Relatore: Dott. Giovanni Alberton Collaboratori: Agrotecnico Andrea Capuzzo Agrotecnico Laura Schiavon



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IL PICCOLO MANUALE DE LA POTATURA DELLE PIANTE DA FRUTTO Relatore: Dott. Giovanni Alberton Collaboratori: Agrotecnico Andrea Capuzzo Agrotecnico Laura Schiavon

La potatura consiste in una gamma di interventi atti a modificare il modo naturale di vegetare e di fruttificare di una pianta. La potatura si propone di modificare la pianta per raggiungere una serie di obiettivi: dare alla pianta una forma idonea all'utilizzazione ottimale della luce (ma anche per facilitare le operazioni colturali); accelerazione dello sviluppo dei giovani alberi per raggiungere al più presto lo scheletro definitivo e l'entrata in produzione; raggiungimento di un equilibrio chioma/radici e fase vegetativa/fase riproduttiva, per una produzione alta, costante, di qualità; far sì che le piante si adattino alla fertilità agronomica; La potatura comprende numerose operazioni che vengono eseguite direttamente sullo scheletro o sulla chioma delle piante arboree per regolare la loro naturale capacità vegetativa e produttiva e conseguire il massimo rendimento economico. La potatura è distinta in base allo scopo e alla stagione in cui viene eseguita, ricordiamo di seguito quelle più utilizzate: Potatura di allevamento o di formazione: praticata con l'intento di dare alle giovani piante la forma ottimale per lo sfruttamento razionale dello spazio e della luce Potatura di fruttificazione o di produzione: praticata con l'intento di favorire lo sviluppo dei rami che portano fiori e/o frutti per migliorarne la qualità; e per mantenere il giusto equilibrio tra attività produttiva e vegetativa della pianta Potatura di riforma o di ristrutturazione: praticata quando sorge l'esigenza di variare la forma di un albero, ritenuta non più idonea ai fini produttivi (ad esempio l'adozione di macchinari per la raccolta dei frutti meccanizzata) o ornamentali Potatura di ringiovanimento: praticata con l'intento di rinnovare le piante ormai vecchie, con una drastica riduzione della chioma con la capitozzatura, al fine di ottenere nuovi getti che sostituiranno le branche invecchiate Potatura di risanamento o di rimonda: praticata per eliminare le parti di chioma disseccate, spezzate o attaccate da parassiti Potatura invernale: praticata per attivare la vegetazione con tagli più o meno drastici a seconda degli scopi Potatura verde o estiva: eseguita durante il ciclo vegetativo con lo scopo di deprimere il vigore vegetativo di alcune parti della pianta a favore di altre, con operazioni di spuntatura, scacchiatura, sfemminellatura, diradamento dei frutticini, sbottonatura dei bottoni floreali, cimatura, spollonatura, etc..

Principali operazioni di potatura SCACCHIATURA: questa operazione consiste nell'asportare completamente i getti che derivano dallo sviluppo di gemme a legno situate in posizioni non utili all'economia generale della potatura. Essa viene generalmente applicata alle piante in allevamento. CIMATURA: questo intervento di potatura verde consiste nell'asportare l'apice dei germogli. L'operazione è molto delicata, avendo per oggetto organi in via di accrescimento e quindi fisiologicamente molto reattivi. Le conseguenze della cimatura sono diverse a seconda del momento in cui viene eseguita: la cimatura praticata precocemente su germogli vigorosi, quando il loro sviluppo è più intenso, provoca un arresto temporaneo della vegetazione, sopprime la dominanza apicale e induce lo sviluppo dei rami anticipati. Nei vigneti la cimatura viene spesso praticata per limitare lo sviluppo dei tralci che, accrescendosi eccessivamente, possono, con il loro portamento scandente, invadere gli interfilari e intralciare la periodici esecuzione delle operazioni colturali. DIRADAMENTO DEI FRUTTI: questa operazione viene eseguita quando, specialmente in certe annate, la cascola fisiologica non è di per sé sufficiente ad assicurare il raggiungimento di un'adeguata pezzatura dei Frutti e, al tempo stesso, una regolare produzione nell'anno successivo. Quando infatti la fruttificazione è in eccesso, l'accrescimento dei rami e la loro stessa lignificazione risultano compromessi, così come ridotta è la differenziazione a fiore delle gemme. Il diradamento costituisce una pratica abituale per il pesco e i susini, abbastanza frequente per l'albicocco, il melo e il mandarino. Circa la scelta dei frutti da asportare, nelle drupacee si sopprimono, in primo luogo, quelli eventualmente inseriti a coppia sugli stessi nodi passando poi a operare lungo i rami; nel melo si tende a lasciare un solo frutto per ciascuna lamburda. SFOGLIATURA: questo intervento consiste nell'asportare parte delle foglie per favorire l'insolazione e l'arieggiamento dei frutti prossimi alla maturazione. In generale la sfogliatura eseguita in epoca appropriata migliora l'aspetto del prodotto.

Le gemme: distinzione in base alle caratteristiche Per ottenere dalla potatura gli effetti desiderati, nonché per poter seguire le indicazioni via via suggerite per le diverse specie, è indispensabile saper riconoscere i tipi di gemme presenti sulle piante, la loro distribuzione e le possibilità di trasformazione. Esse si dividono in: gemme a legno, a fiore e miste. 1. Gemme a fiore 2. Gemme a legno GEMME MISTE Hanno caratteristiche intermedie tra le precedenti, e danno origine a rami e fiori. Le gemme miste danno origine sia a foglie che a fiori e a rami a loro volta "misti".

Distribuzione e localizzazione delle gemme Le gemme sono situate in modo vario, ma piuttosto regolare, ed è pertanto possibile distinguerle con notevole precisione. A seconda della posizione che occupano sui rametti, le gemme prendono denominazioni diverse: - gemma apicale: è posta all'estremità di un ramo; - gemma laterale: si trova lungo un ramo, in corrispondenza dei nodi, anelli rigonfiati già rilevabili allo stadio di germoglio e ben visibili con la lignificazione (non sempre però i nodi portano gemme); - gemma ascellare: si trova all'ascella di una foglia o di un germoglio, sopra il loro punto di inserzione. Grado di sviluppo delle gemme su una pianta e anche su uno stesso ramo sono presenti contemporaneamente gemme a diverso stadio di sviluppo; - gemma pronta: si sviluppa nell'anno stesso in cui si è formata e da origine a un ramo cosiddetto "anticipato", sul quale si può intervenire con la potatura nella stagione stessa o nell'inverno successivo; - gemma dormiente: è di recente formazione e destinata a evolversi in germoglio 1'anno successivo, alla ripresa vegetativa; se stimolata con la potatura o con l'innesto prima della quiescenza definitiva (luglio-agosto), può evolversi subito e dare origine, come le gemme pronte, a rami anticipati; - gemma latente: può rimanere indifferenziata anche per anni e risvegliarsi in seguito a uno stimolo, come il taglio del rametto sovrastante o interventi similari. Le gemme dormienti, latenti e avventizie possono venire indotte al risveglio mediante interventi di potatura o tecniche alternative; - gemma avventizia: situata in un punto insolito sul fusto o sui rami, può risultare utile per ottenere lo sviluppo di un germoglio nella posizione e nella direzione desiderate.

IMPIANTO

ALBERI DA FRUTTO

FORMAZIONE DEI RAMI A FRUTTO Primo anno 1.Tra novembre e febbraio scegliere un ramo laterale forte ben posizionato e non potarlo. Secondo anno 2.Tra novembre e febbraio il ramo s è allungato: sulla parte cresciuta l anno precedente si sono formate delle gemme a fiore. Potare nel punto da cui cresce la nuova parte di ramo. 3.Tra agosto e ottobre il ramo laterale potato si carica di frutti. Terzo anno 4.Tra novembre e febbraio potare il ramo laterale fruttifero fino a un moncone di cm 2-3. 5.In ottobre, alla fine della stagione vegetativa dal moncone è spuntato un nuove ramo laterale vigoroso che non va potato per ricominciare da capo il ciclo di rinnovamento.

ALLEVAMENTO A SPALLIERA PRIMO ANNO DI FORMAZIONE

ALLEVAMENTO A SPALLIERA SECONDO ANNO DI FORMAZIONE E PRODUZIONE

p rodotti p e r l a gri c ol tura e l a z oote c n i a c on su l e nza te c n i ca a gron omi c a POTATURA A VASO FORMAZIONE C O O P E R A TI VA A G R I C O L A S P A Z I O S ed e L egale: V ia Trev is o, 9 5-3 1 0 4 0 S ignores s a d i Trev ignano ( TV ) Tel. 0 4 2 3-6 7 0 9 1 5 F ax 0 4 2 3-6 7 0 8 7 7 e-m ail: cons ulente@coops pazio.com w w w.coops pazio.com w w w.fu ngicid a-d is erbant e-concim e-ins et t icid a-nat u rale.it

POTATURA A VASO PRODUZIONE

PIRAMIDE E FUSETTO FORMAZIONE N.B. : nel fusetto i rami non vanno tenuti liberi ma orizzontali

p rodotti p e r l a gri c ol tura e l a z oote c n i a c on su l e nza te c n i ca a gron omi c a PIRAMIDE E FUSETTO - PRODUZIONE C O O P E R A TI VA A G R I C O L A S P A Z I O S ed e L egale: V ia Trev is o, 9 5-3 1 0 4 0 S ignores s a d i Trev ignano ( TV ) Tel. 0 4 2 3-6 7 0 9 1 5 F ax 0 4 2 3-6 7 0 8 7 7 e-m ail: cons ulente@coops pazio.com w w w.coops pazio.com w w w.fu ngicid a-d is erbant e-concim e-ins et t icid a-nat u rale.it

Regole generali per una corretta potatura Il taglio deve essere eseguito con arnesi perfettamente affilati e adatti alla consistenza e al diametro del ramo: appositi coltellini per i tessuti teneri, erbacei o carnosi, forbici di varia misura e seghetti a denti più o meno fini per i tessuti semilegnosi o lignificati. E' necessario che la recisione avvenga con facilità, senza provocare schiacciamenti, slabbrature, scheggiature: la superficie di taglio deve essere netta. La recisione di un ramo va eseguita con tecnica corretta; le superfici di taglio con diametro superiore ai 2-3 cm vanno protette con l'apposito mastice; le specie resinose non richiedono alcuna applicazione, mentre le drupacee producono spesso, in corrispondenza dei tessuti incisi, della "gommosi" sulla quale si insediano muffe e batteri. Si deve recidere in modo da ottenere lo sviluppo del nuovo germoglio nella direzione desiderata, scegliendo opportunamente la posizione della gemma. Si taglia secondo una superficie inclinata, in direzione opposta al punto di inserzione della gemma, immediatamente sopra questa, ma non troppo vicino, per non provocare lesioni al tessuto di cui fa parte, alle quali fa seguito lo sviluppo di germogli e di rami deformi. Tagliando a distanza da una gemma, o nel tratto compreso tra due gemme, rimane un moncherino che, non possedendo alcun elemento in grado di evolversi, secca o marcisce, dopo aver inutilmente assorbito nutrimento.

ALCUNE GENERALITA - I CILIEGI VANNO TENUTI PULITI DAI SECCUMI E DAI RAMI NON PRODUTTIVI. NEI CILIEGI ADULTI LA POTATURA DI RINNOVO VE ESEGUITA SEMPRE DOPO LA RACCOLTA DEI FRUTTI, MENTRE QUELLA DI MANTENIENTO NEL TARDO INVERNO. - L ACTINIDIA (KIWI) VA POTATA NEL TARDO INVERNO COME NEL VIGNETO (I RAMI A FRUTTO SONO I NUOVI GETTI DI 1 ANNO). - I FRUTTI ANTICHI DANNO PRODUZIONE DOPO 4-7 ANNI - CON LA POTATURA VERDE VENGONO ELIMINATI, DURANTE IL PERIODO VEGETATIVO, TUTTI I SUCCHIONI ED I POLLONI.