coordinamento diocesano Estate Ragazzi 2011



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Diocesi di Imola Ufficio per la Pastorale Giovanile Via Garibaldi, 41-40026 Imola (BO) www.upgimola.wordpress.com coordinamento diocesano Estate Ragazzi 2011 Presentazione progetto ESTATE RAGAZZI 2011 Quanti desideri e quanti sogni sono contenuti nel cuore dell uomo? E chissà quanti nel cuore di un bambino o di un ragazzo che si apre alla vita? Pensiamo davvero che siano milioni ma uno tra tutti esprime il cuore dell uomo: il desiderio di felicità. Siamo certi che nessuno a questo mondo cerchi, per sé e per chi ama, la fatica e il dolore ma, senza ombra di dubbio, la felicità. Da questa certezza abbiamo fatto nascere il progetto ER 2011 con la certezza che l ascolto delle domande e dei desideri del cuore dei bambini e dei ragazzi, che durante l estate vivranno con noi questa fantastica avventura, sapranno dare sempre rinnovato slancio ai nostri appuntamenti, alle nostre attività, al nostro gioco e al nostri impegno. Ci farà da guida l aviatore che Antoine de Saint-Exuperie ha voluto rappresentare nella storia, ormai tra le più belle e più classiche della letteratura per ragazzi, Il piccolo principe. Il bellissimo viaggio narrato dall autore è in realtà un viaggio sempre più profondo nel cuore dell uomo. I suoi desideri, le sue domande e la sua curiosità, ci permettono di comprendere come ogni desiderio sia come una forza che ci spinge sempre oltre e più avanti. Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho annaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa. Con questa cura vogliamo anche noi prenderci cura dei desideri e delle domande di senso che i nostri bambini e i nostri ragazzi ci mostrano; con questa stessa intensità desideriamo prenderci cura di ognuno di loro, uno a uno! don Andrea Responsabile dell Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile INTRODUZIONE "Alla ricerca dell essenziale, invisibile agli occhi"

Il progetto Estate ragazzi 2011 vuole proporre e approfondire il tema del DESIDERIO, del SOGNO, proponendo l analisi del libro il piccolo principe un capolavoro della letteratura dell infanzia, scritto dal francese Antoine de Saint-Exuperie. La storia prende avvio dall incontro tra l autore, un aviatore costretto da un avaria all aereo ad atterrare in pieno deserto e un fanciullo straordinario, giunto lì dal lontano asteroide B612. Dai loro colloqui, è l adulto a trarre il maggior beneficio: egli rappresenta gli uomini che si ritengono normali, di buon senso, di spirito pratico e invece scopre, a contatto col bambino, che i veri valori non sono affatto quelli su cui aveva fondato la propria vita. Il Piccolo Principe, infatti, con frasi brevi, dette con disarmante semplicità, o con strane domande o comportamenti a prima vista illogici, gli insegna con umiltà, la profonda bellezza della natura, la poesia del creato e al gratitudine per tutto ciò che vive. Il racconto del viaggio del piccolo principe, all apparenza semplice, in realtà è ricco di spunti di riflessione su temi molto profondi, legati alla vita di ognuno: il senso del vivere, il rapporto tra bambini e adulti, l amicizia, l esistenza del bene e del male, la relazione, la cura dell altro, la preziosità dei legami, il valore del tempo e la ricchezza. Il libro contiene molti messaggi rivolti anche agli adulti, riassunti nella frase bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi. Il piccolo principe ci aiuta a guardare dentro noi stessi, per riscoprire le cose davvero importanti nella vita e questo protagonista è il simbolo del sogno di felicità di ciascuno di noi, ma anche della possibilità di realizzare questa felicità attraverso la curiosità, la ricerca, l amore per le piccole cose e anche per l intero creato. Questo percorso di conoscenza interiore, che rende appunto un essere piccolo come il protagonista della storia in un vero principe nell animo, culmina con la scoperta della fedeltà alle proprie origini, simboleggiate da una rosa difficile da coltivare e in apparenza irriconoscente. Questo libro propone più chiavi di lettura e nasconde molteplici significati da cui si possono trarre molti insegnamenti: i vari pianeti che il principe visita, rappresentano i maggiori vizi umani, la rosa è più di un amico, infatti è la persona a cui si dona tempo e cure e diventa essenziale, mentre la volpe è una guida che spiega il significato delle amicizie. Il progetto Estate Ragazzi 2011 si strutturerà settimanalmente in 5 giornate, ciascuna dedicata ad una parola chiave da approfondire legata a uno o a più capitoli del libro. Queste sono le 10 parole chiave: OLTRE L APPARENZA, CONOSCERSI, IMPEGNO, PRENDERSI CURA, OSSERVARE PER CAMBIARE, AVVENTURA, CREARE LEGAMI, DARE SENSO AL TEMPO, ESSENZIALE, STUPIRSI.

IL PICCOLO PRINCIPE di Antoine de Saint-Exupery Il piccolo principe (Le Petit Prince) è l'opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupery. Pubblicato nel 1943, è un racconto molto poetico che nella forma di un'opera letteraria per ragazzi affronta temi come il senso della vita e il significato dell'amore e dell'amicizia. Si tratta di un racconto appartenente al genere fantastico, ambientato in un contesto surreale. E' fra le opere letterarie più celebri del XX secolo e tra le più vendute della storia. Con Il Piccolo Principe : pensa e prega Preghiera che può essere pregata all inizio o anche tutti i giorni, magari seguita da un Padre Nostro : Signore, stiamo vivendo la nostra avventura, Ti preghiamo, veglia sul nostro centro estivo. Come hai vegliato su Israele tuo popolo, accampato nel deserto. Come allora prendi dimora In mezzo a noi E sii per noi Riposo nella fatica, riparo da ogni pericolo, guidaci a vivere questi giorni in amicizia profonda con Te e tra di noi, attenti alle necessità degli altri, rispettosi della tua creazione, sempre felici della tua amicizia. Il centro estivo è un occasione che mi doni di vivere una volta sola all anno, aiutami a viverla intensamente, a non sprecare nessuna occasione che possa rendermi un po migliore. Per non essere d inciampo alla vita degli altri, mi impegno Signore, ad osservare le regole del gioco, perché si stabilisca tra di noi un armoniosa unità e così impariamo ad osservare le regole della vita. Amen

CAPITOLI I II Affinché vedessero chiaramente che cos era, disegnai l interno del boa. Bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi. I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano di spiegargli tutto ogni volta. Questa volta la mia pazienza era esaurita () Buttai giù un quarto disegno e tirai fuori questa spiegazione: Questa è soltanto la sua casetta. La pecora che volevi sta qui dentro. Il viso del mio piccolo giudice si illuminò: Questo è proprio quello che volevo OLTRE L APPARENZA Sintesi: Il protagonista, il narratore, è un giovane aviatore distratto e sognatore che non è mai riuscito a crescere e a comprendere il mondo dei grandi, ritrovandosi per questo a vivere da solo, senza parlare con nessuno di cose importanti. Egli ci racconta dell incontro straordinario, avvenuto 6 anni prima, con un caro amico, per non dimenticarlo perché sarebbe triste farlo. Egli inizia tuttavia il libro raccontando un avvenimento accadutogli quando aveva 6 anni di età, che lo ha profondamente cambiato. Quando era piccolo, affascinato profondamente da un disegno su un libro sulle foreste, in cui c era un serpente boa che inghiottiva un animale intero, ne realizza 2 copie, sognando di diventare un futuro pittore. Questi disegni vengono sottoposti al giudizio degli adulti: la prima copia (un boa dal di fuori, che digerisce un elefante) viene scambiato per il disegno innocuo di un cappello, e la seconda (un boa dal di dentro) suscita perfino la derisione dei grandi, che gli consigliano di dedicarsi a studi più nobili come la geografia, la storia, la grammatica e l aritmetica. Da quell episodio, disarmato e scoraggiato per la mancanza di immaginazione negli adulti, rinuncia al suo sogno di fare il pittore, perché stanco dei grandi che non capiscono nulla da soli e del ruolo dei bambini che devono invece sempre spiegare loro tutto ogni volta. Ora è cresciuto, è diventato un adulto anche lui, ma nonostante abbia vissuto, conosciuto a lungo e osservato i grandi da vicino, non ha cambiato la sua opinione. Tenta ogni volta di incontrare un adulto comprensivo, sottoponendolo all esperienza del suo disegno numero uno, ma invano, nessuno ha riconosciuto ciò che aveva voluto raffigurare. Il narratore ci racconta di un incidente occadutogli con il suo aeroplano, nel deserto del Sahara, dove aveva tentato un atterraggio di fortuna, avendo avuto un guasto al motore. Una mattina, all alba, mentre sta dormendo, in pieno deserto, lontano mille miglia da anima viva, il narratore-aviatore viene svegliato da un bimbetto con una strana nocetta, che gli chiede su due piedi di disegnargli una pecora e insiste non appena l aviatore cerca di sottrarsi, dicendo di non saper disegnare e tanto meno una pecora, che non ha mai fatto. Alla prima pecora disegnata, il bambino lo sorprende perché boccia il disegno in quanto riconosce inaspettatamente che è il suo famoso disegno numero uno: l elefante dentro al boa. Rifiuta anche il secondo e il terzo disegno, ma mostrandogli sempre più comprensione e indulgenza. Spazientito, l aviatore escogita un alternativa, perché ha fretta di rimettere a posto il motore dell aereo: realizza il quarto disegno raffigurando solo una cassetta, perché dentro è nascosta la pecora. Il bambino, inaspettatamente per l aviatore, è finalmente contento perché è proprio questo il disegno che voleva.

Riflessioni Il disegno del boa e dell'elefante (cap. 1) La narrazione inizia con un lontano ricordo dell'autore (capitolo 1), che risale alla sua infanzia, quando, all'età di sei anni, durante la lettura di un libro sulle foreste primordiali, si soffermò sull'immagine di un serpente boa nell'atto di inghiottire un animale. Lesse che i boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla, tanto che poi non riescono più a muoversi per sei mesi, fino a quando non abbiano completato la digestione. Stimolato da questa singolare immagine, egli tentò di rappresentare un boa intento a digerire un elefante. Poi, con orgoglio, mostrò questo suo disegno ad alcuni adulti, ma tutti intravvedevano in quella figura solo un normale cappello. Nessuno riusciva ad immaginare cosa realmente si celava dietro quella semplice raffigurazione. Una volta spiegato agli adulti il senso di quel disegno, egli si sentì rispondere che non valeva la pena perdere tempo in quelle pitture, ma che era molto meglio studiare la geografia, la storia, l'aritmetica e la grammatica: I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. Fu così che l'autore, deluso da questo insuccesso, abbandonò sul nascere la carriera di artista e si dedicò al volo, diventando pilota di aeroplani. L'incontro con il Piccolo Principe e il disegno della pecora (cap. 2) Il racconto vero e proprio si sviluppa a partire dal capitolo 2: l'autore, dopo il suo rimpianto fanciullesco, viene bruscamente riportato alla realtà, narrando un episodio di sei anni prima, quando rimane vittima di un incidente aereo ed è costretto ad un atterraggio di emergenza solitario nel deserto del Sahara. Mentre si trova in quella situazione, intento a riparare il guasto del motore, viene improvvisamente avvicinato da un personaggio straordinario, il Piccolo Principe, il quale gli chiede con insistenza di disegnargli una pecora. L'Autore, dapprima infastidito per questa singolare richiesta, ma anche imbarazzato per la sua reale difficoltà nel soddisfare una richiesta apparentemente così banale, disegna l'unica cosa che sa fare, ovvero un boa intento a digerire un elefante. Il Piccolo Principe, che riconosce in quel disegno proprio il boa che mai prima d'ora nessuno aveva intravisto, insiste tuttavia nella richiesta di avere una pecora. L'Autore esegue allora due tentativi, entrambi respinti (in un caso la pecora era malaticcia e nell'altro si trattava di un ariete), e, la terza volta, esasperato dall'insistenza della domanda, disegna una semplice scatola, un contenitore, e questa volta incontra inaspettatamente l'entusiasmo e la soddisfazione del Principe, il quale si convince così di possedere una vera e propria pecora. La pecora è all'interno di quella scatola e tuttavia non si vede. Anticipando qui il messaggio centrale del libro (vedi il capitolo 21), possiamo dire che ciò che è importante quasi mai è visibile con gli occhi, poiché deve essere ricercato all'interno delle cose. Il Piccolo Principe, poi, non ha chiesto una pecora, ma ha chiesto un disegno della pecora, e ciò è significativo del fatto che le cose hanno o meno un significato a seconda della rappresentazione che noi stessi diamo.

Preghiere: Il primo capitolo di introduzione, che anticipa la vicenda dell incontro con il Piccolo Principe nel deserto, ci induce già ad una riflessione: anche le situazioni più semplici e scontate nascondono, in realtà, un significato più profondo, ma la realtà di ogni giorno rischia di appiattire il nostro pensiero e di restringere la nostra visuale solo su ciò che utile o conveniente. Dovremmo, allora, recuperare la naturalezza, l'innocenza e l'istintualità infantili, il gusto di apprezzare le cose semplici, la capacità di liberarci dei pregiudizi, il coraggio di distaccarci dal pensiero dominante, scoprendo così una realtà nuova. Chiediamo al Signore di essere più attenti e sensibili alla realtà che ci circonda, e alle persone che ci stanno vicino. Aiutaci a non fermarci a quello che si vede o che ci sembra, ma donaci il Tuo sguardo profondo e d amore che sa scoprire il buono e il vero in ogni cosa. Matteo 11,25-27 In quel tempo, Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo. Salmo 8 Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; Gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra. Preghiera per la vita O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà. Fa che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita. (GIOVANNI PAOLO II)

Attività: QUESTO SONO IO Dietro ad una sagoma si nasconde un immagine: nella pancia del boa ci può essere un elefante oppure un cappello e noi cosa riusciamo a vedere fuori e dentro di noi? Ogni bambino deve presentarsi ai suoi nuovi compagni e amici del campo estivo realizzando un disegno libero di sé stesso, che rifletta le caratteristiche personali (esteriori ed interiori) che ritiene essenziali per farsi conoscere. Può realizzarlo con materiali e tecniche pittoriche a piacere e rappresentare sia il proprio aspetto esteriore che quello interiore, relativo ad aspetti del carattere. A conclusione dei disegni, ogni bambino spiega ciò che ha raffigurato e si presenta così ai compagni. Con questi elaborati si realizza un grande cartellone a testimonianza del gruppo che si è appena formato e che vivrà insieme l esperienza del campo estivo. Gioco: USANDO I SENSI I ragazzi, divisi in 3 o 4 squadre, devono indovinare degli oggetti misteriosi in base agli indizi che conquistano ad ogni prova. Come si gioca: le prove da affrontare richiedono ognuna l utilizzo di un senso. Gli indizi sono guadagnati in modo casuale, es.: la prima prova consiste nell annusare una scatola con dei fori, nella quale è stata inserita una saponetta, indovinando cosa c è all interno. "Saponetta" è il primo indizio. La seconda prova è inserire la mano in una scatola e, attraverso il tatto, capire il secondo indizio (una piuma). Questi due indizi ricevuti servono, insieme ad altri, per indovinare due oggetti diversi (fiore e canarino). Concluse tutte le prove ed esaminati tutti gli indizi, la squadra può dichiarare gli oggetti-soggetti misteriosi: fiore, mucca, canarino, gallina, aceto, macchina, computer, caffè, acqua, limone, albero, pecora. Giocano 2 squadre per volta e vince quella che impiega meno tempo ad indovinare i misteriosi. Tra una manche e l altra si fa il gioco "Animali di carta": i giocatori hanno gli occhi bendati. Ognuno riceve un foglio di giornale dal quale deve ottenere, con le forbici o con le mani, l animale assegnato. Vince la squadra che realizza lo zoo più bello!

CAPITOLI III-IV-VI Sono state le parole dette per caso che, poco a poco, mi hanno rivelato tutto Dritto davanti a sé non si può andare molto lontano Se vi ho raccontato tanti particolari sull Asteroide B612 e se vi ho rivelato il suo numero è proprio per i grandi che amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, non si interessano mai alle cose essenziali ( ) allora soltanto credono di conoscerlo. CONOSCERSI Sintesi: Da questo incontro, l aviatore fa la conoscenza del Piccolo principe ma lentamente, perché il bambino gli pone continuamente delle domande e non da mai spiegazioni o risponde quando lo si interroga. Il Piccolo Principe viene dal cielo, da molto lontano, dal piccolissimo asteroide B612 (grande poco più di una casa), scoperto per la prima volta da un astronomo turco. La sua scoperta è stata riconosciuta solo nel 1920, alla seconda dimostrazione, di fronte al serioso Congresso Internazionale d Astronomia, solo perché in quest ultima occasione si era presentato vestito elegantemente e alla maniera occidentale (e non in costume come la prima volta). Ancora una volta il Narratore polemizza con gli adulti che non si interessano mai alle cose essenziali ma solo alle grandi cifre e mancano di immaginazione. Ripete ancora che i bambini devono essere indulgenti con i grandi. Al quarto giorno, l aviatore scopre la vita malinconica del bambino, infatti il Piccolo Principe rivela di amare i tramonti, perché per molto tempo costituivano l unica sua distrazione. In un solo giorno, sull asteroide B612, il bambino può vedere 43 tramonti, semplicemente spostando la sedia di qualche passo. Riflessioni L'asteroide B 612 (capp. 3, 4 e 6) Da questo stranissimo incontro si sviluppa un dialogo tra i due: l'autore viene a sapere che il Principe proviene da un asteroide, probabilmente l'asteroide B 612. L'Autore, particolarmente ferrato in astronomia, si sofferma così a raccontare che tale asteroide era stato avvistato per la prima volta da uno studioso turco, il quale illustrò la sua scoperta ad un congresso internazionale. Tuttavia, essendosi presentato in quell'occasione con i tipici abiti arabi, non venne preso sul serio e nessuno gli diede ascolto. Quando poi ripropose più tardi quella stessa identica scoperta, presentandosi con degli abiti europei che era stato obbligato ad indossare, venne creduto da tutti e la sua dimostrazione riscosse grande entusiasmo. Questo aneddoto, apparentemente estraneo al racconto, ci svela in realtà un altro messaggio: Se vi ho raccontato tanti particolari sull'asteroide B 612 e se vi ho rivelato il suo numero, è proprio per i grandi che amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: «Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?». Ma vi domandano: «Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?». Allora soltanto credono di conoscerlo. Se voi dite ai grandi: «Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto», loro non arrivano a immaginarsela. Bisogna dire: «Ho visto una casa di centomila lire», e allora esclamano: «Com'è bella». Così se voi gli dite: «La prova che il piccolo principe è esistito, sta nel fatto che era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora. Quando uno vuole una pecora è la prova che esiste». Bé, loro alzeranno le spalle, e vi tratteranno come un bambino. Ma se voi invece gli dite: «Il pianeta da dove veniva è l'asteroide B 612» allora ne sono subito convinti e vi lasciano in pace con le domande. Sono fatti così. Non c'è da prendersela. I bambini devono essere indulgenti coi grandi. Ma certo, noi che comprendiamo la vita, noi ce ne infischiamo dei numeri!.

Preghiere: L'Autore ci invita a prendere le distanze da un modo di ragionare che tende ad attribuire un significato esclusivamente materiale e numerico alle cose, quasi che le persone, i fatti o gli oggetti potessero essere valutati solo in relazione all'utilità che riescono a darci. Al contrario, l'autore ci fa capire che c'è un altro modo per vedere la realtà, fuori dai soliti schemi. Un oggetto, una fatto o una persona a noi vicina possono assumere un diverso significato a seconda del punto di vista dal quale noi ci poniamo. Ancora una volta ritorna la contrapposizione tra adulti e bambini: i primi sono ormai abituati a vedere il mondo secondo un'unica prospettiva; i secondi, invece, non essendo appesantiti dai pregiudizi o dagli interessi meschini, vedono il mondo con naturalezza, in maniera molto meno scontata e molto più profonda. Il Piccolo Principe personifica proprio l'atteggiamento di chi riesce a percepire la realtà secondo più punti di vista. Significativo, in proposito, è l'aneddoto contenuto nel capitolo 6, ove il Principe riferisce che, dal suo piccolo asteroide, riesce a vedere più volte il tramonto nell'arco della stessa giornata: Sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo. E guardavi il crepuscolo tutte le volte che lo volevi.... Per noi, al contrario, è scontato vedere sempre il sole tramontare ad ovest una sola volta al giorno e così ci convinciamo che il nostro sia l'unico angolo visuale dal quale porci. Chiediamo al Signore di accogliere chi ci sta accanto come un Suo dono d amore per noi. Aiutaci Signore ad essere disponibili ad accogliere l altro con pazienza e nel rispetto della sua diversità (diverso modo di esprimersi, di vedere le cose, diversità di gusti e interessi ), senza la presunzione di essere i migliori o di non aver niente di nuovo da scoprire; donaci la Tua sapienza perché ogni nuovo incontro diventi per ciascuno una grande occasione di crescita e di condivisione del bene da Te ricevuto. Aiutaci a vivere la diversità di ciascuno come ricchezza per tutti. Fa che insieme possiamo scoprire la gioia di vivere nella tua amicizia. Dal Salmo 138 TU MI CONOSCI Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Quando profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita Grazie, Signore, per le mani che mi hai donato; le guardo e penso a te. Grazie per tutte le cose belle che sanno fare. Perdonami quando le mie mani Sono rimaste indifferenti nelle tasche Per paura di sporcarle, o si sono incrociate per non aiutare, per non servire per non donare, o quando si sono aperte per allontanare chi voleva stare con me. Ti dono le mie mani, Signore. Aiutami ad adoperarle Per fare felici, per aiutare chi vedo nel bisogno Per donare amicizia. Amen

Ti voglio per amico (Padre Zezhino) Ti voglio per amico ed è importante per me che tu lo sappia. Però, anche se tu non lo sapessi e non ti interessasse saperlo, ti vorrei bene lo stesso! Non ti voglio bene per me, ti voglio bene per te! Non sei una persona che voglio possedere, sei una persona che voglio vedere sbocciare ogni giorno di più. Se avrai tempo per me, sarò felice di stare insieme a te. Se sarai occupato e non mi vorrai accanto, cercherò di capire. Se cercherai il mio tempo, farò in modo di sbrigarmi, perché immagino che non mi cercheresti senza una ragione: per me la tua ragione sarà sempre importante. Se vuoi piangere, ti offro le mie spalle. Se vuoi urlare contro il mondo ti offro la mia voce, se vuoi sorridere, ci sarò anch'io a sorridere con te. Se vuoi pace e silenzio, cercherò di parlare, ma non troppo. Se per caso cercherai di vedere in me l'unico amico che hai, cercherò di farti trovare altri amici, perché non potrei mai darti tutto ciò di cui hai bisogno. Non voglio essere il tuo unico amico, sembra bello, però non ti fa bene. Hai bisogno di altri, come io ne ho bisogno. Se si spegnerà la tua luce, prendi la mia. Se la tua pace se ne va, ci sarà ancora la mia, prendila pure. Se la tua fede si farà confusa, credi con me: in due si crede meglio. Se avrai paura, uniamo le nostre paure, forse troveremo il coraggio di vivere. Allora non ti prometto di non deluderti mai! Sai che sono umano e perciò posso sbagliare. Non ti prometto di amarti come vuoi essere amato! Non ti prometto niente di più che cercare di essere vicino a te e camminare insieme. Voglio essere il tuo compagno, il tuo amico, il tuo fratello, senza la presunzione di essere la tua unica forza. Guardami negli occhi e cerca di immaginarmi come un ponte: non devi restare in me, devi passare attraverso di me, perché io sono tuo amico, perché sono tua strada verso l'infinito, perché sono il ponte che ti porta all'al di là, e se non riuscissi a portarti più vicino a Dio, non sarei stato un vero amico. Ti voglio per amico. Pensa a me come a un ponte nel tempo, dopo di me troverai il vero amico: Dio. Mi vuoi?

Attività: L animatore pone al centro del cerchio una valigia vuota. La valigia simboleggia il viaggio che ogni ragazzo dovrà affrontare durante il campo. Ad ognuno verrà chiesto di scrivere, disegnare su di una sagoma, preparata in precedenza, ciò che lo caratterizza o quello che si aspetta da questo viaggio (es. incontrare persone nuove, imparare nuove cose, divertirsi ecc ). Una volta terminato, ogni ragazzo si presenta a tutto il gruppo utilizzando la sagoma che verrà custodita nella valigia. Gioco: Primo gioco Obiettivo: imparare i nomi e stimolare la conoscenza reciproca nel gruppo appena formato. Gomitolo: seduti in cerchio ci si lancia un gomitolo di filo tenendone un capo. Chi lancia deve dire ad alta voce il nome del destinatario. La maglia che si crea con il filo rappresenta idealmente i legami che creiamo tra noi. Pistola: in cerchio con un animatore al centro. L animatore spara ad un ragazzo indicandolo e dicendo il suo nome. Questo si deve abbassare mentre i due accanto a lui (quello a destra e quello a sinistra) devono spararsi dicendo più rapidamente possibile l uno il nome dell altro. Vince chi dice per primo il nome dell altro (quello giusto!) ; chi perde deve sedersi ed è eliminato. Si continua finchè non rimangono gli ultimi due. Roulette: si formano due cerchi concentrici con lo stesso numero di ragazzi. Uno del cerchio esterno ha un segno distintivo (ad esempio un cappello) che lo identifica come pallina. I cerchi ruotano in sensi opposti e allo stop degli animatori, la pallina deve dire più velocemente possibile il nome della persona che gli è capitata davanti. Se risponde correttamente la sua squadra si aggiudica un punto. Poi si cambia pallina, cioè si sceglie un altro ragazzo e poi si ripete.

CAPITOLO V ( ) sul pianeta del Piccolo Principe ci sono, come su tutti i pianeti ( ) dei buoni semi di erba buone e dei cattivi semi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili( )Se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si è riconosciuta. C erano dei terribili semi sul pianeta del piccolo principe:erano i semi di baobab. E una questione di disciplina mi diceva il piccolo principe- Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai. E un lavoro molto noioso ma facile ( ). Qualche volta è senza inconvenienti rimettere a più tardi il proprio lavoro. Ma se si tratta dei baobab è sempre una catastrofe IMPEGNO Sintesi: Al terzo giorno di conoscenza, il narratore impara che sull asteroide B612 tra tutte le piante che vi crescono (i rosai e altri fiori molto semplici, ornati di una sola raggiera di petali), esiste il grave problema dei semi di baobab, piante enormi che infestano il sottosuolo e con le loro radici trapassano tutto il pianeta, col rischio di farlo scoppiare. Ogni giorno, il Piccolo Principe cura la pulizia del pianeta, strappando tutti i germogli dei baobab appena nati, prima che mettano le radici. Riflessioni Siamo al terzo giorno nel deserto e prosegue sempre più fitto il dialogo tra l Autore e il Piccolo Principe. Quest ultimo si interroga sulla possibilità che le pecore possano cibarsi di arbusti e in particolare, di baobab. Il bambino infatti racconta all aviatore che sull asteroide B612 tra tutte le piante che vi crescono, esiste il grave problema dei semi di baobab, piante enormi che infestano il sottosuolo e con le loro radici trapassano tutto il pianeta, col rischio di farlo scoppiare. Ogni giorno, il Piccolo Principe cura la pulizia del pianeta, strappando tutti i germogli dei baobab appena nati, prima che mettano le radici, per evitare di fare la fine del pigro ( il primo di una serie di personaggi che il Piccolo Principe nominerà) che per aver trascurato tre arbusti, si è trovato sommerso da queste colossali piante. Il ragionamento del Principe è lungimirante: siccome il baobab è una pianta infestante, che in breve tempo raggiunge grandi dimensioni, occorre estirparla subito, non appena è spuntata. Quando è piccola, questa pianta appare innocua, in realtà si tratta di un arbusto assai dannoso. Occorre operare con attenzione, distinguendo le piante buone da quelle cattive. In particolare, bisogna essere tempestivi, poiché se si arriva troppo tardi, non si riesce più a sbarazzarsene (...) E' una questione di disciplina. Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli. E' un lavoro molto noioso, ma facile.

Preghiere: Questo capitolo ci fa capire che in ogni contesto ci sono le cose positive e quelle negative. L'importante è distinguere e scegliere responsabilmente, anche se, a prima vista, tutto può sembrarci uguale. E poi non bisogna aspettare o rimandare al giorno successivo: il bene va perseguito subito. Se aspettiamo o evitiamo di prendere una posizione chiara, rischiamo, alla lunga, di coltivare l'erba cattiva anziché quella buona. Il bene deve essere coltivato con impegno e costanza ogni giorno. Scegliere il bene significa assumersi una responsabilità: Bambini! Fate attenzione ai baobab. Chiediamo al Signore, che ci aiuti a custodire bene il piccolo pianeta del nostro cuore, perché non vi crescano piante pericolose (cose o pensieri cattivi) che lasciano poco spazio a Lui e agli altri. Perdona Signore la nostra debolezza e talvolta la nostra pigrizia, e donaci la forza di estirpare tutto ciò che ci allontana da Te o ci chiude nell egoismo. Fa che possiamo essere di esempio per i nostri amici, per camminare insieme nel Tuo amore di Padre misericordioso. Dal Salmo 145 IL SIGNORE E BUONO VERSO TUTTI O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Ti voglio benedire gni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare. Una generazione narra all altra le tue opere, annunzia le tue meraviglie. Proclamano lo splendore della tua gloria E raccontano i tuoi prodigi. Dicono la stupenda tua potenza E parlano della tua grandezza. Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, acclamano la tua giustizia. Paziente e misericordioso è l Signore, lento all ira e ricco di grazia. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. PREGHIERA Alzarsi la mattina e ripetere ogni giorno gli stessi gesti: mangiare, lavorare, dormire. E intanto dimenticarsi di se stessi, di Dio, degli altri; mettere a tacere la coscienza perché è un tarlo che fa male, che costringe a guardarsi allo specchio e a dirsi che è ora di cambiare, di recuperare senso, emozioni, tempo. Signore, questa è la mia vita senza te. Ma ora basta con le richieste! Questa volta voglio ringraziarti. Grazie Per le splendide giornate che mi regali; grazie per le cose belle della vita, gli amici, l amore, la fede. Grazie perché ogni giorno mi chiami per dirti: Grazie!

Attività: MI PRENDO CURA Invitiamo i bambini ad osservare il luogo dove si svolge il campo estivo e a rilevare le cose che potrebbero essere curate per conservarlo al meglio e prendersene cura. Sulla base delle singole osservazioni dei bambini realizzazione di un cartellone con decalogo sulle buone regole per prendersi cura del proprio campo estivo e poi giornalmente, per l intera durata dell esperienza diocesana di Estate Ragazzi 2011, impegnarsi a rispettarle e a portarle a termine. Gioco: SRADICHIAMO I BAOBAB Obiettivo: valorizzare la coesione del gruppo, che si dimostrerà fondamentale per sradicare i baobab che soffocano il nostro pianeta. Ambientazione: Siamo sul nostro pianeta e dal suolo spuntano dei germogli di baobab (mezze bottiglie di plastica) sui quali è indicata la data di nascita (un orario) e la sottospecie (egoismo, intolleranza, pessimismo, superficialità, pregiudizio, falsità, ecc.). I ragazzi sono in fila indiana e bandati dovranno ascoltare le indicazioni del capo contadino (un ragazzo non bendato alla fine della fila). Come si gioca: I baobab contengono delle piccole prove che la squadra deve superare prima di poter sradicare un altro baobab. Il capo contadino dopo aver individuato il baobab nato prima degli altri, guida il resto della squadra affinché lo si raggiunga. A questo punto si affronta la prova contenuta nel baobab. Se la squadra non riesce a superare con successo la prova, può passare ad un altro albero ma riceve una penalità. I baobab diventano enormi ed è impossibile sradicarli passati 6 min. dalla data di nascita. Le prove da superare sono: -La foto-puzzle -Indovinelli -Cambia la lettera: partendo da una parola data, formarne un altra cambiando una sola lettera, fino ad aver trovato 15 parole. -Raccogliere uno alla volta, il numero maggiore di oggetti posti a terra, scegliendone ciascuno secondo un nesso logico che lo lega al precedente. -La parola segreta: lo scopo del gioco è indovinare la parola conosciuta solo dagli animatori. Supponiamo che questa sia TRAM. La squadra per individuare la parola deve proporne un altra di sole 4 lettere, es. CANE. Si dice che le due parole hanno in comune solo la lettera A, la squadra procede quindi dicendo un altra parola e guadagnando indizi utili a capire la parola misteriosa.

CAPITOLO VII-VIII-IX Se qualcuno ama un fiore di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda ( ). Ma se la pecora mangia il fiore, è come se per lui tutto a un tratto, tutte le stelle si spegnessero! Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via!avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono così contraddittori! PRENDERSI CURA Sintesi: Al quinto giorno, mentre l aviatore sta provando a sistemare il guasto al motore dell aereo, il Piccolo Principe lo incalza con domande sul pericolo che la pecora possa mangiare anche i fiori. L aviatore gli risponde malamente, perché intento a riparare il guasto, comportandosi però così come tutti gli adulti, che si occupano solo di cose serie e alla fine fa piangere di disperazione il bambino, preoccupato invece per il suo fiore, l unico esemplare che esista, e che tanto ama. L aviatore prova a consolarlo, rassicurandolo che costruirà alla pecora una museruola e una corazza per il fiore. Nei giorni successivi, l aviatore impara che sull asteroide B612 vivono molti fiori, tutti semplici, ornati da una sola raggiera di petali e capaci di vivere un solo giorno, eccetto uno, molto speciale. Spuntato un giorno, da un seme sconosciuto, era cresciuto molto lentamente sotto gli occhi curiosi del Piccolo Principe, preparandosi a sbocciare in tutta la sua bellezza, solo dopo aver scelto con civetteria e cura, i suoi colori e i suoi profumi. Una mattina, all alba, il fiore si era schiuso davanti al Piccolo Principe al quale chiese subito di innaffiarlo. Da lì in poi, il fiore vanitoso aveva chiesto al bambino mille attenzioni: di proteggerlo dai pericoli; dalle correnti d aria, facendogli un paravento; alla sera di difenderlo dal freddo, mettendolo sotto ad una campana di vetro. Ora che il Piccolo Principe è andato via dal pianeta, lasciandolo solo, ne sente la mancanza e se ne rammarica: avrebbe dovuto giudicarlo dagli atti che il fiore compiva ( profumava e illuminava il suo asteroide) e non dalle parole che il fiore vanitoso diceva. Dal suo minuscolo pianeta, infatti il Piccolo Principe era partito sfruttando una migrazione di uccelli selvatici e se ne era andato a causa di un incomprensione con il suo fiore. Come tutti i giorni, dopo aver messo in ordine l asteroide, cioè dopo aver pulito il camino dei suoi 3 vulcani, 2 in attività e il terzo spento, aver strappato gli ultimi germogli di baobab, aver innaffiato il fiore e averlo messo al riparo sotto la campana di vetro, si congeda dal fiore dicendogli addio e questo lo saluta sbrigativamente, senza mostrare commozione, perché era anche molto orgoglioso. Riflessioni Il fiore del Piccolo Principe (capp. 7, 8 e 9) Il quinto giorno, l'autore sta ancora tentando di riparare il proprio aeroplano ed è molto preoccupato per la poca acqua che ormai gli rimane. Tuttavia, il Piccolo Principe lo incalza nuovamente con le sue domande. Egli si chiede se le pecore mangiano anche i fiori, e in particolare i fiori con le spine, e si interroga sulla funzione di queste. L'Autore non gli dà ascolto e, infine, gli risponde bruscamente, suscitando la delusione del Principe, che inizia a piangere disperato. Pentito e amareggiato per la sua durezza, l'autore si dedica poi a consolarlo, abbandonando i suoi attrezzi di lavoro. Il Principe, nel rimproverare l'autore, ci presenta qui il secondo personaggio incontrato nei suoi viaggi, il Signor Chermisi: Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni. E tutto il giorno ripete come te: «Io sono un uomo serio! Io sono un uomo serio!» e si gonfia di orgoglio. Ma non è un uomo, è un fungo!.

L'interesse del Principe per il cibo delle pecore è dovuto al fatto che, nel suo pianeta, cresce un fiore bellissimo ed unico, che deve essere preservato (in realtà, in seguito si scoprirà che si tratta di una comune rosa). Spuntato un giorno, da un seme sconosciuto, finito sull asteroide B612, era cresciuto molto lentamente sotto gli occhi curiosi del Piccolo Principe, preparandosi a sbocciare in tutta la sua bellezza, solo dopo aver scelto con civetteria e cura i suoi colori e i suoi profumi. Il Principe ne aveva seguito la nascita e la crescita, pur constatando che si trattava di un fiore un po' superbo ed esigente che voleva mille attenzioni: protezione dai pericoli, dalle correnti d aria e dal freddo facendogli un paravento e mettendolo sotto ad una campana di vetro. A distanza di tempo, egli ripensa con malinconia a quel fiore, rammaricandosi per non averne apprezzato la bellezza ed il profumo: Non bisogna mai ascoltare i fiori. Basta guardarli e respirarli. Il mio profumava il mio pianeta, ma non sapevo rallegrarmene. Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. Queste ultime frasi ci aiutano a riflettere sul fatto che ognuno ha qualcosa di positivo da donare al prossimo e che dovremmo imparare a valorizzare di più chi ci sta vicino, anche se in apparenza ci sembra poco simpatico, cogliendone gli aspetti migliori. La lontananza di un amico o di una persona cara ce ne fa apprezzare il valore e l'importanza. Preghiere: Il Signore ama ciascuno di noi in modo unico e speciale. Ogni giorno, in tanti modi ed attraverso tante persone, siamo oggetto di cure speciali che ci aiutano ed orientano verso il Bene. Signore, aiutaci a riconoscere con gratitudine ed ammirazione quanto riceviamo ed abbiamo ricevuto fino ad oggi, insieme al dono della nostra vita. Fa che anche noi, possiamo imparare ad essere attenti ai bisogni di chi ci vive accanto alimentando relazioni di amicizia rispettose e sincere. Luca 10,30-36 Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall`altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n`ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all`albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". 1 Cor 13,4-7 La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. Gv 10,11-16 Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.

Dal Salmo 22 Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro Mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa Sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne Tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. PREGHIERA Signore, fa che io possa trovarti per illuminare la mia vita con la tua luce. Fa che la mia vita possa essere un fuoco ardente Che diventi testimonianza. Fammi vincere la paura di testimoniarti E non lasciarmi allontanare da te, perché senza di te non c è pace, né speranza, ma soltanto fango e indifferenza. Spesso mi chiedo se saprò ritrovarti ogni giorno nelle persone che incontro e in ciò che faccio. Sono nel dubbio, sento di aver bisogno della tua guida Attività: Realizzazione di un vaso con tecnica decoupage e semina di una piantina di cui prendersi cura giornalmente. Gioco: Gioco a squadre divisi per coppie prendersi cura del compagno bendato Cinque prove a carattere individuale. 1. staffetta 2. Svuota la bacinella con un bicchiere 3. Riconosci la testa 4. Con quante parole vuoi indovinare la canzone? 5. Mima la canzone. Ogni coppi della squadra dovrà svolgere almeno una prova. In alcune prove oltre ai concorrenti scelti in quel momento, parteciperà comunque anche la squadra.

CAPITOLI X-XI-XII-XIII-XIV-XV-XVI Bisogna esigere da ciascuno ciò che ciascuno può dare Ho il diritto di esigere l ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli (Il re) Ti ammiro, ma tu che te ne fai? ( Il vanitoso) Che fai? Bevo Perché bevi? Per dimenticare Per dimenticare che cosa? Che ho vergogna. Vergogna di che? Del fatto che bevo (L ubriacone) A che ti serve essere ricco? A comprare altre stelle E utile ai miei vulcani ed è utile al mio fiore che io li possegga. Ma tu non sei utile alle tue stelle (L uomo d affari) E il solo che non mi sembri ridicolo, forse perché si occupa di altro che non di se stesso (Il lampionaio) Noi non annotiamo i fiori perché sono effimeri ( ) cioè minacciati di scomparire presto.le geografie non passano mai di moda perché sono eterne (Il geografo) OSSERVARE PER CAMBIARE Sintesi: L incontro con i personaggi: il re, il vanitoso, l ubriacone, l uomo d affari, il lampionaio, il geografo (rispettivamente i Capp.10-11-12-13-14-15-16) Dopo aver lasciato il suo pianeta, il Piccolo Principe aveva iniziato un esplorazione di altri asteroidi per trovare un occupazione e per istruirsi, scoprendo subito che ognuno di questi era abitato da strambi personaggi. Il primo asteroide (numero 326) era abitato da un re, seduto su un trono, vestito magnificamente di porpora e con un mantello di ermellino così grande da occupare tutto il pianeta stesso. Non ha alcun suddito da anni e non può regnare neppure su niente, essendo il pianeta piccolissimo. Egli è un monarca assoluto e universale e per esistere ha bisogno di comandare e non gli importa se sul pianeta c è solo lui. Quando il Piccolo Principe desidera andarsene perché annoiato, per paura di rimanere di nuovo solo, il re lo vuole nominare ministro di giustizia, ma il bambino se ne va. Il secondo pianeta (numero 327) era abitato da un vanitoso, che si accorgeva delle persone solo se si dichiaravano suoi ammiratori, riconoscendolo il più bello, il più ricco, il più elegante, il più intelligente di tutto il pianeta. Egli indossava un buffo cappello, per salutare chi lo acclamava ma sfortunatamente non capitava mai nessuno dalle sue parti. Il vanitoso prega il Piccolo Principe di ammirarlo e di battergli le mani. Sbigottito, il bimbo lo ammira e poi se ne va. Nel terzo asteroide (numero 327) viveva un ubriacone che stava tutto il giorno a bere, davanti ad una serie di bottiglie, per dimenticare di avere vergogna di bere. La visita del Piccolo Principe dura pochissimo ma è sufficiente a dare al bambino tanta tristezza e malinconia. Il quarto asteroide (numero 328) era abitato da un uomo d affari, sempre occupato a fare i conti perché si riteneva una persona seria e non si lasciava distrarre da nulla. Lui conta le stelle nel cielo (cinquecento e un milione) per possederle, in modo da essere ricco e poter poi comprare altre stelle. Crede che contandole gli sarebbero appartenute e siccome sono piccole e gialle, come l oro, credeva che possederne tante significasse essere ricco e poterne comperare delle altre per poi contarle di nuovo e così via. Il Piccolo Principe rivela all uomo d affari che sul suo asteroide B612, possedeva un fiore e due vulcani perché si occupava tutti i giorni di loro ed era loro utile, mentre lui invece qui non è utile alle stelle e poi se ne va. Il quinto asteroide (numero 329) era molto strano perché piccolissimo e con lo spazio solo per un lampione e l uomo che l accendeva. Questa persona è fedele alla consegna di accendere e spegnere il lampione al tramonto e all alba ma poiché il pianeta in un solo minuto ruota completamente, il

lampionaio non ha tempo per riposarsi, sempre intento a svolgere il suo compito. Il Piccolo Principe ammira il lampionaio per due motivi: per la sua fedeltà alla consegna, nonostante il ritmo sia insostenibile e perché il suo lavoro ha senso, è utile. Ritiene che sia il personaggio meno ridicolo tra tutti quelli conosciuti, perché si occupa di altro più che di sé stesso. Vorrebbe farselo amico, ma nel pianeta non c è posto per tutti e due e così è costretto ad andarsene. Il sesto asteroide (numero 330) era molto grande ed era abitato da un vecchio geografo, che scriveva sempre degli enormi libri di annotazioni geografiche. L uomo scambia il Piccolo Principe per un esploratore e poi alla domanda se sul suo pianeta ci siano monti, oceani, città fiumi o deserti, non sa rispondere, deludendo così il bambino. Egli spiega infatti al Piccolo Principe di essere un geografo e non un esploratore, figura che nel suo pianeta manca completamente. Il geografo basa il suo lavoro sulla ricerca degli esploratori ma non avendone nessuno si crogiola nell ignoranza. Il geografo chiede al Piccolo Principe di descrivergli l asteroide B612 da cui proviene, perché è un esploratore venuto da lontano e si accinge a prendere annotazioni. Il Piccolo Principe gli elenca che ha 3 vulcani e un fiore. Il geografo rifiuta di annotare il fiore perché effimero cioè minacciato di scomparire in breve tempo e ciò spaventa e rammarica il bambino, che realizza di averlo lasciato solo. Ripresosi, si fa consigliare di visitare la Terra, perché il geografo sostiene abbia una buona reputazione. Il settimo asteroide dove giunge il Piccolo Principe è la Terra, un posto molto grande e abitato da 2 miliari di persone. Il Piccolo Principe lo sa ed è proprio giunto qui per andare alla ricerca degli uomini. Riflessioni A partire dal capitolo 10, vengono narrati i diversi incontri del Principe durante il suo peregrinare negli altri asteroidi. Nell'asteroide 325 avviene l'incontro con un re autoritario, ma, in fondo, incapace di esercitare il suo decantato potere, in quanto non ci sono sudditi ai quali rivolgere dei comandi. L'universalità del suo dominio serve allora a ben poco. Il re, dietro quell'aria così onnipotente, nasconde in realtà una grande solitudine. Tenta di convincere il Piccolo Principe a rimanere, promettendo di nominarlo ministro della giustizia o ambasciatore. Il Principe si annoia, dovrebbe recitare il ruolo del suddito per compiacere il re, mentre lui vuole essere libero. Anche il re, in fondo, avrebbe bisogno di un amico. Il re personifica l'atteggiamento di superbia che, alla lunga, conduce all'isolamento dagli altri. Così, anche se ci crediamo forti o potenti, le nostre qualità sono inutili se non ci relazioniamo con il prossimo e non mettiamo così a disposizione degli altri le nostre capacità per il bene comune. Nell'asteroide 326 il Piccolo principe incontra un vanitoso. Anche in questo caso, si tratta di un personaggio tutt'altro che umile e modesto. Ma anche questi, in fondo, vive nella più completa e vuota solitudine ed ha bisogno che qualcuno gli dica continuamente quanto è bello: «Mi ammiri molto, veramente?» domandò al piccolo principe. «Che cosa vuol dire ammirare?». «Ammirare vuol dire riconoscere che io sono l'uomo più bello, più elegante, più ricco e più intelligente di tutto il pianeta». «Ma tu sei solo sul tuo pianeta!». «Fammi questo piacere. Ammirami lo stesso!». «Ti ammiro», disse il piccolo principe, alzandosi un poco le spalle, «Ma tu che te ne fai?». E il piccolo principe se ne andò. La bizzarra figura del vanitoso ci aiuta a riflettere sulla banalizzazione dei rapporti interpersonali, che talvolta divengono scontati e si limitano solo alle apparenze. Nell'asteroide 327 il Principe incontra un ubriacone: l'immagine di quest'uomo, intento a bere, davanti ad una serie di bottiglie, tentando così di affogare nell'alcool la stessa vergogna per il suo vizio, suscita grande malinconia. Anche in questo caso, il personaggio è completamente solo, consumato dalla sua stessa debolezza, incapace di affrontare i suoi sbagli se non sbagliando ancora. L'asteroide 328 ospita l'incontro con un uomo d'affari, tutto intento a fare calcoli. La sua ossessione è quella di contare freneticamente le stelle, con l'illusione di poterle così possedere tutte e di depositarne il corrispondente valore il banca. «Io», disse il piccolo principe, «possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni. Possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane. Perchè spazzo il camino anche di quello spento. Non si sa mai. E' utile ai miei vulcani, ed è utile al mio fiore che io li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle...». L'uomo d'affari aprì la bocca ma non trovò niente da rispondere e il piccolo principe se ne andò.

La semplice osservazione del Principe ci fa capire come la ricchezza non possa mai essere fine a sè stessa, ma debba essere orientata ad uno scopo superiore. Giunto all'asteroide 329, il Piccolo Principe incontra un lampionaio, il quale passa il suo tempo ad accendere e spegnere metodicamente dei lampioni, per tenere il passo dell'alternanza giorno-notte, che, in quel pianeta, è molto repentina: ogni giorno dura appena un minuto! Il Principe non nasconde un'istintiva simpatia per quest'uomo, apprezzando in particolare la dedizione al suo compito, a differenza degli altri personaggi, tutti intenti a pensare solo a sè stessi. Eppure questa sua diligenza rivela anche il limite del personaggio: egli è abituato a svolgere meccanicamente una certa attività, anche se assurda, e non ha la forza di cambiare il suo atteggiamento, in quanto trova più comodo seguire la regola, senza chiedersi se ciò abbia veramente senso. Non basta, quindi, essere diligenti, occorre anche orientare la propria attività verso uno scopo sostanziale, che va al di là della regola, e bisogna avere il coraggio, ogni tanto, di fermarsi e riflettere sul senso del nostro frenetico agire. Nell'asteroide 330 avviene l'incontro con un geografo. La cosa strana di questo personaggio è che egli conosce la geografia di tutti gli altri pianeti, ma non sa nulla del suo, in quanto non lo ha mai esplorato. Egli, infatti, è uno studioso, mentre il compito di andare alla scoperta dei mari, dei fiumi, delle città, delle montagne e dei deserti tocca agli esploratori. Egli si preoccupa di documentare quanto riferitogli dagli altri, ma rifiuta di fare uno sforzo di esperienza e conoscenza dirette. Questo personaggio, come già il lampionaio, è ligio al suo dovere ed è certamente assiduo e paziente nel suo lavoro di catalogazione, ma proprio questo rigore lo conduce a fare solo ciò che indispensabile, senza sforzi ulteriori, così rendendo sterile la sua attività. Infine, il Piccolo Principe giunge sul pianeta Terra. La Terra non è un pianeta qualsiasi! Ci si contano cento e undici re, settemila geografi, novecentomila uomini d'affari, sette milioni e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi, cioè due miliardi circa di adulti.insomma, sulla Terra troviamo mescolati assieme tutti i personaggi che fino a quel momento il Piccolo Principe ha incontrato singolarmente, ciascuno con i suoi difetti. Eppure ognuno dei personaggi incontrati, a ben vedere, nasconde anche qualcosa di positivo. Così, ad esempio, il re si rende conto di non poter chiedere ai sudditi più di quanto egli stesso sia disposto a dare, il vanitoso è gentile, l'ubriacone non ha smarrito il senso della vergogna per la sua debolezza, l'uomo d'affari è ancora in grado di stupirsi, anche se solo per un attimo, di fronte alla naturalezza e semplicità del Piccolo Principe, il lampionaio impersona la diligenza e, infine, il geografo la pazienza. Ancora una volta, quindi, il Piccolo Principe ci fa riflettere sul fatto che le persone che ci stanno attorno, anche se in apparenza ci sembrano negative, nascondono pur sempre una qualità positiva da valorizzare. La Terra è la metafora della diversità, dove tante persone, ciascuna con il proprio carattere, convivono assieme. Tuttavia, gli uomini occupano molto poco posto sulla Terra. Si potrebbe ammucchiare l'umanità su un qualsiasi isolotto del Pacifico. Naturalmente i grandi non vi crederebbero. Si immaginano di occupare molto posto. Si vedono importanti come dei baobab. Consigliategli allora di fare dei calcoli, adorano le cifre e gli piacerà molto. Qui il racconto ci induce a riflettere sulla pochezza umana rispetto alla vastità del pianeta, ridicolizzando la superbia dell'uomo che, talvolta, ritiene di poter dominare la natura.