Rapporto di Letterio Bavastrelli



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Transcript:

Relazione in materia di pluralismo informatico sull'adozione e la diffusione del software FLOSS e sulla portabilità della documentazione nella Pubblica Amministrazione della Regione Sicilia Rapporto di Letterio Bavastrelli Messina, Ottobre 2012

INDICE Premessa 1. Scopi e Proposte 1.1 Quadro generale 1.2 Proposte e Obiettivi 2. Definizione e concetto di FLOSS, formati aperti standard e software custom 2.1 Free, Libre, Open Source Software 2.2 Formati Standard e Aperti 2.3 Software Ad Hoc 3. La Spesa nella PA locale 4. Il Mercato del FLOSS 4.1 Software per Server 4.2 GNU/Linux sui Server 4.3 GNU/Linux sui Client 4.4 Software Applicativi 5. Normativa in tema di FLOSS e Pubblica Amministrazione 5.1 I Primi tentativi 5.2 La Commissione per il software a codice sorgente aperto per la Pubblica Amministrazione 5.3 La Direttiva Stanca 5.4 Il Codice dell'amministrazione Digitale (CAD) 5.5 Leggi Regionali 5.6 La Sentenza della Corte Costituzionale 122/2012 6. Vantaggio Burocratico sulla scelta di un software libero rispetto ad uno proprietatio

PREMESSA All'interno dello sviluppo dell'ict, dei fenomeni informatici e digitali all'interno di esso, la reale utilità ed applicabilità dei software a codice sorgente aperto hanno assunto particolare importanza. Con i termini Free Software e Open Source ci si riferisce ad ogni tipo di software che mantiene liberamente accessibile il proprio codice sorgente, ciò in base ai presupposti della libera diffusione, modifica, copia, studio e distribuzione del software. I due termini sono comunque differenti da un punto di vista etico, ma ci si riferisce indistintamente ad entrambi con il termine FLOSS (Free, Libre, Open Source Software). Il fenomeno del FLOSS non è del tutto nuovo, ma il suo impatto e la larga diffusione all'interno di ogni settore è senza dubbio avvenuto di recente. L'utilità di questi sistemi informatici hanno portato sia aziende, sia privati, sia amministrazioni europee e americane ad introdurre ed adottare questi sistemi, con notevoli vantaggi sia tecnici che economici, producendo la crescente attenzione di forze politiche e di grandi utilizzatori nei più importanti Paesi Industrializzati. Il presente documento delinea una prima analisi dei seguenti punti: esaminare i concetti di software a codice a sorgente aperto approfondire gli aspetti applicativi nazionali ed internazionali analizzare la normativa vigente TESTO DEL DOCUMENTO Il lavoro da cui deriva tale documento è frutto di una raccolta e selezione razionale del materiale informativo, in modo tale che il suo contenuto sia il più possibile scientifico ed oggettivo, nonché la stessa stesura è stata resa possibile dall'utilizzo di documentazione libera e dall'uso esclusivamente di software libero. Questo documento è quindi frutto di un lavoro libero, scientifico, razionale e gratuito, edificato sull'obiettività e sulla fondatezza delle argomentazioni, discussioni e valutazioni in esso contenute. 1

1. SCOPI E PROPOSTE 1.1 QUADRO GENERALE Il FLOSS è da sempre al centro di importanti discussioni e dibattiti che vertono sulla sulla applicazione e diffusione nel mondo dell'impresa, della ricerca scientifica, nell'uso dell'utente privato, nelle telecomunicazione e nei settori delle amministrazioni pubbliche. Non a caso, negli ultimi dieci anni numerose amministrazioni (centrali e locali) hanno deciso di adottare questa tecnologia per avvalersi dei suoi benefici, tutto grazie anche all'apertura normativa del nostro ordinamento. Il quadro normativo, così creato, abbraccia ampiamente, ma non sufficientemente, la possibilità di applicare il FLOSS ad ogni settore della PA, sia come tecnologia di risparmio, sia come strumento di forte valorizzazione e rilancio delle stesse PPAA, catalizzando un processo produttivo che vede coinvolti sia i privati cittadini che l'intera industria informatica. Il tema dell'applicazione nella PA deve vedere un quadro più dettagliato per affrontare un tema così complesso e delicato, perciò è necessario inquadrare gli interventi normativi internazionali, nazionali e regionali, nonché definire i principi applicativi ed i processi innovativi della diffusione delle tecnologie ICT. I fattori e gli elementi coinvolti nell'adozione del FLOSS nella PA riguardano: Tutela della Pubblica Amministrazione Ottimizzazione degli investimenti Diffusione penetrante ed organica delle tecnologie ICT nelle amministrazioni Sviluppo e promozione nel ICT dei software FLOSS all'interno di un mercato di pieno equilibrio e aperto alle competizioni. 1.2 PROPOSTE ED OBIETTIVI In sintesi è possibile delineare una serie di proposte ed obiettivi per la Pubblica Amministrazione: 1. Le PA non devono penalizzare/vietare l utilizzo di pacchetti FLOSS: il criterio che deve valere al momento della selezione di una soluzione software è quello del value for money. 2

2. I software custom (e le personalizzazioni) devono essere di piena proprietà (non necessariamente esclusiva) della PA. I contratti di outsourcing devono includere opportune clausole di protezione. 3. È necessario sostenere e facilitare il riuso dei software custom di proprietà delle PA, e la disseminazione dei risultati e delle best practice tra tutte le PA del Paese. 4. Tutti i pacchetti proprietari acquisiti su licenza devono essere disponibili per ispezione e tracciabilità da parte della PA. Le PA devono essere tutelate nel caso un fornitore di pacchetti non sia più in grado di fornire supporto. 5. I sistemi informativi delle PA devono interagire attraverso interfacce standard che non siano vincolate ad un unico fornitore. 6. I documenti delle PA sono resi disponibili e memorizzati attraverso uno o più formati. Di questi almeno uno deve essere obbligatoriamente aperto, mentre gli altri, se presenti, possono essere scelti a discrezione della PA tra quelli aperti o proprietari. 7. Il trasferimento del software custom e delle licenze dei pacchetti tra PA deve essere libero da vincoli e favorito. 8. È opportuno definire linee guida, strumenti di pianificazione e servizi di supporto ai processi di procurement di prodotti software nelle PA. Ciò deve attuarsi attraverso la valorizzazione ed il potenziamento delle competenze e delle risorse presenti sul territorio. 9. È necessario definire politiche di disseminazione per i progetti di ricerca e innovazione tecnologica finanziati con fondi pubblici affinché vi sia maggiore riuso dei risultati. La modalità FLOSS può essere uno strumento utile da sperimentare per diffondere prodotti software innovativi risultanti da tali progetti. Inoltre, tale approccio può essere sperimentato anche per ciò che concerne i software custom prodotti nell ambito dei progetti finanziati attraverso i bandi di e-government. 3

2. DEFINIZIONE E CONCETTO DI FLOSS, FORMATI APERTI STANDARD E SOFTWARE CUSTOM Si parte da un'analisi tecnica e concettuale che analizza il FLOSS nelle forme di Free Software e Open Source Software, per definire perché è preferibile un documento in formato aperto e di come essi siano formati standardizzati, e finire con una breve analisi dei software custom. 2.1 FREE, LIBRE, OPEN SOURCE SOFTWARE È già stato accennato come con il termine FLOSS ci si riferisca sia al Free Software e sia all'open Source. Si chiarisce da subito che per Free Software si intende il Software Libero, ossia un software che garantisce all'utente quattro fondamentali libertà che riassumono l'obiettivo della Free Software Foundation, l'organizzazione no-profit che si fa promotrice della diffusione del software libero: Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0). Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito. Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2). Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). Il termine Free va inteso come Libero e non come Gratuito. Tuttavia, un software libero è quasi sempre gratuito, mentre un software gratuito non è sempre libero. Per non cadere nell'ambiguità del termine Free, la Open Source Initiative ha promosso lo sviluppo di un software libero che fosse soprattutto a codice sorgente aperto. Solo nel 2003 si è coniato il termine FLOSS per identificare entrambi i movimenti, che di fatto rappresentano la stessa tecnologia, di fatti, un software libero è solitamente anche open. Le definizioni di Free Software è fornita dalla Free Software Definition, mentre la Open Source Definition definisce il termine Open Source. Il fatto che un software sia libero o aperto non significa che di esso se ne possa fare un uso incondizionato, poiché a norma della Legge 633/41, i programmi per elaboratori sono da considerare opere d'ingegno, pertanto tutelabili dalla legge del diritto d'autore. L'utente ha 4

comunque garantite notevoli libertà, che come si è detto, riguardano la modifica, lo studio, la copia e la distribuzione, tramite le c.d. licenze d'uso, come la nota GNU General Public License che disciplina i limiti entro i quali è possibile avvalersi delle libertà fondamentali. 2.2 FORMATI APERTI E STANDARD Quando si parla di formato si intende la rappresentazione digitale di un documento che può essere elaborato da un programma. Ogni formato ha le sue caratteristiche e può essere elaborato da più programmi, realizzati per quello specifico scopo. Un esempio di formato è lo JPEG, tipico formato per le foto digitalizzate. In questo caso si parla di Formato Standard, ossia un formato riconosciuto da enti internazionali di standardizzazione, come la ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione). Tuttavia, un formato è riconosciuto come standard anche se imposto di fatto (industry standard), ossia prodotto da una multinazionale che ne detiene il controllo e ne gestisce le modifiche. Si parla di Formato Aperto quando la tecnologia che la produce è resa pubblica. Si contrappone al c.d. Formato proprietario perché il formato aperto si contraddistingue per la sua accessibilità. Per fare un esempio pratico, nel 2007 la Microsoft ha distribuito la versione MS OFFICE 2007 che cambiava i formati standard in nuovi formati, leggibili inizialmente solo dal nuovo software. Il risultato è stato quello di costringere più utenti possibile ad acquistare il nuovo programma per poter leggere i nuovi formati. Questo pone un grave problema sulla compatibilità dei vecchi documenti con i nuovi formati prodotti, la cui lettura comprometterebbe l'accessibilità a tali documenti. Coi i formati aperti, la libera accessibilità garantisce la conservazione a lungo termine di documenti, senza che essi possano essere incompatibili con la nuova tecnologia. Nella scheda seguente si comparano alcuni formati proprietari con quelli aperti, usando come esempio la suite per ufficio. Formato Proprietaro Formato Aperto.doc/.docx (Word) Testo.odt.xls/.xlsx (Exel) Foglio di Calcolo.ods.pps/.ppt (Power Point) Presentazione.odp.mdb (Access) Database.odb 5

Tabella 2.1 Formati Standard L'uso degli standard aperti garantisce particolari benefici: Indipendenza: La documentazione pubblica e completa del formato consente l indipendenza da uno specifico prodotto e fornitore; tutti possono sviluppare applicazioni che gestiscono un formato aperto. Interoperabilità: Usando formati aperti (e a fortiori formati aperti standard) sistemi eterogenei sono in grado di condividere gli stessi dati. Neutralità: I formati aperti non obbligano ad usare uno specifico prodotto, lasciando libero l utente di scegliere sulla base del rapporto qualità/prezzo. Persistenza: I formati testo aperti standard (e a fortiori se sono autodocumentanti) possiedono questa caratteristica importante per la tutela del patrimonio informativo nel tempo a fronte del mutamento tecnologico. Infatti, il formato testo è il formato più indipendente dall evoluzione tecnologica; pertanto le informazioni rappresentate con questo formato sono recuperabili anche molto tempo dopo la generazione, senza necessità di pesanti riconversioni. 2.3 SOFTWARE AD HOC La Pubblica Amministrazione può decidere di acquistare software ad hoc per specifici esigenze. Il tema va, tuttavia, affrontato suddividendo il suddetto software in due macrocategorie: Software Custom: La PA sceglie di acquistare, con un contratto di servizio con un fornitore, software sviluppati per una determinata esigenza, tipici per i servizi come la motorizzazione, l'anagrafe, il sistema nazionale sanitario. Si specifica che il software custom è un applicativo e non un sistema operativo. Pacchetti: La PA acquista un software esistente e in base ad i termini di licenza, lo personalizza. La Pubblica Amministrazione paga per una copia del software concesso con termini di licenza che ne permetto la personalizzazione, tuttavia privando la stessa di ottenere il codice sorgente, cosa che invece non avviene coi software custom. 6

3. LA SPESA NELLA PA LOCALE Analizzando il lavoro compiuto dall'istat nel 2010 è possibile notare la spesa della Pubblica Amministrazione Locale. Nella Figura 1 si osserva come la maggior gestione dell'ict avvenga tramite l'utilizzo di outsourcing, ossia di forniture esterne che la PA deve comunque acquistare, ciò coinvolge non soltanto la gestione dei dati, ma maggiormente la sicurezza, la gestione software e la gestione delle reti. Nel corso del 2008 la spesa per le tecnologie dell informazione e della comunicazione complessiva sostenuta dalle amministrazioni locali è stata stimata per circa 1,3 miliardi di euro, ovvero lo 0,5% delle spese totali delle amministrazioni considerate. Di questa percentuale, il 40,9 % si concentra nelle Regioni Autonome. 7

Fonte: Istat Le tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle amministrazioni locali, Statistica in breve, 7 Marzo 2008 Nel 2008 la spesa ICT complessiva si articola per il 62,1 per cento in spese correnti e per il 37,9 per cento in spese in conto capitale. Tuttavia, mentre nei Comuni e nelle Province vi è una netta prevalenza delle spese correnti, che costituiscono rispettivamente il 76,4 e il 71,8 per cento delle spese totali ICT, nelle amministrazioni regionali si stimano quote più elevate per le spese ICT in conto capitale, che rappresentano il 57,1 per cento della spesa ICT complessiva (Figura 6a). Le spese sostenute per hardware, software e per servizi ICT rappresentano complessivamente oltre l 80 per cento delle spese ICT totali in tutte le tipologie di amministrazioni (Figura 6b). 8

4. IL MERCATO DEL FLOSS Detta sezione si occupa di elencare e descrivere i prodotti FLOSS presenti nel Mercato, dividendolo per categorie e finalità. Occorre da subito precisare che, sebbene il panorama europeo abbia preferito da tempo il FLOSS, in Italia, e soprattutto in Sicilia, tale scelta non è stata ancora compiuta. Si sottolinea come nella UE l'uso del FLOSS cada principalmente sui Server, mentre dal lato client tale uso è meno comune, 4.1 SOFTWARE PER SERVER L'utilizzo di un software FLOSS nei server è largamente diffuso. Se si prende in considerazione lo studio compiuto dall'ida nel 2003 si nota: Sviluppatori Febbraio 2003 Percentuale Apache 11.053,986 66,75% Microsoft 4.109,029 24,81% Zeus 269,812 1,63% SunONE 219,616 1,33% Riepilogo siti attivi L'uso dei software FLOSS nei server è cresciuto repentinamente dal biennio 1999/2000, con un tasso di crescita del 132%. Si dividono le soluzioni server in: Appliance: Sono server dedicati ad uno specifico compito. Sono soluzioni compatibile con i processori Intel e AMD, a basso costo o gratuiti, basati sui sistemi GNU/Linux (nome tecnico dei sistemi FLOSS). Solitamente sono studiati per le Piccole e Medie imprese o per le Piccole Amministrazioni, con un'installazione abbastanza semplificata ed intuitiva e spesso sono definiti out-the-box plug and play server. Server Generici: Sono server classici o di tipo high-end, un'architettura abbastanza importante la cui scelta va ben ponderata. Le soluzioni ottimali al momento sono rappresentate dai prodotti Microsoft Windows o da software GNU/Linux, quest'ultimo largamente diffuso in questo settore, piuttosto che in quello client, nel quale Microsoft Windows rappresenta la scelta più diffusa. 9

4.2 GNU/LINUX SUI SERVER I prodotti sono scaricabili da internet, ma nulla esclude di avvalersi di package commerciali. Tra le soluzioni più note: RedHat Mandrake SuSE SCO Linux Debian Ubuntu Server Tali software hanno tutti in comune la facile reperibilità, nonché la facile installazione su macchina. Tra le suddette scelte, vanno maggiormente considerate RedHat: È il principale fornitore di soluzioni OS e Linux. Fin dall inizio della sua attività Red Hat ha cercato di fornire ai propri utenti tool semplificati (spesso accompagnati da interfacce grafiche user friendly ) per la configurazione e la gestione di ogni parte del sistema (dal riconoscimento delle periferiche hardware alla configurazione della connessione dial-up). Altre distribuzioni si basano su Red Hat (come Mandrake e Trustix) e altre ancora adottano il suo tool per la gestione dei pacchetti (rpm). Debian: Debian è una delle distribuzioni utilizzata da sviluppatori e amministratori di sistema. Debian punta ad avere nella sua distribuzione solo software libero (non vi è per esempio il browser Opera e in passato l ambiente grafico KDE è stato escluso da questa distribuzione per via della licenza di QT) e tutti i programmi non free vengono rilasciati su un cd apposito in modo da mettere l utente nella condizione di scegliere se installare o meno applicazioni non libere. Ubuntu Server: Basata su Debian, famosa per la robustezza come sistema server, l'edizione Server di Ubuntu ne eredita le ottime prestazioni e aggiornamenti regolari. Dalla versione 10.04 LTS, «Ubuntu Server Edition» aggiunge supporto per molte configurazioni tipiche, portando la semplicità che ha reso famosa Ubuntu come ambiente desktop anche nell'ambito dei server. La nuova «Ubuntu Server Edition» fornisce un'ottima piattaforma per sviluppare server con i più diffusi servizi internet: mail, web, DNS, server di file o database. 10

4.3 GNU/LINUX SUI CLIENT Anche i Sistemi Operativi sono facilmente scaricabili e installabili. Sebbene i primi SO erano di difficile installazione, l'evoluzione dei software GNU/Linux li ha resi easy to use. Le distribuzioni Linux sono migliaia, ed ognuna ha una caratteristica o finalità propria. Dovendo affrontare l'argomento, le scelte di software FLOSS per Desktop ricadono su: Ubuntu: Ubuntu parte rapidamente su qualunque computer, ma è particolarmente veloce sulle macchine più nuove. Senza programmi non necessari e software in prova a rallentare le cose, avviare il computer e aprire un browser è un'operazione di pochi secondi. A differenza di altri sistemi operativi che ti lasciano a fissare lo schermo, in attesa di essere online. E Ubuntu non diventerà più lento nel tempo. È veloce. E resterà veloce. Debian: Debian è un sistema operativo e una distribuzione di Software Libero. Si può usare anche, tramite l'aggiunta di appositi repository, software proprietario o software libero basato su software non libero. È gestito e aggiornato grazie al lavoro di molti utenti che volontariamente offrono il loro tempo e il loro lavoro. Il Progetto Debian si distingue da tutti gli altri per la sua peculiare forma di organizzazione. La sua struttura infatti si ispira a quella di una vera e propria società democratica, tanto che il documento che stabilisce le regole interne al progetto è chiamato Costituzione Debian Gentoo: Gentoo è un sistema operativo che permette di installare le applicazioni compilandole dal codice sorgente. La scelta di offrire un sistema da compilare è stata compiuta per permettere flessibilità e ottimizzazione delle prestazioni. Utilizzando le impostazioni di Portage, l'utente è in grado di personalizzare ogni pacchetto del sistema, producendo eseguibili il più possibile tarati per le proprie esigenze e il proprio hardware. Per questo motivo, Gentoo è spesso definita "metadistribuzione", (oppure anche source distro) differenziandosi così dalle altre distribuzioni Linux che tradizionalmente offrono pacchetti binari precompilati, già pronti per essere installati nel sistema. In effetti la distribuzione offre supporto per i pacchetti binari, che hanno estensione.grp, tuttavia esse non vengono forniti direttamente con l'installazione. OpenSuse: SUSE è un acronimo tedesco per la frase Software und System-Entwicklung ("Sviluppo del Software e del Sistema"). L'aggiunta del termine open sottolinea la natura comunitaria del progetto. OpenSUSE è una distribuzione Linux non basata su un ambiente desktop specifico. Il progetto opensuse è controllato dalla sua comunità e si affida ai 11

contributi dei singoli membri che lavorano come tester, redattori, traduttori, esperti di usabilità, artisti e ambasciatori o sviluppatori. Il progetto comprende una vasta gamma di tecnologie e persone con diversi livelli di competenza che parlano lingue diverse e con differenti basi culturali. Fedora: Fedora è un sistema operativo veloce, stabile e potente per l'uso quotidiano creato da una comunità di amici di tutto il mondo. Esso è completamente gratuito da usare, studiare e condividere. È un progetto Open Source sponsorizzato (ma non direttamente supportato) da Red Hat. Fedora è indicata per qualsiasi utilizzo poiché contiene tutti gli strumenti per lavorare in ambiente server senza tralasciare una serie di tool grafici per la configurazione, utili per gli utenti alla ricerca di un desktop user-friendly. Basata sulla ricerca del massimo grado di aggiornamento è rilasciata su base fissa semestrale con le versioni più recenti di ogni pacchetto, compreso il kernel. 4.4 SOFTWARE APPLICATIVI OpenOffice e LibreOffice (Suite per Ufficio): I pacchetti includono un word processor, un foglio elettronico e un programma di presentazione, paragonabili a Word, Excel e PowerPoint di MicrosoftOffice. Inoltre comprendono un gestore di e-mail, un programma di grafica, un database e un software per formule matematiche. Non è includso un software analogo a Microsoft Outlook. È inoltre fornita una funzionalità di import export che permette l interoperabilità con MS Office. Email Mozilla Thunderbird: è un client di posta elettronica e news (in grado di gestire anche i feed RSS ed i Newsgroup) sviluppato da Mozilla Foundation (la stessa comunità che sviluppa Firefox) ed è un software libero. Il programma è disponibile per sistemi Microsoft Windows, GNU/Linux, Mac OS X e molti altri. Supporta estensioni (funzionalità aggiuntive da installare a seconda delle esigenze) e temi (con i quali è possibile personalizzare l'aspetto del programma). Altre caratteristiche del programma sono: un filtro bayesiano anti spam; la possibilità di creare filtri per "smistare" automaticamente la posta su diverse cartelle; raggruppamento dei messaggi secondo data, mittente, priorità o altre caratteristiche; capacità di importazione messaggi da altri programmi (tra cui anche Eudora e Microsoft Outlook); 12

posta in arrivo singola per account multipli; la ricerca veloce; gestione account POP e IMAP; supporto di rubriche basate su LDAP: possibilità di visualizzazione a schede (a partire dalla versione 3.0). FireFox Browser Web: Mozilla Firefox è un web browser open source multipiattaforma prodotto da Mozilla Foundation. Firefox, a marzo 2012, viene utilizzato da più di un internauta su cinque a livello mondiale (il 20,55% secondo NetMarketShare); ciò lo rende il secondo browser più popolare della rete, dopo Internet Explorer e subito prima di Google Chrome. Editor BlueFish: Bluefish è un editor HTML libero per lo sviluppo web, rivolto allo sviluppo di siti web dinamici. Supporta i linguaggi: HTML, XHTML, CSS, XML, PHP, C, JavaScript, Java, SQL, Perl, ColdFusion, JSP, Python, Ruby e script shell ed è disponibile su molte piattaforme, incluso GNU/Linux, Solaris, Mac OS X e Windows. Bluefish è sviluppato in C/GTK+, si integra quindi in GNOME, ma può essere utilizzato anche indipendentemente da GNOME. Il programma va ad occupare quella nicchia di mercato tra i semplici editor di testo e i veri e propri IDE: è infatti relativamente leggero e ha una curva di apprendimento bassa, pur fornendo molte caratteristiche rivolte allo sviluppo di siti web. È un editor di tipo testuale ed offre un'interfaccia grafica pulita e amichevole. Bluefish mette a disposizione l'evidenziazione della sintassi dei principali linguaggi di web publishing e di scripting e le classiche funzionalità degli editor HTML e dispone di procedure guidate per la realizzazione di tabelle e frame. 13

5. NORMATIVA IN TEMA DI FLOSS E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 5.1 I PRIMI TENTATIVI Le prime iniziative legislative si riscontrano attorno al 2002. Si tratta di due Disegni di Legge: I. Norme in materia di pluralismo informatico sulla adozione e la diffusione del software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella Pubblica Amministrazione (Febbraio 2002), Senatore Fiorello Cortiana; II. Norme in materia di pluralismo informatico e di incentivazione della diffusione del software libero (Marzo 2002), Onorevole Pietro Folena Entrambe avevano come obiettivo l'introduzione e la diffusione del software libero nella Pubblica Amministrazione, nonché l'adozione della documentazione nei formati liberi e standard. 5.2 LA COMMISSIONE PER IL SOFTWARE A CODICE SORGENTE APERTO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Alla fine del 2002, il Ministro per le Innovazioni e le Tecnologie nomina, con il Decreto Ministeriale del 31 Ottobre 2002, la Commissione per il software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione, nota anche come Commissione Meo (il Dottor Angelo Raffaele Meo era a capo della Commissione), con lo scopo di esaminare gli aspetti tecnici, economici ed organizzativi legati all'utilizzo dell'open source nella Pubblica Amministrazione analizzando le posizioni in materia dell'unione Europa, dei maggiori Paesi industrializzati nonché degli operatori del mercato per fornire documentati elementi di valutazione delle scelte e le strategie in materia di Pubblica Amministrazione. Dopo tre mesi di lavoro, la Commissione Meo redige l'indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione. Tra le proposte presenti nell indagine, le più importanti sono senza dubbio l introduzione del criterio di non discriminazione del software Open Source e del criterio di value for money; dal testo, infatti, si evince chiaramente che «Le PA non devono penalizzare/vietare l utilizzo di pacchetti open source: il criterio che deve valere al momento della selezione di una soluzione software è quello del value for money». Ancora il testo, nella Sezione 6 denominata Proposte, 14

spiega ancor più chiaramente il criterio value for money. In questa sezione, al paragrafo intitolato Uso della metodologia Giustificazioni economiche degli investimenti, la Commissione Meo, posta l esistenza dell obiettivo di migliorare il rapporto con i fornitori e di economicità di gestione, si «propone di rafforzare tale obiettivo, introducendo nella modalità di pianificazione della PA il concetto di Giustificazione economica dell investimento (value for money) e proponendo una serie di indicazioni e raccomandazioni volte a massimizzare l efficacia degli investimenti economici delle Amministrazioni e, dunque, a razionalizzare la spesa». La razionalizzazione della spesa, precisa ancora la Commissione, non va comunque intesa come risparmio sul singolo prodotto, come nel caso di acquisto di singoli pacchetti dati, ma va letta in chiave sicuramente più ampia, includendo nella valutazione di Giustificazione economica dell investimento il concorso di tutte le componenti del sistema, quali hardware, software e servizi. 5.3 LA DIRETTIVA STANCA Come conseguenza del lavoro svolto dalla Commissione Meo, l'on. Stanca, il Ministro per le Innovazioni e le Tecnologie, emana la Direttiva del 19 Dicembre 2003 Sviluppo e utilizzazione dei programmi informatici da parte della Pubblica Amministrazione. Con la presente direttiva si forniscono alle pubbliche amministrazioni indicazioni e criteri tecnici e operativi per gestire più efficacemente il processo di predisposizione o di acquisizione di programmi informatici. In particolare, nella presente direttiva si indica come le pubbliche amministrazioni debbano tener conto della offerta sul mercato di una nuova modalità di sviluppo e diffusione di programmi informatici, definita «open source» o «a codice sorgente aperto». L'inclusione di tale nuova tipologia d'offerta all'interno delle soluzioni tecniche tra cui scegliere, contribuisce ad ampliare la gamma delle opportunità e delle possibili soluzioni, in un quadro di equilibrio, di pluralismo e di aperta competizione. Gli articoli da considerare fondamentali sono: 3. Analisi comparativa delle soluzioni: Le pubbliche amministrazioni valutano quale soluzione, tra le disponibili, risulta più adeguata alle proprie esigenze mediante comparazioni di tipo tecnico ed economico, tenendo conto anche del costo totale di possesso delle singole soluzioni e del costo di uscita. In sede di scelta della migliore soluzione si tiene altresì conto del potenziale interesse di altre amministrazioni al riuso dei programmi informatici, dalla valorizzazione delle competenze tecniche acquisite, della più agevole interoperabilità. 15

4. Criteri tecnici di comparazione: Le pubbliche amministrazioni, nella predisposizione o nell'acquisizione dei programmi informatici, privilegiano le soluzioni che presentino le seguenti caratteristiche:soluzioni informatiche cheassicurino l'interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i diversi sistemi informatici della pubblica amministrazione, salvo che ricorrano peculiari ed eccezionali esigenze di sicurezza e segreto. 5. Proprietà dei programmi software: Nel caso di programmi informatici sviluppati ad hoc, l'amministrazione committente acquisisce la proprietà del prodotto finito, avendo contribuito con proprie risorse all'identificazione dei requisiti, all'analisi funzionale, al controllo e al collaudo del software realizzato dall'impresa contraente. Sarà cura dei committenti inserire, nei relativi contratti, clausole idonee ad attestare la proprietà dei programmi. 7. Riuso: Al fine di favorire il riuso dei programmi informatici di proprietà delle amministrazioni, nei capitolati o nelle specifiche di progetto dovrà essere previsto, ove possibile, che i programmi sviluppati ad hoc siano facilmente portabili su altre piattaforme. 5.4 IL CODICE DELL'AMMINISTRAZIONE DIGITALE (CAD) La Direttiva Stanca ha modificato il CAD. L'articolo 69 comma 1 recita: Le pubbliche amministrazioni che siano titolari di programmi applicativi realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno obbligo di darli in formato sorgente, completi della documentazione disponibile, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni che li richiedono e che intendano adattarli alle proprie esigenze, salvo motivate ragioni. 5.5 LEGGI REGIONALI Dal 2004 le Regioni Italiane attuano con apposite Leggi il passaggio al software libero. Tra le principali vanno ricordate: (a) Legge Regione Toscana Promozione dell'amministrazione elettronica e della società dell'informazione e della conoscenza ne sistema digitale. Disciplina della rete telematica regionale toscana (b) Legge Regionale Emilia Romagna Sviluppo regionale della società dell'informazione 16

(c) Legge Regionale Umbria Norme in materia di pluralismo informatico, sull'adozione e la diffusione del software a sorgente aperto e sulla portabilità dei documenti informatici dell'amministrazione regionale 5.6 SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE 122/2010 Nel 2010 la Corte Costituzionale è chiamata a decidere sulla costituzionalità della Legge Regionale del Piemonte Norme in materia di pluralismo informatico, sull'adozione e la diffusione del software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella pubblica amministrazione. Il Governo, che ha mosso la questione di costituzionalità, paventava la violazione della libera concorrenza, nonché la violazione di norme in materia di tutela del diritto d'autore. La Corte si è pronunciata riconoscendo il valore delle licenze Floss e dei diritti da loro concessi, come pure ha negato che esista una violazione delle leggi concorrenziali. 17

6. Vantaggio Burocratico sulla scelta di un software libero rispetto ad uno proprietario I vantaggio del software FLOSS non sono esclusivamente economici in termini di danaro, ma anche in termini di tempo. Effettuando un semplice acquisto di software a pagamento, c.d. Proprietario, il tecnico competente dell'amministrazione deve innanzitutto: 1. Sapere che prodotto acquistare 2. Valutare la presenza delle risorse economiche (Management) 3. Effettuare una ricerca nel Mercato, rivolgendosi alla Consip o ai Fornitori 4. Delibera acquisto, Gara, Aggiudicazione, Impegno di Spesa, Registri vari, Ordine, Consegna, Installazione, Collaudo, Pagamento (Amministrazione) Un esempio è l'acquisto del software MS Office, che dal 2007 ha creato dei nuovi formati predefiniti che hanno costretto le amministrazioni ad acquistare il nuovo software e sostituirlo con quello precedente. Nell'uso di FLOSS invece la procedura si riduce drasticamente, coinvolgendo meno passaggi burocratici e notevoli risparmi in tempo e danaro, infatti notiamo un solo passaggio: 1. Il responsabile tecnico lo ricerca su internet, lo installa e lo usa (Utente / IT Group) Se risponde pienamente, processo terminato Altrimenti, si effettua una nuova ricerca ed una nuova valutazione L'amministrazione ed il management non sono coinvolti in quanto non c'è transazione economica, per di più, si valorizza la competenza del tecnico e non la posizione nel Mercato della singola Multinazionale. 18

FONTI L'indagine conoscitiva per il software a codice sorgente aperto Commissione Meo Il Software Libero in Italia A cura di Andrea Glorioso La Direttiva 19 Dicembre 2003 (Direttiva Stanca) GNU/Linux per Giuristi e non solo. Tra pensiero libero e computer crimes Letterio Bavastrelli La Normativa FLOSS nella Pubblica Amministrazione Italiana Letterio Bavastrelli Le tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle amministrazioni locali Istat Rapporto sull'ict nella Pubblica Amministrazione Istat Gnu Operating System www.gnu.org InterLex www.interlex.it Wikipedia www.wikipedia.com Ubuntu Italia www.ubuntu-it.org Debian, The Universal Operating System www.debian.org Per informazioni 346 5780294 letteriobavastrelli@gmail.com 19