissi e mobili (18,8%) e quello delle professioni tecniche (15,6%). Le donne, sia a che nel complesso del paese, sono maggiormente presenti, in termini relativi, nei raggruppamenti di professioni a più elevato livello di qualificazione (tab.4). Tab 4 Professioni dei lavoratori notturni nella provincia di e in per sesso, anno 2004 (v.a.. e %) Professioni Legislatori, dirigenti e imprenditori 4.930 3,2 845 1,8 5.775 2,9 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 18.627 12,1 9.233 19,7 27.859 13,8 Professioni tecniche 27.161 17,6 13.331 28,5 40.492 20,1 Impiegati 10.076 6,5 4.607 9,8 14.684 7,3 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 42.502 27,5 14.442 30,8 56.945 28,3 Artigiani, operai specializzati e agricoltori 8.784 5,7 426 0,9 9.210 4,6 Conduttori di impianti e operai semiqualificati 19.318 12,5 549 1,2 19.867 9,9 Professioni non qualificate 13.693 8,9 3.391 7,2 17.083 8,5 Forze armate 9.288 6,0 - - 9.288 4,6 Legislatori, dirigenti e imprenditori 85.386 4,5 21.499 3,5 106.885 4,2 Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 185.416 9,7 92.156 14,8 277.571 11,0 Professioni tecniche 227.917 12,0 166.256 26,7 394.173 15,6 Impiegati 77.426 4,1 33.024 5,3 110.450 4,4 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 430.358 22,6 207.568 33,4 637.926 25,3 Artigiani, operai specializzati e agricoltori 232.772 12,2 25.042 4,0 257.814 10,2 Conduttori di impianti e operai semiqualificati 439.146 23,1 36.928 5,9 476.075 18,8 Professioni non qualificate 100.245 5,3 38.339 6,2 138.584 5,5 Forze armate 125.494 6,6 803 0,1 126.297 5,0 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL Per quanto riguarda poi la posizione nella professione, a i lavoratori notturni che occupano posizioni apicali all interno di gerarchie organizzative (sono cioè dirigenti o quadri direttivi) sono il 12,7% contro un dato nazionale dell 8,4%, mentre quelli inquadrati come operai o impiegati rappresentano il 65,4%, una quota inferiore a quella registrata nel complesso dell, dove è del 8

68,9%. Non trascurabili le quote di quanti lavorano su basi indipendenti come lavoratori in proprio o come liberi professionisti (tab.5). Il livello di qualificazione e la posizione nella professione sono spesso correlati con il livello di istruzione. Infatti, nel caso della provincia di, si osserva una maggior presenza di lavoratori notturni in possesso di titoli di studio medio-alti rispetto alla media italiana: a il 19,4% e il 41,7% di quanti lavorano di notte è in possesso, rispettivamente, di titoli di livello universitario o di diploma di maturità, mentre in tali percentuali ammontano, invece, al 13,9% e al 34,5%. Sensibilmente più ridotte rispetto al dato nazionale le quote di lavoratori notturni romani con titoli di studio inferiori: il 35,7% è in possesso di licenza media (contro il 44,6% nel caso dell ) e il 3,2% ha la licenza elementare o è addirittura priva di titoli di studio (contro il 7,1% del dato nazionale). I lavoratori notturni in possesso di una formazione universitaria sono soprattutto donne, sia nella provincia di che in, sebbene a con una frequenza di quasi venti punti percentuali in più rispetto ai colleghi maschi. Tab 5 Titolo di studio dei lavoratori notturni nella provincia di e in per sesso, anno 2004 (v.a.. e %) Titolo di studio Lic. elem. o meno 5.071 3,3 1.411 3,0 6.482 3,2 Form.medio/ bassa 60.639 39,3 11.223 24,0 71.862 35,7 Diploma.sup. 65.510 42,4 18.349 39,2 83.859 41,7 Oltre diploma 23.161 15,0 15.841 33,8 39.001 19,4 Lic. elem. o meno 143.964 7,6 34.793 5,6 178.757 7,1 Form.medio/ bassa 892.357 46,9 234.298 37,7 1.126.655 44,6 Diploma.sup. 650.503 34,2 219.765 35,4 870.267 34,5 Oltre diploma 217.335 11,4 132.760 21,4 350.095 13,9 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di su dati Istat - RCFL In conclusione, è possibile fare alcune riflessioni sulla base dell analisi sin qui svolta. 9

I processi di flessibilizzazione organizzativa e del lavoro degli ultimi anni, innestatisi sulla terziarizzazione sempre più spinta della struttura produttiva romana e su una domanda di servizi con orari no stop parzialmente insoddisfatta, hanno favorito la diffusione del lavoro notturno a più che in altre realtà del nostro paese. Nonostante però il lavoro notturno si riveli spesso una forma di lavoro penalizzante anche per i rischi per la salute che esso comporta, a il lavoratore notturno, nella maggior parte dei casi, non presenta caratteristiche di marginalità come invece ci si potrebbe attendere. Proprio l evoluzione della struttura produttiva verso servizi avanzati alle persone e alle imprese ha favorito infatti la creazione di occasioni di lavoro notturno nelle professioni più elevate, alle quali sono spesso associate condizioni salariali e di lavoro migliori. Ciò farebbe ipotizzare che il lavoro notturno a non necessariamente sia una modalità di lavoro di ripiego, ma sia invece spesso connaturato al tipo di occupazione che si svolge o, talvolta, abbia la funzione di agevolare la carriera e la formazione (si pensi ai medici specializzandi). Non accade lo stesso nel complesso del paese, dove invece il lavoro notturno appare per alcuni aspetti più penalizzante soprattutto se si considera l alto numero di basse qualifiche impegnate, con molta probabilità, in attività produttive di carattere industriale a ciclo continuo e che svolgono un lavoro di carattere ripetitivo e dai contenuti qualitativi piuttosto limitati. Tuttavia, i lavoratori notturni che, per le proprie caratteristiche socio-anagrafiche e professionali, si collocano in segmenti di maggior marginalità lavorativa, per i quali il lavoro notturno probabilmente non rappresenta una scelta e sono pertanto a più elevato rischio di espulsione dal mercato del lavoro, non mancano neanche a, pur rappresentando una quota più ridotta dell insieme di lavoratori notturni. 10

Tab. 6 Lavoratori notturni secondo la posizione nella professione nella provincia di e in per sesso, anno 2004 (v.a.. e %) Dirigente 10.873 7,0 2.300 4,9 13.174 6,5 Quadro 8.606 5,6 4.272 9,1 12.878 6,4 Impiegato 51.371 33,3 17.349 37,1 68.720 34,2 Operaio 50.758 32,9 12.006 25,6 62.764 31,2 Apprendista 505 0,3 571 1,2 1.077 0,5 Imprenditore 2.466 1,6 132 0,3 2.598 1,3 Libero professionista 12.040 7,8 2.227 4,8 14.267 7,1 Lavoratore in proprio 11.395 7,4 2.797 6,0 14.192 7,1 Socio di cooperativa 292 0,2 259 0,6 551 0,3 Coadiuvante azienda famil. 1.096 0,7 833 1,8 1.929 1,0 Co.co.co. 3.765 2,4 3.313 7,1 7.077 3,5 Collaboratore occasionale 1.211 0,8 765 1,6 1.976 1,0 Dirigente 78.891 4,1 26.436 4,3 105.327 4,2 Quadro 83.639 4,4 22.296 3,6 105.935 4,2 Impiegato 482.018 25,3 206.722 33,3 688.739 27,3 Operaio 825.632 43,4 224.309 36,1 1.049.941 41,6 Apprendista 8.975 0,5 5.413 0,9 14.388 0,6 Lavoratore a domicilio 368 0,0 887 0,1 1.255 0,0 Imprenditore 30.988 1,6 6.845 1,1 37.832 1,5 Libero professionista 97.009 5,1 27.487 4,4 124.497 4,9 Lavoratore in proprio 240.538 12,6 57.398 9,2 297.936 11,8 Socio di cooperativa 7.070 0,4 2.608 0,4 9.678 0,4 Coadiuvante azienda fam. 25.733 1,4 22.662 3,6 48.395 1,9 Co.co.co. 15.392 0,8 12.846 2,1 28.238 1,1 Collaboratore occasionale 7.906 0,4 5.707 0,9 13.613 0,5 Fonte: elaborazione Ufficio Statistico del Comune di 11