OPEN SOURCE. Le prospettive nel contesto Europeo e Italiano



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OPEN SOURCE Le prospettive nel contesto Europeo e Italiano di Marco Pancotti In collaborazione con Destinazione >>...

Tavola dei contenuti Premessa... 3 1. Brevi riflessioni sull innovazione in ambito IT nel decennio in corso... 3 2. Il fenomeno Open Source... 6 3. I fondamentali economici dell Open Source... 7 4. L Open Source nel contesto Europeo. Le motivazioni delle società di software... 10 5. L Open Source nel panorama dell offerta Italiana... 12 Glossario... 15 Indice delle figure Figura 1 - Legge di Moore... 4 Figura 2 Share di Apache tra i web server (fonte www.netcraft.com)... 9 Figura 3 Motivazioni per la partecipazione a progetti Open Source... 10 Pagina 2 di 16

Premessa L Open Source è forse la discontinuità dei primi dieci anni di questo millennio. Molti sono i temi e le domande aperte, sia per chi deve decidere tra un software libero e l acquisto di una licenza tradizionale, sia per le software house, che dovranno rivedere il proprio modello di business di fronte al crescente peso che l Open Source sta raggiungendo nel panorama applicativo. Questi temi saranno trattati in due dossier distinti, di cui questo rappresenta una prima parte. Qui vengono sviluppati i temi relativi allo sviluppo del fenomeno Open Source, analizzandone i fondamentali economici di un modello di business di rottura per il mondo del software e fornendo un quadro generale dell offerta sia italiana, sia europea. Il secondo studio illustrerà come si presenta lo scacchiere della battaglia in corso tra Open Source e software proprietario, entrando nel merito dei punti di forza e di debolezza dei due schieramenti, nel tentativo di prevedere le prossime tendenze. 1. Brevi riflessioni sull innovazione in ambito IT nel decennio in corso L esame dell evoluzione della domanda e dell offerta di Information Technology degli ultimi trent anni mostra un affascinante sequenza di discontinuità che svettano su poche costanti di fondo. Una delle più famose costanti è la legge di Moore, secondo la quale la potenza di calcolo dei computer, a parità di costo, raddoppia ogni 18 mesi. La legge di Moore si è rivelata sorprendentemente valida, soprattutto considerando che, essendo stata enunciata nel 1965, è stata sottoposta al duro esame di quarant anni di evoluzione tecnologica. Pagina 3 di 16

Figura 1 Legge di Moore Le discontinuità, cioè le innovazioni cha hanno cambiato significativamente il contesto di mercato, sono troppo numerose per poter essere citate, ma tre di queste sono state così importanti da poter essere considerate come il punto di svolta tra una condizione di mercato e l altra. La prima discontinuità, collocabile all incirca nella seconda metà degli anni 70, è stata la disponibilità di una nuova famiglia di elaboratori, comunemente denominati mini, i quali affiancarono i mainframe nel profilo di offerta di quasi tutte le società di hardware allora sul mercato. Alcune di queste, come, ad esempio, la ormai scomparsa Digital, nacquero proprio con l intento di sviluppare l offerta di elaboratori destinati al calcolo e al supporto della gestione di piccole e medie imprese, aventi costi contenuti e minime necessità di gestione. Chi era sul mercato in quegli anni ricorderà i PDP 11 e, successivamente, i VAX, che si diffusero in quella che allora si chiamava informatica dipartimentale. Aziende che non avrebbero mai potuto permettersi un grande elaboratore furono in grado, a partire dagli anni 70, di dotarsi della capacità di calcolo a loro necessaria, e migliaia di società di software indipendenti nacquero con l intento di creare gli applicativi necessari per poter sfruttare a pieno i mini-elaboratori. La seconda discontinuità, collocabile all incirca nella seconda metà degli anni 80, è stata la disponibilità dei personal computer e del software in grado di rendere utilizzabile un PC anche da un utente non tecnico. Milioni di macchine da scrivere e di calcolatrici da tavolo Pagina 4 di 16

iniziarono lentamente a sparire, sostituite da word processor e da fogli di calcolo, innescando un profondo cambiamento nell organizzazione delle aziende. La terza discontinuità, collocabile all incirca nella seconda metà degli anni 90, è stata la disponibilità di Internet, che ha trasformato 500 milioni di PC in nodi di un unica grande rete mondiale, ha creato nuovi mercati e nuovi business (Amazon, ebay e Google in testa), modificato il modo di inviarsi messaggi e di informarsi e conferito un nuovo motivo di esistere ai PC casalinghi. Tutti noi ci stiamo chiedendo quale sarà la discontinuità che caratterizzerà la fine del primo decennio del 2000, ma pare che, almeno per ora, non sia facile trovare una risposta. Le grandi innovazioni degli altri tre decenni avevano le loro radici nel rispettivo decennio precedente. I primi mini comparvero negli anni 60, i primi PC alla fine degli anni 70, e Internet era già utilizzata negli anni 80. I processi di industrializzazione e diffusione di una importante innovazione impiegano circa quindici anni a trasformare l idea originaria in un fenomeno dirompente, per cui, per trovare la killing application del 2009 (sperando che stavolta non vi siano bolle speculative) è necessario guardare a qualcosa che fosse ai suoi albori negli anni 80. Due sono i fenomeni che trovano le loro radici negli anni 80, che stanno influendo significativamente negli anni 2000 e che potrebbero innescare cambiamenti profondi nella seconda metà del decennio. Il primo è la diffusione del mobile computing appoggiato alla nuova generazione di telefoni cellulari, i cosiddetti smartphone, che hanno già straordinarie capacità di gestione di connettività e gestione dell informazione, e che sono destinati a straordinarie evoluzioni nei prossimi anni. La rivoluzione del mobile computing appare però, almeno per ora, una promessa mancata, in quanto neanche la disponibilità dei servizi UMTS ha innescato la domanda di servizi che invece ci si aspettava. Tuttora, infatti, dispositivi di calcolo ben più potenti dei PC disponibili vent anni fa sono utilizzati esclusivamente come cornette telefoniche o come terminali per inviare SMS da 200 byte di puro testo. Un mortificante spreco. Perché la rivoluzione del Mobile Computing si realizzi è necessaria, a parere di chi scrive, la confluenza di diverse novità, tra cui: La disponibilità dei video in tecnologia OLED a basso costo. Già oggi il 60% della domanda di dispositivi OLED proviene dal mercato dei lettori audio e video portatili (tipo ipod Apple, per intenderci). La tecnologia OLED promette alta definizione, colori brillanti e basso consumo, tutte cose necessarie perché la visualizzazione su dispositivi portatili superi gli attuali limiti di leggibilità. Pagina 5 di 16

La disponibilità di interfacce a comandi vocali ad alta affidabilità e comodità d uso, per superare i limiti di ergonomicità delle tastiere di piccole dimensioni. L adozione di una normativa che, pur tutelando la privacy, permetta lo sviluppo di servizi location based che sfrutti, a richiesta dell utente, la possibilità di conoscere la propria localizzazione (tramite GPS o identificazione da parte del provider di connettività) per ottenere le risposte più adeguate alle proprie esigenze di mobilità. 2. Il fenomeno Open Source In attesa dell esplosione del mobile computing, è opportuno volgere la propria attenzione all altro fenomeno che, in un decennio peraltro privo di emozioni, sta modificando ogni giorno sempre di più l offerta di software e, di conseguenza, le aspettative della domanda. Si tratta del fenomeno dell Open Source, cioè della disponibilità del software all interno di un quadro contrattuale che garantisca alcune fondamentali libertà, tra cui: - la libertà di utilizzare il programma per qualsiasi scopo; - la libertà di studiare come il programma funziona e di adattarlo alle proprie esigenze; - la libertà di ridistribuire liberamente copie del programma, in versione originale o modificata; - la libertà di apportare miglioramenti al programma e di rilasciare pubblicamente le modifiche apportate, in modo da permettere all intera comunità di beneficiarne. Quest ultima libertà implica la disponibilità del software in modalità sorgente, da cui deriva il termine stesso di Open Source, cioè Sorgente Aperto. Il fatto che queste quattro libertà siano presenti nel contratto di licenza del software ribalta completamente le regole del gioco in un mercato che, in passato, ha cercato in tutti i modi di impedire ciò che con l Open Source (o software libero, che dir si voglia) si vuole invece garantire. La tradizionale offerta software, infatti, ha sempre cercato di: Pagina 6 di 16

- limitare la possibilità di utilizzo del software in termini di hardware di riferimento (numero e tipo di computer), di numero di utenti che possono contemporaneamente accedere l applicazione e, talvolta, di finalità dell utilizzo stesso; - impedire, sia con strumenti tecnici, sia con impedimenti legali, che l utente possa ricostruire le modalità di funzionamento di un programma; - proibire la copia abusiva del software, talvolta adottando misure di protezione fisica dei programmi che rendano difficile, se non impossibile, la sua diffusione al di fuori dei limiti imposti dalla licenza d uso. - vietare la diffusione del software oggetto di licenza, tanto meno in formato sorgente, anche quando il sorgente è legalmente rilasciato all utente (vedi, ad esempio, grandi applicazioni come SAP R/3). Le modalità di licenza Open Source sembrano contravvenire i più elementari principi di economia aziendale. In apparenza, infatti, non dovrebbe esservi alcun senso nel realizzare un prodotto per poi diffonderlo senza compenso, anzi, invitando gli utilizzatori a migliorarlo e diffonderlo a loro volta senza altro impegno che riportare, negli estremi della licenza, il nome degli autori originali. Invece il software Open Source è, al momento, un fenomeno che sta interessando in modo dirompente e orizzontale tutti i mercati, dall office al calcolo scientifico, dal web all applicazione gestionale, e appare come la prima seria minaccia allo strapotere di Microsoft nell ambito del desktop da vent anni a questa parte. In questo articolo non affronteremo alcun tema tecnico, ma cercheremo le risposte ad alcune domande che permettano non solo di comprendere il fenomeno in corso, ma anche di valutarne il futuro impatto, dal punto di vista economico e industriale. 3. I fondamentali economici dell Open Source La prima domanda a cui è opportuna trovare risposta è: quali sono i razionali economici che sottostanno all offerta Open Source? Se si guarda il mercato dalla parte di chi offre servizi, e in particolare di chi si occupa della personalizzazione e adeguamento di applicativi, la risposta è ovvia. Se l applicativo da proporre al cliente è ottenibile gratuitamente, tutto il ricavato delle personalizzazioni Pagina 7 di 16

può rimanere nelle proprie casse, eventualmente decurtato solo dei servizi acquistati dal fornitore dell applicativo stesso per l aiuto prestato. Ma quale razionale può avere il produttore dell applicativo? Per trovare la risposta occorre tener presente che: - Le barriere all ingresso nei segmenti di mercato più importanti sono oggi altissime. Microsoft presidia il desktop sia sul fronte del sistema operativo (Windows) sia delle applicazioni base (Word processing, fogli di calcolo, presentation e personal database). Il mercato dei database è occupato da decine d anni da colossi come Oracle, Sybase e dalla stessa Microsoft. Anche la manipolazione d immagini e di suoni è stata oggetto di forti investimenti da parte di poche società, mentre tutto lo strato applicativo alto è occupato da prodotti di gran fama (SAP in testa) o da soluzioni verticali difficilmente riproducibili. - L accesso al capitale di rischio è in pratica impossibile se non si ha già in mano un prodotto significativamente evoluto e dotato di un mercato sgombro da competitor di grandi dimensioni. - La clientela, viziata da centinaia di applicativi di grande ricchezza funzionale e dotati di eccellenti interfacce grafiche, non tollera più compromessi, e compra solo prodotti maturi, affidabili, completi e di facile uso. In questo contesto è ben difficile per chiunque trovare le risorse umane e finanziarie necessarie per superare tutte queste difficoltà. A meno che non si trovi il modo di ottenere contemporaneamente che: - allo sviluppo dell applicativo collaborino decine, se non centinaia, di programmatori di tutto il mondo, che, per motivi professionali o per puro diletto, siano interessati a portare avanti una determinata idea, fino a farla diventare un prodotto fatto e finito; - alla correzione dei difetti del prodotto collaborino non solo gli sviluppatori, ma anche centinaia di utilizzatori che, non dovendo sopportare costi di acquisto, utilizzino il software anche nelle sue prime release, segnalando i problemi riscontrati e, talvolta, suggerendo le soluzioni; - al marketing tradizionale venga sostituito il passa parola degli addetti a lavori, che, conoscendo la genesi del prodotto e la sua disponibilità, lo propongono ai propri clienti in quanto sanno che non dovranno essere pagate royalty a chicchessia, e che potranno non solo lavorare sui sorgenti dei programmi, ma anche stabilire un rapporto diretto con gli autori dei medesimi. Pagina 8 di 16

I progetti Open Source partono quindi, nella maggior parte dei casi, dall iniziativa di un piccolo gruppo di esperti, di solito molto giovani, a cui, quando ne vale la pena, si aggregano strada facendo anche centinaia di altre persone, fino a comporre un gruppo di lavoro che, in altri contesti, potrebbe costare milioni di euro di investimento. Talvolta in questo processo si inserisce una grande società di informatica che supporta e finanzia il progetto, avendone come beneficio la possibilità di introdursi su clienti altrimenti irraggiungibili. Le più attive in questo senso sono Sun, IBM e, da qualche tempo, Novell. Questo modello ha dato vita a fenomeni di enorme successo. Il sistema operativo Linux è oggi presente nel 24% dei server, e, secondo IDC, è destinato a raggiungere il 33% entro il 2007. Il browser Mozilla ha raggiunto una presenza nel 25% dei PC, mentre straordinario è stato, nell ambito dei web server il successo di Apache, che è utilizzato nel 70% dei siti, relegando Microsoft ad un imbarazzante 20%, come evidenziato dalle statistiche di Netcraft di sotto riportate. Figura 2 Share di Apache tra i web server fonte www.netcraft.com Ma i due casi di successo nell ambito Open Source che avranno, nel breve periodo, maggiore impatto saranno la diffusione di OpenOffice, suite competitrice di Microsoft Office e disponibile sia per Linux, sia per Windows, e l introduzione di sistemi gestionali disponibili in modalità Open Source, primo dei quali, per completezza e diffusione, è il Francese Compiere, che è già stato oggetti di circa 800.000 download ed è operativo in migliaia di aziende, soprattutto Europee. Pagina 9 di 16

Per farsi un idea delle dimensioni del fenomeno, basti dire che il principale sito dove sono disponibili i prodotti Open Source, e dove si coordinano i gruppi di lavoro, che è sourceforge.net, conta oggi poco meno di 100.000 progetti attivi, e ha un numero di iscritti, e quindi regolari fruitori dei servizi offerti, pari a circa 1 milione di persone. Questa gigantesca fucina supera di diversi ordini di grandezza le possibilità di sviluppo di qualunque società di software di normali dimensioni. Anche supponendo che il 90% dei progetti in corso sia destinato a fallire o a dare risultati insignificanti (stima vicina al vero), rimarrebbero pur sempre di 10.000 buoni prodotti, che spaziano dal software di conettività ai database, dalla grafica alla manipolazione dell audio e del suono, dall utility al linguaggio di programmazione di nuova concezione, fino ad un ampio spettro di soluzioni applicative in grado di coprire diverse esigenze. Infatti, se si guarda il contenuto di una distribuzione commerciale Linux, si possono ormai contare più di 8.000 applicativi che, normalmente, sono installati a corredo del sistema operativo e che, se ben utilizzati, nella maggior parte dei casi rendono praticamente superflua l installazione di ulteriore software. 4. L Open Source nel contesto Europeo. Le motivazioni delle società di software In un recente Survey commissionato dalla Commissione Europea sono state intervistati quasi 5000 società di software di tutto il mondo, delle quali più della metà di origine Europea. L obiettivo era capire le motivazioni per cui queste partecipano a progetti Open Source e cosa si aspettano da questa partecipazione. In grande sintesi, la risposta può essere dedotta da un diagramma presentato in uno dei documenti della relazione. Figura 3 Motivazioni per la partecipazione a progetti Open Source Pagina 10 di 16

Fonte: International Institute of Infonomics Come si può notare, le ragioni addotte possono essere raggruppate in cinque grandi famiglie. La prima famiglia raggruppa motivazioni di natura sociale, tra cui spiccano la possibilità di imparare, acquisire e condividere nuovi skill. Un po meno importanti, tra le motivazioni di natura sociale, appaiono quelle di attivare nuove forme di cooperazione e di poter partecipare alla scena internazionale dello sviluppo software. Seguono le motivazioni di natura politica, tra cui emerge la volontà di permettere un ampio accesso al software inteso come bene comune dell umanità e di limitare lo strapotere delle grandi organizzazioni, e le motivazioni, più pragmatiche, legate alla possibilità di risolvere problemi senza risposta in ambito proprietario e di ottenere un aiuto da terze parti nella implementazione di una propria idea. Importante appare poi la motivazione di visibilità, intesa sia come possibilità di farsi una reputazione nell ambito della comunità degli sviluppatori, sia come possibilità di incrementare la propria personale credibilità professionale. Pochissimi, tra i partecipanti, hanno indicato la motivazione monetaria, il che dimostra come queste società abbiano capito in pieno il fatto che l Open Source comporta un diverso modello di business, dove il compenso economico arriva di sponda, come effetto collaterale di una serie di azioni e di investimenti comuni, e non come diretta azione produttiva. Come vedremo nel prossimo paragrafo, molte delle motivazioni addotte dalle società che hanno partecipato al Survey sono presenti anche in ambito nazionale. Pagina 11 di 16

5. L Open Source nel panorama dell offerta Italiana È ormai da un paio di anni che la stampa italiana, specializzata e non, si dedica in modo abbastanza continuativo del fenomeno dell Open Source. Malgrado l interesse dimostrato, vi è un fatto poco citato, che è la continua nascita di società di software che esplicitamente legano la loro mission all adozione e al supporto di tecnologie Open Source. Si tratta prevalentemente di aziende nate dall aggregazione di giovani neo-laureati, o comunque con poca esperienza lavorativa, che proseguono in ambito lavorativo sodalizi nati sui banchi e nei laboratori della facoltà frequentata. Senza fare nomi, prendiamo ad esempio la home page di una società bolognese che dichiara..la nostra missione è essere punto di riferimento per le imprese private e pubbliche nel settore dell'ict per LINUX e il mondo Open Source attraverso l'offerta di competenze, servizi e lo sviluppo di soluzioni innovative. In Toscana troviamo invece una società che si dichiara specializzata nella realizzazione di sistemi e-business ad elevato contenuto tecnologico attraverso strumenti opensource, mentre un altra vuole.. arricchire l'offerta di prodotti e servizi dei professionisti di Internet e di informatica tramite l'uso del software libero. Si tratta di un fenomeno interessante, in quanto le mission espresse normalmente nel nostro paese dall offerta software sono caratterizzata da formati diversi di combinazione prodotto/mercato, del tipo soluzioni gestionali per l industria piuttosto che sviluppo di applicazioni specifiche per il mercato finanziario. Il termine Open Source, invece, non caratterizza né una specifica famiglia di prodotti, né un segmento di mercato. Se mai richiama il modo di produrre e distribuire il software, oppure la forma contrattuale che è, come già visto, tendente a favorire l utilizzo del prodotto da parte di terzi. In effetti, le realtà aziendali che da noi stanno sorgendo attorno al mondo Open Source finiscono per selezionare, nel mare magnum della produzione realizzata sotto questo tipo di licenza, dei sottoinsiemi specifici. C è chi, ad esempio, propone OpenOffice.org come alternativa al mondo Microsoft Office, e quindi non solo collabora alla localizzazione del prodotto, ma fornisce su di esso formazione e consulenza all utilizzo in un contesto integrato con altre applicazioni. Altri, invece, si stanno dedicando alla realizzazione di portali basati su piattaforme di Content Management. Il contributo delle aziende italiane, in questo caso, sta soprattutto Pagina 12 di 16

nella realizzazione di strati di software con caratteristiche professionali per il supporto del workflow e delle attività di gestione documentale. Un gruppo di aziende si sta invece aggregando, con il supporto di Sun, costituendo il gruppo denominato Java Open Business, con l intenzione di costituire un gruppo di cooperazione nell ambito del software applicativo su piattaforma Java. Sulla base di quanto si può osservare entrando in contatto con queste realtà, le motivazioni che stanno alla base di questo fenomeno sono sostanzialmente tre. La prima è sicuramente di carattere economico. La scelta di piattaforme di sviluppo Open permette l aggregazione di giovani che, essendo spesso alla prima esperienza imprenditoriale, sono privi di risorse finanziarie significative. Il fatto di potersi limitare all acquisto di pochi PC (che, anche per esigenze di sviluppo, costano obiettivamente molto poco) e di poter poi focalizzare la propria offerta su prodotti per i quali non si devono pagare licenze minimizza lo sforzo in termini di investimento. La mancanza di costi di licenza permette poi un profilo di prezzi più aggressivo. Tutti ciò che verrà fatturato, infatti, rimarrà nelle tasche della società di software, e non finirà nei conti di una qualche multinazionale. Tra i partecipanti al Java Open Business vi sono, tra l altro, società di notevoli dimensioni e con numerose referenze che hanno deciso di affiancare alla loro offerta tradizionale, magari tecnologicamente un po obsoleta, un profilo innovativo, senza che ciò richieda ingenti investimenti. La seconda motivazione è di natura ideologica. Il mondo Open Source è in parte contrapposto al regno di Redmond, o, perlomeno, vi sono aree all interno del mondo Open Source che considerano l offerta del software con licenza libera come una forma di contrapposizione ai centri finanziari e di potere delle grandi softwarehouse americane, Microsoft in testa. È indubbio che il modello libertario della comunità del free software possa esercitare un fascino su chi, in altri contesti, si sente vicino al movimento no-global e alle sue motivazioni. Esiste però, all interno della nostra comunità Open Source, un area più moderata che non si preoccupa tanto degli aspetti legati ai concetti di libertà, ma, più pragmaticamente, al fatto che il processo di produzione del software in modalità Open Source permette la realizzazione di grandi quantità di codice eccellente in tempi e con costi altrimenti irraggiungibili. In Italia il fattore ideologico forte, quello di contrapposizione a Microsoft, pare essere presente soprattutto nei dibattiti di alcuni portali dedicati al mondo IT, talvolta frequentati da talebani del free software che, sulla base del linguaggio utilizzato, raramente sembrano superare i 20 anni. Le realtà aziendali aventi come missione l Open Source sono invece concentrate sul valore tecnico di quello che fanno, e la critica alla Pagina 13 di 16

Microsoft rimane normalmente circoscritta alle scelte architetturali o implementative dei suoi prodotti. Che poi alcuni trovino congruente la scelta a favore dell Open Source con le proprie convinzioni personali in ambito politico è ovviamente possibile, ma non appare, almeno al momento, un fattore determinante. La terza motivazione è quella di appartenenza ad una comunità internazionale di alto livello tecnico e scientifico. Un giovane imprenditore che inizia la sua carriera fondando la sua società sente spesso un senso di isolamento e di provincialismo rispetto a chi, andando a lavorare in una grande società di software, magari a capitale straniero, viaggia ed entra in contatto con colleghi di tutto il mondo. La scelta dell Open Source, invece, garantisce una dimensione internazionale anche a chi vive in un paesino in provincia di Agrigento, in quanto gli permette di cooperare con suoi pari di tutto il mondo in un contesto dove lo status dipende esclusivamente dalla reputazione conquistata col proprio lavoro. Quale sia la più importante tra queste motivazioni dipende da caso a caso. Sicuramente il mercato dell offerta software italiana sembra essere un humus ideale per lo sviluppo di questo tipo di imprenditorialità. Nel nostro paese mancano grandi società di software in grado di assorbire l offerta di professionalità emergente dalle università. Il mercato, per di più, è già frantumato in un pulviscolo di piccole società, nei confronti delle quali un gruppo di 7/10 neolaureati con forti skill tecnici può tranquillamente competere alla pari. Nel nostro paese, inoltre, è cronica la mancanza di capitale di rischio che affianchi la piccola impresa nei suoi primi anni di vita. È quindi scontato che la vocazione all imprenditorialità espressa da questi giovani si difenda cercando, allo stesso tempo, di ridurre al massimo il fabbisogno finanziario, di condividere con la comunità internazionale i costi di sviluppo e di cavalcare un marchio che non richiede investimenti in marketing, perché il marketing viene fatto lo stesso senza che nessuno lo debba pagare. L offerta Open è tecnicamente già abbastanza forte in molti ambiti e il supporto che IBM sta dando a Linux in termini di credibilità non può che rafforzare questa tendenza. È plausibile quindi che, al rafforzarsi della qualità dell offerta software Open Source, segua una crescita impetuosa di nuove realtà nell ambito dell offerta applicativa, che costituirà una fastidiosa spina nel fianco di tutte le aziende che seguono i tradizionali modelli di business. Nel prossimo articolo vedremo come si presenta lo scacchiere della battaglia in corso tra Open Source e software proprietario, entrando nel merito dei punti di forza e di debolezza dei due schieramenti, nel tentativo di prevedere le prossime tendenze. Pagina 14 di 16

Glossario OLED Abbreviazione di organic light-emitting diode, che sta ad indicare un display che racchiude delle pellicole a base di carbonio tra due elettrodi, uno metallico. Il risultato è uno schermo simile a quelli a cristallo liquido ma molto più sottile, definito, luminoso, economico e parco nei consumi. La tecnologia OLED è stata inventata da Eastman Kodak nei primi anni 80. Ha iniziato recentemente a rimpiazzare la tecnologia LCD in piccole apparecchiature come i PDA e i telefoni cellulari. È destinata a rimpiazzare gli LCD, entro la fine del decennio, in tutti i loro attuali impieghi. FLOSS Acronimo per Free/Libre and Open Source Software. Terminologia adottata dalla Commissione Europea per qualificare meglio il fenomeno del software Open Source Java Uno dei più diffusi linguaggi di programmazione, introdotto dalla Sun negli anni 80 e ormai utilizzato in migliaia di progetti Open Source. Killing application Applicazione di tale importanza da rendere esplosiva la diffusione di una certa applicazione. Ad esempio, la killing application per la diffusione dei PC nelle aziende è normalmente individuata nel foglio elettronico (LOtus 1-2-3 all inizio ed Excel poi). Pagina 15 di 16

Linux Sistema operativo entrato in competizione con Windows in grado di rendere operativo un computer. Benché tecnicamente Linux sia solo il cuore (kernel) del sistema, viene normalmente distribuito insieme a migliaia di altri programmi da molti ritenuti equivalenti, se non superiori, a quelli disponibili nel mondo Windows, il tutto a costi nettamente inferiori se non nulli. Linux è il frutto dell iniziativa che l allora diciannovenne Linus Torvald intraprese all inizio degli anni 90. A lui si affiancarono presto migliaia di entusiasti collaboratori, con il cui aiuto si arrivò, all incirca 10 anni dopo, ad un prodotto stabile e di elevata qualità.. Documento reperibile, assieme ad altre monografie, nella sezione Dossier del sito http://www.sanpaoloimprese.com/ Documento pubblicato su licenza MATE - IT RESEARCH AND CONSULTING Copyright MATE - IT RESEARCH AND CONSULTING Pagina 16 di 16