Relazione Seminario su L accesso al credito delle imprese femminili: proposte per le cooperative rosa - Roma 29 novembre 2013 Palazzo della cooperazione di Dora Iacobelli, Vicepresidente Legacoop, Presidente Commissione Pari Opportunità Innanzitutto voglio ringraziare, anche a nome delle mie due colleghe Presidenti degli organismi di parità di Confcooperative ed AGCI, Giovanna Zago e Sandra Miotto, tutti coloro che interverranno al Seminario di oggi sul tema dell accesso al credito delle imprese femminili e nello specifico delle cooperative con una base sociale prevalentemente femminile: in particolare ringrazio il Vice Ministro del Lavoro, Prof.ssa Guerra, la dott.ssa Mauro del Fondo Nazionale di Garanzia per le PMI, la direttrice del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dott.ssa Parrella, la dott.ssa Macioci dell ABI ed i rappresentanti degli strumenti finanziari che fanno capo all Alleanza delle Cooperative Italiane. La giornata sarà conclusa da Giuliano Poletti, Presidente dell Alleanza delle Cooperative Italiane che pure ringrazio. Prima di introdurre alcune considerazioni sul rapporto tra imprese femminili e sistema del credito, che è il tema dell incontro di oggi, e di avanzare qualche proposta in ottica di miglioramento, è utile ricordare il peso e la dinamica delle
imprese femminili rispetto all intero sistema produttivo italiano, oltre ad alcune loro caratteristiche. In primo luogo va sottolineato, come evidenziato dagli ultimi dati dell Osservatorio sull Imprenditoria Femminile di Unioncamere, che in una situazione economica difficile come quella in cui versa il nostro paese, le imprese femminili rappresentano una delle componenti più dinamiche del sistema. Tra settembre 2012 e settembre 2013, infatti, delle 6.140 imprese che si sono aggiunte alla base imprenditoriale del paese (saldo tra imprese nate e imprese scomparse), 3.893 (il 63%) sono imprese gestite da donne. Alla fine di settembre 2013, le imprese femminili hanno raggiunto il numero di 1.431.167 unità, quindi il 23,6% del totale delle imprese. L incremento della base imprenditoriale femminile è stato dello 0,27% nel periodo considerato, quasi triplo rispetto alla crescita media del totale delle imprese italiane nel periodo che è stata dello 0,10%. L analisi per aree geografiche della presenza dell imprenditoria femminile evidenzia: una maggiore concentrazione nel Mezzogiorno e nelle Isole dove circa il 26 % delle imprese è femminile (al centro nord tale percentuale si abbassa a circa il 22%); il maggior incremento delle imprese femminili si registra in Lombardia (+1.915), nel Lazio (+1.538 imprese) e in Toscana (+868); I settori in cui si rileva la maggiore crescita delle imprese femminili in valore assoluto 2
sono i servizi di alloggio e ristorazione (+3.611 imprese), le attività finanziarie e assicurative (+ 1.393 imprese) ed i servizi in generale, tutti settori in cui la presenza delle imprese femminili è più concentrata. Le imprese femminili più penalizzate dalla crisi sono quelle del settore agricolo e dell industria manifatturiera. Altra indicazione importante viene dai dati Unioncamere in relazione alle forme giuridiche delle nuove imprese femminili, tra le quali cresce quella cooperativa: rispetto al 2012, oltre alle società di capitale rosa che sono cresciute del 4,5%, sono nate 925 nuove cooperative femminili pari ad un incremento rispetto al numero preesistente del 3,1 %. Inoltre, l Osservatorio Unioncamere evidenzia una fragilità strutturale delle imprese femminili: più del 70% di queste imprese opera con un capitale sociale di meno di 10.000 euro. Se questo è il quadro complessivo dell imprenditoria femminile italiana, vorrei ora fare qualche considerazione specifica sulle cooperative costituite in prevalenza da donne. Sempre l Osservatorio Nazionale sull imprenditoria femminile con riferimento al 2012 rileva la presenza di 17.674 cooperative attive, con un incidenza sul totale delle imprese femminili che passa dall 1,2% del 2009 all 1,4% del 2012. In valori assoluti il 3
segmento cooperativo ha fatto registrare dal 2009 al 2012 un incremento del 7,7%, maggiore rispetto a quello di imprese femminili costituite in altra forma giuridica. E rappresenta il 21,9% del totale delle imprese cooperative. In generale nelle imprese aderenti all Alleanza l occupazione femminile è rilevante, 52% in media, con settori che sono ben oltre il 60%, in particolare il settore sociale, quello dei servizi in generale (pulizie, ristorazione ecc.) e la grande distribuzione. Dell insieme delle cooperative femminili rilevato dall Osservatorio Unioncamere, 9.622 sono aderenti all Alleanza delle Cooperative Italiane. C è da dire che dal computo delle cooperative femminili fatto da Unioncamere, come dalle cooperative rilevate come associate all Alleanza, sono escluse quelle dei settori del consumo, dell abitazione, del credito e delle assicurazioni, nonché le mutue, per i quali non si dispone di tutti i dati di genere. Il fenomeno cooperativo a conduzione femminile risulta, quindi, complessivamente sottostimato. Analizzando la distribuzione settoriale delle 9.622 cooperative, emerge che la maggior parte di queste è riconducibile al settore sociale (54,1% del totale). Inoltre, le socie della cooperazione sociale rappresentano il 61,7% del totale dei soci delle coop femminili e l occupazione femminile rappresenta il 56,1% di tutta quella prodotta dalle cooperative femminili. La cooperazione sociale evidenzia, infine, anche la maggior incidenza dei soci donne (75,5%) sul totale dei propri soci e di 4
addetti donne (79,7%) sul totale dei propri occupati. Risultano significativi anche i dati relativi al settore Produzione e Lavoro e Servizi (31,2% delle imprese) con un alta incidenza delle socie (71,2%) e delle addette (75,4%). Minore e l incidenza delle cooperative femminili negli altri comparti di attività. A livello territoriale è possibile rilevare una presenza di imprese cooperative femminili in tutte le tre macroaree, con un numero più elevato di queste imprese nel Nord (47,1%) contro il 30,7% nel Sud e il 22,2% nell area centrale. Infine, in termini dimensionali, il numero medio di addetti rilevato per le cooperative femminili è pari a 52 unità, contro 74 nel Nord e 18 nel Sud e nelle isole. Le rilevazioni di Unioncamere attestano del rilevante contributo dell'imprenditoria femminile al sistema paese, non solo quantitativo, ma anche quanto a caratteristiche innovative dei progetti imprenditoriali e di idee che potrebbero ancora essere messe in campo. Perché questo avvenga, è necessario creare condizioni che agevolino la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili rendendo disponibili servizi e strumenti che possano supportare questa grande risorsa del Paese. Diverse analisi della Banca d'italia, e di alcune organizzazioni d impresa (CNA, 5
Confcommercio), mostrano come le imprese gestite da donne si trovano ad affrontare maggiori difficoltà nell accesso al credito rispetto ad imprese analoghe ma a prevalenza maschile, in particolare, oltre a dover fornire più garanzie, sostengono spesso anche tassi di interesse più alti. Tale trattamento non risulta giustificato da condizioni di minore solvibilità delle imprese femminili che, al contrario, risultano più avverse al rischio e mediamente più affidabili. Le imprese femminili, inoltre, nonostante abbiano subito una contrazione del credito più marcata in tempi di credit crunch, hanno dato prova di maggiori capacità di restituzione dei finanziamenti ricevuti dalle banche, mostrando indici di deterioramento del credito più contenuti di quelli delle imprese maschili. In sintesi i risultati di parecchi studi in materia possono essere così rappresentati: Le imprese femminili tendono a non richiedere credito e temono di subire un rifiuto dalle banche più spesso di quelle maschili Quando il credito viene concesso, i tassi di interesse sono più alti e spesso vengono richieste maggiori garanzie che alle imprese maschili; inoltre per le imprese femminili è più alta la probabilità di un rifiuto. Gli effetti negativi della crisi economica sul credito alle imprese femminili risultano maggiori rispetto a quelli che riguardano le altre imprese. 6
Dai dati forniti emerge la necesssità di avviare un serio e strutturato dialogo tra istituzioni, banche e imprese/organizzazioni imprenditoriali che possa favorire il superamento di queste diversità di trattamento, determinando un contesto in cui le imprese femminili godano di Pari Opportunità nell'accesso al credito. Le proposte che, a tale riguardo, sottoponiamo all'attenzione, considerando la fase di particolare gravità in cui versa il paese, non presuppongono l individuazione di risorse aggiuntive da destinare all'imprenditoria femminile, che pur è un aspetto su cui riflettere in assenza del rifinanziamento della legge 215 (la legge storica sull imprenditoria femminile), ma si concentrano su un diverso utilizzo di risorse e strumenti esistenti. L'obiettivo è lavorare per promuovere un più facile accesso alle une e agli altri, eliminando nello stesso tempo gli elementi di discriminazione nell'accesso al credito che ancora interessano l'imprenditoria femminile. Le proposte che avanziamo sono quelle in larga parte condivise con le altre organizzazioni della media, piccola e micro impresa che hanno dato vita al Coordinamento Donne D Impresa, di cui come Alleanza delle cooperative siamo ancora per qualche tempo le portavoci. Il Coordinamento l anno scorso si è fatto promotore di un Tavolo per l Imprenditoria Femminile, che è stato costituito con decreto del Ministro per lo Sviluppo Economico e che avrebbe dovuto avere, tra le 7
materie prioritarie da affrontare, proprio quella del credito alle imprese femminili. Le proposte condivise sono le seguenti: - E necessario rafforzare l elemento qualitativo ai fini della valutazione, da parte delle banche, della progettualità delle imprese femminili, valorizzando le competenze, la validità del progetto imprenditoriale, ed anche le ricadute occupazionali con particolare riferimento all assunzione di giovani. In questo riteniamo fondamentale un azione di orientamento nei confronti degli istituti di credito italiano da parte dell Associazione Bancaria Italiana. - Considerando molto importante per le imprese femminili, che sono per lo più micro, piccole e medie imprese, l'aspetto delle garanzie, si ritiene importante operare nella direzione di uno snellimento nelle procedure del Fondo di Garanzia per le PMI, con effetti sulle procedure, sulla valutazione e sui tempi di risposta alle richieste. Come probabilmente diranno le relatrici che interverranno dopo di me, fino a oggi l accesso delle imprese femminili al Fondo è stato modesto. - In seguito alla costituzione della Sezione Specializzata del Fondo di Garanzia, destinata all imprenditoria femminile, è opportuno attivare un sistema di monitoraggio nonché di valutazione dell accesso ai finanziamenti da parte di imprese femminili, anche al fine di adeguare procedure e modalità. 8
- E necessario prevedere attività di formazione rivolte alle donne che costituiscono imprese, che possono essere realizzate dalle Organizzazioni Nazionali di rappresentanza delle MPMI, anche avvalendosi di strutture formative di loro diretta emanazione. A tale proposito potrebbe essere utile valorizzare l importante lavoro di mappatura degli strumenti di supporto all imprenditoria femminile esistenti sul territorio promosso, attraverso i CIF, da Unioncamere. L organizzazione di questa giornata di approfondimento rispecchia la volontà dell Alleanza di focalizzare le esigenze, in termini di capitalizzazione e finanziamento del segmento delle cooperative femminili che, come evidenziato, manifesta una rilevante incidenza sul totale delle imprese associate. Per questo intendiamo impegnarci per facilitare l accesso al Fondo Nazionale di Garanzia per le PMI e alla Sezione specializzata per le imprese femminili, oltre a promuovere specifiche politiche di supporto per le cooperative a prevalenza femminile, a partire dalla progettazione di interventi finalizzati a queste imprese da parte degli strumenti finanziari di sistema, tra cui gli istituti creditizi oggi presenti, i Fondi Mutualistici, il Consorzio Fidi Nazionale. A tale proposito, per quanto riguarda l operato sia del Fondo che della Sezione Speciale, si chiede che venga esteso alle coop femminili quanto previsto per le coop sociali, nel senso di attivare interventi di garanzia per finanziamenti fino a 9
150.000 euro, senza la valutazione dei dati di bilancio. Circa il lavoro di supporto che rispetto alle cooperative femminili possono svolgere gli strumenti finanziari di sistema, si ritiene in primo luogo utile un lavoro di ricognizione della strumentazione esistente, in modo da fornire tutte le informazioni utili alle cooperative per potervi accedere. Si auspica, inoltre, la costruzione di percorsi di finanziamento e capitalizzazione specifici per le imprese femminili che, per una maggiore riconoscibilità ed anche per una più facile veicolazione presso queste imprese, potrebbero essere denominati nello stesso modo presso tutte le strutture finanziarie del sistema. Infine, per meglio rispondere alle specifiche esigenze finanziarie delle cooperative femminili si propone l avvio di un attento monitoraggio sulla consistenza, sulla dinamica e sulle caratteristiche strutturali di queste imprese, monitoraggio che, in collaborazione con Unioncamere, è già stato avviato dagli uffici studi che fanno capo all Alleanza. Concludo augurandomi che il lavoro che oggi avviamo, attraverso l importante contributo che verrà portato dai nostri ospiti e le proposte delle nostre strutture finanziarie sia l inizio di un attenzione rinnovata alla promozione ed allo sviluppo dell imprenditoria cooperativa femminile. L impegno dell Alleanza su questo tema rafforza la progettualità già in atto per lo 10
sviluppo e la valorizzazione dell occupazione femminile e per la costruzione di percorsi equilibrati vita-lavoro delle donne socie e dipendenti delle nostre imprese o, comunque, occupate nel nostro sistema. GRAZIE 11