OASI WWF PARCO FLUVIALE DEL MOLINO GRANDE Osservazioni faunistiche 2015 Testi e foto: Dott. Francesco Nigro

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OASI WWF PARCO FLUVIALE DEL MOLINO GRANDE Osservazioni faunistiche 2015 Testi e foto: Dott. Francesco Nigro Introduzione Sono qui riassunte le informazioni di carattere zoologico raccolte nel corso del 2015 nell Oasi del Molino Grande e nella contigua Area Cà de Mandorli, nel comune di San Lazzaro di Savena (BO). Ai censimenti mirati di ittiofauna e batracofauna seguono segnalazioni relative ai rettili e all avifauna acquatica rilevata in corso d opera. Le osservazioni hanno carattere qualitativo e sono volte a raccogliere informazioni in maniera completamente non invasiva sulle specie presenti nell area protetta e sulla loro distribuzione. Fig.1 Torrente Idice Materiali e metodi Tutti i dati sono stati ricavati direttamente sul campo nei mesi di marzo-giugno 2015 e fanno riferimento a osservazione diretta o dove necessario mediata dall utilizzo di una videocamera a tenuta stagna. Il visual census rappresenta una naturale tecnica di rilievo biologico applicabile anche ai più complessi censimenti ittici nei piccoli corsi d acqua, dove la visibilità lo permette, con tutte le accortezze necessarie per favorire la visone delle forme più criptiche e meno rilevabili. L impatto zero di questo metodo lo rende anche particolarmente adatto per la sua applicazione in aree ad elevato interesse conservazionistico e come in questo caso a zone protette, permettendo una raccolta anche continuativa, di informazioni qualitative complessivamente funzionali. ed evitando pratiche invasive quando non strettamente necessarie. Siti di osservazione I dati relativi all ittiofauna sono stati raccolti in cinque punti diversi lungo il corso dell Idice, all interno dell Oasi, scelti in funzione delle caratteristiche morfologiche (alternanza buche e raschi, diversità del substrato, ricchezza di tane, anfratti, vegetazione sommersa e riparia, potenziali zone di nursery, ombreggiatura ecc.). Nel caso della batracofauna, per facilitare la lettura e ordinare le osservazioni, la zona è stata divisa in aree che rappresentano tipologie ambientali differenti (figura 4). In determinati casi le zone, indicativamente segnalate sulla mappa, fanno riferimento ad ambienti unici per la riserva, come il grosso invaso allagato e alberato, ex cava del Cà de Mandorli, oppure le due pozze oggetto di ripristino collocate sempre in area Cà de Mandorli, in altri fanno riferimento a determinate tipologie che si

ripetono costantemente in diverse aree della riserva, come allagamenti temporanei e scoli a lato sentiero e le zone acquitrinose a sud dell Oasi. Fig.2 un prato sommerso di mentuccia acquatica rappresenta un ambiente particolarmente adatto alla colonizzazione da parte di diversi anfibi. La foto è stata scattata nell area allagata dell ex cava Cà de Mandorli Fig.3 una delle diverse raccolte d acqua nell Oasi del Molino Grande, precisamente sul fondo di una dolina di crollo

Fig.4 siti di osservazione, i riferimenti alle profondità e alla temporaneità degli specchi d acqua, data l estrema variabilità stagionale sono indicativi e riferiti all anno in corso e alla periodo riproduttivo utile complessivo delle diverse specie di anfibi

Batracofauna: specie rilevate Nell arco del censimento sono state rilevate complessivamente 6 specie, riportate in tabella con un indicazione di abbondanza relativa: Nome comune Nome scientifico Abbondanza relativa Raganella Hyla arborea xxx Rana agile Rana dalmatina x Rana verde complesso della rana verde xxx Rospo comune Bufo bufo * Tritone crestato italiano Triturus carnifex x Tritone punteggiato Triturus vulgaris xx Indici di abbondanza relativa: xxx abbondante, xx presente, x scarso, * necessita di ulteriori indagini Gli anfibi censiti sono potenzialmente distribuiti ampiamente nell area, risulta quindi più corretto parlare di predisposizione dei siti ad accogliere nuclei di una determinata specie in funzione delle caratteristiche dell habitat piuttosto che di drastica assenza/presenza degli individui nei diversi siti dell Oasi. L intera zona ospita una popolazione di raganella di notevoli dimensioni, i cui esemplari sfruttano per la riproduzione tutti i siti consolidati di acqua stagnate in maniera diffusa evitando solo le raccolte temporanee particolarmente effimere, in situazioni disturbate (i ristagni ai margini dei sentieri, dove peraltro non sono state riscontrate altre specie di anfibi anuri, gli unici potenzialmente attratti per scopi riproduttivi) e i piccoli stagni fittamente sovrastati e soffocati dalla vegetazione e completamente in ombra. Seguono in termini di presenza le rane verdi con un nucleo consistente che va ad occupare prevalentemente tutte le aree umide della zona del Cà de Mandorli dalla cava allagata, il punto che ospita il numero maggiore di animali, ai piccoli ripristini prediligendo le zone assolate. Come comunemente accade i grossi invasi diventano territorio preferenziale per le specie di anuri e sia nell ex cava che nel lago di Via Montebello non sono state rilevate specie di urodeli. Non si può comunque escluderne del tutto la presenza di individui, specie di tritone crestato, che tuttavia non risulta particolarmente numeroso nemmeno nei siti potenzialmente più idonei. Il tritone punteggiato è risultato particolarmente abbondante, nella pozza artificiale impermeabilizzata col telo in area Cà de Mandorli. Qui la popolazione appare ben strutturata con diverse taglie ed evidenza di successo riproduttivo. Nella pozza sono stati rilevati alcuni individui di crestato, fra cui un giovanile, tuttavia il numero maggiore di osservazioni si riscontra nella piccola pozza circolare ripristinata adiacente all ex cava. Il crestato non raggiunge numeri consistenti e le osservazioni rimangono limitate a pochi individui. Lo stagno è colonizzato prevalentemente da rane verdi e da raganelle che la usano come sito di deposizione. Sono stati trovati in questa zona alcuni tritoni punteggiati. Si può qui osservare anche una delle rane rosse italiane, la rana agile che appare tuttavia più abbondante nella zona a sud dell Oasi, caratterizzata da bosco allagato e piccoli specchi d acqua articolati l uno con l altro, scarsamente profondi con zone di ombra e piena luce,

aree canneto, specchi d acqua bassi e distese più aperte dove la rana verde diventa nuovamente dominante. Quest ultima è rinvenuta insieme alla raganella fino nel fondo di quella che appare una dolina di crollo in prossimità di Via Montebello. Per quanto riguarda i rospi nell area si hanno segnalazioni di entrambe le specie, il rospo smeraldino e il rospo comune. Non sono stati osservati esemplari adulti di nessuna delle due specie, solo girini tardivi di rospo comune in fase di metamorfosi avanzata avvistati nel lago di Via Montebello. Il lago è sito riproduttivo per la rana verde. Osservazioni mirate, presso il lago di cava del Cà de Madorli e il lago di Via Montebello, potranno fornire ulteriori dati per comprenderne meglio la distribuzione. Fig.5,6 Nella pagina precedente alcuni degli anfibi rilevati nell area, in questa: in alto un girino di raganella fotografato in area Cà de Mandorli, in basso un esemplare adulto

Altri incontri Restando nell ambito dell erpetofauna, nel corso dei rilievi sono stati osservati diversi esemplari di lucertola campestre, Lacerta Sicula e lucertola muraiola, Lacerta muraiola, un esemplare di biacco, Hierophis viridiflavus, ben distribuito nell area al margini dei boschi e nelle radure come già osservato personalmente in diverse altre occasioni, una sola natrice dal collare, Natrix natrix e tre orbettini, Anguis fragilis che trovano nell area boscosa umida e ricca di anfratti e tronchi e cortecce al suolo un ambiente perfetto. Fig.7 in alto un biacco, in basso una femmina di orbettino Ittiofauna: specie rilevate Sono state rilevate complessivamente 8 specie: Il popolamento si attesta a ciprinidi reofili, sono state rilevate due forme ecologicamente ascrivibili ai ciprindi limnofili: la carpa e la pseudorasbora, mentre la prima sembra frutto di introduzioni in epoche storiche, la seconda è a tutti gli effetti da ritenersi un recente alloctono sul territorio nazionale, probabilmente derivata da immissioni non controllate o come pesce foraggio (per laghetti di pesca sportiva e per la pratica della pesca col vivo). Nome comune Nome scientifico Abbondanza relativa Barbo Comune Barbus plebejus xx Carpa Cyprinus carpio x Cavedano Squalius cephalus xxx Ghiozzo Padogobius martensi x Gobione Gobio gobio xx Lasca Chondrostoma genei x Pseudorasbora Pseudorasbora parva x Rovella Rutilus rubilio xxx Indici di abbondanza relativa: xxx abbondante, xx presente, x scarso, *necessita di ulteriori indagini

Complessivamente il popolamento appare articolato, con popolazioni delle singole specie rappresentate nelle diverse taglie e classi di età. Si è rilevata una scarsa presenza del ghiozzo di fiume, che tuttavia rappresenta una delle forme difficilmente censibili col metodo utilizzato. Cavedani e rovelle sono presenti in grandi quantità, seguiti dai gobioni e barbi. Su diversi cavedani sono state rilevate delle ulcere, probabili ferite causate da airone forse compromesse anche da una qualità non ottimale delle acque. Per quanto riguarda il barbo, nonostante le caratteristiche fenotipiche possano suggerire si tratti di barbo comune, i possibili problemi di ibridazione con forme alloctone europee introdotte per fini alieutici nelle nostre acque interne, rendono la determinazione morfologica non sempre affidabile. Fig.8 in alto una foto subacquea scattata poco sotto il pelo dell acqua nel Torrente Idice. In basso particolare di un maschio di rovella in livrea nuziale e con i caratteristici tubercoli

Fig.9 la sagoma di una carpa regina fotografata in una delle buche del torrente Turbative ambientali Nel corso dei diversi rilievi è stata accertata la presenza di un nucleo consistente di persico trota, Micropterus salmoides, nelle acque del lago di via Montebello. Vorace predatore di anfibi, pesci ed insetti e in generale ciò che entra nella sua bocca il cosiddetto boccalone rappresenta una minaccia per la fauna minore. Tuttavia la presenza di questo predatore americano in un ex lago da pesca non deve stupire. La ricchezza di zone a fondale basso e aree difficilmente penetrabili garantisce alcune probabilità di sopravvivenza alle specie di anuri più facilmente predabili anche in fase larvale come le rane verdi e le rane agili. Azioni di rimozione sono fattibili e pianificabili nei momenti di maggior riduzione della colonna d acqua e con sistemi di cattura piuttosto laboriosi ed invasivi in un area non facilmente penetrabile e proprio per questo così naturalisticamente interessante sotto tanti altri aspetti. La completa rimozione non è quasi mai effettuabile senza il completo disseccamento dell invaso. Fig.10 un giovane biacco ingoiato vivo da un persico trota. L immagine fa riferimento ad un indagine sui contenuti stomacali in una popolazione di persici trota nel pianorese Fig.11 un persico trota attirato dalle vibrazioni si avvicina alla telecamera nel lago di via Montebello

Avifauna delle zone umide: specie osservate in corso d opera La presenza continuativa o stagionale di antidi, ardeidi, rallidi, falacrocoracidi e alcedinidi aggiunge valore al sito naturalistico. Nella tabella sono riportate le 10 specie incontrate nel corso dei rilevamenti 2015. Nome comune Nome scientifico Abbondanza relativa Airone bianco minore Egretta garzetta xx Airone cenerino Ardea cinerea x Cormorano Phalacrocorax carbo x Folaga Fulica atra xx Gallinella d acqua Gallinula chloropus xxx Germano reale Anas platyrhynchos xxx Martin pescatore Alcedo atthis xxx Nitticora Nictycorax nicticorax xxx Oca selvatica Anser anser x Tuffetto Tachybaptus ruficollis * Indici di abbondanza relativa: xxx abbondante, xx presente, x scarso, *necessita di ulteriori indagini Nitticora e martin pescatore sono presenze di facile rilievo nell Oasi muovendosi lungo l Idice. Nella ex cava del Cà de Mandorli è stata riscontrata la massima concentrazione di anatidi, una coppia di oche selvatiche e in un unica occasione, un esemplare di tuffetto. Il lago di via Montebello ospita il maggior numero di aironi, cormorani e predatori in genere in caccia, attratti in particolar modo dal popolamento ittico e dalla presenza di bivalvi. Fig.12 un airone cenerino in volo su via Montebello