La creazione del cosmo e dell uomo nei cap. 1-3 del libro della Genesi

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Presa don Romeo Relazione finale per l anno di prova. Presentazione dell unità Didattica: La creazione del cosmo e dell uomo nei cap. 1-3 del libro della Genesi Anno scolastico 2005/06 Toutor: prof. Renato Zanandrea 1

La Bibbia: perché conoscerla? Premessa Perché conoscere la Bibbia? Sono partito da questa domanda, apparentemente scontata nell ora di religione, ma proprio per questo, si rende necessaria una motivazione che vada alla ricerca del valore delle cose, superando i luoghi comuni. Nella prima parte espongo la contestualizzazione dell unità didattica presa in esame, all interno del programma svolto. Nella parte seconda, riassumo le varie lezioni, il percorso svolto e i contenuti, dell unità stessa. In appendice, riporto i capitoli dall 1 al 3 del libro della Genesi. Il Concilio Vaticano II. La costituzione dogmatica Dei Verbum riassume così il valore della Bibbia per i cattolici:. La Bibbia é la parola di Dio consegnata per iscritto per ispirazione dello Spirito divino (n 9), Contiene la rivelazione di Dio e del suo mistero di salvezza (n 2),. Il Libro sacro ha come centro Cristo. L Antico testamento è ordinato a preparare, ad annunciare profeticamente e a significare con diverse figure l avvento di Cristo redentore dell universo e del regno messianico (15).. Con il Nuovo Testamento si raggiunge la pienezza dei tempi, perché con l incarnazione Cristo stabilì il regno di Dio sulla terra, manifestò con opere e parole il Padre suo e se stesso e portò a compimento l opera sua con la morte, la risurrezione e la gloriosa ascensione, nonché con l invio dello Spirito Santo (17)..La Bibbia ha un posto fondamentale nella vita della Chiesa (21) per cui essa: si nutre sia della parola di Dio che del corpo di Cristo; considera le divine Scritture come regola suprema della fede e le pone alla base di tutte le sue attività; dichiara che l ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo e che la lettura della Bibbia deve essere accompagnata dalla preghiera (n 25) Prima Parte: Contestualizzazione dell unità didattica all interno del programma svolto Nella programmazione della classe prima, sezione C abbiamo cercato di dare delle risposte ai perché che spesso i ragazzi si pongono, ma che non sempre sanno formulare. E vero che l IRC è facoltativo, ma la risposta del perché è una ricerca della motivazione e del senso. A) Perché si deve fare l ora di religione? A che serve l ora di religione cattolica? Se la questione si mette in questi termini, l IRC non serve a molto: non serve a migliorare le nostre conoscenze di matematica o di lingue, né fa media in pagella. 2

Se sono importanti solo le cose che servono penso che non si apprezzeranno molte altre cose della vita. In fondo a che cosa serve la musica? E che utilità c è nel leggere una poesia, parlare con un amico, contemplare un tramonto? Ognuno di noi può vivere o sopravvivere senza tante cose, ma non senza un perché. La religione pensa di poter dare senso al nostro vivere. Forse vale la pena di confrontarsi. Sarebbe un po come non conoscere la musica: manca tutto un mondo. B) Ma Dio esiste? Dio non è un teorema che si possa spiegare alla lavagna; ed è giusto che sia così, altrimenti ne verrebbe meno il discorso della libertà. Se Dio, infatti, ci avesse dimostrato la sua esistenza con una prova razionale, noi non saremmo nel dubbio, ma nella certezza della sua esistenza. Dio, invece, ci ha lasciati liberi; e la nostra libertà dipende solo da noi e dalla nostra fede. Ho formulato una serie di ipotesi che i ragazzi hanno accolto con interesse: Se Dio fosse un colore, che colore sarebbe? Se Dio fosse musica, che musica sarebbe? Se fosse un paesaggio? un volto umano?.. Analizzando le risposte alla lavagna, facendo rilevare le risposte simili, ho chiesto la spiegazione dell ipotesi da essi fatta. Abbiamo in seguito suggerito: Immagina una realtà che non si veda, non possa essere toccata, non abbia peso, colore, dimensione,, spessore Non sarebbe raggiungibile dai nostri sensi e dunque per noi sarebbe inconoscibile: non possiamo però correttamente dire che questa non esista. Dio è oltre, ma per farsi conoscere si è rivelato. La religione cristiana riconosce in Gesù di Nazareth il Dio fatto uomo, cioè come uno noi, cioè incontrabile, visibile.. in Lui il mistero di Dio è incontrabile. Da qui siamo passati al testo della rivelazione: la Bibbia L argomento ci ha occupato per sette lezioni, i ragazzi si sono interessati e hanno partecipato attivamente. Dove vogliamo arrivare? L Obiettivo Conoscere a grandi linee la Bibbia e scoprire l importanza che ha avuto nella tradizione ebraico- cristiana e, di conseguenza nella nostra cultura occidentale. L obiettivo specifico dell unità didattica che abbiamo svolto con le classi prime è stato quello di favorire negli alunni la comprensione della diversità di prospettive nella quale si pone il testo sacro, in rapporto alle scienze che studiano l origine della terra e del cosmo, aiutandoli a comprendere la diversa conoscenza che 2000 anni prima di Cristo si aveva, ma soprattutto che i testi biblici vanno collocati, interpretati e letti nel contesto nel quale sono stati scritti e che fanno ampio uso del linguaggio simbolico. Prerequisiti: una conoscenza di base, che dall insegnamento dell ora di religione nelle classi medie senz altro avranno avuto. 3

Cosa dobbiamo imparare? A livello di informazione (conoscenze/competenze) vogliamo: - Conoscere la struttura generale della Bibbia ( la sua suddivisione secondo la tradizione ebraica e cristiana) - Saper prendere in mano la Bibbia e orientarsi tra i vari libri. - Spiegare l importanza religiosa e culturale del testo. A livello formativo (capacità/vita individuale e sociale) cercheremo di superare il pregiudizio (purtroppo ancora molto diffuso) per il quale l interesse verso la Bibbia riguarda solo il periodo di catechismo o il fatto di essere credenti. Scoprire la ricchezza di linguaggio e la capacità che ha la Bibbia di dare delle risposte valide per ogni persona in ricerca. Seconda parte : L Unita didattica: il percorso svolto e i contenuti L unità didattica si è svolta con la presentazione della Bibbia come testo sacro, la sua composizione, e in modo più specifico la lettura esegetica dei capitoli 1-3 del Libro della Genesi. 1 ) Lezione: Approccio al libro sacro. Origine e significato del nome Bibbia La sua stesura in rotoli. La scrittura in Ebraico e Greco 2 ) Lezione: Composizione del testo sacro: Fase orale e fase scritta. Rapida presentazione del canone dei libri sacri 3 ) Lezione: Rapido excursus storico a partire da Abramo, dei vari Patriarchi, della schiavitù in Egitto,di Mosè, dei Profeti, dell esilio Babilonese fino a Gesù Cristo. 4 ) Lezione: Con la lettura diretta e il commento esegetico, abbiamo inteso aiutare i ragazzi a scoprire il linguaggio simbolico dietro le immagini del testo sacro. Abbiamo fatto subito notare come la Bibbia non dica quando abbia avuto inizio il cosmo, ma che si introduca semplicemente con In principio.. Miti della creazione. Alcuni elementi del testo della Genesi sulla creazione si richiamano alle concezioni che erano diffuse nell ambiente culturale circostante a Israele, e quindi ai miti dei popoli orientali. Questi elementi perdono però ogni aspetto politeistico. Gli elementi mitologici non sono favole. Infatti, il mito è un modo simbolico con cui gli antichi cercavano di rappresentare le grandi verità. La verità che il narratore biblico vuole insegnarci è questa: il mondo dipende da Dio e nel suo piano originario esso è armonico, ordinato, bello e perfetto. Perché la creazione in sette giorni?. Al termine della creazione Dio separa il settimo giorno dagli altri sei e lo santifica ; il sabato viene così associato alla qualità divina dell essere santo, separato dal mondo. Il tema verrà sviluppato dal decalogo. Lo schema settenario scelto dalla classe sacerdotale per descrivere la creazione, aveva la necessità di giustificare il riposo del giorno di sabato: come Dio si riposò da ogni sua opera, così il popolo dovrà rispettare il sacro riposo. 4

La descrizione della creazione si avvale delle conoscenze del tempo: la terra piatta, il sole che percorre il suo tragitto sulla volta celeste, le stelle fisse, la terra che poggia sugli abissi, lo sheol l oltretomba. 5 ) Lezione: Il Paradiso. Giardino è il senso dell originale ebraico (gan). L antica versione greca della Bibbia ha tradotto il termine con paradeisos, vocabolo di origine persiana,da cui è derivato il nostro paradiso. La creazione è a servizio dell uomo. L uomo dà il nome a tutti gli animali, ha in cibo ogni frutto del giardino, era dunque vegetariano, perché la morte non è prevista. L uomo però è solo e ha bisogno di un aiuto che gli sia simile. La creazione della donna osso delle mie ossa, carne della mia carne. Dare il nome. Dare il nome aveva un importanza particolare ed era collegato con la sapienza. Sapere, infatti, significava soprattutto conoscere i nomi delle cose, riconoscerne la funzione e il posto nel cosmo. Dare il nome significava dare ordine alla realtà, sottrarla al caos al nulla, controllarla e dominarla. Uomo e donna. La solitudine viene indicata da Dio come condizione negativa per l essere umano perché l uomo è fatto per entrare in relazione con altri. Il momento più alto di questa sua capacità di relazione si trova nel suo incontro con la donna, l aiuto che può stare di fronte a lui, cioè sullo stesso piano. 6 ) Lezione: Antropomorfismo. Udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza della sera (3,8). La Bibbia ama ricorrere molto spesso a una forma simbolica per parlare di Dio. Essa è detta tecnicamente antropomorfismo : a Dio viene attribuito ciò che è proprio dell uomo ( in greco anthropos uomo, morphè, forma. 5

In molti testi biblici vengono attribuiti a Dio atteggiamenti e comportamenti caratteristici dell uomo. Nudità. Essere nudi nella società ebraica antica equivale a una condizione di debolezza: nudi si trovano il bambino, il povero, lo schiavo. Per questo denudare è anche un modo per castigare. In Genesi 3,24 l azione contraria, il rivestire, è un gesto d amore di Dio che si prende cura dell uomo. L albero. L albero della vita nell antico mondo orientale forniva i frutti che bisognava mangiare per ottenere l immortalità Sono diversi i racconti della creazione del cosmo e dell uomo, essi si completano, non si contraddicono. Il grande simbolismo dell uomo tratto dalla polvere del suolo, ma nelle cui narici c è il soffio (nefesh) di Dio. 7 ) Lezione: Tutto ciò che è creato è buono, ma allora da dove ha origine il male? Il peccato è visto come rifiuto di riconoscersi simile a Dio, nella presunzione di essere uguale a Dio. La simbologia del serpente: divinità del culto dei Cananei, ma anche colui, il cui morso inietta la morte. Al serpente è stato attribuito il ruolo del tentatore perché era considerato il simbolo dell immortalità e della fertilità. La condanna che coinvolge tutta la creazione è materialmente individuata nel: lavoro come fatica, nella diversità uomo-donna percepita come superiorità dell uno sull altra, nella morte (polvere sei e in polvere tornerai),ma non senza speranza di riscatto:la grande promessa della redenzione ( proto-vangelo) Modalità del lavoro svolto: L aspetto più difficoltoso di questo lavoro è stato proprio nella poca disponibilità di sussidi tecnici: qualche cartellone che illustrava il canone dei libri sacri, le tavole che i ragazzi avevano a disposizione nella loro Bibbia e la lettura del testo sacro. Nel leggere il brano si cercava di far cogliere i diversi significati in esso contenuti e non facilmente individuabili ad una prima lettura (esegesi). E stato il lavoro più esigente, anche sul piano dell attenzione richiesta. Valutazione: 6

Punti di forza: Questo tipo di lettura guidata con il metodo dell esegesi biblica, ha fatto scoprire ai ragazzi significati e interpretazioni che normalmente non vengono colte da chi fa una semplice lettura del testo. Si sono così superate con facilità le più elementari obiezioni del tipo: come fa un serpente a parlare? o veramente l uomo è stato impastato col fango?, e la donna tolta da una costola di Adamo addormentato? Superando la fatica di una lezione spesso frontale, i ragazzi hanno seguito con buon interesse il lavoro proposto, ponendo a loro volta delle domande. Punti di debolezza: La lezione spesso frontale, il non poter offrire loro migliori supporti visivi degli argomenti proposti, il saper che anche a fronte di una verifica fatta insieme, non sarebbe seguito un voto Genesi Capitolo 1. Appendice: Testi usati 1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. 6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. 9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così avvenne. 10 Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno. 14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: 16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. 19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno. 20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». 21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». 23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno. 24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: 25 Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 26 E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l'uomo a sua immagine; 7

a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». 29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. GENESI Capitolo 2 1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4a Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. La prova della libertà. Il paradiso 4b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro 12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13 Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese d'etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad oriente di Assur. Il quarto fiume è l'eufrate. 15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti». 18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». 19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. 21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle 8

costole e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. 23 Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». 24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. 25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna. GENESI Capitolo 3 La caduta 1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. 8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». 14 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò 9

i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». 17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. 18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. 19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!». 20 L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi. 21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e le vestì. 22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!». 23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. 24 Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita. 10