Newsletter. Cantieri di Comunità si fa in tre. Una frequentazione più assidua, della Parola di Dio. Numero 1 Ottobre 2010

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editoriale Una frequentazione più assidua, della Parola di Dio di Mons. Francesco Ravinale Vescovo di Asti Con molta gioia e a nome di tutti i Vescovi di Piemonte e Valle d Aosta saluto questo primo numero di Cantieri di Comunità, che intende proporsi come strumento di lavoro per la delegazione regionale Caritas. Tra le numerose espressioni della vita ecclesiale, la testimonianza della carità è un aspetto molto attuale, capace di donare speranza in un contesto generalizzato di crisi e di testimoniare il volto bello di una Chiesa che cammina nel mondo, accanto agli uomini immersi in una miriade di problemi, con amore e desiderio di servizio. All inizio di un nuovo anno di impegno pastorale vorremmo progettare il lavoro e pianificarne gli obiettivi, consapevoli però che i progetti sono già tutti presenti in modo preciso nella mente di Dio e per noi è sufficiente ascoltare le indicazioni che Egli ci manda attraverso la Sacra Scrittura. Alcune citazioni bibliche, volutamente senza ordine prestabilito, ci lasciano intendere che il modo più concreto per pianificare il servizio della carità, è l ascolto della sua Parola: «I poveri li avrete sempre con voi» (Mt. 26,11); «Ogni volta che avrete fatto queste cose ai miei fratelli più piccoli, l avete fatto a me» (Mt. 25,40); «Se uno vede il suo fratello nel bisogno e gli rifiuta ogni pietà, in che modo l amore di Dio potrà dimorare in lui?» (Gv. 3,17); «Quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi» (LC. 14,13); «Le prescrizioni più gravi della legge sono: giustizia, misericordia, fedeltà» (Mt. 23,23). SOMMARIO Numero 1 Ottobre 2010 Editoriale 1 Una frequentazione più assidua, della Parola di Dio OPINIONI 2 L agenda delle famiglie italiane nella crisi storie di povertà 4 Un Poverty paper regionale. Approccio Empirico Biella: formazione per un cambiamento possibile esperienze caritas 6 Torino me for we : ascolto e fraternità contro le nuove povertà NOTIZIE caritas 8 Progetto in viaggio per animare alla carità 2 Caritas Delegazione Regionale del Piemonte e della Valle d Aosta Apiceuropa Società Cooperativa Cantieri di Comunità si fa in tre Una newsletter, un focus tematico e un foglio di aggiornamento. Gli elementi del nuovo strumento promosso dall èquipe Promozione Caritas della Delegazione Piemonte Val d Aosta vogliono essere tasselli che accompagnano le riflessioni condivise a livello regionale, permettendo al tempo stesso di fare memoria dei passi insieme compiuti e di sottolineare alcuni tratti significativi del percorso comune in costruzione. La nostra Delegazione si è così dotata di un primo strumento unitario di pensiero che vuole entrare anche fisicamente nelle singole Caritas diocesane dal cui lavoro di fatto nasce, attraverso il semplice raccoglitore che con il numero 1 di Cantieri di Comunità viene consegnato e che vorremmo trovasse uno spazio importante negli scaffali di ogni Caritas. La newsletter affronterà lungo l anno il tema centrale del Convegno regionale di Colle don Bosco, a partire dalla riflessione proposta nel numero 0 di giugno, con l obiettivo di costruire, raccogliendo diverse esperienze e prospettive, una visione comune sul tema dell Animazione delle comunità in tempo di crisi. In questo primo numero la riflessione, introdotta da un editoriale di Mons. Ravinale, vuole avanzare andando ad approfondire l impatto della crisi sulle famiglie italiane e condividendo, quasi a realizzare un piccolo Poverty paper regionale, alcune storie di nuove povertà. Segue quindi, come accadrà per ogni numero, la sezione dedicata alla condivisione delle esperienze delle nostre Caritas. Alla newsletter verrà affiancato in ogni numero un piccolo inserto contenente i principali aggiornamenti sulle attività comuni di Delegazione che, in quest uscita, vedrà particolare spazio dedicato al programma di gemellaggio in Abruzzo, senza tralasciare però le novità del servizio civile nazionale, del GREM e del lavoro dell èquipe promozione Caritas sul sistema informativo comune. La principale novità però, rispetto a quanto annunciato nel corso della Delegazione dello scorso giugno, è legata alla proposta e realizzazione di un focus di approfondimento progressivo che per quest anno riguarderà il tema del pre-giudizio, emerso come rilevante proprio negli interventi su immigrazione e salute mentale nel corso dell incontro di Biella. Lo sforzo per produrre questo strumento di animazione e accompagnamento è notevole, ma proporzionato all entusiasmo e motivazione dell èquipe di lavoro. Chiediamo a chi legge la pazienza dell attesa della crescita anche qualitativa di questo Cantiere di Delegazione che spera di poter concorrere al sogno condiviso della creazione di Comunità capaci di Amore.

Nella mente di Dio esiste da sempre un progetto di fraternità universale, ben definito, chiaramente giusto e armonioso, libero da impurità dello spirito umano. L impegno primo per chi nella Chiesa intende proporsi come animatore di rapporti fraterni è quello di conoscere quanto il Signore desidera nel suo cuore ed esprime nelle Sacre Scritture. Ovviamente sarà necessario assimilare questi sentimenti e condividerli con i fratelli che hanno il desiderio di contribuire ad un mondo animato dall amore di Dio, non tralasciando di proporre questi ideali alle innumerevoli persone di buona volontà che desiderano collaborare per un mondo più umano e più giusto. Alle Caritas Parrocchiali, riunite al Colle don Bosco il 29 maggio 2010, don Giovanni Perini nella sua intensa relazione proponeva come prima medicina, di fronte alle attuali situazioni di crisi, una frequentazione più assidua, personale, ma soprattutto di gruppo della Parola di Dio. «L effetto di questa medicina ci diceva è quello di ricostruire davanti ai nostri occhi il volto di Gesù e la sua prassi di coraggio, di libertà, di fedeltà al messaggio del Padre che lo ha condotto alla morte». Non c è modello più efficace per stimolare alla carità. Lo assumiamo volentieri come prezioso strumento di lavoro, per contribuire ad affrontare con speranza le difficoltà della presente congiuntura storica e per realizzare il volto bello della Chiesa. OPINIONI L agenda delle famiglie italiane nella crisi di Andrea Olivero Presidente Nazionale ACLI. Relazione presentata al Convegno Nazionale Caritas di aprile 2010 Guardando le famiglie si vede l Italia Il 2009 è stato un anno difficile e pieno di sacrifici. Il 2010 ha sinora dato segnali contrastanti: la crisi non terminerà certo domani. Tra le varie preoccupazioni stimolate da un periodo come questo, una è comunque più pressante delle altre: la crisi economica non può e non deve trasformarsi in crisi culturale, in un restringimento di prospettive, in un prosciugamento definitivo delle capacità progettuali delle famiglie italiane. Purtroppo, qualche campanello d allarme sembra già esserci: le famiglie alle prese con una inquietante crisi di futuro non sono affatto poche. La nostra sfida, quindi, si gioca tanto sul campo del contenimento delle dinamiche di impoverimento, quanto rispetto alla ricostruzione di una prospettiva di senso in grado di allontanare sentimenti di sfiducia, o peggio, quel fatalismo rassegnato per il quale il domani sarà uguale all oggi. Si badi, questo rilievo non è un richiamo a un ottimismo miope e fine a se stesso. Mettendoci in ascolto delle famiglie abbiamo la possibilità guardare all Italia di domani, fare un salto oltre gli affanni quotidiani e ipotizzare nuove prospettive di coesione sociale e di società. Certamente, occorre anche mettere mano alle questioni sociali ed economiche che attraversano il Paese. Tuttavia la prima sollecitazione che mi sembra essenziale fornire riguarda l esigenza di non trasformare una crisi di benessere materiale in un avvitamento della famiglia, e quindi della società italiana, sull oggi. Il punto di partenza è dunque che la famiglia italiana è oggi un soggetto doppiamente indebolito: la crisi economica si è innestata su un contesto sfibrato: l erosione della solidarietà intrafamiliare, l incapacità a stringere patti duraturi, alleanze di una vita intera, legami saldi generativi di progettualità, di storie di vita, di affetti solidi. Questi sono segnali negativi, come e più, del diffuso impoverimento del quale siamo preoccupati testimoni. L Agenda delle famiglie: riflettere per intervenire L onda emotiva della crisi ha segnato tutto l anno passato: nei salotti televisivi e sulle prime pagine dei quotidiani si rincorrevano gli allarmi; tuttavia è ora, nel 2010, che le conseguenze sembrano farsi più aspre. Le ACLI, e con loro Caritas, sono abituate a riflettere per poi decidere come meglio intervenire: la ricerca l Agenda delle famiglie rappresenta la confer- «La crisi economica non può e non deve trasformarsi in crisi culturale, in un restringimento di prospettive» ma di un modo di intendere l intervento nella società, un modo di vedere le grandi questioni sociali del Paese. Piuttosto che entrare da subito in un dibattito nel quale mancavano elementi di conoscenza precisi e diretti, si è deciso di attendere e realizzare un progetto che fatta eccezione per le grandi indagini a committenza pubblica, per intenderci quelle condotte dall Istat e dalla Banca d Italia non ha similitudini con i tanti sondaggi spot realizzati nei mesi scorsi. Piuttosto che raccogliere gli umori delle famiglie, si è preferito, quindi, fare un bilancio, pur sempre a caldo, dell anno appena passato così da rilanciare una questione che altrimenti avrebbe corso il rischio di venire sommersa dalla cronaca ordinaria. Gli affanni delle famiglie: alcune aree d attenzione Andando alle questioni sollevate dall indagine intendo evidenziare alcune aree d attenzione. Nel complesso, l Agenda restituisce un quadro nettamente problematico. Quelli che sino a qualche anno fa venivano indicati come profili di vulnerabilità sociale si sono oggi trasformati in nuove forme di bisogno: i lavoratori poveri e le forme di quasi-povertà cos altro sono se non condizioni liminali che, se in passato fossero state adeguatamente supportate, oggi forse non si dibatterebbero in situazioni di difficoltà estrema. L Iref peraltro ci ricorda che il collasso del sistema economico-finanziario ha avuto un impatto così negativo perché si è innestato su una preesistente crisi della famiglie e delle loro capacità di sostentamento e produzione del reddito. Poi ci sono i profili di bisogno tradizionali che tutti ben conosciamo: anziani soli, nuclei monogenitoriali, famiglie monoreddito. Qui la crisi ha inciso oltremodo andando a peggiorare, in modo si spera non definitivo, condizioni di vita già difficoltose. Sembrano aver preservato un discreto livello di vita solo 2 Ottobre 2010

quelle famiglie che potevano contare su dotazioni di base come casa e risparmi. In generale, le conseguenze socio-economiche della crisi sembrano sollecitare riflessioni sul tipo di benessere che siamo riusciti a promuovere negli ultimi decenni: la casa continua a essere per molte famiglie non il punto di partenza sul quale edificare il futuro, ma un punto d arrivo, una sorta di privilegio. Al di là delle indicazioni presenti nell indagine dell Iref mi sembra necessario porre l attenzione su un aspetto che, per sua stessa struttura, la ricerca non ha evidenziato. In una situazione di diffuso malessere, quali sono le conseguenze per coloro che sono costitutivamente più vulnerabili e fragili? Penso ai bambini, agli anziani, agli ammalati, tutte persone i cui bisogni non possono essere rimandati al mese successivo, in attesa che le finanze familiari si riassestino. Su questo fronte si assiste ad un progressivo incremento del tasso di povertà tra i minori. Se a ciò si aggiungono la crescita della disoccupazione giovanile e la cattiva occupazione, c è un accentuato rischio che lo svantaggio economico-sociale diventi sempre più una situazione anagraficamente precoce. «La crisi di fiducia non è generalizzata: ci sono ancora famiglie che guardano più in là di oggi» Le famiglie giovani: una riserva di futuro? Nonostante le difficoltà, occorre guardare avanti. Ci sono famiglie che sono, in qualche modo, promesse per il futuro; nuclei familiari che se adeguatamente sostenuti potrebbero rappresentare il perno di una nuova primavera, innanzitutto sociale, del nostro Paese. Ho chiesto all Iref di realizzare un approfondimento sulla situazione delle famiglie più giovani e i responsi sono stati, per alcuni versi, confortanti. Approfondendo i diversi profili delle famiglie nelle quali entrambi i partner hanno meno di 40 anni si nota che alcune hanno retto alla crisi meglio di altre. Si tratta soprattutto di nuclei familiari a doppio reddito nei quali l occupazione femminile ha avuto una funzione di compensazione: all interno di questi nuclei, infatti, la contrazione dei consumi non è stata così marcata come in altri contesti familiari. Sin qui nulla di sorprendente: il doppio stipendio, oltre a maggiori risorse, permette di differenziare un rischio come quello di perdere il lavoro. L elemento che dovrebbe far riflettere è però un altro. Le giovani famiglie dimostrano una maggiore fiducia nel futuro: il 61,8% di esse è poco o per nulla d accordo rispetto all affermazione «oggi è inutile fare progetti perché il futuro è carico di rischi». Nel totale del campione questa percentuale era del 47,7%. Allo stesso modo, il 60,5% delle famiglie giovani non è d accordo con l idea che in tempi di crisi occorra vivere alla giornata. La crisi di fiducia non è quindi generalizzata: ci sono ancora famiglie che guardano più in là di oggi. Questi elementi ci suggeriscono alcune piste di lavoro, alcuni ambiti rispetto ai quali sollecitare anche un pronto intervento della politica. Campagna Zero Poverty : la strategia Caritas contro la povertà La strategia Caritas per contrastare la povertà può essere riassunta in quattro slogan. Primo: La povertà è uno scandalo. Ogni essere umano ha diritto ai mezzi sufficienti per vivere una vita decorosa. Di conseguenza, ogni persona ha diritto a ricevere assistenza quando si trova in condizioni di infermità, disabilità, anzianità, disoccupazione, vedovanza e qualunque altra situazione involontaria di privazione. Secondo: La povertà non è solo mancanza di risorse finanziarie. La condizione di indigenza è infatti un fenomeno multidimensionale, di cui Caritas ha individuato otto aspetti specifici: risorse finanziarie, benessere derivante dallo stato di salute, situazione abitativa, livello d istruzione, integrazione occupazionale, integrazione sociale, integrazione inerente alle norme sulla residenza e la famiglia d origine. Ma va anche considerata l importanza delle dimensioni psicologica, culturale, cultuale, etica e spirituale. Terzo: Il modo migliore per combattere la povertà è prevenirla. Ciascuna delle fasi tipiche dello sviluppo dell individuo (famiglia, istruzione scolastica, formazione professionale, lavoro, creazione di una famiglia e pensionamento) è caratterizzata da rischi di povertà ben precisi. Le politiche sociali attuali rimangono incentrate sull assistenza alle persone indigenti, tuttavia secondo Caritas questo approccio è lacunoso. È infatti necessario concentrare il sostegno sulle fasi iniziali della vita e sulle transizioni tra una fase e l altra, assicurandosi che la spirale della povertà non sia mai imboccata. «Questo richiede politiche sociali orientate agli investimenti, che si prendano cioè cura delle famiglie indigenti in una fase iniziale, migliorino l accesso alle strutture di assistenza all infanzia e alle scuole e forniscano sostegno nelle prime fasi della vita, per poter affrontare i passaggi successivi» afferma il Poverty paper. Tali politiche possono evitare quello che Caritas definisce il trasferimento intergenerazionale della povertà. Quarto: La povertà è un problema che riguarda tutti. Caritas esorta i governi ad assumersi il ruolo che spetta loro. «Cambiare la situazione richiede l adozione di una visione della realtà sociale che origina dai poveri e tra i poveri» si legge nel Poverty paper, che in conclusione afferma: «L emancipazione dei poveri rappresenta il primo passo verso l inclusione sociale». Ottobre 2010 3

storie di povertà Un Poverty paper regionale. Approccio Empirico I numeri e i volti. Le statistiche e le storie. La povertà, anche in Europa, non è solo fenomeno sociologico. Certificabile e misurabile. È anche un concentrato di esperienze, dolorose e faticose, di parabole di esclusione talora temporanee, talora cronicizzate. Cause e manifestazioni della povertà sono varie, dipendono da ambienti culturali, scenari socio-economici, strumenti politici di intervento, capacità individuali. Caritas Europa ha raccolto tante testimonianze, dagli operatori Caritas in tutti i Paesi del continente, per documentare il fattore umano che si cela dietro le analisi sulla povertà. Anche la nostra Delegazione regionale, tenendo fede all approccio empirico individuato dai curatori dei Poverty papers, propone alcune testimonianze che suggeriscono riflessioni sui cambiamenti in atto e sulla necessità di dotarsi di nuove chiavi di lettura circa i fenomeni legati alla povertà. Eccone una selezione. Il lavoro da inseguire Felipe, 62 anni, è nato in Venezuela ma ha origini e cittadinanza italiana. Separato, ha una figlia ormai maggiorenne che vive con la madre. Dopo alcune esperienze di lavoro in bar e ristoranti, non sempre in regola, ha lavorato a lungo in una piccola fabbrica tessile del Piemonte, che nel 2009 ha chiuso in seguito alla crisi economica. Da allora non ha trovato più alcuna occupazione, nonostante abbia diverse esperienze, conosca tre lingue e si presenti come persona distinta e affabile. Si è spostato ad Aosta in cerca di lavoro, ma anche qui non ha avuto possibilità. Un amico gli ha offerto la possibilità di lavorare a Bruxelles in un ristorante italiano, così ha ottenuto il biglietto da una Fondazione di Solidarietà, tramite la Caritas Diocesana, ed è partito in pullman per il Belgio, per ricominciare un nuovo pezzo della sua storia. Caritas diocesana Aosta Comprendere nuovi dolori Una donna, che non ha voluto rivelare la propria identità per pudore, ha scritto una lettera all Osservatorio delle Povertà e delle Risorse: «Sono una donna separata, sola con 2 figli studenti a mio carico e da qualche mese non riesco a pagare l affitto (ho sempre pagato tutto); con questa crisi non ho più soldi, sono disperata, non so come fare ad affrontare questa situazione che è più grande di me e mi sento tremendamente sola: il mio problema è il lavoro che non ho. Avevo un contratto con lo scuolabus del paese dove vivo, ma a settembre la ditta è cambiata e non mi è stato rinnovato; finché ho potuto ho pagato l affitto ma ora non ce la faccio più, la signora minaccia di farmi lo sfratto e io non so dove andare. Non ho una famiglia che mi possa aiutare perché i miei genitori non possono: mio padre pensionato, mia madre casalinga, 2 fratelli sposati con famiglia che arrivano con fatica a fine mese. (...) io non mi aspetto molto, mi sento sempre dire che c è chi sta peggio di me e mi dispiace ma bisogna capire che ogni persona, ogni storia è diversa dall altra e che le persone non tutte riescono a reagire bene, c è chi se ne frega e va a ballare ugualmente, io no, io non dormo di notte e mi sento impazzire...». Caritas diocesana Torino Rammendare per 290 euro al mese Maria è una donna di 53 anni, italiana, con un buon lavoro da rammendatrice presso uno stabilimento tessile nelle vicinanze di Biella, con un contratto a tempo indeterminato, e uno stipendio mensile di circa 1500 euro lordi. Quasi da invidiare, viste le difficoltà attuali a trovare stabilità lavorativa e retribuzioni dignitose. L invidia poi potrebbe salire se si considera la fortuna dell avere due giovani figlie, entrambe sposate che, con qualche 4 Ottobre 2010

difficoltà in più legata al precariato, in ogni caso stanno lavorando per costruire su basi solide una nuova famiglia. Certo, una separazione alle spalle è dolorosa, ma la rinascita pare arrivare con l incontro di un nuovo amore, da cui ripartire, anche affettivamente. Eppure, i conti non tornano. E non solo in senso figurato. Maria ha uno sfratto esecutivo che le pende sulla testa e, ora, tanta ansia. Non il vizio del gioco, non abuso di sostanze e nemmeno un investimento azzardato in campo lavorativo l hanno portata a chiedere aiuto, ma i debiti. «Al matrimonio delle mie figlie racconta anche senza possibilità, ho voluto partecipare alle spese di cui, capisce anche lei, non si può assolutamente fare a meno. La gente cosa avrebbe pensato? Erano giovani, si sa, volevano fare le cose in grande, come le loro amiche, e soprattutto per il più bel giorno della loro vita». Ma, una volta intaccato quanto risparmiato per tanto tempo, anche la quotidianità incomincia a portare alcune difficoltà in seguito ad alcune costose decisioni. «Il mio convivente prosegue col suo lavoro saltuario e in nero non mi passava nemmeno quattro Ha ottenuto il biglietto da una Fondazione di Solidarietà ed è partito in pullman per il Belgio, per ricominciare un nuovo pezzo della sua storia «Ogni persona, ogni storia è diversa dall altra e le persone non tutte riescono a reagire bene» «Non so come fare ad affrontare questa situazione che è più grande di me e mi sento tremendamente sola» Non il vizio del gioco, non abuso di sostanze e nemmeno un investimento azzardato in campo lavorativo l hanno portata a chiedere aiuto, ma i debiti soldi per fare la spesa, oltretutto, con tutte le sue manie di grandezza, ha voluto una casa talmente vistosa». Così, per assecondare il suo nuovo compagno nelle manie di grandezza, Maria ha deciso di rinnovare tutti i mobili della casa, indebitandosi con alcune società e impegnandosi con rate mensili elevate in quanto maggiorate da interessi spropositati. Ciò, visto lo stipendio dignitoso ma non certo da capogiro, non le ha più permesso di pagare con regolarità il canone d affitto di casa e come conseguenza, dopo un lungo periodo, sono arrivati lo sfratto e la disperazione. «Le bollette precisa non si possono lasciare indietro, se no ti trovi in breve tempo senza luce e gas. Il resto va per la spesa, e con fatica». Indebitata con ben quattro diverse finanziarie, le vengono infatti trattenuti dalla busta paga circa 800 euro a copertura di debiti. E i conti sono presto fatti: sottraendo i contributi da versare trattenuti direttamente in busta paga, Maria lavora tutto il mese per ricevere mediamente uno stipendio netto di 290 euro. Caritas diocesana di Biella Ottobre 2010 5

esperienze caritas Torino me for we : ascolto e fraternità contro le nuove povertà Oggi in Italia 10,5 milioni di persone vivono in condizioni di povertà relativa. Si tratta del 17,7% della popolazione complessiva, cioè quasi un italiano su cinque. Alle persone che già si trovano in condizioni di povertà, soprattutto nelle aree più deboli del Paese, si stanno infatti aggiungendo nuovi poveri, i poveri occulti, che si sforzano di mantenere lo stesso stile di vita che avevano prima della crisi economica, ma con scarsi risultati. Sono lavoratori a progetto, titolari di contratti a termine, operai e impiegati che hanno perso il lavoro, ma anche padri e madri separati o coppie con genitori anziani da assistere. Solo in Provincia di Torino, tra il 2008 e il 2009 il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 680%, mentre un numero crescente di imprese fallisce, i contratti di lavoro a tempo determinato non vengono rinnovati e le nuove retribuzioni sono ingiustificatamente basse. Così, da settembre 2008, le richieste di aiuto ai Centri di ascolto della Caritas diocesana sono aumentate del 25%, per un totale di 50.000 utenti alla fine dell anno. Questa povertà invisibile preoccupa gli addetti ai lavori perché coglie i servizi e le agenzie impreparati e pone sfide importanti al modello locale di welfare e alle forme di intervento consolidate. In questo contesto nasce Torino me for we. Coltivare sinergie generative, un convegno che si terrà nei giorni 14 e 15 ottobre presso il Sermig e che vedrà confrontarsi relatori di fama internazionale e operatori sociali su quali siano le strategie più efficaci per affrontare le vecchie e nuove povertà e realizzare un autentico cambiamento. La proposta è ideata e realizzata da Opera Segno, progetto nato dalla collaborazione di Caritas Torino e Caritas italiana in seguito al programma di ricerca nazionale che, dal 2005 al 2007, ha coinvolto dieci grandi città italiane ed è sfociato nel volume La città abbandonata, per cogliere le trasformazioni del territorio e produrre attenzione, conoscenza, cultura, formazione, animazione e progetti a favore dei bisogni emergenti. «Oggi mancano lavoro, casa, famiglie solide. I volontari non li possono certo restituire alle persone commenta la responsabile del progetto, Tiziana Ciampolini ma possono ascoltarle e attivare la rete di relazioni e servizi presenti sul territorio. Ciò che procura maggiore sofferenza alle persone, infatti, è la solitudine. Ci si sente soli ad affrontare problemi improvvisi, per i quali non si hanno competenze ed esperienza». Il piano di esplorazione promosso da Caritas italiana aveva come obiettivo la realizzazione appunto di un Opera Segno sul territorio per indicare alla comunità ecclesiale e a quella civile-istituzionale l urgenza e il dovere di farsi carico dei soggetti più deboli. A Torino tale progetto è sfociato in una ricerca sociale e una pedagogica intorno al tema della vulnerabilità sociale che ha coinvolto nel tempo i quartieri torinesi Barriera di Milano e San Salvario e Grugliasco e che intende formulare ipotesi su come generare cambiamento a partire da micro spostamenti del sentire e del conoscere. «Siamo chiamati prosegue Ciampolini a una responsabilità collettiva, a condividere il nostro capitale sociale di mezzi, conoscenze e relazioni con chi si trova in deficit di risorse. Riscoprire la fraternità e la responsabilità significa comprendere che non c è bisogno di avere ore di tempo da dedicare al volontariato, ma occorre mettersi all opera nel quotidiano, ascoltare le persone e le loro storie, alzare il telefono e contattare un amico o un gruppo che sappiamo avere le competenze per offrire supporto; significa indirizzare presso qualche risorsa. Per fare tutto questo bisogna essere cittadini informati, attenti e preparati». Il convegno Torino me for we è un passo in questa direzione, un occasione di dialogo e confronto per ragionare insieme su come realizzare il cambiamento. Il Convegno Nell Anno europeo della lotta alla povertà e all esclusione sociale, Opera Segno Caritas propone il 14 e 15 ottobre, al Sermig, il convegno Torino me for we. Coltivare sinergie generative. Durante la due giorni si alterneranno al tavolo dei relatori esperti di fama internazionale come Donata Fabbri, Mauro Magatti e Alberto Munari. Oltre 120 persone prenderanno parte a workshop in cui si rifletterà su concetti come corresponsabilità e generatività, mentre una tavola rotonda finale trarrà le conclusioni delle due giornate di confronto. La mostra Torino me for we regala alla cittadinanza anche una grande mostra d arte contemporanea: dal 14 al 31 ottobre 2010 presso l Arsenale militare di Torino dieci artisti riconosciuti declineranno il tema della città responsabile. La mostra viaggerà poi all estero e in Italia (tre tappe internazionali e quattro nazionali) per presentare il progetto e tessere reti. Per informazioni: osservatorio@diocesi.torino.it; www1.caritas.torino.it, tel. 011/5156350 Biella: formazione per un cambiamento possibile Zero Poverty: formazione per un cambiamento possibile questo il titolo del percorso che la Caritas di Biella ha pensato per un gruppo di insegnanti delle scuole medie e superiori. Obiettivo fondamentale del progetto è la costruzione di una rete di docenti formati e sensibili sul tema della povertà e dell esclusione sociale per riuscire a rivolgersi agli studenti con gli strumenti e le conoscenze adeguate. Il percorso risponde alla funzione pedagogica che svolge la Caritas diocesana e si inserisce nel contesto della campagna Zero Poverty. Attraverso la ricerca di consapevolezza dei meccanismi globali che impoveriscono e continuano ad accentuare le disuguaglianze anche 6 Ottobre 2010

all interno del contesto biellese, la Caritas propone di stimolare il pensiero creativo per la transizione ad un economia dal volto umano, ad un sistema commerciale equo e ad una politica nazionale e internazionale di pace e coesione sociale. Gli incontri, iniziati a fine settembre, hanno lo scopo non solo di formare gli insegnanti ma di avviare un progetto educativo che coinvolga gli studenti. L attività verrà attuata attraverso una parte di formazione teorica con analisi, approfondimenti e informazioni affrontati con Paolo Pezzana e Patrizia Cappelletti, che hanno preso parte alla redazione dei Poverty Papers di Caritas Europa, con Aluisi Tosolini, curatore del Sussidio per le scuole della Campagna Zero Poverty, e con i responsabili locali dell Osservatorio delle Povertà e delle Risorse www.osservabiella.it. La teoria non sarà fine a se stessa ma sarà valorizzata e accompagnata da una parte esperienziale di conoscenza diretta di realtà locali che affrontano quotidianamente sul territorio il disagio e la povertà. La presenza di insegnanti provenienti da diverse scuole favorirà la costruzione di una rete di relazioni e di esperienze pedagogiche differenti per avviare insieme una fase di progettazione didattica al fine di costruire un percorso educativo condiviso. Le singole scuole lavoreranno poi tutto l anno e con un evento pubblico in primavera ci sarà l occasione di portare i temi della Campagna Zero Poverty a conoscenza del territorio e dei ragazzi stessi di altre scuole. Per informazioni ed approfondimenti: Daniele Albanese, tel. 015/2521821 Ottobre 2010 7

NOTIZIE caritas Progetto in viaggio per animare alla carità 2 È stata istituita una équipe Promozione Caritas Regionale Referente dell area promozione Caritas: Pierluigi Dovis Responsabile dell équipe: Claudio Mezzavilla Membri dell équipe: Tiziana Ciampolini, Andrea Gatto, Davide Migliarina, Ileana D Incecco, Stefano Zucchi, Claudia Aceto, Piero Brogelli, Suor Claudia Calci, Graziella Fallo. Le direzioni del nostro lavoro: Produrre strumenti per l animazione Caritas Regionale Nello specifico stiamo realizzando: Il sito della Caritas Regionale: una finestra in cui vederci e farci vedere. La Newsletter Cantieri di Comunità : per costruire un pensiero comune e condividere le esperienze realizzate dalle Diocesi. Ascoltare le povertà: percorso per la realizzazione di un sistema informativo comune a partire dalle esigenze dei volontari Caritas. Accompagnamento individualizzato: ascoltare e accompagnare le Diocesi a mettere a punto dispositivi di promozione Caritas e di animazione per ciascuna Diocesi. Newsletter è uno strumento ideato da équipe Caritas Regionale Coordinamento Osservatorio Regionale delle povertà e delle risorse Piemonte Valle d Aosta Redazione équipe Caritas Regionale e Apiceuropa s.c. Realizzazione e progetto grafico Apiceuropa s.c. 8 Ottobre 2010