Testo greco a fronte sull avidità di guadagno Prefazione generale, Saggio introduttivo, Nuova traduzione e note di Giovanni Reale Bibliografia specifica di Vincenzo Cicero BOMPIANI testi A fronte
Direttore editoriale Bompiani Elisabetta Sgarbi Direttore letterario Mario Andreose Editor Bompiani Eugenio Lio ISBN 978-88-452-7921-8 2015 Bompiani/RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8-20132 Milano Realizzazione editoriale: Vincenzo Cicero Rometta Marea (ME) I edizione Testi a fronte settembre 2015
Sommario Prefazione generale ai dialoghi giovanili di Platone Saggio introduttivo autenticità dell Ipparco e suo significato Biografia, cronologia e opere di Platone Esplicitazione delle abbreviazioni 9 33 77 93 Ipparco (Sull avidità di guadagno, etico) 107 Bibliografia specifica indice generale 169 177
avvertenza Questo dialogo viene pubblicato dopo la morte di Giovanni reale, che ne ha curato l edizione, in un progetto unitario, insieme agli altri dieci dialoghi socratici di Platone. Fino alla sera prima di essere chiamato altrove reale ha lavorato su questi testi. La nuova traduzione da lui condotta è iniziata nel 2007. Gli undici Saggi introduttivi sono stati rivisti e integrati tra gennaio e il 14 ottobre 2014. Giovanni reale aveva personalmente consegnato all Editore quattro dialoghi: Teagete, Amanti, Ippia maggiore e Ippia minore. il materiale dei sette dialoghi rimanenti è stato recuperato dal suo computer. Si tratta di un lavoro già completato per quanto riguarda i saggi introduttivi, le traduzioni e l apparato bibliografico di base; solo alcune note sono da integrare con l aiuto degli allievi e collaboratori. Ecco quanto lui stesso ha scritto nella Prefazione generale che viene pubblicata in apertura di ciascun dialogo: «Sono, questi, gli ultimi dialoghi di Platone di cui noi ci occupiamo [ ], in quanto [ ] solo dopo aver studiato a fondo il pensiero di Socrate, siamo stati in grado di interpretarli in modo adeguato, di valutarli nella loro grande importanza e di gustarli». Giorgio Ferri Stretto collaboratore di Giovanni reale nei suoi ultimi anni di attività
SwkrathS Alla; me;n dh; touv~ ge ponhrou;~ aujto;~ ei\pe~ o{ti kai; smikra; kai; megavla kevrdh filou`sin. EtairoS Ei\pon. SwkrathS Oujkouǹ kata; to;n so;n lovgon pavnte~ a[nqrwpoi filokerdei`~ a]n ei\en, kai; oij crhstoi; kai; oij ponhroiv. EtairoS Faivnetai. SwkrathS Oujk a[ra ojrqw`~ ojneidivzei, ei[ tiv~ tw/ ojneidivzei filokerdei` ei\nai: tugcavnei ga;r kai; oj tau`ta ojneidivzwn aujto;~ toiou`to~ w[n. Socrate Ma tu stesso dicevi che gli uomini cattivi amano i guadagni, piccoli o grandi che siano. amico L ho detto. Socrate Allora, in base a quello che hai detto, tutti gli uomini sarebbero amanti di guadagno, e i buoni e i cattivi. amico Sembra. Socrate Perciò, quando uno accusa qualcuno di essere amante di guadagno, lo accusa a torto, perché anche colui che muove queste accuse si trova nella stessa condizione. Ipparco, 232 C
PrEFaZioNE GENEraLE ai dialoghi GioVaNiLi di PLaToNE N.B. riproduciamo questa Prefazione in tutta la nuova serie dei «dialoghi socratici» di Platone che pubblichiamo nella collana Testi a fronte, in quanto contiene i canoni ermeneutici e i criteri generali seguiti nella loro presentazione e interpretazione, per agevolare i lettori che si procurano solo volumi successivi al primo.
1. Giudizi contraddittori sui dialoghi socratici i primi dialoghi platonici sono stati da sempre chiamati «socratici», in quanto prevale in essi la dottrina del maestro, ma sono stati giudicati in maniera contraddittoria. il giudizio più equilibrato su di essi dato in passato è stato quello di Werner Jaeger, che vogliamo riportare: «Nella lunga serie delle opere platoniche, si rivelano come un gruppo a sé, distinti da comuni caratteristiche, quelli che si sogliono chiamare dialoghi socratici : in senso stretto, giacché anche in altre opere Socrate appare figura centrale. Questo gruppo, infatti, rappresenta, si può dire, la forma originaria del dialogo socratico nel suo aspetto più semplice, ancora del tutto aderente alla realtà. Sono tutti di breve estensione, non più lunghi di quanto potrebbe essere nella realtà una conversazione occasionale. Nel punto di partenza e nello scopo, nell uso del procedimento induttivo e nella scelta degli esempi, in tutto insomma il loro svolgimento, essi mostrano una somiglianza di tratti tipici, che si spiega, evidentemente, col modello reale a cui cercano di aderire» (Paideia, ed. Bompiani, p. 831). Tuttavia, il suo giudizio è rimasto sul generico. Jaeger, infatti, non è entrato, se non limitatamente, nell interpretazione dei singoli dialoghi giovanili, e non ha individuato le caratteristiche specifiche di fondo che stanno alla base di tali scritti, ma questo è ciò che più conta per la loro esegesi.
12 giovanni reale Va comunque detto che non pochi studiosi nei confronti di questi dialoghi sono rimasti perplessi, soprattutto per il fatto che si tratta di opere di carattere per lo più «aporetico», e quindi lasciano il lettore a bocca asciutta, ossia senza una soluzione esplicita del problema trattato, e sono, di conseguenza, diffcili da interpretare, e pertanto poco accattivanti. Su alcuni, poi, è caduta la scure dell atetesi, soprattutto nell ottocento e anche nel corso del Novecento. oggi si tende, in generale, a non ricorrere al criterio della negazione dell autenticità, a meno che il dialogo non contenga sicuri riferimenti a dottrine posteriori. Noi siamo convinti che i dialoghi di Platone tramandatici dagli antichi come autentici possano essere ritenuti tali, almeno per la maggior parte. in passato, non pochi studiosi hanno ritenuto questi dialoghi assai magri, e quasi privi di contenuti filosofici. h. maier, per esempio, scrive (tr. it., i, pp. 126 sg.): «Per questi dialoghi sembra valere in modo affatto speciale l affermazione che la massa degli accessori mimici non è per nulla proporzionata alla magrezza del contenuto filosofico (Zeller, i4 p. 526). ma essi non vogliono affatto offrire un contenuto dottrinale [ ]. anzi, il loro Socrate in sostanza non muove alla conquista di concetti etici; ed essi intendono suscitare non interesse scientifico, ma, come il Socrate dell Apologia, vita morale».
prefazione ai dialoghi giovanili di platone 13 2. Posizioni inaccettabili dal punto di vista ermeneutico assunte da alcuni studiosi La posizione più estremistica è stata quella assunta da olof Gigon, il quale, nel suo libro su Socrate del 1947, ha affermato addirittura che di Socrate non possiamo sapere pressoché nulla, e che lo conosciamo meno dei Presocratici, dei quali ci è giunto qualche frammento diretto e autentico, mentre di Socrate ci sono giunte solo testimonianze indirette fra di loro in contraddizione. Tali testimonianze presenterebbero non il Socrate storico, bensì un personaggio creato dalla fantasia degli autori, e di questo sarebbe responsabile soprattutto Platone, ma non solo lui. anche uno studioso come Gabriele Giannantoni è caduto in posizioni estremistiche, eliminando Platone addirittura per intero dai testimoni del pensiero di Socrate, includendo invece nella sua raccolta perfino alcune testimonianze dei Padri della Chiesa (1971). Si tratta di posizioni del tipo di quelle delle quali si può ben dire, come è stato giustamente rilevato, che la filologia, quando diventa ipercritica, distrugge se medesima. (Si pensi che Giannantoni, dalla successiva raccolta Socratis et Socraticorum Reliquiae del 1990, esclude non solo Platone, ma anche aristofane e Senofonte, ossia le più importanti testimonianze su Socrate). in particolare, olof Gigon non ha tenuto conto del fatto assai importante e incontestabile che, data la straordinaria eccezionalità del pensiero di Socrate, non poteva essere compreso dai vari testimoni nella sua profondità e ricchezza e nella sua portata rivoluzionaria, se non in proporzione all intelligenza, alla sensibilità e all apertura intellettuale che essi avevano, e quindi in modo diverso e in vari sensi (più che