SCUOLA PRIMARIA GIOTTO ANNO SCOLASTICO 2009/2010 PROGETTO REALIZZATO NELLE CLASSI : 1ªA - 1ª B - 3ªA - 3ª B - 4ª B A cura del Centro VolontariaMo di Carpi
Finalità Far riflettere i bambini sul tema della disabilità e delle barriere architettoniche; sensibilizzare al tema della solidarietà. Personale coinvolto Un operatrice del Centro di Servizio per il Volontariato, volontari di associazioni che si occupano di disabilità, insegnanti. Descrizione del percorso L operatrice del Centro di Servizio per il Volontariato ha raccontato in classe la favola di Poldina facendola rappresentare ai bambini, fornendo i costumi e le tavole della fiaba. La conclusione della fiaba è stata lasciata alla fantasia dei bambini ma anche alle riflessioni fornite durante il racconto e insieme agli insegnanti. L intervento con i bambini più piccoli si è basato quasi esclusivamente sulla rappresentazione della fiaba e su qualche piccola considerazione sui temi della disabilità e della solidarietà, coi bambini più grandi le riflessioni proposte sono state più articolate e complesse. A seguito delle elaborazioni fatte dai bambini c è stato un incontro con una persona diversabile che ha portato la sua esperienza.
La storia Poldina è una bambina disabile che non può camminare ma che vorrebbe tanto percorrere i sentieri di un bosco o correre in riva al mare. Insieme a lei ci sono alcuni amici tristi per varie ragioni: gli uccellini Cip e Ciop non hanno le piume colorate, la capretta Priscilla non ha gli zoccoli per arrampicarsi, il leone Casimiro non ha la criniera e non si sente più il re della foresta. Convinti di poter risolvere i loro problemi, prendono una decisione: andranno insieme dal Mago senza naso che però abita su un fungo in cima a una lunga scalinata. Gli amici di Poldina non hanno difficoltà a raggiungere il Mago, ma la bambina come farà?
ALCUNI FINALI PENSATI DAI BAMBINI La capretta Priscilla, il leone Casimiro, Cip e Ciop ritornano da Poldina. Loro sono felici ma pensano a Poldina, come portarla dal Mago senza naso? Il leone Casimiro si offre di portare Poldina fino in cima alle scale, facendola montare sulla sua groppa con l aiuto degli uccellini Dopo qualche sforzo Poldina si aggrappa forte forte al leone e lui inizia la sua scalata. Poldina si sente felice. Il suo sogno sta per avverarsi! Poldina è finalmente davanti al mago, che sta per pronunciare la formula magica, ci mette un po di tempo in più ma finalmente Poldina ha realizzato il suo sogno: riesce a camminare!
Cip e Ciop, la capretta Priscilla e il leone Casimiro raccontano al mago di Poldina. Il mago è commosso e pensa a come fare, non può scendere da lei, perché la magia si avvera solo dentro casa, potrebbe portarla in braccio, ma è vecchio e debole e allora che fare? Poi l idea potrebbe trasformare la sua casa! Agita la sua bacchetta e accanto alle scale compare uno scivolo che morbidamente sale intorno alla collina su cui poggia la casa. Poldina può finalmente salire! Poldina è davanti al mago e vuole chiedergli di poter camminare,ma pensa a tutti i bambini che non ci riescono,così cambia idea e chiede al mago di trasformare tutto il mondo come ha fatto con la sua casa in modo che le persone che non riescono a camminare possano andare ovunque, senza ostacoli: in piscina, ai parco giochi, nei musei Il mago accetta, dice a Poldina che ci vorrà un po di tempo, ma ci riuscirà.
Conclusioni Nel complesso il progetto è stato positivo, i bambini hanno partecipato con entusiasmo ed interesse. I contenuti sono risultati accattivanti e di facile comprensione, i tempi adeguati e l intervento della persona diversabile ha reso i bambini attivamente partecipi verso queste problematiche. La proposta della fiaba è risultata coinvolgente e stimolante e la drammatizzazione ha fatto sì che i bambini partecipassero, in forma dialogica, a scambi di natura comunicativa che implicavano l assunzione di un ruolo ben preciso. Si è cercato un riscontro in classe per l accettazione delle diversità anche meno evidenti, per questo meno riconoscibili della carrozzina. Il tema centrale è stata la solidarietà cioè dell essere disponibili nei confronti dell altro in qualsiasi condizione esso si trovi per arrivare a capire e a sentire che sempre si instaura un rapporto interpersonale di reciproco dare e ricevere, in cui nascono amicizie ed in cui la diversabilità non conta e non si vede più.