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CAPITOLO QUINTO LA PSICOLOGIA INDIVIDUALE DI ADLER Sommario: 1. Concetti generali. - 2. I fondamenti della dottrina. - 3. Lo stile di vita. 1. CONCETTI GENERALI A) Biografia intellettuale di Adler Alfred Adler nacque nel 1870 a Rudolfsheim, un sobborgo di Vienna; anche lui, come Freud, proveniva da una famiglia di ascendenza ebraica. Il padre Leopold era un commerciante di cereali, attività in cui non ebbe un grande successo; la madre Pauline è stata descritta come una persona contraddittoria: ora triste e irritabile, ora gentile e piacevole. Alfred era il secondogenito, e aveva tre fratelli e due sorelle; da bambino soffrì di una grave forma di rachitismo, che lo costrinse a lunghi periodi d immobilità. L infanzia dello scienziato fu così caratterizzata dallo sforzo di compensare la condizione d «inferiorità» causata dalla malattia. Adler studiò Medicina dal 1888 al 1895; terminata l università, si dedicò sia alla pratica medica gratuita nelle istituzioni, sia all attività privata. Nel 1897 sposò Raissa Epstein, figlia di un commerciante ebreo moscovita. L adesione di Adler alla psicoanalisi avvenne nel 1902 e si concluse nel 1911; la sua partecipazione al movimento fu comunque segnata da fasi contrastanti e da forti tensioni. Nel 1907 lo studioso pubblicò il saggio Studio sull inferiorità degli organi che, pur muovendosi in un orizzonte «organicista», rappresentò il primo nucleo di quella che sarebbe stata la futura psicologia individuale; solo il tono cortese di Freud e dei freudiani spinse questi ultimi a considerare il testo come un complemento alla teoria psicoanalitica. Inoltre, nell opera L aggressività istintuale nella vita e nella nevrosi del 1908, Adler aveva sostenuto l esistenza, accanto alla pulsione di natura sessuale, di una pulsione aggressiva che induce l individuo ad assumere posizioni di preminenza sociale: la lettura «sociologica», quindi, cominciava a emergere in Adler e a opporsi al modello pulsionale e intrapsichico della psicoanalisi.

88 Capitolo Quinto Malgrado queste divergenze, nel 1910 venne nominato presidente della Società Psicoanalitica di Vienna; tuttavia le differenze erano evidenti e la rottura ormai alle porte. La scintilla che scatenò la scissione definitiva fu probabilmente la nozione adleriana di protesta virile, contrapposta alla teoria freudiana della «libido maschile». Nella seduta del 22 febbraio 1911 gli attriti raggiunsero l apice, e Adler rassegnò le dimissioni da presidente della Società. Assieme al suo gruppo fondò la «Società per la libera Psicoanalisi», la cui denominazione fu modificata in «Società per la Psicologia Individuale»; la nuova scuola fu successivamente definita «Psicologia Individuale Comparata». Nel 1912 Adler presentò la domanda per ottenere la qualifica di docente universitario; la risposta, che gli pervenne solo dopo tre anni, fu negativa. In questo stesso anno pubblicò un volume importante, Il temperamento nervoso, che sancì il definitivo passaggio al registro psicologico e l abbandono della visione organicista esposta nel 1907. Gli anni Venti furono caratterizzati da un intenso lavoro, che confluì nel testo fondamentale della psicologia individuale, Conoscenza dell uomo (1927). Questo fu anche il periodo dei frequenti viaggi negli Stati Uniti, dove nel 1930 ottenne l insegnamento di Psicologia alla Columbia University e nel 1932 venne nominato professore anziano al Medical College di Long Island. Adler si trasferì definitivamente negli Stati Uniti nel 1934, non appena il Partito Socialdemocratico fu soppresso dal regime nazista; morì ad Aberdeen, in Scozia, nel 1937. B) Differenze con Freud e Jung Rispetto alle teorie psicologiche di Freud e Jung che, seppur nella loro diversità, considerano la realtà psichica dell individuo determinata dall azione dell inconscio, Adler concentra la sua attenzione su altri elementi significativi della personalità, e cioè i fattori costituzionali, la costellazione familiare e i rapporti sociali. La psicologia individuale propone una conoscenza pratica dell uomo, un orientamento dinamico con una forte caratterizzazione socio-culturale. Lo studioso critica l utilità e l attendibilità di un analisi della personalità che non consideri anche il contesto sociale e le concrete condizioni di vita dell individuo. Egli sottolinea come la specie umana possieda una tendenza alla socialità e che quindi il soggetto si formi apprendendo un atteggiamen-

La psicologia individuale di Adler to di mediazione verso i bisogni pulsionali, in accordo con le regole della comunità in cui vive. Questo sacrificio non è da considerarsi una forma di costrizione, una rimozione, come nella concezione freudiana, quanto piuttosto un opportunità di godere della cooperazione e del confronto con il gruppo d appartenenza. Adler considera l esistenza di un sentimento d inferiorità presente nel soggetto fin dalla nascita; mentre Freud riporta tale sentimento al conflitto intrapsichico tra le esigenze dell Io e quanto invece pretenderebbero le istanze dell Es e del Super-Io, Adler fa originare il senso d inferiorità dall interazione tra i fattori costituzionali o predisponenti e quelli psicologici e sociali. Tuttavia, possiamo distinguere il percorso di Adler su questo problema in due tappe. C) L inferiorità d organo In un primo scritto, Studio sull inferiorità degli organi, del 1907, Adler si soffermò più sui fattori costituzionali che determinano il sentimento d inferiorità che su quelli psicologici o sociali. La nozione di «inferiorità d organo» era presente nella scienza medica dell epoca, la quale affermava la cosiddetta locus minoris resistentiae, cioè «l organo che opponeva minor resistenza era quello destinato a diventare sede di complicazioni durante un infezione generale». Partendo dal dato secondo cui vi sono molte malattie di cui conosciamo la sintomatologia ma non l eziologia, Adler si propose di chiarire quest ultima attraverso un utilizzazione molto originale del principio medico sopra enunciato. Di solito le cause di una malattia possono essere di tipo generale (infezioni o intossicazioni) o locale (disfunzione di un organo); ora, come spiegare quelle malattie in cui questi due tipi di cause sono completamente assenti? L inferiorità di un organo diventa così un costrutto teorico, a partire dal quale è possibile spiegare una molteplicità di quadri sintomatici che altrimenti resterebbero incomprensibili. Tale inferiorità, dato che non può essere colta direttamente, può essere inferita in tre modi: 1) tramite segni esterni: presenza di stimmate degenerative o di un neo nei pressi dell organo interessato. Tali segni attestano che l inferiorità è da ascrivere a una carenza nello sviluppo fetale, per cui essa coinvolge 89

90 Capitolo Quinto «un intero segmento embrionale». In questo caso parliamo d inferiorità d organo assoluta, ossia che coinvolge l intero organo; 2) come inferiorità di tipo funzionale: per esempio, insufficienza secretoria di un organo. Qui l inferiorità è relativa, visto che concerne solo una funzione dell organo; 3) dedotta dall anamnesi del paziente, laddove si scorge un deficit dell organo durante l infanzia o l adolescenza. Ora, una prima rottura di Adler rispetto al costituzionalismo puro dell epoca è data dall inserimento del concetto di compensazione, la quale rappresenta la strategia attraverso cui l organo carente cerca di «compensare» il suo deficit; può manifestarsi a tre livelli: 1) nell organo stesso, attraverso, per esempio, lo sfruttamento di altre potenzialità presenti in esso; 2) grazie a un altro organo, che viene in soccorso a quello deficitario svolgendo al suo posto le funzioni in cui è carente; 3) con l intervento del sistema nervoso; in questo caso l inferiorità d organo produce un «generale processo compensativo»: «La compensazione si verifica come risultato della concentrazione dell attenzione del paziente sul funzionamento dell organo inferiore; ciò significa che tale concentrazione permette un addestramento che può portare a un livello di adattamento soddisfacente, o perfino superiore, dell organo inferiore». Appare chiaro che il concetto di compensazione introduce elementi finalistici e psicodinamici, poiché implica più l intervento del soggetto psicologico «concentrazione dell attenzione del paziente» che la reazione dell organo in quanto tale. D) Il sentimento d inferiorità In un opera successiva, Il temperamento nervoso (1912), Adler, senza negare la dimensione costituzionale, diede un impulso più psicologico al suo discorso; tale impulso lo si ritrova nella nozione di «senso d inferiorità» che presenta un duplice significato: «In un primo significato l espressione si riferisce a un inferiorità naturale, come quella della statura di un bambino paragonata a quella di un adulto, oppure a un effettiva inferiorità risultante da una malattia. Ma gli psicologi individuali per lo più usano quest espressione per indicare un giudizio di valore, il che è implicito nella parola tedesca, Minderwertigkeitsgefühl, in cui sono presenti l aggettivo minder, minore, e il sostantivo wert, valore ; pertanto

La psicologia individuale di Adler tale parola comporta un giudizio di minor valore, che l individuo esprime nei confronti di se stesso» (Adler, 1912). Ma rispetto a quale parametro la persona può formulare un giudizio di «minor valore» su se stessa? Per esempio, un soggetto «senza gamba» ha un parametro («gli esseri umani hanno due gambe») che gli consente di percepire la sua inferiorità organica. Per quanto riguarda il «giudizio di valore», qual è il criterio che mi fa sentire di «minor valore» rispetto ad altri? È qui che Adler utilizza la filosofia del come se del filosofo tedesco Vaihinger. Questa filosofia sostiene che l essere umano è determinato da una serie di concezioni immaginarie (per esempio ideali religiosi, etici ) che non concordano con i dati dell esperienza, e che tuttavia sono funzionali alla realizzazione di quei fini che ci consentono di padroneggiare la realtà. Tali «finzioni», dunque, agiscono come se fossero vere, e la consapevolezza del loro carattere fittizio ne consente un uso positivo. Sulla scia di Vaihinger, Adler sostiene che gli individui agiscono «come se» all umanità fossero imposte delle norme ideali (finzioni, appunto) che prescrivono la conformità alle richieste sociali (si tratta di quella visione finalistica della vita di cui parleremo più avanti). Ora, il sentimento d inferiorità sarebbe causato dallo scarto tra il soggetto e le norme sociali: queste ultime determinerebbero vissuti di inadeguatezza e insicurezza, soprattutto laddove l individuo non è ancora in grado di rispondere alle richieste provenienti dalle suddette norme. Il grande psicologo identifica varie cause del sentimento d inferiorità. Innanzitutto vi sono quelle organiche, di cui aveva già parlato nel testo del 1907; tuttavia Adler non mette più l accento sull inferiorità stessa, quanto piuttosto sulla reazione psicologica dell individuo rispetto al proprio deficit organico. In secondo luogo, i vissuti d inferiorità sono originati da quella prima istituzione sociale che è la «costellazione familiare», e in particolare dalla rivalità fraterna, alla quale lo studioso assegna una rilevanza maggiore rispetto al rapporto con le figure genitoriali. La presenza di fratelli maggiori autonomi e intraprendenti inevitabilmente relega i fratelli minori in una condizione di subalternità, e contemporaneamente li induce a rivaleggiare con i maggiori per eguagliare i loro comportamenti (il meccanismo di compensazione, pertanto, mostra definitivamente il suo aspetto psicologico). 91

92 Capitolo Quinto In terzo luogo, il sentimento d inferiorità si associa agli inevitabili errori educativi, come il richiedere a un bambino prestazioni che non può compiere, facendolo sentire incapace rispetto alle aspettative. Bisogna dire, comunque, che il processo educativo stesso, indipendentemente dagli errori degli educatori, pone il soggetto di fronte a questo scarto tra se stesso e le richieste provenienti dall educatore. Infine, il sentimento d inferiorità può essere prodotto da cause sociali, come le difficoltà economiche, la mancanza di cultura Dal discorso fatto finora si comprende che il sentimento d inferiorità è un dato originario dell esistenza, il che significa che di per sé non ha nulla di patologico. Infatti, indipendentemente dalle cause, esso dà luogo a due direzioni che sono fondamentali per lo sviluppo della personalità e per la socializzazione: 1) la volontà di potenza, concetto mutuato evidentemente da Nietzsche, che è una forza che opera per l affermazione individuale e trae vigore dalla necessità di compensare l iniziale condizione d inferiorità e i conseguenti sentimenti d inadeguatezza. Le tendenze aggressive, che Freud considerava espressione della pulsione di morte, concorrono, nell ipotesi adleriana, all istinto di sopravvivenza e alla necessaria competizione sociale; 2) il sentimento sociale, che spinge invece alla cooperazione e alla solidarietà, basandosi sulla possibilità di condividere con gli altri emozioni significative. In Conoscenza dell uomo (1927), di cui parleremo più avanti, Adler identifica nell amore, nel lavoro e nell amicizia i tre compiti che caratterizzano l esistenza umana e che riassumono quei bisogni, il cui appagamento è «come se» permettesse la realizzazione di un ideale di relazionalità armonica; le stesse pulsioni sessuali concorrono a quest opportunità di «compartecipazione» interpersonale. E) La genesi dei disturbi psichici È evidente come sia necessaria una condizione di equilibrio tra volontà di potenza e sentimento sociale. La mancanza di «volontà di potenza» costringe l individuo a un destino nevrotico, dove i sentimenti d inferiorità si cristallizzano in complessi d inferiorità; ma, parimenti, un adeguato «sentimento sociale» è indispensabile per opporre un limite e una misura alla vo-

La psicologia individuale di Adler lontà di potenza e per canalizzare adattivamente la forza dell autorealizzazione verso obiettivi socialmente condivisibili. Una straripante volontà di potenza condurrebbe a un artificioso tentativo d ipercompensazione e, di conseguenza, a un complesso di superiorità. Non a caso l opposizione superiorità/inferiorità è la matrice di tutte le altre opposizioni nevrotiche: «Il nevrotico vive in un mondo di finzioni che è organizzato attorno a coppie di concetti contrapposti. La principale di queste è rappresentata dalla contrapposizione tra un senso d inferiorità profondamente radicato e un senso esaltato della propria personalità. A questa contrapposizione vengono equiparati i concetti di alto e basso», virile e femminile, trionfo e sconfitta. La contrapposizione alto/basso ha una notevole funzione nelle fantasie, nei sogni, nelle figure retoriche del linguaggio delle persone normali e acquista ancora maggiore importanza per i nevrotici, che equiparano all idea di superiorità l alto e a quella d inferiorità il basso. Ciò vale anche per il trionfo e la sconfitta, e per l individuo nevrotico il più piccolo insuccesso o la più piccola contrarietà acquistano una tremenda importanza». In particolare, la contrapposizione tra virilità e femminilità per Adler, a differenza di Freud, ha un valore puramente sociale. È una costruzione sociale che l uomo sia superiore alla donna, per cui la protesta virile di quest ultima è una reazione normale al ruolo che l universo maschile le ha imposto. Nel caso dell uomo, invece, la protesta virile è frutto dell insicurezza circa il suo ruolo sessuale e dell angoscia di non riuscire a sostenerlo. Aggiungiamo che per Adler la nevrosi si manifesta principalmente negli aspetti di disadattamento e di isolamento sociale; mentre il soggetto sano si integra facilmente, l individuo malato rimane in una condizione di egocentrismo, incapace di adattarsi alla complessità sociale: «La via della nevrosi non porta sulla linea dell attività sociale, non tende alla soluzione dei problemi che sono stati posti, ma sbocca invece nella stretta cerchia familiare e costringe il paziente a finire in una posizione d isolamento. La grande cerchia sociale viene eliminata, del tutto o in parte, con un arrangement d ipersensibilità e d intolleranza». 2. I FONDAMENTI DELLA DOTTRINA La dottrina della «psicologia individuale» fu esposta nel testo del 1927, La conoscenza dell uomo. Prima di entrare nello specifico di tale dottrina, dobbiamo dire che essa si distingue radicalmente dalla psicologia accademica, dalla psicologia sperimentale e dalla psicoanalisi. Il suo compito, infatti, non è quello di condurci a una conoscenza dei contenuti inconsci 93

94 Capitolo Quinto (psicoanalisi di Freud e psicologia analitica di Jung), né quello di studiare determinati fenomeni in laboratorio (psicologia sperimentale) o di proporre una teoria che spieghi il funzionamento delle facoltà psichiche in sé stesse (psicologia accademica); la psicologia individuale fornisce degli assiomi che ci consentono una conoscenza pratica di noi stessi. La sua premessa è la seguente: «Nella vita psichica ogni cosa si verifica come se ( ) certi assiomi fossero veri» (Adler, 1927). Per lo psicologo viennese queste finzioni sono pensate come gli assiomi dell esistenza. Quali e quanti sono gli assiomi? Adler ci dice che ci sono sei assiomi che guidano la nostra vita psichica. Principio dell unità Il soggetto umano è una totalità unica e indivisibile, sia per quanto concerne il rapporto psiche-soma (psiche-corpo) sia per quanto concerne le varie funzioni psichiche. Principio del dinamismo La vita è impensabile senza movimento. Adler non insiste sulla causa del movimento quanto piuttosto sulla sua finalità, sulla tendenza verso una meta: «Nessun essere umano può pensare, sentire, volere e neppure sognare senza che ogni cosa sia definita, condizionata, limitata e diretta da una meta che si pone davanti a lui». La visione teleologica (finalistica) adleriana non è rigida: non c è una meta fissa, immutabile, ma l essere umano sceglie i suoi obiettivi e li può cambiare di volta in volta; si comprende, così, che il principio del dinamismo presuppone la libertà del soggetto. Principio dell influenza cosmica L uomo è inserito in una totalità (il cosmo) da cui è influenzato in moltissimi modi; questa varietà d influssi attesta il fatto che ognuno di noi vive il cosmo in maniera individuale e specifica. Inoltre, il «senso di comunità» che caratterizza gli esseri umani, ossia la reciproca dipendenza, non è altro che il riflesso della nostra dipendenza dall ordine cosmico che è dentro di noi e dal quale non è possibile separarci. Principio della spontanea strutturazione delle parti in una totalità Abbiamo visto che la psicologia individuale si differenzia radicalmente dalla psicologia accademica.

La psicologia individuale di Adler Come si sa quest ultima distingue le facoltà del soggetto psicologico, studiandole per sé stesse; per Adler, invece, le funzioni psichiche si organizzano conformemente alla meta che il soggetto si è imposto. Sensazione, percezione, immaginazione, memoria, pensiero e linguaggio convergono nella direzione stabilita dall individuo. In realtà, questo assioma è strettamente collegato al primo, che aveva posto il principio dell unità. Tuttavia, la strutturazione delle parti non significa l annullamento della loro specificità: infatti, la «percezione» continua a «percepire», così come il «pensiero» continua a «pensare». Usando un concetto marxista, Adler sostiene che «la strutturazione delle parti in una totalità assume i caratteri della divisione del lavoro»: ogni parte svolge il suo specifico lavoro, ma in funzione del tutto. Pensate al corpo umano: il lavoro del cuore è specifico di esso, ma nello stesso tempo concorre al funzionamento generale della «macchina-uomo» nella sua totalità. Si comprende allora che la strutturazione spontanea è in funzione dell adattamento dell individuo. Nessun organo da solo potrebbe svolgere tutto il lavoro, così come il corpo non potrebbe sopravvivere senza differenziare le sue funzioni. Questo discorso, che abbiamo illustrato a partire dal registro biologico, lo ritroviamo anche nel sociale, dove la divisione del lavoro è un concetto fondamentale. Principio di azione e reazione fra l individuo e il suo ambiente Lo scopo principale dell individuo è quello di adattarsi al suo ambiente; ogniqualvolta il soggetto viene a trovarsi in una posizione d inferiorità si attiva per superarla: ciò significa agire sull ambiente e modificarlo. È presente qui la stessa dinamica che troviamo nella meccanica dei fluidi; ogni azione comporta una reazione: «Nessuno può porsi al di sopra della comunità e sottoporre gli altri al proprio potere, senza suscitare immediatamente forze che tenderanno a comprimere questa sorta di espansione individuale». Legge della verità assoluta Quella della «verità assoluta» è una norma immaginaria, a cui il comportamento si uniforma, che mira a realizzare un giusto equilibrio tra la comunità e l individuo: «L individuo che si conforma a questo ideale si pone nella verità assoluta, il che significa che si conforma alla logica della vita sociale e accetta, per così dire, le regole del gioco. 95

96 Capitolo Quinto Il fatto che esistano l infelicità, i fallimenti, le nevrosi, le psicosi, le perversioni e la criminalità sta a indicare il grado di devianza da questa norma fondamentale». 3. LO STILE DI VITA Il soggetto psicologicamente maturo deve essere consapevole delle proprie motivazioni profonde, così da poter definire un proprio stile di vita, che Adler descrive come un coerente atteggiamento personale, un impronta unica e irripetibile, finalizzata a quell obiettivo di superiorità e di autorealizzazione che l individuo si è prefisso sin dall infanzia e che, da un iniziale nebulosità, diviene, nel corso dello sviluppo della personalità, sempre più chiaro e pressante. Le necessità di definire un proprio stile di vita, di valutare un progetto personale e di essere consapevole delle proprie motivazioni «intrapsichiche» appartengono evidentemente alla sfera della coscienza. L ambito di studio della personalità si sposta così dal determinismo dell inconscio al campo dell Io. In tal senso, Adler può essere considerato il precursore delle successive tendenze della psicologia dinamica, sia della cosiddetta psicologia dell Io (Hartmann, Erikson), sia degli orientamenti umanistici (Fromm) e interpersonali (Horney). La capacità d interagire con gli altri seguendo l impronta di un ben chiaro «stile di vita» è quella condizione che consente all individuo di evitare i rischi di un atteggiamento conformistico o, comunque, subalterno ai valori sociali; l unicità individuale è garantita dal valore finalistico e progettuale che Adler attribuisce alla psiche. Se la nevrosi si esplica in una forma d isolamento e di disadattamento sociale, vissuta da individui incapaci di seguire un progetto e uno stile di vita personali, il rapporto terapeutico, conseguentemente, deve tendere ad aiutare il paziente a inserirsi nel contesto relazionale, risvegliando quel sentimento sociale, ostacolato dalle difficoltà incontrate nel corso dello sviluppo psichico. L indirizzo clinico adleriano si basa così sulla creazione di un contesto d incoraggiamento e di empatia. Il terapeuta, analizzando la costellazione familiare, deve comprendere l assetto psicologico del paziente e instaurare un rapporto di collaborazione e di sostegno. Se il trattamento di tipo freudiano si basa sull analisi del transfert, seguendo l ipotesi che tale relazione rappresenti una rielaborazione del conflitto con le figure genitoriali

La psicologia individuale di Adler introiettate, nell orientamento adleriano il transfert è solo un contesto che favorisce un clima di compartecipazione emotiva. La psicoterapia adleriana supera la prassi tradizionale d intervento prettamente medico, e si propone anche come «servizio» sociale e pedagogico, orientamento che lo studioso applicò in prima persona, facendosi promotore dell apertura a Vienna di consultori psicopedagogici, con lo scopo di sostenere un sano sviluppo psicologico nei bambini che mostravano forme di disadattamento sociale e scolastico. 97

CAPITOLO QUINTO LA PSICOLOGIA INDIVIDUALE DI ADLER Sommario: 1. Concetti generali. - 2. I fondamenti della dottrina. - 3. Lo stile di vita. 1. CONCETTI GENERALI A) Biografia intellettuale di Adler Alfred Adler nacque nel 1870 a Rudolfsheim, un sobborgo di Vienna; anche lui, come Freud, proveniva da una famiglia di ascendenza ebraica. Il padre Leopold era un commerciante di cereali, attività in cui non ebbe un grande successo; la madre Pauline è stata descritta come una persona contraddittoria: ora triste e irritabile, ora gentile e piacevole. Alfred era il secondogenito, e aveva tre fratelli e due sorelle; da bambino soffrì di una grave forma di rachitismo, che lo costrinse a lunghi periodi d immobilità. L infanzia dello scienziato fu così caratterizzata dallo sforzo di compensare la condizione d «inferiorità» causata dalla malattia. Adler studiò Medicina dal 1888 al 1895; terminata l università, si dedicò sia alla pratica medica gratuita nelle istituzioni, sia all attività privata. Nel 1897 sposò Raissa Epstein, figlia di un commerciante ebreo moscovita. L adesione di Adler alla psicoanalisi avvenne nel 1902 e si concluse nel 1911; la sua partecipazione al movimento fu comunque segnata da fasi contrastanti e da forti tensioni. Nel 1907 lo studioso pubblicò il saggio Studio sull inferiorità degli organi che, pur muovendosi in un orizzonte «organicista», rappresentò il primo nucleo di quella che sarebbe stata la futura psicologia individuale; solo il tono cortese di Freud e dei freudiani spinse questi ultimi a considerare il testo come un complemento alla teoria psicoanalitica. Inoltre, nell opera L aggressività istintuale nella vita e nella nevrosi del 1908, Adler aveva sostenuto l esistenza, accanto alla pulsione di natura sessuale, di una pulsione aggressiva che induce l individuo ad assumere posizioni di preminenza sociale: la lettura «sociologica», quindi, cominciava a emergere in Adler e a opporsi al modello pulsionale e intrapsichico della psicoanalisi.