IL RAPPORTO TRA L UOMO E LA NATURA

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FILOSOFIA ED ESTETICA CLASSI III A e III B PRIMO INCONTRO: LEZIONE DEL 2/4 OTTOBRE 2012 IL RAPPORTO TRA L UOMO E LA NATURA Il concetto di natura in rapporto alla cultura è uno dei più complessi di tutta la storia del pensiero: la filosofia ha sempre affrontato il problema del rapporto fra l uomo e la natura, ma negli ultimi decenni del Novecento la sensibilità verso questo tema si è accresciuta e si è aperto un nuovo campo della riflessione filosofica: la filosofia ambientale; è un settore in piena espansione, nel quale si intrecciano questioni scientifiche, etiche, economiche, politiche. Questioni relativamente all ambiente sono sulla bocca di tutti, o quasi: inquinamento, effetto serra, buco nell ozono, disastri ambientali, deforestazione, desertificazione, surriscaldamento del pianeta, erosione, sovrappopolazione, esaurimento delle risorse energetiche, scomparsa di specie animali e vegetali. A molti la situazione sembra così drammatica che parlano di una vera e propria crisi ecologica e si interrogano su come salvare la Terra. La preoccupazione per questi temi è, tutto sommato, recente. Fino a pochi decenni fa, la natura era considerata una riserva inesauribile di risorse a disposizione dell uomo. A questo punto è doveroso avvertire che il percorso seguito dall insegnante riguardo la filosofia ambientale prenderà spunto prevalentemente dalla visione filosofica occidentale, e che si esemplificheranno solo alcune tappe salienti della tradizione sentita più vicina. Di recente si è terminata la spiegazione sulla filosofia dei primi autori naturalisti: le origini del pensiero filosofico greco trovano le proprie radici nella ricerca dell Archè, (inizio, causa, ma anche senso); gli inizi della filosofia sembrerebbero agli studenti come un accavallarsi di punti di vista diversi e competitivi, che avrebbero come scopo principale quello di tentare una spiegazione sempre più razionale del mondo. Abbiamo esaminato i concetti di: Illimitato(vedi Anassimandro): è la dimora ospitale e non delimitabile, che accoglie tutti gli enti, inclusi gli umani. Questi ultimi non possono pretendere il dominio sull Illimitato: piuttosto, devono conservare uno stile di apertura all Intero. Armonia dei Contrari (vedi Eraclito, Empadocle): l armonia autentica non può essere monolitica, e dunque richiede la compresenza e l equilibrio delle differenze e delle opposizioni. Reticolo cosmico (vedi scuola di Pitagora, Anassimene, vedremo Platone): il cosmo è come una immensa rete, in cui tutti gli enti e gli eventi sono intrecciati e relazionati; l uomo è un aspetto della tessitura cosmica, non il padrone. 1

Ma si è sottolineato come, soprattutto per il tema prescelto per il progetto SCUOLA 21 1, la visione prevalente non comportasse una filosofia antropocentrica, bensì una Ecofilosofia, cioè una filosofia ecocentrica: l orientamento ecocentrico, avendo come riferimento i cicli della natura quale orizzonte invalicabile anche per l uomo, comportava l adesione sacrale ad essi, mentre non era pensabile il loro stravolgimento in base a progettazioni umane di tipo sviluppista. In definitiva, essi non potevano quindi avere una concezione lineare della storia: la loro visione ciclica escludeva in partenza qualcosa di simile al progresso illimitato della ragione. Oltretutto gli antichi guardavano alla natura come oggetto di studio per comprendere la perfezione dell universo che li circondava. Non era ancora presente la visione manipolatrice tipica del mondo moderno. Accanto alla sapienza greca, l Occidente si confronta anche con la tradizione ebraico-cristiana alla quale si appartiene e da cui si è inevitabilmente influenzati. Si propone, quindi, la lettura di uno stralcio tratto dalla Genesi 2 : 1:1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra. 2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno. 6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno. 9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l'asciutto». E così fu. 10 Dio chiamò l'asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. 13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno. 14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. 16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 18 per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. 19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno. 1 Dal sito www.fondazionecariplo.it: <<Il progetto Scuola 21 si inserisce nel piano d azione della fondazione Cariplo promuovere il miglioramento dei processi educativi per favorire la crescita delle persone nelle comunità. L obiettivo di fondo di tale azione è modificare l atteggiamento delle giovani generazioni verso aree significative del sapere, accrescendone le conoscenze e le competenze, nonché le capacità di tradurle in comportamenti concreti. Questa finalità di lungo periodo si traduce nell obiettivo specifico del miglioramento nei processi formativi, con particolare riferimento a quelli scolastici. In particolare il progetto intende contribuire al miglioramento dell offerta formativa della scuola superiore attraverso lo sviluppo di una metodologia didattica interdisciplinare che insegni a cogliere il contributo delle diverse discipline nell analisi e nella soluzione dei problemi con applicazioni alle tematiche ambientali, la cui complessità le rende un caso emblematico in cui i saperi diversi debbono convergere verso soluzioni condivise>>. 2 Brano tratto dal sito www.laparola.net. 2

20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo». 21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. 22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra». 23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno. 24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. 25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono. Creazione dell'uomo e della donna 26 Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno. 2:1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. 2 Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta. 4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; 6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. 7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente. Nel 1967 lo storico statunitense Lynn White Jr., pubblicò sulla rivista <<Science>> un breve aritcolo, The Historical Roots of Our Ecological Crisis (le radici storiche dell attuale crisi ecologica), in cui esponeva una tesi molto netta: responsabile della crisi ecologica è la concezione giudaico-cristiana dell uomo e della natura, che, assegnando all uomo, unica creatura plasmata ad immagine di Dio, uno statuto speciale, lo ha autorizzato a dominare la natura e a disporne a piacimento. Questa concezione ha anche dato impulso alla scienza e alla tecnica moderna, che nel dominio sulla natura hanno la loro ragion d essere. Le tesi di White suscitarono molte polemiche; alcuni, come il filosofo australiano John Passmore, hanno fatto notare che in un testo complesso come la Bibbia non c è solo l idea dell uomo padrone, ma anche quella dell uomo custode della natura. Illuminante a questo proposito la visione di papa Giovanni Paolo II ha guidato la riflessione del cristianesimo sui temi della bellezza e della dignità del creato: l importanza della creazione non sta nell essere mondo-oggetto o risorsa dell uomo, ha un valore ontologico autonomo e non è perfezione assoluta; anch essa infatti è sottoposta alla contingenza e alla caducità. La natura stessa è anch essa un libro della rivelazione: secondo Giovanni Paolo II anche la natura diventa come un vangelo che ci parla di Dio, ci spinge alla contemplazione della bellezza delle creature e lo predispongono ad un etica più responsabile, che considera basilare il concetto di fraternità con la 3

terra. Quindi l uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, non deve tiranneggiare la natura ma deve sentirsi in obbligo di prendersi cura del creato. Questo senso di fratellanza a cui inneggia il papa è ben presente nel Cantico delle Creature di S. Francesco, che non esita a chiamare fratello il sole: poiché tutto il creato è accomunato da un medesimo Padre e considerato un unica grande famiglia. COLLEGAMENTO A STORIA PER III B (NASCITA DI NUOVI ORDINI RELIGIOSI MINORI: I FRANCESCANI) E RIMANDO PER IIIA ALLA PROGRAMMAZIONE DI STORIA E LETTERATURA ITALIANA (PROF. SSA RICCI) Il Cantico delle Creature (Laudes Creaturarum), anche conosciuto come Cantico di Frate Sole, è una composizione in versi scritta da San Francesco di Assisi intorno al 1224 e ritenuta il più antico testo poetico della letteratura italiana. Altissimu, onnipotente bon Signore, Altissimo, onnipotente, buon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se confano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Siignore, per sora Luna e le stelle: il celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi Signore, per sor'acqua. la quale è multo utile et humile et pretiosa et tue sono le lodi, la gloria e l onore ed ogni benedizione. A te solo, Altissimo, spettano (le lodi) E nessun uomo sarebbe degno di parlare della tua grandezza. Sii lodato, mio Signore, insieme a tutte le tue creature, specialmente il sole, nostro fratello e signore: grazie a lui, ogni giorno, sei tu ad illuminarci. Egli è bello e radioso, dotato di grande splendore: è il tuo riflesso, Altissimo. Sii lodato, mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo, le hai create luminose e preziose e belle. Sii lodato, mio Signore, per fratello vento E per il cielo: per il nuvolo, per il sereno e per ogni tempo, grazie al quale offri alle tue creature la possibilità di nutrirsi. Sii lodato, mio signore, per sorella acqua, 3 Testo tratto da www.liberliber.it; la versione in italiano moderno sono di F. M. Feltri. 4

casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infermitate et tribulatione. Beati quelli che 'l sosterranno in pace, ca da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente può scampare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ca la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate 3. la quale è molto utile e preziosa e pura. Sii lodato, mio Signore, per fratello fuoco, grazie al quale illumini la notte: esso è bello ed allegro, impetuoso e forte. Sii lodato, mio Signore, per nostra sorella madre terra, che ci nutre e ci sostiene, e produce una gran varietà di frutti, di fiori colorati e di erba. Sii lodato, mio Signore, per coloro che perdonano, in nome del tuo amore, e sopportano la malattia e la disgrazia. Beati quelli che sopporteranno con serenità d animo Perché da te, Altissimo, saranno incoronati. Sii lodato, mio Signore, per nostra sorella morte, che colpisce i corpi: da essa, nessun uomo vivente può fuggire: guai a quanti muoiano senza essersi pentiti dei loro peccati più gravi; beati invece coloro che, quando sopraggiunge la morte, stanno osservando la tua santissima volontà: a questi, il giudizio nell al di là non provocherà alcun danno. Lodate e benedite il mio Signore E ringraziatelo e servitelo con grande umiltà. In realtà, il testo è un formidabile attacco nei confronti delle dottrine dei catari, secondo cui il corpo e la materia erano stati creati da Satana. Mentre gli eretici ritenevano che tra l anima e il mondo circostante esistesse un vero e proprio abisso, Francesco chiamò fratello e sorella ciascuno dei quattro fondamentali elementi che costituiscono la natura (aria, acqua, terra e fuoco). Inoltre, mentre tutte le creature con cui l uomo deve rapportarsi possono avere un doppio volto, cioè possono essere sia benefiche che portatrici di sofferenza e di dolore, Francesco scelse di porre 5

l accento solo sugli aspetti positivi delle singole realtà descritte. Vento, aria, terra, fuoco non hanno alcuna forza distruttiva, ma sono piuttosto forze portatrici di vita che Dio ha messo al servizio dell uomo 4. 4 Per il commento al Cantico si veda il testo di F. M. Feltri M. M. Bertazzoni F. Neri, La torre e il pedone,vol. 1 dalla società feudale al Seicento, Sei, Torino 2012, p. 59. 6