(Fermo 5 luglio 2017 Intervento Lorenzo Marconi Anpi Marche alla manifestazione Fermi contro il razzismo. In memoria di Emmanuel 1 anno dopo ) Un saluto a tutte e tutti dall ANPI Marche Oggi ricordiamo chi ha pagato con la vita la ribellione all ennesimo sopruso. Emmanuel Chidi Nnamdi è stato ucciso per non aver voluto accettare quello che altri sono stati costretti a fare, non sappiamo quante volte, ma sappiamo che lo hanno dovuto fare per poter ritornare nel luogo dove erano ospitati; hanno dovuto abbassare la testa e subire le invettive, gli insulti di questo o quel balordo che evidentemente pensava di poterselo permettere. Fatti come questi non sono rari in questo nostro paese; certo molti non hanno conseguenze letali come nel caso di Emmanuel ma sono indicativi di una violenza che si esercita nei confronti dei più deboli, nei confronti del diverso. Diverso è quello che viene definito dalla nostra cultura, dai mezzi di comunicazione, dai soggetti politici, dalle stesse Istituzioni che contribuiscono a delinearne i caratteri e che a loro volta sono fortemente influenzate da una situazione incandescente, come mai si era verificata negli anni del dopoguerra con guerre in atto (in Africa, in Estremo Oriente, lungo tutto il Mediterraneo) da altre potenziali (l Ucraina e le Repubbliche baltiche), da quelle che sono origine e causa dell esplosione dei peggiori fondamentalismi (basta pensare all ISIS), dalla irrisolta questione Palestinese. Tra guerre, dittature e sistematiche spoliazioni di interi territori ogni tanto emergono storie che ci parlano di barbarie inaudite, spesso al di là perfino delle atrocità compiute dai nazifascisti con le stragi di civili perpetrate nel 1943-45. Vi è un inerzia sia in Italia ma anche in Europa nell assumere adeguati provvedimenti di contrasto alla crescita del nazismo e sovente alla diminuzione delle libertà nei Paesi membri o in Paesi vicini all Unione europea stessa. Così come vi è una grave insufficienza nel modo in cui l Europa affronta il fenomeno dei migranti. Si tratta di un fenomeno di proporzioni enormi, inarrestabile e non risolvibile con i muri e il filo spinato, che si sono diffusi in vari Paesi d Europa. Questo non significa, ovviamente, accoglienza per tutti, non sarebbe possibile, e per quanto grandi siano i numeri di coloro che giungono sulle nostre coste, sono pur sempre una piccola parte dell enorme quantità che si riversa nei paesi confinanti alle aree di guerra. Sono comunque numeri importanti ma che non possono essere considerati ingestibili quando sappiamo che nel nostro paese
l immigrazione non basta a compensare la diminuzione dei cittadini di nazionalità italiana. Eppure in Italia e in sede europea l unica preoccupazione sembra essere quella di contenere il flusso di arrivi, senza considerare che così facendo si creano le condizioni per lasciare di fatto in balia dei trafficanti donne, uomini e bambini che in una situazione che si profila per loro senza sbocchi, comporterà un ulteriore peggioramento, se possibile, delle condizioni in cui saranno costretti quando non vengano considerati una zavorra di cui disfarsi dal momento che non rappresentano più una possibile fonte di guadagno. Come può l Italia e l Europa ignorare il fatto che chiudere le frontiere non significa e non significherà fermare le migrazioni ma solo che avremo abbandonato al loro destino decine di migliaia di migranti in un territorio (la Libia) che non possiamo fingere di non sapere che non può garantire neanche il più elementare dei diritti, il diritto alla vita, e che innescherà inevitabilmente ulteriori processi di destabilizzazione nelle aree e territori che si affacciano sul mediterraneo. Tra le conclusioni del nostro 16 Congresso che costituisce l ancoraggio per la nostra azione negli anni a venire vi è un pressante richiamo a tutta l Anpi perché si impegni di più di quanto fatto fino ad ora per riaffermare il principio di non discriminazione. Bisogna contrastare, sempre, in ogni luogo, spendendosi in prima persona ogni espressione di razzismo, così come gli attacchi ad ogni forma di diversità, adoperandosi perché a chiunque vengano garantiti i più elementari diritti umani, richiamando, quando non lo fanno, le Istituzioni al loro dovere. Pensiamo che ognuno di noi individualmente e in quanto aderente ad un associazione, ad un movimento, ad un partito, a qualsiasi forma di aggregazione ed organismo operante nel sociale, nella politica nelle istituzioni si debba dare un obiettivo fondamentale: ritrovarci il prossimo anno in questa piazza per ricordare insieme a Emmanuel le vittime del razzismo, della xenofobia e per raccontarci le tante iniziative e i tanti incontri che avremo saputo realizzare nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro e di svago, nelle Istituzioni per discutere e confrontarci sui temi della Pace, della giustizia economica e sociale, dei diritti delle donne e dei migranti, della valorizzazione delle diverse attitudini di quanti si trovano a vivere nei nostri territori; per cercare di condividere con il numero più ampio possibile di nostri simili il valore assoluto che ha sempre
rappresentato per la nostra specie l essere diversi per storia, cultura, esperienza, lingua. Un valore che la lotta al fascismo e alla discriminazione razziale che gli è consustanziale ci ha insegnato a coltivare e che costituisce il riferimento fondamentale dell essere antifascista oggi. Ora e sempre Resistenza Arrivederci a presto