Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.)



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Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) DEFINIZIONI Per «DPI» è da intendersi qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo (art. 40, titolo IV Dlgs 626/94 e s.m. e i.). «Pericolo» è la proprietà o qualità di una determinata entità avente la potenzialità di causare danni. «Rischio» rappresenta la probabilità che sia raggiunto il livello di potenziale danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione. «Valutazione del rischio» è il procedimento di valutazione dell entità del rischio per la sicurezza del lavoratore, nell espletamento della mansione, derivante dal verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro.

DEFINIZIONI «Produttore/Costruttore/Fabbricante» si intende chi commercializza o immette sul mercato un bene sotto il proprio nome. E assimilato al produttore colui che immette sul mercato prodotti di importazione per i quali risultasse impossibile risalire al produttore originale, nonchè gli altri operatori professionali della catena di commercializzazione, quando la loro attività può incidere sulle caratteristiche di sicurezza del prodotto. «Rappresentante autorizzato (Mandatario)» rappresenta la persona naturale o legale, stabilita nel territorio della E.C., che ha ricevuto esplicito mandato scritto da parte del fabbricante di agire per suo conto nell espletamento di tutte (o parte) delle obbligazioni e formalità connesse con le direttive pertinenti. «Distributore o Commerciante» operatore professionale appartenente alla catena di commercializzazione la cui attività incide sulle caratteristiche di sicurezza del prodotto. DEFINIZIONI «Norma Europea» è una rnorma tecnica elaborata a livello europeo ((dal CEN comitato europeo di normazione) che deve essere adottata obbligatoriamente a livello nazionale con lo status di norma nazionale ed impone il ritiro di tutte le norme nazionali contrastanti; «Norma Armonizzata» disposizioni di carattere tecnico adottate da organismi europei su incarico della Commissione CEE (predisposte dal CEN e si definiscono armonizzate quando il loro riferimento viene pubblicato sulla GUCE gazzetta ufficiale delle Comunità Europee); «Organismo di Controllo (Organismo Notificato O.N.)» organizzato in possesso dei requisiti previsti dalle direttive, riconosciuto/designato da idonee stutture dello Stato membro e incaricato di esaminare i DPI, di verificare il possesso dei requisiti essenziali di salute e sicurezza elencati nelle pertinenti direttive e di rilasciare l attestato di conformità alle direttive stesse.

PRINCIPI FONDAMENTALI Eliminazione del Rischio Isolamento del Rischio Allontanamento dell Operatore DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA in presenza di RISCHIO RESIDUO PREVEDERE L IMPIEGO DEI DPI DPI & Requisiti: essere adeguati al rischio, scegliendo il DPI specifico sia come tipologia che come grado di efficienza; si ricorda che non è comunque consigliabile adottare sistemi protettivi adatti per rischi più elevati in quanto potrebbero essere meno confortevoli e meno fruibili; non comportare un aumento del rischio, essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro, (ad esempio le scarpe in certe condizioni devono essere facilmente sfilabili, i dispositivi antirumore non devono limitare la possibilità di udire sirene o richiami) tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore e poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità (i.e. la regolazione di fibbie delle maschere o la larghezza dei caschi)

...DPI & Requisiti: i DPI, specie le protezioni auricolari o le mascherine, devono essere gestiti in modo da garantire la massima igiene per i lavoratori che li utilizzano. nel caso di rischi multipli, se è necessario indossare più DPI, questi devono essere compatibili tra loro e mantenere ciascuno la propria efficacia (ad esempio l'indossare contemporaneamente cuffia o maschera con casco). si ricorda che dal giugno 1995 tutti i DPI commercializzati devono possedere la certificazione di conformità prevista dal Dlgs 475/1992. Tale certificazione sarà testata dalla presenza della marcatura "CЄ", che dovrà essere presente sull'imballaggio originale e sul DPI stesso in modo visibile, leggibile e indelebile per tutto il tempo di durata del DPI. devono essere corredati obbligatoriamente da una nota informativa che indichi il grado di protezione assicurato, le istruzioni per l'uso e la manutenzione, il termine di scadenza dei DPI o dei suoi componenti. Categorie (art.4 Dlgs 475/1992) 1 a categoria (prima categoria) di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità i.e.: guanti da giardinaggio, ditali per cucire, guanti di protezione da soluzioni detergenti diluite, filtri per protezione dai raggi solari, etc. 3 a categoria (terza categoria) di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o lesioni gravi e di carattere permanente. i.e.: dispositivi contro le cadute dall alto, gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie, dispositivo di protezione dal rischio elettrico, etc.. 2 a categoria (seconda categoria) vi rientrano quelli che non rientrano nelle altre due precedenti categorie i.e.: tutti i caschi compresi quelli per uso sportivo, tutti i dispositivi che proteggono l udito (collocati nell orecchio o sull orecchio),

Tipologie Convenzionalmente i DPI vengono suddivisi in funzione delle parti del corpo che devono proteggere (elenco indicativo e non esaustivo): PROTEZIONE DELLA TESTA PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO PROTEZIONE DELL UDITO PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI PROTEZIONE DEL CORPO PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI PROTEZIONE DALLE CADUTE DALL ALTO NON SONO DPI (esclusioni): Tutti gli indumenti di lavoro ordinari o le uniformi che non assicurino una protezione specifica ai fini della sicurezza e la salute dei lavoratori. Tutti i mezzi personali di protezione progettati e costruiti esclusivamente per uso privato (cioè di uso civile) atti a proteggere contro le condizioni atmosferiche, l'umidità, l'acqua e il valore, quali ad esempio: copricapo, indumenti per la stagione, scarpe e stivali, etc. ; Dispositivi atti a proteggere o salvare persone imbarcate a bordo di navi o aeromobili, che vengono indossati in modo non continuativo; Attrezzature e mezzi utilizzate dai servizi di soccorso e salvataggio; Mezzi di protezione personale utilizzati dalle forze armate, di polizia e del personale del servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico ad esempio : caschi, scudi, etc.; Tutte le attrezzature per l'autodifesa o la dissuasione in caso di aggressione quali: generatori di aerosol,armi personali etc.; Attrezzature individuali specifiche dei mezzi di trasporto stradali; Apparecchiature portatili per l'individuazione e la segnalazione di fattori nocivi e rischi quali i rilevatori di gas.

DPI & Principali Riferimenti Normativi Elmetti (EN397,EN812) Protezione dal Rumore (EN352, EN458,..) Protezione degli occhi (EN169, EN170, EN 171..) APVR (EN132, EN133, EN 136, EN140,EN405...) Protezione Arti Superiori (EN388, EN374, EN407, EN659,..) Sistemi Anticaduta (EN353, EN354, EN 361, EN363, EN 795..) Indumenti Alta Visibilità (EN340, EN471...) Indumenti tecnici (EN340, EN541, EN368, EN1073, EN381,..) Abbigliamento da lavoro (EN863, EN1149, EN530,..) Protezione Arti Inferiori (EN344, EN345, EN347,..) PROTEZIONE DELLA TESTA I lavoratori esposti a specifici pericoli di offesa al capo per caduta di materiali dall alto o per contatti con elementi comunque pericolosi, devono essere provvisti di copricapo appropriati, quali elmetti e caschi. Qualora servano essenzialmente per la protezione del capo da urti violenti, debbono avere adeguata resistenza meccanica; un requisito importante è il peso, che deve essere contenuto il più possibile. Ai fini del comfort, della corretta distribuzione delle sollecitazioni nel caso di impatto e per una facile pulizia è importante la forma della bardatura interna e la natura dei materiali (i.e. tessuto, plastica, cuoio, etc.) di cui essa è costituita. La parte a contatto con la cute non deve provocare irritazione. I lavoratori esposti ai lavori all aperto nei cantieri edili devono essere provvisti di copricapo adatti all azione prolungata dei raggi del sole.

PROTEZIONE DEGLI OCCHI e DEL VISO I lavoratori esposti al pericolo di offesa agli occhi per proiezioni di schegge o di materiali roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi, devono essere muniti di occhiali, visiere o schermi appropriati. Tali dispositivi servono a prevenire infortuni agli occhi causati da agenti meccanici, chimici, termici o da radiazioni (visibili, ultraviolette, infrarosse, ionizzanti, laser). Tali DPI debbono avere un campo visivo sufficientemente ampio, essere leggeri e facilmente sopportabili in relazione al tempo di impiego e presentare caratteristiche ottiche adeguate al tipo di lavoro, alla sua durata ed alla capacità visiva dell operatore (i.e. se l operatore ha difetti visivi gli occhiali protettivi debbono avere lenti correttive graduate secondo prescrizione oculistica). Negli occhiali a tenuta di gas la montatura deve aderire perfettamente alla pelle e in quelli di protezione contro le schegge o corpuscoli la montatura deve distribuire uniformemente le sollecitazioni sulla parte del viso con cui sono a contatto. PROTEZIONE DEGLI OCCHI e DEL VISO La protezione degli occhi e del viso si può ottenere sia con dispositivi o accessori appositamente dedicati oppure integrata con altri sistemi di protezione (i.e. maschere antigas, etc.). A titolo di esempio (elenco non esaustivo) si riportano: OCCHIALI A STANGHETTA CON RIPARI LATERALI OCCHIALI A MASCHERINA ANTIPOLVERE OCCHIALI A MASCHERINA ANTIACIDO OCCHIALI A COPPA PER SALDATORI MASCHERE PER SALDATORI SEMPLICI VISIERA SEMPLICE CON BARDATURA VISIERE CON PROTEZIONE DELLA FRONTE VISIERA PER ELMETTO (con schermo trasparente o colorato)

PROTEZIONE DEGLI OCCHI e DEL VISO OCCHIALI A STANGHETTA (con ripari laterali) settori di attività: Limitati lavori di molatura o scalpellatura, lavorazioni e finitura di pietre, etc VISIERE schermo trasparente settori di attività: Lavorazioni che comportano la proiezione di schegge ad alta velocità in grado di provocare lesioni al viso, manipolazione di sostanze irritanti per la cute e/o corrosive, operazioni di sabbiatura, etc. PROTEZIONE DEGLI OCCHI e DEL VISO OCCHIALI DI PROTEZIONE DALLE RADIAZIONI settori di attività: Lavori che comportano esposizione al calore radiante, con cannello ossiacetilenico, etc. Gli occhiali usati per la saldatura elettrica o a gas debbono garantire l assorbimento delle radiazioni nocive; i vetri impiegati debbono presentare un «grado di trasparenza» per le diverse radiazioni: - 0.0003 0.066% (nello spettro ultravioletto); - 3.2 1.2% (nello spettro visibile); - 16% (nello spettro infrarosso). MASCHERE PER SALDATURA settori di attività: Lavori di saldatura ad arco elettrico, con tecnologie speciali, etc.

PROTEZIONE ARTI SUPERIORI (MANI) Nelle lavorazioni che presentano specifici rischi pericoli di punture, tagli, abrasioni, ustioni o causticazioni alle mani, i lavoratori devono essere forniti di manopole, guanti o alti mezzi di protezione. A seconda del tipo di lavoro e del rischio specifico per le mani, possono rendersi necessari guanti: in cuoio o altro materiale contro abrasioni, tagli o punture; in tessuto impregnato in plastica, in gomma o altro elastomero, resistenti a particolari categorie di prodotto chimici; dielettrici (contro il rischio di elettrocuzione); in materiale antitermico (contro le ustioni). Uno dei principali requisiti del guanto di protezione, oltre l efficacia contro il rischio specifico, è una buona aderenza alla mano ed un comfort adeguato al tipo di lavoro e al tempo d impiego. PROTEZIONE ARTI SUPERIORI (MANI) GUANTI RESISTENTI AL CALORE O ININFIAMMABILI Nel caso in esame il calore può essere trasmesso alle mani per irraggiamento ovvero convezione o contatto. Quando si è in presenza di irraggiamento il dispositivi di protezione deve essere in grado di costituire una barriera contro l emissione di calore e, secondo le necessità, di rifletterla. Nel caso di calore per convezione, il dispositivo di protezione, deve produrre un effetto coibente Quando si verifica il contatto fisico vero e proprio (i.e. fiamma viva, pezzo molto caldi, metalli incandescenti, etc.) il dispositivo di protezione deve avere caratteristiche tali da garantire contemporaneamente sia la coibenza che una adeguata resistenza meccanica. Escudendo l amianto, la tecnologia offre una vasta gamma di prodotti che va dalla categoria delle fibre aramidiche (Kevlar, Nomex, etc) alle fibre di carbonio. Questi prodotti possono essere composti tra loro ed eventualmente accoppiati con altri prodotti termoriflettenti (i.e. alluminizzati e simili). Per protezione da calore non molto intenso, possono essere utilizzati materiali più semplici quali il rayon o la lana.

PROTEZIONE ARTI SUPERIORI (MANI) GUANTI PER RISCHI CHIMICI (EN374) lavorazioni: Manipolazione di oggetti acidi, basi, solventi, oli, etc. Data l infinità di prodotti chimici con cui si può venire a contatto e tenendo presente che i fattori critici degli stessi prodotto sono caratterizzati dalla loro concentrazione a sua volta influenzata dalla temperatura, è consigliabile effettuare prove pratiche di comportamento prima di destinarli all uso. Per motivi di praticità la certificazione CE può essere effettuata anche eseguendo verifiche con un minimo di quattro prodotti chimici, è opportuno in tal caso che venga richiesto al fabbricante, con una dichiarazione integrativa, l idoneità del dispositivo al tipo di prodotto/sostanza per il quale lo si dovrà impiegare. A livello di integrazione dei documenti di certificazione, sul mercato, sono disponibili tabelle comparative compilate sulla base di tests eseguiti con prodotti specifici che possono essere utilizzate per la scelta del tipo idoneo. I materiali d impiego più comuni sono: lattice, neoprene, nitrile, pvc, polietilene, polivinil alcole, hypalon, butile, etc. nitrile nitrile lattice neoprene tabella resistenza dei materiali impiegati nei guanti vs agente chimico manipolato - esempio La tabella seguente dà unicamente delle indicazioni generali. Va posta molta attenzione nella scelta, la resistenza di un guanto è influenzata da fattori come la temperatura, la concentrazione dei prodotti chimici, lo spessore, il tempo di immersione, etc.. Per condizioni d uso particolare, si raccomandano test preliminari. Molto bene *** Bene ** Medio * Sconsigliato Lattice Naturale Neoprene Nitrile PVC Vinile Acetato di ammonio *** *** *** *** Acetato di amile * * * Acetato di butile * * * Acetato di calcio *** *** *** *** Acetato di etile * * * Acetato di potassio *** *** *** *** Acetato e condimenti *** *** *** ** Acetone *** **

Resistenza dei guanti dati caratteristici Tra i dati che l utilizzatore deve acquisire c è il il tempo di permeazione (espresso in minuti primi) che l agente chimico impiegherà per passare attraverso lo spessore del guanto. Viene altresì definito come flusso di permeazione la quantità di agente chimico che passa attraverso il guanto nell unità di tempo e di superficie. Il livello di degradazione rappresenta il tempo necessario affinchè il DPI perda il 30% della sua forza tensile iniziale producendo una degradazione delle sue caratteristiche fisiche. Dalla definizione data si evince che il tempo di permeazione consente solo di classificare un guanto rispetto ad uno specifico agente chimico. I tempi di permeazione, forniti dal produttore, non corrispondono ai tempi di durata della protezione del guanto in quanto quest ultima (durata reale della protezione) dipende dallo spessore del guanto, dal materiale costituente lo stesso, dalla concentrazione dell agente chimico e dalla sua temperatura, dalle modalità di contatto guanto-sostanza, etc. PROTEZIONE ARTI SUPERIORI (MANI) GUANTI ELETTRICAMENTE ISOLANTI (EN 60903) Hanno quale caratteristica principale il potere di isolamento elettrico sufficiente a salvaguardare l operatore che (non intenzionalmente) possa venire a contatto con parti in tensione (purchè il guanto impiegato abbia grado adeguato). sono costituiti di materiale speciale con spessore uniforme e devono essere in un sol pezzo; sono previste diverse categorie in funzione dei valori di tensione elettrica a cui sono destinati e vengono suddivisi in classi; prima dell uso devono essere gonfiati allo scopo di verificare le condizioni di integrità del guanto (non deve manifestarsi alcun tipo di perdita); se uno dei guanti è rovinato, devono essere buttati entrambi; periodicamente (ogni sei mesi) vengono sottoposti a verifica elettrica attestata mediante l apposizione di marcature negli appositi spazi.

GUANTI ELETTRICAMENTE ISOLANTI (EN 60903) I guanti isolanti per lavori elettrici sotto tensione sono suddivisi in cinque classi: classe 00 e classe 0, utilizzati in bassa tensione; classe 1, classe 2, classe 3, classe 4 in alta tensione. Ciò che differenzia i guanti di classe 00 da quelli di classe 0 è lo spessore del materiale isolante (0.50 mm per i primi, 1 mm per i secondo) e la tensione di prova d isolamento (rispettivamente 2.30 kv e 5 kv). I guanti di classe 00 sono più sensibili al tatto, ma meno resistenti di quelli di classe 0 alle sollecitazioni meccaniche. Se il lavoro comporta rischio di abrasione o di rottura, sopra i guanti isolanti vanno comunque indossati guanti da lavoro. Inoltre i guanti sono suddivisi in categorie in base alla loro resistenza all olio, all acido, etc.. GUANTI ELETTRICAMENTE ISOLANTI (EN 60903) Sui guanti isolanti devono essere impressi: simbolo a doppio triangolo; nome, marchio di fabbrica o identificazione del costruttore; categoria; taglia e classe; mese ed anno di costruzione; marcatura CE (CЄ) ; una banda rettangolare che permetta di identificare il controllo periodico. classe/categoria/costruttore/mese /anno/taglia... dati relativi all ispezione periodica... marcatura CЄ

GUANTI ELETTRICAMENTE ISOLANTI (EN 60903) La classe può essere indicata con il colore nel doppio triangolo: classe 00: beige; classe 0: rosso; classe 1: bianco; classe 2: giallo; classe 3: verde; classe 4: arancione. PROTEZIONE DEL CORPO TUTE & IMPERMEABILI In condizioni normali di lavoro, qualora non esistano rischi particolari, la protezione generale del corpo viene affidata a normale vestiario che, per le sue caratteristiche, offre un discreto riparo contro le proiezione di piccole schegge, difende dalle abrasioni dovute ad urti o sfregamenti e garantisce,dal punto di vista igienico e della protezione la tutela da moderate sollecitazioni ambientali (termiche, atmosferiche, di polverosità, etc.) Quando occorre proteggere il corpo nei confronti di rischi particolari si devono usare indumenti con specifiche caratteristiche protettive (i.e. anticorrosive, etc). Se invece si rende necessaria la protezione integrale, si usano tute particolari in tessuti plastificati o gommati.

PROTEZIONE DEL CORPO TUTE & IMPERMEABILI Per la protezione in atmosfere nocive si può ricorrere a tute antigas ermeticamente chiuse, eventualmente con pressurizzazione interna, mentre contro il calore radiante o a contatto diretto con le fiamme o materiale incandescente si impiegano, a seconda del caso, indumenti in materiale ignifugo o autoestinguente, termoriflettente e ad alta coibenza. Nel caso molto particolare di impiego di sostanze radioattive, gli indumenti da usare dovendo risultare per l operatore leggeri e comodi, sono generalmente in tessuto capace di assorbire i liquidi: in tal modo, in caso di contaminazione, il liquido vettore si infiltra in una zona ampia ed evapora facilmente, mentre la sostanza radiottiva, generalmente solida, viene trattenuta e fissata in un area ristretta, riducendosi così il rischio di estendere la contaminazione. PROTEZIONE DEL CORPO INDUMENTI DI PROTEZIONE CONTRO RISCHI DA CALORE E FUOCO Sono indumenti particolari che permettono di poter operare in prossimità a contatto di fonti di calore (i.e. acciaierie, fonderie, etc.). cappuccio Gli indumenti possono essere allocati, secondo il dlgs 475/92, sia nella seconda categoria (indumenti con effetto di infiammabilità ritardata, indumenti impiegati in operazioni di saldatura, etc.) che nella terza categoria (indumenti per protezioni da fonti di calore intenso, indumenti per incendi boschivi, equipaggiamenti vigili del fuoco, etc.). Per la protezione dal calore poco intenso vengono impiegati anche tessuti tradizionali quali la lana ed il rayon. Per le alte temperature si fa invece uso di tessuti con la superficie esterna alluminizzata in modo da riflettere il più possibile il calore. grembiule antifiamma Gli indumenti possono coprire l intera persona (compresi cappuccio e calzari) ovvero fornire una protezione localizzata del corpo (grembiule). E evidente che che quando si tratta di un attrezzatura composta da più elementi è necessario che ciascuno di loro sia dello stesso tipo e che possegga le medesime caratteristiche di protezione.

PROTEZIONE ARTI INFERIORI (PIEDI) Nelle lavorazioni in cui esistono specifici pericoli di ustioni, di causticazione, di punture o schiacciamento, i lavoratori devono essere provvisti di calzature resistenti ed adatte alla particolare natura del rischio. Per attività in cui esistono rischi di schiacciamento dei piedi (per esempio nel maneggio di materiali pesanti) si usano scarpe rinforzate con puntale. Nel caso di lavori edili (i.e di carpenteria, in sotterraneo, etc.) è richiesta l interposizione di soletta antiperforazione. Per lavori su impalcature, tetti e simili le scarpe devono essere antisdruciolo. Quando esiste il rischio che metalli fusi (nel caso di lavoro in fonderia) o sostanze aggressive possano introdursi nella scarpa, si impiegano calzature che consentano lo sfilamento rapido. PROTEZIONE ARTI INFERIORI (PIEDI) scarpe di sicurezza a sfilamento rapido: con suola imperforabile e puntale di protezione, destinati a tutte quelle lavorazioni in cui sia presente il rischio di perforazione o schiacciamento (i.e. lavori di demolizione, di carpenteria, movimentazione di materiali, scavi, etc..) scarpe di sicurezza dotate di soletta interna termoisolante: da utilizzare durante le lavorazioni in cui vi sia presenza di materiali molto caldi o semplicemente durante la stagione fredda; scarpe di sicurezza dotate di suola antisdruciolevole: destinate a tutte quelle lavorazioni i cui si presenta il rischio di scivolamento (i.e. lavori su ponteggi o su coperture a falde inclinate, etc); stivali alti in gomma: da utilizzarsi durante i getti di calcestruzzo o per lavorazioni in zone acquitrinose, o comunque ogni volta che vi sia la presenza di un significativo strato d acqua.

PROTEZIONI SPECIALI SCAFANDRI lavorazioni: Lavori che comportano un elevato rischio di contatto con sostanze molto pericolose sia per la loro natura chimica che per la natura delle lavorazioni (rimozione di amianto molto friabile, sabbiatura di grandi superfici, lavori di pompaggio, etc) GIUBBOTTI AD ALTA VISIBILITÀ (con strisce riflettenti) tipo di lavoro e uso: Lavori notturni o in condizioni di scarsa visibilità, nei cantieri stradali/autostradali (sempre), etc PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) Il corpo umano può ricevere danni sia per una insufficienza di ossigeno nell aria da respirare sia per la presenza in essa di sostanze pericolose: l insufficienza di ossigeno nell aria da respirare porta ad un insufficiente ossigenazione delle cellule del corpo umano ed ostacola importanti funzioni vitali. Essa non è avvertita dai sensi dell uomo e conduce ad uno stato di incoscienza. Una insufficienza di 0 2 può causare danni irreversibili alle cellule celebrali ed anche la morte. L entità del danno dipende dalla concentrazione di ossigeno residuo nell aria inspirata, dalla durata degli effetti dovuti all insufficienza d ossigeno, dalla frequenza e dal volume di respirazione nonchè della specifica condizione fisica della persona coinvolta. nel caso di assorbimento di sostanze pericolose, a seconda del modo specifico di agire delle sostanze (azione fisica, chimica o combinata) possono aversi malattie polmonari, inotossicazioni acute o croniche, lesioni da radiazioni, diversi tipi di tumore o altri tipo di danno (i.e. allergie, etc). L entità del danno, in generale, dipende dalla concentrazione e dalla durata dell effetto della sostanza pericolosa alla salute, dalla via mediante la quale essa agisce (i.e. deposizione nei polmoni, assorbimento nel sangue, etc), dall affaticamento dovuto al lavoro svolto, dalla frequenza e dal volume di respirazione ed infine dalla condizione fisica della persona.

APVR & TIPOLOGIA facciale filtrante facciale filtrante filtro facciale per autorespiratore filtro semimaschera maschera intera (APVR) & CLASSIFICAZIONE dipendenti dall atmosfera ambiente (dispositivi di tipo filtrante) APVR o Respiratori non dipendenti dall atmosfera ambiente (dispositivi di tipo isolante) dipendenti dall atmosfera ambiente (dispositivi di tipo a filtro) contro particelle contro gas e vapori contro particelle/gas/vapori

(APVR) & CLASSIFICAZIONE (respiratori a filtro) non assistiti a ventilazione assistita a ventilazione forzata NON ASSISTITA: l aria ambiente, resa respirabile dal filtro, passa attraverso il facciale solo mediante l azione dei polmoni. A VENTILAZIONE ASSISTITA: l aria ambiente, resa respirabile dal filtro, viene immessa all interno del facciale, che può essere una maschera intera, una semimaschera ovvero un quarto di maschera, mediante un elettroventilatore normalmente trasportato dallo stesso utilizzatore. A VENTILAZIONE FORZATA: l aria ambiente, resa respirabile dal filtro, viene immessa all interno del facciale, che è un cappuccio o un elmetto, mediante un elettroventilatore trasportato dallo stesso utilizzatore. APVR & Dispositivi di tipo Filtrante Questo tipo di respiratore a filtro è costituito interamente o prevalentemente di materiale filtrante attraverso il quale passa l aria inspirata; il respiratore copre almento il naso e la bocca. L aria espirata può essere scaricata attraverso lo stesso materiale filtrante o attraverso una valvola di espirazione. I facciali filtranti antipolvere sono generalmente di colore bianco mascherine

APVR & Dispositivi di tipo Filtrante I respiratori antipolvere trattengono sostanze particellari (polveri, fibbre, fumi, nebbie), ma non proteggono contro i gas. I respiratori con filtro antipolvere non devono essere utilizzati in: ambienti in cui potrebbe esserci insufficienza di ossigeno (ossia un concentrazione di ossigeno nell aria ambiente inferiore al 17% in volume) ma anche superiore al 25%; dove ci sono gas o vapori inquinanti; in atmosfere con immeditato pericolo per la vita o la salute La protezione offerta da un respiratore dotato di filtro antipolvere, indicato con la lettera P, dipende, oltre che dalla tenuta sul volto, anche dalla granulometria e dalla distribuzione granulometrica dell inquinante, nonchè dalle caratteristiche costruttive del filtro stesso. I filtri antipolvere sono classificati secondo la loro efficienza filtrante. Esistono tre classi di filtri antipolvere P1, P2 e P3. (APVR) & Semimaschere o Facciali Filtranti Sono apparecchi costituiti da un opportuno facciale e da un portafiltro (per i filtri che vanno inseriti) o da un raccordo filettato (per i filtri filettati), e da uno o più filtri

Filtri & Facciali: Classificazione FILTRO ANTIPOLVERE (classificazione EN 143) P1 P2 P3 filtri con bassa separazione contro le particelle solide filtri con media separazione contro le particelle solide e/o liquide filtri ad alta separazione contro le particelle solide e liquide (filtro assoluto) FACCIALE FILTRANTE ANTIPOLVERE (classificazione EN 149) FFP1 FFP2 FFP3 facciale filtrante con bassa separazione contro le particelle solide facciale filtrante con media separazione contro le particelle solide e/o liquide facciale filtrante con alta separazione contro le particelle solide e liquide (filtro assoluto) FILTRO ANTIGAS (classificazione UNI EN 141) classe 1 classe 2 classe 3 filtri con piccola capacità di assorbimento (concentrazione max gas di prova 0.1%=10 ppm) filtri con media capacità di assorbimento (concentrazione max gas di prova 0.5%=5.000 ppm) filtri ad grande capacità di assorbimento (concentrazione max gas di prova 1%=10.000 ppm) Filtri & Facciali: Classificazione ELETTRORESPIRATORI A FILTRO ANTIPOLVERE (UNI EN 147) TMP 1 TMP 2 TMP 2 filtri a bassa efficienza filtri di media efficienza filtri di alta efficienza ELETTRORESPIRATORI A FILTRO ANTIPOLVERE CON ELEMETTO, CASCO O CAPPUCCIO (UNI EN 146) THP 1 THP 2 THP 3 filtri a bassa efficienza filtri a media efficienza filtri ad alta efficienza

(APVR) & DEFINIZIONI TLV (threshold limit value): valori di concentrazione di riferimento utilizzati come parametri nel controllo dei rischi di malattie professionali; TLV-TWA (threshold weighted average): valori di concentrazione media ponderata a cui possono essere esposti i lavoratori per periodi prolungati senza subire effetti negativi per la salute (8 hours/day*5 days/week); TLV STEL (short time exposure limit): rappresenta la massima concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti continuativamente per un breve periodo di tempo senza che insorgano problemi quali: irritazione, alterazione cronica o irreversibile del tesuto; TLV-EEL (exposure emergency limit): è il limite massimo di esposizione ammissibile in situazioni di emergenza; TLV-C (threshold limit value ceiling): valore di concentrazione che non deve essere superata durante l esposizione lavorativa (campionamento ogni 15 ) PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE & Definizioni Sistemi Antipolvere (FILTRI) Atmosfera Contaminata Ni F I L T R O Atmosfera Respirabile Ne N1: è il numero di particelle presenti in atmosfera; N2: è il numero di particelle che passano attraverso il materiale filtrante. PENETRAZIONE dei filtri Ne P(%) = 100 Ni EFFICIENZA dei filtri E Ne Ni (%) = 100 Ne

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE & Definizioni Fattori di Protezione Fattore di Protezione (FP): è il rapporto tra la concentrazione di inquinante presente nell atmosfera ambiente (Ce) e la sua concentrazione nell aria inspirata (Ci) dall utilizzatore di un APVR: Ce FP = Ci Ci Ce Fattore di Protezione Nominale (FPN): è il rapporto tra la concentrazione di inquinante presente nell atmosfera ambiente (Ce) e la sua concentrazione nell aria inspirata (Ci) dall utilizzatore di un APVR, calcolato in relazione al massimo valore che le norme consentono nelle prove per la perdita di tenuta. PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE & Definizioni Esempio Il Fattore di Protezione (FP) per inquinanti a base di particolati può essere espresso dal rapporto tra la concentrazione di inquinante (Ce media ponderata), espressa in mg/m 3, ed il valore limite di soglia (TLV-TWA) in unità congruente: Ce FP = TLV TWA esempio: Inquinante: polveri nocive in sospensione; Concentrazione Ce: 20 mg/m 3 ; Valore limite di soglia (TLV-TWA): 0,20 mg/m 3 FP=20/0.20=100 Il dispositivo di protezione delle vie respiratorie adatto per questo tipo di protezione dovrà avere un Fattore di protezione FP almeno 100

(APVR) & Definizioni Fattori di Protezione Perdita Totale verso l interno (TIL): è espressa dal rapporto tra la concentrazione all interno del facciale (Ci) e la concentrazione presenta in atmosfera (Ce): Ci TIL(%) = 100 Ce Rappresenta la perdita totale del facciale che può essere causata dalla tenuta del bordo quando si crea una depressione causata dalla respirazione, dalla tenuta della valvola di espirazione, dalle perdite proprie dei sistemi filtranti, etc.. È definita Efficienza filtrante e (%)=(Ce-Ci)/Ce (ossia il completamento a 100 del TIL). Il Fattore di protezione nominale (FPN) è una funzione del massimo valore ammesso per la perdita totale verso l interno (TIL): FPN = 1 TIL max La massima concentrazione esterna per cui si può utilizzare un respiratore è pari a FPNxTLV PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) Esempio Calcolo del Fattore di Protezione Nominale (FPN) per un facciale filtrante (EN 149): Ipotizziamo che il Facciale filtrante sia del tipo FFP1: ( il TIL del dispositivo può avere un valore max ammesso del 22%). In tal caso ricordando che FPN=1/TIL possiamo ricavare che : FPN=100/22=4.5 Nel caso il facciale filtrante fosse stato del tipo FFP2 (il TIL massimo ammesso è 8%) questo significa che il fattore di protezione nominale è FPN=100/8=12.5 (questo significa che il dispositivo è in grado di ridurre di 12.50 volte la concentrazione esterna, e quindi, l utilizzatore può esporsi a concentrazioni fino a 12.50 x TLV).

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) Efficienza Filtrante Totale in funzione della Classe del Filtro Antipolvere FFP1/P1 78% (TIL 22%) FFP2/P2 92% (TIL 8%) FFP3/P3 98% (TIL 2%) PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) e Definizioni Fattore di Protezione Operativo (FPO) Va considerato che il Fattore di Protezione Nominale (FPN) viene determinato in laboratorio in condizioni particolari che non riflettono le effettive condizioni presenti in campo (i.e. caratteristiche somatiche dell utilizzatore, la tensione di bardatura, il tipo di lavoro e la sua intensità, etc) pertanto a livello europeo è stato definito un valore realistico del fattore di protezione associato a ciascun dispositivo, denominato Fattore di Protezione Operativo (FPO). Nella scelta di un APVR è quindi da considerare il FPO e non il Fattore di Protezione Nominale. La relazione di base che presiede all utilizzo di un APVR in funzione della concentrazione in aria di un determinato inquinante e del relativo TLV, divente la seguente: limite di esposizione = FPO x TLV

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) Fattore di Protezione Operativo (FPO) La relazione limite di esposizione = FPOxTLV consente le seguenti considerazioni: 1. nota la concentazione in aria dell inquinante e noto il relativo TLV, si determina il FPO che la situazione richiede; dovrà cioè essere adottato un APVR con FPO almeno pari alla quantità: (Ce/TLV); 2. noto il TLV dell inquinante presente ed il valore del FPO relativo al respiratore di cui si dispone, il massimo valore di concentrazione in aria dell inquinante cui è lecito esporsi con quel respiratore è pari alla quantità: FPO x TLV FPO per Respiratori a Filtro RESPIRATORI A FILTRO ANTIPOLVERE RESPIRATORI NON ASSISTITI Semimaschera/quarto di maschera + filtro P1 Facciale filtrante (semimaschera) FFP1 Semimaschera/quarto di maschera + filtro P2 Facciale filtrante (semimaschera) FFP2 FPO 4 10 Semimaschera/quarto di maschera + filtro P3 Facciale filtrante (semimaschera) FFP3 30 Maschera intera (o boccaglio) + filtro P1 4 Maschera intera (o boccaglio) + filtro P2 15 Maschera intera (o boccaglio) + filtro P3 400

FPO per Respiratori a Filtro RESPIRATORI A FILTRO ANTIPOLVERE RESPIRATORI ASSISTITI - elettrorespiratore con cappuccio/elmetto - THP 1 THP 2 THP 2 - elettrorespiratore con maschera intera - TMP 1 TMP 2 TMP 3 FPO 5 20 100 10 100 400 FPO per Respiratori Antigas FILTRI ANTIGAS RESPIRATORI A FILTRO ANTIGAS FPO Semimaschera/quarto di maschera + filtri antigas di classe 1 30 Facciale filtrante (semimaschera) antigas di classe 1 30 Semimaschera/quarto di maschera + filtro antigas di classe 2 Facciale filtrante (semimaschera) antigas di classe 2 30 30 Semimaschera/quarto di maschera + filtro antigas di classe 3 30 Facciale filtrante (semimaschera) antigas di classe 3 30 LIMITE DI UTILIZZO (ppm) 1.000 5.000 10.000 Maschera intera + filtri antigas di classe 1 Maschera intera + filtri antigas di classe 2 Maschera intera + filtri antigas di classe 3 400 400 400 1.000 5.000 10.000

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) Nel caso particolare nel quale non si conosca la concentrazione del contaminante, è possibile valutare il livello di protezione in funzione della tossicità della sostanza, utilizzando come riferimento la seguente tabella (livelli di protezione minima): Valutazione del Livello di Protezione in funzione della Tossicità FFP1/P1 per contaminanti con TLV = 10 mg/mc FFP2/P2 per contaminanti con 0.1 mg/mc < TLV < 10 mg/mc FFP3/P3 per contaminanti con TLV < 0.10 mg/mc APVR e TIPOLOGIE Tra le varie TIPOLOGIE di APVR le semimaschere a filtri intercambiabili sono classificate in base ai filtri stessi. Avremo, principalmente, semimaschere con: Filtro di tipo A: destinato alle lavorazioni in cui vi è la presenza di vapori organici o di solventi (i.e. lavorazioni che prevedono l uso di bitumi o asfalti caldi, verniciature a spruzzo, etc.); Filtro di tipo B: destinato a lavorazioni con presenza di gas e vapori inorganici (i.e. gas alogneati e nitrosi, gas da incendio, idrogeno solforato, acido nitrico, etc.); Filtro di tipo E: destinato a lavovorazioni con presenza di anidride solforosa ed altri gas e vapori acidi, secondo le indicazioni del fabbricante. Filtro di tipo K: destinato a lavorazioni con presenza di ammoniaca e derivati organici ammonicacali, secondo le indicazioni del fabbricante. Filtri tipo AX: sono filtri antigas e combinati da utilizzare contro composti organici a basso punto di ebollizione (minore di 65 C).

TIPOLOGIE DI FILTRI (UNI EN 141) Tipo A AX B E K Protezione per gas e vapori di composti organici con punto di ebollizione > 65 C per gas di composti organici con punto basso punto di ebollizione < 65 C per gas e vapori di composti inorganici (escluso CO), secondo le indicazioni del fabbricante per anidride solforosa ed altri gas e vapori acidi, secondo le indicazioni del fabbricante per ammoniaca e derivati organici ammoniacali, secondo le indicazioni del fabbricante Colore del Filtro MARRONE MARRONE GRIGIO GIALLO VERDE MARCATURA DEI FILTRI (esempio) marchio del fabbricante tipo di filtro solo monouso da usare una sola volta durata massima di impiego (h) mese e anno di scadenza Ca&Ma MB96 A 2... 12.2005 tipo del modello classe del filtro pittogramma colore o banda colorata

Filtri Antigas e Limiti di impiego Sappiamo che esistono tre classi di filtri (classe 1/2/3) per i tipi A,B, E, K; ciò che differenzia le classi è la capacità filtrante ossia la quantità di contaminante che il filtro è in grado di assorbire e quindi la durata. Esistono per ogni classe concentrazioni limite di utilizzo che rappresentano le concentrazioni di prova (secondo EN 141) per le quali il produttore può garantire l idoneità del filtro solo fino alla massima concentrazione alla quale è testato. Nell uso pratico pur valendo la regola di non utilizzare i filtri antigas in presenza di concentrazioni di inquinanti maggiori di quelle realizzate in laboratorio per provare le diverse classi di filtri (come visto 0.1% per la classe 1; 0.5% per la classe 2 e 1% per la classe 3), il limite massimo di esposizione per l utilizzo di un respiratore con filtro antigas deve essere di volta in volta valutato in relazione al valore limite di soglia per l esposizione allo specifico inquinante (TLV) ed alla perdita verso l interno (TIL) imputabile al facciale. La durata del filtro dipende da molti fattori fra i quali natura e concentrazione del contaminante, umidità, temperatura, frequenza e volume respiratorio. Non è possibile stabilire una durata teorica del filtro. Esso va sostituito quando l utilizzatore avverte l odore o il sapore della sostanza: ciò avviene quando il carbone attivo è saturo ed ha quindi esaurito la sua capacità di assorbimento. (APVR) & Classificazione APVR o RESPIRATORI non dipendenti dall atmosfera ambiente (dispositivi di tipo isolante) dipendenti dall atmosfera ambiente (dispositivi di tipo filtrante) AUTONOMI (autorespiratori) NON AUTONOMI a circuito aperto a circuito chiuso a presa d aria esterna ad adduzione d aria compressa

(Respiratori Isolanti) e Classificazione I DISPOSITIVI DI TIPO ISOLANTE prescindono dall aria circostante e rendono disponibile all utilizzatore una riserva d aria respirabile di cui essi dispongono. L uso dei DPI isolanti si rende indispensabile nei seguenti casi: - la concentrazione di ossigeno nell atmosfera è al di sotto del 17% in volume; - la natura delle sostanze tossiche non è nota; - la concentrazione degli inquinanti è troppo elevata, ossia non è tale da poter essere ricondotta entro il TLV utilizzando un dispositivo filtrante (in altre parole, la concentrazione degli inquinanti è superiore ai limiti di utilizzo dei respiratori a filtro); - la natura e la concentrazione del tossico è tale da costituire un pericolo anche per brevi esposizioni (sostanze indori o con soglia olfattiva maggiore del TLV/TWA. È consigliato ricorrere a dispositivi di protezione isolanti anche in presenza di tossici inodori o aventi TLV inferiore alla soglia olfattiva. (Respiratori Isolanti) e Classificazione (RESPIRATORI NON AUTONOMI) Maschere ad adduzione d aria esterna sono costituite da un facciale collegato ad un tubo flessibile la cui estremità libera viene portata in zona non inquinata; oltre un certa lunghezza del tubo adduttore l invio d aria viene effettuato per mezzo di un dispositivo di ventilazione azionato manualmente. Nei RESPIRATORI NON AUTONOMI l aria respirabile viene convogliata da una sorgente d aria pura all interno del facciale attraverso un tubo di alimentazione che limita i movimenti dell operatore e la distanza alla quale può essere svolto l intervento. La lunghezza max del tubo dipende dalle caratteristiche costruttive del dispositivo indicate dalle relative schede tecniche.

(Respiratori Isolanti) e Classificazione (RESPIRATORI AUTONOMI) Apparecchi a circuito aperto: si intendono gli autorespiratori (ad aria compressa) nei quali l aria prelevata viene scaricata direttamente all esterno (l aria espirata passa dal facciale nell atmosfera attraverso la una valvola di espirazione). Apparecchi a circuito chiuso: si intendono gli autorespiratori a riserva d ossigeno nei quali l aria prelevata torna in ciclo e consente una maggiore autononomia rispetto ai precedenti dispositivi. GII AUTORESPIRATORI assicurano all utilizzatore una grande autonomia di movimento compatibile con l ingombro dell apparecchio. Il comfort rispetto ai respiratori non autonomi risulta minore per il fatto che il respiratore deve essere trasportato dall utilizzatore che ne sopporta il peso, in genere, sulle spalle. PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (APVR) Gli APVR di tipo isolante sono dispositivi il cui funzionamento è indipendente dall atmosfera ambiente. Possono essere alimentati con aria fresca dall esterno, aria compressa dalla linea, aria compressa da bombole (autotrasportate o carrellate) oppure con ossigeno. Il personale destinato ad indossarli deve essere adeguatamente addestrato, istruito ed essere giudicato fisicamente idoneo. Per la complessità del tipo di apparecchiatura è necessario provvedere periodicamente alle verifiche di funzionamento e stabilire cicli di manutenzione programmati.

PROTEZIONE DELL'UDITO La protezione dal rumore è uno degli esempi tipici i cui i DPI rappresentano l ultimo intervento possibile, posto che tutti gli sforzi debbono essere compiuti per ridurre il rumore all origine. La legge (D.lgs 277/1991) obbliga il datore di lavoro, in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnologico, a ridurre al minimo i rischi derivanti dall esposizione al rumore mediante misure tecniche, organizzative e procedurali, concretamente attuabili, privilegiando gli interventi alla fonte. Gli otoprotettori scelti (inserti auricolari, cuffie antirumore) avranno il compito di assorbire le frequenze sonore, differenti a seconda dei luoghi e delle lavorazioni, dannosse per l apparato uditivo ma non quelle utili per la comunicazione e la percezione dei pericoli. Nella scelta di questo particolare mezzo di protezione deve essere tenuto in conto la praticità d uso e la tollerabilità individuale. PROTEZIONE DELL'UDITO CUFFIE Tipo di LAVORAZIONE: Uso di utensili pneumatici o attrezzi comunque rumorosi quali flessibili, martelli pneumatici, battitura di pali o costipazione del terreno, etc. Le cuffie sono costituite da conchiglie che coprono le orecchie e creano un contatto ermetico con la testa per mezzo di cuscinetti morbidi solitamente riempiti con liquido o espanso. Le conchiglie sono solitamente rivestite di materiale fonoassorbente. Esse sono collegate da una fascia di tensione (archetto di sostegno) solitamente in metallo o plastica. Talvolta è prevista una cinghia di sostegno flessibile su ciascuna conchiglia o sull archetto di sostegno in prossimità delle conchiglie. Detta cinghia serve a sostenere le conchiglie quando l archetto di sostegno è indossato dietro la testa o sotto il mento.

PROTEZIONE DELL'UDITO TAPPI AURICOLARI (inserti in gomma, plastica, poliuretano) Se inseriti correttamente nel condotto uditivo consentono attenuazioni da 11 a 45 db, a seconda delle frequenze (da 25 a 30 db per le alte frequenze, che sono le più dannose). Il loro peso non deve superare una decina di grammi. I dispositivi citati devono essere forniti dal datore di lavoro quando l esposizione quotidiana personale (a mezzo del calcolo del livello di esposizione del lavoratore al rumore L ep,d ) può verosimilmente superare gli 85 db(a). Si ha l obbligo di indossarli quando i 90 db(a) vengono superati (art. 43 D.lgs 277/91). Nei casi precedenti sono altresì previsti controlli sanitari dei lavoratori mediante visite mediche periodiche, integrate da esami della funzione uditiva, allo scopo di preservare la funzione uditiva dei lavoratori esposti (art. 44). PROTEZIONE DELL'UDITO Riduzione della protezione effettiva fornita dai protettori auricolari con la diminuzione della durata di utilizzo Protezione Effettiva (db) 3 2 1 per il protettore auricolare che assicura un attenuazione di 30 db per il protettore auricolare che assicura un attenuazione di 20 db per il protettore auricolare che assicura un attenuazione di 10 db - se indossato solo 4 h su una giornata di 8 h, la protezione effettiva non è maggiore di 3 db; - supponendo che un ambiente ha un rumore stazionario di 100 db (L Aeq,8h ) e il protettore dia un'attenuazione di 30 db, allora se indossato 8h il rumore effettivo all orecchio è di 70 db, - se invece non è utilizzato per 30 su 8h allora il rumore all orecchio è di 100-12=88 db

PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE DALL'ALTO I lavoratori esposti a pericolo di caduta dall alto o entro vani o che devono svolgere il proprio lavoro dentro pozzi, cisterne o serbatoi e simili, in condizioni di pericolo, devono essere provvisti di cintura di sicurezza. Dal punto di vista tecnico, un operatore che è soggetto al rischio di poter effettuare una caduta libera di dislivello superiore a 0,5 metri, trovandosi ad un altezza dal suolo superiore a metri 2, è nella situazione di rischio di caduta dall alto e necessita di un adeguata protezione individuale di arresto caduta. Tali dispositivi possono essere suddivisi in: Trattenuta Anticaduta; Salita/Discesa. PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE DALL'ALTO i dispositivi di posizionamento sul lavoro sono destinati a sostenere guardafili e altri addetti che devono operare in altezza con sostegno sui pali o altre strutture consentendo loro di poter lavorare con entrambe le mani libere. Questi sistemi non sono destinati all arresto delle cadute. i sistemi di arresto caduta sono dispositivi che comprendono un imbracatura per il corpo, un assorbitore di energia ed un collegamento. Tali dispositivi possono essere ancorati ad un punto fisso, con o senza dispositivo anticaduta di tipo retrattile o su dispositivo anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio rigida o flessibile. i dispositivi di discesa sono utilizzati per il salvataggio e l evacuazione di emergenza per mezzo dei quali una persona può scendere da sola, o con l assistenza di una seconda persona, a velocità limitata da una posizione elevata ad una posizione più bassa.

PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE DALL'ALTO CINTURE DI SICUREZZA lavorazioni: Tutti i casi in cui sia necessario arrestare la caduta dall alto, lavori su impalcature, pali, tralicci, scale, etc. Sono cinture semplici a giro vita con doppio punto di ancoraggio in vita e fune di trattenuta. Sono utilizzate per mantenere in posizione sicura l operatore una volta che lo stesso abbia raggiunta la quota di lavoro. Non sono impiegate per altezze di caduta superiori ai 70 cm; cordino di trattenuta questi tipi di cintura possono risultare estremamente pericolose in quanto, nella sollecitazione conseguente all arresto della caduta dell operatore, potrebbero ruotare intorno al corpo dello cinghia tessile stesso con possibili conseguenti lesioni alla colonna vertebrale. PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE DALL'ALTO IMBRACATURA ANTICADUTA Sono supporti per il corpo che hanno lo scopo di arrestare la caduta, cioè sono componenti di un sistema di arresto caduta. Le imbracature per il corpo possono comprendere cinghie, accessori, fibbie o altri elementi disposti e montati opportunamente per sostenere tutto il corpo di una persona e tenerla durante la caduta e dopo l arresto della caduta (UNI EN 363). Le cinghie primarie di un imbracatura per il corpo sono quelle che (esempio di imbracature con attacchi anteriore, posteriore e laterale) sostengono il corpo o esercitano pressione su di esso durante la caduta e dopo l arresto. Le altre cinghie sono quelle secondarie. Le cinghie e i rocchetti di filo dell imbracatura sono di fibra sintetica, ma di tonalità o colore diverso in modo da facilitare l ispezione visiva.

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO (sentito il RSPP) (artt. 4,41,43 D.lgs 626/94 e s.m.i.) (Ai fini della scelta) : Effettua l analisi e la valutazione dei rischi (nel caso non possano evitarsi con altri mezzi) Individua le caratteristiche di adeguatezza dei DPI Valuta le caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato (sulla base delle info fornite del fabbricante) Aggiorna la scelta nel caso di variazione negli elementi di valutazione (Individua le condizioni d uso in relazione alla/e) : Entità del rischio Frequenza dell esposizione al rischio Caratteristiche dei posti di lavoro Prestazioni del DPI Mantiene in efficienza e in condizioni d igiene i DPI Provvede affinché siano utilizzati solo per gli usi previsti (in conformità alle info del fabbricante) Fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori Prevede un uso personale dei dispositivi Informa il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge Assicura la formazione e l addestramento all uso pratico Scelta e Valutazione dei Requisiti requisiti funzionali (essere in grado di neutralizzare il rischio specifico, non limitare le funzioni operative, non essere causa di disagio, essere resistente, essere economico, etc..) requisiti dei manufatti (adattabile alla persona, resistente agli agenti specifici, assenza di parti pericolose, facilità di indosso e rapidità nel toglierlo, comfort e design tali da renderlo gradito all operatore, etc.) requisiti dei materiali (essere in grado di resistere alle sollecitazioni e situazioni a cui sono sottoposti, compatibilità con l epidermite, meccanicamente resistenti alle operazioni di manutenzione e sterilizzazione, etc.)