La scienza come affidamento responsabile: la custodia della natura nella logica del progresso umano PROBLEMA



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DISF WORKING GROUP - SEMINARIO PERMANENTE 24 marzo 2012 La scienza come affidamento responsabile: la custodia della natura nella logica del progresso umano Rev. Prof. G. Tanzella-Nitti Pontificia Università della Santa Croce, Roma Problem solving per il lavoro di gruppo ISTRUZIONI: Tenendo conto dei contenuti del Seminario, ogni gruppo di lavoro elabori una risposta al seguente problema. Le risposte saranno illustrate in Aula dal portavoce del gruppo in 15 minuti. Nei giorni successivi al seminario si invitano i portavoce a ritoccare il testo della risposta, in modo da renderlo comprensibile a chi lo consultasse on line, inviando il file definitivo (Word, PDF o PPT), della estensione massima di due cartelle o due diapositive, alla casella dwg@disf.org. PROBLEMA Tenendo conto di quanto visto nel seminario, e senza necessità di fare esplicito riferimento a documenti della Santa Sede, se non per gli argomenti filosofici di ragione che essi contengono, offrire una risposta alle due seguenti domande fra loro collegate: a) Pare chiaro che la responsabilità ecologica debba tradursi in norma giuridica allo scopo proteggere il diritto ad un ambiente sano e sicuro. Al tempo stesso, il problema ecologico si presenta come un problema etico-morale, e dunque può essere affrontato efficacemente quando si riconosce l esistenza di alcuni fondamenti naturali alla base dei rapporti fra l essere umano, i suoi simili e l ambiente. Proponete pertanto e commentate brevemente alcuni esempi che mostrino come la questione ecologica implica una mentalità e degli stili di vita che fanno appello a contenuti che trascendono l ambito giuridico-positivo. b) Lo sviluppo integrale della persona è possibile solo all interno di una trama di relazioni solidali che coinvolge a pieno titolo anche l ambiente. Proponete pertanto e commentate brevemente alcuni esempi specifici che mostrino come lo sviluppo di uno equivale allo sviluppo di tutti, mentre il sottosviluppo di uno equivale al sottosviluppo di tutti: ovvero chi impoverisce l uomo o impoverisce l ambiente può avere l illusione di arricchirsi, ma in realtà sta impoverendo se stesso.

Risposta del Gruppo coordinato da Mirko Di Bernardo Per quanto riguarda il primo quesito presente nel problem solving il gruppo ha messo in luce i seguenti elementi: 1. Il primo esempio riguarda i vegetariani che fanno della questione ecologica uno stile di vita. In quest ottica, infatti, l uomo non deve influire sulla natura che viene prima di tutto in quanto considerata come fine in sé. Ancora più singolare però è la posizione dei vegani secondo i quali la persona umana giunge ad essere considerata come una sorta di minaccia che, secondo alcune forme di integralismo, va addirittura eliminata. 2. Tra i tanti argomenti possibili, che qui potremmo prendere in considerazione, vi è senza dubbio anche quello che si ispira alla linea ideologica secondo cui se l uomo si rivela un essere dannoso per il pianeta, allora è meglio limitarne la proliferazione. E questo, ad esempio, il caso delle teorie della decrescita felice nell ambito della DES. Secondo tale visione l essere umano, poiché dannoso per il resto della biosfera, deve limitarsi e ridurre le scienze e le tecnologie intese come vere e proprie forme di espressione del male radicale rispetto al dovere di tutela nei confronti del bene comune. 3. Un altro esempio riguarda la raccolta differenziata oggi diventata un vero e proprio stile di vita: si pensi ai condomini, alle case ecc.. essa nasce per limitare il concetto di inquinamento ed in quanto non imposta ovunque mediante le norme giuridiche può essere considerata come un esempio di mentalità e di stile di vita che fa appello a contenuti che trascendono l ambito del diritto positivo. 4. Il quarto esempio concerne la scelta di acquisire beni sostenibili e meno inquinanti. Qui la sfida etica risiede nel fatto di orientare le scelte delle aziende ancora radicate nella logica del profitto mediante un informazione e un educazione che rendano i cittadini maggiormente responsabili mettendoli in condizione di scegliere anche prodotti più costosi, ma certamente più sicuri ed in armonia con la logica della sostenibilità. In tal modo i cittadini potranno insieme orientare il mercato consapevoli del fatto che i costi maggiori, in termini economici, permetteranno la realizzazione di un bene più grande.. così facendo giungerà ad essere promossa una responsabilità del singolo individuo, che favorirà un numero maggiore di scelte razionali. Ciò incentiverà una crescita della responsabilità personale e di quella comunitaria: la libertà, infatti, fonda il diritto precedendolo sia logicamente che ontologicamente. Per quanto attiene invece al secondo quesito proposto dal problem solving il gruppo ha messo in rilievo alcuni esempi di concorso sistemico sia in senso negativo che in quello positivo. Nel primo caso abbiamo le questioni seguenti: 1. A livello dell ingegneria genetica si sta assistendo in questi ultimissimi anni alla pericolosa produzione di agenti autonomi (sistemi viventi aventi genomi parzialmente sintetici) geneticamente modificati che entrando in contatto con l ambiente cambiano il proprio codice evolvendo in modi sempre imprevedibili fino al punto da risultare, in alcuni casi, addirittura nocivi per lo stesso essere umano che li ha progettati. 2. L azione positiva conviene poiché apre ad una ricorsività sistemica positiva. Si pensi ad esempio a quelle aziende di fama internazionale che producono mobili contribuendo in parte al disboscamento del pianeta. Piantare il doppio degli alberi usati per la produzione favorisce l azienda a livello di immagine, ma ne garantisce anche la continuità nel tempo..

3. Un altro esempio può essere rappresentato dall eternit, il materiale cancerogeno usato per fare le case. Esso a prima vista sembra utile perché poco costoso e non infiammabile, ma col tempo si degrada e rilascia particelle che producono tumori. Nel secondo caso invece abbiamo i seguenti elementi: 1. Valorizzazione dei beni relazionali o spirituali (qualitativi) a discapito di quelli materiali. 2. La considerazione secondo cui il bene comune non corrisponde alla somma dei singoli beni, bensì al loro prodotto. 3. La produzione di crescita ed occupazione può avvenire anche mediante la valorizzazione e la promozione delle aziende familiari che nel tempo si trasformano in aziende medie. 4. Il ruolo della formazione specialmente nell ambito della cooperazione internazionale dove l educazione di una persona comporta quella degli altri. Risposta del gruppo coordinato da Valentina Orlando Il gruppo di lavoro ha immediatamente individuato quali parole chiave responsabilità e custodia, le quali sono state collegate, a loro volta, con un altra parola chiave, vale a dire conoscenza, giacché si deve conoscere ciò che si custodisce e le sue leggi. La conoscenza è dunque radice e condicio sine qua non dei fondamenti che dovrebbero orientare il rapporto tra uomo e natura e dunque l agire umano, laddove per conoscenza intendiamo la conoscenza dell uomo, dell ambiente naturale e dei suoi cicli, anche in vista dell armonizzazione tra piano etico-morale e piano giuridico, perché vi sia un adesione convinta alla legge e perché la legge possa essere più efficace; accade, infatti, spesso che la legge debba intervenire quando il danno è fatto, mentre l etica può prevenirlo; sappiamo per esperienza, peraltro, che finché non si rischia una sanzione, la tendenza nei confronti della prevenzione di un qualsiasi problema sociale, ecologico, di sicurezza, ecc, è quella di abbassare la guardia. Ora, però, anche qualora si sia d accordo sulla necessità di una revisione dell idea di natura e di natura umana al fine di comprendere che cosa sia reale progresso materiale e spirituale, è arduo tuttavia mettersi d accordo sul contenuto della risposta, basti pensare alla difficoltà di pervenire ad una definizione condivisa di natura umana ecc. Abbiamo cercato allora di pensare ad alcuni fondamenti condivisibili a prescindere da orientamenti religiosi e filosofico-politici, che elenchiamo qui di seguito: - il diritto alla vita e alla salute come concetto relazionale. L aspetto della relazionalità si riferisce, naturalmente, alla consapevolezza, da promuovere, del senso di appartenenza ad una trama di relazioni dell uomo con gli altri uomini, con la vita e l ambiente, e del nesso tra benessere individuale e collettivo. - è nostra responsabilità preservare il creato per le generazioni future (anche se è difficile una configurazione giuridica del diritto dei non ancora nati, ma è appunto l etica, l orizzonte entro cui muoversi a riguardo);

- la salvaguardia dell ambiente è pre-condizione di pacifica convivenza, salute e sviluppo integrale della persona e dei popoli, tutte aspirazioni naturali, impedite da un ambiente insano e degradato; - anche laddove si sia d accordo sull unicità dell uomo, è indispensabile sviluppare un antropocentrismo equilibrato: se il riconoscimento della nostra interdipendenza non deve misconoscere la specificità e unicità dell uomo, così il porre l accento sulla centralità dell uomo quale principale fonte di valore non comporta necessariamente l affermazione di uno sfrenato antropocentrismo (per questo è, peraltro, difficile parlare di diritti della natura e delle altre specie, giacché viene meno la reciprocità diritti/doveri). Ambito non trascurabile è quello della formazione al fine di sensibilizzare le coscienze alla questione ecologica. E urgente, però separare tale questione dall inquadramento politico-ideologico che essa ha avuto nel nostro paese. Formazione ed educazione dovrebbero comprendere entro i propri obiettivi la promozione di una mentalità e uno stile di vita improntati ai valori della: Sobrietà. Essa crea spazio fisico e mentale, orienta ad uno stile di vita sano e bello (la sobrietà è bella, il consumismo porta in sé qualcosa di volgare, giacché forma un individuo in qualche modo sfigurato rispetto all aspirazione naturale alla libertà e alla padronanza di sé stessi, un individuo cioè preda di forme di dipendenza); responsabilità solidale e condivisa, nel senso anche concreto della distribuzione del sacrificio, ma di un sacrificio non fine a se stesso, ma in vista di un bene maggiore (rinuncia ad un bene immediato e minore, in vista di un bene maggiore sebbene conseguito in seguito); capacità di discernimento dei bisogni e della differenza tra quelli autentici e quelli superflui se non addirittura dannosi. Tali valori concorrerebbero alla formazione di una personalità dotata di strumenti di difesa contro il consumismo, contro un sistema che tende a generare desideri e bisogni infiniti, laddove è un desiderio autentico che attiva le energie mentali, la volontà di agire in vista della propria realizzazione, mentre una sovraesposizione a desideri e bisogni non fa altro che portare alla dispersione delle energie mentali, materiali, spirituali e delle azioni che ne conseguono. La consapevolezza dei bisogni indotti, la capacità di riflessione sulla scala di priorità, sul rapporto tra fini e mezzi è un buon antidoto contro un sistema che si autoalimenta e vive della creazione di bisogni artificiali. Temperanza e autodisciplina, non possono che essere dunque funzionali a tale tipo di formazione. La formazione dev essere poi continua, tenere cioè il passo con lo sviluppo tecnologico, giacché questo oltre a sollevare problemi, è di certo anche il terreno entro cui individuare le soluzioni, almeno per quanto attiene all ambito di intervento tecnico (non si può pensare al ritorno ad un passato idilliaco dei rapporti tra uomo e natura, la ricerca dev essere anzi favorita, soprattutto quella riguardante le energie pulite). La formazione deve permeare tutti i livelli della società, dev essere rivolta a tutte le generazioni e agli uomini di scienza innovando e integrando i piani di studio, in direzione della maturazione della consapevolezza che la dimensione del servizio all umanità, della sua liberazione dai condizionamenti dell ignoranza e della povertà riempie di senso e arricchisce la propria attività intellettuale. Valorizzare la dimensione personalista,

esistenziale e sapienziale della formazione scientifica ci appare dunque strategico in tal senso. Chi forma dovrà naturalmente non sottovalutare, come sempre, il valore della testimonianza. Altro ambito strategico è quello dell informazione dell opinione pubblica offerta dai media per sensibilizzare, orientare; anche l informazione dovrebbe essere purificata dalla tentazione dell indottrinamento politico, da tendenze estremistiche, sensazionalistiche e catastrofiste che di sovente si riscontrano in questo settore dell informazione e che offuscano lo spazio di un dibattito serio, sereno e basato su studi rigorosi. Fatta questa premessa, sosteniamo che l informazione può contribuire a: la consapevolezza degli effetti negativi e positivi delle nostre azioni, della distruttività della logica del progresso fine a se stesso che alla lunga impoverisce tutti; la consapevolezza della bellezza come nesso tra armonia interiore ed esteriore (quello che spesso si intuisce quando fruiamo della bellezza di un paesaggio o vediamo un bel documentario sul nostro pianeta). La bellezza anche nel senso della fruibilità dei luoghi in cui viviamo per il tempo libero (si pensi alle domeniche a piedi o in bicicletta), ha una sua influenza sul desiderio di uno sviluppo integrale, sulla consapevolezza del valore dell uomo e sulla condizione psicologica ed esistenziale dell uomo; esiste peraltro un nesso fra la fruizione di un ambiente sano ed adeguato alla persona e un'adeguata educazione estetica. Valorizzare l elemento del risparmio e della qualità della vita e del suo nesso con un progresso autentico (non c è progresso laddove non vi è una buona qualità della vita). Una simile elaborazione di valori e contenuti dovrebbe andare di pari passo al trasferimento di conoscenza e tecnologia ai paesi in via di sviluppo.