DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENZA DEL SUMMIT INTERNAZIONALE DI ROMA SULL ACQUA E IL CLIMA

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SUMMIT INTERNAZIONALE ACQUA E CLIMA : I GRANDI FIUMI DEL MONDO SI INCONTRANO 23-25 ottobre 2017 - Roma DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENZA DEL SUMMIT INTERNAZIONALE DI ROMA SULL ACQUA E IL CLIMA Considerando quanto segue: I cambiamenti climatici diventano sempre più preoccupanti e la disponibilità dell acqua è seriamente compromessa. L'acqua è un elemento unico e speciale, in quanto riunisce in sé aspetti economici, ecologici, spirituali, culturali e sociali. Questi aspetti sono profondamente connessi tra loro e qualsiasi soluzione deve tenere conto di questo insieme complesso. E necessaria una mobilitazione a livello globale al fine di mettere in campo, tempestivamente, programmi adeguati per prevenire i cambiamenti climatici a far fronte ai loro effetti. L'acqua, e soprattutto una migliore gestione dell acqua, possono contribuire in modo significativo a risolvere il problema: l acqua crea un legame tra i diversi Paesi e tra i diversi settori. Una buona gestione dell acqua è fondamentale per l adattamento ai cambiamenti climatici e per la loro mitigazione. Esistono, a livello mondiale, numerose buone pratiche in materia di gestione sostenibile dell acqua che facilitano questo adattamento con l utilizzo di approcci e tecnologie innovative, incluse soluzioni basate sulla natura o la produzione di energie rinnovabili. Il ruolo centrale dell'acqua nello sviluppo sostenibile è ora riconosciuto nell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e nei suoi 17 obiettivi adottati nel settembre 2015 dall'assemblea generale delle Nazioni Unite Nazioni Unite e hanno lanciato nuovi percorsi per lo sviluppo integrato. Tuttavia, la mancanza di un adeguamento efficace ai cambiamenti climatici ha probabilmente un impatto negativo significativo sulla nostra capacità di raggiungere questi obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, soprattutto quelli legati alla lotta contro la fame, l'energia ei cambiamenti climatici, acqua, biodiversità... La Conferenza delle Parti di Parigi del 2015 (COP 21), e la seguente COP 22 di Marrakech nel 2016, in linea con l Obiettivo 6 dell Agenda 2030 delle Nazioni Unite adottata a settembre 2016, hanno segnato un punto di svolta nel riconoscimento ufficiale dell acqua come priorità nella lotta contro il cambiamento climatico, affermando che la riduzione dei rischi di disastri, la gestione delle risorse idriche e l adattamento ai cambiamenti climatici sono questioni da non considerare più come argomenti separati.

Le Conferenze delle Parti di Parigi e di Marrakech hanno evidenziato fortemente la necessità di garantire la collaborazione tra i Governi nazionali e sub-nazionali, le autorità locali, le città, le imprese, le istituzioni finanziarie e i cittadini, al fine di far fronte ai cambiamenti climatici e assicurare la realizzazione degli impegni presi dai Governi con la firma dell Accordo di Parigi. La Dichiarazione Ministeriale del 2017 dei Ministri dell'acqua dell'unione per il Mediterraneo (UpM), sull'agenda dell Acqua dell UpM, mira a realizzare un'attuazione coordinata e sostenibile degli approcci di gestione integrati e globali delle risorse idriche con la partecipazione dei soggetti coinvolti per affrontare una vasta gamma di sfide, incluse quelle relative all'acqua e al clima nella regione. L'iniziativa «Acqua per l'africa» lanciata durante la Conferenza internazionale sull acqua e il clima, che si è svolta a Rabat a luglio 2016, ha indiviuato le azioni che contribuiranno a migliorare la gestione delle risorse idriche nel continente africano, al fine di favorire la realizzazione degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile. Il «Patto di Parigi sull adattamento ai cambiamenti climatici nei bacini dei fiumi, dei laghi e degli acquiferi», promosso dalla Rete Internazionale degli Organismi di Bacino (RIOB/INBO) e dall UNECE, è stato siglato da 358 organizzazioni di più di 90 Paesi. Il Patto ha l obiettivo di mobilitare a livello mondiale, nazionale e locale tutti i soggetti interessati: organismi di bacino nazionali e transfrontalieri, organizzazioni bilaterali e multilaterali, governi, autorità locali, imprese, agricoltori, settori economici e società civile, che si impegnano a mettere in campo azioni comuni e coordinate, volte a migliorare la gestione dell acqua e quindi la resilienza agli effetti del cambiamento climatico. Alla COP 22, le quattro «Alleanze» - quella dei bacini (i 358 firmatari del patto di Parigi), l'alleanza delle Imprese per l Acqua e il Cambiamento Climatico, che conta oggi 44 aziende associate, di cui 30 multinazionali di primo piano, l'alleanza delle Megalopoli per l'acqua e il Clima, coordinata dall UNESCO, dall ICLEI, dal SIAAP e dall Arceau-IDF, che raggruppa 16 Megalopoli per una popolazione totale di più di 300 milioni di abitanti, e l Alleanza della Desalinizzazione - create nel 2015 durante la COP21 di Parigi, tutte fortemente impegnate nell azione per l acqua e per il clima, si sono congiuntamente impegnate, in una Dichiarazione comune, a mobilitare i loro partner, a identificare e diffondere le buone pratiche e a sostenere lo sviluppo di nuovi progetti da soggetti coinvolti nell adattamento ai cambiamenti climatici e nella resilienza del settore idrico, creando l Alleanza Mondiale per l Acqua e il Clima (GAfWaC). Il Summit di Roma In accordo con le iniziative prese finora e tenendo conto delle preoccupazioni e delle aspettative dei responsabili dei bacini fluviali e lacustri del pianeta, ogni giorno messi alla prova davanti ai problemi legati agli effetti dei cambiamenti climatici sempre più violenti e distruttivi, il Governo italiano, attraverso il Ministero dell Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, insieme alla Commissione Economica per l Europa delle Nazioni Unite (UNECE), alla Rete Internazionale degli Organismi di Bacino (INBO), l Alleanza Mondiale per l Acqua e il Clima (AMAC) e ad Aquamadre, ha preso l iniziativa di riunire, per la prima volta, a Roma, i responsabili degli organismi dei bacini fluviali, e lacustri, ivi compresi i bacini transfrontalieri, di tutti i continenti, per favorire un dialogo costruttivo, grazie alla partecipazione di tutti i partner coinvolti nella gestione dell acqua e le istituzioni bancarie,

promuovendo lo scambio di esperienze, di informazioni e di know how sulla gestione sostenibile e l attuazione di azioni e di progetti comuni, che siano anche dotati del giusto sostegno finanziario, al fine di anticipare gli scenari futuri e prevenire i potenziali conflitti tra i diversi utilizzatori della risorsa. Il Summit di Roma ha permesso un dialogo ampio e approfondito su molteplici temi per definire nuovi obiettivi e nuove strategie di intervento. Sono state presentate esperienze di gestione, strumenti e progetti innovativi, nonché proposte di intervento per affrontare gli effetti del cambiamento climatico sulle risorse idriche e sugli ecosistemi acquatici. Il Summit di Roma è stata l occasione per dimostrare la convergenza tra le iniziative che dovranno essere sostenute in futuro, in termini di azioni, progetti e risorse finanziarie, per consolidare i risultati già conseguiti, e far sì che l acqua entri a pieno titolo, quale priorità assoluta, nei negoziati ufficiali sul clima e, a tal fine, contribuire a dare forma alla giornata ufficiale dedicata all'acqua e al clima, che si terrà in occasione della COP23 di Bonn. Il Summit di Roma ha dato un chiaro segnale a tutti i soggetti coinvolti nell'attuazione di azioni concrete per l'acqua e il cambiamento climatico. È auspicabile istituire, in un contesto adeguato da definire, un meccanismo per monitorare le iniziative lanciate a Parigi e confermate a Marrakech, per la mobilitazione congiunta delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNCCD) e dei soggetti non governativi, come le istituzioni finanziarie, per l'attuazione di un vero e proprio programma di azioni prioritarie per l'adattamento ai cambiamenti del clima nel settore dell'acqua. È inoltre auspicabile che l'acqua svolga un ruolo ancora più importante nelle politiche dei diversi paesi, in particolare nei loro«nationally Determined Contributions (NDCs), per assicurare una maggiore integrazione con gli altri settori strategici interessati, come, ad esempio, le città sostenibili, l agricoltura e l alimentazione, la salute, il trasporto o energia. Dichiarazione Il Summit internazionale di Roma "Acqua e Clima : i Grandi Fiumi del mondo si incontrano", si rivolge ai Governi, alle organizzazioni internazionali, alle istituzioni finanziarie e a tutti i soggetti coinvolti, che parteciperanno alla COP 23 che si terrà a Bonn a novembre 2017, il seguente messaggio: L'acqua deve essere formalmente riconosciuta come una priorità dei risultati della prossima COP 23 di Bonn, in particolare sottolineando l'importanza delle misure di adattamento accanto alle misure di mitigazione necessarie. L'attenzione delle Parti della UNFCCC deve rivolgersi maggiormente verso l'importanza dell'acqua, che dovrebbe diventare una tema di prioritaria importanza nel quadro delle misure di adattamento individuate nei contributi nazionali (NDC). È necessario promuovere la realizzazione degli obiettivi del "Patto di Parigi" e le azioni delle Alleanze sopra citate, nell ottica dell uso e della gestione sostenibile delle risorse idriche e far fronte alle sfide del cambiamento climatico. Si raccomanda che siano intraprese azioni urgenti sulle seguenti questioni prioritarie:

1) La gestione integrata dell acqua, organizzata a livello di fiumi, di laghi e di acquiferi, costieri, nazionali o transfrontalieri, si impone sull'intero pianeta, perché la sua efficacia è stata ampiamente dimostrata. L'uso congiunto di acque superficiali e sotterranee e la protezione delle acque e delle falde acquifere dovrebbero essere una priorità. 2) In particolare, la cooperazione su scala regionale e transfrontaliera in tema di adattamento ai cambiamenti climatici è fondamentale per contrastare i mutamenti del clima. Essa contribuisce ad aumentare l'efficienza complessiva dell'adattamento raccogliendo le conoscenze, i dati e le risorse di tutto il bacino, facilitando il dialogo tra i paesi rivieraschi e le parti interessate, aumentando lo spazio di pianificazione per individuare e localizzare misure, benefici e i costi. Promuovere la cooperazione transfrontaliera e regionale sull acqua e sull adattamento ai cambiamenti climatici deve basarsi sulla normativa internazionale sull acqua, sulle due Convenzioni delle Nazioni Unite sull acqua (la Water Convention del 1992 e la Watercourse Convention del 1997), i progetti di articoli della UNILC sul Diritto degli Acquiferi Transfrontalieri, e i loro principi chiave, come il principio di non-pregiudizio, uso equo e razionale, e di cooperazione. Si raccomanda la cooperazione regionale anche nell elaborazione delle NDC, nonché lo sviluppo di valutazioni di vulnerabilità su scala di bacino, lo sviluppo e l'attuazione di strategie di adattamento a livello di bacino e altre misure significative. 3) E opportuno sostenere la creazione e lo sviluppo di organizzazioni di bacino locali, nazionali o transfrontalieri e rafforzare la cooperazione istituzionale e tecnica tra le organizzazioni di bacino della stessa regione e di altre parti del mondo, in particolare nel quadro di reti esistenti, e fornire loro gli strumenti e le capacità per agire sugli effetti del cambiamento climatico nei rispettivi bacini. 4) Bisogna organizzare e migliorare in ciascun paese e in ciascun bacino, la produzione, la raccolta, la conservazione e lo scambio di dati nell'ambito dei Sistemi Integrati di Informazione sull'acqua che devono essere garantiti nel lungo termine, al fine di consentire una visione precisa delle condizioni idrologiche e meteorologiche, dei consumi, dell'inquinamento e dello stato degli ambienti naturali e delle loro evoluzioni, in particolare connessi agli effetti del cambiamento climatico. I sistemi esistenti devono essere adeguati e i parametri valutati e rivisti, tenendo conto dei cambiamenti climatici e, in particolare, i sistemi di allerta rapida per far fronte a inondazioni e siccità devono essere rafforzati o sviluppati, laddove necessario. 5) E necessario altresì garantire l'effettiva partecipazione della società civile e delle parti interessate ai processi decisionali e inerenti la gestione, coinvolgendo anche le popolazioni locali, in particolare le donne e i giovani, e unire le forze di tutti gli attori, compreso il settore privato, per costruire comunità resilienti e strategie condivise. L'accesso alle informazioni, alla formazione e all'educazione ambientale deve essere consolidato in tutto il mondo, in particolare per le popolazioni più svantaggiate o emarginate. In particolare, è necessario avere a disposizione piattaforme di dialogo, quali i comitati o i consigli di bacino, le commissioni locali per l'acqua o i contratti di fiume o di acquifero. 6) È necessario stabilire un forte legame tra la gestione e la scienza per il processo decisionale basato sulla conoscenza, ad esempio esplorando la collaborazione tra gli esperti del Summit di Roma e gli scienziati per lavorare insieme nel quadro dell Iniziativa sui Grandi Fiumi del Mondo di UNESCO IHP. 7) E importante promuovere lo scambio di esperienze sui meccanismi più efficaci per favorire il dialogo e la partecipazione degli attori del settore dell acqua in tutto il mondo e creare dei legami tra i rappresentanti delle autorità locali, dei settori economici e della società civili coinvolti nel processo. L obiettivo del progetto "AQUAMADRE" è quello di

facilitare questo contatto tra gli soggetti coinvolti. Si auspica che i membri dei Consigli e dei Comitati di bacino che già esistono in molti paesi organizzino una cooperazione rafforzata fra di loro, nell'ambito di un'iniziativa congiunta che sarà inserita nel processo "Cittadini" del prossimo Forum mondiale sull'acqua, che si terrà a Brasilia a marzo 2018. 8) E necessario valorizzare e proteggere tutte le fonti idriche nei bacini: i fiumi, gli acquiferi e gli ecosistemi connessi per le generazioni presenti e future. In questo senso, è necessario promuovere le Soluzioni basate sulla Natura (NBS), normalmente molto vantaggiose soprattutto in una prospettiva transfrontaliera: si registra infatti un crescente interesse per nuovi approcci definiti con termini diversi, come l'eco-ingegneria, il sostegno ai servizi ecosistemici o alle infrastrutture verdi, dei settori specifici come il ripristino, i sistemi di drenaggio sostenibili o i sistemi naturali di drenaggio o misure di ritenzione dell acqua (NWRM), ecc. Inoltre, lasciare spazio sufficiente di recupero ai fiumi, è riconosciuta come una delle sfide più importanti e un nodo chiave per la gestione naturale delle inondazioni (NFM), la ricarica delle falde acquifere, la protezione della biodiversità e dei benefici per le comunità umane. Le soluzioni basate sulla natura hanno vantaggi multipli e non hanno un unico scopo. Possono contemporaneamente aumentare la resilienza dei territori ai rischi climatici (siccità, inondazioni, erosioni, innalzamento del livello del mare, ecc.), svolgere un ruolo nella protezione e nel ripristino della biodiversità e risolvere altre sfide dello sviluppo come l'accesso all acqua potabile, la sicurezza alimentare (compresa la lotta allo spreco alimentare e l adozione di pratiche agricole sostenibili e innovative) e la salute umana, le città sostenibili e il turismo. Inoltre, i numerosi vantaggi delle soluzioni basate sulla natura contribuiscono a ridurre i costi di intervento. Il Summit di Roma ha inoltre invitato alla firma di una dichiarazione a sostegno dell'integrazione dell'uso delle Soluzioni Basate sulla Natura nell'agenda di Marrakech per un Azione Globale sul Clima durante la Giornata per l'acqua e il Clima, che si terrà durante la COP23 a novembre prossimo. 9) Occorre prestare maggiore attenzione alla prevenzione dei rischi, un investimento sensato che consente un risparmio economico, considerando altresì che l'impatto socioeconomico dello squilibrio climatico sta cominciando a pesare sulle economie e sulle finanze di molti paesi, soprattutto di quelli più poveri. I governi e la comunità internazionale devono garantire la mobilitazione di fondi essenziali per l'attuazione di azioni urgenti per l adattamento dell'acqua ai cambiamenti del clima. 10) L'Africa è il continente più vulnerabile agli effetti del cambiamento climatico: sette dei dieci paesi più a rischio del mondo sono in Africa e l'acqua è il primo settore attraverso il quale la popolazione africana soffre degli impatti del cambiamento climatico. Il 65% della popolazione africana potrebbe essere vittima di un deficit idrico entro il 2025. Il cambiamento climatico ha anche un impatto significativo sui fenomeni migratori, e anche i bisogni dei rifugiati climatici e degli sfollati interni (Internally Displaced People) devono essere tenuti in considerazione. Pertanto, l'africa deve poter contare sulla mobilitazione di tutti i partner attraverso l'iniziativa "Acqua per l'africa", lanciata alla Conferenza internazionale sull'acqua e il clima che si è tenuta a Rabat a luglio 2016. 11) Il raggiungimento degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell Agenda 2030 e l'attuazione dell'accordo di Parigi richiedono di accelerare i finanziamenti rivolti all azione contro i cambiamenti climatici nel settore idrico, da tutte le fonti disponibili. I finanziamenti dovrebbero essere assegnati con l obiettivo di superare i principali ostacoli al reperimento di fondi da fonti importanti, quali i prestiti provenienti da organizzazioni multilaterali e bilaterali e dal settore privato. Ciò include il rafforzamento della pianificazione, della programmazione e della progettazione, nonché di altri servizi di consulenza, comprese le consulenze finanziarie. I fondi potrebbero tuttavia avere un impatto maggiore se utilizzate per una migliore valutazione dei rischi, cosa che potrebbe mobilitare finanziamenti privati. Le banche multilaterali di sviluppo (BMS) e le altre

istituzioni finanziarie dovrebbero uniformarsi maggiormente nel definire ulteriori finanziamenti per il clima e la loro attuazione e impegnarsi nel settore idrico per individuare ulteriori opportunità di finanziamento per la lotta al cambiamento climatico in tale settore. 12) I finanziamenti dovrebbero non solo andare a sostenere i progetti infrastrutturali, ma anche migliorare la conoscenza delle risorse e degli impatti del cambiamento climatico, lo sviluppo delle capacità, la governance, la cultura dell'acqua, il monitoraggio e lo sviluppo e la valutazione delle politiche. Si auspica inoltre che i donatori riconoscano il ruolo essenziale delle Organizzazioni di bacino nella gestione sostenibile delle risorse idriche, fornendo sostegno finanziario ai progetti connessi con gli impegni e con i principi sopra indicati per far fronte ai cambiamenti climatici. Roma, 25 ottobre 2017. Questa Dichiarazione tiene conto dei contributi pervenuti dai partecipanti del Summit fino alla mattina del 25 ottobre.