Istituto Tecnico Statale ad Ordinamento Speciale Albe Steiner anno scolastico 2015/16 TESINA MATURITÀ Vitiello Giorgia 5D Visual
ALBE STEINER BIOGRAFIA Disegno di Albe Steiner dopo l assassinio dello zio Albe Steiner nasce a Milano il 15 novembre 1913. Nei primi anni della sua giovinezza, Albe Steiner intraprende, sulle orme del padre, gli studi di ragioneria. Due eventi segneranno profondamente la sua vita e influenzeranno le sue scelte: la morte del padre Emerico nel 1929 e l omicidio dello zio Giacomo Matteotti nel 1924, entrambi per mano dei fascisti. Fu proprio l assassinio dello zio che fece maturare in Albe undicenne, la coscienza dell antifascismo. È a quest età che si forma in lui un forte ideale antifascista che lo porta alla militanza perché sosteneva che «libertà è cultura». Albe ha quindici anni quando decide di diventare un grafico. Dopo essersi diplomato in ragioneria, Albe decide di intraprendere lo studio del design e della grafica che in Italia era appena agli inizi. L influenza che ha avuto in campo lavorativo è stata varia, di autori italiani e stranieri, in particolare: Edoardo Persico (collaboratore e poi co-direttore della rivista Casabella) ma anche di Antonio Boggeri, di Munari, Nizzoli, Schawinsky, Huber, Soldati, Licini, Radice, Fontana, e molti altri. Nel 1938 sposa Lica (nata nel 14 da padre ebreo bulgaro e madre cattolica italiana), che sarà la sua inseparabile compagna di vita e di lavoro. Con lei apre a Milano lo studio LAS (Lica Albe Steiner). Aprono insieme quindi lo studio di grafica e intorno al 1939 si avvicina- 3
Biografia Biografia no al Partito Comunista Italiano ed insieme conoscono Salvatore Di Benedetto e Elio Vittorini, con i quali svolgeranno clandestinamente attività di informazione e propaganda politica, lavoreranno per molti dei giornali italiani di sinistra: l Unità, Il Contemporaneo, Vie Nuove, Rinascita, Movimento operaio, Rivista storica del socialismo, Studi storici, Tempi moderni, Problemi del socialismo, L Erba voglio, Mondo Operaio, Italia contemporanea, realizzano manifesti e opuscoli, alleste mostre, stand e festival, nell impostazione grafica di gran parte della stampa della sinistra italiana. Nei primi anni di guerra prosegue la sua affermata attività professionale, legandosi al mondo dell avanguardia culturale antifascista milanese, sempre in contatto con le esperienze del movimento moderno (gli architetti Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers, Pagano, Giolli, Albini, De Carlo, i pittori e grafici Mucchi, Veronesi, Max Huber, Treccani, Birolli, Guttuso, Sassu ecc.). Nel 1943, con la moglie, diviene partigiano nella Val d Ossola come commissario politico comunista della 85a Brigata Garibaldi; durante la guerra perde il fratello, deportato nel campo di concentramento di Ebensee (Austria del nord), ed il padre e due cugini di Lica per mano nazista. Albe Steiner partecipa alla Resistenza prima organizzando recuperi e trasporti di armi, poi nelle file del battaglione Valdossola. Perde il fratello Mino, anch egli militante della Resistenza, deportato a Mauthausen e al campo di lavoro di Ebensee, dove morirà nel marzo del 45. Dopo il 25 aprile Lica e Albe sono tra i fondatori dei Convitti della Rinascita, lavorano alle mostre della Liberazione e della Ricostruzione del 45 a Palazzo Reale. Dopo la guerra, Albe Steiner continua la sua attività di grafico e designer collaborando con famose riviste, case editrici, giornali di sinistra, aziende; insegna inoltre in diversi corsi di laurea e lavora per enti e istituzioni culturali. Albe e Lica, partiranno poi alla fine del 1945, per il Messico per raggiungere i due fratelli di Lica, là espatriati, prima delle leggi razziali, per riunire quanto era rimasto della famiglia dopo la guerra. Dal 1946 al 1948, in Messico insieme con la sua famiglia ed Hannes Meyer, ex direttore del Bauhaus, collaborerà alla campagna nazionale di alfabetizzazione. Torna in Italia nel 1948 a Milano dove inizia ad insegnare al Convitto Scuola della Rinascita. Continua la sua attività di grafico lavorando per numerose riviste come la Domus, Metron, Edilizia moderna, per alcune delle più importanti case editrici italiane come: Feltrinelli, Einaudi, Zanichelli e per alcune aziende tra cui Pirell e Olivetti. Si appassionò anche di correnti artistiche e stilistiche come il costruttivismo sovietico ed il rigore del Bauhaus. Dal 1950 al 1954 è art director a La Rinascente ed è tra i promotori della mostra che darà origine al premio Compasso d oro. E sempre negli anni Cinquanta è docente dell Umanitaria. Successivamente tiene corsi all Università di Venezia, all ISIA di Urbino e negli istituti d arte di Parma, Roma e Firenze. Nel 1963 apre a Reggio Emilia il primo magazzino a libero servizio e Steiner disegna quello che diventerà il marchio della Coop. Collabora con enti e istituzioni culturali come la Rai, il Piccolo Teatro, la Triennale di Milano, il Teatro popolare italiano, Italia 61, la Biennale di Venezia. Progetta insieme all architetto Lodovico di Belgioioso il primo Museo al Deportato politico e razziale, a Carpi. Il Museo, tuttora aperto, è stato inaugurato nel 1973. È stato socio fondatore dell Associazione per il Dise- INCONTRO COOP L incontro fra Coop e Albe Steiner data primi Anni Sessanta quando si pensò di affidare a un grande nome del design la progettazione globale di un immagine formale che comprendesse sia la creazione di un insegna unitaria per i negozi e i prodotti sia la cura degli interni. Il primo marchio Coop infatti era costituito da un logotipo con carattere corsivo come si usava all epoca e non aveva fino a quel momento un ruolo decisivo nell impatto comunicativo complessivo perché il marchio era utilizzato quasi esclusivamente per firmare il prodotto in modo abbastanza defilato. In un momento importante del suo sviluppo emerse perciò la necessità di darsi nuove prospettive e adeguare la propria identità visiva alle moderne tecniche di comunicazione. Albe Steiner dunque modificò nel 1963 il logotipo derivandolo dall alfabeto universale di Herbert Bayer e per rendere meglio l idea della cooperazio- 4 5
Incontro coop ne tra persone ridusse al minimo la spaziatura fra le quattro lettere. A questo proposito Steiner scrisse Ho scelto un immagine ottimista, un legame tra quattro lettere, una cooperazione tra caratteri.... Il marchio apparve per la prima volta come insegna del primo magazzino a libero servizio di Reggio Emilia: il negozio numero 1 di Coop di cui Steiner curò tutto l allestimento interno e esterno compresa la segnaletica e i manifesti e l invito per l apertura (era il 19 ottobre 1963). Successivamente nel 1985 Bob Noorda operò il restyling del marchio ideato da Steiner in perfetto accordo peraltro con Lica alla quale chiese in una lettera il permesso per portare avanti il lavoro del marito prematuramente scomparso nel 1974. I tratti vennero ingrossati utilizzando lo stesso taglio sghembo per la lettera C e la lettera P. Una sorta di staffetta generazionale fra due grandi designer. Il marchio originario è rimasto come un fil rouge che ha tenuto insieme l evolversi della rete dai primi piccoli supermercati di quartiere agli ipercoop fino alle più recenti declinazioni di CoopVoce (la telefonia a marchio Coop) e di Coop on line (la sperimentazione di commercio elettronico). ALBE STEINER CHI E OGGI Albe Steiner è considerato il padre del Graphic Design, con uno stile caratterizzato dalla continua ricerca di massima chiarezza e leggibilità del linguaggio visivo e da un assenza di formalismi, nonché convinto sostenitore della necessità di una relazione tra arte e impegno politico e sociale, è stato quindi, una figura di riferimento per la grafica italiana degli anni cinquanta e sessanta. Il suo maggior interesse però fu rivolto all editoria libraria, con una chiara visione del posto che doveva occupare il grafico nel processo di produzione del libro : un crocevia di operazioni e di esigenze diverse, tra gli autori, gli illustratori, i direttori editoriali e i redattori a monte, gli uffici di produzione, i tipografi, gli zincografi e i legatori a valle. Con il compito di dare a tante voci una forma unitaria, ma anche di far sentire tra quelle la propria voce, convergente con le altre allo scopo comune, e insieme espressione di un contributo autonomo cui doveva essere riconosciuta la dignità, almeno, di un alto artigianato ( in Albe Steiner. Comunicazione visiva, Firenze, Alinari 1977). Dopo la Liberazione, cura l impostazione grafica del Politecnico di Vittorini : Parte integrante del discorso del Politecnico era la grafica che, dovuta ad Albe Steiner, mirava a proporre in modo nuovo e originale il rapporto fra testi e immagine. L alternanza dei rossi e dei neri, il richiamo a certe soluzioni delle avanguardie russe post-rivoluzionarie, l uso di fotografie per raccontare delle storie, l apertura ai fumetti, si basavano su una feconda intuizione delle possibilità di impiego offerte dai materiali figurativi. Vittorini assecondò la sensibilità di Steiner con il talento del giornalista che era in lui... Di fatto, la 6 7
Albe Steiner: Chi è oggi Albe Steiner: Chi è oggi grafica del Politecnico fece scuola, e non vi fu giornale progressista apparso sulla sua scia che non si misurasse con quella impostazione (Notizia su Il Politecnico, scheda editoriale allegata alla ristampa, Einaudi, Torino 1975). Realizza inoltre per Einaudi la collana Politecnico biblioteca, diretta da Vittorini, che pubblica fra il 1946 e il 1949 undici titoli, da Dieci giorni che sconvolsero il mondo di John Reed a Ragazzo negro di Richard Wright. E presente con ricerche e proposte progettuali della comunicazione visiva in tutti i più vivaci settori industriali, pubblicistici e d informazione dell Italia del dopoguerra, e anche per questa via ha avuto parte decisiva nell aprire il nostro paese a una moderna cultura visiva. In particolare, suo importante contributo a tali sviluppi sono le mostre a tema, formula inventata da Steiner per permettere la facile circolazione di idee politiche e culturali con una minima spesa. Con il suo stile chiaro, leggibile ed essenziale, Albe Steiner, ricerca un linguaggio visivo esente da formalismi e giochi di parole. È convinto che ci sia una forte necessità per la grafica di impegno sociale e politico. È stato una figura di riferimento per la grafica italiana degli anni cinquanta e sessanta. Steiner muove da un attenta analisi del rapporto fra contenuto, destinazione e forma, legge tutti i libri che cura, fissa le norme da osservare nell esecuzione pratica e usa le competenze tecniche e gli strumenti grafici di cui dispone, applicando i criteri a lui abituali della chiarezza e della semplicità, per raggiungere quell equilibrio della composizione che facilita la lettura e quindi la comprensione del messaggio scritto. Le innovazioni introdotte da Steiner non comportavano mai un maggior lavoro per redattori o tipografi, ma sempre qualche semplificazione o l eliminazione di operazioni superflue. Mirando a una maggiore chiarezza del messaggio visivo otteneva nello stesso tempo una riduzione di costi e una pagina che risultava ben fatta. Per Einaudi cura, oltre a Politecnico biblioteca, le collane I gettoni -diretta da Vittorini- e Collezione di teatro ; progetta e realizza singoli volumi o collane per La Nuova Italia, Editori Riuniti, Edizioni del Gallo, Sugar, Bompiani, Compagnia Edizioni Internazionali, Vangelista. Le collaborazioni più importanti sono quelle prestate a Feltrinelli e Zanichelli. Consulente editoriale e art director presso Feltrinelli dal 1955 (anno della fondazione) al 1965, cura l impostazione grafica delle varie collane compresa l Universale Economica, giudicata per la novità dell impaginazione della copertina, l utilizzazione della fotografia alternata con la semplice scritta, la disposizione eterodossa dei titoli...una delle pietre miliari nella storia dell editoria nostrana (G. Dorfles in Albe Steiner. Comunicazione visiva, cit.). Per Zanichelli, dal 1960 al 1974, rinnova le edizioni scolastiche, soprattutto i volumi a carattere scientifico, riconfermando anche per questa via la passione pedagogica e il profondo interesse sempre rivolto al mondo della scuola. Fino al 1958 insegna infatti al Collegio Rinascita, dal 1959 alla morte è direttore e insegnante di progettazione grafica della scuola del libro della Società Umanitaria: in questo ruolo promuove nei primi anni settanta MOSTRA LICALBE STEINER «Gli uomini passano, ma le cose che fanno restano» dice Albe Steiner alla figlia Anna. La mostra, curata da Anna Steiner, cade nel 70 anniversario della Liberazione d Italia a testimonianza dell impegno civile iniziato durante la Resistenza e che ha contrassegnato tutto l arco della loro vita. Il lavoro degli Steiner fu sempre caratterizzato da una poetica dell ottimismo, da una fiducia dichiarata nel presente e nel futuro, credendo che l impegno in prima persona, professionale, didattico potesse segnare la differenza. Attraverso numerosi materiali di archivio, il percorso della mostra ripercorre la produzione dello Studio L.A.S. dai primi lavori: dal 1939 fino alla Liberazione e al viaggio in Messico (1946-1948), in una narrazione scandita dalle diverse sezioni: ricerca grafica e foto-grafi- 8 9
Mostra LicAlbe Steiner ca, editoria, pubblicità e allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile, formazione professionale. Una sezione inedita ricostruisce l attività di Lica dalla scomparsa di Albe nel 1974, fino al 2008, anno dell inventariazione dei materiali dell Archivio Albe e Lica Steiner donato da Lica e le figlie al Politecnico di Milano. Negli ultimi trent anni Lica ha continuato, insieme all insegnamento, a lavorare con Anna Steiner e Franco Origoni. La biografia viene ricostruita in mostra attraverso rari documenti che Lica ed Albe hanno tenacemente conservato nel tempo, nonostante guerre, distruzioni e viaggi, a testimonianza della loro formazione e Anna Steiner, figlia di Albe e Lica Steiner della loro unione intellettuale che li ha visti così inseparabili da essere chiamati da loro stessi e dagli amici, i Licalbe, tracciandone un unica identità. I materiali esposti provengono dall Archivio Albe e Lica Steiner del Politecnico di Milano e dalla Collezione privata dello Studio Origoni-Steiner. La mostra è stato realizzata grazie alla partecipazione di Coop, che ha saputo vedere in questo progetto un momento importante per la storia e la memoria del suo marchio, disegnato da Steiner nel 1963, poi ridisegnato da Bob Noorda d accordo con Lica Steiner. Ad Albe Steiner si deve anche tutta la declinazione / applicazione del marchio Coop sugli imballaggi coordinati e l allestimento del primo magazzino a libero servizio Coop di Reggio Emilia studiato in funzione dell individuazione dei reparti e dei prodotti. La mostra è l ultima parte di un progetto di diffusione della vita e delle opere degli Steiner promosso da Ardaco e sostenuto da Coop, iniziato sette anni fa con la realizzazione del film documentario Linea Rossa. Insieme per un Progetto di cambiamento di Enzo Coluccio e Franco Bocca Gelsi (Ardaco-Orda d Oro, 2009) in cui una intensa Lica ha lasciato la sua ultima testimonianza diretta, insieme a quella di amici, famigliari, artisti come Arnaldo Pomodoro e Francesco Leonetti. (Il film sarà presente in mostra). Indice ALBE STEINER BIOGRAFIA... 2 INCONTRO COOP... 4 ALBE STEINER CHI E OGGI... 6 MOSTRA LICALBE STEINER... 8 Ancora oggi la grafica è veicolo di informazione, una comunicazione visiva di concetti e ideali. Può essere un forte mezzo per la divulgazione politica e sociale, per far in modo di restituire giustizia e diritti alle minoranze e per difendere la libertà. 10 11