RISCHIO BIOLOGICO IN AMBIENTI CONFINATI



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RISCHIO BIOLOGICO IN AMBIENTI CONFINATI

DEFINIZIONI GENERALI RISCHIO CHIMICO Ogni qualvolta elementi chimici o composti, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti mediante qualsiasi attività lavorativa, venuti a contatto con l uomo, provochino e/o raggiungano livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione, in particolare: - Asfissia - Intossicazione / Avvelenamento - Esplosione / Incendio RISCHIO BIOLOGICO Ogni qualvolta esista la possibilità che agenti biologici, venuti a contatto con l uomo, provochino un evento dannoso tipo: - Infezione - Allergia - Intossicazione 2

DEFINIZIONI GENERALI INFEZIONE Stato di malattia causato da germi (agenti biologici). L organismo colpito presenta disfunzioni fisiologiche dovute alla presenza di microrganismi patogeni. ALLERGIA Reazione esagerata del sistema immunitario di individui predisposti nei confronti di sostanze innocue per la maggioranza della popolazione, anche se a dosi estremamente basse. Le manifestazioni allergiche più comuni sono: asma bronchiale, raffreddore allergico, orticaria, eczema. INTOSSICAZIONE Stato di malattia causato dall ingestione o dall assorbimento per via respiratoria, cutanea ecc di sostanze tossiche (nel caso di origine biologica), cioè dannose all organismo (che non portano a danni permanenti). AVVELENAMENTO: come sopra ma con sostanze tossiche che possono portare a lesioni irreversibili e anche alla morte. 3

DEFINIZIONI GENERALI 4

AGENTI BIOLOGICI Principalmente VIRUS BATTERI PROTOZOI ELMINTI FUNGHI ma anche PRIONI TOSSINE e PRODOTTI CELLULARI ARTROPODI ANIMALI IN GENERALE 5

AGENTI BIOLOGICI Operiamo nel campo dell infinitamente piccolo 6

AGENTI BIOLOGICI VIRUS Organismi privi di struttura cellulare a forma di icosaedro allungata o sferica, di dimensioni estremamente piccole (nanometri), che contengono acido nucleico (DNA o RNA) racchiuso in un involucro proteico (capside). Il virus è capace di moltiplicarsi soltanto mediante infezione di un organismo ospite. 7

AGENTI BIOLOGICI BATTERI Organismi piccolissimi (micrometri) costituiti da una sola cellula. Si trovano in tutti gli ambienti di vita e di lavoro (ESPOSIZIONE POTENZIALE) ed hanno bisogno di diversi fattori per potersi sviluppare e diffondere (temperatura, umidità, sostanze nutritive), acidità, ). Alcuni batteri vengono utilizzati in processi industriali (ambienti ad ESPOSIZIONE DELIBERATA) quali la produzione di formaggio, yogurt, tabacco, fibre tessili, farmaci, enzimi, detergenti, concia delle pelli, trattamento delle acque reflue. 8

AGENTI BIOLOGICI BATTERI PATOGENI Batteri in grado di provocare malattie nell uomo per azione diretta di interazione e danno alle cellule dell ospite, o per azioni indirette quali la produzione di tossine, il ricoprimento dei tessuti, ecc La capacità di produrre una malattia e la sua gravità variano a seconda della virulenza della specie batterica ma anche delle condizioni generali dell organismo infettato. 9

AGENTI BIOLOGICI 10

AGENTI BIOLOGICI PROTOZOI (protisti) Tipi semplici e primitivi di esseri viventi, unicellulari, di dimensioni microscopiche ma più grandi dei batteri. Le forme più progredite sono in grado di compiere funzioni quali escrezione, respirazione, assunzione di particelle alimentari. Hanno un aspetto gelatinoso e per muoversi si servono di propaggini chiamate flagelli (ciglia o frusta). In genere sono parassiti di varie specie animali e anche dell uomo. 11

AGENTI BIOLOGICI 12

AGENTI BIOLOGICI ELMINTI Organismi di piccole dimensioni, più evoluti dei gruppi precedenti, hanno l aspetto di VERMI MICROSCOPICI di forma piatta o cilindrica. Le malattie elmintiche sono più comuni di quanto non si pensi; in alcuni casi si presentano con sintomi lievi, mentre altri vermi possono indurre malattie croniche, talvolta invalidanti. 13

AGENTI BIOLOGICI 14

AGENTI BIOLOGICI Antielmintici In origine preparati con sostanze vegetali naturali (alcune felci, artemisie, melograno) ora sintetici. 15

AGENTI BIOLOGICI FUNGHI Sono organismi unicellulari o pluricellulari completamente evoluti dal punto di vista cellulare, che in ecologia hanno il ruolo di decompositori in quanto degradano e riciclano la sostanza organica. Alcuni FUNGHI si comportano da PATOGENI, cioè sono in grado di attaccare organismi viventi CAUSANDO MALATTIA. NEGLI AMBIENTI DI LAVORO i funghi che possono causare problemi agli essere umani sono alcuni LIEVITI (unicellulari) e MUFFE (pluricellulari), in quanto sono in grado di causare infezioni, allergie o tossicità. In particolare gli Aspergillus sono responsabili di malattie a carico del sistema respiratorio. Altri possono creare orticarie ed eczemi a livello cutaneo. 16

AGENTI BIOLOGICI PRIONI Particella infettiva solamente proteica (Proteinaceus Infective Only particle), cioè agente infettivo non convenzionale in quanto privo di acidi nucleici (DNA o RNA). I prioni sono considerati i più probabili agenti delle encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE) sia dell uomo (malattia di Creutsfeldt-Jakob), sia degli animali (scrapie, BSE). Le neuropatie spongiformi sono malattie nervose degenerative dove le aree cerebrali assumono progressivamente un aspetto spugnoso e perdono quindi le loro capacità funzionali. La trasmissione è verticale (madre-figlio), ma anche orizzontale (contagio) per cannibalismo/carnivorismo (volontario o meno) o non se ne conosce attualmente il meccanismo. 17

AGENTI BIOLOGICI ARTROPODI Ragni e insetti che possono risultare problematici per morsi, punture o reazioni allergiche. In effetti NON vi sono in Italia insetti e ragni dal morso o dalla puntura mortale, ma vi è comunque sempre il rischio di una ipersensibilità del soggetto umano che porta a SHOCK ANAFILATTICO, in effetti molto pericoloso e a potenzialmente mortale. Si possono fare dei test preliminari di verifica e/o essere muniti di farmaci specifici a base di ADRENALINA o antistaminici. POSSONO ESSERE VETTORI DI MALATTIE VIRALI E BATTERICHE - Zecche, Acari, Pulci e Pidocchi - Ragni in genere (Malmignatta) e Scorpioni - Insetti: Scarafaggi, imenotteri (Api, Vespe, Calabroni) e Ditteri (Zanzare) 18

AGENTI BIOLOGICI 19

AGENTI BIOLOGICI 20

AGENTI BIOLOGICI N.B. Immagini NON in scala Zecca Vettore di virus e protozoi Processionaria Bruchi con peli urticanti Aracnidi Morsi e punture, raramente velenosi 21

AGENTI BIOLOGICI Calabrone Xylocopa violacea Solitaria, punge raramente Vespa comune Sociale, poco aggressiva Sociale, aggressiva N.B. In caso di insetti sociali, la puntura di un esemplare richiama anche gli altri, creando situazioni di maggior pericolo!!!! Ape comune Sociale, non aggressiva 22

AGENTI BIOLOGICI ANIMALI IN GENERE Il rischio maggiore è legato alla possibilità che siano causa di allergie (vedi in seguito), o che possano veicolare microorganismi patogeni di varia natura. A titolo di esempio: - RATTI: può essere affetto da oltre 30 malattie trasmissibili all'uomo, inclusi il tifo murino, la peste bubbonica e la febbre da morso di ratto, ma la sua pericolosità è molto legata all ambiente di vita (FOGNE). - COLOMBI: può essere affetto da numerose malattie trasmissibili all uomo (ad esempio la salmonella) ma i casi di reale infezione nei confronti dell uomo sembrano molto rari. - VIPERE: unici animali superiori velenosi e potenzialmente mortali in caso di ipersensibilità al veleno o mancate cure.21 23

AGENTI BIOLOGICI TOSSINE In generale sostanze tossiche di origine animale, vegetale e batterica che hanno potere antigene (stimolano la produzione di anticorpi). Molto importanti e pericolose per le infezioni cui danno origine le tossine batteriche di tipo botulinico, difteriche, tetaniche, ecc PRODOTTI CELLULARI Sostanze come sopra ma meno pericolose che però possono scatenare reazioni allergiche. 24

AGENTI BIOLOGICI 25

AGENTI BIOLOGICI FASI DELLA REAZIONE ALLERGICA Linfocita B (plasmacellua) Mastocita Determinante antigenico Istamina 1 Allergene (granulo pollinico) 2 I linfociti B producono anticorpi 3 Gli anticorpi si attaccano al mastocita Sensibilizzazione: esposizione iniziale all allergene 4 L allergene si lega agli anticorpi del mastocita 5 Viene liberata istamina che causa i sintomi dell allergia Successiva esposizione allo stesso allergene 26

MODALITA DI TRASMISSIONE 27

MODALITA DI TRASMISSIONE 28

MODALITA DI TRASMISSIONE 29

MODALITA DI TRASMISSIONE 30

MODALITA DI TRASMISSIONE 31

POSSIBILITA DI CONTATTO 32

DANNI a) Caratteristiche dell agente biologico 33

DANNI a) Pericolosità dell agente biologico 34

DANNI b) Condizioni dell organismo ospite30 In generale un BUONO STATO DI SALUTE e un sistema immunitario sviluppato e sano offrono migliori garanzie di pronta risposta ad eventuali infezioni. Non esporsi a possibili contaminazioni quando si è già malati o debilitati per altre cause patologiche. Non assumere comportamenti che mettono a rischio e indeboliscono il sistema immunitario. Utilizzare i DPI e un ABBIGLIAMENTO ADEGUATO ed ESCLUSIVO per il LUOGO DI LAVORO. In alcuni casi di può ricorrere alla Vaccinazione (vedi approfondimento). 35

ELEMENTARI NORME DI IGIENE Utilizzo di DPI, tra cui abbigliamento idoneo ed esclusivo, in particolare guanti (in alcune circostanze è opportuno l'utilizzo di tute monouso). Lavaggio frequente delle mani, riconosciuto come la più importante misura per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi da una localizzazione all altra e da una persona all altra (Le mani devono essere immediatamente lavate in caso di accidentale contatto con liquidi, oggetti o superfici contaminate o a forte rischio di esserlo, fatto salvo che i batteri si possono trovare su qualunque superficie). Lavaggio di sanificazione degli indumenti, eseguito con acqua, detergente, (eventuale agente disinfettante) e azione meccanica rappresenta il sistema più semplice e valido per ridurre in maniera significativa la carica microbica. Lavaggio eseguito in lavanderie specializzate, da valutare secondo circostanze. 36

DANNI c) Ambiente 37

AMBIENTI SPECIFICI IMPIANTI DEPURAZIONE ACQUE REFLUE URBANE TRASPORTO E TRATTAMENTO RIFIUTI DISCARICHE Vedi schede specifiche 38

Processo depurativo Igiene dei luoghi Separazione razionale degli spazi (accessi / uffici / spogliatoi / area trattamento reflui) Ordinaria igiene dei luoghi di lavoro puliti, considerando che il rischio di contaminazione legato a pavimenti, pareti, arredi e suppellettili in genere è di medio/scarsa rilevanza: sanificazione accurata eseguita con acqua, detergente e azione meccanica; se si decide di procedere alla disinfezione è indispensabile prima pulire; i disinfettanti devono essere usati secondo le modalità prescritte in etichetta; durante le operazioni di pulizia e disinfezione l operatore deve indossare guanti di gomma per uso domestico ed eventualmente camici di protezione e mascherine; al termine delle operazioni di pulizia e disinfezione ambientale tutto il materiale utilizzato deve essere adeguatamente lavato, disinfettato e posto ad asciugare in ambiente pulito. Ordinario funzionamento della zona di trattamento reflui: eseguire manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare perdite da tubazioni, vasche, aree di sedimentazione; evitare accumuli di materiali inutili nell'area di lavoro. 39

Processo depurativo Dettaglio delle misure di igiene Servizi sanitari adeguati con acqua calda e fredda, eventualmente provvisti di docce e lavaggi oculari e antisettici per la pelle; spogliatoi con possibilità di separare gli abiti puliti dagli abiti da lavoro; idonea dotazione di DPI (guanti e mascherina), compresi indumenti adatti alle mansioni; cura, igiene e manutenzione di DPI e indumenti da lavoro; in caso di sospetta contaminazione procedere con misure di igiene della persona e disinfezione di DPI e abiti da lavoro (eventualmente distruggerli); divieto di consumare cibi e bevande nelle aree a rischio esposizione. 40

Processo depurativo Classificazione e determinazione del rischio I microorganismi che abitualmente proliferano negli impianti di trattamento dei reflui civili rientrano nei gruppi di rischio 1 e 2. Fattori di rischio sono determinati da: Presenza naturale di contaminanti batterici nel refluo Necessità di trattamento del refluo (griglie, condotte, salti, stramazzi, vasche) Utilizzo di fanghi attivi associati a sistemi di aerazione forzata Tutto ciò comporta RISCHIO di DISPERSIONE (spruzzi / aerosol) RISCHIO di CONTATTO DIRETTO (spruzzi / manutenzione / cadute) 41

Processo depurativo AEROSOL Non esistono specifici studi epidemiologici che determinano e quantificano in maniera oggettiva il rischio biologico derivante dal trattamento dei reflui. Occorre tenere in considerazione: Esposizione degli operatori e dei residenti della zona Condizioni climatiche generali (umidità, temperatura, ventosità) Condizioni climatiche particolari (eventi meteo particolari) Caratteristiche costruttive dell'impianto (tipo di vasche / modalità di aerazione / suddivisione degli spazi / ) Monitoraggio per la quantificazione della carica batterica, sia nell'aria che sulle superfici N.B. Nel caso di trattamento reflui industriali: - la presenza di sostanze chimiche può inibire la proliferazione dei microorganismi dannosi - le sostanze chimiche possono essere fonte di rischio per gli operatori 42

Processo depurativo e rifiuti Agenti biologici tipici STAFILOCOCCHI Gli Stafilococchi, ed in particolare Staphylococcus aureus, intervengono in patologia umana soprattutto come agenti eziologici di: infezioni della cute quali foruncoli, follicoli, impetigine; tossinfezioni alimentari per la capacità di produrre enterotossine termoresistenti e attive per ingestione. patologie causate da tossine prodotte, determinando in alcuni casi anche setticemie estremamente gravi. Tra i sintomi principali delle patologie da stafilococco: febbre alta (oltre i 39 C); vomito, diarrea, arrossamento cutaneo, bolle, desquamazione; dolori muscolari; mal di gola vertigini e svenimenti 43

ENTEROBATTERI Batteri a forma di bastoncello che vivono comunemente nell intestino dell uomo e di altri animali, ma che possono essere responsabili di:. infezioni sistemiche, causate dalle febbri enteriche, quali tifo e paratifo, che non si limitano al solo tratto intestinale ma si diffondono in tutto l'organismo per mezzo del sangue e della linfa. infezioni esclusivamente intestinali, costituite da enteriti o gastroenteriti prodotte dai generi Escherichia Salmonella Shigella. Si manifestano con dissenteria (infiammazione delle mucose del tenue e del colon per invasione diretta delle colonie batteriche e conseguente diarrea) o solo con manifestazioni diarroiche per produzione di tossine. infezioni extraintestinali, che colpiscono le vie urinarie e sono quasi sempre causate da alcuni ceppi di Escherichia coli. Le infezioni da enterobattericeae sono trasmesse per via orofecale attraverso l'ingestione di cibi o bevande contaminate. 44

Escherichia coli È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell intestino degli animali a sangue caldo e che sono necessari per la digestione corretta del cibo. Esistono, però, almeno 171 ceppi noti (varianti di specie) alcuni dei quali risultano patogeni diretti o produttori di tossine dannose. infezioni gastroenteriche infezioni urinarie peritonite meningite setticemia polmonite diarrea La sua presenza nei corpi idrici (non ammissibile per legge) dissenteria segnala la presenza di condizioni di fecalizzazione (è il principale indicatore di contaminazione fecale, insieme agli enterococchi). 45

SALMONELLA Genere di batteri a bastoncello sia commensali che patogeni per uomo e animali. Nell uomo sono la causa di febbre tifoide**(salmonella typhi e S. paratyphi) e altre patologie infettive simili, che si manifestano con: dolori addominali per emorragia intestinale nausea e vomito febbre e diarrea malessere generale In particolare la febbre tifoide ha un caratteristico andamento altalenante nella prima e terza settimana di malattia, mentre nella seconda rimane alta intorno ai 39-40 C **Da non confondere con il: Tifo murino: veicolato dalle pulci dei ratti e causato da Rickettsia typhi Tfo esantematico: veicolato dai pidocchi umano e causato da Rickettsia prowazekii 46

SHIGELLA Batterio a forma di bastoncello, probabilmente un sottogenere di E.coli, che provoca dissenteria a causa della spiccata invasività (malgrado sia immobile) nei confronti dell'epitelio intestinale dell'ileo e del colon ed alla produzione di tossine. 47

Leptospira interrogans Batterio sottile e spiraliforme delle Spirochaetales patogeno per mammiferi, uccelli e rettili, che provoca la febbre dei sette giorni o febbre itteroemorragica (febbre gialla). La contaminazione avviene per contatto con animali (morso o urine di ratti, cani, bovini), acqua o materiali organici infetti, di solito nel periodo estivo-autunnale. Nell organismo il batterio è veicolato dal sangue e colpisce tutti gli organi: danneggiamento dei vasi sanguigni danni al fegato danni renali danni polmonari Si manifesta in forma subclinica anitterica e itterica con crescente grado di pericolosità. 48

ROTAVIRUS I Rotavirus, così chiamati per l aspetto simile a quello di una ruota, sono un genere di Virus a RNA con doppio capside. Colpiscono l intestino danneggiando i villi e distruggendone le cellule enterocitiche. Provocano DIARREA. Attualmente esistono vaccini di buona efficacia. E stata riscontrata correlazione tra l infezione da rotavirus e l insorgere della celiachia. 49

ENTEROVIRUS Virus a RNA molto resistenti sia nell ambiente che nell apparato digerente. Da questo migrano attraverso il sistema linfatico fino agli organi bersagli, diversi a seconda delle specie: - POLIOVIRUS, provoca poliomielite paralitica umana - COXSACKIEVIRUS Provocano congiuntivite emorragica, meningite, miocardite e pericardite. Secondo recenti ipotesi, i virus Coxsackie produrrebbero alterazioni a carico delle cellule beta del pancreas, fenomeno che quindi li chiama in causa come possibile fattore eziologico del Diabete Tipo I insulino-dipendente 50

COLIFORMI Batteri delle Enterobacteriaceae presenti nell ambiente e nelle feci umane in elevate concentrazioni (109/g). I coliformi fecali sono da molto tempo considerati organismi indicatori d inquinamento ed hanno assunto un importante ruolo come marcatori microbiologici per definire la qualità degli ambienti idrici, sia superficiali sia profondi. La colimetria totale, cioè la enumerazione dei coliformi totali presenti nell acqua, assume un significato più generico di inquinamento, mentre la presenza di E. coli indica chiara contaminazione fecale in quanto trattasi di batterio che vive solo nel tratto gastro-intestinale dei mammifieri. La loro presenza non è ammessa dalla legge e comporta l attivazione di procedure specifiche a garanzia della salute pubblica. 51

Clostridium Genere di batteri a bastoncello, sporigeni, che si rinvengono nel suolo, in acqua, negli scarichi fognari, e costituiscono la normale flora batterica del tratto gastrointestinale degli animali e dell'uomo. Alcune specie sono patogene a causa della produzione di tossine, tra queste vi sono gli agenti eziologici: del tetano (C. tetani) con paralisi muscolari spastiche diffuse o localizzate; del botulismo (C. botulinum) debolezza muscolare, paralisi, scoordinazione dei muscoli volontari e nei casi mortali dei muscoli respiratori; della cancrena gassosa (C. perfrigens) a carico di ferite con necrosi dei tessuti e produzione di gas; dell avvelenamento da cibo (C. perfrigens) con crampi addominali e diarrea (raramente febbre e vomito, ancora più raramente ulcere). 52

EPATITE A L epatite A è provocata da un virus a RNA (Heparnavirus). Viene ingerito per via oro-fecale (acqua e cibo contaminati) e dall intestino, attraverso il sangue, giunge al FEGATO dove si replica nelle cellule epatiche e viene espulso attraverso la bile. I sintomi dell'epatite A si manifestano improvvisamente 15-50 giorni dopo l'ingestione secondo due distinte fasi: - Fase pre itterica: - malessere generale - perdita di appetito - astenia - nausea e vomito - dolore addominale - febbre - Fase itterica: - urine scure e feci chiare, - comparsa di ittero e prurito 53

EPATITE A Decorso temporale (a partire dalla contrazione del virus) Incubazione: 2-7 settimane, mediamente 30 giorni. Prodromi: 3-5 settimane. Virus nel sangue: 3-6 settimane. Virus nelle feci: 2-8 settimane, massimo dopo 3-4 settimane. Ittero: 4-8 settimane. Enzimi epatici elevati: 4-9 settimane. Produzione anticorpi: dalla 3ª o 4ª settimana in poi L esito della malattia è generalmente benigno anche senza particolari cure mediche (mortalità 0,1%) in pazienti sani e giovani. Raramente oltre i 50 anni si manifestano forme recidivanti o fulminanti che sono molto più gravi e presenta tassi di mortalità intorno all 80% 54

Approfondimento 2: IL SISTEMA IMMUNITARIO Insieme di organi che serve a prevenire, combattere e proteggere il nostro organismo dalle malattie causate da agenti esterni, in particolare batteri e virus. Si divide in due grandi tipologie: SISTEMA IMMUNITARIO INNATO = comprende la pelle, le cellule fagocitarie (macrofagi), e proteine di difesa; è presente dalla nascita; non è specializzato (non riconosce in dettaglio i patogeni). SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO = è molto specializzato ed evoluto, dopo che l organismo viene a contatto con un patogeno il nostro sistema immunitario produce proteine specifiche chiamate anticorpi che sono in grado di eliminare i microorganismi estranei 55

IL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO Presente dalla nascita; non è specializzato in quanto non è in grado di riconoscere nello specifico i differenti agenti patogeni. Le principali cellule immunitarie del sistema innato sono: I macrofagi: grandi cellule fagocitarie che circolano nel liquido interstiziale (tra le cellule) e, quando incontrano virus, batteri o intere cellule infettate, le inglobano fagocitandole ( mangiandole ). Batteri 56

IL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO Il sistema innato di difesa sfrutta la presenza di particolari molecole chiamate interferoni: Gli interferoni sono proteine prodotte dalle cellule infettate da virus che propagandosi nei liquidi interstiziali e nelle cellule sane adiacenti le stimolano a produrre molecole di resistenza. Le proteine antivirali bloccano la riproduzione virale Acido nucleico virale 1 2 Attivazione dei geni per l interferone Nuovi virus DNA mrna 3 5 Molecole di interferone Cellula ospite 1 L interferone stimola la cellula ad attivare i geni delle proteine antivirali 4 Produce interferone, ma viene uccisa dai virus Cellula ospite 2 È protetta dall azione dei virus grazie all interferone della cellula 1 57

IL SISTEMA IMMUNITARIO INNATO Il meccanismo di azione del Sistema Innato è la risposta infiammatoria. La risposta infiammatoria costituisce il nostro principale sistema di difesa innato ed è innescata da un qualsiasi tipo di danno ai tessuti. I principali effetti della risposta infiammatoria sono quelli di disinfettare e di ripulire il tessuto lesionato. La risposta infiammatoria aiuta a prevenire l estendersi dell infezione ai tessuti circostanti. Gonfiore Spillo Superficie dell epidermide Batteri Vaso sanguigno Segnali chimici Fagociti Globulo bianco 1 Danno al tessuto; liberazione di segnali chimici quali l istamina Accumulo di fagociti e di liquido interstiziale nell area infiammata 2 Aumento della permeabilità e dilatazione dei vasi sanguigni locali; passaggio dei fagociti verso la regione lesa 3 I fagociti (macrofagi e neutrofili) eliminano i batteri e ciò che rimane delle cellule danneggiate; il tessuto si rimargina 58

IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO Si tratta della risposta immunitaria del nostro organismo che è in grado di neutralizzare specifici invasori riconoscendoli e annientandoli L immunità conferita dal sistema immunitario viene detta immunità acquisita (attiva) e si sviluppa a pieno solo in seguito all esposizione a sostanze estranee chiamate antigeni. Quando entra in contatto con un antigene (molecola prodotta da un agente patogeno), il sistema immunitario risponde con un incremento del numero di cellule che attaccano direttamente gli invasori o che producono le proteine di difesa chiamate anticorpi. 59

IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO L immunità attiva, cioè le resistenza ad uno specifico invasore, viene solitamente acquisita dopo un infezione naturale, cioè dopo il primo incontro con il patogeno, ma può anche essere innescata mediante una procedura medica nota come vaccinazione. È anche possibile sviluppare un immunità passiva (per esempio acquisendo anticorpi attraverso il latte materno o da un siero contenente anticorpi specifici). Linfocita 60

IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO Le cellule responsabili della risposta immunitaria sono i linfociti: Midollo osseo I linfociti sono prodotti nel midollo osseo. Alcuni linfociti immaturi continuano a svilupparsi nel midollo osseo e si specializzano diventando linfociti B (o cellule B) Altri passano dal midollo osseo al timo dove si specializzano, diventando linfociti T (o cellule T). Cellule staminali Per via sanguigna Linfociti immaturi Recettori antigenici Linfociti B Linfociti T Immunità umorale Per via Immunità mediata sanguigna da cellule Linfonodi, milza e altri organi linfatici Altre parti del sistema linfatico Timo Processo finale di maturazione dei linfociti B e T in un organo linfatico 61

IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO I linfociti sono in grado di riconoscere gli agenti esterni patogeni grazie al meccanismo antigene anticorpo. Gli antigeni (molecole prodotte dai patogeni) sulla propria superficie, hanno regioni specifiche a cui si legano gli anticorpi (determinanti antigenici). Molecole di anticorpo A Una volta all interno del corpo, un particolare antigene attiva solo quel piccolissimo numero di linfociti che possiede un ben preciso recettore specifico. In seguito, tali cellule proliferano formando una popolazione di cellule geneticamente identiche (un clone) adatte per combattere quel determinato antigene. Siti di legame per l antigene Determinanti antigenici Antigene Molecola di anticorpo B 62

IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO Risposta immunitaria primaria e secondaria: Nelle risposta immunitaria primaria, la selezione clonane sviluppa cellule effettrici e cellule della memoria in grado di garantire un immunità per tutta la vita. Nella risposta immunitaria secondaria, le cellule della memoria sono attivate da una seconda esposizione allo stesso antigene che induce una risposta più energica e veloce. Risposta 1 immunitaria primaria 2 Recettore antigenico (anticorpo sulla superficie cellulare) 1 Linfociti B con recettori antigenici diversi Crescita, divisione e differenziam ento di un linfocita Molecole di antigeni 3 Prima esposizione all antigene Molecole di anticorpi 4 4 5 Reticolo endoplasmatico Primo clone Plasmacellule che producono anticorpi Cellule della memoria Molecole di antigene Seconda esposizione 6 allo stesso antigene Risposta immunitaria secondaria Molecole di anticorpi Reticolo endoplasmatico Cellule della Cellule memoria della memoria Plasmacellule che producono anticorpi 63

IL SISTEMA IMMUNITARIO Il corretto funzionamento del sistema immunitario si basa sulle nostre «impronte» molecolari La capacità del sistema immunitario di riconoscere le molecole appartenenti al proprio organismo, ossia di distinguere il self dal non self, permette di combattere molecole estranee senza danneggiare le proprie. Le cellule di ogni persona hanno sulla membrana particolari glicoproteine self che costituiscono le impronte molecolari (fingerprint) e contrassegnano le cellule del corpo rendendole inattaccabili dai propri linfociti. 64

IL SISTEMA IMMUNITARIO ACQUISITO Un funzionamento scorretto del sistema immunitario può provocare disturbi e malattie Le malattie autoimmuni insorgono quando il sistema immunitario «fa confusione» e reagisce contro le molecole del proprio corpo. Le persone affette da malattie da immunodeficienza sono prive di uno o più componenti del sistema immunitario. Un lieve indebolimento del sistema immunitario può derivare anche da stress fisici ed emotivi. Le allergie sono causate da una sensibilità anomala ad antigeni presenti nel nostro ambiente, chiamati allergeni (vedi diapositive precedenti). 65

Approfondimento 1: LA VACCINAZIONE Procedura medica attraverso la quale si fa acquisire ad un soggetto immunità attiva nei confronti di una malattia Esistono malattie per cui la vaccinazione è obbligatoria o raccomandata, altre per le quali si ricorre ad essa solo in particolari occasioni. Principali malattie prevenibili con la vaccinazione: Difterite Epatite B Rosolia Meningite Papilloma virus umano (HPV) Tetano Poliomielite Morbillo Pertosse Parotite Varicella 66

LA VACCINAZIONE EPATITE VIRALE B Malattia causata da un virus che si trasmette attraverso il contatto con sangue o altri liquidi biologici infetti o può essere trasmessa in gravidanza da madre infetta a figlio POLIOMIELITE Malattia causata da poliovirus che, dopo avere provocato un'infezione a livello intestinale raggiungono il sistema nervoso centrale, dove si localizzano PAPILLOMA VIRUS UMANO (HPV) L'HPV è responsabile di un'ampia gamma di patologie dell'apparato genitale tra cui i condilomi, le lesioni cervicali e le neoplasie anogenitali, in particolare il tumore del collo dell'utero MENINGITE Malattia infettiva contagiosa causata da vari agenti eziologici, di tipo virale, batterico etc., che provocano infiammazione delle membrane (meningi) che avvolgono cervello e midollo spinale TETANO Malattia infettiva grave causata dall azione di una tossina prodotta da un batterio (clostridio) presente nell'ambiente DIFTERITE Malattia infettiva grave causata dall'azione di una tossina prodotta dal Corynebacterium diphtheriae, che può agire su tessuto cardiaco, reni, fegato, sistema nervoso 67

LA VACCINAZIONE MORBILLO Malattia infettiva molto contagiosa, causata da un virus della famiglia dei Paramixovirus, che si localizza in vari organi e tessuti PERTOSSE Malattia infettiva contagiosa provocata dal batterio Bordetella pertussis, che si localizza principalmente nell'apparato respiratorio PAROTITE Malattia infettiva contagiosa, causata da un virus appartenente alla famiglia dei Paramyxovirus, che si localizza in vari organi e tessuti, ma soprattutto nelle prime vie respiratorie e ghiandole salivari VARICELLA Malattia infettiva provocata da un virus a DNA, il virus Varicella zoster (VZV), appartenente al gruppo degli Herpesvirus. Si trasmette da persona a persona per via aerea mediante le goccioline respiratorie ROSOLIA Malattia causata da un virus appartenente alla famiglia dei Togavirus, che si trasmette da persona a persona con la tosse o gli starnuti e si localizza in vari organi e tessuti 68

VACCINAZIONI OBBLIGATORIE ---- ADULTI Per quanto riguarda la popolazione adulta, alcune vaccinazioni sono obbligatorie per determinate categorie di persone e di lavoratori: la vaccinazione antitetanica è obbligatoria, con cadenze definite dal DPR 464 del 7 novembre 2001, per: tutti gli sportivi affiliati al CONI i lavoratori agricoli, i metalmeccanici, gli operatori ecologici, gli stradini, i minatori gli sterratori etc., (l'elenco riportato nella Legge del 5 marzo 1963, n 292); le vaccinazioni antimeningococcica, antitifica, antidiftotetanica, antimorbillo-parotite-rosolia sono obbligatorie per tutte le reclute all'atto dell'arruolamento (Decreto del Ministro della Difesa del 19 febbraio 1997); la vaccinazione antitifica ERA OBBLIGATORIA per gli addetti ai servizi di approvvigionamento idrico, ai servizi di raccolta e distribuzione del latte, ai servizi di lavanderia, pulizia e disinfezione degli ospedali, per le reclute, e per altri lavoratori (le Regioni, in casi di riconosciuta necessità e sulla base della situazione epidemiologica locale, possono disporre l esecuzione della vaccinazione antitifica in specifiche categorie professionali); la vaccinazione antitubercolare è ora obbligatoria soltanto per il personale sanitario, gli studenti in medicina, gli allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio. 69

BIBLIOGRAFIA - INAIL: materiale didattico e schede di rischio biologico - ISPESL: guida operativa per gli ambienti confinati - Menna M.G: Rischio Biologico negli impianti di depurazione. Corsi di formazione. - Ministero della Salute: materiale informativo - REGIONE VENETO: Linee di indirizzo operativo per gli ambienti confinati - ZANICHELLI: materiale didattico di biologia - Wikipedia: enciclopedia libera on-line 70