T.Col. Guido Guidi 27 Settembre 2016

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Transcript:

T.Col. Guido Guidi 27 Settembre 2016

Il clima non è solo temperatura

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I principali dataset di temperatura globale Hadley Centre Dati di superficie

I principali dataset di temperatura globale NCDC - Dati di superficie

I principali dataset di temperatura globale GISS - Dati di superficie

I principali dataset di temperatura globale Berkeley Institute Earth Project

Contestualizziamo le temperature superficiali La diffusione spaziale delle osservazioni

Dataset GISS anomalie di temperatura con smoothing 250 km

Dataset GISS anomalie di temperatura con smoothing 1200 km

GHCN Temperature e disponibilità dei dati

Contestualizziamo le temperature superficiali Temperature vs Osservazioni

GHG: contributo all effetto serra Gas Formula Contributo (%) Vapore Acqueo H 2 O 36 72% Anidride Carbonica CO 2 9 26% Metano CH 4 4 9% Ozono O 3 3 7% 14

Il Forcing della CO2

La discontinuità della relazione CO2-Temperatura

Contestualizziamo le temperature superficiali Groenlandia e concentrazione della CO2 dai carotaggi in Antartide

Contestualizziamo le temperature superficiali Vostok Ice cores

Contestualizziamo le temperature superficiali IPCC 1990

Contestualizziamo le temperature superficiali IPCC TAR 2001

Contestualizziamo le temperature superficiali IPCC FAR 2007

Contestualizziamo le temperature superficiali IPCC AR5 2014

Stime IPCC - AR5

Stime IPCC vs Osservazioni

Stime IPCC vs Osservazioni

Il rateo di riscaldamento ha subito un rallentamento nel periodo 1998-2015, mentre nel 2016 il contributo di El Niño ha fatto registrare una nuova tendenza all aumento Ne è all origine una variabilità naturale più incisiva del forcing antropico? Il calore in eccesso è stato assorbito dagli oceani? Il sistema è nel suo complesso meno sensibile di quanto stimato all azione della forzante antropica?

Variabilità naturale Oscillazioni decadali e multidecadali della temperatura degli oceani

Variabilità naturale Riduzione dell attività solare

Contenuto di calore degli oceani

Variabilità naturale Sensibilità climatica più bassa

Gli Eventi Estremi dall AR5 I cambiamenti più «robusti» negli estremi climatici riguardano le temperature, includendo anche in parte le ondate di calore C è scarsa evidenza scientifica in estremi associati con altre variabili climatiche dalla metà del XX Secolo I dataset disponibili NON mostrano trend significativi nella frequenza e nel numero dei Cicloni Tropicali Persiste assenza di trend evidenti circa la frequenza/intensità degli eventi alluvionali a scala globale Bassa confidenza scientifica nei trend degli eventi a scala locale (soprattutto per inomogeneità dei dati disponibili) Bassa confidenza scientifica nei trend dell intensità dei Cicloni Extratropicali (medie latitudini)

Danni da eventi atmosferici in relazione al PIL

In assenza di trend, ma nella persistenza di eventi ad elevato impatto, la chiave di lettura resta quella della capacità di previsione, del sistema di allertamento e della resilienza

Un esempio di sistema di previsione Modelli Ensemble EFI IR COLOR ENHANCED HODOGRAPH Oss.ni Satellitari Modelli Ad Area Limitata SEGNALE DI TENDENZA BREVE TERMINE NOWCASTING 180 168 156 144 132 120 108 108 96 84 72 60 48 36 24 12 06 00 34

Extreme ForecastIndex (EFI) Sviluppato al Centro Europeo per le Previsioni a Medio termine, è un parametro probabilistico che ben supporta l individuazione di eventi estremi Segnala la presenza di eventi ANOMALI o ESTREMI COME? Comparando la distribuzione dell EPS di un dato parametro con la distribuzione della climatologia del modello (M-Climate) (*), per uno specifico luogo, periodo dell anno e scadenza di previsione, l EFI segnala luoghi dove la distribuzione dell ENS va verso gli estremi del clima Questo permette di stabilire la non-normalità di una situaizone senza definirne confine specifici (che siano dipendenti dal tempo e dallo spazio). I VALORI NON SONO PROBABILITA IN SENSO STRETTO Una probabilità del 30% di una precipitazione oltre I 20mm in 6 ore in luglio non sarebbe estrema a Nuova Delhi ma lo sarebbe al Cairo EARLY ALARM BELL 180 168 156 144 132 120 108 (*) Lalaurette, 2003; Zsótér, 2006

ODOGRAFO Simile a un diagramma termodinamico. Descrive il profile vertical del vento su di un diagramma circolare. Quando ci sono condizioni favorevoli per eventi intensi gli odografi possono indicare quale tipo di celle temporalesche ha maggiori probabilità di svilupparsi Dati gli ingredienti per la convezione profonda Forti moti verticali Forti venti relative nei bassi strati (almeno 10 m/s) Forte rotazione del vettore di variazione del vento con la quota (90 tra superficie e 3km) Forte allineamento dei venti relativi e della vorticità orizzontale per lo sviluppo di celle rotanti Tutto questo lo si può dedurre da un Odografo in quanto riassunto in una unica grandezza detta Storm-Relative Environmental Helicity EARLY ALARM BELL SHORT-RANGE 180 168 156 144 132 120 108 108 96 84 72 60 48 36 24 12

COLOR ENHANCED INFRARED Immagini Sandwich HRV + color enhanced IR 10.8µm Informazioni dalla scala dei grigi e da immagini monocolore Informazioni sulla struttura tridimensionale delle nubi Informazioni sull altezza del TOP della nube EARLY ALARM BELL SHORT-RANGE NOWCASTING 180 168 156 144 132 120 108 108 96 84 72 60 48 36 24 12 06 00 37

Un Esempio 19/09/2016 09.35UTC 38

Struttura verticale del vento 08UTC 09UTC 10UTC 39

L evoluzione COLD RING 40 COLD U-SHAPED

La catena di previsione L EFI è utilizzato nel medio-termine per il primo segnale di convezione intensa (6 giorni prima) Preavviso Nel breve termine l attenzione si focalizza sulle aree suggerite dall EFI per il calcolo degli odografi al fine di prevedere il tipo di convezione -Avviso Le immagini satellitari sono utilizzate per individuare l incipit e il successive sviluppo della convezione Gestione Evento EARLY ALARM BELL SHORT-RANGE NOWCASTING 180 168 156 144 132 120 108 108 96 84 72 60 48 36 24 12 06 00 41

Grazie!