Spett. Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Direzione Servizi Postali Ufficio analisi monitoraggio dei mercati postali c.a. Responsabile del procedimento Annalisa Papa agcom@cert.agcom.it a.papa@agcom.it 1 OGGETTO : Consultazione pubblica concernente i criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete Postale - Delibera n. 49/14/CONS Il sottoscritto Avv. Gianluca de Cunzo, C.F. DCNGLC73D21A509A, in qualità di presidente dell ADOC, Associazione per la Difesa e l Orientamento dei Consumatori di Avellino, con sede in Avellino alla via Tagliamento n. 91, C.F. 92089360645, associazione iscritta al Registro delle Associazioni di Promozione Sociale tenuto dalla Regione Campania, diramazione territoriale dell ADOC Nazionale, C.F. 96112810583, la quale è membro del CNCU, Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti, istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi degli artt. 136 e 137 del Decreto legislativo n. 206 del 2005, ed iscritta al Registro Nazionale delle associazioni di promozione sociale, ai sensi e per gli effetti della Legge 7 dicembre 2000, n. 383, con il n. 128, in relazione alla Delibera n. 49/14/CONS, con la quale l Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha avviato un procedimento finalizzato a valutare la congruità dei vigenti criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale, con il presente documento desidera partecipare e contribuire alla consultazione pubblica, esponendo le proprie osservazioni e i propri elementi di valutazione. Quesito n. 1 meno di mantenere inalterato il complesso dei vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali (art. 2 del decreto Scajola). In merito al primo quesito proposto dall Autorità, questa associazione evidenzia preliminarmente che il c.d. Servizio Universale Postale, come enunciato dalla Direttiva 2008/6/CE, svolge un ruolo fondamentale nelle zone rurali ed insulari, in quanto garantisce la coesione sociale, la salvaguardia occupazionale, oltre che l integrazione degli operatori economici nell economia nazionale e globale. La ratio del Servizio Universale è quella di fungere da rete di sicurezza sociale nel momento in cui le forze di mercato non riescono da sole ad offrire ai consumatori un
accesso poco oneroso a servizi di base, in particolare a coloro che abitano in zone remote o hanno un reddito basso o soffrono di disabilità. Per conseguire il triplice obiettivo del concetto di rete di sicurezza, ossia la disponibilità, la convenienza e l'accessibilità al servizio postale, la legislazione europea e nazionale dispone che l onere sostenuto dal fornitore del servizio universale, debba essere sostenuto equamente dagli altri fornitori che per ragionevoli motivi economici non intervengono in quelle aree che non garantiscono condizioni di equilibrio economico. Quindi, il costo del Servizio Universale Postale non ricadendo sul fornitore, non lo legittima assolutamente ad utilizzare criteri di diseconomia nell individuazione degli uffici postali da chiudere, così come avvenuto nel c.d. contratto di programma 2009 2011 siglato tra il Ministero dello Sviluppo economico e Poste Italiane. Inoltre, se come dichiarato da Poste Italiane (pag. 13 Delibera 49/14): i risparmi riferiti all impiego di risorse si traducono in corrispondenti variazioni dei risultati di bilancio solo nell ipotesi di cessazione dei rapporti di lavoro, laddove, peraltro, la maggior parte del personale degli uffici postali oggetto di intervento di razionalizzazione viene ricollocata all interno dell azienda, si assiste al paradossale risultato che dalla riduzione sul territorio del Servizio Universale, non ne consegue una proporzionale riduzione dei costi per il fornitore. In merito alle percentuali di copertura esibite da Poste Italiane, questa associazione evidenzia la circostanza che sussiste una irragionevole e diseconomica concentrazione di uffici postali all interno delle aree urbane che genera un avanzo di copertura del 17, 97 % per le distanze fino a 3 km. L elevata percentuale di copertura per le distanze ricomprese nei 3 Km, non può essere legittimamente e ragionevolmente imputata totalmente al c.d. Servizio Universale. Se Poste Italiane avesse presentato anche i dati percentuali relativi alla distribuzione dei costi del Servizio Universale, con molta probabilità avremmo verificato che gli stessi sono concentrati quasi esclusivamente nelle zone urbane, in palese contrasto con quella che è la ratio del Servizio Universale e del suo finanziamento. Tale concentrazione nelle distanze fino a 3 Km, incide negativamente sulle percentuali di copertura dei 5 km e 6 Km. Infatti, se per tali distanze sottraessimo la percentuale di irragionevole esubero relativa ai 3 Km (17,97 %), otterremmo percentuali di copertura pari al 79,87 % per le distanze fino a 5 Km (- 12,63 % rispetto al vincolo Scajola) e pari 80,72 % per le distanze fino a 6 Km (- 16,78 % rispetto al vincolo Scajola). Questa associazione concorda con l Autorità sulla circostanza che occorre riconoscere particolare attenzione a quei Comuni rurali e montani dove i livelli di copertura sono inferiori a quelli medi nazionali, evitando che Poste Italiane proceda alla chiusura di uffici 2
esclusivamente ubicati in tali aree, utilizzando i medesimi principi di diseconomia denunciati. Pertanto, l Adoc di Avellino pur dichiarandosi favorevole a mantenere i criteri di distribuzione fissati dal decreto Scajola, tenuto conto della circostanza che buona parte degli investimenti per l erogazione del Servizio Universale Postale sono concentrati nei comuni urbani, dove si assiste ad una copertura superiore del 17 % rispetto ai criteri fissati dal decreto e dove le funzioni del Servizio Universale non sono considerate altrettanto essenziali, al fine di salvaguardare contemporaneamente le esigenze di contenimento dei costi sul lungo periodo e una più efficace ed efficiente offerta del Servizio Universale, propone di escludere dal calcolo delle percentuali relative alle distanze di 5 km e 6 Km, la percentuale di popolazione residente nei comuni urbani che supera il limite del 75 % fissato dal decreto Scajola per le distanze fino a 3 km. Tale soluzione garantirebbe da un lato minori costi per l espletamento del Servizio Universale, dall altro una più capillare presenza in quelle aree dove è più sentita e necessaria la presenza di un presidio postale. 3 Quesito n. 2 previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali nei Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani. In merito al quesito n. 2, questa associazione al fine di garantire un più efficace ed efficiente esercizio del Servizio Universale Postale, concorda con l Autorità sulla circostanza che occorre introdurre, in aggiunta ai vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali nei Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani, Comuni nei quali è più sentita e necessaria la presenza di un presidio postale. Quesito n. 3 previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali nei Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani, facendo salvi i casi in cui siano resi disponibili per gli utenti ivi residenti servizi innovativi che consentano di usufruire delle principali prestazioni del servizio universale anche in assenza di un ufficio postale. Si includono in tali valutazioni anche gli aspetti relativi alle condizioni economiche di fornitura dei servizi innovativi.
In merito al quesito n. 3, questa associazione ritiene che i Comuni rurali montani sono per loro natura isolati geograficamente. La popolazione ivi residente ha maggiori difficoltà per l accesso ai servizi di base ed è per lo più esclusa dai servizi evoluti (ADSL, banda larga). La presenza di un presidio postale rappresenta una fondamentale struttura logistica per ridurre l accessibilità ai suddetti servizi e l isolamento, grazie alla c.d. rivoluzione digitale. Vista la strategica presenza di tali presidi in queste aree, questa associazione si dichiara contraria a che gli stessi siano sostituiti da servizi innovativi che consentano di usufruire delle principali prestazioni del servizio universale anche in assenza di un ufficio postale. 4 Quesito n. 4 previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali che sono presidio unico nelle isole minori (escluse Sicilia e Sardegna) in cui risiedano in maniera permanente almeno 50 abitanti. In merito al quesito n. 2, questa associazione al fine di garantire un più efficace ed efficiente esercizio del Servizio Universale Postale, concorda con l Autorità sulla circostanza che occorre introdurre, in aggiunta ai vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali che sono presidio unico nelle isole minori (escluse Sicilia e Sardegna) in cui risiedano in maniera permanente almeno 50 abitanti. Tali zone sono infatti dal legislatore come situazioni particolari in considerazione della loro evidente marginalità territoriale. Quesito n. 5 previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali che sono presidio unico nelle isole minori (escluse Sicilia e Sardegna) in cui risiedano in maniera permanente almeno 50 abitanti, facendo salvi i casi in cui siano resi disponibili per gli utenti ivi residenti servizi innovativi che consentano di usufruire delle principali prestazioni del servizio universale anche in assenza di un ufficio postale. Si includono in tali valutazioni anche gli aspetti relativi alle condizioni economiche di fornitura dei servizi innovativi. In merito al quesito n. 5, questa associazione ritiene che le isole minori sono per loro natura isolate geograficamente.
La popolazione ivi residente ha maggiori difficoltà per l accesso ai servizi di base ed è per lo più esclusa dai servizi evoluti (ADSL, banda larga). La presenza di un presidio postale rappresenta una fondamentale struttura logistica per ridurre l accessibilità ai suddetti servizi e l isolamento, grazie alla c.d. rivoluzione digitale. Vista la strategica presenza di tali presidi in queste aree, questa associazione si dichiara contraria a che gli stessi siano sostituiti da servizi innovativi che consentano di usufruire delle principali prestazioni del servizio universale anche in assenza di un ufficio postale. 5 Quesito n. 6 previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali, nelle isole minori e nei Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei comuni montani, prima che siano trascorsi due anni dall adozione di misure di rimodulazione degli orari di apertura dei medesimi uffici. In merito al quesito n.6, questa associazione concorda con l Autorità in merito all opportunità di introdurre, in aggiunta ai vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali previsti dal decreto Scajola, il divieto di chiusura di uffici postali, nelle isole minori e nei Comuni rurali, prima che siano trascorsi due anni dall adozione di misure di rimodulazione degli orari di apertura dei medesimi uffici. A tal proposito questa associazione precisa che tale principio di gradualità, per la sua intrinseca ragionevolezza, dovrebbe essere esteso a tutti i comuni situati nelle zone rurali, anche non montane. Quesito n. 7 previsti dal decreto Scajola, l obbligo di Poste Italiane di comunicare ai Sindaci con congruo anticipo (entro trenta giorni dalla trasmissione all Autorità del piano di razionalizzazione degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico ) la propria intenzione di procedere alla chiusura e/o alla rimodulazione oraria di uffici presenti nei rispettivi comuni, anche al fine di tenere conto delle specifiche esigenze della popolazione locale. In merito al quesito n.7, questa associazione si dichiara favorevole ad introdurre, in aggiunta ai vigenti criteri di distribuzione degli uffici postali previsti dal decreto Scajola, l obbligo di Poste Italiane di comunicare ai Sindaci con congruo anticipo (entro trenta giorni
dalla trasmissione all Autorità del piano di razionalizzazione degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico ), la propria intenzione di procedere alla chiusura e/o alla rimodulazione oraria di uffici presenti nei rispettivi comuni, anche al fine di tenere conto delle specifiche esigenze della popolazione locale. A tal proposito l ADOC di Avellino evidenzia che se tale ragionevole principio fosse stato fatto proprio da Poste Italiane, buona parte dei contenziosi giudiziali ed amministrativi sorti successivamente alla chiusura degli uffici postali disposta nell anno 2012, sarebbero stati evitati. Ai sensi dell art. 3 del regolamento in materia di accesso agli atti dell Autorità, approvato con delibera n. 217/01/CONS, come modificata dalla delibera n. 335/03/CONS, il sottoscritto Avv. Gianluca de Cunzo non intende sottrarre il contenuto del presente documento al diritto di accesso alle informazioni, così come disciplinato dalle enunciate delibere. Distinti Saluti 6 Avellino 03/03/2014 Il Presidente Avv. Gianluca de Cunzo