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L'ARIA DI TERNI IL PM10 E LA NOSTRA SALUTE di Franco Casadidio (agg. febbraio 2013)

PREMESSA Da diversi anni il mio interesse si è concentrato sui temi che riguardano la relazione causa-effetto tra inquinamento atmosferico e salute, con particolare riguardo ai danni causati all'organismo umano dall'inalazione delle polveri fini e ultrafini. La letteratura medico-scientifica a riguardo è vastissima e concorde nel sottolineare la stretta correlazione tra elevati valori di inquinamento e danni alla salute, danni che spaziano da problemi all'apparato respiratorio (BPCO, bronchiti, allergie, tumori) a quelli a carico del sistema cardio-vascolare. Diversi studi hanno anche dimostrato, senza ombra di dubbio, che la causa principale di inquinamento da particolato nei centri urbani è il traffico veicolare (Agenzia Europea per l'ambiente). A livello cittadino questa tesi è stata confermata dall'ufficio ambiente della Provincia di Terni che in uno studio condotto ha evidenziato come il 52,9% di tutto il PM10 emesso giornalmente a Terni sia causato dal traffico e di questo, ben il 98% (!) sia dovuto alle emissioni di autovetture e veicoli commerciali. Recentemente l'università di Milano Bicocca, rendendo noti i risultati degli studi condotti nel mese di gennaio 2009 a Terni, ha messo in risalto come, in mancanza di condizioni meteo favorevoli alla loro dispersione, le sostanze inquinanti prodotte dal traffico restino confinate al suolo, con gravi ed evidenti rischi per soggetti deboli quali i bambini che, per natura, si trovano alla cosidetta "altezza scappamento". Più recentemente Legambiente (rapporto Mal aria 2011) indica il traffico come responsabile del 35% delle emissioni di PM10 contro il 18,7% del riscaldamento mentre ARPA Lombardia (2001) valuta percentuali pari al 70% per le polveri prodotte dal traffico a fronte di un 12% derivante dagli impianti di riscaldamento. Se ci spostiamo in ambito europeo la musica non cambia, con uno studio del 2006 dell Agenzia Europea per l Ambiente che quantifica in 46.800 tonnellate le polveri emesse in Italia dal traffico a fronte di 18.000 causate dal riscaldamento. Dall'autunno 2005 la Regione Umbria insieme ad altri organi istituzionali e a vari EE.LL. ha approntato un protocollo per la riduzione degli agenti inquinanti in atmosfera, evidenziando la criticità di alcune zone della regione, tra le quali rientra a pieno titolo la nostra città. I provvedimenti riguardano essenzialmente il blocco parziale del traffico, provvedimento meglio conosciuto come "targhe alterne". Con l'istituzione delle targhe alterne si vuole limitare il contributo che il traffico veicolare da all'aumento delle concentrazioni di PM10 nell'aria umbra in generale e ternana in particolare. CONOSCIAMO MEGLIO IL PROTOCOLLO La parte fondamentale del protocollo è quella relativa ai provvedimenti da adottare in materia di traffico, provvedimenti divisibili sostanzialmente in due parti: una riguardante le misure da adottare indipendentemente dalle condizioni di inquinamento e da quelle meteorologiche, l'altra le misure da prendere nei casi più gravi. In riferimento al primo punto il protocollo relativo al 2009 così recita: "Provvedimenti da attivare in modo programmato e permanente dalla data di sottoscrizione del presente Protocollo al 31/03/2009 nei Comuni di Perugia e Terni: a) interdizione della circolazione privata per non meno di due giorni lavorativi nelle aree urbane dei veicoli pre-euro ad accensione comandata (benzina) e ad accensione spontanea (diesel) e dei ciclomotori e dei motocicli a due tempi pre-euro negli orari dalle 08.30 alle 18.30 o 19.30; b) inoltre, quale ulteriore misura in aggiunta a quanto previsto al punto precedente e da assumersi in considerazione di particolari situazioni meteoclimatiche, le Amministrazioni Comunali possono procedere ad ulteriori limitazioni del traffico applicando il criterio delle targhe alterne, secondo le modalità indicate all art. 6, comma 2.". Nel caso, invece, di ripetuti sforamenti dei limiti di legge e di condizioni meteo favorevoli al ristagno degli inquinanti, il protocollo prevede che "qualora le concentrazioni di PM10, calcolato per almeno un punto di rilevamento, risulti superiore al valore di 50 μg /m 3 per tre giorni consecutivi, e le previsioni a 72 ore sulle concentrazioni di PM10, eseguite dal Servizio di ARPA, facciano prevedere condizioni sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti per i tre giorni succesivi il Sindaco adotta provvedimenti di emergenza sulla base delle specifiche esigenze locali". Questi, in sintesi, gli elementi più importanti del Protocollo d'intesa ma a Terni cosa succede? IL PROTOCOLLO A TERNI Il primo protocollo viene stipulato nel mese di novembre del 2005 e si propone di ridurre l'inquinamento nel corso della stagione invernale 2005/2006. I firmatari sono la Regione Umbria,

l'arpa Umbria, le Provincie ed i Comuni di Terni e Perugia nonché il Comune di Spoleto. I sottoscrittori si impegnano a mettere in atto una serie di misure tra le quali la circolazione a targhe alterne che nella nostra città ha inizio il 19 gennaio 2006 nonostante nel protocollo sia indicato il 15 novembre 2005 quale data di avvio dei provvedimenti. L'anno successivo, con il protocollo firmato in data 17 novembre 2006, si chiede agli EE.LL. di prendere le misure indicate nel documento a partire dal 30 novembre; a Terni, nonostante i 21 sforamenti novembrini ed i 20 di dicembre, le targhe alterne hanno inizio solamente l'11 gennaio, suscitando i mugugni di molti operatori commerciali che rimproverano l'amministrazione per non aver tenuto conto che in quegli stessi giorni inizia la stagione dei saldi ma anche con altre motivazioni che sfiorano spesso il ridicolo, come quella riportata nell'articolo de Il Messaggero Terni del 5 gennaio 2007 nel quale si critica la scelta dei giorni prescelti per le targhe alterne (giovedì e venerdì) "perchè le pescherie si vedono diminuire i clienti in uno dei due soli giorni di vendita" (sic!). Sempre nello stesso articolo, l'assessore al traffico dell'epoca, Gianfranco Salvati, con una dichiarazione quanto mai chiara, invita i commercianti a non lamentarsi perché "...la proposta di Confcommercio è stata valutata... abbiamo scelto di non far partire il provvedimento delle targhe alterne durante le festività natalizie... non a caso il via è stato fissato per l'11 gennaio". Parole illuminanti su come venga affrontato un problema di salute pubblica; ma del resto già a metà dicembre, quando era chiaro che nulla sarebbe stato fatto in periodo di shopping pre-natalizio, il TG di Teleterni del 16 dicembre 2006 aveva messo in risalto la gioia di qualcuno per il non decisionismo del Comune, nonostante valori di PM10 da brivido registrati dalle centraline ternane: 9 sforamenti su 12 misurazioni a Le Grazie (nel periodo 1-16 dicembre) con punte di 154 microgr/mcubo, il triplo del valore massimo consentito per legge. Il ritardo del Comune nell'emanazione del provvedimento di targhe alterne causa nel periodo 1 dicembre - 11 gennaio, 24 sforamenti su 31 misurazioni con ben 10 sforamenti consecutivi di cui 5 oltre i 100 microgr/mcubo. C'è bisogno di aggiungere altro?. Nel 2007/08, forse memori delle polemiche degli anni precedenti, si decide di tagliare la testa al toro, stipulando il protocollo direttamente dopo le feste natalizie, il 16 gennaio 2008. Per attuare le targhe alterne, però, il Comune di Terni pensa bene di aspettare un altro mese, indicando la data dell'11 febbraio come quella giusta per limitare la circolazione automobilistica dei ternani, evitando qualsiasi polemica per motivi commerciali, visto che i saldi sono ormai partiti da oltre un mese. Nel 2008/09, infine, il protocollo, sottoscritto il 23 gennaio 2009 (sempre più tardi!), non viene attuato. Dopo ripetute richieste, il Comune di Terni chiarisce con una email il perché; "nell inverno 2009 non sono stati adottati provvedimenti limitativi del traffico, dal momento che nel periodo non si sono verificati fenomeni acuti di inquinamento atmosferico, soprattutto se paragonati agli anni precedenti. grazie alle condizioni meteo del periodo straordinariamente piovoso e quindi decisamente favorevole alla dispersione degli inquinanti": è bene notare, però, che a Perugia, con le stesse "favorevoli" condizioni meteo, il Comune non esita a mettere in atto, quanto previsto dal protocollo e che a Terni le tanto decantate "favorevoli" condizioni meteo hanno causato comunque 20 sforamenti tra novembre e dicembre 2008. Nel 2010 il protocollo non è stato sottoscritto e l'ordinanza sulle targhe alterne, benché firmata dal sindaco ad inizio anno, non è mai entrata in vigore. Il 2011 comincia con una sequenza di sforamenti da brivido: 15 in 17 giorni. Il 20 gennaio il Movimento Terni 5 Stelle denuncia, attraverso un comunicato stampa, la situazione di estrema gravità, sollevando un putiferio e costringendo dopo pochi giorni il sindaco a firmare l'ordinanza per le targhe alterne a partire dal 31 gennaio. Nonostante questo quadro sconfortante, ancora il 20 gennaio con una dichiarazione apparsa sul Corriere dell'umbria, l'assessore Bencivenga sostiene: "Al momento non sono all ordine del giorno (le targhe alterne n.d.r.). Siamo ancora sotto al limite, dichiarazione a dir poco avventata perché l'assessore sa, o dovrebbe sapere, che la legge lascia ampia discrezionalità alle amministrazioni locali in materia di misure anti-inquinamento per non superare i limiti imposti dalla legge. E se qualcosa deve essere fatto per non sforare i limiti, va da se che deve essere fatto quando si è ancora sotto al limite, perché farlo dopo non avrebbe senso: sarebbe come chiudere

la stalla dopo che sono scappati i buoi!. La stagione invernale 2011/12 inizia sotto i peggiori auspici, complice il meteo non favorevole alla dispersione degli inquinanti. Novembre registra 21 sforamenti di cui 18 consecutivi, portando il totale annuo a 60. Il giorno 25 novembre il Movimento Terni 5 Stelle indice una conferenza stampa per denunciare la situazione e informare i media e i cittadini dell'iniziativa intrapresa: una richiesta di intervento indirizzata a Comune, Provincia, Circoscrizione Sud e ARPA per arginare l'inquinamento. Nel documento si propongono anche una serie di misure in materia di traffico e si precisa anche che, in assenza di sviluppi, il Movimento valuterà la possibilità di presentare un esposto alla Magistratura. Qualche giorno dopo il Comune di Terni emette l'ordinanza per la circolazione a targhe alterne a partire dal 1 dicembre fino al 31 marzo 2012. Il 2011 si conclude con 69 sforamenti, la soglia dei 100 microgrammi superata per ben 7 volte con un tetto massimo di 158 microgrammi raggiunto a capodanno e 20 giorni, tra il 13 novembre e il 2 dicembre, di superamenti continui del limite massimo imposto dalla legge. A maggio 2012 il M5S Terni presenta un esposto alla magistratura sulle elevate concentrazioni di PM10 nell aria negli ultimi anni. Ad agosto 2012 il M5S Terni inoltra all azienda ospedaliera S. Maria una richiesta di accesso agli atti relativa agli accessi al pronto soccorso dell ospedale a causa di malattie respiratorie e cardiovascolari, patologie tipicamente legate agli alti livelli di inquinamento. Al 23 febbraio 2013, nessuna delle due iniziative ha avuto risposta. Intanto nel 2012 siamo arrivati a registrare 69 sforamenti di cui 17, pari al 24,64%, nel periodo primavera-estate, in barba a quanti sostengono che gli sforamenti del PM10 sono causati dagli impianti di riscaldamento e non dal traffico e, per questo motivo, limitati solamente al periodo invernale, con 13 sforamenti consecutivi nel periodo 7-19 gennaio (max. 117 microgr/mcubo e media 76 microgr/mcubo) Il 10 gennaio 2013 il comune di Terni emetter l ordinanza per la circolazione a targhe alterne a partire dal 15 gennaio. Fino al 26 febbraio l ordinanza è stata sospesa per 3 volte (6 giorni) mentre al 18 febbraio gli sforamenti registrati sono stati 21. UNO SGUARDO ALLA LEGGE La Direttiva Europea 2008/50/CE del 21 maggio 2008 recepita in Italia con il D.L. 155/2010 del 13 agosto 2010 (fuori tempo massimo visto che il limite temporale per il recepimento sarebbe stato l'11 giugno 2010) prevede i seguenti limiti per il PM10: 1) 50 microgr/mcubo da non superare per più di 35 volte in un anno 2) 40 microgr/mcubo come valore annuale medio Per quanto riguarda il PM2,5 i limiti scatteranno solamente a partire dal 1 gennaio 2015 mentre fino a quella data c'è solamente un valore annuo consigliato da non superare, stimato in 20 microgr/mcubo. Nel nostro Paese la tutela della salute è addirittura materia costituzionale. All'art. 32 della Costituzione si sostiene infatti che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...". Secondo quanto si evince dagli artt. 6 e 7 del D. Lgs. 285/92 "il Sindaco ha il potere di limitare e sospendere la circolazione per tutelare la salute pubblica", concetto ribadito anche dall'art. 3 del D.Lgs. 413/97 che recita : "Il Sindaco ha il potere di limitare la circolazione per prevenire l'inquinamento atmosferico". Dunque, come appare evidente, la responsabilità maggiore nella tutela della salute pubblica ricade sulle spalle del Sindaco che ha tutti gli strumenti di legge per far valere questa prerogativa: a patto di volerlo veramente però!. E se il Sindaco non fa nulla?. Beh c'è sempre l'art. 328 c.c. che al comma 1 così recita: "Il pubblico ufficiale o l incaricato di pubblico servizio che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni"; in parole povere è il reato meglio conosciuto come omissione d'atti di ufficio. La VI sezione penale della cassazione nella sentenza 10497/98 ha ribadito come il rifiuto da parte del pubblico ufficiale o dell incaricato di pubblico servizio di compiere un atto

d ufficio è integrata non solo quando vi sia stata una sollecitazione soggettiva concretatasi in una richiesta o un ordine e il comportamento del soggetto attivo si ponga come risposta negativa ad essi, esplicita od implicita, ma anche, indipendentemente da una richiesta o da un ordine, quando sussista un urgenza sostanziale, impositiva dell atto, resa evidente dai fatti oggettivi posti all attenzione del soggetto obbligato ad intervenire, dimodoché l inerzia soggettiva del medesimo assuma valenza di rifiuto Purtroppo tutto è demandato alle amministrazioni locali anche a causa della mancanza di un piano nazionale anti-inquinamento, piano che la UE ci chiede insistentemente da anni e la cui mancanza ci costerà, dopo l'apertura della procedura d'infrazione avviata in sede comunitaria lo scorso dicembre, da un minimo di 1 miliardo e mezzo di euro (stima del Ministro dell'ambiente Prestigiacomo) a 4 miliardi di euro (secondo i calcoli della maggior parte delle associazioni ambientaliste): in ogni caso una tombola e a pagare saranno gli italiani!. Pur mancando un piano nazionale, però, è da notare come il D.L. 155/2010 non abbia dimenticato di "salvare" l'ilva di Taranto, beneficiandola di una proroga sui limiti alle emissioni di diossina, limiti che la precedente legge sanciva come improrogabili a partire dal 1999 e prorogati incredibilmente al 2012, con grande "gioia" dei tarantini tutti (in modo particolare del gruppo Riva proprietario delle acciaierie che, per sdebitarsi di tanta grazia, si è sacrificato investendo un pacco di milioni di euro nel salvataggio di Alitalia!). PARTICOLATO E SALUTE UMANA Come ricordato all'inizio, i danni causati dal particolato sono riconosciuti ormai da tutta la comunità medico-scientifica mondiale. Di seguito vengono riportati alcuni dei principali studi effettuati. Linee guida sulla qualità dell aria OMS 2000 - L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che per ogni 10 microgr/mcubo di aumento del PM10 si verifichino effetti acuti quali un incremento dello 0,7% della mortalità giornaliera e del 3% delle patologie inerenti le basse vie respiratorie. Gli effetti cronici (a lungo termine) evidenziano invece un aumento del 29% delle bronchiti e una diminuzione della capacità respiratoria dei bambini pari all'1,2%. OMS - L'OMS ha stimato che nel periodo 2002-2004 nelle 13 maggiori città italiane i decessi causati dagli elevati valori di PM10 siano stati 8.220/anno di cui 742/anno per cancro al polmone. Nello stesso intervallo temporale i morti sul lavoro sono stati 1478 (2002), 1445 (2003) e 1328 (2004) (fonte: INAIL), mentre quelli dovuto ad incidenti stradali rispettivamente 6739 (2002) 6015 (2003) e 5625 (2004) (fonte: ACI - ISTAT) Lancet. 2004 Dec 11-17; 364 (9451):2097-2105 & European Journal of Cancer 2006 Sep;42(13):1915-2190 - Nel periodo 1978-1997 aumento dell'1,2% dei tumori infantili e del 2% per quelli adolescenziali (con incremento più sensibile per neoplasie rare come i sarcomi dei tessuti molli e per i tumori cerebrali e i linfomi non Hodgkin). J Epidemiol Community Health 2005; 59:755 60/ 2006; 60;136-141 - L'epidemiologo inglese Ernest Knox ha dimostrato come il rischio di contrarre neoplasie aumenti in modo significativo non solo per i bambini nati e cresciuti vicino a strade trafficate, pompe di benzina e stazioni di autobus, ma soprattutto per i figli di donne residenti in tali aree nel periodo della gravidanza Mc Hale CM et al; Prenatal origin of chromosomal translocation in acute childhood leukaemia: implications and future directions; Am J Hematol 2004; 75:254-257 - Da questo studio è emerso che i bambini avendo una maggior speranza di vita rispetto all adulto, hanno più tempo per sviluppare patologie croniche/degenerative che possono impiegare anche decenni prima di manifestarsi. Da una accurata analisi retrospettiva che si è avvalsa della disponibilità del sangue da cordone ombelicale, è risultato che alcune traslocazioni cromosomiche tipiche delle leucemie erano già presenti alla nascita in bambini in cui la malattia si manifestava anche 10 anni dopo Enrico Lombardi, Centro di Allergologia e Broncopneumologia Pediatrica, Azienda Ospedaliera Meyer Firenze -... la maggior parte degli studi dimostra un associazione fra inquinanti atmosferici e malattie del tratto respiratorio inferiore quali bronchiti acute e polmoniti...e stata anche trovata un associazione fra l esposizione cronica agli inquinanti atmosferici e l aumento di sintomi

respiratori quali tosse e produzione di muco in età pediatrica... Prof. Fiocchi del Fatebenefratelli di Milano - L aumento del PM10 determina nei bambini entro il primo anno di vita un aumento del 22% della mortalità a causa di malattie respiratorie; inoltre sempre più bambini dopo 2 o 3 mesi di tosse presentano lesioni del polmone identiche a quelle dei fumatori. Harvard School of Public Health - A causa dell inquinamento, un bambino su sei presenterebbe danni documentabili al sistema nervoso e problemi funzionali e comportamentali che vanno dal deficit intellettivo, alla sindrome da iperattività, all'autismo. Naturalmente quella proposta è solo una sintesi di tutto il materiale reperibile in rete sul tema. Una sintesi che, però, serve ad inquadrare nella giusta dimensione un problema di salute pubblica che interessa tutti noi, i nostri figli, i nostri nipoti. Per concludere, vengono riportati nella tabella seguente i dati riepilogativi realtivi al monitoraggio del PM10 a Terni negli ultimi anni.