Realtà e prospettive della microfinanza: l esperienza del progetto W.e.k.e.m.b.e. in Uganda



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Transcript:

Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere Corso di Laurea Specialistica in Management Internazionale Realtà e prospettive della microfinanza: l esperienza del progetto W.e.k.e.m.b.e. in Uganda Relatore: Chiar.mo Prof. Annalisa Verna Correlatore: Chiar.mo Prof. Roberto Moro Visconti Tesi di laurea di: Francesca Carolina Rigotti Matricola 3702527 Anno Accademico 2009/2010

INDICE INTRODUZIONE...7 1. La povertà nel mondo...8 2. La lotta alla povertà e il ruolo della microfinanza...9 3. Gli obiettivi e i contenuti di questa tesi...10 CAPITOLO 1...12 1.1 Il concetto di microfinanza... 13 1.2 I clienti coinvolti: l importanza delle donne... 13 1.3 Le modalità di microcredito... 15 1.4 Il microcredito moderno: M. Yunus e la Grameen Bank... 16 1.5 Perché intervenire con la microfinanza nel mercato del credito... 19 1.6 I problemi dell asimmetria informativa... 20 1.7 La microfinanza come possibile soluzione all asimmetria informativa... 23 1.8 Il ruolo della microfinanza nel processo di sviluppo dei Paesi più poveri... 25 1.8.1 I servizi della microfinanza... 26 1.8.2 Gli alti tassi di interesse... 29 1.8.3 Il rischio di agire in maniera opposta alla microfinanza... 32 1.8.4 Se la microfinanza aiuta realmente a risolvere la povertà... 33 1.9 Le istituzioni di microfinanza... 34 1.9.1 La dinamica evolutiva delle IMF... 36 CAPITOLO 2...38 2.1 Presentazione dell istruttoria classica...39 2.2 Presentazione dell istruttoria della microfinanza...43 2.2.1 La risposta della microfinanza all asimmetria informativa: il prestito di gruppo... 44 2

2.2.2 I limiti del prestito di gruppo... 47 2.2.3 Nuove tipologie di prestito... 50 2.2.3.1 Incontri pubblici e prestito progressivo... 50 2.2.3.2 Sanzioni sociali e negazione del prestito successivo... 52 2.2.3.3 Garanzie non convenzionali... 54 2.2.3.4 Oltre il conflitto di interessi... 55 2.3 Parallelismo tra le due istruttorie...56 2.3.1 Le somiglianze... 57 2.3.2 Le differenze... 58 2.3.3 Una convergenza è possibile?... 64 2.4 L obiettivo futuro: unire outreach e sustainability...67 2.4.1 Gli aspetti dell outreach... 68 2.4.2 Le caratteristiche della sustainability... 73 2.4.3 Conclusione... 76 CAPITOLO 3...79 3.1 Il contesto: la situazione nell Africa Sub-Sahariana...80 3.1.1 Profilo dell Africa Sub-Sahariana... 80 3.1.2 La povertà dell Africa Sub-Sahariana... 81 3.1.3 La connessione tra povertà e crescita economica... 82 3.1.4 L obiettivo per il prossimo futuro... 85 3.1.5 Gli ostacoli da superare per uno sviluppo finanziario nell Africa Sub-Sahariana... 86 3.2 Il Paese: l Uganda...88 3.2.1 La scelta del Paese... 88 3.2.2 Country profile dell Uganda... 89 3.3 La situazione economica in Uganda...92 3.3.1 Il settore reale... 94 3

3.3.2 Il settore fiscale e le spese dello Stato... 95 3.3.3 I rapporti commerciali con l estero... 97 3.3.4 Il sistema bancario... 101 3.4 I servizi finanziari e di microfinanza in Uganda...103 3.4.1 Domanda e offerta dei servizi finanziari in Uganda... 104 3.4.2 L aspetto finanziario come una delle cause e delle soluzioni principali della povertà 108 3.4.3 La microfinanza in Uganda... 111 3.4.3.1 Breve storia della microfinanza ugandese... 112 3.4.3.2 Due pilastri della microfinanza ugandese... 114 3.4.3.3 I programmi di microfinanza attualmente attivi in Uganda... 116 CAPITOLO 4...121 4.1 Presentazione del programma Wekembe...122 4.1.1 L orientamento strategico... 122 4.1.2 La domanda e l offerta... 123 4.1.3 La struttura... 124 4.2 La scelta di questo progetto...125 4.2.1 Gli obiettivi dell analisi... 126 4.2.2 Il metodo di lavoro per quest analisi... 127 4.3 Il funzionamento del programma...129 4.4 Operations management...136 4.4.1 Risorse umane... 136 4.4.2 Schema operativo delle procedure... 138 4.5 Valutazione della performance...139 4.5.1 Sostenibilità... 139 4.5.2 Outreach...140 4.6 Il ruolo della banca...142 4

4.7 La customer satisfaction...146 4.7.1 Gli obiettivi e il metodo dell indagine... 146 4.7.2 I risultati dell indagine... 147 4.7.2.1 Il profilo del campione... 147 4.7.2.2 La conoscenza di Wekembe... 150 4.7.2.3 Il finanziamento... 153 4.7.2.4 La soddisfazione dei clienti... 155 4.8 Gli esiti di Wekembe e i migliori case study...158 4.9 Intervista all ideatore del programma...165 4.10 L analisi SWOT di Wekembe...173 4.11 I rischi di Wekembe - Banana Skins...178 4.12 Aree future di sviluppo...183 4.12.1 Lo sviluppo del marketing mix... 183 4.12.2 Lo sviluppo organizzativo... 188 4.12.3 La gestione del rischio... 190 4.12.4 La raccolta di nuovo capitale... 192 4.12.5 La connessione con il macroambiente... 193 4.13 Conclusione sul programma... 193 CONCLUSIONI...195 1. La lotta alla povertà tramite la microfinanza...196 2. Il programma Wekembe...197 3. Verso una vera finanza etica...202 APPENDICE 1...203 APPENDICE 2...208 APPENDICE 3...211 5

APPENDICE 4...217 INDICE DELLE TABELLE...221 INDICE DEI GRAFICI...222 INDICE DELLE FIGURE...223 INDICE DEI QUADRI SINOTTICI...224 BIBLIOGRAFIA...225 SITOGRAFIA...229 6

INTRODUZIONE 7

1. La povertà nel mondo All inizio del nuovo millennio, quando il benessere, la ricchezza, il lusso, la grande distribuzione, la tecnologia aumentano di giorno in giorno nei Paesi industrializzati, c è ancora 1,4 miliardo di persone nel mondo che cerca di sopravvivere in condizioni di assoluta povertà 1, non solo senza servizi sanitari o di istruzione, ma soprattutto senza poter soddisfare i bisogni primari di alimentazione o abitazione. Sono stati fatti molti sforzi per risolvere questa situazione di enorme disparità e negli ultimi decenni del Novecento la popolazione mondiale vivente con meno di 1,25 dollari al giorno è diminuita dal 40% al 21% 2 : tuttavia resta ancora molto lavoro da fare, soprattutto nell area dell Africa Sub-Sahariana, dove la percentuale di poveri non accenna a diminuire. Fonte: CreditSuisse Report 2009 www.credit-suisse.com/microfinance Grafico 0 Povertà nel mondo dal 1961 al 2005 1 Dati Banca Mondiale 2008. 2 Dati Planet Finance 2009. 8

La causa deriva dai moltissimi ostacoli da superare: da quelli geografici (ampi spazi, scarsa densità, ostacoli naturali) a quelli politico-sociali (instabilità politica, mancanza di servizi sanitari e di istruzione, disoccupazione) ed economici (altissimo debito pubblico), da quelli burocratici (assenza del riconoscimento della proprietà, mancanza di registri, problemi legali) a quelli tecnici (mancanza di mezzi per attivarsi economicamente, mancanza di tecnologia di base) 2. La lotta alla povertà e il ruolo della microfinanza Dagli ostacoli citati è possibile ricavare diversi modi per combattere la povertà, investendo cioè nelle infrastrutture, nella terra e nel riconoscimento della sua proprietà, nel sistema scolastico o in quello ospedaliero Il punto centrale resta quello dei fondi con i quali effettuare questi sviluppi: anche in questo senso molto è stato fatto a livello internazionale, attraverso Organizzazioni internazionali (come l ONU), Cooperative o Organizzazioni non governative (ONG), grazie alle quali viene ridotto il debito pubblico dei Paesi più poveri e più attivi (HIPC) e vengono effettuate donazioni o aiuti agli investimenti, in modo da aiutare a livello macroeconomico i Paesi che ne hanno bisogno. A livello microeconomico un ruolo importante è giocato dall accesso al credito, in quanto spesso ci sono persone povere ma intraprendenti, che hanno buona volontà e creatività ma che non possono iniziare un attività solo per mancanza di fondi: non riescono cioè a uscire dalla spirale della povertà non per incapacità, ma perché viene negato loro l accesso a servizi finanziari equi. E stato infatti riconosciuto 3 come la disponibilità di mezzi finanziari possa fungere da leva per lo sviluppo economico dei poveri, in quanto concedendo prestiti di piccola entità a chi ne ha bisogno è possibile permettere loro di guadagnare l indipendenza economica. E qui che si inserisce questa tesi, focalizzandosi sul ruolo che la finanza a misura dei più bisognosi, ovvero la cosiddetta microfinanza, ha nella lotta alla povertà, come sottolinea il presidente di PlaNet Finance: Aux côtés des trois piliers du développement que sont la démocratie, l éducation et les infrastructures, la 3 In primo luogo da Armendariz de Aghion Murdoch (2005). 9

microfinance est de plus en plus considérée comme un instrument clé pour la mise en place de stratégies efficaces de lutte durable contre la pauvreté 4. L importanza della microfinanza è andata aumentando negli ultimi anni, fino ad essere riconosciuta a livello mondiale nel 2005, quando è stata inserita all interno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio 5 proclamati dall Assemblea delle Nazioni Unite, grazie alla sua capacità di facilitare la formazione di un reddito di base delle famiglie più svantaggiate della popolazione, e ai valori su cui si fonda, ovvero il rispetto della dignità umana e la valorizzazione delle potenzialità dei contesti locali. 3. Gli obiettivi e i contenuti di questa tesi Gli obiettivi di questa tesi sono dunque quelli di presentare gli aspetti principali della microfinanza, descrivendo come le sue istituzioni (IMF) si sono mosse per arginare i problemi che impedivano alle banche tradizionali di concedere prestiti ai meno abbienti, di confrontare le metodologie tradizionali con quelle della microfinanza, focalizzandosi sul prestito di gruppo e sottolineando come questo sistema abbia aiutato e stia aiutando i clienti di un particolare programma di microfinanza attivo in Uganda. Lo scopo vuole essere quello di verificare l impatto che i prestiti hanno avuto sulla vita dei clienti del programma, per dimostrare che la microfinanza non è soltanto un modo teorico per uscire dalla povertà, ma è reale e con risultati visibili, come dimostrano i negozi, le case o il ruolo sociale raggiunto dai clienti intervistati. Il primo capitolo della tesi è volto a presentare gli aspetti chiave della microfinanza, partendo da una panoramica sul microcredito, ampliando poi la visione agli altri servizi che possono essere offerti, focalizzandosi sulle risposte all asimmetria informativa e all assenza di garanzie e sulla discussione relativa agli alti tassi di interesse delle IMF. Il secondo capitolo prosegue su questa direzione, confrontando l istruttoria classica e quella della microfinanza e approfondendo gli aspetti di outreach e sustainability, analizzando quali possono essere i passaggi futuri. Il terzo capitolo della tesi offre una panoramica dell Africa Sub-Sahariana, la zona scelta per l approfondimento di questa tesi: esempi positivi dei risultati della 4 Jacques Attali, Presidente di PlaNet Finance, organizzazione di microfinanza nel mondo, www.planetfinance.org. 5 Da www.microfinanza-italia.org. 10

microfinanza sono visibili in molti Paesi dell Asia e dell America Latina (esemplificativi sono il Bangladesh e la Bolivia, dove il tasso di povertà si è abbassato quasi del 50% 6 ), mentre solo recentemente anche in Africa Sub-Sahariana. Questa tesi si focalizzerà dunque su quest ultima zona, descrivendone la situazione macroeconomica e gli aspetti che riguardano la povertà e il suo nesso con la crescita economica, andando poi ad analizzarne un singolo Paese, l Uganda, considerato qui significativo perché tra i più poveri al mondo e al tempo stesso tra i più intraprendenti e attivi nella lotta alla povertà. Il quarto capitolo della tesi è dedicato ad un singolo programma di microfinanza in Uganda, che coinvolge la Diocesi di Kampala e l Università Cattolica con la Fondazione Spe Salvi: il programma, denominato Wekembe, è rivolto a circa 3.000 poveri che abitano nei villaggi più o meno vicini alla capitale ugandese, ai quali vengono concessi prestiti sotto forma di group loan per permettere loro di iniziare una piccola attività economica e di diventare con il tempo autosufficienti economicamente, potendo poi investire nell educazione dei figli, nello sviluppo delle abitazioni o in altre necessità. Quest ultimo capitolo si basa sull esperienza diretta dell autrice, che si è recata a Kampala e ha collaborato sul campo con lo staff del progetto, intervistandone i responsabili e sottoponendo questionari di Customer Satisfaction ai clienti, in modo da poter mappare le procedure di Wekembe e poterne valutare l impatto. Questa tesi non vuole essere esaustiva dei temi trattati: l obiettivo è quello di portare l attenzione generale su una delle soluzioni che esistono per ridurre la povertà, ovvero quella della microfinanza, rimanendo consapevoli che essa non si completa da sola, ma si inserisce in un ottica più ampia, dove ognuno organizzazioni internazionali, governi, IMF, banche, singoli ha il proprio ruolo. 6 In Bangladesh del 46% grazie alla Grameen Bank, www.grameen-info.org 11

CAPITOLO 1 12

1.1 Il concetto di microfinanza Negli ultimi tre decenni, la microfinanza si è evoluta, è cambiata e si è segmentata. Iniziata come la semplice idea di concedere prestiti agli imprenditori poveri, oggi è un settore dinamico che include istituzioni diverse che forniscono servizi di depositi, di rimessa, assicurazioni e offrono prestiti per un ampia gamma di scopi. 7 All origine di questo vasto settore che oggi è la microfinanza si trova il microcredito, ovvero come suggerisce l etimologia il prestito di piccole dimensioni, che veniva e viene concesso ad individui appartenenti a fasce di reddito molto basse e privi di garanzie patrimoniali personali. Nel tempo però questa modalità è stata affiancata da molte altre, nell idea che tali individui possano trarre miglior vantaggio da una vasta gamma di servizi finanziari, come i depositi o i servizi di assicurazione e tutte le relazioni di carattere economico che possono nascere di conseguenza. Pertanto il microcredito rappresenta oggi solo una delle componenti della più ampia visione di microfinanza. 1.2 I clienti coinvolti: l importanza delle donne Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, i clienti della microfinanza appartengono a diversi livelli di povertà, dai vulnerable poor (non-poveri a rischio), agli upper poor (poveri di alto grado ), ai poor (poveri) fino ai very poor (molto poveri) 8. Spesso vivono con meno di un dollaro al giorno, che guadagnano lavorando in piccole aziende o fattorie, oppure impegnandosi in una varietà di attività, tra cui la pesca, la falegnameria, la vendita di ortaggi, il trasporto E importante notare come alcuni di essi siano imprenditori di natura, ma come altri diventino imprenditori per necessità: la microfinanza deve sapere proporre loro schemi innovativi per poter risparmiare e investire in queste piccole attività, in modo da uscire gradualmente dalla povertà, diventando sempre più indipendenti. In molti Paesi in via di sviluppo (in particolare in Bangladesh e in America Latina) la maggior parte di questi clienti è rappresentato dalle donne 9, che spesso raggiungono una 7 Tradotto dall introduzione di Cull- Demirgüç-Kunt Morduch (2009). 8 Classificazione tratta da Consultative Group to Assist the Poor, www.cgap.org 9 La parte sulle donne è tratta da Becchetti (2008), pg. 74; Armendariz de Aghion Murdoch: (2005), capitolo 7 e Consultative Group to Assist the Poor, www.cgap.com. 13

percentuale superiore all 80% dei clienti complessivi 10. Se le banche tradizionali occidentali preferiscono i clienti uomini, spesso perché gestiscono grandi attività e maturano abilità commerciali e finanziarie, le banche della microfinanza si sono accorte di come le donne tendano a essere le loro clienti migliori. Anno di inizio Numero di clienti Percentuale di donne clienti Target dei clienti Fonte: World Bank 2004 Grameen Bank Banco Sol Finca International ActionAid 1983 1992 1984 1991 3.123.802 56.707 211.423 4.355 96% 54,9% 80,44% 35% Piccoli imprenditori rurali Piccoli imprenditori urbani e rurali Rurali Tabella 1 I clienti delle Istituzioni di Microfinanza Piccoli imprenditori urbani Le motivazioni sono sostanzialmente di carattere finanziario e sociale: nel primo caso perché le donne risultano maggiormente in grado rispetto agli uomini di restituire i prestiti (come dimostrano, ad esempio, i dati del Bangladesh con il 15,3% degli uomini che non ripaga il prestito o lo fa in ritardo, contro all 1,3% delle donne 11 ). Nel secondo caso, quello sociale, per due interpretazioni: da un lato la donna è la responsabile della gestione e dell organizzazione della casa e si può quindi intuire come possa facilmente avere una predisposizione alla gestione delle questioni economiche anche fuori dalla casa, come è il caso del corretto utilizzo di un prestito bancario; dall altro lato la donna ha per natura una maggiore attenzione al benessere dei figli e delle generazioni future, che si traduce spesso in una gestione oculata delle risorse a disposizione. Conseguentemente, si possono trarre i vantaggi per la banca che predilige i clienti donna: un primo vantaggio è dato dalla maggior povertà delle donne rispetto agli uomini e dal loro desiderio di avere e gestire delle loro personali risorse, che la microfinanza può concedere loro. Un secondo vantaggio è dato dalla minor mobilità delle donne (vivono e lavorano nello stesso villaggio o nella stessa casa), che implica per la banca maggior facilità e minori costi per raggiungerle e seguirle. Il terzo 10 Inoltre, come riportato dal Human Development Report del 1995, il 70 % del 1,3 miliardo di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno è formato da donne. 11 Dati tratti da Khandler - Khalily - Kahn (1995). 14

vantaggio nasce come conseguenza ai primi due, ovvero la maggiore avversione per il rischio che per situazioni povere-sociali e mobilità hanno le donne: questo rende più sicuri i loro movimenti finanziari. A livello sociale, in particolare, si parla di gender empowerment: se una donna porta a termine con successo un prestito, otterrà un importante progresso a livello di emancipazione, in quanto gestire correttamente denaro e risorse le permetterà di avere un ruolo maggiore sia in famiglia sia a livello della comunità. 1.3 Le modalità di microcredito Il motivo di fondo per cui si sviluppano il microcredito e la microfinanza è dunque quello di dare la possibilità anche alle persone più povere di accedere a forme di finanziamento: per raggiungere questo scopo, sono state sviluppate diverse modalità, che vengono di seguito presentate secondo la classificazione di Muhammad Yunus 12. La prima categoria è data dal microcredito tradizionale informale, che comprende i local moneylenders - ovvero i prestatori di denaro di villaggio - e i Monti di pegno: il sistema dei prestatori di villaggio ha il pregio di ridurre la distanza informativa tra il prestatore e colui che riceve il prestito (il prestatario), in quanto il primo conosce il secondo e sa valutare la sua affidabilità, ma ha il difetto di non promuovere l emancipazione del prestatario, che si trova spesso davanti al monopolio del prestatore, che obbliga a pagare interessi troppo elevati e che spesso finanzia prestiti al consumo invece di avvii di microimprese, per non perdere il proprio ristretto circolo di clientela del villaggio. I Monti di pegno sono anch essi orientati prevalentemente verso i prestiti al consumo e si basano sulle garanzie patrimoniali personali dei pegni, ovvero di beni affettivamente preziosi per i prestatari: questo metodo però non cautela la banca come una garanzia tradizionale. La seconda categoria riguarda i prestiti di gruppo del mercato informale del credito, come le ROSCA, le ASCA e le SHG: le ROSCA (Rotating Savings and Credit Associations) sono associazioni volontarie di risparmiatori, formate da amici e vicini di casa, dove tutti versano a intervalli periodici una somma prefissata per formare un fondo rotativo: nei momenti stabiliti viene sorteggiato a turno uno dei risparmiatori a 12 Il professor Muhammed Yunus (Premio Nobel per la pace nel 2006) viene considerato il padre del microcredito moderno, come verrà spiegato nel paragrafo seguente. 15

cui andrà il fondo. La semplicità di questo sistema è il suo maggior pregio, ma anche il suo limite, in quanto da un lato non si possono variare le dimensioni del fondo, e dall altro non è permesso un utilizzo regolare del denaro a chi vuole investire periodicamente. Proprio per ovviare a questi limiti, nascono le ASCA (Accumulating Savings and Credit Associations), ovvero gruppi leggermente più complessi, dove si può sia distinguere tra risparmiatori che prestano e risparmiatori che chiedono il prestito, sia concedere prestiti a più persone contemporaneamente: in questo modo le ASCA rappresentano il primo passo verso le cooperative di credito. Infine, le SHG (Self-Help Group) o Village Bank sono formate da gruppi di 15-20 persone, spesso donne, che risparmiano insieme fino ad ottenere un capitale da poter usare o investire: spesso segue a questo punto l apertura di un conto di gruppo 13. La terza categoria comprende i prestiti di piccola dimensione che vengono erogati dalle banche tradizionali in alcuni specifici settori, come l agricoltura, la pesca o l allevamento. La quarta categoria riguarda il credito cooperativo, le banche popolari e le casse di risparmio, ovvero tutte quelle istituzioni creditizie che rappresentano un passo in avanti nella microfinanza, in quanto con la loro particolare struttura proprietaria di cooperazione (e non di società) permettono da un lato una diversa gestione degli utili, che vengono accumulati e non distribuiti tra i soci, e dall altro una diversa governance, con voto capitario e non proporzionale al capitale versato. Questa quarta categoria permette di avvicinarsi alla quinta 14 e recente categoria, quella che Yunus definisce microcredito moderno: piccoli prestiti, finalizzati prevalentemente per l investimento piuttosto che per il consumo, a individui o microimprese, prevalentemente privi di garanzie patrimoniali verso i quali le istituzioni di microcredito si cautelano con forme di garanzia alternative 15. 1.4 Il microcredito moderno: M. Yunus e la Grameen Bank Muhammad Yunus, professore bengalese laureato in Economia presso l Università di Chittagong e con Dottorato di Ricerca in Economia presso l'università Vanderbilt di 13 Questo modello è impiegato dal programma studiato in questa tesi, Wekembe, come si vedrà nel quarto capitolo. 14 Si ricordino inoltre le ultime categorie che Yunus annovera oltre alle cinque principali: 6) Consumer microcredit. 7) Bank-NGO partnership based microcredit. 8) Grameen type microcredit or Grameen credit. 9) Other types of NGO microcredit. 10) Other types of non-ngo non-collateralized microcredit. 15 Da Becchetti: Il microcredito, 2008, pg. 24. 16

Nashville negli Stati Uniti, è considerato l ideatore di una nuova metodologia del microcredito. L interrogativo che Yunus si poneva all inizio della sua avventura è quello che anche questa indagine si prefigura di capire, ovvero: è possibile fare per gli ultimi qualcosa di più che insegnare teorie economiche che difficilmente si propongono di promuovere la loro emancipazione? 16 Per cercare di rispondere affermativamente, Yunus inizia nel 1976 con un esperimento: mette a disposizione alcune delle sue risorse economiche per permettere ad alcuni poveri del suo Paese di ripagare i loro debiti e uscire così dall usura. Il prestito a chi non può dare in cambio una garanzia patrimoniale è inammissibile per le banche del luogo, che infatti non lo concedono, mentre per Yunus diventa una sfida: si accorge che con 27 dollari riesce a salvare 42 vittime dell usura 17. Dunque propone alla banche della zona un programma di prestito ai poveri, ma nessuna di esse è disposta ad accettare il rischio, per cui Yunus decide di mettere il proprio denaro a garanzia delle somme prestate, nella nascente Grameen Bank (che in Bangla significa Banca del Villaggio). Sorprendentemente il progetto di Yunus si rivela un successo, in quanto i suoi clienti considerano una questione d onore restituire il prestito. Ecco quindi che nel 1983 le istituzioni finanziarie decidono di sostenerlo e la Grameen Bank diventa una banca indipendente. In quest ottica, gli aspetti su cui Yunus punta sono le cosiddette 3 C, ovvero character, capacity e capital 18 : la prima è la persona, il carattere del potenziale cliente, che indica come si sia occupata dei debiti avuti in passato, come siano la sua storia creditizia e personale, la sua onestà e fiducia e la sua determinazione a restituire il prestito. La seconda è la quantità, la capienza, che indica quanto denaro in prestito una persona è capace di gestire: si considerano eventuali azioni legali passate che possono interferire con i pagamenti. Infine la terza C è il capitale, ovvero le proprietà del potenziale debitore, come immobili, risparmi o investimenti, che possono essere venduti in caso di insolvenza. Il percorso successivo della Grameen Bank non sarà privo di difficoltà, che porteranno anzi alla modifica di molti aspetti e alla nascita della Grameen II, ma è importante sottolineare come quest idea sia diventata un importante realtà (con gli attuali 7 milioni di clienti), nata sia dalla capacità carismatica di un singolo sia dall abbondanza di una 16 Ibidem, pg.13. 17 Ibidem, pg.14. 18 Dal sito www.grameen-info.org 17

domanda del genere in Bangladesh, ovvero di persone povere economicamente ma dotate di motivazione e capitale sociale: questo ha fatto della banca di Yunus un successo e uno dei punti di riferimento per la moderna esperienza di microcredito. Le caratteristiche che più connotano il modello della Grameen Bank 19 sono riconducibili in primo luogo al target di clientela, che è rappresentato da poveri, soprattutto donne, che ricevono prestiti non per il consumo bensì per l investimento; in secondo luogo all assenza di garanzie collaterali, che vengono sostituite da patti fiduciari e dalle loro conseguenze; in terzo luogo all intervallo molto breve nei periodi di pagamento; in quarto luogo al sistema dei prestiti di gruppo e al deposito forzoso che accompagnano obbligatoriamente la concessione del prestito; e infine al decentramento delle attività di monitoraggio dei prestiti a organizzazioni non profit, allo scopo di ridurre i costi di gestione. Target Persone povere, soprattutto donne (97% nel 2008) Scopo Garanzie Tempi di pagamento Modalità Obblighi Prevalentemente per l investimento Assenza di garanzie tradizionali Intervallo molto breve tra un pagamento e l altro Sistema dei prestiti di gruppo e suoi sviluppi Deposito di un somma di denaro Contenimento dei costi Decentramento delle attività di monitoraggio dei prestiti a organizzazioni non profit Fonte: nostra elaborazione dai dati tratti da www.grameen-info.org Tabella 2 Caratteristiche principali della strategia della Grameen Bank L aspetto più sorprendente del modello della Grameen Bank è dato dall assenza di garanzie patrimoniali che, come si avrà modo di approfondire nel secondo capitolo di questa tesi, rappresenta il punto di partenza per dedicarsi a soluzioni alternative e allo sviluppo della microfinanza: per il momento basti sottolineare l importanza che viene data alle risorse intangibili o fattori produttivi nascosti, come la fiducia, la prossimità, la dignità o il valore delle relazioni, che rappresentano in Paesi come il Bangladesh, l India o l Uganda un forte incentivo. 19 Ibidem 18

1.5 Perché intervenire con la microfinanza nel mercato del credito Spesso si è cercato in diversi modi di migliorare i mercati finanziari dei Paesi poveri, ma con scarsi risultati: le banche tradizionali, come si avrà modo di approfondire, non riescono ad allocare le risorse in un modo tale per cui sia possibile superare i costi di gestione e ottenere dei profitti. La microfinanza, come l esempio della Grameen Bank di Yunus dimostra, ripensa invece il sistema bancario step by step, cominciando cioè dal comprendere quali sono gli scopi che vuole raggiungere e progettando degli interventi e delle innovazioni appropriati agli scopi stessi. In particolare, la Grameen Bank ha individuato alcuni principi fondamentali per poter andare in questa direzione: innanzitutto occorre iniziare con il problema e non con la soluzione: il sistema di credito deve basarsi sul contesto sociale interessato e non su una tecnica bancaria predefinita ; serve poi adottare un sistema progressivo (lo sviluppo è un processo a lungo termine) ed essere sicuri che il sistema del credito aiuti i poveri e non viceversa 20. Dalle ricerche di Paulson e Townsend 21 emerge chiaramente come la maggior parte dei piccoli imprenditori locali thailandesi ammetta che la sua attività sarebbe molto più profittevole se riuscisse ad ampliarla, ma che non lo può fare per mancanza di fondi. Il risultato che emerge da queste ricerche rende esplicite due considerazioni importanti: in primo luogo chi decide di avviare un attività ha più abilità di chi non lo fa e ha spesso solo bisogno di fondi per far diventare realtà la sua iniziativa, passando così dall agricoltura all industria; in secondo luogo diventa rilevante il ruolo giocato da una banca che dia queste opportunità agli individui poveri ma con talento, come nel caso della Banca dell Agricoltura e delle Cooperative agricole aperta a questo scopo in Thailandia. Come accennato, le banche tradizionali non sono su questa lunghezza d onda e, agendo in maniera identica a quanto farebbero con i clienti tradizionali, considerano spesso insormontabili le barriere che separano i poveri dall accesso ai servizi finanziari. Queste barriere sono sia di tipo microeconomico sia di tipo macroeconomico 22 : la prima barriera è riscontrabile già nell assetto geografico, in quanto le filiali delle banche nei Paesi in via di sviluppo sono lontane e disperse in zone dalla scarsa densità demografica 20 Ibidem. Qui sono riportati i tre principi più significativi dei dieci citati dalla Grameen Bank. 21 Citate in Armendariz de Aghion Murdoch (2005), capitolo 2. 22 Barriere sottolineate da Moro Visconti (2008), pg.3. 19

e/o in vaste aree geografiche; la seconda barriera tipica dei Paesi in via di sviluppo è la mancanza di documentazione legale o notarile, collegata con la terza barriera, ovvero la mancanza di lavori fissi con fissa retribuzione, che impedisce la possibilità di lasciare una qualsivoglia garanzia. A livello macroeconomico, le barriere sono riscontrabili nella scarsa scolarizzazione e istruzione, nei problemi di fame e di salute, nell instabilità politica ed economica, nell assenza di infrastrutture adeguate, sia a livello di comunicazioni che a livello di trasporti. Barriere alla concessione del credito ai più poveri assetto geografico non favorevole mancanza di documentazione legale o notarile mancanza di lavori fissi con fissa retribuzione scarsa scolarizzazione e istruzione problemi di fame e di salute instabilità politica ed economica assenza di infrastrutture adeguate (sia comunicazioni sia trasporti) Fonte: Nostra elaborazione dai dati di Moro Visconti A survey on microfinance for developing countries: a social responsible investment opportunity, 2008. Tabella 3 Le barriere alla concessione del credito ai più poveri Chiaramente queste barriere sono notevoli: per chi abita nei Paesi terziarizzati esse sono spesso difficili da immaginare, e ancor di più da superare. Tenendo conto di tutti questi ostacoli, ripensare il sistema bancario e finanziario diventa una sfida complessa ma anche fondamentale: se si hanno le armi adatte, la povertà può essere sconfitta. Dunque una volta focalizzato l obiettivo e gli ostacoli che si frappongono per raggiungerlo, agire diventa una questione di volontà: Moro Visconti nella sua Survey 23 sottolinea proprio come si possa convertire la povertà da un peso ad un opportunità. 1.6 I problemi dell asimmetria informativa Dalle barriere emerse, appare comprensibile il comportamento delle banche tradizionali che scelgono di restare lontane da un mercato rischioso come quello dei Paesi in via di sviluppo, che non garantisce la restituzione dei prestiti nel modo in cui i Paesi terziarizzati sono abituati. 23 Ibidem, pg. 5. 20

Il problema principale è quindi la concessione e la conseguente restituzione del prestito, ovvero la relazione tra la banca creditrice e il debitore: se il debitore ha un progetto ma non ha il denaro per realizzarlo, chiederà un prestito al creditore, il quale si troverà nella situazione di dover scegliere se e come concedere il prestito a una persona che non conosce. Questa differenza di possesso di informazioni crea tra i due soggetti un rapporto asimmetrico, cioè il fenomeno definito asimmetria informativa. Tale squilibrio di informazioni relative ai progetti per cui si chiede il prestito è a favore del debitore (che ha quindi il cosiddetto vantaggio informativo), in quanto egli conosce la qualità e la probabilità di successo del progetto meglio del creditore che gli deve concedere il prestito. In particolare, gli elementi fondamentali 24 dell informazione in questione sono non soltanto il valore del progetto per il quale il debitore chiede il prestito, ma anche l impegno che ci metterà nel realizzarlo, il risultato che otterrà dal progetto e le caratteristiche stesse del debitore, ovvero la sua serietà professionale e la sua affidabilità. E chiaro come queste informazioni siano nelle mani del debitore e come questo implichi dei problemi per la banca creditrice. Innanzitutto prima di concedere il prestito il problema della banca sarà quello di trovare informazioni sul potenziale debitore, poi durante il prestito sarà quello di sapere se il debitore usa le risorse al meglio, e infine - terminato il periodo del prestito - sarà quello di verificare che il debitore abbia dichiarato la verità sul risultato del suo progetto. Questi problemi informativi creano delle inefficienze, accentuate nei Paesi in via di sviluppo dalla particolarità dei debitori, poiché essi non possono permettersi le garanzie che tradizionalmente le banche richiedono per ovviare all asimmetria informativa. Prima di vedere se e come la microfinanza può essere d aiuto nel superare questi problemi, li si analizzino più da vicino. Il primo problema informativo viene definito adverse selection (selezione avversa) e si manifesta prima della concessione del prestito: in questa fase la banca ha di fronte una serie di potenziali debitori e deve scegliere il livello di tasso di interesse che le consenta di far accedere al credito chi ha progetti di successo che gli consentirebbero di ripagare le somme prestate 25. Il problema è dato dal fatto che la banca non ha le informazioni necessarie per poter distinguere tra 24 Elementi tratti da Becchetti (2008), pg. 44. 25 Ibidem, pg. 45. 21

progetti più o meno rischiosi e cerca conseguentemente di ripararsi alzando i tassi di interesse, in modo che sia possibile coprire i costi di un possibile fallimento. Questa è un imperfezione di mercato 26, in quanto in questo modo si rischia di selezionare il progetto a maggior rendimento ma anche a più alto rischio, perché i progetti più sicuri sono generalmente proposti dai soggetti più prudenti, che non si getteranno in un prestito dai così alti tassi di interesse. Quello che la banca otterrà sarà quindi un risultato opposto a quello sperato, cioè la selezione dei progetti (e dei debitori) più rischiosi invece di quelli più sicuri. La microfinanza deve essere un modo per indirizzare queste inefficienze, ampliando l accesso al mercato e migliorando la selezione dei progetti. Il secondo problema dell asimmetria informativa è chiamato moral hazard (rischio morale) e si può manifestare dalla concessione del prestito per tutta la durata del progetto: si tratta della difficoltà di controllare il comportamento del debitore, cioè di verificare che quest ultimo utilizzi le risorse che ha ottenuto con il prestito nel miglior modo possibile, cosicché possa concludere il progetto con successo e restituire il prestito alla banca creditrice. Spesso il debitore non fa infatti tutto il possibile per gestire al meglio il suo progetto, perché non ha (o perde) l incentivo al massimo sforzo: la causa è riscontrabile nei bassi costi sociali e psicologici della non restituzione contrapposti allo sforzo produttivo molto elevato richiesto. La banca tradizionale che vuole risolvere questo problema sa che, alzando i tassi di interesse per coprire tali costi, subirà una perdita se il debitore non metterà il massimo sforzo nel progetto: essa deciderà quindi di non concedere simili prestiti. Si tratta di un circolo vizioso, in quanto la banca concerebbe tale prestito se avesse certezze sul debitore, ma il debitore povero non può dare una simile certezza, con la conseguenza che non riceverà il prestito. Murdoch 27 sottolinea come con simili circoli viziosi poverty begets poverty (la povertà generi povertà). Una delle sfide della microfinanza è proprio quella di rimediare all assenza di queste garanzie, trovando delle valide alternative. Il terzo problema informativo è definito strategic default (fallimento strategico) e riguarda ciò che accade dopo che il progetto è terminato: la banca a questo punto non conosce l esito del progetto e il debitore può approfittarne sostenendo che si è verificato 26 Armendariz de Aghion Murdoch (2005), pg. 37. 27 Ibidem, pg. 45. 22

un fallimento, anche quando questo non risponde a verità, in modo da tenere per sé tutti i proventi del progetto. Davanti a questo frequente rischio, la banca tradizionale decide, come sopra, di non concedere simili presiti a meno che non abbia un modo per controllare il vero esito dell investimento. Questa diventa una terza sfida per la microfinanza, che come si vedrà dovrà unire sanzioni sociali per punire i fallimenti strategici e evitare così che i prestiti non vengano concessi. 1.7 La microfinanza come possibile soluzione all asimmetria informativa Appurato che le asimmetrie informative con i loro conseguenti alti tassi di interesse possono, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, precludere l accesso ai servizi finanziari, è il momento di capire se la microfinanza può raccogliere la sfida e trovare le soluzioni alternative richieste. Le banche tradizionali dei Paesi terziarizzati risolvono il problema dell asimmetria informativa chiedendo delle garanzie, cioè dei collaterali che hanno un intrinseco valore di mercato. Ma nei Paesi in via di sviluppo questo non è possibile, in quanto i debitori sono così poveri da non poter lasciare alla banca una garanzia. La microfinanza deve intervenire proprio in questo punto, creando dei prestiti con caratteristiche distintive per questi mercati, diverse quindi da quelle proposte dalle banche tradizionali (come si vedrà nel secondo capitolo di questa tesi). 23

Fonte: nostra elaborazione Tabella 4 L asimmetria informativa Inoltre, accanto al punto principale dell assenza di garanzie, vengono individuate da Moro Visconti 28 altre differenze sostanziali con riferimento alle asimmetrie informative tra le banche tradizionali e le istituzioni di microfinanza (IMF): innanzitutto le prime finanziano prevalentemente imprese di forma societaria a responsabilità limitata, mentre le seconde finanziano principalmente microimprese con responsabilità illimitata. Inoltre le prime offrono prestiti da un lato della durata di anni, e dall altro lato di media/grossa entità, mentre le seconde offrono prestiti molto brevi nel tempo - da essere restituiti con cadenza di poche settimane o di pochi giorni - e di piccola entità. Per le IMF il monitoraggio dei debitori risulta più impegnativo e più costoso rispetto alle banche tradizionali, in quanto mancano sistemi e tecnologie adeguati, ma dall altro lato le IMF hanno il vantaggio di poter incontrare e conoscere maggiormente i loro clienti, ottenendo più trasparenza informativa rispetto alle banche tradizionali. Anche lo stesso rischio morale (moral hazard) si riduce all aumentare dei rapporti con il creditore: entrando in una relazione di fiducia con le IMF, il debitore vorrà impegnarsi nella restituzione del prestito anche senza aver consegnato una garanzia. 28 Moro Visconti (2008), pg. 17. * Come verrà spiegato nel capitolo 2, la prima possibilità è data dai prestiti di gruppo. 24

Le IMF possono quindi trovare soluzioni ai problemi delle asimmetrie informative più di quanto possano fare le banche tradizionali con il loro classico sistema di garanzie: i metodi individuati dalla microfinanza come si vedrà brevemente nei prossimi paragrafi e dettagliatamente nel prossimo capitolo si adattano all ambiente locale, in modo da cogliere le relative opportunità, come dimostrerà l esperienza dei prestiti di gruppo o dei prestiti progressivi. Naturalmente è necessario studiare la microfinanza con occhio critico, poiché essa non deve essere considerata come la magic tool (bacchetta magica) che tutto può risolvere 29 : se da un lato essa può superare le asimmetrie informative con idee nuove, economiche, semplici e flessibili, dall altro lato può anche essere uno strumento difficile, da maneggiare con cura e solo quando le circostanze lo permettono. 1.8 Il ruolo della microfinanza nel processo di sviluppo dei Paesi più poveri Citando l esperienza di Yunus e della Grameen Bank si è voluto proporre l esempio più eclatante di microfinanza, che ha riscosso grande successo in Bangladesh per una doppia motivazione: da un lato la capacità carismatica di un singolo e dall altro lato l abbondante domanda per una simile iniziativa da parte di persone povere ma di talento. E chiaro però che la mancanza di uno dei due fattori rende difficile la diffusione analoga della microfinanza in contesti e periodi diversi 30 : le condizioni di ogni Paese variano da quelle del Paese vicino, e questo significa che anche le modalità di sviluppo della microfinanza non sono universali e ogni volta va trovata una nuova formula, che sia adatta a quelle circostanze. L esperienza della Grameen Bank dimostra come cambiare i sistemi esistenti sia possibile e come la microfinanza possa giocare un ruolo chiave nello sviluppo dei Paesi più poveri: quello che occorre è trovare gli strumenti giusti per farlo. Ecco perché questi dovranno ogni volta essere AAA, cioè affordable, accessible, available 31 : in primo luogo dovranno essere abbordabili e convenienti, quindi divisi in piccole entità facilmente gestibili; in secondo luogo dovranno essere accessibili e avere una distribuzione capillare, anche nelle zone meno abitate; e infine dovranno essere disponibili a tutti i poveri nel momento in cui lo richiedono. 29 Immagine adattata da ibidem, pg.20. 30 Becchetti (2008), pg. 17. 31 Moro Visconti (2008), pg. 6. 25

1.8.1 I servizi della microfinanza Tra i servizi finanziari maggiormente richiesti dai poveri si trovano innanzitutto quelli necessari per gestire le piccole attività, in modo da riuscire ad incrementare così il reddito familiare. Aiutando a diversificare le entrate, il microfinanziamento rappresenta la base fondamentale per pianificare ed eventualmente espandere la propria attività, con la conseguenza di imparare a conservare il denaro e controllarne le uscite: si riesce così ad accumulare una piccola somma, che permetterà di evitare di dover vendere quanto si ha in momenti di crisi. Altri finanziamenti servono invece ad acquistare un terreno, a costruire o migliorare la propria abitazione ( housing microfinance ), oppure a comprare beni di prima necessità ( credito socio assistenziale ), animali o beni durevoli: diversi studi hanno dimostrato come gli acquisti delle persone che hanno ricevuto un prestito con la microfinanza siano risultati poi produttivi ed efficaci. Accanto o in alternativa ai servizi di microcredito, la microfinanza propone inoltre altri tipi di servizi 32 : in primo luogo quelli di microdeposito, poiché spesso i poveri non hanno i mezzi e i luoghi per depositare il loro denaro, che così viene speso. Percentages reporting as primary use Business uses 16 Working capital 13 Finance new business 0 Buy building, equipment 2 Buy vehicle 1 Nonbusiness consumption 35 School fees 14 Medical expenses 3 Household consumption 13 Purchase jewelry 0 Wedding / funeral 2 Religious holiday 3 Finance and assets 6 Purchase land 1 Purchase housing 5 32 Tratto da When is microcredit not the single answer?, CGAP, www.cgap.org e da Armendariz de Aghion Murdoch (2005), capitolo 6. 26

Pay loan 0 Other use or not applicable 39 Fonte: Armendariz de Aghion Murdoch: The Economics of microfinance, 2005 Tabella 5 Utilizzi dei micro depositi, calcolati nel 2000 su 201 clienti della BRI I servizi di microdeposito aiutano invece a conservare il denaro e gestire meglio rischi e uscite: per questo motivo, secondo alcune ricerche 33, il microdeposito è la modalità richiesta maggiormente dai poveri, prima ancora dei servizi finanziari. Significativo è l esempio della BRI indonesiana, che ha aperto uno sportello in ogni città, in modo che i suoi clienti possano raggiungerlo con facilità. Le cifre non solo alte, ma sono comunque sufficienti a fare la differenza nel giro di mesi o di anni: tenendo conto che il PIL procapite indonesiano è di 400 dollari, il microdeposito consente ai clienti di iniziare con piccoli depositi di 20 dollari e arrivare a depositi di 75, che permettono loro una migliore gestione dei risparmi, impiegati infatti per le proprie attività lavorative, per le spese scolastiche o per la gestione della casa. In particolare tra le caratteristiche di questo sistema, quelle che attraggono maggiormente i microclienti 34 sono i conti di deposito (con un libretto con liquidità e saldi minimi), la buona collocazione dei servizi di deposito, la loro sicurezza, e i tassi di interessi positivi che vi maturano. Inoltre ai microclienti interessano molto anche altri aspetti più semplici, come edifici semplici e ospitali, unità mobili che raggiungano i villaggi più dispersi, procedure amministrative semplici, uno staff cortese e amichevole, e anche incentivi per il deposito, come lotterie o premi. Il microdeposito rappresenta così un modo diverso per raggiungere lo stesso scopo del microcredito. In secondo luogo le istituzioni di microfinanza possono proporre servizi di assicurazione o pensione: a questo riguardo si devono superare gli stessi problemi del microcredito, ovvero da un lato la selezione avversa e il rischio morale e dall altro gli alti costi di transazione. Di conseguenza, ci sono alcune microassicurazioni che hanno più successo di altre: quella più accolta e richiesta dai clienti delle IMF è l assicurazione sulla vita, perché rassicura i clienti sulle sorti della loro famiglia dopo la propria morte, oltre a dare una somma anche in caso di morte del coniuge o dei figli. Le IMF permettono di avere questa assicurazione anche insieme al finanziamento di microcredito, a fronte di un aumento di 1% sul tasso di interesse (è il caso, ad esempio, 33 Karlan- Zinman (2008). 34 Tratto da Baydas, Graham, Valenzuela (1997). 27

di FINCA International). Minor fortuna hanno invece le assicurazioni sulla salute, in quanto da un lato è più difficile per le IMF controllare che i clienti prendano le giuste precauzioni o medicine in caso di malattia e dall altro lato i clienti non considerano una simile assicurazione adatta a loro. In terzo luogo vengono proposti programmi di assistenza sociale, che forniscono sussidi alle persone colpite dalle crisi oppure ai poveri cronici: questi programmi vengono attivati spesso con calamità naturali, come terremoti, alluvioni o carestie e permettono il soddisfacimento dei bisogni primari e un inizio di ricostruzione delle proprietà perdute. Tra gli altri servizi possibili, si annoverano attraverso sussidi gli investimenti in infrastrutture o comunicazioni da un lato e in educazione per i bambini o in programmi di impiego per gli adulti dall altro, che danno un importante spinta al Paese considerato. Servizio Modalità Meta - obiettivo Scopo primario Acquistare terreno / beni Investimento in Microcredito Prestito durevoli / animali; un attività e uscita dalla migliorare l abitazione povertà Microdeposito Deposito di una somma minima Imparare a conservare il denaro e gestire meglio rischi e uscite Investimento in macro attività come scuola, salute, matrimoni o funerali Micropensione e microassicurazione Sulla vita, sulla salute, sull attività lavorativa Riduzione della vulnerabilità Investimento di lungo periodo Programmi di assistenza sociale Sussidi a chi viene colpito da crisi o da calamità naturali Soddisfare i bisogni primari e ricostruire le proprietà perdute Assistenza sociale Investimenti in infrastrutture o comunicazioni Costruzione infrastrutture con programmi semi pubblici Dare lavoro e migliorare gli scambi e i trasporti Investimento nella rete di relazioni e miglioramento dell efficacia dell intero sistema Investimenti in educazione per i Sussidi Educazione Investire nelle risorse umane, fornire le 28

bambini o programmi di impiego per gli adulti Formazione e aggiornamento Fonte: Nostra elaborazione Tabella 6 Servizi proposti dalle IMF capacità lavorative per avviare un attività e uscire dalla povertà In tutti i casi la meta raggiunta è la riduzione della vulnerabilità e il miglioramento delle condizioni economiche dei poveri: i servizi di microfinanza permettono infatti di passare da una sopravvivenza di ogni giorno alla possibilità di poter programmare il proprio futuro. Con questa certezza, i poveri sono spesso in grado di allungare il periodo di studio dei loro figli a scuola, di migliorare l alimentazione e le condizioni di vita, di potersi pagare un minimo di assistenza sanitaria all occorrenza, senza cioè dover aspettare che la malattia diventi grave per pagare le cure 35. 1.8.2 Gli alti tassi di interesse 36 Uno degli aspetti della microfinanza che appare più dibattuto è quello dei tassi di interesse praticati dalle IMF: contro a quanto ci si potrebbe aspettare da istituzioni che sono dalla parte degli ultimi, tali tassi sono molto elevati, variando tra l 1,5% e il 4% mensile. Questi tassi sono visibilmente maggiori rispetto a quelli proposti dalle banche tradizionali, ma sono comunque accattati dai poveri, poiché allo stato attuale essi considerano più importante l accesso ai finanziamenti che non il prezzo. Prima di mostrare come questi tassi non siano effettivamente proibitivi per i poveri, si cerchi si capire perché raggiungono livelli così elevati. Innanzitutto, il tasso di interesse è legato all entità del prestito: come mostra il grafico che segue, c è un punto di breakeven sotto al quale la banca subisce delle perdite (e sopra al quale guadagna). 35 Informazioni tratte da Consultative Group to Assist the Poor, www.cgap.org 36 Paragrafo basato su CGAP www.cgap.org / Becchetti (2008), pg. 65-73 / Moro Visconti (2008), pg. 20-23. 29