#ZEBRAprintable Arte da paura! Arte da paura! La rappresentazione della morte

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#ZEBRAprintable Arte da paura! Come si usa? Stampa e porta con te la tua lezione alternativa di storia dell arte sul tema della rappresentazione della morte che emerge dal confronto delle opere d arte. L ultima pagina di questo #zebraprintable è invece dedicata ai tuoi alunni stampala in tutte le copie di cui hai bisogno e distribuiscila alla classe! Arte da paura! La rappresentazione della morte Già dalla Preistoria, passando per il Medioevo e il Rinascimento fino ad arrivare all arte dei giorni nostri la morte ha trovato posto e nelle opere più in generale di tutti gli artisti. Detto questo i ragazzi vi chiederanno Perché si rappresenta la morte?... Secondo voi??? (ascoltiamo le risposte dei ragazzi, sicuramente arriveranno a darsi una spiegazione) Già dalla preistoria la morte e in particolare il suo manifestarsi, il suo carattere di immediatezza e soprattutto l impotenza dell uomo di fronte a tale manifestazione ha fatto sì che l umanità tutta si ponesse delle domande e per trovare delle risposte si è da sempre affidata a forme di religione ( se ci riflettiamo bene tutte le forme di religione forniscono una risposta al grande punto interrogativo della morte) che spiegassero l evento. Le testimonianza dell arte quindi all inizio si rifanno al culto della vita dopo la morte (vedi la costruzione delle tombe Etrusche, o delle Piramidi in Egitto) o alla rappresentazione grafica delle divinità che accompagnavano l uomo nel passaggio oltre la vita. I simboli della morte: il Cristianesimo influenza l arte. Con un salto temporale arriviamo alla diffusione del Cristianesimo e pensiamo Medioevo (vi consiglio di fare un breve focus storico sul periodo Medievale ponendo l attenzione sulla diffusione tra le masse popolari povere e analfabete della dottrina cristiana) a che cosa serviva in questo clima rappresentare la morte? E con quali simboli? Per far conoscere e diffondere la dottrina cristiana, nel periodo medievale all interno delle chiese e delle abbazie vennero commissionati molti cicli di affreschi perché attraverso le immagini la gente, analfabeta come ricordavamo, poteva imparare e

leggere, attraverso le immagini appunto, le vicende della Bibbia, apprendere le buone condotte attraverso gli esempi dei santi e fuggire alle tentazioni del peccato. E allora così come le predicazioni, anche le immagini rappresentavano il monito: memento mori che tradotto suona ricordati che devi morire! La morte è sempre rappresentata con scheletri e teschi, simboli dunque della caducità fisica dell uomo e della dimensione prettamente terrena dell esistenza che cessa appunto con la morte. Vediamo delle immagini del ciclo degli affreschi del 1485 dell Oratorio dei Discipilni a Clausone vicino Bergamo, realizzati dal pittore Giacomo Borlone de Buschis. Giacomo Borlone de Buschis, Il trionfo della morte, 1485, Clausone, Bergamo Nel drappo che sventola la morte, incoronata come una Regina, afferma di non volere assolutamente le ricchezze, è lei l unica a poter decidere i destini, nessun uomo può scappare. Le figure del papa e dell imperatore sono invece i simboli della superbia e per questo sono rappresentati circondati da rovi e serpenti. Teschi e Santi nell opera di Caravaggio Passiamo ora al periodo rinascimentale e alla figura di Caravaggio. Ricordiamo ai ragazzi che Caravaggio lavorò per un lungo periodo della sua vita, prima dei guai giudiziari di cui sono piene le cronache dell epoca e di cui esistono

una miriadi di aneddoti, alla volta di cardinali della curia pontificia, mecenati diopere d arte come ad esempio il ciclo di San Luigi dei Francesi a Roma che sancisce la consacrazione di Caravaggio come pittore alla corte pontificia. Analizziamo di seguito un importante tela dipinta nel periodo della maturità di Caravaggio, dove dunque lo stile caravaggesco risulta ben definito, e dove compare il teschio, simbolo della morte. Caravaggio, San Gerolamo, 1605-1606, Galleria Borghese, Roma Caravaggio dipinge San Gerolamo tra il 1605 e il 1606, commissionato da Scipione Borghese. Dipingere i santi anche su commissione era una consuetudine e rappresentavano ciascuno una specifica virtù. Erano sempre dipinti con simboli che ricordavano una caratteristica della loro vita, le stesse vicende che emergevano dunque dalle agiografie molto in voga! San Gerolamo è dunque rappresentato nel momento dello scrivere proprio perché è il santo che ha tradotto la Bibbia dall ebraico al latino e quindi uno dei soggetti molto promossi nell epoca della Controriforma. La composizione pittorica è stata strutturata con lo stile proprio della natura morta, pochi elementi dunque, tutti simbolici e una luce che illumina il centro della composizione. Cosa ci fa dunque il teschio sopra i libri di san Gerolamo? Non solo rappresenta la morte e la caducità dell uomo al contrario dunque del sapere sul quale poggia, che è eterno e che grazie a San Gerolamo raggiungerà molte altre persone; ma è anche il simbolo della vanità e delle frivolezze della vita quotidiana, che dopo la morte non esisteranno più. Cos è dunque importante per il cristiano? Seguire l esempio di Gerolamo ed occuparsi di cose veramente importanti.

Arte contemporanea: la morte come oggetto di consumo! Ancora un grande salto e confrontiamo l arte cosiddetta classica con quella dei nostri giorni. Presentiamo ai ragazzi la figura complessa di Damien Hirst cercando come facciamo sempre, di non creare pregiudizi nella spiegazione ma favorendo un confronto critico. Damien Hirst appartiene al gruppo degli Youn British Artist, ed è solito arrivare al centro del tema della sua ricerca tramite opere-shock che mettono per così dire in vetrina vizi e virtù della nostra società. Damien Hirst, For the love of God, 2007 Un po di numeri sull opera For the love of God, che nella traduzione suona Per l amor di Dio : 2007 è l anno della realizzazione; 171 x 127 x 190 mm sono le dimensioni della scultura; 8601 sono i diamanti che compongono l opera; 14 milioni di sterline è il costo della realizzazione; 100 milioni di dollari il valore di mercato dell opera. Hirst è l artista contemporaneo per eccellenza; ci mostra come il teschio, emblema di morte, è ormai abusato: rappresenta un oggetto di consumo come tanti altri (troviamo teschi su magliette, gioielli, scarpe..) e allora perché non renderlo prezioso? Infondo il cranio del sapiens-sapiens su che cosa ragiona? Che cosa desidera? La ricchezza, il denaro, il successo. Ecco dunque tutti gli aspetti materiali della vita quotidiana moderna tradotti in scultura, un cranio umano (i denti sono quelli originali) fuso in platino e tempestato di brillanti.

Arte da paura! La rappresentazione della morte Attraverso l analisi e il confronto tra le opere d arte scopriamo perché gli artisti rappresentano la morte, con quali simboli lo fanno, e come varia il significato attraverso i secoli. Giacomo Borlone de Buschis, Il trionfo della morte, 1485 Caravaggio, San Gerolamo, 1605-1606 Damien Hirst, For the love of God, 2007