Sharing e Smart Economy Tra Innovazione e Restaurazione Torino 24 e 25 ottobre 2016
CAPITOLO I The Sharing Economy Pensatela come un claim: mentre i più sporchi business people vendono, comprano e affittano, quelli della sharing economy collaborano, facilitano e costruiscono fiducia. O così dicono. (Bloomberg Brief, 15/01/2015) Facciamo riferimento ad un insieme ampio e variegato di pratiche e modelli innovativi che fanno uso delle tecnologie digitali per facilitare la collaborazione e lo scambio tra pari e massimizzare l utilizzo di risorse latenti. (Como, et. al., Fondazione Unipolis 2015) 2
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I 5 settori della sharing economy Consumo collaborativo Piattaforme di scambio di beni e servizi, nelle quali le persone possono vendere, prestare, scambiare tra loro, in forma gratuita, oppure a pagamento Produzione collaborativa Modelli di produzione/prototipazione basati sulla filosofia open source e sulla condivisione orizzontale di strumenti e conoscenze (rif: makers) Apprendimento collaborativo Pratiche di produzione e condivisione libera della conoscenza che si sviluppano attraverso le reti e l uso di internet Finanza collaborativa Forme di finanza peer-to-peer quali prestiti tra pari (P2P lending), crowdfunding (debt or equity), sistemi di valuta alternativa. Governance collaborativa Nuovi meccanismi di governance orizzontale e partecipativa, in contesti aziendali o pubblici come nel caso della governance cittadina. 6
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Quale parte del bmodel è determinante? Sharing: + partecipano + vendono Marketing: + pubblicità + vendo Prodotto: + tecnica + vendo Vendita: + distribuisco + vendo Produzione: + produco + vendo 8
Parole chiave. Disintermediazione Prosumer P2P Uso vs Proprietà 9
Di sicuro piace agli investitori 10
Agli utenti piace perché. 11
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Implicazioni Pro Disintermediate le possibilità Accesso delocalizzato Scarsa regolazione = libertà Tutti guadagnano Valorizza asset latenti Marketplace efficienti Contro Disintermediate le protezioni Doveva il valore aggiunto? Scarsa regolazione = dumping Tutti guadagnano poco Valorizza la rendita? One takes all 13
CAPITOLO II Smart cities Una Smart City è un posto dove reti e servizi tradizionali sono resi più efficienti tramite l uso di tecnologie digitali e ICT, a beneficio dei suoi abitanti e attività produttive (European Commission, DG Single Market) Una città non è le sue strade, i suoi palazzi, la sua infrastruttura fisica. Una città è tutte queste cose, più il sapere locale che consente di mantenere, adattare, evolvere, migliorare la sua infrastruttura. Di questi due elementi, quello fondante è il sapere locale. Se esso è intatto, una città distrutta da un cataclisma può essere ricostruita e mantenere la propria identità (Alberto Cottica, Edgryders su Chefuturo.it 2 Aprile 2013) 14
Smart, Inclusive and Sustainable 15
Ruolo delle città preponderante rispetto a campagna 16
Smart Cities or Smart Communities Controllo dei dati e informazioni, centralità delle soluzioni ICT, investimenti di pochi grandi privati, infrastrutture di rete centrale Decentralizzazione, rete internodale e intermodale, soluzioni dal basso, partecipazione, ICT diffuso (geek), low-tech investments, off-grid Da routine maintainance a predictive analysis Consumatori e produttori di soluzioni diffuse PIU PIL PIU PIL? 17
Conclusioni Così tra questa immensità s annega il pensier mio e il naufragar m è dolce in questo mare (G. Leopardi, Infinito) Disastro: Etimo1: Dis- (negativo) Astrum (astro, ventura) à Sventura Etimo2: Dis- (privativo) Astrum (astro, stella, direzione) à Mancanza di direzione Tutto questo consente alle persone di vivere meglio? Ne riduce o aumenta il potere? 18
Conclusioni 5 fronti aperti su cui si gioca il rapporto tra la direttrice capital-tech driven e quella human-opennessdriven: 1. Proprietà Intellettuale: Open Source hardware/software 2. Beni Pubblici: Commons 3. Tecnologia: BlockChain 4. Governance: Platform Cooperatives 5. Accountability: Open Data 19
Grazie.