Serie "I quaderni storici" n. 3 Ultimo aggiornamento aprile 2015 U.O.C. Impianti Tecnologici La Corsia delle Donne dell Ospedale del SS. Salvatore iuxta Lateranum di CINZIA MARTINI (Storico dell'arte, albo dei giornalisti n.107244/98)
Nella seconda metà del XVII secolo con la Nuova Corsia delle Donne, si realizza con il superamento di ogni riferimento medioevale, ciò che porta al rinnovamento definitivo l intero Complesso Ospedaliero, un rinnovamento deciso nel 1632, dopo la visita del Cardinal Francesco Barberini, avvenuta per saggiare l efficienza della struttura sanitaria in un periodo nel quale si profilava il sospetto del diffondersi della peste a Roma. Dopo il nuovo assetto dato alle corsie destinate agli uomini da Giacomo Mola 1, nel 1648 l architetto Giovanni Antonio De Rossi 2 succede nella carica di capo della fabbrica della Confraternita dell Ospedale del SS. Salvatore, ed ottiene l incarico per il nuovo ospizio muliebre, da realizzarsi nei pressi della Torre dell Ospizio di Sant Antonio iuxta Lateranum e su i resti dell Ospizio di Santa Prassede, 3 così tra il 1651 ed il 1655, grazie all ingegno del De Rossi ed alla volontà di Paulus Maccaranus, Hiacynthus Bubalus e Ludovicus Casalius, Custodi della Confraternita, dopo i " patti e convenzioni colli capi mastri muratori per la fabbrica da farsi nell ospedale vecchio delle donne 4 ", prende forma un insuperabile esempio di architettura barocca romana, sia dal punto di vista strutturale che della decorazione interna, arrivando ad operare una sintesi tra gli insegnamenti del Bernini 5 e Borromini 6 7. Il nuovo edificio, espressamente voluto dal pontefice Alessandro VII 8, per dare un buon ricovero alle inferme ed alle gravide, ma soprattutto un ambiente proprio ed esclusivo alle donne assistite 9, viene edificato, imponendo all architetto l utilizzo delle strutture che in precedenza s insediavano in tale luogo, cosicché i muri del vecchio fabbricato determinano parzialmente la forma del nuovo. Di fatto non costituisce una novità come tipologia, ne avrebbe potuto, soprattutto per il permanere attraverso i secoli dei concetti base relativi all edilizia ospedaliera. Come sempre, si deve realizzare un unica corsia, la più alta possibile e con il maggior numero di aperture, per mantenere il ricambio d aria e quindi l asetticità della sala: è evidente che qualunque cambiamento tipologico avrebbe comportato un evoluzione del concetto di ospedale, che l'architetto Giovanni Antonio De Rossi non era in grado di risolvere da solo. E per questo che il progettista segue l esperienza già compiuta, come Giacomo Mola prima di lui, e adotta la tipologia della corsia coperta da volte a botte lunettate, nobilitata però da due fondali monumentali con il motivo della serliana, uno per l ingresso monumentale, l atro per la cappella e l altare sul fondo. Nel 1656 vengono collocate sul portale maggiore dell edificio le insegne d Alessandro VII Chigi e del Senato Romano, successivamente rimosse, mentre la facciata impostata dal De Rossi, viene ultimata solo nel 1770, ma rispettando in pieno il programma già concretizzato, quello dei due ordini, con la parte centrale avanzata, sottolineata dalle mezze paraste ad indicare lo spazio interno nella corsia vera e propria, ed incastonato nel timpano un tondo recante scolpita l'immagine del Cristo, ma senza alcun finestrone dell ordine superiore, aperto solo più tardi nel secolo XVIII. All edificio, previsto con criteri di assoluta funzionalità, il De Rossi aggiunge un portico sostenuto da colonne, verso il cortile interno, così da aprire un altro ingresso alla corsia, e fa passare una scala a gradini larghi e bassi per consentire alle bestie da soma di portare le derrate alimentari fino al granaio. In un accurata descrizione d archivio, per i lavori svolti nel 1656 sono riportati i costi sostenuti per l originario portico, andato poi distrutto ed inglobato in una serie di costruzioni aggiunte successivamente, che per lungo tempo hanno alterato le linee eleganti della facciata sud La fabbrica di questo ospedale fu fatta a spese della ns. compagnia ed è posto di facciata incontro all altro ospedale più grande destinato per gli uomini con la via pubblica posta in mezzo tra l uno e l altro, il quale è di una sola corsia longa p.mi 223 e larga 48 con il suo portico nell ingresso largo p.mi 20 e lungo 48, e stendersi per lunghezza da mezzogiorno verso ponente. 10 I saggi compiuti presso la facciata sud dell edificio, dovuto ai lavori di restauro compiuti, sotto la direzione artistica del Prof. Arch. Paolo Portoghesi, per il Giubileo del 2000, hanno determinato la volontà di ripristinare l originaria funzione del portico e darne l immagine, così è stato realizzato un diaframma metallico, che dopo la scoperta di un sistema murario voltato, ha assunto la forma classica della travata ritmica interpretata con materiale del nostro tempo. 1 Coldrerio 1576-Roma 1650 2 Roma 1619-1695 3 L Ospedale del titolo di Santa Prassede era già stato ampliato una prima volta per volere del Cardinale Giovanni Colonna II (1212-1245) 4 Archivio di Stato di Roma Inventario della Confraternita Fondo n.54 volume n.626 (anno1651) 5 Napoli 1598 Roma 1680 6 Bissone 1599 Roma 1667 7 1999 Paolo Portoghesi in Relazione storica per Restauro Complesso monumentale San Giovanni Addolorata 8 Siena 1599 Roma 1667 9 Anche in incognito come le cosiddette Celate. 10 Archivio di Stato di Roma Inventario della Confraternita Fondo n.54 volume n.992 (anno1745)
Nel XVIII secolo anche l interno della corsia viene alterato da tramezzature dovute alla necessità di separare funzioni diverse e di aumentare il numero dei posti per le inferme, disponendo quattro file di letti invece delle due previste dal De Rossi e pure in questo caso, la ristrutturazione Portoghesiana ha ristabilito, citandole, le primitive memorie. All interno della corsia, gli affreschi che adornano i fondali e le volte della cappella, contribuiscono a definire il carattere di un ambiente in cui i malati potevano e dovevano trovare anche un conforto spirituale, attraverso una forte ispirazione religiosa ed un forte coinvolgimento emotivo. Nell'Inventario del Fabbricato dell'ospedale 11 esiste un disegno con appunti. recto/verso dell'allestimento della nuova corsia, recante la dicitura " DISEGNO DELL'ALTARE, ED ALTRO PER IL NUOVO OSPEDALE DI S. SALVATORE...", ed un altro dell'intero Complesso del SS. Salvatore, con la scritta " DISEGNO DELLA NUOVA FABRICA DI S. GIOVANNI CON PIANTA DEL SITO VECCHIO NON ESEGUITO ANCORA ", ", probabilmente un documento della prima metà del XVII secolo, utile per confrontare le eventuali modifiche strutturali ed architettoniche dell'edificio. Il ciclo decorativo dell Aula Mulierum è composto da alcuni gli affreschi di notevole valenza, posti sul arco trionfale, sull altare maggiore ed nei riquadri sulle pareti laterali (ben leggibile l episodio della Visitazione, in quanto connesso al purpuerio). Lo schema appare complesso, specie nell altare maggiore, dove la resa visiva è composta dell insieme di scultura e pittura, che riecheggia contemporaneità barocche d ispirazione emiliane da Algardi 12 a Lanfranco 13. La scena è dominata al centro dal Cristo del Crocifisso scolpito, cui si pongono ai lati le pitture a fresco della Vergine Addolorata e di San Giovanni Evangelista, il tutto sovrapposto ad un fondale paesistico, nello stile della scuola di Francesco Gessi 14 e Guido Reni 15. Nelle soluzioni formali dei personaggi risulta evidente la memoria di analoghe iconografie di Guido Reni (Bologna 1575 1642), realizzate su tela per commissioni bolognesi e romane. La volta sovrastante reca, invece, affrescati degli Angeli con i simboli della Passione di Cristo, la cui composizione è ripresa da quella (pure a fresco) eseguita da Giovanni Lanfranco (Parma, 1582 Roma, 1647) per la volta della Cappella della Pietà (di Michelangiolo Buonarroti) in San Pietro in Vaticano. Sul Arco Trionfale è affrescata una Assunzione della Madonna, con le nuvole e le figure che sbordano dalle cornici investendo lo spazio reale, si tratta dell adozione di uno dei più classici stratagemmi del barocco romano per coinvolgere lo 11 Archivio di Stato di Roma Inventario della Confraternita registro n.390, busta 3 n.1 e busta 4 n.2 12 Bologna 1595 Roma 1654 13 Parma 1582 Roma 1647 14 Bologna 1588-1649 15 Bologna 1575-1642
spettatore, di cui un esempio mirabile si trova nelle volte della Chiesa del SS. Nome di Gesù ad opera del Baciccio, al secolo da Giovan Battista Gaulli 16. Nella parete opposta dell aula la decorazione a fresco presenta Due Angeli adoranti un immagine del Salvatore, il soggetto vuole chiaramente alludere al titolo ed alla rappresentazione tradizionale del SS. Salvatore connessa al nosocomio lateranense, ribadendo la matrice reniana, nella visione d insieme mostra l affettuoso dialogo tra la Madonna ed il Cristo, posti frontalmente ai due estremi dell aula 17, riecheggiando così anche l incontro delle due icone al culmine della processione di ferragosto, condotta proprio dalla stessa Confraternita detentrice dell Ospedale. 16 Genova 1639 Roma 1709 17 Lo stesso dialogo che si era ripetuto ogni anno per secoli, nella notte di ferragosto su i gradoni della Basilica di Santa Maria Maggiore con l incontro della Icona della Vergine e quella del SS. Salvatore durante la processione curata dalla Confraternita curatrice dell Ospedale.
Per il ciclo decorativo vista l impronta stilistica della cultura emiliana e la compresenza di quella neoveneziana per gli angeli con i simboli della passione, sono state indentificate diverse mani. Circa gli autori degli affreschi (databili 50 70), per quelli laterali, e su i due archi, possiamo individuare una personalità dal conio stilistico emiliano, vicina all opera del Reni e forse allieva del Domenichino, proprio come Giovanni Battista Ruggeri 18, già autore di diverse opere per la Corsia degli Uomini e la Chiesa dei Santi Andrea e Bartolomeo, o come il di lui maestro Giovan Francesco Gessi 19. Per contro a una mano diversa spetta la volta, desunta dal Lanfranco, con gli Angeli recanti gli attributi della Passione e ad un altro, incognito pittore, di rilevante livello tecnico stilistico, il quale sembra esprimersi tramite un neo venezianismo di timbro classicistico-francese, deve spettare la figura della Assunta affrescata sul Arco trionfale dell altare maggiore. Lo stato di tutte le opere necessita interventi conservativi (per umidità, smog, ossidazione delle vernici di vecchi restauri, alterazioni climatiche, sollevamento degli arricci, con conseguenti cadute di frammenti di pigmento pittorico, etc.), che garantiscano la pulitura, offrendo così ulteriori presupposti di analisi per la messa a fuoco delle altre personalità che hanno concorso al loro compimento. Oggi questo prestigioso ambiente, tornato al suo antico splendore dopo gli interventi di riqualificazione degli anni 2000, si trova ubicato presso il Corpo M del Presidio Ospedaliero Santa Maria, con una superficie di 780 m. una larghezza di 11,13 m. ed una lunghezza di 70,10 m. Vi si accede dal nuovo portico interno, prospicente il giardino su Via di San Giovanni in Laterano, e dall ingresso monumentale su Piazza San Giovanni. Si tratta di un grande spazio moderno destinato naturalmente ad attività culturali e formative, una sorta di Agorà della città, che può determinare la valorizzazione di eventi e mostre espositive, dove gli utenti possono essere intrattenuti e rimane al tempo stesso coinvolti dal luogo e dalla sua storia. 18 Bologna 1606 Roma 1640 19 Bologna 1588/1649